Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 24/10/2010 @ 09:28:26, in Italia, visitato 1657 volte)

Si invia il seguente comunicato ed il volantino allegato con preghiera di pubblicazione o diffusione attraverso i vostri canali.

COMUNICATO STAMPA
"Na Darà", nella lingua dei Rom "non aver paura"
un progetto a "pensiero ed azione Rom"

"Na Darà" è il titolo di un progetto "a pensiero ed azione Rom", realizzato dall'associazione delle donne Rom di Torino IDEA ROM ONLUS in collaborazione con Romanò Ilò, l'Opera Nomadi ed i Gruppi di Volontariato Vincenziano, con un finanziamento nazionale pubblico del Dipartimento per le Pari Opportunità - Ufficio Antidiscriminazioni Razziali - UNAR, il patrocinio ed un contributo in servizi delle Circoscrizioni 5 e 6 del Comune di Torino.

Per la prima volta a Torino un'iniziativa promossa direttamente dai Rom e sostenuta da alcune istituzioni pubbliche, un segno concreto della speranza e della voglia di essere cittadinanza attiva da parte della comunità più emarginata della città.

"Na Darà" prevede interventi di accompagnamento alla convivenza nei condomini di case popolari, corsi sulle danze tradizionali ed attività di comunicazione che sfatino l'immagine negativa dei Rom.

Il primo dei corsi sulle danze tradizionali Rom, 10 lezioni settimanali gratuite, partirà mercoledì 3 novembre, dalle 18 alle 20, presso il Centro d'Incontro di via Cavagnolo 7 a Torino (mezzi pubblici 50, 51, 51/, 4).
La partecipazione è gratuita ma occorre iscriversi inviando una e-mail a idea.rom@gmail.com

Il corso è rivolto a tutti ed è soprattutto un'occasione d'incontro e conoscenza tra Rom e Gagé (coloro che non sono Rom).

Per saperne di più consultare: www.idearom.it

Torino, 21 ottobre 2010

Associazione IDEA ROM Onlus
c/o Centro Studi Sereno Regis
via Garibaldi 13 - 10122 Torino
tel/fax +39.011.82731123
Facebook: IdeaRom

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Di Fabrizio (del 25/10/2010 @ 09:36:38, in scuola, visitato 1714 volte)

Due segnalazioni di Stefano Pasta

Sono un'insegnante elementare che ieri ha assistito all'ennesimo sgombero di un campo Rom non autorizzato.
Da circa un anno seguo la dolorosa cronaca degli spostamenti di questi "nomadi per forza", persone che sto imparando a conoscere nella loro individualità prima ancora che come Rom. La loro tragedia è un grido
di dolore e ingiustizia che attraversa la nostra città e impedisce, a chi la incontra, di rimanere in silenzio.

Allego una lettera scritta di ritorno dallo sgombero di ieri, ma che descrive scene viste tante, troppe volte in questa città.
Avrei piacere ad essere avvisata di una sua eventuale pubblicazione.

Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Cordiali saluti e buon lavoro,
Silvia Borsani

Milano, 21 ottobre 2010

Di nuovo. Un altro sgombero di Rom nella nostra città. L'ennesimo, inutile, dispendioso sgombero. Questa mattina le ruspe si sono mosse in direzione Segrate, verso la zona della cave di Redecesio.

Di nuovo scene già viste centinaia di volte negli ultimi anni: ragazzi e adulti che racimolano quel che riescono e lo caricano su mezzi più o meno di fortuna, senza sapere dove dormiranno la prossima notte; uomini avvertiti via cellulare dello sgombero, perché al mattino presto son partiti per il lavoro, nonostante si dica che "quelli lì mica hanno voglia di lavorare"; bambini che perdono i loro giochi, la loro vita di scolari, spesso anche lo zaino con i quaderni e di certo la spensieratezza che dovrebbe essere un diritto inviolabile alla loro età.

Di nuovo le stesse persone, incontrate gli scorsi mesi al Rubattino, poi a Segrate, poi ancora al Rubattino, poi al cavalcavia Bacula e ancora a Segrate, in questa forzata odissea della disperazione che le fa peregrinare senza sosta di quartiere in quartiere, tornando sempre al punto di partenza. Persone che ormai conosciamo bene, di cui siamo amici, che stimiamo anche per la grande dignità con cui affrontano la tragedia della persecuzione.

