Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

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Conoscere non significa limitarsi ad accennare ai Rom e ai Sinti quando c'è di mezzo una disgrazia, ma accompagnarvi passo-passo alla scoperta della nostra cultura secolare. Senza nessuna indulgenza.

La redazione
-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 30/03/2009 @ 09:01:49, in Italia, visitato 1898 volte)

Da Roma_Italia (in calce una piccola bibliografia in inglese e romanes - in formato PDF)

Il 2008-09 sarà ricordato dagli attivisti per i diritti umani e dei Rom per la situazione estremamente difficile delle comunità Romanì in Italia. Il montare del razzismo e dei sentimenti anti-Romanì è eruttato a Napoli e Milano nel maggio 2008. Non solo, diverse politiche e misure legali adottate dalle pubbliche autorità, come il "censimento" in corso della popolazione Romanì e il trasferimento dei Rom in campi speciali sempre più ontani dai centri cittadini per "sanificare" i centri urbani sono apertamente abusi dei diritti e delle libertà individuali. La paura crescente e l'odio verso i Rom tra la popolazione generale da un lato e l'approccio ostile del governo nazionale e di alcune amministrazioni locali dall'altro, hanno creato un'atmosfera da caccia alle streghe diretta contro Rom e Sinti italiani da lungo tempo lì stabilitisi come pure contro i migranti Romanì di nuovo arrivo.

E' vero che i problemi dei Rom non si limitano alla sola Italia. I Rom stanno lottando per tenere testa alle violenze fisiche, segregazione e altre forme di discriminazione in tutta Europa. L'unicità del caso italiano è che il governo ai suoi livelli più alti ha fatto propria una politica che promuove l'animosità razziale e la xenofobia.

Questa rassegna di Roma Rights cerca di analizzare le dinamiche delle politiche, pratiche e sentimenti anti-Romanì in Italia. Henry Scicluna presenta un panorama sulle politiche e pratiche anti-Romanì del governo italiano a partire dal 2001, e contempla il riflesso di questi approcci xenofobici e spaventosi nel pubblico generale e nei media. Nota anche che l'ostilità verso i Rom ha radici che affondano nel passato sino ai recenti eventi.

Secondariamente, Lorenzo Trucco fornisce una descrizione delle disposizioni legali in Italia riguardanti i migranti in generale e quelli romanì in particolare, come pure i cittadini italiani di origine romanì. L'articolo nota che, per la maggior parte, l'approccio italiano per controllare la migrazione ed indirizzare le tematiche rom è stato punitivo. Nell'articolo seguente, Piero Colacicchi racconta le origini delle politiche del governo italiano per incoraggiare la creazione di campi speciali per Rom e le sue conseguenze negative. Quarto, Erika Szyszczak, già nel Comitato di Presidenza di ERRC, scrive su una delle questioni più polemiche all'interno del problema rom in Italia ed altrove, la cittadinanza e il suo significato nell'Unione Europea.

Editorial
Exclusion as State Policy (Rob Kushen) View it (Acrobat pdf format)!

Notebook
To Be a Citizen? (Erika Szyszczak) View it (Acrobat pdf format)!
The Life and Death of Roma and Sinti in Italy : A Modern Tragedy (Henry Scicluna) View it (Acrobat pdf format)!
Legal and Policy Developments in the Condition of Migrants and Roma in Italy (Lorenzo Trucco) View it (Acrobat pdf format)!
Ethnic Profiling and Discrimination against Roma in Italy : New Developments in a Deep-Rooted Tradition (Piero Colacicchi) View it (Acrobat pdf format)!

Advocacy
D.H. and Others Tabled for Discussion One Year on View it (Acrobat pdf format)!

Legal Defense
Discrimination of Roma in Russia : An Update (Natasha Kravchuk) View it (Acrobat pdf format)!
Stanislav Markelov: The death of a Roma rights defender View it (Acrobat pdf format)!

Meet the ERRC
“Discovering” Roma (Sinan Gokcen) View it (Acrobat pdf format)!

