Melito Porto Salvo (Reggio Calabria) - Lo sgombero del campo Rom di via Del
Fortino è stato portato a termine brillantemente nella mattinata di oggi, con
l'abbattimento delle baracche e l'avvio delle attività di bonifica dell'area.
L'operazione coordinata dal sindaco di Melito Porto Salvo, Gesualdo
Costantino, si è svolta in assenza di problemi di ordine pubblico, con le
pattuglie di carabinieri e polizia che hanno monitorato la situazione a distanza
senza alcuna necessità di intervenire. I mezzi pesanti e le maestranze sono
entrati nel campo intorno alle 8,30, provvedendo all'abbattimento delle baracche
ormai disabitate e alla messa in sicurezza dell'area, letteralmente invasa da
enormi cumuli di rifiuti di ogni genere. La decisione dell'Amministrazione
comunale di procedere al definitivo smantellamento del campo non ha incontrato
resistenze. Anzi ha trovato la piena collaborazione da parte di un gruppo di ex
residenti che, forniti di caschi e tute da lavoro, hanno voluto affiancare gli
operai nelle operazioni di pulizia.
Giova ricordare che alle famiglie rom sgomberate dal campo sono stati assegnati
gli alloggi appositamente acquisiti dal Comune. Avviato circa dieci anni, il
processo di delocalizzazione è stato ultimato con successo dall'Amministrazione
comunale a guida Costantino. Dal momento dell'insediamento avvenuto lo scorso
mese di maggio, il sindaco ha inteso dare una forte accelerata al progetto che
ruotava attorno a due capisaldi: l'inclusione nel tessuto sociale delle famiglie
rom; la riqualificazione dell'area, con il recupero del palazzetto dello sport,
l'insediamento della caserma della Polizia Municipale nei locali dell'ex carcere
di via Del Fortino, dove verranno trasferiti anche gli uffici afferenti all'area
delle politiche sociali e dove verrà istituita la biblioteca comunale.
L'operazione odierna è stata concordata nei minimi particolari con la Prefettura
di Reggio Calabria. In queste ultime settimane, il sindaco, dottore Costantino,
ha avuto diversi incontri con il prefetto Piscitelli, seguiti da "vertici" con
il dirigente del Commissariato di polizia di Condofuri Marina, Filippo Leonardo,
con il comandante della compagnia carabinieri di Melito, Gennaro Cascone e con
il comandante della Polizia Municipale, Antonio Onofrio Laganà.
Il campo rom insisteva nell'area di via Del Fortino da altre mezzo secolo. Il
suo quasi totale azzeramento (nella parte alta sono rimaste in piedi un paio di
baracche, occupate da famiglie che avranno assegnata a breve l'abitazione), ha
di fatto rappresentato un evento storico per la cittadina di Melito di Porto
Salvo. Di fondamentale importanza è risultata anche la collaborazione intessuta
dall'Amministrazione comunale con l'Opera Nomadi. La via del dialogo
privilegiata dall'assessore di riferimento, il vicesindaco Annunziato Nastasi,
alla lunga ha consentito di centrare perfettamente l'obiettivo prefissato.
"Per l'Amministrazione comunale di cui mi onoro di essere la guida - ha
dichiarato il sindaco, Gesualdo Costantino - quella di oggi sarà una giornata da
ricordare a lungo. Dopo oltre cinquant'anni è stata cancellata l'autentica
bruttura costituita da questo campo, all'interno del quale centinaia di persone
hanno vissuto in condizioni igieniche-sanitarie pessime. Ringrazio sua
eccellenza il prefetto Vittorio Piscitelli, per il sostegno che ha assicurato a
questa operazione, così come ringrazio le forze dell'ordine per averci
affiancato quest'oggi con assoluta professionalità, la polizia municipale, la
protezione civile e quanti si sono impegnati per chiudere una pagina ingloriosa
delle vicende nostrane. Da oggi si cambia registro. Quest'area sta per diventare
oggetto di interventi importanti. Procederemo, infatti, al recupero del
palazzetto dello sport, alla riqualificazione dell'ex depuratore comunale, al
posto del quale sorgerà un Parco dell'acqua, all'insediamento della caserma di
Polizia municipale, degli uffici delle politiche sociali e delle attività
produttive, nei locali dell'ex carcere. In questo modo avremo raggiunto diversi
obiettivi. In primo luogo avremo favorito l'inclusione sociale dei rom e, in
seconda battuta, restituiremo alla collettività un'area rimasta per troppo tempo
abbandonata al degrado".
