Rom e Sinti da tutto il mondo

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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 23/04/2009 @ 01:28:24, in Italia, visitato 2802 volte)

Da RomSinti@Politica

La "Federazione rom e sinti insieme" promuove oggi, ad un anno dalla sua giuridica costituzione, il suo 1° congresso nazionale con il titolo "Rom e Sinti, protagonisti del nostro futuro. Sentire, percepire, pensare."

E’ doveroso ringraziare la presidente del Centro Servizi per il Volontariato del Lazio, Francesca Danese, per la comunicazione tra le reti, la preziosa collaborazione e la disponibilità per la promozione di questa iniziativa, l’UNICEF Italia per l’ospitalità, il presidente l’associazione Romà onlus, Graziano Halilovic e Paola Marotti per la gestione dell’accoglienza e segreteria organizzativa di questo congresso, gli amici di Radio radicale, le associazioni aderenti alla federazione, i graditi ospiti e tutti i partecipanti che saranno presenti oggi e domani.

Quello appena trascorso è stato un anno terribile per la popolazione Rom e Sinta, ma non è questa la sede per denunciare nei dettagli le diverse forme di illegalità, di violenze e di discriminazioni contro la nostra gente.

Questa relazione vuole formulare delle proposte politiche per Rom e Sinti e per meglio presentarle non posso evitare di mettere in evidenza scelte e comportamenti sbagliati del passato e che ancora oggi determinano un clima di odio e di rifiuto contro la popolazione rom e sinta.

Cosa sta accadendo alla politica ed alla società Italiana?

Motivare le reazioni della politica italiana agli atti di violenza degli ultimi tempi è il segnale di un profondo vuoto morale di una società che sta perdendo le coordinate culturali per convivere con "l’altro".

Il fenomeno dell’immigrazione ha trasformato l’Italia in un paese multiculturale, in una democrazia multiculturale, rideterminando il volto culturale dell’Italia e la politica è sollecitata a potenziare la sua responsabilità di garantire i diritti di tutti, dei cittadini "piccoli e grandi", "vecchi e nuovi", diritti essenziali per convivere in una società multietnica.

Va riconosciuto alla politica Italiana grandi meriti quando ha operato in osmosi con il contesto sociale e culturale, oggi deve seguire lo stesso metodo ed uscire dalla condizione di autorefenzialità in cui da anni si è rifugiata.

La politica deve prendere coscienza della necessità di un rapporto vivo con la società e non di plasmare i cittadini all’interno di contenitori, deve produrre cultura per far emergere un orientamento verso l'auto realizzazione, la partecipazione attiva, la consapevole applicazione dei diritti.

Penso che la crisi, di cui tanto si parla negli ultimi mesi, non sia solo una crisi economica, ma una crisi culturale che trova le sue radici nella perdita di valori fondamentali.

La crisi in atto troverà soluzione se la politica Italiana sarà capace di gestire il cambiamento culturale in atto trasformando una "statica" democrazia multiculturale in una "dinamica" democrazia interculturale, e per realizzare questo passaggio necessario un lavoro culturale che non deve interessare solo la ricerca di soluzioni, ma innescare percorsi di reazione positivi, che non siano la chiusura e il conflitto.

All’interno di questo contesto politico, sociale e culturale c’è la questione Rom e Sinta, con la sua specificità.

La realizzazione di questo evento è l’ennesima dimostrazione che la "Federazione Rom e Sinti insieme" non è una nuova associazione che si occupa di Rom e Sinti, ma un organismo politico che si propone con chiarezza, onestà e trasparenza di definire per Rom e Sinti un ruolo attivo e propositivo, per un dialogo diretto con il Governo, le Istituzioni e la società civile, collaborando alla programmazione di politiche di interazione con Rom e Sinti, per l’affermazione della cultura della legalità, il contrasto agli abusi di potere ed a ogni forma di discriminazione, la promozione di una società aperta e multiculturale.

