Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
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Richiediamo chiarezza. Di Rom si parla poco e male, anche quando il tema delle notizie non è "apertamente" razzista o pietista, le notizie sono piene di errori sui nomi e sulle località

La redazione
-

\\ Mahalla : Pubblicazioni
Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
 
 
Articoli del 11/07/2008

Di Fabrizio (pubblicato @ 21:49:17 in scuola, visitato 1632 volte)

Ricevo da Michela

La vergogna comincia dalla scuola - circolopasolini@splinder.com
Benché nessuno voglia parlare di scuola non avendo alcun appeal, ne parlo e scrivo. Quella che segue è una circolare dell'Ufficio scolastico di Milano per la "rilevazione" degli alunni Rom e Sinti, rilevazione su base etnica. Da molto tempo ormai nella scuola italiana il degrado morale e civile impera passando inosservato. E' un degrado dei comportamenti, dei principi, del linguaggio, della mentalità. E' da tempo che a ottobre arriva nelle aule una circolare che parla di sussidi "ad alunni lombardi" intendendo con questo quelli residenti in Lombardia. Ma il linguaggio rivela. In una scuola italiana si può lasciare appeso al muro per mesi di una classe prima il discorso che Mussolini fece in occasione del concordato, e nessuno, delle centinaia di persone che vi transitano, dica nulla. Solo quando sono messi di fronte alla minaccia di una denuncia per apologia di reato si disturbano a toglierla. E quante altre cose si potrebbero raccontare se solo trovassero orecchie ad ascoltare. Non ci stupiamo quindi se troviamo in questa circolare una scheda con la dizione: "Indicare se l’alunno è Nomade italiano o straniero". (ic)

UFFICIO SCOLASTICO PROVINCIALE DI MILANO
Formazione - Politiche giovanili e Sostegno alla persona

Prot. n. 3058
Milano, 11 Giugno 2007

Ai Dirigenti Scolastici
delle Scuole di Milano e provincia
Loro Sedi

Oggetto: rilevazione alunni ROM SINTI.
Si informano le SS.LL. che l’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia ha promosso l’approfondimento della sezione delle ricerca sugli insediamenti delle famiglie rom e sinte in alcune città della Lombardia, con particolare riguardo agli aspetti educativi che coinvolgono i minori rom e sinti.

A tale scopo - come sottolinea la lettera, prot. 11897 del 4/6/07 inviata dall’USRL a questo Ufficio- viene proposta la rilevazione in oggetto che ha come finalità una raccolta di dati quantitativi e qualitativi che permettano di leggere i seguenti aspetti:

Caratteristiche dell’alunno
Qualità della presenza in Italia
Situazione abitativa di provenienza
Iter scolastico pregresso
Modalità inserimento nella classe
Tipo di strutturazione delle scuole per accoglienza, inserimento, apprendimento
Livello di frequenza/ motivazione del minore nomade
Esiti scolastici
Rapporti con la famiglia

La tabulazione dei dati, che le SS.LL. vorranno cortesemente inviarci compilando l’allegata scheda, permetteranno non solo di avere un quadro dettagliato della realtà nelle scuole della nostra provincia , ma anche di utilizzare tali dati per una sempre migliore programmazione dell’offerta formativa sia della scuola sia di altri soggetti istituzionali e non, che sono interessati dalla problematica dell’inserimento sociale e scolastico dei minori “nomadi”.

Si invitano , pertanto, le SS.LL. a far pervenire entro il 6 Luglio 2007 le schede contenenti i dati relativi ai propri alunni rom e sinti, inviandole all’indirizzo e mail intercultura.csa.mi@tiscali.it alla cortese attenzione della Prof.ssa R.Spadaro, oppure tramite consegna a mano, che dal 20 Giugno 2007, data prevista per il trasloco, dovrà essere indirizzata a USP di Milano , Via Ripamonti 89 , piano 6° Area Intercultura Successo Formativo.

Si ringrazia per la loro cortese collaborazione e si porgono distinti saluti.