Romanì Language Publication
Internacionalno Konvencija vash e Hakjanegiri/ Chachipenengi/ Protekcija Sa e Bucharne Migrantongi thaj olengere Familijengere Manushengi/Membrong i/ View it (Acrobat pdf format)!

Chronicle
View it (Acrobat pdf format)!

The European Roma Rights Centre is an international public interest law organisation which monitors the human rights situation of Roma and provides legal defence in cases of human rights abuse. For more information about the European Roma Rights Centre, visit the ERRC on the web at http://www.errc. org

To support the ERRC, please visit this link: http://www.errc. org/cikk. php?cikk= 2735
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Di Fabrizio (del 29/03/2009 @ 09:29:24, in casa, visitato 1781 volte)

Da Roma_Benelux

PresseOcean.fr Nantes, martedì 24 marzo2009, Società Il dispositivo dei terreni convenzionati comincia a dare i suoi frutti

Una casa per i Rom

Dumitru e Maria approfittano al massimo della loro piccola casa e dell'orto che hanno sistemato

Una trentina di persone sono state rialloggiate. Esempio con una di queste famiglie installata a Bellevue, Nantes.

Sorride e ringrazia il cielo. "Questa casa, è un sogno che si realizza", ripete Dumitru, come per convincere se stesso. Da due mesi, questo padre di famiglia rom è stato rialloggiato dai servizi della metropoli di Nantes. Con sua moglie e gli otto figli, occupa il piano di un edificio nel quartiere Bellevue a Nantes.

Sala da pranzo, soggiorno, cucina, bagno e tre camere. Non un gran lusso, "ma è bella davvero" si rallegrano Dumitru e la sua sposa Maria. "Abbiamo la nostra camera, i ragazzi ne condividono una, le ragazze un'altra", descrive il padre. "Ci hanno donato dei mobili, abbiamo tutto il necessario". Un reale sollievo per una famiglia che ha vissuto oltre cinque anni in roulotte.

Cinque anni nei campi

Dopo un passaggio in Italia, Dumitru era venuto in Francia per curare suo figlio maggiore.  "Gli avevano diagnosticato una grave malattia, in Romania non aveva alcuna possibilità", racconta. Finalmente, l'adolescente si rimetterà. "Ma ho deciso di restare. Mi son detto che qui c'erano più opportunità". Dumitru prende rapidamente un tono più basso. Con la sua famiglia, ha assaggiato la feccia dei campi selvaggi dell'agglomerato. "Siamo stati a lato di Beghin Say, sul lungofiume Wilson, in una casa a Cheviré poi sul terreno della Meuse", espone nei dettagli Dumitru che si rammarica di "questa logica di espulsione" contro i Rom. Il padre di famiglia concatena piccoli lavori giornalieri, spesso stagionali. "E' dura vivere così. Ci si preoccupa per i figli", prosegue. Poi, arriva il 2007 e la messa in atto dei terreni sistemati dalla metropoli di Nantes e dal Consiglio Generale. Dumitru e Maria sono integrati in questo dispositivo che prevede un accompagnamento verso il lavoro e l'alloggio. Un percorso che non è senza chiedere sacrifici.

Comunità

"La vita in comunità è molto importante nella nostra cultura. Alcuni hanno preso male l'installarsi in casa, molti sono gelosi", spiega Dumitru che, senza tagliare i contatti con i suoi, ha messo da parte certe tradizioni. "Occorre per integrarsi. Per esempio, non mi rivolgo più al tribunale della comunità, ma credo nella giustizia francese".

Evoluzione che gli ha aperto le porte di questo alloggio. Anche se resta temporanea, si tratta di una casa precedentemente svuotata dalla metropoli di Nantes, in attesa della sua distruzione. Oggi il padre moltiplica gli sforzi per trovare un contratto a tempo indeterminato. Ed ha ritrovato il gusto di accogliere: "Soprattutto, ritornate a prendere un caffè o a mangiare un barbecue. Quando il nostro orto sarà pronto, sarò pieno di frutta e legumi da assaggiare":

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Di Fabrizio (del 29/03/2009 @ 09:03:15, in Europa, visitato 1913 volte)

Da Romanian_Roma

Mercoledì 18 marzo, nel parco di viale Livezilor, è stato lanciato il Centro per l'Assistenza Medico-Sociale "SASTIPEN". Il progetto è sviluppato dal Centro Rom per le Politiche Sanitarie - Sastipen, in collaborazione col Municipio settore 5, beneficiando supporto tecnico e finanziario di UNODC e UNICEF, come da comunicato stampa.

