Da
Roma_Francais
 
par FLORENT PECCHIO
Polemiche sul metodo utilizzato da un'unità della gendarmeria nell'Essonne, 
lo scorso 28 agosto, per controllare dei Rom in situazione irregolare.
Ecco dei colpi di timbro che fanno colare molto inchiostro. E' successo ad un 
controllo d'identità, effettuato da un'unità della gendarmeria nell'Essonne, lo 
scorso 28 agosto. Per facilitare il controllo del centinaio di Rom presenti quel 
giorno in un accampamento di fortuna, nei comuni di Ormoy e di Villabé, 
i gendarmi decidono di utilizzare un metodo sorprendente. Vale a dire, marcare 
le persone controllate a colpi di timbro, per essere sicuri di non procedere due 
volte al medesimo controllo. Se il metodo è di buon senso per la gendarmeria, 
non può esserlo per la comunità rom, né per le associazioni vicine ai sans-papiers. 
Neanche per Eric Besson, ministro dell'Immigrazione, che martedì ha giudicato 
questo modo di operare "particolarmente inopportuno".
"Non siamo del bestiame"
Apprendendo la notizia questo 28 agosto, l'associazione "Solidarietà con le 
famiglie rumene" non si tira indietro. "Immediatamente, il metodo ci ha 
ricordato quelli dell'ultima guerra" racconta Yves Bouyer, militante. Sospira: 
"Non è questo il modo di trattare degli esseri umani", "Non siamo del bestiame", 
aveva protestato un uomo fra i controllati. L'operazione consisteva nel portare 
a conoscenza del gruppo di Bulgari e di Rumeni, di un decreto prefettizio che li 
obbligava a lasciare il territorio entro il mese.
"Non ho mai assistito a pratiche di questo genere", si stupisce, scoraggiato, 
Yannick Danio, delegato nazionale dell'unione dei sindacati della polizia 
Unité-SGP FO. Per lui, l'iniziativa del colpo di timbro viene 
dall'interpretazione su scala locale di una direttiva nazionale. Non si tratta, 
in alcun caso, di un metodo generalizzato. 
"Come in un ritrovo notturno"
Per quanto riguarda la gendarmeria, la misura non colpisce oltre a misura. "È 
come in ritrovo notturno", si difende uno di loro in seno all'istituzione. "E' 
un buono modo di lavorare, il metodo più semplice e più rapido". Certamente non 
"comparabile" con i numeri impressi agli ebrei durante la seconda guerra 
mondiale. Effettivamente, non si tratta di una marcatura a vita, ma di un 
tampone umido, lavabile con acqua.
In un contesto di
espulsioni di sans-papiers, attraverso le quali le associazioni che li 
difendono comparano volentieri gli arresti [...], Eric Besson ha preferito 
defilarsi, pubblicando un comunicato, lunedì. "Pur approvando l'obiettivo 
dell'operazione, Eric Besson giudica il metodo del tampone umido particolarmente 
inopportuno, riguardo le operazioni di controllo sugli stranieri in situazione 
irregolare. Si è assicurato presso il Direttore generale della gendarmeria 
nazionale che consegne adeguate siano passate affinché non vi sia più l'impiego 
fatto in questo caso". Da cui l'atto. La capitana Poupot, incaricata della 
comunicazione alla gendarmeria nazionale, garantisce che questa "obbedirà", 
conformemente ai desideri del ministro. Il tampone resterà appannaggio dei 
ritrovi notturni.