Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 30/11/2005 @ 12:30:16, in blog, visitato 3009 volte)
Cito da questo blog:

Leggendo le modalità d'ingresso per il Costa Rica, trovo questa dichiarazione:

"E' negato l'ingresso a zingari e quanti abbiano aspetto hippy"."

Non so immaginare la ragione esatta di simile provvedimento, ma sembra che sia realmente così. So soltanto che dovrò vestirmi con molta cura se non voglio essere confus.. con un hippy!
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Di Fabrizio (del 30/11/2005 @ 10:08:56, in Regole, visitato 3189 volte)
Minority Rights Group International

COMUNICATO STAMPA 17 Novembre 2005 (estratto)

La Bosnia 10 anni dopo: La nuova Constituzione deve incorporare i diritti delle minoranze per superare le divisioni etniche

All'alba del decimo annivesario degli accordi di pace di Dayton, i negoziati sulla nuova Costituzione di Bosnia ed Herzegovina devono stabilire definitivamente i diritti delle minoranze e riformare il sistema elettorale che discriminando favorisce le divisioni etniche. Minority Rights Group International (MRG) vuole che sia intrapresa un'azione [...] dove tutte le minoranze esistenti possano partecipare alla vita pubblica.

Le strutture politiche disegnate secondo linee erniche dalla Costituzione post-Dayton 10 anni fa, hanno ricevuto riprovazione per aver aumentato le divisioni etniche. Inoltre, MRG sottolinea che i diritti delle minoranze sono stati largamente misconosciuti, e sono stati implementati nel contesto di una struttura stabilita con la fine della guerra. MRG suggerisce [...] di adottare gli standards internazionali come previsto nella Convenzione Quadro del Consiglio d'Europa per la Protezione delle Minoranze Nazionali (FNCM), come soluzione che offra stabilità, eguaglianza e per costruire la fiducia tra tutti i gruppi etnici. Secondo MRG l'enfasi verso i diritti individuali deve accompagnarsi [...] alla protezione di tutti i gruppi più vulnerabili e marginalizzati. Occorre riformare un sistema elettorale segregazionista, [...] per arrivare ad un processo di coesione sociale e politica.

MRG, con la partnership della Benjamin N. Cardozo School of Law e di European Roma Rights Center (ERRC), sta impegnandosi per cambiare il sistema elettorale, che viola i diritti di molti cittadini a partecipare su basi paritaria alla vita pubblica ed istituzionalizza la politica dei confini etnici. Solo i tre "popoli costituenti" - Bosniaci, Croati e Serbi, possono partecipare alla Camera dei Popoli o alle elezion presidenziali, escludndo così le minoranze come i Rom o gli Ebrei. Inoltre, la possibilità di voto è ristretta all'etnicità: soltanto un Serbo può essere eletto dalla Republika Srpska o soltanto un Bosniaco o un Croato dalla Federazione. Queste restrizioni escludono di fatto quanti di etnia mista rifiutino di scegliere tra un'identità etnica costituente e l'altra. Ciò in violazione del diritto di scegliere se essere trattato o no come minoranza nazionale, pena una situazione di trattamento svantaggioso (FNCM art. 3).

Clive Baldwin, per conto dell'Ufficio Legale Internazionale di MRG, afferma: "I diritti delle minoranze godono di cattiva fama in Bosnia, [...] mentre altrove, lungi dal creare divisioni, si sono mostrati una delle più efficaci misure nella prevenzione dei conflitti e per un sviluppo equilibrato. Ora la Bosnia sta iniziando il processo di transizione da un governo straniero a uno bosniaco, e la comunità internazionale deve assistere e supportare questo obiettio, anche attraverso un pieno processo consultivo costituzionale".

[...]

MRG
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Di Fabrizio (del 30/11/2005 @ 05:45:13, in Italia, visitato 3426 volte)
da VogheraNews.it (link)
VOGHERA 28/11/2005: Più Nessun Ostacolo al Campo per gli Zingari Residenti
Area (Il progetto della piazzola per i Sinti inserito nell'area scelta dal Comune)

(VOGHERANEWS) – VOGHERA
di Christian Draghi
Dopo numerose vicissitudini sembra avvicinarsi alla conclusione la vicenda legata alla costruzione dell’area attrezzata per i Sinti residenti che attualmente occupano il cortile dell’ex Caserma. (...)

La soluzione all’annosa questione, come noto già da tempo, era stata trovata nel 2004 con l’individuazione di un’area posta tra la tangenziale e la ferrovia lungo la bretella che collega Voghera e Casteggio, ma non si è potuto procedere con i lavori per via del ricorso al Tar presentato dal proprietario del terreno che il Comune ha espropriato.