Questo 1° congresso nazionale la federazione è stato promosso per coinvolgere Rom e Sinti e tutti coloro che direttamente o indirettamente in Italia sono impegnati nella questione Rom/Sinta per una riflessione, analisi e confronto sul processo di riconoscimento dei diritti di cittadinanza e di minoranza linguistica, per superare le divisioni e le frustrazioni del passato, per stimolare processi di formazione alla partecipazione (capacity building).

Questo non significa che la Federazione rom e sinti insieme non abbia la necessità di un ampio confronto interno per arricchire la proposta, la condivisione e la realizzazione del programma politico e della strategia organizzativa, discussione che realizzeremo dopo questo congresso, ma credo sia prioritario costruire un radicale cambiamento rispetto al passato, e se vogliamo migliorare le condizioni di vita della popolazione Rom e Sinta è necessario avviare un confronto ampio ed aperto con la politica, le istituzioni e la società civile.

Quello appena trascorso è stato un anno molto difficile per la popolazione rom e sinta per scelte e comportamenti sbagliati contraddistinte dalla fierezza dell’ignoranza e dall’arroganza.

Scelte sbagliate che hanno riversato i conflitti sulla quotidianità dei cittadini e legittimato la sospensione dei diritti di cittadinanza a rom e sinti e folclorizzato la cultura Rom/Sinta con pregiudizi e stereotipi.

In questo anno difficile, numerose sono state le manifestazioni di denuncia per la violazione di diritti fondamentali a Rom e Sinti, iniziative importanti, ma sono state più uno specchio che una finestra.

Malgrado l’impiego di energie e di risorse la condizione di Rom e Sinti diventa sempre più grave, questo è un dato indiscutibile e attribuire la responsabilità alla politica per il modo strutturale e recidivo con cui da troppo tempo realizza scelte tassativamente sbagliate per Rom e Sinti, oggi è diventato LIMITATO E NON RISOLUTIVO.

La denuncia, sacrosanta, non ha prodotto cambiamenti migliorativi alla popolazione rom e sinta.

Non possiamo continuare a piangerci addosso e rifugiarci nel "fatalismo persecutorio", oppure continuare ad ignorare, quasi sempre per un interesse personale, chi da troppo tempo soffia sul fuoco della nostra divisione per evitare a Rom e Sinti di essere protagonisti del nostro futuro, oppure ancora accettare passivamente le disastrose politiche "differenziate", assistenziali e segreganti, quasi che la normalità fosse estranea per Rom e Sinti, ed attribuire responsabilità ad "altri", perché la responsabilità è anche nostra, di Rom e Sinti.

Occorre analizzare ed elaborare i diversi livelli di responsabilità e adottare strategie in grado di migliorare le nostre condizioni culturali, sociali ed economiche, nella consapevolezza che oggi più ieri noi Rom e Sinti SIAMO "OSTAGGI" di alcuni OPPORTUNISTI e MASCALZONI senza scrupoli, presenti anche nella nostra popolazione.

Un radicale cambiamento di metodo rispetto al passato non è più rinviabile, iniziando dalla caduta delle falsificazioni sulla realtà Rom e Sinta che hanno avuto la finalità di far emergere SOLO l’aspetto sociale, l’emergenza e la negatività, limitando o folclorizzando gli aspetti culturali, ignorando la cultura Rom/Sinta ancora totalmente sconosciuta.

Infatti l’opinione pubblica, la politica, la società civile e i media leggono la realtà rom e sinta come limitata al campo nomadi, al disagio, alla devianza, alla illegalità, allo sfruttamento ed alla violenza, ecc. aspetti marginali e minoritari della popolazione rom e sinti, oltretutto estranei ai codici morali e culturali di questa minoranza, ma che attraverso un meccanismo politico/mediatico vergognoso schiaccia la positività e l’aspetto culturale della nostra popolazione.

