Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 11/12/2009 @ 09:40:40, in Europa, visitato 1635 volte)

Dear all,

My name is Ela Veresiu. I am PhD student at Witten/Herdecke University in Witten Germany. I am studying city-life in large/global cities and how different people from different ethnicities live together. This study was my idea and is independent from the university. The starting point for my work is the Roma community in Italy and in Europe. I am very interested in hearing stories about every day life of members of the Roma community. If it is not too much trouble, I was wondering if you would be interested in talking with me or if you could put me in contact with anyone associated with the http://www.sivola.net/dblog/ who would be interested in sharing their stories with me. I am really interested in talking about everyday activities, such as cooking, working, shopping. If you have time and are interested, a conversation over skype or the telephone would be very much appreciated.

This is a link to my website for more information on my work: http://www.roma-consumers.com/ .

Thank you very much in advance for your help.

Sincerely,

Ela Veresiu

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Di Fabrizio (del 12/12/2009 @ 00:48:46, in musica e parole, visitato 1778 volte)

Mi scuso per il ritardo della segnalazione, il concerto è stasera alle 20.00



Porrajmos nel linguaggio Rom significa “divoramento” e indica la persecuzione e lo sterminio che il Terzo Reich attuò durante la Seconda Guerra Mondiale uccidendo oltre 500 mila esseri umani. Nel 1936, alla vigilia dei giochi olimpici di Berlino, Hitler decide che la città deve essere ripulita. La politica razzista dei nazisti porta alla costruzione di un campo di concentramento a Marzahn, dove vengono internati centinaia di Rom e Sinti.

La persecuzione di Rom e Sinti è l’unica, unitamente a quella ebraica, a essere dettata da motivazioni pseudo-razziali, ma la tragedia delle popolazioni sinte e rom non si conclude con la fine della Guerra: la Repubblica Federale Tedesca infatti, riconoscerà la loro persecuzione molto tempo dopo, concedendo i risarcimenti con grandissimo ritardo.

Francesco Lotoro ha cercato di ricostruire un importante tassello della letteratura concentrazionaria aggiungendo all’opera da lui curata, l’Enciclopedia discografica KZ Musik pubblicata dalla Musikstrasse di Roma giunta al dodicesimo CD-volume, l’intero corpus musicale creato da Sinti e Rom nei campi di sterminio durante il Secondo Conflitto Mondiale. Il risultato di questa prestigiosa opera di ricostruzione sarà presentato sabato 12 dicembre all’Auditorium dell’Assunta a Trinitapoli alle ore 20. ‘Prendi un violino e suona’ è il titolo dato alla conferenza concerto alla quale prenderanno parte oltre allo stesso Lotoro, l’assessore al Mediterraneo della Regione Puglia, Silvia Godelli, il Sindaco di Trinitapoli Ruggero Di Gennaro, il Commissario straordinario di Margherita di Savoia Rachele Gandolfo, il Dirigente scolastico della Scuola Media Giuseppe Garibaldi di Trinitapoli Anna Maria Trufini, il musicista Rom slovacco Milan Godla.

Il programma del concerto comprende canti creati a Belzec, Auschwitz, Chelmno e nei campi di lavoro forzati aperti dai nazisti in Slovacchia.

“Il lavoro di recupero della musica creata dal popolo Romanì nei Lager è stato molto più complesso di altre parallele produzioni concentrazionarie. Ciò perché trattasi prevalentemente di musica trasmessa oralmente e conservata pressoché intatta nella loro vita quotidiana e nella memoria collettiva.” Spiega il professor Lotoro. “Molti di questi canti arrivano a noi attraverso diversi modi di esecuzione che variano (a volte anche in modo significativo) da villaggio a villaggio. Per esempio, Andr’oda taboris cantato a Dhlè Stràze ha piccole differenze rispetto a quello cantato a Zehra, anche se il testo coincide”.

Da quanto tempo lavora a questo progetto di recupero della musica dei Rom e dei Sinti nei lager?
Lavoro a questo particolare filone delle mie ricerche da circa 10 anni; ho dovuto attendere la pubblicazione del dodicesimo volume dell’Enciclopedia KZ Musik per dedicarmi con particolare attenzione negli ultimi 12 mesi alla musica di Rom e Sinti nei lager nazisti, convogliando qui in Puglia alcuni tra i più validi strumentisti del repertorio Rom come Milan Godla, Marian Serba e Ion Stanescu, noleggiare ottimi strumenti musicali adatti a tale repertorio come un grande cimbalom, il tarogato (un particolare clarinetto a forma conica) e una gamma enorme di flauti e recorders.