Di nuovo, insieme all'immancabile Comunità di S. Egidio, i volontari del quartiere e delle scuole vicine: da due anni, con una tenacia ed un'umanità ammirevoli, stanno raccontando una Milano diversa e possibile, alla quale però si rifiuta di credere chi amministra la nostra città.

Stamattina, arrivando al campo di Segrate, ho subito incrociato Cristina con la mamma e la sorellina. Dall'inizio di quest'anno è stata sgomberata già dodici volte. «Maestra - mi ha detto con aria serissima – questa non è vita». Hai ragione, Cristina, i tuoi dieci anni meritano di meglio.


BAMBINI SENZA SCUOLA…………………

Oggi, 21 ottobre 2010, noi insegnanti della scuola primaria di Via San Mamete, Milano, aspettavamo in classe i nostri alunni provenienti dal campo rom di Redecesio.

I loro banchi sono rimasti vuoti, perché proprio questa mattina sono stati sgomberati!

I nostri alunni hanno visto le ruspe distruggere la loro baracca, costruita da pochi giorni, non hanno potuto salvare i loro vestiti e i loro giocattoli, per fortuna le cartelle le avevamo tenute a scuola!

Siamo molto preoccupati per il loro futuro: questa notte dove dormiranno?

Domani mattina riusciranno a tornare a scuola, dove le loro maestre e i loro compagni li aspettano?

Chi ha ordinato questo ennesimo sgombero si preoccupa del bene di chi?

Non certo del bene di questi bambini che stavano imparando a stare con gli altri e cosa significhi essere istruiti.

Loro desiderano continuare l'esperienza scolastica, chi si sa assumendo la responsabilità di interromperla?

Tante sono le domande, dateci almeno qualche risposta!

35 insegnanti della scuola primaria di Via San Mamete, 11

Milano, 21 ottobre 2010

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Di Fabrizio (del 25/10/2010 @ 09:39:11, in Kumpanija, visitato 1713 volte)

Dopo lo sgombero del campo di via Cavriana a Milano, c'è urgente bisogno di:

COPERTE
TENDE
SCARPE Donna: dal 36 al 38 NO TACCHI
SCARPE Uomo: dal 38 al 44
MAGLIONI UOMO E DONNA
PANTALONI UOMO tg. 44 / 46 / 48 / 50
PANTALONI DONNA tg. 42 / 44 / 46
GONNE DONNA tg. 42 / 44 / 46 SOLO LUNGHE
MATERASSI

BIMBI:
Eduard (veste 10 anni ed è cicciotello... scarpe no. 35/36)
Maribel 15 mesi scarpe no. 22

Facciamoci coraggio... e ripartiamo…!!!
Grazie a tutti.

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Di Fabrizio (del 26/10/2010 @ 09:09:12, in Italia, visitato 1623 volte)

Invio, per opportuna conoscenza, il comunicato di Africa Insieme sulla vicenda delle intimidazioni del Comandante della Polizia Municipale di Pisa, dott. Massimo Bortoluzzi, contro un gruppo di rom. Ulteriori materiali sulla vicenda sono disponibili all'apposita pagina del nostro sito: http://www.denuncia.africainsieme.net/
Un caro saluto
Sergio Bontempelli, associazione Africa Insieme

 Il link per chi legge da Facebook

La scorsa settimana, al campo rom di Cisanello sotto sgombero, è avvenuto un fatto straordinariamente grave. Il Comandante della Polizia Municipale, dott. Massimo Bortoluzzi, la mattina del 13 Ottobre si è recato di persona al campo, ha rivolto parole ingiuriose e offensive agli attoniti capifamiglia rom, minacciandoli di rivolgersi alla Procura dei minori per sottrarre loro i bambini.

L'Associazione Africa Insieme dispone di una breve registrazione del colloquio intercorso tra i rom e il dott. Bortoluzzi. Le parole di quest'ultimo lasciano poco spazio all'immaginazione: «a me di venì qui [...] mi girano le palle, è chiaro?», «andate dove cazzo volete, ma ve ne dovete andare». Frasi ingiuriose e offensive, rivolte a persone che si rivolgevano al Comandante con cortesia e deferenza: un comportamento inqualificabile, da parte di un funzionario preposto alla tutela dell'ordine.