F.to Il Dirigente
Antonio Zenga

La scheda in allegato:
http://www.milano.istruzione.lombardia.it/circ2007/all_30587_07.doc

comprende le seguenti Voci

Denominazione scuola
Sigla Alunno
Età
Sesso
Indicare se l’alunno è Nomade italiano o straniero
Stato in cui è nato
Se straniero, anno di arrivo in Italia
Gruppo nomade di appartenenza (Es. Sinti , Rom , Abruzzesi….)
Luogo di Abitazione (Campo, Appartamento, ….)
Anno di arrivo nell’attuale scuola
Classe in cui è inserito
GRADO di scuola frequentata
Inserimento in classi inferiori all’età (n. anni di ritardo)
Inizio frequenza scolastica: se a settembre o in corso d’anno
Tipo di frequenza (regolare, saltuaria, a periodi alterni )
Proveniente da quale scuola: la stessa, altra italiana , altra straniera
Percorso scolastico pregresso: materna, elementare, media (indicare se in Italia o estero)
Livello conoscenza lingua italiana orale, scritta: nessuna, elementare , sufficiente,buona,…)
Esiti scolastici ottenuti Insuff. Scarsi Suff. Buoni
Programmazione didattica diversificata (per lingua italiana – per discipline…) se Sì Come:
Attività laboratoriali se Sì Quali,quando:
Attività di supporto con extrascuola se Sì Dove,chi:
Certificazione degli esiti: materiali di verifica “dedicati” se si Come, quali:
Rapporti con la famiglia: se si Come e perché:
Impiego di Mediatori Culturali: se Sì Quando:

Su: http://www.milano.istruzione.lombardia.it/circ2007/cprot30587_07.html  

 
Di Fabrizio (pubblicato @ 13:43:42 in Italia, visitato 1959 volte)

Da ChiAmaMilano

Voci e storie dei Sinti italiani che chiedono solo di essere trattati come tutti gli altri cittadini

Noi li chiamiamo zingari, loro ci chiamano gagè: ma la parola ‘zingari’ include un insieme di comunità di diversa provenienza, religione e tradizioni che si riuniscono dando origine a un unico popolo, i rom. Un popolo che viene da lontano, dall’India del Nord, tra la valle dell’Indo e le pendici himalayane e parla una propria lingua traslitterata dal sanscrito chiamata "romanès".
In questo gruppo ci sono anche i Sinti, i "rom" del Sind (oggi Pakistan): oggi i Sinti in Italia vivono in comunità sparse in tutta la penisola, costituite per lo più da piccoli gruppi parentali. Sono cittadini italiani e vivono sulla Penisola da oltre mezzo secolo. Le loro attività principali rimangono le giostre, anche nei parchi fissi, e il commercio ambulante. I Sinti che vivono in Italia sono cittadini italiani a tutti gli effetti, e per ribadire il loro diritto ad essere riconosciuti e non discriminati hanno manifestato lo scorso lunedì 7 luglio in piazza San Babila a Milano, contro i provvedimenti decisi dal governo che li vorrebbe sottoporre a censimento, insieme a tutto il popolo rom.

Guarda il video

 

Ricevo da Maria Grazia Dicati

"Capire le differenze, valorizzare le diversità". Questo slogan con cui si apre oggi il Meeting di San Rossore, appuntamento annuale dedicato alla lotta al razzismo e ai tanti volti che può assumere. Nell’anniversario del manifesto della razza che fu firmato nel luglio del 1938 proprio in questa località toscana, l’incontro si inaugura con un appello per fermare la deriva che attraversa la nostra società. Tra i primi firmatari il premio Nobel Rita Levi Montalcini, Massimo Livi Bacci, Enrico Alleva, Guido Barbujani, Marcello Buiatti…

I. Le razze umane non esistono. L'esistenza delle razze umane è un'astrazione derivante da una cattiva interpretazione di piccole differenze fisiche fra persone, percepite dai nostri sensi, erroneamente associate a differenze "psicologiche" e interpretate sulla base di pregiudizi secolari.