Il progetto vuole contribuire a migliorare l'accesso ai servizi medici e sociali per la popolazione a rischio. L'idea è partita dalla realtà quotidiana di quanti vivono nel distretto "Livezilor-Valtoarei" di Ferentari (Bucarest). Sastipen intende incontrare le esigenze dei gruppi vulnerabili con rischio di infezioni HIV sviluppando un centro per l'assistenza medico-sociale.

Il centro è situato in un container modulare in Aleea Livezilor Park e offrirà servizi gratuiti agli abitanti del settore 5. Nel settore opereranno: un dottore, un'infermiera, un assistente sociale, tre educatori sanitari ed uno psicologo. Il loro ruolo sarà di fornire, quotidianamente, servizi gratuiti di assistenza medica (controllo della TBC), informazioni e consigli per prevenire infezioni da HIV, epatite B e C ed altri rischi associati al consumo di droghe.

Sastipen - Centro Rom per le Politiche Sanitarie è un'organizzazione civica, non-profit che intende contribuire allo sviluppo di politiche di sanità pubblica a beneficio della popolazione meno favorita. (DIVERS – www.divers.ro)

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Di Fabrizio (del 28/03/2009 @ 10:47:22, in lavoro, visitato 1825 volte)

Da Corriere.it

Protesta in odore di razzismo: Lo chef  Filippo La Mantia, che si era offerto di assumere il romeno, si è visto costretto a fare retromarcia

ROMA - Non impasterà il pane per Filippo La Mantia, non imparerà a fare cannoli e cassate per i clienti dello chef palermitano. Il sogno di Karol Racz sfuma nel giro di 48 ore: una protesta in odore di razzismo costringe il cuoco ad abbandonare il progetto di assumere il romeno. L'annuncio della possibilità di un contratto per l'ex «faccia da pugile» è di mercoledì, ieri La Mantia ha dovuto fare retromarcia di fronte ai reclami: tre cameriere si sono «licenziate» prima ancora di firmare, una ditta di facchinaggio ha sostenuto che i colleghi italiani senza lavoro hanno più diritti di Racz a un contratto e un'agenzia turistica (non italiana, ma il cuoco non vuole dire di quale Paese) ha minacciato via fax di non mandare più clienti.

Fra le cameriere una, in particolare, non ha digerito la presenza del romeno: «Ha telefonato - racconta lo chef - e ha spiegato che non le va di lavorare con Racz perché è stato accusato di stupro. Era brava, ma non la assumerò più: non mi piace questa mentalità». L'«incidente» ha turbato La Mantia. «Sono avvilito - ammette -, depresso. Racz è stato già giudicato, per la gente è e resterà "faccia da pugile". Non importa a nessuno che non abbia un letto. Il mostro non è lui, siamo noi». Lo chef, che ha vissuto sulla sua pelle una carcerazione ingiusta molti anni fa, racconta di aver ricevuto in due giorni «centinaia» di mail a sostegno della sua iniziativa e una decina di protesta, per lo più da parte di disoccupati: «Perché assume il romeno? Perché è andato in tv?». «Ho risposto a tutti - dice il cuoco - e ho spiegato che è stato un gesto istintivo. Qualcuno mi ha anche accusato di volermi fare pubblicità». Ora per Racz inizia un periodo difficile.

Sembra che anche l'azienda agricola abruzzese abbia ritirato l'offerta di lavoro: resta solo la cooperativa romana che si occupa di manutenzione del verde. «Maledetta la sera in cui ho mandato a Porta a Porta il messaggio con cui dicevo di essere disponibile. Doveva avvenire tutto in sordina»: La Mantia, però, non è sicuro che il progetto si sia arenato per razzismo. «Forse ho scoperto un mondo. Ma per me questa parola è fantascienza: a Palermo - sottolinea - abbiamo sempre convissuto con altre nazionalità».