Non basta. Il Comandante ha invitato i rom a trasferirsi in altri Comuni (nella registrazione si sente dire distintamente «andate in un altro Comune e mi va benissimo... perché non andate a Cascina? Andate a S. Giuliano...»; e ancora: «andate... a Livorno... dove volete...»). Poi, ha annunciato la "linea dura" sui bambini: «perché qui adotteremo la linea dura... ma dura... e l'adotterò attraverso la Procura dei minori nei confronti dei bambini, eh? Ve lo dico subito...».

Il Comandante dovrebbe sapere che sottrarre i bambini alle loro famiglie è un atto estremo, che nel nostro ordinamento è consentito solo in casi molto gravi (quando, cioè, è chiaramente impossibile una loro permanenza nelle famiglie di origine). Oltretutto, la procedura richiede l'intervento di assistenti sociali qualificati e competenti, che assistano i bambini e le famiglie. Il Comandante, però, usa questo argomento come minaccia per far paura: si può immaginare cosa significhi, per una mamma, vedersi portar via il proprio bambino.

La cosa è tanto più grave, perché il Comandante è intervenuto proprio quando era in corso una difficile trattativa tra la nostra associazione e il Comune: pochi giorni prima, si era tenuta una riunione alla Società della Salute per discutere delle politiche in materia di rom e sinti. Il giorno prima dell'intervento del Comandante, personale dei Servizi Sociali aveva visitato il campo per valutare eventuali iniziative di inserimento sociale o abitativo in favore di alcune famiglie. Lo sgombero era stato sospeso, in attesa di ulteriori decisioni da parte della Giunta. Non c'era dunque alcun motivo per un intervento del Comandante della Polizia Municipale, né tantomeno per un intervento così pesante e aggressivo.

L'Associazione Africa Insieme ha scritto al Sindaco per chiedere spiegazioni su questo comportamento. Ci auguriamo che l'iniziativa del dott. Bortoluzzi non sia stata concordata con la Giunta, e che le autorità politiche di questa città prendano gli opportuni provvedimenti.

Associazione Africa Insieme
Pisa
http://www.africainsieme.net

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Di Fabrizio (del 26/10/2010 @ 09:57:09, in scuola, visitato 2704 volte)

clicca sul logo per vedere il filmato

Categoria: Corti della realtà
Durata: 21' 05''
Trasmesso su: Inedita
Ente: Fondazione Scuole civiche di Milano (Scuola di Cinema, Televisione e nuovi media)

Milano è una delle città d’Italia con il più alto numero di rom. Nel corso degli ultimi anni i campi nomadi sono aumentati in maniera esponenziale. In tre scuole del quartiere di Lambrate (quelle di via Feltre, via Cima, via Pini) un esempio di integrazione e solidarietà è venuto alla luce, e ha visto come protagoniste le maestre e le mamme degli studenti. Dal settembre 2008 trentotto bambini che abitavano nel campo rom di via Ribattino, hanno iniziato a frequentare le classi delle elementari. Un percorso complicato, soprattutto nel momento in cui il campo di via Ribattino è stato sgomberato, disperdendo le famiglie e i ragazzi che frequentavano le scuole.

di Emanuele Cucca, Sara Fasullo, Rossella Midili e Francesca Picchi

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Di Fabrizio (del 27/10/2010 @ 09:28:54, in Regole, visitato 1803 volte)

Segnalazione di Franco Marchi

Corriere della Sera - Iniziativa di dieci nomadi del Triboniano. A settembre avevano firmato i «progetti di autonomia abitativa»


MILANO - Dieci rom del campo milanese di via Triboniano hanno presentato un ricorso, in sede civile, contro il sindaco di Milano Letizia Moratti, il prefetto Gian Valerio Lombardi e il ministro dell'Interno Roberto Maroni: chiedono che vengano loro assegnate le case popolari in adempimento a quei «progetti di autonomia abitativa» che in settembre erano stati prima sottoscritti dall'amministrazione comunale e dalla Prefettura e poi «bloccati». Gli avvocati Alberto Guariso e Livio Neri, che hanno presentato il ricorso al Tribunale di Milano, fanno riferimento all'accordo siglato nei mesi scorsi dal Comune e dalla Prefettura, con cui sono state individuate «le famiglie rom destinatarie degli alloggi Aler (di edilizia popolare, ndr)» con «l'assegnazione nominativa a famiglie attualmente residenti nel campo Triboniano», che dovrebbe essere sgomberato nelle prossime settimane. I nomadi nel ricorso chiamano in causa anche il ministro Maroni e in particolare ciò che il ministro dichiarò il 27 settembre scorso: «Nella conferenza stampa - spiegano i legali dei rom - Maroni affermò che i ricorrenti (come gli altri destinatari dei 25 alloggi, individuati da Casa della carità, Ceas e Consorzio Farsi Prossimo) non avrebbero potuto acquisire gli alloggi indicati nei rispettivi progetti, bensì altri, che sarebbero stati reperiti facendo leva "sul gran cuore di Milano"».