Ora, dopo l’ultima sentenza favorevole all’amministrazione, lo scorso 15 novembre è scaduto il termine entro il quale sarebbe stato possibile, da parte dell’ormai ex proprietario, presentare una nuova impugnativa. Nulla più ostacola la pianificazione dei lavori.

Riguardo ai tempi di attuazione, nulla è ancora certo, anche se la giunta è intenzionata a trasferire i Sinti dall’ex Caserma entro la prossima fiera dell’Ascensione, prevista dal 26 al 28 maggio.

“In questo modo – fa sapere il vicesindaco Graziano Percivalle – si libererebbe l’area che dà su via Marsala, che tornerebbe così ad ospitare le giostre come ha sempre fatto in passato. E’ ipotizzabile che i lavori inizino a febbraio, al più tardi agli inizi di marzo”.

Progetto (Il progetto)

Quello che si conosce del progetto, già presentato a suo tempo, sono i dati tecnici. L’area occupata sarà di 3.100 metri quadrati come stabilito dal progetto redatto dai lavori Pubblici, all’interno della quale saranno create 18 piazzole di sosta, ognuna delle quali avrà gli allacciamenti per gas, luce e acqua.

Come più volte sottolineato dalla Giunta, l'area sarà a disposizione dei soli residenti, i quali dovranno accollarsi le spese per i servizi gas, luce, acqua, e non potranno subaffittare le piazzole. Il costo totale dell’opera sarà di circa 284mila euro. Ultimo Aggiornamento ( lunedì, 28 novembre 2005 )
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Di Fabrizio (del 30/11/2005 @ 05:18:13, in Europa, visitato 3137 volte)

Cancellati in Slovenia: una questione europea

28.11.2005  
Un'analisi puntuale sulla situazione dei ‘cancellati' in Slovenia. Dopo l'indipendenza della Slovenia molti sloveni persero la cittadinanza. La loro colpa? Non essere etnicamente omogenei alla maggioranza nel Paese. Riceviamo e volentieri pubblichiamo
A cura di: Civilna iniciativa izbrisanih aktivistov – Koper, Ptuj, Ljubljana
Karaula MiR – MigrazioniResistenze – Friuli, Roma, Slovenija
Društvo Dostje! - Ljubljana

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Di Fabrizio (del 30/11/2005 @ 05:06:42, in lavoro, visitato 3022 volte)
MIERCUREA CIUC - L'associazione etnoculturale "Concordia" della città di Balan, congiuntamente al municipio e al Gruppo Comunitario di Iniziativa dell'Etnia Rom, ha ottenuto un finanziamento Phare per la formazione professionale. Per sette mesi, 15 Rom tra i 18 e i 50 anni di età, frequenteranno un corso teorico-pratico per muratori e carpentieri. Nel periodo di formazione, lavoreranno come pre-salariati all'edificazione di un polo industriale a Miercurea Ciuc.

Gli studenti verranno seguiti dall'Agenzia per l'Impiego di Harghita, perché alla fine del corso possano trovare un impiego. Robert Kovacs, di "Concordia", dice che i 15 Rom sono stati cooptati perché erano senza fonte di reddito e senza sbocchi professionali, causa la mancanza di formazione e le discrfiminazione nel mondo del lavoro. Il costo del progetto sarà di 15.000 Euro

Fonte: Romanian_Roma
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Di Sucar Drom (del 29/11/2005 @ 20:04:54, in Italia, visitato 3039 volte)

postato da sucar drom

MINORANZE LINGUISTICHE: IN GENNAIO A ROMA PRIMA CONFERENZA

Palermo, 28 novembre 2005

A meta' gennaio si svolgera' a Roma la prima riunione della Conferenza delle minoranze linguistiche, realizzando un confronto tra Stato, Regioni, Comuni, istituzioni locali e minoranze.
Lo ha annunciato il ministro per gli Affari regionali, Enrico La Loggia, intervenendo a un convegno sul tema oggi a Palermo.
Un appuntamento, ha spiegato il ministro, nel quale si dovra' discutere anche di una nuova legge di settore, poiche' la 482 del '99 "ha prodotto buoni risultati, ma non basta piu'. Serve uno strumento legislativo piu' adeguato e aggiornato. E il nuovo ddl - ha aggiunto - dovra' essere pensato e formulato insieme alle minoranze linguistiche".
Il testo dovra' peraltro istituzionalizzare la Conferenza permanente delle minoranze linguistiche, "ma poiche' - ha spiegato La Loggia - potremmo non fare in tempo ad approvare la legge, a meta' gennaio convocheremo comunque tale organismo. Lo faremo politicamente, se non istituzionalmente. Contestualmente sara' avviato il percorso per il varo del disegno di legge che potra' essere approvato o meno. Nel frattempo, avremo comunque riunito una grande Conferenza, con l'effetto di spingere la politica e le istituzioni".