Lavinia Di Gianvito
28 marzo 2009

NOTIZIE CORRELATE: Il superchef assumerà Racz «Anch'io in cella per un errore»

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Di Fabrizio (del 28/03/2009 @ 09:47:25, in Europa, visitato 2124 volte)

Da British_Roma (sulla situazione dei Rom slovacchi a Glasgow, QUI. I link ed il video del testo sotto riportato sono in inglese)

17 marzo 2009 - Jim Boyle

Quando qualche migliaio di Rom ha iniziato ad insediarsi a Glasgow cinque anni fa, c'era un limite da sfidare. I Rom cercavano una vita migliore in GB, causa la persecuzione e la povertà affrontate nell'Europa dell'Est. Avevano poco soldi ed un inglese scarso, non sapevano come ottenere l'aiuto di cui avevano bisogno, erano sfruttati dai datori di lavoro ed osteggiati da alcuni abitanti locali.

Nel 2006, Oxfam e la locale autorità sanitaria, decisero di impiegare due Rom della comunità di Glasgow per fornire consulenza ed aiutare gli altri nell'accesso ai servizi. Oltre ad appoggiare gli stessi Rom, volevamo aiutare a contrastare le attitudini negative del quartiere e della comunità locale ed essere sicuri che i servizi pubblici locali rispondessero ai bisogni della comunità. Col passare del tempo, sempre più gente è stata coinvolta. E dopo varie discussioni, è stato formato il Gruppo di Gestione di Vicinato di Govanhill, che riunisce il pubblico settore, le organizzazioni caritative locali, Oxfam ed i membri della comunità stessa.

 [...]

E' così che settimana scorsa sono finito alla cerimonia di premiazione del Consiglio Comunale di Glasgow. Il Gruppo di Gestione di Vicinato di Govanhill ha vinto un premio per il suo lavoro con la comunità rom.

Come ha puntualizzato uno dei dirigenti comunali, la  cosa migliore di questo progetto è stata come ha riunito tutti per migliorare l'area locale ed aiutare una nuova comunità. Quando tutti si sono seduti attorno ad un tavolo e realmente impegnati per il gruppo, siamo stati capaci di assicurare che le famiglie Rom possano accedere ai servizi sanitari ed aiutare la scuola a supportare i bambini Rom. Abbiamo suscitato inquietudini sui cattivi impiegati ed aiutato a costruire la comprensione tra persone differenti. Il coinvolgimento comunitario ha creato una vera differenza per i Rom e la più vasta comunità di Govanhill.

Ripetutamente, le organizzazioni come Oxfam richiedono un maggior coinvolgimento della comunità nel processo decisionale. Non va bene se i politici (locali o nazionali) decidere come andranno ad "aiutare" un gruppo, senza interrogare il gruppo stesso. E' sempre meglio se non si limitano a chiedere, ma sviluppano assieme il progetto. La riforma del welfare è un classico esempio - il governo raramente interroga le persone sui benefici e come pensano di far funzionare meglio il sistema previdenziale, di sicuro non in maniera esplicita. Così è positivo che ci siano esempi di governo locali impegnati a lavorare assieme, e con le stesse comunità. C'è ancora un modo di proseguire, ma Govanhill lo fa nella direzione giusta.

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Di Fabrizio (del 28/03/2009 @ 09:19:41, in Italia, visitato 1602 volte)

li, 20/3/2009 - Oggetto: invito a partecipare

La Federazione Rom e Sinti insieme, organismo politico delle minoranze Rom e Sinte, promuove a Roma in Via Palestro n. 68, sala convegni UNICEF, mercoledì 22 Aprile e giovedì 23 Aprile 2009 il primo congresso nazionale: "Rom e Sinti, protagonisti del nostro futuro. Sentire, percepire, pensare"

Il congresso, organo di indirizzo della Federazione Rom e Sinti insieme, si presenta come un momento di analisi e riflessione sullo stato dell’arte del processo di riconoscimento e di interazione culturale con Rom e Sinti, una occasione per stimolare i processi di formazione alla partecipazione (capacity building) e condividere una collaborazione attiva di Rom e Sinti, "come un fine", con il livello politico, istituzionale e della società civile.