Quale è la particolarità di questa musica?
Trovo questa musica molto più “permeabile” della situazione umana nei campo. Mi spiego; tenendo sempre presente la diversa tipologia dei campi (internamento, transito, concentramento) e lo stato di cattività più o meno flessibile (ebrei, detenuti politici, polacchi, civili o militari), la produzione musicale degli Ebrei a Theresienstadt, dei polacchi ad Auschwitz e Mauthausen, dei frati benedettini e francescani a Dachau (giusto per fare alcuni esempi) è sempre “filtrata” dal gusto mitteleuropeo dell’epoca, dall’attenzione alla partitura, scritta meticolosamente anche su supporti fragili (carta-musica sporca, carta igienica incollata a strati), dalla giusta strumentazione. .Nella produzione Romanì, invece, il campo “entra tutto” nella musica, il dolore si fa musicalmente più intenso senza mediazione; la musica sembra essere l’espressione più autentica dello stato di abbandono che hanno particolarmente sofferto i Rom nei campi.

Come dire, la musica di Sinti, Roma, Kalè e di altre famiglie del popolo romanes è immediata, colpisce di primo acchito, non si fa andare a cercare; e va suonata lasciando il musicista e il cantante, in un certo senso, liberi di esprimersi, ricavare l’improvvisazione del momento. Non possiamo neanche immaginare quanta musica dei Rom abbia respirato, fianco a fianco, con quella ebraica.

Nei giorni più tristi non solo per l’Europa ma per l’intera civiltà umana, Ebrei e Rom hanno cantato e suonato l’ultima musica prima che la peggior sorte si accanisse su questi due popoli dando origine alla catastrofe (la Shoah) e al divoramento (il Porrajmos).

Lucilla Efrati

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Di Fabrizio (del 12/12/2009 @ 09:03:04, in Italia, visitato 1743 volte)

Segnalazione di Marco Brazzoduro

Di “Rivoluzione Copernicana” aveva parlato lo scorso agosto il Sindaco Alemanno, preannunciando un nuovo approccio della Giunta Capitolina alla questione nomadi. Un approccio “all’insegna della stretta identità tra legalità e solidarietà, tra sicurezza ed integrazione” furono le parole del Primo Cittadino. In attesa dell’imminente chiusura di oltre 80 campi abusivi e di altri 9 definiti “tollerati”, la condizione del campo autorizzato della Cesarina è, questo sì, intollerabile. Nonostante il Comune paghi profumatamente l’affitto del fazzoletto di terra, oltre ad una quota per ogni abitante, l’erogazione di servizi e utenze basilari per delle roulotte che ospitano famiglie sono demandate alla discrezionalità del proprietario del campo. L’impianto elettrico consente il funzionamento delle sole lampadine: basta un asciugacapelli per far saltare il contatore. Nella malaugurata ipotesi in cui ciò avvenga, il proprietario del campo priva gli abitanti della luce per ben tre giorni, a scopo punitivo. Facilmente comprensibili le difficoltà a gestire una quotidianità che prevede l’accudimento di neonati disponendo di acqua calda (anche per le docce) per sole 3 ore al giorno, in assenza di elettrodomestici e frigoriferi, usufruendo di bagni predisposti in un unico spazio aperto, riscaldando le fatiscenti roulotte con precarie stufe a gas (con il rischio di sovraccarico e di conseguante stacco della luce per i successivi 3 giorni). Il tutto, si ribadisce, dietro lauto compenso. Riteniamo doveroso informare che ogni nucleo familiare (sono meno di 50 quelli oggi ospitati nel campo della Cesarina) paga una sorta di pizzo al proprietario pari a 50 euro mensili, ovviamente senza ricevuta, senza specificare a che titolo vengano pretesi questi soldi. Per le utenze?! Gli abitanti del campo non possono ricevere visite di familiari ed amici senza l’autorizzazione del proprietario. In assenza di un regolamento scritto, l’ingresso di visitatori esterni è concesso a sua discrezione e solo in rarissimi casi. Fino a poco tempo fa due pulmini accompagnavano i bambini del campo a scuola (sono quasi tutti scolarizzati). Attualmente il servizio è stato ridotto ad un solo pulmino, che sembra destinato a scomparire con il prossimo anno scolastico, in barba alla tanto citata aggregazione.