Di Fabrizio (del 30/10/2012 @ 09:14:59, in Kumpanija, visitato 1942 volte)
Fabrizio Santori, è presidente della Commissione Sicurezza di Roma Capitale.
Ci eravamo già occupati di lui
questa primavera.
Questa foto di
Pino Cruciatti lo ritrae durante il recente sgombero a
Tor
de Cenci, mentre col suo IPAD controlla che qualche pericoloso criminale non
sia nascosto per sfuggire alla retata (segnalazione di Eugenio
Viceconte).
Ma neanche Santori è una macchina, e così capita, appena può, che sul suo profilo Twitter
riprenda un'immagine che gira su Facebook da qualche mese:
Io rimango del mio parere: non è questa la stagione consigliata per giocare
al piccolo campeggiatore (in effetti sinora non avevo capito che lo scopo di
Santori fosse di mandare i Rom in vacanza).
Se però questo presidente della commissione ecc. ecc. volesse realizzare il
suo sogno, assieme a quello di tutti quanti sognano di toglierselo dalle palle,
gli consiglio la lettura di un articolo (che altrimenti avrei
giudicato inutile e un po' idiota) apparso settimana scorsa su
MILANOFINANZA, dove troverà consigli utili per giocare a fare lo "zingaro".
CON UNA RACCOMANDAZIONE: i due americani dell'articolo si
stanno godendo la vita con i LORO soldi, non vorrei che Santori (visti i
tempi che corrono) lo facesse con i NOSTRI.
Di Fabrizio (del 29/10/2012 @ 09:19:36, in media, visitato 1575 volte)
La voix des Rroms mette in guardia i mediapar voxrromorum
le 16 octobre 2012
Questo è un messaggio che inviamo a tutti i media francesi:
Signore e signori, questo avvertimento non riguarda tutti i media, ma un buon
numero e il vostro può essere tra quelli. Vi chiediamo quindi di prestare
attenzione a questo messaggio.
Da qualche mese, la politica dello "smantellamento dei campi illegali",
associati (a torto) sistematicamente ai Rom, si accompagna ad una campagna di
demonizzane dei Rom, di cui vi state facendo complici. L'ultimo atto è stato il
reportage di France 2 di ieri sera, chiaramente di parte quando si domanda ad
una madre di famiglia "cosa pensate degli abitanti di Marsiglia che hanno
CHIESTO ai Rom di partire?" (il campo rom dato alle fiamme il mese scorso, ndr.) E di seguitoil
gestore di un bar, che dice di non aver mai avuto problemi, ma che impugna una
mazza da baseball per difendersi! Per non parlare di una signora anziana,
neanche lei ha mai avuto problemi, ma che ha paura di "essere aggredita". Da
parte rom [si è dato ascolto ad] una ragazza che afferma di mangiare nella
spazzatura. Vi ricordiamo che succede dappertutto, non solo ai Rom. Alcuni
hanno persino fatto una scelta consapevole e militante contro la società dei
consumi.
Europe 1 quando ha titolato "I Rom potranno diventare ortofonisti", con
un'ironia di cattivo gusto, persino disgustosa, in un articolo che menziona
soltanto l'allargamento dei mestieri autorizzati per Rumeni e Bulgari,
senza dire l'essenziale: che questi ultimi devono comunque avere la residenza
con la carta di soggiorno, per lavorare ed accedere anche a questi mestieri.
Non può mancare L'Express, con un servizio del 10 ottobre intitolato "Essere
vicini dei rom", dove si piange sulle sfortune che devono subire i "residenti
esasperati".