Aspetti culturali e positività che non trovano spazi per emergere, per essere visibili a causa della negazione di prerequisiti essenziali: il riconoscimento alla popolazione rom e sinta quale entità culturale del territorio, la definizione di un ruolo attivo, propositivo e qualificato a Rom e Sinti.

Quanti sono cittadini Italiani appartenenti alla minoranza Rom e Sinta in Italia?

Perché la politica italiana nega il riconoscimento di minoranza linguistica a decina migliaia di Rom e Sinti Italiani, mentre riconosce minoranza linguistica poche centinaia di persone appartenenti ad altra minoranza?

Quanti Rom e Sinti, Italiani ed immigrati, vivono nelle case?
Quanti Rom e Sinti, Italiani e immigrati, svolgono un regolare lavoro dipendente o autonomo?
Tanti … tantissimi.
Perché queste persone Rom e Sinte sono ignorate?
Perché non rivendicano la loro identità Rom o Sinta?
Il problema è la discriminazione razziale generalizzata contro Rom e Sinti.

Queste persone rom e sinte per svolgere il loro lavoro generalmente sono obbligate a rinnegare la propria storia personale e familiare, la propria identità culturale, per evitare di essere pregiudizialmente discriminati per l’appartenenza etnica ed espulsi dal lavoro.

Per fortuna non è sempre così, ma nella grande maggioranza dei casi è proprio così.

Negli ultimi anni le richieste del cambio del cognome di persone Rom inoltrate alle Prefetture sono in aumento.

Che dire! …

Questo 1° congresso della Federazione è un’opportunità per elaborare un radicale cambiamento di metodo a tutti i livelli con il contributo di tutti per dare risposte adeguate alla realtà ed i bisogni sociali e culturali dei Rom e Sinti. Spero che da questo congresso emerga un contributo ampio sulla questione Rom e Sinta e che vada oltre le seguenti proposte:

- E’ urgente il riconoscimento di minoranza linguistica a Rom Sinti
- Diffondere e valorizzare la cultura Rom e Sinta
- Intervenire sulla normativa esistente in materia di discriminazione: ratificare integralmente la direttiva Europea 2000/43, rivedere, migliorare e rendere applicabile e celere la normativa vigente, indipendenza dal governo e poteri sanzionatori.
- Abbandonare la fallimentare politica dei campi nomadi SUBITO, rifiutando ogni forma di gestione, proponendo il superamento con l’autogestione di Rom e Sinti, utilizzare le risorse già disponibili per campi nomadi, ed altre nazionali e comunitarie, per avviare una politica abitativa pubblica per TUTTI I CITTADINI, Rom e Sinti compresi.
- Abbandonare ogni forma di politica differenziata per Rom e Sinti per abbandonare le politiche dell’assistenzialismo culturale.
- Definizione di un ruolo attivo e propositivo a Rom e Sinti.

In sintesi posso dire che si tratta di passare dalla mediazione alla partecipazione attiva per abbandonare le politiche dell’assistenzialismo e dell’esclusione e passare all’auto rappresentatività per il riconoscimento dei diritti di cittadinanza e di minoranza linguistica, per fare questo è necessario

Questo passaggio è possibile farlo subito perché molto dipende dalla nostra volontà, consapevole che si tratta di un passaggio delicato per il rischio di strumentalizzare la partecipazione attiva di Rom e Sinti e per evitare questo pericolo è necessario definire la partecipazione attiva di Rom e Sinti.

Una partecipazione attiva di Rom e Sinti "come un fine" che investe processi di trasformazione culturale e sociale di portata collettiva, "un processo sociale di azioni attraverso le quali gli individui, le comunità e le organizzazioni guadagnano padronanza sulle loro vite nel contesto di cambiare il loro ambiente sociale e politico per migliorare l’equità e la qualità di vita."

Si tratta di definirne le strategie per realizzare la partecipazione attiva di Rom e Sinti.