In fiduciosa attesa della promessa “Rivoluzione Copernicana”,
SI CHIEDE
AL SINDACO DI ROMA
Di consentire agli abitanti del campo nomadi della Cesarina di mantenere intatta la precaria rete sociale tessuta con la città circostante. Tra mille difficoltà, adulti in cerca di lavoro e bambini in una scuola che insegna un mondo nuovo sfidano ogni giorno l’ignoranza ed il pregiudizio, conquistando una dignità che qualcuno si arroga il diritto di negare. Spostare il campo Nomadi della Cesarina significa vanificare questi sforzi, creando solo disagi e sofferenza.

di farsi carico responsabilmente delle condizioni di vita di coloro che ospitano un campo riconosciuto dal Piano Nomadi. Che alla fermezza della Giunta, che con la sua scure taglia gli insediamenti “non tollerati”, corrisponda la giustezza di alloggi dignitosi e atti ad ospitare donne, bambini ed anziani.

firma la petizione

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Di Fabrizio (del 12/12/2009 @ 09:26:19, in Europa, visitato 1979 volte)

Draganesti Olt da CITYROM Una ricerca per la soluzione dei problemi abitativi delle popolazioni emarginate

«Hanno costruito tutte queste case dall’Italia. Hanno fatto i soldi in Italia. Anch’io ho comprato la casa». Maria abita a Draganesti, un paese di dodicimila abitanti nella regione dell’Oltenia, in Romania. Ha cinquanta anni, tre figli e sette nipoti ed è separata dal marito. Coi soldi che ha guadagnato in Italia ha comperato una casa per il figlio maggiore. È costata undicimila euro. «Ho lavorato da una donna: lavavo, stiravo – dice in un buon italiano –. Ho fatto anche la badante. Abitavo nella baracca. Mio figlio Michele quando siamo arrivati aveva sette anni, è andato scuola per quattro anni. Una famiglia italiana mi aiutava. Lo portavano in macchina a scuola e lo andavano a prendere. Dormiva da loro tutta la settimana e la domenica mattina lo riportavano in baracca. Ma i nostri parenti erano invidiosi e hanno detto che quelli si approfittavano del bambino. Continuavano a dirlo e allora ho denunciato la famiglia italiana. Ma poi ho ritirato la denuncia e abbiamo fatto pace. Sono tornata qui perché sono ammalata. Depressione. Mio marito mi ha mandato via e vivo da mio figlio maggiore. L’Italia mi ha distrutto. Tante famiglie sono diventate ricche e tante si sono rovinate. Solo chi ruba e fa cose brutte ha la casa grande, ha tutto…».

Ogni tanto Maria torna in Italia. Resta a Milano un mese dormendo in una baracca in un campo abusivo. Con l’elemosina guadagna circa trecento euro. Porta i soldi a casa e quando finiscono riparte. È quello che fa la maggior parte dei milletrecento rom che vivono a Draganesti (più del dieci per cento della popolazione del paese). Viaggiano con un piccolo bus guidato da uno degli abitanti, che per cinquanta euro assicura il collegamento con Milano e trasporta anche pacchi e lettere. Qualcuno ha ottenuto un container nel campo comunale di via Triboniano ma in genere i rom di Draganesti a Milano abitano nelle “baracchine”, insediamenti abusivi che costituiscono una sorta di doppio milanese del loro villaggio romeno. Sono loro che per anni hanno resistito a una serie di sgomberi sotto il ponte di Bacula, nel quartiere della Bovisa, alla periferia nord di Milano, ricostruendo ogni volta le baracchine. Dopo l’ultimo sgombero e la messa in sicurezza dell’area da parte del comune, si sono trasferiti in una zona abbandonata nel quartiere Lambrate.
Flora è tornata a Draganesti dopo l’ultimo sgombero, il marito è rimasto a Milano. «Vasile chiede l’elemosina e poi mi manda i soldi. Li porta qui un amico con la macchina. Io sto qui perchè i bambini vanno a scuola. Per ognuno di loro il governo mi dà un sussidio di circa dieci euro al mese. Una volta sola li ho portati per due mesi in Italia». A Milano Flora viveva col marito in una baracca sotto il cavalcavia Bacula, costruita da loro stessi con assi di legno recuperate dai cantieri e teloni di pvc. Misurava due metri per tre e c’era spazio per un materasso e una stufa a legna. Si affacciava in uno spiazzo tra le baracche dove gli abitanti del villaggio si riunivano per chiacchierare, cucinare sulla griglia e mangiare insieme. A Draganesti Flora vive lungo la strada che conduce al centro del paese, sui cui lati sorgono case monofamiliari abitate da cittadini di etnia rom e non solo. Alcune sono piccole, costituite da un’unica stanza fatta di mattoni di terra a vista. Altre sono più grandi, con i tetti decorati con lamiera intagliata e un corridoio d’ingresso illuminato da ampie finestre. Altre ancora sono nuove o in costruzione, molto più grandi, dai colori vivacissimi, con torri, archi e cortili chiusi da cancellate. A Draganesti non ci sono fogne e i servizi per la maggior parte sono costituiti da una baracca in un angolo del cortile. Pochissime case hanno l’acqua corrente mentre la maggior parte ha il pozzo in cortile.