Queste astratte suddivisioni, basate sull'idea che gli umani formino gruppi biologicamente ed ereditariamente ben distinti, sono pure invenzioni da sempre utilizzate per classificare arbitrariamente uomini e donne in "migliori"e "peggiori" e quindi discriminare questi ultimi (sempre i più deboli), dopo averli additati come la chiave di tutti i mali nei momenti di crisi.

II. L'umanità, non è fatta di grandi e piccole razze. E' invece, prima di tutto, una rete di persone collegate. E' vero che gli esseri umani si aggregano in gruppi d'individui, comunità locali, etnie, nazioni, civiltà; ma questo non avviene in quanto hanno gli stessi geni ma perché condividono storie di vita, ideali e religioni, costumi e comportamenti, arti e stili di vita, ovvero culture. Le aggregazioni non sono mai rese stabili da DNA identici; al contrario, sono soggette a profondi mutamenti storici: si formano, si trasformano, si mescolano, si frammentano e dissolvono con una rapidità incompatibile con i tempi richiesti da processi di selezione genetica.

III. Nella specie umana il concetto di razza non ha significato biologico. L'analisi dei DNA umani ha dimostrato che la variabilità genetica nelle nostra specie, oltre che minore di quella dei nostri "cugini" scimpanzè, gorilla e orangutan, è rappresentata soprattutto da differenze fra persone della stessa popolazione, mentre le differenze fra popolazioni e fra continenti diversi sono piccole.

I geni di due individui della stessa popolazione sono in media solo leggermente più simili fra loro di quelli di persone che vivono in continenti diversi. Proprio a causa di queste differenze ridotte fra popolazioni, neanche gli scienziati razzisti sono mai riusciti a definire di quante razze sia costituita la nostra specie, e hanno prodotto stime oscillanti fra le due e le duecento razze.

IV. E' ormai più che assodato il carattere falso, costruito e pernicioso del mito nazista della identificazione con la "razza ariana", coincidente con l'immagine di un popolo bellicoso, vincitore, "puro" e "nobile", con buona parte dell'Europa, dell'India e dell'Asia centrale come patria, e una lingua in teoria alla base delle lingue indoeuropee. Sotto il profilo storico risulta estremamente difficile identificare gli Arii o Ariani come un popolo, e la nozione di famiglia linguistica indoeuropea deriva da una classificazione convenzionale. I dati archeologici moderni indicano, al contrario, che l'Europa è stata popolata nel Paleolitico da una popolazione di origine africana da cui tutti discendiamo, a cui nel Neolitico si sono sovrapposti altri immigranti provenienti dal Vicino Oriente.

L'origine degli Italiani attuali risale agli stessi immigrati africani e mediorientali che costituiscono tuttora il tessuto perennemente vivo dell'Europa. Nonostante la drammatica originalità del razzismo fascista, si deve all'alleato nazista l'identificazione anche degli italiani con gli "ariani".

V. E' una leggenda che i sessanta milioni di italiani di oggi discendano da famiglie che abitano l'Italia da almeno un millennio. Gli stessi Romani hanno costruito il loro impero inglobando persone di diverse provenienze e dando loro lo status di cives romani. I fenomeni di meticciamento culturale e sociale, che hanno caratterizzato l'intera storia della penisola, e a cui hanno partecipato non solo le popolazioni locali, ma anche greci, fenici, ebrei, africani, ispanici, oltre ai cosiddetti "barbari", hanno prodotto l'ibrido che chiamiamo cultura italiana.

Per secoli gli italiani, anche se dispersi nel mondo e divisi in Italia in piccoli Stati, hanno continuato a identificarsi e ad essere identificati con questa cultura complessa e variegata, umanistica e scientifica.