Per non parlare dell'enorme operazione poliziesca che ha preceduto di qualche
giorno il pogrom di Marsiglia: 11 Rom arrestati, consegnati all'odio della
folla, presentandoli all'unisono come trafficanti e schiavisti di bambini,
perché i LORO figli avrebbero potuto essere arrestati per piccoli furti. E dopo
questa frenesia mediatica, il pogrom di Marsiglia, la caccia generalizzata al
Rom da parte della polizia, il blackout totale su questo affare. Perché? Perché
l'obiettivo è stato raggiunto? E' questo che volevate, signori giornalisti? Ci
sono ebrei tra di voi? Chiedete ai vostri genitori di raccontarvi gli articoli
contro gli ebrei negli anni '30.
Ad ogni espulsione [...], ripetete come pappagalli: "lo sgombero è avvenuto
senza problemi". E' così da 20 anni, senza problemi. Per utilizzare il vostro
gergo NON E' UNA NOTIZIA! I Rom non sono violenti. Aspettate disordini con la
polizia per mettere del sangue sui vostri fogli? Ne sarete responsabili. Già lo
siete con l'invocazione all'odio tramite i "residenti esasperati". Mentre vi
stiamo scrivendo, la polizia caccia i Rom, con neonati in braccio, dai
marciapiedi di Marsiglia, di Noisy le Grand ed ancora altrove. Siete complici di
questa politica. Avete deciso di farvi eco della disumanizzazione dei Rom,
preambolo necessario a qualsiasi genocidio! Tra di voi sono rari quanti
rispettano la loro professione ed il dovere di informare in maniera equilibrata.
Non dimenticate, in un contesto in cui l'informazione è veloce, anche la storia
passa più veloce di prima. Sarà quella a condannarvi come complici di una
politica mortifera. Tenetene conto e reagite di conseguenza!
Di Fabrizio (del 28/10/2012 @ 09:13:49, in media, visitato 1725 volte)
Diceee: Ma quanto sono belli, buoni e bravi i mendicanti!
Risponde una bambina che fruga nel cassonetto: Proprio a me vuoi prendere in giro?
Fatte le dovute eccezioni, siamo il prodotto dell'ambiente che ci circonda.
Noi vogliamo recuperare con loro i violini, forse una cultura persa, ma cosa
starà cercando quella bambina? Una fisarmonica o un panino avanzato di McDonald?
Brutta gente, che ci guarda affamata. Avanguardia di un esercito che da ogni
angolo del mondo assedia i nostri portafogli. Amiamo gli "estranei" perché prima di tutto
siamo scontenti ed incerti del nostro stile di vita, ma nel pratico li isoliamo
lontani dalle nostre case e proprietà, prima che il NOSTRO si tramuti in LORO. E
loro, se ne fregano dei nostri muri, visto che sanno scavalcarli.
Però quella commedia,
UNA
POLTRONA PER DUE, insegna alcune cosucce interessanti:
prendiamo un perfetto ed integrato esemplare del nostro
sistema di vita, catapultatelo nell'inferno, e diventerà in
tutto simile a chi odiava il giorno prima;
è una commedia, per cui anche il nostro diavolo
principiante, nella sua cattiveria, mantiene tratti di umanità.
Insomma, c'è una sceneggiatura che agisce nel scoprire questo
lato diciamo "umano". Nella vita reale, siamo noi gli
"sceneggiatori";
tanto per identificare i veri diavoli, di chi è l'idea
iniziale dello
scherzo al co-protagonista Louis Winthorpe III? Un mendicante, o
i due suoi vecchi compari di vita? Occhio a dove arriveranno le
vere fregature!
Di Fabrizio (del 27/10/2012 @ 09:09:40, in Kumpanija, visitato 1709 volte)
Diceee: Qua ci sono troppi ladri e mendicanti
Risponde un'anziana indovina: Tratta bene anche il ladro. Avrai fortuna.
Quanto segue è una storia vera
L'estate scorsa stavo attraversando la strada e incrocio un tipo mai visto
prima: scuro, piccolo e con la sigaretta spenta all'angolo della bocca. Brutto
come la fame.
Non mi ero accorto che lo sgorbietto aveva iniziato a pedinarmi, tentando di aprirmi
lo zaino senza farsi notare. Sfortuna (per lui) volle che dall'altro lato della
strada incrociava un tipo, mio amico da anni ma soprattutto molto più in alto
dello sgorbietto nella gerarchia dei ladri da strada.