La casa di Flora è stata dipinta recentemente di un arancione molto acceso e ha gli infissi bianchi. «L’abbiamo ampliata due anni fa, con i soldi dell’elemosina. Abbiamo unito le due vecchie stanze e ne abbiamo aggiunto un’altra», racconta. La cucina è un piccolo edificio giallo indipendente, situato nell’ampio cortile pavimentato. Sul retro si trovano un recinto con polli e oche e la baracca di legno della latrina. Le stanze sono accoglienti, ciascuna con un grande letto-sofà e tappeti colorati alle pareti. La stanza più grande è riscaldata da un’antica stufa a legna in ceramica.
Poco lontano dalla casa di Flora abita Monica. Anche a Milano, sotto il cavalcavia, Flora e Monica erano vicine di casa. Monica ha diciannove anni ed è tornata da poco in Romania per partorire. Il bambino, nato otto giorni fa, l’ha chiamato Armani. Il padre del bimbo e il cognato di Monica sono ancora a Milano. Monica abita con il padre, la madre, il fratello di sedici anni e la sorellina di sette in una casetta fatiscente che confina col cortile di una delle case più grandi e vistose del paese. Anche questa appartiene a loro, l’ha costruita il padre di Monica. Ma la casa è quasi vuota. Le sei ampie stanze hanno l’aspetto intatto, così come il bagno piastrellato con vasca e doccia. Una stanza funziona da guardaroba ed è piena di abiti tradizionali femminili. «Non posso dormire nella casa nuova – dice la mamma di Monica –, non sono abituata. Non so quando ci andremo. Adesso viviamo tutti insieme nella casa piccola».

Luciano ha ventiquattro anni. Lui una casa non ce l’ha. Abita dalla sorella che al momento è a Milano. Fino a un mese fa anche lui era in Italia, con la moglie e il figlio che ora ha un anno e mezzo. Era in regola, con la carta d’identità italiana. «A Milano – dice – lavoravo per una ditta di materassi. Ho anche il fatto il muratore. Ho distribuito volantini. Tre anni di lavoro e sono riuscito a comprare solo un pezzo di terreno. È costato quattromila euro. Voglio costruirci la casa. La faccio con la terra perché non ho i soldi per i mattoni. Il terreno è largo sette metri e lungo cento, ci voglio coltivare la verza, il pomodoro… Qui lavoro per una famiglia rom, faccio trasporti con il loro carretto a cavallo. Mi danno venti euro al mese. Anche mia moglie lavora due o tre ore al giorno in casa loro. Ci sono anche i rom ricchi a Draganesti. C’è il più ricco della Romania che ha quindici case, tutte uguali. Negli anni Novanta è stato in Italia, in Germania, ha girato tutta l’Europa. Non si sa che lavoro fa, non si può chiederglielo… Dall’Italia sono andato via perchè gli assistenti sociali hanno preso mio figlio. Hanno detto che io e mia moglie facevamo accattonaggio. Allora ho preso mio figlio e sono andato via. In Italia non torno senza un lavoro».

Luciano a Draganesti sembra un’eccezione. Le scenografiche case di chi torna dall’Italia con i soldi spiccano nel paesaggio agricolo depresso dell’Oltenia e costituiscono un miraggio a cui è difficile resistere. I rom di Draganesti vanno avanti e indietro da Milano a caccia di soldi, da ottenere con il lavoro, l’accattonaggio o le attività illecite. D’altronde a Draganesti il lavoro non c’è e quel poco è pagato malissimo. Un operaio in fabbrica guadagna duecento euro e in questa zona la fabbrica è una sola. Produce vestiti e vi lavorano duecento donne. Solo tre sono rom. (sp/…)

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Di Fabrizio (del 13/12/2009 @ 09:23:40, in conflitti, visitato 1708 volte)

Segnalazione di Tommaso Vitale

11/12/2009 - L'INTERNAMENTO DEI ROM E DEI SINTI IN ITALIA DAL '40 AL '43 Mercoledì alle 11 Convegno alla Sala del Mappamondo. Introduce Lupi. Diretta webtv

In occasione del settantunesimo anniversario della promulgazione delle leggi antiebraiche e razziali, mercoledì 16 dicembre alle 11, presso la Sala del Mappamondo di Palazzo Montecitorio, si terrà il convegno "L'internamento dei Rom e dei Sinti in Italia dal '40 al '43". Aprirà i lavori, il Vicepresidente della Camera dei deputati, Maurizio Lupi. Seguiranno gli interventi di Nazzareno Guarnieri, Presidente della Federazione Romanì, Radames Gabrielli, Presidente della Federazione Rom e Sinti Insieme, Luca Bravi, Professore presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Firenze. Durante l'iniziativa, sono inoltre previste, una testimonianza di Malena Halilovic, giovane ragazza rom, la proiezione di un video e la lettura della poesia "Deportazione", del sinto Vittorio Mayer Pasquale. L'evento sarà trasmesso in diretta sulla webtv di Montecitorio.