Il congresso 2009 è un’opportunità ampia di confronto e riflessioni per oltrepassare le divisioni e le frustrazioni del passato; di idee per superare le politiche "differenziate" del passato; di proposte per una "normale" programmazione politica e culturale per Rom e Sinti; di condivisione di strategie e metodi; di stimoli per proiettarsi verso il futuro senza negare la tradizione.

Il programma, in via di definizione, prevede per mercoledì 22 Aprile, a partire dalle ore 15.00, la relazione introduttiva della Federazione ed il saluto delle autorità istituzionali, politiche e della società civile; giovedì 23 Aprile a partire dalle ore 9.00.

Al congresso, oltre agli aderenti alla federazione, possono iscriversi per partecipare ed intervenire Rom e Sinti, organizzazioni, studiosi, politici ed istituzioni, presentando richiesta di iscrizione alla segreteria della Federazione entro il 15 Aprile 2009 inviando una e mail a: federazioneromsinti@yahoo.it segreteriafederazioneromesinti@yahoo.it

Tutti i partecipanti regolarmente iscritti hanno diritto di intervenire nel dibattito congressuale e di presentare mozioni, come specificato nel regolamento.
La mozione che otterrà una votazione maggioritaria dagli aderenti alla federazione sarà parte integrante della linea politica della Federazione Rom e Sinti insieme per il prossimo triennio.

Il Presidente
Nazzareno Guarnieri


Per informazioni:
Segreteria: Graziano Halilovic 39 348.3915709 email: segreteriafederazioneromesinti@yahoo.it
email: federazioneromsinti@yahoo.it

Federazione Rom e Sinti insieme
Sede legale: Via Fanfulla da Lodi n. 5 – 00176 Roma - codice fiscale 97510400589
Info: segreteria 3483915709 presidenza 3277393570 coordinamento 3932442264
e mail: federazioneromsinti@yahoo.it – Web: http://federazioneromesinti.wordpress.com

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Di Fabrizio (del 28/03/2009 @ 00:03:41, in Italia, visitato 1706 volte)

Ricevo da Marco Brazzoduro

Sabato 28 e domenica 29 marzo dalle 10 alle 20
presso il mercato del Rione Monti in via Baccina, Roma

sarà presente un banco con specialità della cucina Rom

è un progetto condiviso di cucina Rom promosso da

nell'ambito dell'iniziativa Soul Food www.thesoulfood.net (dove potete anche scaricare il programma completo)

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Di Fabrizio (del 27/03/2009 @ 11:06:33, in musica e parole, visitato 1620 volte)

Voci da un corteo, per i diritti di tutti. Cena, documentario e musica per capire di più chi sono, da dove vengono e perché sono stati perseguitati attraverso i secoli I Figli del Vento.

Presso Officina Multimediale - Centro Autogestito ETEROTOPIA via Risorgimento 21 San Giuliano Milanese
domenica 29 marzo 2009 alle ore 18.00
E-mail: etero@ecn.org

Regia: Manuela Costa, Maurizio ‘gibo’ Gibertini
Paese di produzione: Italia
Anno di produzione: 2008
Genere: documentario
Durata (in minuti): 45’50”
Cromaticità: colore/bn
Soggetto: Antun Blazevic (Toni Zingaro), Manuela Costa, Maurizio ‘gibo’ Gibertini
Fotografia: Maurizio ‘gibo’ Gibertini
Montaggio: Manuela Costa, Maurizio ‘gibo’ Gibertini
Suono: Manuela Costa, Maurizio ‘gibo’ Gibertini,
Ricerca Storica/Documentazione: Antun Blazevic (Toni Zingaro)
Ufficio Stampa: Officina Multimediale
Musica: Nuove Tribù Zulu
Produzione: M’ArtE_Officina Multimediale
Distribuzione: /