Nazzareno Guarnieri – presidente Federazione rom e sinti insieme

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Di Sucar Drom (del 22/04/2009 @ 13:17:44, in blog, visitato 1636 volte)

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«Sarebbe bello se la mia partecipazione al "Grande Fratello" riuscisse a far superare tanti pregiudizi nei confronti dei rom» questa è la prima dichiarazione di Ferdi Berisa, dopo aver vinto il Grande Fratello 9...

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Rom e Sinti, si apre oggi il primo congresso
Si aprirà fra qualche ora il primo congresso della federazione “Rom e Sinti Insieme”. L’associazione Sucar Drom e l’associazione Nevo Drom presenteranno domani mattina una mozione/documento dal titolo unità e partecipazione...

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Di Fabrizio (del 22/04/2009 @ 09:43:14, in Europa, visitato 1424 volte)

Da Roma_Francais

Lille

Martine Aubry ha confermato ieri agli eletti della comunità, che lo Stato non continuerà più col finanziamento per le case mobili. Halluin, Lille e Faches-Thumesnil dovranno dunque restare le sole tre città dell'area metropolitana ad aver accettato di accogliere famiglie di Rom sul loro territorio.

Precisa la presidente, dopo aver gentilmente rimproverato chi aveva un sorriso di sollievo troppo visibile: "Ci sono state reticenze all'inizio, ma le cose stanno andando bene. I bambini sono scolarizzati ed i genitori parlano o imparano il francese."

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Da milano.blogosfere.it (vedi QUI ndr). In calce, due video girati la scorsa proiezione milanese del 15 aprile.

Parlare di rom senza pregiudizi è un'impresa molto difficile, specialmente adesso e specialmente a Milano dove ogni tre per due sgomberano campi e continuano a "spostare" il problema senza affrontarlo in maniera definitiva. Qualche settimana fa era stata sgomberata la baraccopoli della Ghisolfa, e solo due giorni fa quello in viale Cassala e via Giordani.

Due registi milanesi, Toni­no Curagi e Anna Gorio, hanno provato a raccontare la vita di un campo rom, e più precisamente quello in via San Dionigi 93 in un documentario. "Via San Dionigi 93" è stato prodotto dalla Provincia di Milano ed è stato presentato allo Spa­zio Oberdan.

Noi lo abbiamo visto: si tratta di 70 minuti di film tratti da oltre 50 ore di girato. Le riprese sono durate più di due anni. E' uno squarcio di vita quotidiana del campo rom situato vicino all'abbazia di Chiaravalle, che è stato colpito più volte da incendi ed è stato distrutto dalle ruspe comunali nel 2007. E che proprio qualche giorno fa è tornato alla ribalta.

Non c'è commento, non ci sono interviste: la videocamera diventa volutamente un occhio indiscreto che curiosa senza intervenire e mostra la realtà così com'è (a tratti però ci si perde un po', ma è l'effetto realtà se così possiamo chiamarlo).

Anche se in alcuni momenti si vorrebbe approfondire di più il tema che si sta trattando (e vedere di più) il risultato è un quadro sommario che è molto utile per chi lo guarda per osservare una realtà che spesso conosciamo solo dalle pagine della cronaca. Sarebbe bello vedere anche un "sequel", con altri spezzoni di documentario.

Abbiamo avuto l'opportunità di fare una breve chiacchierata con i registi

 

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Di Fabrizio (del 21/04/2009 @ 12:10:18, in musica e parole, visitato 1728 volte)
Strill.it Martedì 21 Aprile 2009 11:10

Jazz alla Fioreria 2009 presenta Giovedì 23 aprile 2009 ore 22.00 presso il Fiore di Desna - Reggio Calabria Morarescu & Martini Manouche quartet. Django Reinhardt, grandissimo chitarrista e compositore francese attivo negli anni ’30-’40-’50, è stato il più importante esponente del cosiddetto jazz manouche, nato dalla fusione dello swing d’America e sonorità e virtuosismi della musica degli zingari "manouche" insediatisi in Francia, Belgio, provenienti dall’Europa dell’est.