Riguardo all'attuale legge, il bilancio per La Loggia "e' positivo" perche' sono stati fatti passi in avanti per la salvaguardia delle 12 minoranze linguistiche, sebbene ci siano quelli che il ministro chiama "i beneltranzisti, cioe' quelli che pensano che ci sono 'ben altri problemi', quelli che non sono mai soddisfatti".

Il ministro ha annunciato anche un monitoraggio sui risultati ottenuti da alcuni strumenti, come gli sportelli linguistici, "un'importante occasione di integrazione. Ecco, perche', mi rammarico che non siano cosi' diffusi come dovrebbero, e che da qualche parte siano assenti".

L'uso della lingua minoritaria nella pubblica amministrazione e nella scuola, infatti, "e' fondamentale perche' realizza il necessario legame con le comunita', le radici e la storia". Per Gaetano Caramanno, sindaco di Piana degli Albanesi (Palermo), dove vive la piu' numerosa minoranza albanese in Italia, "la lingua e' fondamentale per mantenere in vita la nostra stessa cultura. Il percorso di salvaguardia e' gia' avviato - assicura - anche grazie a passi concreti come gli sportelli linguistici, i corsi di bilinguismo nelle scuole e le indennita' di bilinguismo degli impiegati comunali".

Rif: AGI on line

230917
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Di Sucar Drom (del 29/11/2005 @ 20:00:30, in casa, visitato 3048 volte)

da sucar drom

Pubblichiamo un articolo apparso martedì 29 novembre 2005 sul quotidiano Libertà OnLine. Come potete capire la politica dei campi nomadi non è ancora finita anche in Emilia Romagna, purtroppo!

Castelsangiovanni (Piacenza)
Annuncio dell'assessore Bellinzoni: il progetto costerà 288mila euro.
Campo nomadi con i soldi regionali.
«La nuova struttura finanziata al 90% da Bologna»

Castelsangiovanni - Potrebbe ricevere un finanziamento pari al 90 per cento del costo preventivato il progetto relativo al nuovo campo nomadi di Castelsangiovanni. L'annuncio è arrivato in sede di commissione, dove l'assessore ai lavori pubblici Giovanni Bellinzoni ha illustrato le voci della variazione al piano delle opere pubbliche tra cui anche il campo nomadi che, lo ricordiamo, dovrebbe sorgere in località Molino Suzzani. Campo nomadi per cui la Regione, almeno secondo quanto riferito dall'assessore ai commissari presenti, potrebbe arrivare a finanziare il 90 per cento dei circa 288 mila euro di spesa prevista.
«Manca ancora la conferma ufficiale - ha detto l'assessore - ma gli uffici ci hanno praticamente assicurato che l'entità del finanziamento sarà pari al 90 per cento. Ora attendiamo la delibera regionale per la conferma definitiva».
Alla domanda del consigliere di minoranza Aldo Bersani sulla presenza delle autorizzazioni previste dalla legge per realizzare la nuova struttura, Bellinzoni ha risposto che le autorizzazioni «verranno richieste sulla base del progetto esecutivo», aggiungendo che il nuovo campo nomadi rappresenta una «svolta storica per la città di Castelsangiovanni».
La realizzazione del campo è inserita nella variazione al piano di opere pubbliche, e del bilancio 2005, che stasera verrà vagliata dal consiglio comunale. Tra gli altri numeri della manovra di fine anno vengono inseriti a bilancio oltre un milione e 600 mila euro per la costruzione del primo lotto di lavori relativo all'ampliamento della Tina Pesaro, dove verranno accorpate tutte le scuole elementari. «Nei prossimi due anni - ha spiegato Bellinzoni - verranno inseriti a bilancio gli altri due lotti per il completamento dei lavori». Si tratta d lotti di circa 900 mila euro l'uno, per un totale di oltre tre milioni di euro. «Non vedo un piano organico per lo sviluppo dell'intero progetto - ha obiettato Bersani - L'allargamento della Tina Pesaro dovrebbe infatti servire a liberare gli spazi della scuola cardinal Casaroli di piazza XX settembre dove dovrebbero traslocare gli uffici comunali». Tra le altre voci, Bersani ha criticato la realizzazione del palasport. Un'opera, a suo dire, «faraonica, totalmente diversa da come era stata pensata». «Una struttura polivalente - secondo l'assessore Bellinzoni - che lascerà il segno e avrà un richiamo a livello provinciale».
Critiche anche dal capogruppo di minoranza Fabrizio Carrà che ha parlato di «gioco delle tre carte» riferendosi al continuo cambio di ubicazione sia del palasport (prima via Montanara e poi la Spadina), della scuola elementare (prima alla Spadina e poi alla Tina Pesaro) e del campo nomadi (prima sul rio Carogna e poi in località Molino Suzzani). «Un'associazione d'idee inopportuna», secondo la presidente di commissione Marina Vercesi che ha difeso il percorso «trasparente e partecipato con cui si è arrivati alla definizione di scelte, quali la scuola, che vanno incontro a esigenze ben precise della cittadinanza».
Mariangela Milani