VI. Non esiste una razza italiana ma esiste un popolo italiano. L'Italia come Nazione si è unificata solo nel 1860 e ancora adesso diversi milioni di italiani, in passato emigrati e spesso concentrati in città e quartieri stranieri, si dicono e sono tali. Una delle nostre maggiori ricchezze, è quella di avere mescolato tanti popoli e avere scambiato con loro culture proprio "incrociandoci" fisicamente e culturalmente. Attribuire ad una inesistente "purezza del sangue" la "nobiltà" della "Nazione" significa ridurre alla omogeneità di una supposta componente biologica e agli abitanti dell'attuale territorio italiano, un patrimonio millenario ed esteso di culture.

VII. Il razzismo è contemporaneamente omicida e suicida. Gli Imperi sono diventati tali grazie alla convivenza di popoli e culture diverse, ma sono improvvisamente collassati quando si sono frammentati.

Così è avvenuto e avviene nelle Nazioni con le guerre civili e quando, per arginare crisi le minoranze sono state prese come capri espiatori. Il razzismo è suicida perché non colpisce solo gli appartenenti a popoli diversi ma gli stessi che lo praticano. La tendenza all'odio indiscriminato che lo alimenta, si estende per contagio ideale ad ogni alterità esterna o estranea rispetto ad una definizione sempre più ristretta della "normalità". Colpisce quelli che stanno "fuori dalle righe", i "folli", i "poveri di spirito", i gay e le lesbiche, i poeti, gli artisti, gli scrittori alternativi, tutti coloro che non sono omologabili a tipologie umane standard e che in realtà permettono all'umanità di cambiare continuamente e quindi di vivere. Qualsiasi sistema vivente resta tale, infatti, solo se è capace di cambiarsi e noi esseri umani cambiamo sempre meno con i geni e sempre più con le invenzioni dei nostri "benevolmente disordinati" cervelli.

VIII. Il razzismo discrimina, nega i collegamenti, intravede minacce nei pensieri e nei comportamenti diversi. Per i difensori della razza italiana l'Africa appare come una paurosa minaccia e il Mediterraneo è il mare che nello stesso tempo separa e unisce. Per questo i razzisti sostengono che non esiste una "comune razza mediterranea". Per spingere più indietro l'Africa gli scienziati razzisti erigono una barriera contro "semiti" e "camiti",con cui più facilmente si può entrare in contatto.

La scienza ha chiarito che non esiste una chiara distinzione genetica fra i Mediterranei d'Europa (Occidentali) da una parte gli Orientali e gli Africani dall'altra. Sono state assolutamente dimostrate, dal punto di vista paleontologico e da quello genetico, le teorie che sostengono l'origine africana dei popoli della terra e li comprendono tutti in un'unica razza.

IX. Gli ebrei italiani sono contemporaneamente ebrei ed italiani. Gli ebrei, come tutti i popoli migranti (nessuno è migrante per libera scelta ma molti lo sono per necessità) sono sparsi per il Mondo ed hanno fatto parte di diverse culture pur mantenendo contemporaneamente una loro identità di popolo e di religione. Così è successo ad esempio con gli Armeni, con gli stessi italiani emigranti e così sta succedendo con i migranti di ora: africani, filippini, cinesi, arabi dei diversi Paesi , popoli appartenenti all'Est europeo o al Sud America ecc. Tutti questi popoli hanno avuto la dolorosa necessità di dover migrare ma anche la fortuna, nei casi migliori, di arricchirsi unendo la loro cultura a quella degli ospitanti, arricchendo anche loro, senza annullare, quando è stato possibile, né l'una né l'altra.

 X. L'ideologia razzista è basata sul timore della "alterazione" della propria razza eppure essere "bastardi" fa bene. E' quindi del tutto cieca rispetto al fatto che molte società riconoscono che sposarsi fuori, perfino con i propri nemici, è bene, perché sanno che le alleanze sono molto più preziose delle barriere. Del resto negli umani i caratteri fisici alterano più per effetto delle condizioni di vita che per selezione e i caratteri psicologici degli individui e dei popoli non stanno scritti nei loro geni.