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Di Sucar Drom (del 13/12/2009 @ 09:52:26, in blog, visitato 1686 volte)

Venezia, consegnate alle famiglie sinte le nuove abitazioni
L’altra notte sono bastati 38 minuti per il trasloco delle famiglie sinte veneziane nel nuovo Villaggio di via Vallenari. Lo ha reso noto il comandante generale della Polizia municipale di Venezia, Marco Agostini, rispondendo alle domande de...

Torino, Rom Città Aperta
Si rinnova la collaborazione del Sottodiciotto con il Centro Nazionale di Documentazione e Analisi per l’Infanzia e l’Adolescenza (CNDA), il più importante osservatorio italiano sul mondo dei minori, attraverso l’iniziativa “...

Roma, Casilino 900: festa d’addio al campo nomadi
Si avvia a conclusione la storia quarantennale del campo rom Casilino 900, che dovrebbe essere sgomberato nel prossimo mese di gennaio, per «celebrarla» gli abitanti dell’insediamento propongono...

Milano, De Corato: “c'è un solo verbo per riassumere la politica del Comune di Milano nei confronti dei rom: sgomberare”
“C'è un solo verbo per riassumere la politica del Comune di Milano nei confronti dei rom: sgomberare”. Il vice-sindaco Riccardo De Corato, poco incline alla mediazione o al fair play, contattato telefonicamente da Peacereporter sulla questione dei rom, perde il controllo. Non usa mezzi termini il braccio...

Schio (VI), una casa per due anziane sinte? No della Lega Nord che è pronta ad occupare lo stabile
Un edificio fatiscente da ristrutturare per insediarvi una coppia di anziane sinte con residenza a Schio. L'ipotesi è nell'aria, si parla di 100 mila euro a bilancio e la Lega minaccia una dura battaglia, sino all'occupazione, se necessario. Lo stabile in oggetto era già sta...

Napoli, il tribunale: la giovane Angelica? Stia in cella perché è Rom
Fanno discutere le motivazioni con cui il Tribunale per i minorenni ha respinto la richiesta di scarcerare Angelica V., la giovanissima rom condannata per il tentato rapimento della bambina di Ponticelli avvenuto nell’estate del 2008. Angelica — condannata in primo grado e in appello — è i...

Mantova, rintracciateci all’evento “Discriminazione In-Forma”
Rintracciateci a Mantova all’evento “Discriminazione In-Forma”, giovedì 3 dicembre 2009, alle ore 18.00, presso la Libreria Feltrinelli, in Corso Umberto I n.56. Lo Sportello Antidiscriminazioni di “Articolo 3” esplora il tema della corretta informazione come mezzo per il ricono...

Milano, il Cardinale Tettamanzi critica la politica degli sgomberi contro i Rom
Dallo sgombero delle famiglie rom di Rubattino al rischio di infiltrazioni mafiose nei cantieri delle grandi opere, dalla crisi economica all'Expo, dall'abuso di alcol e droga alla questione del crocifisso nelle scuole: sono molti i temi di scottante attual...

Milano, la Padania attacca Tettamanzi: "Ma è un vescovo o un imam?"
"Onorevole Tettamanzi", titolava a tutta pagina la Padania di ieri. Nell'articolo, un affondo ancora più pesante: "Cardinale o imam? Se lo chiedono in molti. Tettamanzi la città la vive poco". L'attacco del quotidiano della Lega all'arcivescovo di Milano arriva a freddo, due gi...

Milano, la politica reagisce con imbarazzo all'appello del Cardinale Tettamanzi
L’unico che non glissa è Riccardo De Corato. «All’arcivescovo — dice il vice sindaco — tocca la cura delle anime e quando si esprime su argomenti come la solidarietà, l’uguaglianza, la giustizia, il perdono, parla ex cathedra. I suoi richiami sono sempre degni di grande attenzione. Ma altra cosa ...

Milano, le reazioni politiche agli attacchi contro il Cardinale Tettamanzi
"I fustigatori, i tronisti e i Torquemada sono arrivati come un orologio (e un referendum) svizzero. Non sono piaciute le critiche del cardinale Tettamanzi alla recente raffica di sgomberi che ha messo sulla strada 250 rom di un accampamento abusivo alla ...

Milano, Napolitano e Bertone chiedono rispetto per l’Arcivescovo Tettamanzi
"Raccomando rispetto e verità per il cardinale di Milano, un grande pastore della Chiesa che dona la vita per il suo popolo". Così il segretario di Stato vaticano, cardinal Tarcisio Bertone, difende l'arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, o...