2309149

© 1996 - 2005
Libertà On Line

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Di Fabrizio (del 29/11/2005 @ 13:29:26, in Italia, visitato 5887 volte)
La scorsa segnalazione del programma del seminario era incompleta. Mi sono giunte diverse email, chiedendomi di rettificarla (non sapevo di essere letto così tanto!).
Questo il programma generale:

* Opera Nomadi

Ente Morale (D. P. R. 26/03/70 n. 347)

Presidenza Nazionale

Via di Porta Labicana 59–00185 Roma

tel. 06/44704749
fax 06/49388168
 
 
 
 
Con la collaborazione
 
MIUR

(Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca)

 
Comune di Roma
 
 

VIII Seminario Nazionale Opera Nomadi

6 e 7 dicembre 2005

"I Rom/Sinti e le Metropoli"

Riunione dei Gruppi di lavoro

Martedi 6 dicembre (dalle ore 15.00 alle ore 20.00)

Mercoledì 7 dicembre (dalle ore 9:00 alle ore 13.00)

Mercoledì 7 dicembre (dalle ore 15.30 alle ore fino alle ore 19.00 conclusioni del seminario)

GRUPPO DI LAVORO N. I "HABITAT": "La cultura dell'Abitare"

Presso l’Assessorato delle Politiche Sociali del Comune di Roma

in viale Manzoni 16 (quartiere Labicano)
 

Conduttore di gruppo: Massimo Converso(Presidente nazionale Opera Nomadi)

Segretaria di gruppo: Elena Coluccia (Volontaria in Servizio Civile)

GRUPPO Dl LAVORO N. 2 “SANITA”

Presso la sala Missiroli l’Istituto Superiore di Sanità in via Giano della Bella 34 (zona Università La Sapienza, Quartiere Italia)

Conduttori di gruppo: SalvatoreGeraci (Referente Area Sanitaria Caritas) e Antonio  

                                       Scopelliti (Opera Nomadi Foggia e Referente Nazionale Sanità O.N.)

Altri partecipanti: Pierluigi Tomassini (Operatore Camper Sanitario Opera Nomadi Lazio)

                                Simonetta Scarsi (Pediatra - Consigliera Nazionale Opera Nomadi-   

                                 Referente Sanità Liguria)

Segretario di gruppo: Flavia Zampa (Volontaria in Servizio Civile)

 
GRUPPO DI LAVORO N. 3 "SCUOLA":

Presso il MIUR (Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca) in via Ippolito Nievo 35 (Quartiere Trastevere)

Conduttori di Gruppo: Prof.ssa Renata Paolucci (Consigliera Nazionale Opera Nomadi -  

                                        Referente Scuola Opera Nomadi Nazionale)

                                       Prof. Marco Nieli (Consigliere Nazionale Opera Nomadi)

Altri Partecipanti: Prof. Renzo Comin (Referente Scuola Opera Nomadi Veneto)

                                Ins. Anna Biondani (Referente Scuola Opera Nomadi Sicilia)

                                Prof.ssa Antonia Dattilo (Presidente Opera Nomadi Emilia Romagna)

                                Dr.ssa Maria Rosa Chirico (Sociologa Opera Nomadi Lazio)

Segretarie di gruppo: Grazia Ciampi (Volontaria in Servizio Civile)

                                      Rubina Paradisi (Volontaria in Servizio Civile)

GRUPPO DI LAVORO N. 4 "LAVORO":

Presso la sala Blu del Comune di Roma Assessorato al Lavoro in via Lungotevere de' Cenci 5, II piano (Quartiere Ebraico)

 

Conduttori di Gruppo: Aleramo Virgili (Responsabile Sportello Lavoro Opera Nomadi  

                                        Lazio)

Segretaria di Gruppo: Giovanna Tarquini (Volontaria in Servizio Civile)

GRUPPO Dl LAVORO N. 5 "DIRITTI/MEDIATORI":

Presso la sala Teatro della Scuola A. Saffi (Municipio 3) in via dei Sabelli 119

(Quartiere San Lorenzo)

Conduttori di Gruppo: Giorgio Bezzecchi (Seg. Naz. Opera Nomadi – Referente

                                        Mediazione Culturale Opera Nomadi nazionale)

Altri Partecipanti: Avv.ssa Raffaella Tucci (Ass. Altro Diritto-Firenze)

                                Magistrato Filippo Paone (Presidente VII Sezione Tribunale Penale di   

                                Roma)

                                Dr.Pietro Vulpiani (Ministero Pari Opportunità)