Il "meticciamento" culturale è la base fondante della speranza di progresso che deriva dalla costituzione dell'Unione Europea. Un'Italia razzista che si frammentasse in "etnie" separate come la ex-Jugoslavia sarebbe devastata e devastante ora e per il futuro.

Le conseguenze del razzismo sono infatti epocali: significano perdita di cultura e di plasticità, omicidio e suicidio, frammentazione e implosione non controllabili perché originate dalla ripulsa indiscriminata per chiunque consideriamo "altro da noi".

 
Di Fabrizio (pubblicato @ 10:38:46 in blog, visitato 1652 volte)

Da Puta a queer invader

Il testo della mia lettera al giornale, pubblicata oggi da Il Domani di Bologna

Oggi alle 17.00 in Piazza del Nettuno, la cittadinanza bolognese si ritrova per un appuntamento promosso dall'Arci e dall'Ufficio Stranieri della CGIL: Prendete le impronte anche a noi!. L'obiettivo è protestare contro le schedature dei rom avviate dal Ministro degli Interni Roberto Maroni. Durante il Bologna Pride, gli organizzatori hanno sottolineato con iniziative e dichiarazioni che questi provvedimenti prefigurano l'avvio di una politica discriminatoria su base etnica e che ricordano dolorosamente le leggi razziali. Leggi razziali che il fascismo approvò contro la popolazione ebraica e che portarono al confino e ai campi di concentramento anche molte persone omosessuali. La comunità gay e lesbica bolognese sarà in piazza a lasciare le sue impronte: se qualcuno dev'essere schedato, che lo siano tutti, allora. Zingari, froci, etero, donne, operai, casalinghe, impiegati, disoccupati. Tutti. Fabrizio De André cantava che gli zingari sono speciali perché sono la memoria vivente del nostro lontanissimo passato di nomadi e cacciatori. Che questi versi risuonino anche nelle stanze del Viminale: "Porto il nome di tutti i battesimi / ogni nome il sigillo di un lasciapassare / per un guado, una terra, una nuvola, un canto / un diamante nascosto nel pane / per un solo dolcissimo umore del sangue / per la stessa ragione del viaggio, viaggiare".

 
Di Fabrizio (pubblicato @ 09:25:11 in Regole, visitato 1701 volte)

Da Religion Clause

Il Budapest Times riporta che settimana scorsa la Corte Costituzionale ha deciso su due emendamenti alla legge sui "discorsi d'odio" precedentemente giudicata incostituzionale. Un emendamento permetteva di procedere contro un oratore che dirigesse discorsi chiaramente infiammatori contro persone di un gruppo religioso od etnico.

Prima i querelanti dovevano dimostrare che il discorso fosse rivolto direttamente a loro. L'altro emendamento per la prima volta rendeva un discorso razzista pari all'offesa criminale, punendolo con sino a due anni di prigione.

Il tribunale aveva precedentemente giudicato entrambe gli emendamenti eccessivamente restrittivi della libertà di espressione. Aveva anche giudicato che solo le persone fisiche potevano avere protetta la loro dignità umana. Questo non era possibile per comunità o gruppi. Criticando la decisione il parlamentare socialista Gergely Bárándy ha detto che apre la porta agli attacchi verbali verso Ebrei e Zingari.

 
Di Fabrizio (pubblicato @ 09:19:55 in Italia, visitato 1763 volte)

ANCHE NOI SIAMO ROM
E I BAMBINI ITALIANI SONO TUTTI UGUALI


La legittima repressione della microcriminalità non può diventare l’alibi delle Istituzioni per lanciare una campagna d’odio verso un’etnia e tanto meno per attuare una “schedatura” su base etnica di persone che non hanno commesso alcun reato, compresi i minori.