Tra i tanti musicisti contemporanei che perpetuano questo stile, il violinista rumeno Rares Morarescu ed il chitarrista Jacopo Martini sono considerati due figure di primo piano, noti per la loro tecnica vertiginosa che da anni fa infuocare il pubblico presente ai loro concerti.

Morarescu nato a Bucarest, città multietnica ricchissima di stimoli artistici e musicali, studia violino classico dall'età di 5 anni ma da sempre è incuriosito dalla travolgente musica e dal pathos dei tzigani di cui era pieno il suo quartiere. A 15 anni è stato assunto dal famoso Taraf "Cununa Carpatzilor" di Bucarest con il quale ha girato il mondo per 10 anni. Parallelamente ha collaborato con l'orchestra popolare di Stato della Radio Televisione Rumena. Innumerevole le collaborazioni con i Manomanouche, Les Manuages, Dario Pinelli, Alma Gitane, Manouche Club Sikane, Gero Pitanza e tanti altri musicisti jazz.

Jacopo Martini nel 2000 durante un viaggio in Francia s'innamora della musica Manouche, apprendendo lo stile direttamente dai chitarristi zingari dell'aria nord francese Matcho Winterstein e Angelo Debarre. Ad oggi Jacopo Martini ha collaborato con i maggiori esponenti del jazz italiano ed estero quali: Gianluigi Trovesi, Erico Rava, Fabrizio Bosso, Lee Konitz, Tony Scott ,Tiziana ghiglioni, Antonello Salis. Ha registrazioni e dirette in programmi Radiofonici RAI il Terzo Anello, Fahrenheit.

E' stato ospite in prestigiosi festival, come, il festival internazionale Django Reinhardt di Torino, Expo 2004 di Genova, Festival Jazz Di Nancy (Francia) ecc, ecc

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Di Fabrizio (del 21/04/2009 @ 09:53:33, in conflitti, visitato 1397 volte)

Da Roma_Daily_News

Stuff.co.nz By EVAN HARDING - 14/04/2009

A BOTTIGLIATE: Zingari arrabbiati Helena e Andre Beissel con una delle bottiglie lanciate sui loro camion mentre era parcheggiato all'Invercargill's Gala St reserve nel fine settimana ROBYN EDIE/The Southland Times

Zingari esasperati dicono che i giovani di Invercargill continuano ad essere i peggiori del paese e lanciano delle bottiglie contro di loro.

Circa 60 zingari e le loro famiglie in 30 case mobili erano in città nel fine settimana pasquale per l'annuale Fiera Zingara.

Viaggiano per paesi e città attraverso il paese per otto mesi all'anno, intrattenendo e vendendo i loro articoli.

Gli zingari hanno parlato ieri a The Southland Times dicendo che teppisti di Invercargill hanno guidato sino al loro campo a lato del Queens Park, gridando, lanciando uova e bottiglie verso i loro caravan e suonando i clacson per tutte le notti della loro sosta.

Sono pure entrati nel campo ed hanno picchiato contro le case mobili [...] Dicono gli zingari che è stata anche rubata una bicicletta.

Gli abusi ricorrono annualmente per gli zingari che visitano la città, solo Palmerston North è paragonabile, mentre Gore ha visto casi simili nel passato, dicono.

"Questo è il paese peggiore della Nuova Zelanda. Temiamo a venire qui, questo è male," dice la chiromante Helena Beissel.

Il manager della fiera, Gavin Mackenzie, dice di ritenere che siano circa "dai 10 ai 20 dannati idioti... ma tutti gli altri qui ci rispettano."

"Se non buttano uova, sono bottiglie di birra. Se si va a Gore, ti lanciano addosso conigli morti."