                                Dr.Renato Fedele (Presidenza del Consiglio - Dipartimento degli Affari     

                               Regionali)

                               Enzo Esposito (Referente Diritti Opera Nomadi Napoli)

Segretari di Gruppo: Lino Posteraro (Volontario in Servizio Civile)

                                     Rossella Lizzadro(Volontaria in Servizio Civile)

Martedì 6 dicembre 2005 dalle ore 21.30 alle ore 24.00

Presso la sala TEATRO della Scuola A. Saffi (Municipio 3-Comune di Roma) in via dei Sabelli 119 (Quartiere San Lorenzo)

 1° CONCORSO ROMANI’ dei MUSICISTI di STRADA Rom/Sinti
 
Mercoledì 7 dicembre 2005 dalle ore 15.30 alle 19.00

Presso la Sala Conferenze Municipio 3 in via dei Sabelli 119

(Quartiere San Lorenzo)
Conclusioni

PS: sono state invitate personalità delle Istituzioni Nazionali e locali, nonché del mondo del Volontariato e impegnate nel "Sociale" di cui siamo in attesa di conferma di partecipazione

Roma 10 Novembre 2005

                                                              Il Presidente

Dottor Massimo Converso

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Di Fabrizio (del 29/11/2005 @ 11:42:54, in Italia, visitato 4456 volte)

note:

Cologno Monzese (Milano)
NESSUNO TOCCHI I DIRITTI
30 novembre 2005

in collaborazione con la Consulta per la Pace e Amnesty International Circoscrizione Lombardia

Giornata contro la pena di morte

La città di Cologno Monzese aderisce alla iniziativa «Città per la vita - Città contro la pena di morte» promossa dalla Comunità di Sant’Egidio. 
Trecento città in tutto il mondo sceglieranno un monumento da illuminare per richiamare l’attenzione di tutti i cittadini sulla violazione dei diritti umani che la pena di morte rappresenta. 
Villa Casati sarà illuminata con proiezioni, immagini e parole. 
Spazio espositivo a cura di Amnesty International Circoscrizione Lombardia 

Cineteatro di via Volta ore 21.15 
proiezione del film «Porte aperte» 
di Gianni Amelio, con Gian Maria Volontè 
Ingresso libero 

L’Assessore alla Cultura e alla Pace 
Giovanni Cocciro

    3 dicembre 2005

In collaborazione con la Consulta per la Pace del Comune di Cologno M.se 2005
Casa della Carità
Opera Nomadi

Giornata per i diritti del popolo ROM

Nell’approssimarsi della giornata mondiale per i diritti umani e nell’anniversario dell’apertura dell’Ufficio per la Pace, l’Amministrazione Comunale intende dedicare uno spazio ai diritti del popolo Rom. 

Ore 16.00 Villa Casati Sala Pertini Saluto del Sindaco Mario Soldano
Saranno presenti:

  • Irma Dioli Assessore alla Pace della Provincia di Milano

  • Giovanni Cocciro Assessore alla Pace di Cologno Monzese

  • Don Virginio Colmegna Presidente della Casa della Carità

  • Giuseppe Sampietro Presidente della Consulta per la Pace di Cologno Monzese 

Ore 16.30 
Sala Mostre -Inaugurazione delle mostre fotografiche: 
«Il popolo rom» a cura dell’Opera Nomadi foto di Paolo Poce 
«Faccia da zingaro» del fotografo Sergio Pontoriero 

Ore 17.00 
Il Sindaco Mario Soldano e l’Assessore alla Pace Giovanni Cocciro consegneranno il Premio alla Pace Città di Cologno 2005 

Ore 17.30 
Proiezione dei video sulla storia e la condizione del popolo Rom 

Ore 18.00 
Concerto della Banda del Villaggio Solidale 
Durante l’iniziativa saranno presenti banchetti espositivi delle associazioni di volontariato Di Cologno Monzese 

Il Sindaco 
Mario Soldano

Biblioteca Civica 
INFO 
Ufficio per la pace 
02 25308656

OPERA NOMADI SEZIONE DI MILANO ONLUS                                                                 Fotografie di Paolo Poce

Ente Morale DPR n. 347 del 26.3.1970

Via Archimede n. 13                                                                                                                       

20129 Milano Tel 0284891841 – 3393684212

operanomadimilano@tiscalinet.it

 

Sul numero dei rom e sinti in Italia e sulle concentrazioni demografiche dei gruppi zingari in Europa non esistono censimenti precisi ma stime percentuali, a fronte della crescente consapevolezza di una diffusa condizione di discrimazione e disuguaglianza.

Quella “Rom” è la più consistente minoranza trasnazionale (c.ca 10 milioni) dell’Unione Europea, lacerata da una diaspora territoriale resa ancor più acuta dai processi di modernizzazione, dalla perdita di protezioni sociali, dalle migrazioni dalle aree balcaniche provocate da un generale impoverimento e da una radicale modificazione dei rapporti sociali nelle comunità locali.