Oltre la metà degli appartenenti alle comunità Rom e dei Sinti in Italia sono cittadini italiani e cittadini dell’Unione europea a tutti gli effetti. Sottoporli a schedatura, rilevare le impronte digitali dei loro bambini, vìola apertamente i diritti internazionali dell´uomo, le norme e i trattati dell’Unione europea, la convenzione sui diritti dell’infanzia. E vìola l’art. 3 della nostra Costituzione, che afferma che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”

Le generazioni uscite dal dopoguerra non avevano mai conosciuto provvedimenti volti a marchiare un’etnia, a sottoporla a schedature indipendentemente dalla cittadinanza.
Perciò non possono non riandare alle testimonianze di tempi lontani e non avvertire tutta la gravità di quanto sta accadendo in una diffusa indifferenza.

E’ nostro dovere etico, civile, spirituale persino, guardare con rispetto ai diritti di tutte le minoranze. Chiediamo perciò ai cittadini democratici e responsabili, a coloro che “sanno”, a coloro che “intuiscono” i rischi della Storia, di opporsi al razzismo e a chi lo fomenta per fini politici. Per fermare subito la catena dell’odio e delle discriminazioni.

Il 14 luglio troviamoci a Milano
dalle 18 alle 20
in piazza dei Mercanti.


Lì ci schederemo tutti. E manderemo le nostre impronte digitali di cittadini italiani al Ministero dell’Interno

PER ADESIONI:
Comitato milanese per la legalità
Arci di Milano

PRIME ADESIONI: ANED, ANPI Comune di Corsico; ANPI Comune di Cesano Boscone, Anpi Comune di Buccinasco, ANPI Comune di Trezzano Sul Naviglio, Sandro Battisti, Lucia Vasini, Francesca Comencini, Carlo Rossoni e Ottavia Piccolo, Anna Bonaiuto, Alessandra Dal Moro , Mimmo e Anna Maria Claps , Alfredo Galasso, Gianni Barbacetto, Chiara Acciarini, Laura Maragnani, Fabrizio Casavola - Redazione di Mahalla, Associazione Le Girandole

 
Di Fabrizio (pubblicato @ 08:41:13 in scuola, visitato 1555 volte)

Da Roma_Francais

"La scuola deve giocare il proprio ruolo" - domenica 06.07.2008, 05:34 - La Voix du Nord

Giovedì sera, nella sala parrocchiale in route de Desvres, a Saint-Martin-Boulogne, s'è costituito un collettivo di difesa dei Rom. La sua prima azione, iscrivere sei bambini, di età tra i 6 e gli 11 anni, alla scuola di Wimille, comune dove sono installati.

"Buongiorno, mi chiamo Samantha, ho 8 anni, vorrei andare alla scuola a Wimille. Buongiorno, mi chiamo Abel, ho 7 anni, anch'io vorrei andare alla scuola a Wimille..." Anitsa, Samir, Sévère, Ionut, che per la circostanza ha messo gli abiti della domenica e le sue scarpe di vernice, vi accolgono nella sala parrocchiale di Saint-Martin-Boulogne messa a disposizione dall'abbé Boutoille, un posto dove funziona il seminario di pre-scolarizzazione animato dalle associazioni che sostengono e vengono in aiuto ai Rom.

Oltre a questi bambini e le loro mamme, rappresentanti della LDH, della FCPE, di Agir pour les Roms, dei Verdi, dei sindacati (Sud éducation solidaire) e dei cittadini. "Sono già due anni che i Rom sono arrivati nel Boulonnais" ricorda Jeadette Vaillant, presidente della LDH, senza omettere le numerose espulsioni di cui queste famiglie sono state oggetto nella nostra regione. Il presidente di Agir pour les Roms insiste: "Un certo numero tra loro hanno veramente l'intenzione di inserirsi nella nostra regione." "La scuola della Repubblica deve giocare il suo ruolo", reclama Christian Daquin, rappresentante della FCPE.