Urlaccio del mio amico, e neanche faccio in tempo a voltarmi che lo
sfortunato borseggiatore era già a 15 metri di distanza. Si è fermato lì: messi
insieme io e il mio amico superiamo i 200 chili, e tutti e due fumiamo come
ciminiere. Ad inseguire lo sgorbio non ci pensavamo proprio.
Ci siamo scambiati le parolacce di rito in tre lingue diverse e alla fine, in
maniera altrettanto cerimoniosa, ci siamo congedati.
Alla fine del 2007, una donna venne a conoscenza di un bar che apriva a
Vilnius e chiamò per chiedere se cercavano personale. C'era ancora vacante un
posto da lavapiatti, e la donna vi si recò per un colloquio. Al suo arrivo, il
gestore del bar informò la donna che il lavoro non era più disponibile.
Quello stesso giorno, un'altra donna venne a conoscenza della medesima
apertura a Vilnius, e pure lei chiamò in cerca di lavoro. Cercavano sempre un
lavapiatti e la seconda donna arrivò poco dopo la prima per sostenere il
colloquio. Al suo arrivo, il gestore la informò che il posto era ancora vacante
e la assunse.
"Purtroppo" per quell'esercizio, la seconda donna era un'ispettrice
incaricata dall'Istituto per il
Monitoraggio dei Diritti Umani di determinare se ci fosse stato qualcosa di
irregolare nella decisione di non assumere la prima donna, di etnia rom. Il
responso:
ci fu. Cioè: una donna zingara era venuta prima in cerca di lavoro, ma
non è stata assunta perché nessuno vuole avere una zingara nel personale.
Per continuare col precedente tema dell'economia dello spaccio di droga,
vediamo perché in gran parte l'economia formale è inaccessibile ai Rom di
Kirtimai. (confronta
precedente, ndr.)
Un'economia debole è un problema endemico che riguarda tutta la popolazione
lituana. A giugno 2012 il
tasso nazionale di disoccupazione era del 13,3% (l'equivalente di 215.100
persone). La disoccupazione giovanile era del 25,2%. Nel contempo il
salario
minimo mensile, nonostante sia cresciuto da agosto 2012, è di 850 Lita (LTD)
- neanche 320 $. A causa delle difficoltà nel guadagnarsi da vivere, il paese ha
vissuto un forte
calo demografico, oltre 83.000 sono emigrati nel 2010 e quasi 54.000 nel
2011.
Per i Rom. gli stereotipi negativi aggravano la ricerca delle già limitate
opportunità di lavoro formale. Ma se
la discriminazione sulla base dell'origine etnica o razziale è legalmente
proibita, ci sono diverse importanti ragioni per cui questa legislazione è
inefficace. Prima di tutto: la maggior parte dei Rom non conosce i propri
diritti. Non sanno neanche valutare quando i loro diritti siano violati, né il
processo da seguire per un eventuale risarcimento in caso di violazioni. Come
possono lamentarsi? A chi scrivere? Quali documenti presentare? E
quanti di loro hanno familiarità col servizio di
aiuto legale
garantito dallo stato (o con la procedura per richiederlo)? Quindi, sono
poche le denunce per discriminazione intentate dai Rom, quindi, prevale una
cultura discriminatoria nell'impunità.
Oltre a questi disincentivi strutturali, ci sono ragioni pratiche per cui
difficilmente viene intrapresa la ricerca di un impiego. Per arrivare dove si
ricerca personale, può essere necessario cambiare diversi mezzi di trasporto.
Questo significa comprare diversi biglietti (ogni autobus necessita di un nuovo
biglietto), si aggiunga la ricerca della posizione (senza GPS, senza internet,
forse senza saper leggere e scrivere), accedere ai mezzi di trasporto (dopo le
20.00 non ci sono autobus per Kirtimai, e nessun taxi vuole andarci), e spesso è
necessaria la padronanza della lingua lituana. Per la comunità di Kirtimai,
parecchio distante dal centro città e che ospita molte persone di lingua
non-lituana - senza reddito né risparmi, la ricerca di un impiego è un'impresa
praticamente impossibile. Anche se l'impiego fosse garantito, questo porterebbe
a costi iniziali (trasporti, abiti, baby sitter, ecc.) che molti non possono
semplicemente permettersi.