Nell’area carpato balcanica è presente c.ca il 60 % dell’intera popolazione rom europea, distribuita tra i paesi più poveri e con il reddito pro capite più basso (Romania, Slovacchia, Bulgaria, Bosnia, Kosovo, Macedonia); seguono la regione atlantica comprendente la penisola iberica (con un rapporto numerico complessivo pari c.ca allo 0,4 – 0,6 % della popolazione autoctona) e il resto degli stati della “vecchia europa” dove la percentuale si aggira mediamente attorno allo 0,2 – 0,3% (nel nostro paese è pari a c.ca 150.000 persone).

In Italia vi sono 27 comunità tra loro riconoscibili per una diversa provenienza geografica, religione, professioni esercitate, formate per c.ca la metà da italiani di antico insediamento (XIV sec.) e per l’altra da profughi o emigranti, la cui comune “identità” poggia quasi esclusivamente su fattori linguistici. Rom sono coloro che comunicano e si riconoscono attraverso le diverse parlate del Romanès o romani chib, una lingua di origine indiana (sanscrito) sulla cui esatta origine si è a lungo discusso senza trovare mai un pieno accordo.

Nel corso del novecento i rom hanno mutato quasi per intero le professioni tradizionali e gli spazi di relazione tipici della società rurale, restando ai margini delle nuove opportunità offerte dal mercato del lavoro e della società, mentre la percezione sociale e il pregiudizio che li circonda è andato crescendo.

Più che sulle cause e i rimedi possibili che pure pongono la forte necessità di un’azione culturale e sociale che investa l’insieme della società, veniamo chiamati a constatare gli effetti di una convivenza a tratti irrisolta o “inquietante”, relegata com’è nei confini minimali delle città, o annichilita nell’immobilità conflittuale imposta “dalle baraccopoli o ghetti” che provocano una pauperizzazione dell’esistenza e delle relazioni sociali e un senso generale di insicurezza.

L’influenza del luogo in cui si vive è un fattore determinante per creare il senso di emarginazione, discriminazione e disperazione tra le persone. Le barriere mentali si materializzano in frontiere urbane, in spazi di negazione, in campi nomadi.

All’interno del variegato e complesso mosaico della società rom milanese e di tutta la provincia emergono in modo dirompente gli effetti di una ripresa dell’emigrazione dai paesi dell’europa orientale e dell’area balcanica e in particolare dalla Romania, ma anche le tante, tantissime situazioni di abbandono e trascuratezza che riguardano le comunità rom e sinte italiane.

Si stima che Rom, Sinti e Camminanti siano in tutta la Provincia non più di 10 – 15.000 persone. La metà circa sono minori al di sotto dei 16 anni. Solo il 2 – 3 % supera i sessant’anni.
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Di Fabrizio (del 29/11/2005 @ 09:03:33, in Italia, visitato 4650 volte)
Potete immaginare niente di peggio di una giornata di convegno in provincia, la neve che rende ancora + difficile arrivare sul posto, la sveglia alle 7.30 (di sabato!!) quando la notte prima sono andato a dormire alle 5.00??

Sì, purtroppo c'è di peggio. Perché la stessa neve sta cadendo su quelle roulottes e baracche su cui pendono ordinanze di sgombero (ripeto: fare gli sgomberi in un'altra stagione, no??) e l'argomento di UN'IDEA ALTRA DI CITTA', molto azzeccato, sono proprio la casa e i diritti. Diritti fa il paio con dignità: lo stesso giorno alcuni giornali riportavano il campo di via Idro Milano ... una storia che potete conoscere dai diretti interessati
Insomma, un momento azzeccato per fare il punto della situazione.

Durante una pausa del convegno, parlavo con Carlo e Denis (nuovi colleghi di redazione della Sucar Drom) e secondo loro le stesse cose si dicevano 10 anni fa. Ci si interrogava, al solito, di chi fosse la colpa e inevitabilmente, questo discorso rischiava di scivolare sul ritardo accumulatosi negli ultimi anni, quando in Italia il dibattito sulla condizione di Rom e Sinti, piuttosto che proseguire, ha iniziato a regredire. Per trovarci oggi a rincorrere pensieri già fatti molte volte.
A parte il piacere di rivedere facce note, i dibattiti spesso sono noiosi e fumosi (non questo, per fortuna) e, aspettando gli atti della discussione, ne riscrivo per una sola ragione: dare un punto di partenza; evitare che la prossima volta si debba ripartire sempre dagli stessi punti, evitare che qualcuno "si scordi" delle affermazione fatte.