Quelle simmetrie polemiche, quella via segnata nella Costituzione
I recenti attacchi al cardinal Tettamanzi, paragonato a un «imam» dalla "Padania" e criticato da alcuni ministri leghisti, ricordano, a chi non abbia la memoria troppo corta, bordate analoghe lanciate, undici mesi fa, dalla presidente del Piemonte, Mercedes Bresso (Pd) al cardinal Poletto, il qu...

Giornata mondiale dei Diritti Umani
Il 10 dicembre, la giornata internazionale dei diritti umani , promossa dall'ONU, è dedicata alla "non discriminazione". Molte violazioni sono fondate, secondo l'ONU, appunto sulla discriminazione, il razzismo e sull'esclusione per motivi di caratte...

Pescara, Guarnieri: necessaria integrazione culturale dei Rom
"I conflitti con i rom presenti a Pescara e provincia stanno raggiungendo livelli ingiustificabili ed eccessivamente pericolosi per il futuro". E' il grido di allarme lanciato oggi a Pescara dalla Federazion...

Schio (VI), una casa per due anziane sinte? Dopo la Lega Nord anche il PD dice no
Le signore Adriana e Nicoletta (in foto) sono tornate a Schio e stazionano con le loro due roulotte dalle parti del convento dei Cappuccini, dove hanno ottenuto residenza. Cercano casa con l'appoggio di molti scledensi (90 firmatari...

Milano, arrivano i soldi per gli "alleggerimenti" mentre la società civile si mobilita
La risposta della città e delle istituzioni alla presenza dei Rom «non può essere l’azione di forza, senza alternative e prospettive, senza finalità costruttive». Le parole del Cardinale Dionigi Tettamanzi venerdì scorso hanno sollevato un’aspra polemica. Oggi il Ministro all’Interno, Rober...

Venezia, iniziano i lavori per l'energia elettrica mentre la Lega Nord annuncia una petizione
Un tratto di via Vallenari viene chiuso al transito dei veicoli per una settimana per i lavori di allacciamento alla rete elettrica del villaggio per i Sinti veneziani. Lo prevede una ordinanza della Municipalità di Mestre Centro che autorizza la ditta V...

I sogni dei bambini messi in banca sul web
Arriva una mappa del mondo attraverso i sogni dei bambini. Un giro del globo in trecento notti, in trecento pensieri più reali del vero, raccontati da chi non ha ancora dieci anni e un'immaginazione scapigliata che in un grattacielo della periferia romana o in una capanna del Senegal rend...

Milano, leggere Tettamanzi prima di criticarlo
Il discorso alla città di Milano tenuto dal cardinale Dionigi Tettamanzi alla vigilia di Sant'Ambrogio ha suscitato, quest'anno, un vespaio di polemiche che non è facile placare. Sono note (e prevedibili) soprattutto le reazioni di parte leghista, anche se alcuni esponenti del Carrocci...

Cosenza, premiato l'artista Bruno Morelli
Il 29 ottobre al Teatro Rendano l’artista Bruno Morelli ha ricevuto a il Premio Carical per la Cultura Mediterranea istituito dalla Fondazione CARICAL. L’importante premio è stato assegnato a Bruno Morelli nell’ambito della sezione creatività. L’Istituto di Cultura Sinta si complimenta con Fo...

Emergenza civiltà
Qualche sera fa sono stato invitato a introdurre un libro di pedagogia interculturale. L’incontro procedeva senza grossi scossoni e la platea applaudiva e annuiva soddisfatta alle tesi espresse. Verso la fine della serata ho chiesto all’autrice di parlarci di un paragrafo del suo libro ...

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Di Fabrizio (del 14/12/2009 @ 17:40:08, in Italia, visitato 1691 volte)

Venerdì 18 dicembre, dalle 17.00 alle 21.00, in via Frisi 6 a Milano

Vendita straordinaria dei lavori del Laboratorio di cucito del Campo Rom di Rho!

Se dovete prendere ancora qualche pensierino, è l'occasione giusta:
Cristina vi aspetta con i lavori di cucito delle ragazze del campo di via Sesia di Rho

Dopo il successo alla Grande festa balcanica, ci sono ancora:
- gonne
- sacchetti lavanda x cassetti
- sacchetti anticervicale
- grembiuli
- portatorte
- borse!

Fate un doppio regalo: a chi volete voi e alle alle nostre ragazze!

Inoltrate e condividete!
GRAZIE!