Le azioni sono state condannate da chi ieri visitava la Fiera Zingara, con Vanessa Sandford che dice che tutti hanno credenze e stili di vita differenti, ma che devono comunque essere rispettati.

Il proprietario della giostra della fiera, Cam Taylor, dice che i residenti di Invercargill sono stati meravigliosi e quando si è zingari qualche abuso c'è sempre da aspettarselo.

"La realtà è che non siamo tutti idioti drogati."

Gli zingari dicono di non aver contattato la polizia.

Il sergente maggiore Olaf Jensen, di Invercargill, ha detto che la polizia non può arrestare i colpevoli se non le si racconta cosa è successo.

Ha aggiunto che contatterà gli zingari e vedrà se la polizia può aiutarli.

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Di Fabrizio (del 21/04/2009 @ 09:36:59, in Italia, visitato 1721 volte)

Ricevo da Roberto Malini

Momenti drammatici nella mattina del 25 febbraio.


Pesaro, 19 aprile 2009. Maria L. di Pesaro scrive al Gruppo EveryOne: "Come prima cosa, complimenti per il vostro impegno contro l'intolleranza, che è un grande problema qui nelle Marche, come in molte altre regioni d'Italia. Ho letto le notizie riguardanti le famiglie romene di etnia Rom che si erano rifugiate in città e la terribile mattina del 25 febbraio, quando le forze dell'ordine hanno compiuto un'azione che mi fa orrore. Dove serviva accoglienza, è stata usata discriminazione. Dove serviva tutelare l'unione delle famiglie, si è cercato di dividere. Dove occorreva un supporto sociale e sanitario, è stata usata intolleranza. Confesso che ho pianto, quando ho saputo che due bambini sono morti, prima ancora di vedere la luce, proprio qui a Pesaro, dove invece io, italiana, ho avuto la fortuna di mettere al mondo tre bambini. Com'è ingiusto e crudele il razzismo. Mi consola sapere che almeno la Scavolini Spar, che è la gloria sportiva della mia città, si è recata a trovare le famiglie Rom con i suoi meravigliosi atleti e i suoi sensibili dirigenti. Non credevo che, dopo la visita della squadra ai bambini, alle donne e agli uomini rifugiatisi in città, le autorità avrebbero avuto il coraggio di mandarli via. Vorrei avere notizie sulle famiglie costrette a fuggire da Pesaro: dove vivono, adesso? Stanno bene? Possibile che non si possa chiedere al comune almeno un risarcimento per le cose orribili che sono accadute?".