CARATTERISTICHE TECNICHE
Formato delle riprese: HDV PAL 720x576 (768x576); 16-bit stereo 48,000 Khz
Formato della copia (proiezione): BETACAM / DVCAM / MiniDv / DVD–R (zona “2”)
Lingua dei dialoghi: Italiano
Lingua dei sottotitoli: Italiano

SINOSSI
«…viviamo tra voi da secoli, molti di noi sono cittadini italiani, altri sono qui da diversi decenni. Abbiamo seppellito qui i nostri padri e qui sono nati i nostri figli.»
«…siamo finiti nei campi perché nulla di meglio ci è stato offerto. Ma i rifiuti che ci assediano non sono nostri. »
«…soli nei nostri campi di miseria, nella nostra emarginazione, nei nostri ghetti. »
«…non siamo nomadi, non siamo zingari, siamo rom. La nostra è una storia di persecuzioni, lutti e dolori. Abbiamo una cultura millenaria ed una lingua antica.»
«…in questi giorni sentiamo la paura che ci circonda la notte più del giorno, quando rimaniamo soli nelle nostre baracche e non sappiamo se arriverà anche da noi una bomba incendiaria, una folla inferocita o un controllo della polizia.»
«…non tutti tra noi sono in regola. Siamo avvolti in una spirale infernale. Non abbiamo lavoro e non otteniamo il permesso di soggiorno. Senza permesso di soggiorno nessuno da lavoro ad un rom. Non resta che arrangiarsi e sperare che domani sia meglio di oggi.»
«…qualcuno di noi non si comporta bene è vero, come è vero che nei quartieri dove riusciamo a vivere in pace con voi sono sempre nate amicizie. Oggi qualcuno ha deciso che dobbiamo essere dipinti come la causa principale di tutti i mali dell’Italia. »
«…alcuni giornali non fanno altro che parlare dei nostri furti e un incidente provocato da un rom ubriaco diviene un fatto di cronaca di cui si parla per mesi. Anche le forze politiche che si sono riconciliate con gli ebrei a noi non hanno mai chiesto scusa anzi ci additano con il peggiore dei mali. »

Soprattutto: «…Non essere qui oggi è come non esistere.» Voci. Da un corteo.

Trattoria dell'ozio
http://www.sudmilano.org/?q=event/2009/03/29/day

Link utili:
http://www.officinamultimediale.eu/index.html
http://www.officinamultimediale.eu/audiovideo/indexav.html
http://profile.myspace.com/index.cfm?fuseaction=user.viewprofile&friendid=333919609

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Di Fabrizio (del 27/03/2009 @ 09:36:03, in media, visitato 1896 volte)

Khamsa, di Karim Dridi (Concorso Migliore Film Africano)
ll tunisino Karim Dridi con Khamsa (se ne era scritto QUI ndr) ritorna al cinema dopo dieci anni di televisione. Marco l'adolescente zingaro in perenne collisione con il potere costituito è disadatto anche all'interno del proprio mondo, non comprende lo strisciante razzismo che divide gli zingari dagli arabi. Un film tutto contenuto nelle due sequenze di apertura e chiusura, sintesi estrema di una vita vissuta controvento.

ricorda Signore questi servi disobbedienti alle leggi del branco F. De Andrè (Smisurata preghiera)

Marsiglia con le sue luminosità mediterranee, mentre da una parte ricorda le melodie di Serrat che svela il senso di un meridionale comune denominatore, dall'altra svela il suo volto tragico nel cammino doloroso di Marco (Khamsa che in arabo vuole dire 5) giovanissimo componente di una disfatta famiglia zingara. L'inizio del film lo accoglie in equilibrio sul cordone di un muro, metafora, in un film assolutamente esplicito, di una vita condotta border line. Marco si arrangia, furti, scippi e combattimenti illegali di animali. Ma non è padrone della sua vita, compie queste attività delinquenziali per non uscire dal gruppo, per esserci, per ribellione. Il suo desiderio è quello di fare il fornaio e sfornare pane e dolci. E poi bisognerebbe averlo visto com'era felice quando suo padre, scapestrato donnaiolo privo di scrupoli, partendo gli lascia la roulotte e lui la rimette in ordine eleggendola a propria dimora. Segno preciso di una necessità di stabilità anche emotiva, ma senza desiderio di integrazione, tutt'altro, l'undicenne Marco resta un gadjo e il suo percorso è sempre in piena collisione con il potere costituito, sia esso rappresentato dai funzionari del servizio sociale o dalla polizia.