«COMPORTAMENTO DISCRIMINATORIO» - A un mese da quelle affermazioni, si legge ancora nel ricorso, i nomadi «non hanno potuto fare ingresso negli alloggi loro assegnati» e il prefetto «non ha più convocato alcun abitante del campo di via Triboniano per la sottoscrizione dei progetti di autonomia». Nel frattempo, spiegano ancora i legali, «amministratori e politici hanno ripetutamente dichiarato alla stampa che ai rom non sarebbe mai stata data alcuna casa popolare». Per questo i nomadi chiedono che il Tribunale accerti e dichiari «il carattere discriminatorio del comportamento tenuto dalle amministrazioni convenute» e ordini «di dare pieno e esatto adempimento» ai progetti di alloggio nelle case popolari, «assumendo ogni necessario provvedimento affinché ai ricorrenti sia consentito prendere possesso degli alloggi stessi e sospendendo, sino alla materiale assegnazione dei predetti alloggi, i provvedimenti di allontanamento o sgombero dal campo nomadi ove i ricorrenti attualmente risiedono; pagando ai ricorrenti gli importi indicati nei progetti e infine garantendo ai "referenti del presidio sociale" che hanno sottoscritto detti progetti il rimborso delle spese necessarie per la ristrutturazione degli alloggi».

«COSE GIUSTE» - Alle dieci famiglie rom è arrivato il sostegno di don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità: «Stanno affermando cose giuste», ha detto il sacerdote. «Mi auguro che questo atto possa sbloccare la situazione. Sono ancora convinto che si possa continuare nel cammino che avevamo iniziato e che mira a sistemare non solo queste, ma anche un altro centinaio di famiglie».
A dicembre scadono i poteri straordinari conferiti dal Governo al Prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi. «Entro quella data bisogna anche destinare tutte le risorse previste per l'accompagnamento sociale, abitativo e lavorativo dei rom - ha aggiunto don Colmegna -. Per questo spero che il ricorso diventi uno stimolo ad accelerare il percorso di superamento dei campi».

Redazione online
25 ottobre 2010

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Di Fabrizio (del 27/10/2010 @ 09:31:43, in conflitti, visitato 1690 volte)

Da Czech_Roma

Le reazioni al verdetto di Vítkov (vedi QUI ndr) e la lunghezza della sentenza non hanno sorpreso. Quanti concordano con quella la trovano giustificata, e quelli che non sono d'accordo si pongono delle domande. Oltre alle legittime opinioni sulla lunghezza della condanna in relazione al crimine in questione, ci sono anche opinioni (soprattutto su internet) che ripetono all'infinito le aperte invenzioni, le bugie e gli stereotipi sulle vittime.

Tali ripetizioni evidentemente aiutano qualcuno ad evitare il doloroso riconoscimento che siamo capaci della peggior sorte di atrocità, inclusa mandare a fuoco un'intera famiglia. Questo vale per tutti quanti, che pur non approvando le atrocità, tentano nei fatti di giustificarle riferendosi alle "malefatte degli zingari" nel loro complesso. Sono guidati a ciò dall'antiziganismo, che nella Repubblica Ceca si basa sulla nostra classica invidia. Durante le loro generalizzazioni, gli antiziganisti spesso spandono bugie e calunnie sui Rom [...]. Amano prendere esempi dai media sui Rom coinvolti in crimini. A loro non importa che anche i non-Rom commettano i medesimi crimini, perché non è il crimine in sé che loro importa - sono gli "zingari". I loro interlocutori in queste discussioni su internet includono, naturalmente, neonazisti, razzisti, e sociopatici incapaci di empatia. E' sintomatico che tutti si riferiscano agli incendiari razzisti come ai "ragazzi di Vítkov".