Risponde EveryOne. Grazie delle tue parole. Il Gruppo EveryOne ha cercato con tutte le proprie forze di evitare la tragedia che si è verificata a Pesaro. Abbiamo incontrato le principali autorità, abbiamo consegnato loro dossier riguardanti la condizione delle famiglie Rom rifugiatesi in città e i testi delle leggi internazionali che prevedono assistenza e procedure di inclusione, in casi come quello presentatosi a Pesaro. Nonostante il muro di intolleranza che il sindaco e i suoi assessori ci hanno posto davanti, siamo riusciti addirittura a metterli allo stesso tavolo con due rappresentanti della comunità Rom. Abbiamo inviato a tutte le personalità politiche di Pesaro e provincia lettere chiuse (protocollate dall'apposito ufficio) e lettere aperte. Abbiamo contattato ripetutamente prefettura, questura, comando della polizia locale e dei carabinieri, difensore civico, procura della repubblica. Ci siamo scontrati con le strutture sanitarie locali, affinché i pazienti Rom ricevessero lo stesso trattamento degli altri cittadini, intraprendendo vie giudiziali e giungendo a una condivisione di ideali umanitari con l'ospedale San Salvatore. L'odio razziale, così forte e presente presso le Istituzioni locali, ha reso impossibile, però, l'attuazione di un programma di integrazione, nonostante vi fossero malati gravi e portatori di handicap, donne incinte e minori, nella comunità Rom romena di Pesaro. Si è giunti così, dopo innumerevoli episodi di razzismo, brutalità e indifferenza, al drammatico mattino del 25 febbraio, al tentativo a parte di 20 agenti di sottrarre i bambini ai genitori, alla fuga disperata delle mamme, ai decessi dei due nascituri e alla diaspora della comunità. La foto di una giovane donna incinta caduta al suolo, senza che nessuno dei 20 agenti si premurasse di assisterla, minacciando - al contrario - gli attivisti di essere denunciati per "oltraggio", sintetizza in un'immagine terribile quelle ore di persecuzione e orrore, dolore e morte, crudeltà e ingiustizia. Noi c'eravamo e non dimenticheremo. Le famiglie che hanno vissuto quella violazione totale dei propri diritti fondamentali hanno denunciato alle Istituzioni internazionali la tragedia in cui sono passate e noi abbiamo testimoniato quanto visto e ascoltato. Ci auguriamo che sia fatta giustizia, perché gli eventi che si sono verificati a Pesaro sono un segno chiaro e incontrovertibile di una disumanità che sembra provenire dagli anni dell'Olocausto e non dalla nostra epoca, in cui l'Unione europea e le Nazioni Unite tentano di risalire la china dei Diritti Umani e di preparare per le generazioni venture una società multietnica, tollerante e accogliente. Riguardo alla Scavolini Spar, purtroppo la società sportiva, dopo aver invitato alcuni rappresentanti della comunità Rom locale sugli spalti, non ha tenuto fede successivamente alle promesse, nonostante avessimo tentato in diverse occasioni di far leva sulla sensibilità mostrata in occasione della cosiddetta "partita dell'antirazzismo" e nonostante il Parlamento europeo avesse proposto la società per un encomio ufficiale. La verità è che nessun dirigente, nessun atleta si è mai recato presso i due edifici dismessi in cui vivevano fra mille privazioni le famiglie Rom provenienti dalla Romania. E' triste e doloroso per noi scrivere queste parole, perché mantenere in vita un "mito" come quello della Scavolini amica del popolo Rom potrebbe servire da esempio per altre realtà, per altre società. Ma quando abbiamo deciso di dedicare le nostre vite ai Diritti Umani, abbiamo scelto, contemporaneamente, di servire la verità. L'impegno della società di pallacanestro si è limitato a quella partita, in cui lo speaker annunciò al pubblico la presenza della comunità Rom di Pesaro e a un pugno di biglietti per una partita successiva. E' evidente, cara amica, che se gli atleti della Scavolini fossero andati a trovare le famiglie Rom e se le foto della loro visita fossero apparse sui giornali locali e nazionali, come era nei progetti del nostro gruppo, nessuno avrebbe avuto il coraggio di vessare ancora una volta quell'umanità già straziata da intolleranza e violenza. Il fatto è che i Rom di Pesaro sono stati abbandonati da tutti, a Pesaro, salvo pochi meravigliosi esseri umani che li hanno aiutati con impegno, coraggio e compiendo immensi sacrifici personali: Mariateresa e Lia su tutti. E' a loro che va l'encomio ed è grazie a loro che un terribile dramma umanitario non ha avuto conseguenze ancora più funeste. Rispondendo alle tue ultime domande, alcune delle famiglie fuggite da Pesaro si trovano ora in Romania. Fra di loro vi sono pazienti oncologici e cardiopatici dell'ospedale San Salvatore: hanno perso tutto, anche la possibilità di curarsi. Però sono uniti ai loro cari e ai loro bambini. Altre famiglie si sono rifugiate in Grecia, dove soffrono emarginazione e povertà, ma non la persecuzione patita in Italia. Un'altra coppia con due bambini si trova nel nord Italia. Dopo la fuga da Pesaro, la madre ha trascorso alcune notti dormendo all'aperto ed essendo una donna molto malata, ha rischiato di perdere la vita. Con grande fatica e agendo in condizioni di grave pericolo, abbiamo procurato un riparo alla famiglia, che per ora è fuori pericolo. Una famiglia è ancora a Pesaro. E' la famiglia in condizioni di salute più gravi. Le autorità hanno fermato più volte i suoi componenti, dopo il 25 febbraio. La madre, che soffre di un tumore al seno in metastasi, è in cura presso il San Salvatore, ma la pressione insopportabile delle autorità ha già indotto la famiglia a lasciare la città, verso un futuro che lascia poche speranze. La gran parte delle famiglie ha rilasciato testimonianza di quanto patito a Pesaro, chiedendo giustizia alle autorità preposte in àmbito internazionale.