Dridi ci accompagna all'interno di questo territorio zingaro diviso tra amore solidale e solidaristico malaffare, tracciandone con sicurezza le coordinate. Un terreno ricco di insidie, esposto al tradimento, dove il giovanissimo protagonista trova lo spazio per dimostrare tutto l'amore possibile per la nonna morente. Il campo rom o le occasionali dimore che trova mettono in luce la precarietà della sua vita. Dissidi etnici si insinuano tra i rapporti di questi adolescenti che si comportano da uomini, non c'è mai pace tra rom e arabi e il razzismo latente aggrava i rapporti tra le parti. Dridi, tunisino di nascita affronta con sicurezza e solare audacia il tema della complessità che deriva da questo film e al cui interno, un po' spaesato, un po' consapevole e un po' malandrino ritroviamo il suo protagonista che sembra destinato, da una sorte cattiva e percorrere tutta la vita controvento come nella faticosa ultima sequenza che lo vede correre in salita mentre ai suoi piedi la multietnica Marsiglia quotidianamente sopravvive a questa dolorosa complessità.

Articolo del 25/03/2009 di Tonino De Pace

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Di Fabrizio (del 27/03/2009 @ 08:59:30, in musica e parole, visitato 1762 volte)

Da Roma_ex_Jugoslavia

Belgrado - 19 marzo 2009 - Uno dei viali di Nis, la più grande città della Serbia meridionale, potrebbe presto avere il nome del leggendario interprete di musica rom Saban Bajramovic.

Secondo il giornale Blic è una proposta portata avanti dal comitato incaricato di nominare vie e piazze di Nis. La proposta verrà inoltrata al Ministero per la Pubblica Amministrazione e l'Auto Governo Locale dopo l'approvazione dell'Assemblea Cittadina di Nis.

Il presidente del comitato, Dragoljub Stamenkovic, ha detto a "Blic" di aspettarsi che la procedura si compia entro l'inizio di giugno, quando verrà commemorato il primo anniversario della morte di Bajramovic.

"E' molto che anche la moglie di Saban, Milica Bajramovic sia d'accordo, perché sarebbe sbagliato prendere una decisione senza l'accordo dei membri della sua famiglia. Il comitato ha considerato diversi suggerimenti e con voto a maggioranza, la proposta è stata accettata. Il viale non è ancora terminato, ma sarà una strada degna del grande cantante," dice Stamenkovic.

La proposta di dedicare una delle vie di Nis a Bajramovic viene dal Festival Jazz della Città di Nis.

Saban Bajramovic nacque a Nis ne 1936. A 19 anni disertò dall'esercito per correre dietro ad un ragazza di cui si era innamorato. Come disertore, venne condannato a tre anni di carcere nella famosa isola di Goli Otok, dove venivano mandati gli oppositori del Presidente Tito. Iniziò la sua carriera musicale nell'orchestra della prigione che suonava, tra le altre cose,jazz (soprattutto Louis Armstrong, Sinatra e talvolta John Coltrane), con pezzi spagnoli e messicani. Una volta lasciata Goli Otok,la sua carriera musicale decollò. La sua prima registrazione è del 1964, e da allora si ritiene che abbia composto 650 canzoni. Nel 1964 compose anche l'inno ufficiale del popolo rom "Djelem Djelem".

Dopo anni di vita dura e intensa, la notorietà svanì e nel 2008 si trovava a vivere un'esistenza impoverita a Nis, con serie complicazioni di salute e senza poter più camminare. Il governo della Serbia è intervenuto per fornirgli alcuni fondi. È morto nel Nis l'8 giugno 2008, per un attacco di cuore.

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