Preciso: non sarà un resoconto stenografico, piuttosto la somma di ragionamenti e dubbi che sono emersi. Se ho sbagliato nel riassumere o ne ho dato un'interpretazione ECCESSIVAMENTE politica, torneremo sull'argomento.

Ecco che il saluto del sindaco di Trezzo sull'Adda, Roberto Milano, mette subito i piedi nel piatto della cronaca - il suo è un comune relativamente piccolo (11.500 abitanti), ma che non è estraneo alle vicende nazionali. Ecco allora l'appello del sindaco: LEGALITA' e PALETTI, ma anche la necessità di capire quali le regole e le priorità perché legalità sia un valore condiviso. I contributi di sindaci e consiglieri di altri comuni (Concorrezzo; Buccinasco, un altro paese in provincia di Cremona che purtroppo non ricordo) si ispirano a quello del sindaco di Trezzo.

La sua indicazione viene ripresa subito da Maurizio Cabras (Istituto di Ricerca Ecopolis) che presenta il confronto come un momento che riunisce tecnici ed esperti di settore, con le loro analisi e testimonianze, ma anche come occasione di costruire reti di lavoro dal basso, dove il tavolo istituzionale si allarga ai centri di studio, alle università, al privato sociale.

Laura Di Martino (ARCI), a parte la necessaria autoreferenzialità, introduce alcuni argomenti che ricorrereanno spesso, senza trovare una risposta precisa:
  • occorre creare continuità per iniziative simili, se lo scopo è avere regole condivise,
  • regole condivise sono il presupposto perché i Rom siano riconosciuti come cittadini con pari diritti e doveri,
  • la necessità di superare le divisioni, palesi e meno, perché "le contrapposizioni creano marginalità",
  • e, qui la difficoltà maggiore per gli amministratori, quale può essere adesso il "sistema quadro" dei diritti e dei doveri per i Rom stranieri, di fronte all'attuale legislazione immigratoria.
(come ha ricordato l'intervento di una Romni nata in Italia ma con i genitori provenienti dalla ex Yugoslavia, la sua situazione è una sorta di limbo giuridico, e i Rom sono la popolazione europea con la più bassa età media)

Zoran Lapov (Università di Firenze) aveva il compito di fornire un quadro teorico della questione. Compito svolto egregiamente, perché dalla teoria si è agganciato subito alla pratica: i campi sosta sono una soluzione applicata esclusivamente in Italia, che sono una forma di ghetto contro un "supposto" nomadismo, che in realtà è quasi ovunque una condizione di "sfollati permanenti". Ha poi rincarato la dose, giudicando l'Italia come un paese di forte pluralità sociale e linguistica, a cui non ha mai fatto riscontro un adeguato progetto statuale (e quando questo si è concretizzato nella legge sulle minoranze linguistiche, è stato comunque a danno dei diretti interessati)

Se da una parte si richiedono regole e progettualità, mancano politiche specifiche (eppure, a leggere i giornali sembra l'opposto) e si è obbligati a rincorrere sempre le varie emergenze.

La Caritas stessa, tramite don Colmegna, ha testimoniato come l'agire sempre sulle emergenze, da un lato ha permesso di liberare fondi e capacità tramite il privato sociale, ma quando il risultato potrebbe trasformarsi in concretezza, l'assenza della politica crea nuovi confini e paure. Il progetto Caritas di Villaggio Solidale, che nasce sulle esigenze dei Rom sfrattati da via Capo Rizzuto, vede il contributo di sindacati e ricercatori, di sicuro affronta in maniera dignitosa il problema della marginalità e dimostra che nella pratica, se si vuole, si può iniziare a risolvere i problemi.
Ma (secondo me) crea ancora più contrapposizione. Intendiamoci, fa bene la Caritas ad investire i propri soldi senza riguardo alle polemiche, AGIRE INVECE DI DISCUTERE, ma questo può risolvere, momentaneamente e quando va bene, il problema di 70 persone su 2/3000.

Tocca a Maurizio Pagani (Opera Nomadi Milano) ricordare che un'organizzazione storica come la sua, che non possiede le capacità finanziarie di una Caritas, paga maggiormante l'involuzione politica e progettuale degli ultimi anni. Anche il recente e discusso rapporto sul razzismo, al di là dello specifico, rimprovera all'Italia di non aver mai fornito le cifre su quanti siano i Rom e i Sinti in Italia.
Da questa lontananza dello stato nasce l'equivoco del "problema rom": oggi si parla di emergenza coi Rom rumeni, come in passato gli stessi toni erano riservati ai Rom bulgari o bosniaci. Ma non si può ogni volta affrontare l'emergenza delle varie diaspore, se rimangono sul tappeto i problemi pregressi delle comunità storiche dei Rom italiani.