Il punto è che la domanda d'iscrizione di sei bambini, di età tra i 6 e gli 11 anni, alla scuola di Wimille, per il momento non è ancora realizzata. I rappresentanti di queste differenti associazioni si sono raggruppati in collettivo ed hanno deciso di interpellare il prefetto, la Halde, i difensori dei bambini ed il ministro dell'Educazione Nazionale per far rispettare gli articoli della Costituzione che data del 1946 e 1958.

Il parere del sindaco

Contattato sabato mattina, Antoine Logié, sindaco di Wimille, a cui il collettivo "rimprovera non di volere iscrivere i piccoli Rom per timore della reazione negativa dei genitori degli altri allievi e della popolazione", spiega di aver saputo della domanda d'iscrizione da rappresentanti della LDH e della FCPE solo sabato scorso. "I Rom si sono installati su un terreno umido e che appartiene allo Stato. Vogliono rimanere là? Bisogna scolarizzarli? Sarebbe auspicabile che la commissione insegnamento del consiglio municipale desse la propria opinione sulla questione. La direttrice della scuola primaria è stata contattata, così come i rappresentanti dei genitori degli alunni. I pareri sono estremamente condivisi. Mercoledì sera, parleremo di questo oggetto nel consiglio municipale." E' l'inizio di un'apertura?

In ogni caso, la negoziazione non si chiude.

 
Di Fabrizio (pubblicato @ 00:40:41 in media, visitato 1593 volte)

Ricevo da Maria Grazia Dicati

Rivolgo un appello a tutti coloro che in questo periodo si sono mobilitati per denunciare il provvedimento del governo relativo alle impronte dei bimbi rom, affinché si proceda rapidamente nei confronti di Panorama e si valuti se ci sono gli estremi per una denuncia : "Continuiamo a difendere e proteggere i bambini!"

Rom nati per rubare e impronte ai bambini
di osservatoriosullalegalita.org

La copertina del settimanale Panorama di questa settimana rappresenta un bambino rom con la scritta: "Nati per rubare" e sottotitolo "LADRI BAMBINI Appena vengono al mondo li addestrano ai furti, agli scippi, all'accattonaggio. E se non ubbidiscono sono botte e violenza. Ecco la vita di strada (e le voci) dei piccoli rom che il ministro Maroni vuole censire, anche con le impronte digitali".

L'Osservatorio sulla legalita' e sui diritti onlus denuncia il messaggio vergognoso e per di piu' falso e disinformativo di tale titolo.

Presupporre che il crimine sia una caratteristica tipica di un'etnia non solo e' una conclusione arbitraria, ma equivale ad etichettare un'intero popolo, a partire dai minori. E il messaggio e' letto da chiunque lo veda esposto in edicola, anche se non compra il giornale.

Il tutto per giustificare le discusse scelte del governo sulla questione sicurezza (e' di oggi la bocciatura da parte del parlamento UE della schedatura dei Rom voluta dal governo italiano).

Ricordiamo, con parole molto piu' autorevoli delle nostre, cosa significa e cosa comporta quanto sta accadendo. E lo ricordiamo soprattutto alle destre, che quando fa comodo (cioe' per opporsi all'Islam o a parte della sinistra che contesta Israele) si schierano con gli Ebrei:

Il presidente dell'Unione delle comunità ebraica in Italia, Renzo Gattegna (agenzia APcom del 15 maggio 2008):
"L'indiscriminata espulsione di massa di un gruppo etnico potrebbe forse produrre momentanei consensi e una breve ed effimera illusione, ma ben presto la vera natura discriminatoria di un simile atto emergerebbe con chiarezza e verrebbero messi a nudo tutti gli errori e le omissioni che nel tempo hanno prodotto questa degenerazione ingovernabile. Porto l'esempio dei nomadi, ma dobbiamo ricordare che le stesse pericolose dinamiche potrebbero colpire chiunque...
Di fronte a gravi crimini commessi da singoli individui che la giustizia non riesce a perseguire, si riversano odio e sospetto su intere collettività senza nessuna distinzione tra persone oneste e criminali. ... Se proseguisse un processo di criminalizzazione generalizzata, sia nei confronti dei nomadi che di qualsiasi altro popolo, gli onesti, abbandonati e discriminati, resterebbero in ostaggio dei criminali. E la sconfitta dello Stato sarebbe totale".