Muoversi a Vilnius
Ovviamente, questo non significa che la situazione debba rimanere immutabile
e che qualcuno perseveri, nonostante tutto. Da luglio 2012, 158 Rom si sono
registrati alla
Borsa del Lavoro di Vilnius. Soltanto otto di loro avevano una qualifica
professionale e 49 non erano mai andati a nessun tipo di scuola. La Borsa del
Lavoro di solito si limita a mettere in contatto gli iscritti con le posizioni
che richiedono un minimo di qualificazione (completamento degli studi superiori
o della formazione professionale) e quindi non può assistere molti Rom di
Vilnius. Le opportunità che la Borsa del Lavoro può offrire sono limitate a
pochi posti di lavoro di manutenzione ambientale, come pulizia delle strade e
spazzamento della neve. Queste sono opportunità, in teoria, ma occorre tenere in
considerazione che potrebbero essere fisicamente impegnative per 41 tra gli
iscritti, che hanno superato i 50 anni e sette con disabilità. Inoltre, sono
opportunità, nei fatti, soltanto teoriche per questa popolazione, secondo le
norme culturali sulla pulizia. I Rom non possono pulire gli spazi
pubblici (in realtà, è una percezione che cambia a seconda dei gruppi e
della dislocazione geografica, ndr.). Alcuni fanno eccezione, ma c'è
una buona dose di vergogna nella loro decisione. Negli ultimi sette mesi, nove
dei 158 iscritti Rom hanno trovato impiego tramite la Borsa del lavoro, e cinque
un impiego temporaneo. Questo sistema
non è efficace per la comunità rom di Kirtimai e la stragrande maggioranza
rimane senza un reddito formale.
La povertà non è certo un lusso, e per superare questa condizione le persone
devono essere in grado di accedere al lavoro e guadagnarsi da vivere. Tuttavia,
uno dei motivi più citati per cui non esistono incentivi a tutti questi ostacoli
strutturali e pratici nella ricerca di un impiego, è che i
sussidi
statali di disoccupazione sono comparabili al salario di un lavoratore non
qualificato.
Quindi, perché impegnarsi con spese a fondo perso, i fastidi del viaggio e
l'umiliazione della discriminazione? La disillusione è il sentimento dominante
tra molti rom, riguardo l'impiego formale e l'ascesa sociale. Sapendo che la
situazione non cambierà. la motivazione a spingere i propri diritti non esiste.
Non sono stati educati a farlo e non sanno immaginare come migliorare la
situazione - quindi dove sarebbe la motivazione? La vita a Kirtimai è
sopravvivenza, non è sviluppo. E ciò è pericoloso.
Di Fabrizio (del 25/10/2012 @ 09:10:01, in Italia, visitato 2299 volte)
Graziano Halilovic, nato in Italia da genitori bosniaci, è oggi il Presidente
dell'Associazione Romà Onlus, un'organizzazione che crede fermamente
nell'importanza dell'istruzione delle giovani generazioni Rom e che lavora
affinché le due comunità, Rom e italiani, da secoli conviventi nella penisola,
imparino finalmente a conoscersi e rispettarsi.
Nato in Italia quasi quaranta anni fa, Graziano non è un cittadino italiano, ma
il figlio di immigrati bosniaci che vive da sempre con permesso di soggiorno.
C'è di più, dai documenti Graziano risulta contemporaneamente nato ed entrato in
Italia il 7 ottobre del 1972: il suo venire al mondo nel nostro paese è stato
considerato dalla burocrazia un vero e proprio passaggio di frontiera.
Sposato e padre di ben sette figli, Graziano ha messo radici profonde a Roma e
qui lavora con impegno ed entusiasmo nell'Associazione di cui è presidente: Romà
Onlus. L'integrazione, ci spiega, è una parola ambigua e un processo complesso,
punto di arrivo di un percorso fatto di conoscenza reciproca e rispetto. Romà
Onlus promuove e organizza progetti che coinvolgono soprattutto le giovani
generazioni Rom, ragazzi di seconda o terza generazione, ai quali si vuole
insegnare l'importanza dell'istruzione e insieme ai quali si vuole costruire il
futuro di una comunità sempre più integrata. Come? Studiando per costruirsi una
posizione nel presente, ma anche recuperando la memoria del passato e il legame
con la tradizione, entrando in contatto con la propria cultura, una cultura
dall'identità singolare e plurale, nomade, al tempo stesso, e imparando a
diffonderla e a farla conoscere.