info@everyonegroup.com
www.everyonegroup.com

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Di Fabrizio (del 21/04/2009 @ 09:22:17, in media, visitato 1720 volte)

Da British_Roma

Travellers’ Times l'unica rivista nazionale per i 300.000 Zingari e Viaggianti di Bretagna, diventa più veloce, più forte e più grande.

TT Online lanciato nella Giornata Internazionale dei Rom - 8 aprile 2009 - con notizie, film, radio, cultura e commenti di, per e sulle comunità britanniche Rom e Viaggianti.

Il nuovo sito web (cliccare sull'immagine ndr) è stato sviluppato da The Rural Media Company, col finanziamento del Dipartimento per l'Infanzia, le Scuole e le Famiglie.

"Se la gente commercia su Ebay o si tiene in contatto attraverso Bebo o savvychavvy.com, e con sempre più di noi che adoperano internet, è tempo di avere uno spazio web che dia, ai nostri punti di vista, giustizia", dice Jake Bowers, il giornalista romanì, che è il nuovo direttore di TT Online.

Il sito offrirà un alto livello di interattività: opportunità per i giovani di mostrare i propri successi, le proprie musiche e fotografie; per genitori ed insegnanti di trovare e vedere risorse scolastiche sulla storia e cultura dei Viaggianti; per i Viaggianti di mantenersi aggiornati su notizie, sanità e tematiche legali; per il pubblico settore di trovare di più su questa comunità incompresa e un modo di comunicare direttamente con loro via editoriale ed inserzioni.

"Se tutti gli Zingari e Viaggianti si riunissero in un posto, saremmo un città delle dimensioni di Cardiff, Nottingham o Belfast." scrive Jake Bowers, "ma non siamo in un posto solo (per fortuna, direbbe qualcuno!). Per lo meno, avremmo un nostro proprio giornale e una stazione radio locale. TT Online sarà una combinazione di tutte queste cose ed anche di più."

[...]

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Di Fabrizio (del 20/04/2009 @ 09:44:40, in media, visitato 1922 volte)

Segnalazione di Eugenio Viceconte

cliccare sull'immagine per vedere la foto a grandezza originale

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Di Fabrizio (del 20/04/2009 @ 09:36:52, in musica e parole, visitato 2419 volte)

Ricevo da Marta Pistocchi

L'occasione è ghiotta (la cena balkanica pure) la serata magica e ritmata.
Accade quando le energie di persone diverse convergono nello stesso obiettivo...
DIVERTIRSI, CREARE, FARE FESTA!

edizione 2009 della GRANDE FESTA BALKANICA

mercoledì 22 aprile
auditorium e bar e di radio popolare (via Ollearo 5, zona Mac Mahon, Milano)
MUZIKANTI di BALVAL e FAMIGLIA MIRKOVIC
insieme per trascinarvi nel mondo balcanico per una serata memorabile

super cena tipica a prezzi popolari -dalle 19.30
muzika popolare e balli tipici -sempre

musicisti di ogni sorta venite con i vostri strumenti lustrate le scarpe per buttarvi nei balli preparate gli stomaci

vi aspettiamo in tanti, ma tanti (e invitate anche gli altri)

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