Anche su Facebook

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Di Fabrizio (del 15/12/2009 @ 09:17:33, in casa, visitato 1876 volte)

Da Czech_Roma

Kobylé nad Vidnavkou, 12.12.2009, 16:04, (ROMEA/Šumperský a jesenický deník) - I Rom di Kobylé nad Vidnavkou stanno riparando un edificio residenziale in rovina, con l'assistenza del consiglio comunale e della Società dei Rom di Moravia (Společenství Romů na Moravě). Da 35 anni l'edificio non aveva acqua corrente. Le donne andavano a prendere l'acqua al fiume, o più recentemente ad un pozzo riaperto, che in precedenza era adoperato come discarica. Riporta il giornale Šumperský a jesenický deník che i residenti in passato avevano rivenduto l'impianto idraulico.

Gli uomini che vivono lì, ora passano il tempo libero tra mattoni, malta e tubature. "Per noi è un gran cambiamento. Soprattutto per i bambini. Ci saranno acqua corrente ed i servizi," riporta il giornale le parole di Anna Oračková. Le donne che lì vivono dovevano trasportare diversi secchi d'acqua ogni giorno ed erano a rischio continuo di epidemie.

La ricostruzione è il risultato della gran mole di lavoro del consiglio cittadino e degli operatori sociali della Società dei Rom di Moravia. Un anno fa, la famiglia Goga, proprietaria dell'edificio, persero un membro della famiglia in un incidente stradale. Quando Milena Kamená, sindaca (indipendente) di Kobylé nad Vidnavkou, venne coinvolta nella questione dell'eredità, suggerì di portare le medievali condizioni di vita all'epoca moderna.

"Ho detto che sarebbe stata la loro prima ed ultima possibilità di migliorare la proprietà, ed ho chiesto se volevano spendere una parte del denaro per riparare l'edificio. È triste che la morte del padre della famiglia sia la fonte di questa inaspettata possibilità, ma hanno avuto l'opportunità di ristrutturare," ha detto la sindaco al giornale.

La vedova ed i figli del defunto spenderanno 200.000 CZK per le riparazioni, una pari cifra è stata donata alla famiglia da un'associazione civica che vuole rimanere anonima. "Sono stato il primo ad essere d'accordo. Approvo di spendere il denaro per le riparazioni. Ci siamo incaricati noi dei lavori," dice orgogliosamente Gustav Goga.

"E' stata un'idea eccellente. Il nostro intento era di portarvi l'acqua corrente. Sono contento che siano stati trovati i fondi," ha detto a Deník Rudolf Dubovan, della Società dei Rom di Moravia.

Dubovan sta aiutando le famiglie a trasformare la costruzione in una residenza adeguata. "L'acqua è già collegata. Ci saranno due bagni, uno al pianterreno e l'altro al primo piano," ha detto Dubovan. Il forno per il pane è stato rimosso per potere costruire un bagno. Sarà anche spostato lo scarico del bagno precedente, dove veniva fatta scorrere l'acqua raccolta esternamente. "Costruiremo una pergola. Ci sarà un altro scarico corrente. Costruiremo anche un camino, così non ci sarà rischio di incendi ed installeremo nuovi pavimenti. Cos'altro? Vedremo cosa possono permettersi."

L'edificio, posto vicino alla ferrovia, ospitava due famiglie. Dopo che i primi occupanti se ne andarono, i Rom occuparono l'edificio e gradualmente lo svuotarono di ogni suppellettile di valore. Lo stato, che in origine ne deteneva la proprietà, la vendette infine alla famiglia Goga al prezzo simbolico di una corona. L'operatore sul campo Rudolf Dubovan ha lavorato negli ultimi due anni con le famiglie che vivono lì. L'allacciamento dell'acqua è il più grande successo della loro collaborazione.

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Di Fabrizio (del 16/12/2009 @ 09:21:53, in Italia, visitato 1678 volte)

Libero News

Bologna, 14 dic. - (Adnkronos) - "Da alcune settimane e' entrato in funzione il piano freddo, l'iniziativa del Comune che ha permesso di trovare un ricovero notturno a tutti i fissi senza dimora bolognesi, e i cui primi risultati sono positivi". E' quanto spiega l'assessore ai Servizi Sociali del Comune di Bologna, Luisa Lazzaroni, nel giorno della prima nevicata della stagione che stamattina ha imbiancato il capoluogo emiliano con un sottile strato candido. "Nessuno deve dormire in strada o in situazioni di fortuna da cui, come avvenuto in passato, possono scaturire drammi" prosegue Lazzaroni che sottolinea come, oltre al piano antifreddo, il Comune abbia gia' deciso di "affiancare due provvedimenti straordinari".

"Il primo - specifica l'assessore - riguarda un'attivita' di controllo nei campi nomadi e nelle strade di Bologna affinche' nessuna persona passi la notte al freddo o in baracche riscaldate con fiamme libere e cosi' a rischio incendio. Non ci dovranno piu' essere casi Florin, in queste notti i servizi sociali controlleranno la citta' ed in particolar modo i luoghi abitualmente frequentati dagli homeless per assicurarsi che tutti usufruiscano dei posti letto gia' attrezzati o per accompagnarci chi fosse ancora in strada".