C'è, tuttavia, un segno di speranza. Persone comuni e ragionevoli hanno iniziato a partecipare a queste discussioni sempre più spesso. Questa gente non si fa prendere dal gioco a chi grida più forte, e dai suoi soliti trucchi, e sembra sentire un bisogno di esprimersi più forte che nel passato.

Tutto ciò sta avvenendo sulla pagina Facebook "Non sono d'accordo con la condanna per i Ragazzi di Vítkov", o durante "eventi" in Facebook come quello chiamato "Nel caso di Vítkov chiediamo la stessa punizione per i genitori di Natálka!"

"I genitori che lasciano bruciare il loro figlio non meritano milioni di corone, ma la prigione". Questa è la richiesta di Petra Ramešová, František Fanz e Bára Pertlová, fondatori dell'evento Facebook intitolato "Nel caso di Vítkov chiediamo la stessa punizione per i genitori di Natálka!" Tutti e tre, e non sono soli, stanno ovviamente commettendo il reato di diffamazione ma, ancora più importante, stanno cinicamente mentendo per parlare male dei Rom e giustificare il tentato assassinio della famiglia rom.

Le testimonianze rese in tribunale dai genitori e dai nonni di Natálka differiscono tra loro in alcuni dettagli, ma ci sono diverse possibili ragioni per questo: la commozione per il fuoco stesso, il fatto che gli eventi accaddero più di un anno fa, ed altre ragioni naturali. In nessuna circostanza la loro testimonianza o quella di chiunque altro ha portato alla conclusione che abbiano "lasciato bruciare la loro bambina". Al contrario, sono stati loro che hanno portato via Natálka dal fuoco. Non ci sono neppure indicazioni, come sostenuto da qualcuno, che durante l'assalto non fossero a casa ma nel pub, o che avessero in casa merce rubata, a cui tenevano più della loro figlia. Tutto ciò è pura diffamazione inventata da chi odia i Rom nel loro complesso. Molti di loro presentano anonimamente le loro opinioni.

Il comportamento di questi antiziganisti, neonazisti e razzisti porta tensioni sociali e violenza come gli incendi ed altri attacchi violenti commessi contro i Rom. Il tentato omicidio di Vítkov è stato solo uno dei tanti. Dal punto di vista dei media, ci ha mostrato solo la cima dell'iceberg della crociata anti-Rom. Dove finirà, nessuno lo sa - e per questo è un bene che i "Ragazzi di Vítkov" siano stati condannati dal sistema giudiziario (la sentenza non ha ancora avuto effetto). Attraverso il tribunale, la società ha fatto sapere che l'antiziganismo, il razzismo e le violenze ad essi collegate sono fenomeni completamente inaccettabili.

František Kostlán, translated by Gwendolyn Albert

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Di Fabrizio (del 27/10/2010 @ 13:12:41, in Italia, visitato 1872 volte)

Rom a Milano: per risolvere i problemi occorre la forza della ragione non la propaganda

Da settimane stiamo assistendo a Milano a uno spettacolo poco edificante sulla vicenda del campo rom di via Triboniano, campo regolare che in passato era stato indicato spesso come "modello".
Ora si dice che quel campo va abbattuto per un problema di viabilità dell'Expo. Si è così aperto un confronto che ha definito una varietà di strumenti per dare un'alternativa agli sfollati, tra i quali l'assegnazione di alcuni alloggi pubblici non abitabili e da ristrutturare con i soldi del "fondo Maroni", da affidarsi al privato sociale che li assegnerà alle famiglie interessate.

Una soluzione, pur parziale, di buon senso si era dunque profilata. Se non fosse che la Lega, con una posizione ideologica e propagandistica, ha bloccato l'Amministrazione Comunale, la quale invece si era già impegnata con le famiglie rom e le organizzazioni del terzo settore , firmando accordi per l'assegnazione degli alloggi.

Questa situazione di blocco − a nostro avviso irresponsabile − sta però generando un clima di insicurezza sul futuro di molte famiglie, che a oggi non hanno nessuna prospettiva al di fuori del più volte annunciato sgombero del campo di Triboniano. La situazione è senz'altro aggravata dal fatto che sono diversi i campi regolari che l'amministrazione ha dichiarato di voler chiudere in tempi brevi.

Crediamo che questi prossimi giorni debbano vedere l'Amministrazione Comunale produrre proposte alternative al campo per tutte le famiglie regolarmente residenti, e chiediamo che si eviti in tutti i modi il ricorso alla forza, che sarebbe ingiustificato e intollerabile.