L’ANED (Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti) di Roma esprime "la più sentita riprovazione per il disegno di legge che prevede la schedatura dei Rom e Sinti presenti sul territorio italiano, tramite la rilevazione delle impronte digitali come in uso per i criminali. Il provvedimento è particolarmente odioso e inaccettabile, perché rivolto anche ai bambini e a tutti i minori che, finora, anche se privi di documenti, hanno potuto frequentare la scuola pubblica del nostro paese.
Il progetto di schedatura è, oltretutto, in totale contrasto con la Convenzione Internazionale per i Diritti del Fanciullo promulgata nel 1989 dall’ONU e ratificata dallo Stato italiano. Tale provvedimento richiama procedure di schedatura razzista utilizzate dai regimi nazifascisti durante il secolo scorso, per costruire archivi che miravano alla individuazione, emarginazione, concentrazione e conseguente deportazione di ogni minoranza e diversità. Nel caso che questo provvedimento venisse approvato, l’intero Consiglio direttivo dell’ANED di Roma chiede di essere schedato insieme ai Rom".

Il presidente della Comunita' ebraica romana Riccardo Pacifici (agenzia ANSA, 15 MAG):
''Vigileremo affinche' sia garantita, prima di tutto, la sicurezza di tutti noi tutti cittadini italiani, ma anche che le misure adottate a contrasto dei fenomeni criminali non abbiano un capro espiatorio, vittima sacrificale, delle cose che non vanno... Il nostro spirito era e rimane quello di costruire dalla brutta lezione della seconda guerra mondiale un approccio del nostro rapporto con le minoranze basato sulla lotta prima di tutto all'indifferenza, nemica dei diritti di chi subisce l'ingiustizia''.
Per Pacifici la nomina di un Commissario per l'emergenza Rom ''sulla spinta di sentimenti nati dalla paura e che attraversano trasversalmente tutte le forze politiche non e' lo strumento di comunicazione migliore. Le parole hanno un peso. Mentre sarebbe meglio adottare le stesse misure parlando di 'Emergenza sicurezza' generica per reati che provengono da ogni etnia, italiana compresa. La nostra non e' una polemica ma una pacata riflessione per fare in modo che forze xenofobe e razziste estranee alle nostre istituzioni non possano farsi giustizia da sole''.

Il presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici (intervista ad Ecoradio):
"Possiamo concordare con il Ministro Maroni riguardo il rispetto della legalità e la tutela dei minori ma il problema è forse l'errore di comunicazione compiuto che è legato all'idea di una schedatura che possa colpire solo certe persone, solo una certa categoria di cittadini. É un errore su cui si rischia di fare una sorta di cortocircuito, su cui bisogna stare molto attenti.
Ci devono essere provvedimenti uguali per tutti i cittadini che vivono nel suolo italiano, immigrati e non. È questo il punto sul quale dobbiamo lavorare. Le impronte ai bambini rom, inoltre, non hanno alcun senso perchè si modificherebbero col passare del tempo e sarebbe vano lo sforzo fatto. È sbagliato, inoltre, fare una legge ad hoc solo per i rom. Non bisogna dare sfogo a chi può coltivare sentimenti razzisti che possono sorgere nei monenti di paura e insicurezza nella popolazione. Dobbiamo fare un'opera di prevenzione.
Ben vengano- conclude Pacifici- iniziative a tutela dei bambini rom nei casi di sfruttamento ma deve emergere nella comunicazione che esiste tutto un mondo di rom dove vige la legalità, dove i bambini vanno a scuola, dove la gente paga le tasse e dove, insomma, si vive nella piena regolarità. Ecco bisogna far emergere anche il buono che c'è in questa comunità e che rappresenta la maggior parte dei Rom."

 

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