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 La minoranza invisibile
 La minoranza invisibile
I Rom sono in una quantità poco nota in Polonia. Gli stereotipi abbondano, 
ma la comunità rom - stimata in 40.000 unità - si è in qualche modo integrata 
nella società polacca. Quindi dove finiscono gli stereotipi ed inizia la verità?
Un rapporto pubblicato dall'Agenzia dell'Unione Europea per i Diritti 
Fondamentali (FRA) valuta il modo in cui i membri della comunità rom sono 
trattati nella regione CEE. Il rapporto fa luce sullo stato della 
discriminazione contro la minoranza nella regione - una questione che pochi 
vogliono affrontare attivamente.
La ricerca per il rapporto è stata condotta a maggio-luglio 2008. Circa il 
60% dei Rom in Polonia ha risposto "sì" alla domanda "Hai subito discriminazioni 
nei 12 mesi passati?" Le aree della vita quotidiana in cui si sentono 
discriminati includono il posto di lavoro, "al caffè, al ristorante o al bar," e 
"dal personale sanitario".
Uno dei principali problemi è che i membri della comunità rom sono 
stereotipati come ladri o mendicanti. "Stereotipare è molto comune in tutte le 
società. La verità è che non c'è stata nessuna adeguata compagnia governativa 
per combattere questo modo di pensare in Polonia", ha raccontato Aleksandra Amal 
El-Maaytah, di Amnesty International Polonia, a WBJ.pl
Circolo vizioso
Il fatto che Rom e non-Rom vivano in quartieri separati e frequentino 
differenti istituzioni dell'istruzione, rende le cose più ingarbugliate. "La 
segregazione avviene -naturalmente-, per così dire, ma porta ad ulteriori 
problemi con la [mancanza di] integrazione con la comunità non-Rom. Molti 
conoscono i Rom soltanto dalla musica e dai festival di danza o dalla strada," 
commenta Amal El-Maaytah.
Questo, dice l'esperta, porta alla discriminazione, specialmente verso le 
generazioni più giovani. "Essendo discriminati nella scuola, molti Rom non 
ricevono l'istruzione che meritano. Più avanti avranno [meno] possibilità di 
ottenere un impiego. Essere senza impiego significa non avere accesso alla 
sanità e alla casa, ecc. E' un circolo vizioso."
Nonostante tutto ciò, Roman Chojnacki, presidente dell'Associazione dei Rom 
Polacchi a Szczecinek, ritiene che la comunità romanì in Polonia, che è stimata 
in 40.000 membri, sia più apprezzata delle comunità di altri paesi, ma che "ciò 
non significa che tutto sia OK".
In un rapporto dell'anno scorso per il Forum Europeo dei Rom e Viaggianti, 
un'organizzazione internazionale rom, Chojnacki scrisse che infuria un 
accalorato dibattito sulla chiusura delle cosiddette "classi romani" nel sistema 
educativo polacco.
"Gli esperti e una gran parte della società romanì sono convinti che non c'è 
utilità nell'impiego di classi separate," dice Chojnacki. Se queste classi 
fossero rimosse, sia Rom che non-Rom sarebbero in grado di integrarsi meglio, e 
si spera così che si ridurrebbe la discriminazione.
Soltanto criminali?
I membri della comunità rom lottano spesso con lo stereotipo di essere 
coinvolti in attività criminali. "Nonostante i nostri sforzi, i mass media, 
quando [riportano dei] crimini commessi, rivelano ancora la nazionalità degli 
esecutori, cosa proibita dalla legge", dice Chojnacki. Aggiunge che questo 
approccio costruisce un ulteriore pregiudizio verso il popolo rom.
Inoltre, quando sono loro vittime di un crimine, I Rom difficilmente cercano 
aiuto dalla polizia. Secondo il rapporto FRA, circa il 33% degli intervistati ha 
lamentato di essere stato vittima di crimini nei precedenti 12 mesi. La maggior 
parte dei Rom - circa i tre quarti - che sono stati vittima di crimini come 
minacce, assalti o "serie molestie" non li hanno denunciati alle autorità.
"Molti Rom ritengono che non c'è motivo di riportare atti di violenza alla 
polizia," dice Amal El-Maaytah, "perché non affronterebbero il caso in maniera 
adeguata. D'altra parte, senza portare a consocenza delle autorità i casi di 
discriminazione, [le autorità] ... non possono fare molto."
From Warsaw Business Journal by Roberto Galea