"Il Comune e' pronto anche in caso di ulteriore peggioramento delle condizioni atmosferiche" garantisce ancora Lazzaroni, ricordando che e' stata "gia' allestita una struttura in centro in cui offrire anche un riparo diurno ai senza fissa dimora in caso di necessita'". "La tempestivita' dell'azione dell'amministrazione - conclude l'assessore - e' la miglior conferma del reale impegno della giunta a sostegno dei piu' deboli".

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Di Fabrizio (del 17/12/2009 @ 09:39:53, in Europa, visitato 1586 volte)

Comunicato Stampa Venerdì 18 dicembre, prima Marcia della Pace della Vrancea

Ferrara (Italia) – Panciu (Vrancea, Romania), 16/12/2009. Venerdì 18 dicembre, in un freddo inverno romeno, sarà una data decisamente importante per tante realtà sociali: alle 12.30, infatti, a Focsani, prenderà il via la Prima Marcia della Pace della Vrancea, regione della Moldavia romena a nord di Bucarest.

La Marcia rientra nel quadro della Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza. Non essendo riusciti nell’intento di organizzare un vero e proprio braccio romeno della marcia, transitata un mese e mezzo fa non molto lontano (Budapest e Praga), si è deciso di costruire dal basso la Prima Marcia della Pace della Vrancea, una delle zone meno ricche del paese. Grazie all’impegno dell’Associazione Rom pentru Rom di Panciu, quindi, si riuscirà a compiere un piccolo tragitto a Focsani, la città più grande e importante della zona. Nella marcia sono coinvolte anche alcune istituzioni locali: Prefettura, Regione, Comune di Focsani, Provveditorato agli Studi, tutti hanno aderito a questo evento che rappresenta una assoluta novità per una regione normalmente non molto attenta a certe tematiche

La giornata inizierà al Teatro Municipale di Focsani, dove in occasione della Giornata Internazionale delle Minoranze è stato organizzato uno spettacolo cui parteciperanno delegazioni di quasi tutte le scuole della regione. Fra gli invitati anche un gruppo di bambine e ragazzi del Centro “Pinochio” di Panciu, struttura gestita da Rom pentru Rom con il sostegno di IBO Italia, che si esibirà con un numero di giocoleria. Al termine della manifestazione, la Marcia partirà in direzione del Provveditorato agli Studi. Un tragitto di circa due chilometri, simbolico, che coinvolgerà alcune centinaia di persone e darà modo di aprire un confronto pubblico su tematiche come diritti umani, inclusione sociale, discriminazione, non violenza cercando di aggregare tutti coloro che incontrerà nel proprio percorso.

Non sarà certo una manifestazione come quelle cui siamo abituati nelle grandi città europee, con serpentoni di persone che cantano, ballano e urlano slogan, ma un timido inizio di presa di coscienza da parte di un microcosmo associativo, scolastico e istituzionale. Diverse sono, infatti, le associazioni presenti sul territorio romeno, spesso piccole realtà di paese o di provincia che singolarmente portano avanti i propri validi progetti con serietà e convinzione. La Marcia vuole essere un inizio di percorso comune, unità di intenti, collaborazione fra realtà che operano nel sociale, aperto anche a quelle istituzioni, ancora poche purtroppo, più sensibili a certe tematiche.

L’Associazione Rom pentru Rom ed i volontari di IBO Italia, hanno svolto un ruolo fondamentale nell’accensione di questa prima scintilla: la speranza è che altri raccolgano il messaggio e che in futuro si possano moltiplicare le occasioni di confronto e collaborazione, facendo diventare la marcia un appuntamento fisso nel calendario del paese.

Nel gruppo di chi attende con impazienza venerdì vanno sicuramente citati i bambini e i ragazzi della Rom pentru Rom: insieme a una delegazione del Liceo Ioan Slavici di Panciu e allo staff delle ONG parteciperanno alla marcia.. Adita, Ionut, Andreea e Oana sventoleranno con allegria le bandierine della marcia che hanno pitturato per l’occasione. Per molti di loro sarà la prima volta fuori da Panciu, dato che Focsani si trova a circa 20 km. Uno spostamento che forse nella nostra società in continuo movimento non sarebbe nemmeno considerato “viaggio”, un’occasione irripetibile invece per questi ragazzini che sono cittadini di un’Europa da rincorrere ancora per parecchio tempo.
 
Giacomo Locci - IBO Italia
Responsabile Ufficio Stampa e Comunicazione
Via Montebello 46/a 44121 Ferrara
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