Con questo presidio chiediamo a tutti i cittadini, oltre che alle forze politiche e sociali, di mandare un segnale chiaro all'Amministrazione Comunale: si usi la ragione per risolvere i problemi e si abbandoni la disumana politica degli sgomberi senza soluzioni alternative. Non può passare sotto silenzio l'importante risoluzione che il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa ha preso il 21 ottobre 2010 (CM/ResChS(2010)8) all'unanimità contro l'Italia, richiamando con forza lo stato italiano, a tutti i livelli, a garantire anche per i rom i diritti all'abitazione sanciti nella Carta Sociale Europea.

La Camera del Lavoro di Milano, Arci Milano, Gruppo Abele Milano, Associazione Rom e Sinti insieme, Aven Amentza, UPRE Roma

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Di Fabrizio (del 28/10/2010 @ 09:32:32, in Italia, visitato 2096 volte)

Il Post 26 OTTOBRE 2010 di Stefano Nazzi

Oggi il quotidiano free press Leggo, edizione di Milano, titola: "Gli zingari denunciano Maroni". Così, proprio così. E poi, "La Lega insorge: «Ingrati»". Attendiamo titoli del tipo: "I negri ora pretendono un lavoro". Ma poi, ingrati perché? De che?

Vabbé, così va il giornalismo (ANCHE il giornalismo) da queste parti. Ma parliamo del merito. Dieci famiglie nomadi del campo di via Triboniano hanno denunciato il sindaco, il prefetto e il ministro perché prima si erano visti assegnare le case popolari previste dai "progetti di autonomia abitativa" e poi se le sono viste negare perché altrimenti si penalizzerebbero i milanesi. Facile pensare che siano state le pressioni della base della Lega a provocare il dietrofront. È ovvio che le famiglie che avrebbero dovuto avere le case popolari sono famiglie di persone che lavorano, con figli che vanno a scuola. Gente che tra poco resterà letteralmente senza un tetto perché il campo di via Triboniano sarà sgomberato. In pratica il comune dice: «Vi tiriamo giù il posto dove vivete adesso, non vi diamo altra soluzione. Cazzi vostri». Romano La Russa dice: «Non ci faremo intimidire dalle denunce di quattro rom o dalle predicozze fintomoraliste di don Colmegna». Ecco, predicozze fintomoraliste. Don Colmegna, già direttore della Caritas ambrosiana e della Città della Carità voluta dal cardinale Martini, è uno che per Milano ha speso ogni energia della sua vita. Magari un po’ di rispetto ci vorrebbe persino da Romano la Russa. Matteo Salvini, della Lega, ha detto: «Una risata li seppellirà, anche se qualche giudice buontempone che li ascolti, magari amico di don Colmegna, lo trovano pure. Avanti con gli sgomberi, magari li aiuterà Gianfranco Fini». Vabbé, che dire?

Mi ricordo un servizio che trasmise il telegiornale, lo trovate su Youtube oppure qui sotto. È datato 14 maggio 1991, si vede l’allora sindaco socialista di Milano Paolo Pillitteri che litiga con un gruppo di tranvieri (immagino leghisti, ma potrei sbagliarmi) che vogliono lo sgombero di un insediamento di extracomunitari. Pillitteri litiga e urla: «Siete fascisti. Fascisti e razzisti». Ora, io tutto avrei pensato ma mai e poi mai che avrei rimpianto Paolo Pillitteri. E anche Tognoli, Borghini, figuriamoci Iso. A rimpiangere Albertini non ci sono ancora arrivato ma mi sa che tra un po’…

 il link per chi legge da Facebook

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Di Sucar Drom (del 28/10/2010 @ 09:36:50, in blog, visitato 2009 volte)

Roma, il 1° meeting della cultura romanì "Molti giudicano, pochi conoscono"
Il 25 e 26 Ottobre a Roma in Via Cavriglia n. 8 presso la sala convegno della Parrocchia S. Flumenzio dalle ore 10.00 alle ore 19.00 la Federazione Romanì e le associazioni aderenti con la ...

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Gentile Isabella Bossi Fedrigotti, da pochi giorni è iniziato il corso di lingua italiana organizzato da mamme e papà di una scuola del quartiere intorno a Rubattino e da un'idea nata dopo l'ultimo sgombero...

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