Francesca Corso e Irma Dioli (rispettivamente Assessora ai diritti dei cittadini e Assessora alla partecipazione e cooperazione internazionale della provincia di Milano) hanno dovuto comnvincere la platea che il rapporto con la Provincia si può ricreare, nonostante i recenti anni di reciproca diffidenza; come, ancora non è del tutto chiaro. Potrà assumere un ruolo "super partes", che dia voce alle singole esperienze locali, o piuttosto un ruolo più attivo e di stimolo, come quello che ha assunto nei pochi mesi dal suo insediamento, stretta tra le chiusure del capoluogo milanese e la necessità di coordinare piani che coinvolgano tutta l'area metropolitana. Lo stesso concetto di LEGALITA', ricorrente più volte, diviene una scelta politica, nel momento che il Parlamento sta cambiando le carte in tavola con Devolution e riforma costituzionale, scompaginando i ruoli delle istituzioni e delle autonomie.

Tommaso Vitale (Università di Milano Bicocca) esorta la Provincia a promuovere un dibattito pubblico sulla condizione dei Rom, al più alto livello e ad invitare Lívia Járóka e Viktória Mohácsi, le due romnià elette al Parlamento Europeo. Sempre a Vitale spetta introdurre le sessioni tematiche pomeridiane, illustrando il legame che partendo dal concetto di cittadinanza, arriva all'essere legittimati a governare e partecipare.

Antonio Tosi (Politecnico di Milano) esordisce osservando come i Rom non sono considerati di "diritto abitativo". Le stesse organizzazioni rom, solo recentemente hanno preso atto del fallimento della politica dei campi sosta.
Di sicuro, la condivisione di spazi e servizi non più segregati, mette in discussione tutti i rapporti esistenti.

E' quello che poi dimostreranno gli interventi seguenti, con la Toscana nel ruolo di regione "virtuosa", e l'intervento finale di Paola Dispoto (consulente Ufficio pianificazione sociale, Comune di Bolzano), purtroppo sacrificato per la mancanza di tempo.

Esperienza positiva quella toscana, illustrata a più riprese da Antonio Sconosciuto (Società della salute, zona pisana), Milena Scioscia e Michele Vonci (progetto Rom Arci Toscana) e Nicola Solimano (Fondazione Michelucci, Firenze).
Positiva per i risultati: il graduale superamento dei campi sosta, per soluzioni più rispettose della dignità umana, meno costose per la comunità contribuente e il recupero di aree degradate.
Ma positiva, soprattutto per il percorso politico adottato: i risultati sono stati ottenuti perché c'è stata la costanza e la volontà di impegnarsi 10 anni e di coinvolgere diverse autorità: un lavoro in rete locale, appunto.
E in questo tempo, a volte le soluzioni sono sfuggite di mano, non solo per le difficoltà tecniche: nel momento che i vari soggetti non riuscivano a coinvolgere la popolazione locale, anche le scelte più "corrette" segnavano il passo.
Il valore di una politica condivisa, è che non solo i problemi, ma anche le soluzioni si toccano, e partendo dalle politiche abitative e del riconoscimento reciproco, si sono individuate soluzioni e percorsi anche nel campo del lavoro, della scuola, della sanità.
E soprattutto, si è delineato un modo operativo che può dare i suoi frutti, anche se applicato ad istanze che non riguardano la marginalità sociale ed economica.

Sono replicabili queste soluzioni? Modestamente, penso che non basti sostituire la parola d'ordine CAMPO SOSTA con CASA. Manca ancora una riflessione critica sulle dinamiche che sinora non hanno funzionato.
Il rischio, accettando acriticamente una nuova parola d'ordine, è ricreare le soluzioni abitative di alcuni gruppi rom a Milano e Napoli: avuta la casa in quartieri già degradati di loro, si sono spostati dalla piccola criminalità allo spaccio (e consumo) di droghe e alla prostituzione: la strada per scomparire definitivamente come popolo.
Ancora, un problema politico: non è l'etnia a rischio devianza, ma la situazione in cui avviene l'urbanizzazione.
Se questa avviene in:
  1. periferie estreme già problematiche di per sé
  2. in situazione di alta concentrazione etnica o numerica
  3. in mancanza di servizi pubblici
la realtà non cambia. E, come giustamente insistono i coredattori di Sucar Drom, condizione essenziale è prevedere piani di mediazione culturale e di coinvolgimento e responsabilizzazione dei diretti interessati. O, per dirla dal punto di vista opposto, "aggredendo" la spinosa questione delle condizioni delle periferie, coscienti che è nell'interesse generale e non dei soli Rom.

Per terminare, perché un così lungo riassunto? Sono state dette tante cose, è necessario averne memoria, per non sentirle ripetere uguali il prossimo convegno. E' necessario scriverle, perché con la scusa della cultura orale, alla lunga si rimane fregati dalle promesse.
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