Di Fabrizio (del 24/10/2012 @ 09:17:05, in media, visitato 2219 volte)
Per i non genovesi sono disponibili i sottotitoli in italiano: cliccare
nell'angolo in basso a destra per attivarli.
Rassegna stampa schizofrenica
Ad inizio settimana leggevo l'ennesima puntata del
processo Ruby (poi, perché Ruby? credevo che il maggior imputato avesse un
altro nome). Ennesima, appunto... mi fa strano che TUTTI, a destra e sinistra
con i vari casini (quelli REALI, cosa avete capito?) che hanno,
si possano appassionare ad una storia boccaccesca. Son tutto fuorché un puritano
(almeno, riguardo al sesso), e se l'ex PresdelCons abbia copulato con una
minorenne consenziente, lo considero sì un reato, ma meno grave di sicuro di tante altre cose
di cui è stato (a torto o ragione) accusato.
E' gente che non frequento (diciamo che con ogni probabilità non mi
inviterebbero comunque), ma un'idea su di loro me la sono fatta:
a meno che non recitino in un film di Buñuel (ma non era
morto?), un'orgia collettiva di vecchi porci straricchi è una
nostra proiezione;
parere personale: se proprio dovessi fare del su e giù con
una bomba del sesso così giovane, probabilmente cercherei un
luogo appartato, anche a scanso di probabili brutte figure.
Però (però) non mi vengano a dire che incontri simili erano un'occasione per
lodare il creatore, col sottofondo di musiche napoletane e di vecchie
barzellette. Cioè: tu mi raduni tutta quella gente, e vuoi che non scappi parola
su un certo appalto, una nomina televisiva, una giunta scricchiolante...?
Legittimamente, s'intende, ma se avessi la disgrazia di lavorare per qualche
testata, credo che sapere di quali affari si discutesse sarebbe una notizia più
importante, per le pecore lettrici, del fatto che Ruby fosse minorenne o no, o
che l'abbia data o meno.
Su peccati veniali e diverse scale di valori, vale la frase finale riportata
nell'articolo (pronunciata da Mariarosaria Rossi, deputata del Pdl e "assistente
personale di Silvio Berlusconi"), la divido in due parti:
Quanto agli scandali che hanno coinvolto esponenti del
partito, come Franco Fiorito, ''e' nella natura umana - dice -
rubare. Certi rubano con dolo altri con superficialita'.
La verita' e' che non bisognerebbe generalizzare. Anche
perche' non e' che se a me entra in casa uno zingaro e ruba, io
poi vado in giro a dire che tutti gli zingari rubano...''.
Comunque, in base a quello che che ho letto, giudico questo piano
sicurezza molto debole, non risolutivo, perché gli interventi sono lunghi,
mirati all'integrazione dei rom, che a mio avviso non hanno mai dimostrato
nessuna intenzione di integrarsi e rispettare le regole, perché amano
vivere nella libertà più assoluta e calpestare le leggi vigenti del nostro
Paese. (il grassetto è mio, ndr.)
Il ché, permettete, mi manda in cortocircuito anche senza Ruby che mi alita
sul collo (o altrove). Perché sembra che questi comportamenti d'improvviso non
siano più "nella natura umana" se per caso non hai la ventura di
chiamarti Fiorito. Non solo, ritorna l'assunto per cui se uno delinque, tutti
siano delinquenti.
Conclusioni a parte, è giusto che sappiate di cosa parla il resto della
dichiarazione di Domenico Gangemi: apprendo dalle sue stesse parole che si
tratta della presentazione del PIANO ROM (vedi questo altro articolo su
VareseNews) da parte della giunta comunale di
Legnano (non lo dice, ma lo si intuisce che è di un altro colore politico); in
parole povere: del tentativo di normare appunto quei comportamenti contrari alle
"leggi vigenti del nostro Paese".
Cos'è che non garba a Domenico Gangemi? Che la commissione comunale abbia
chiesto un'opinione a tutti quanti quotidianamente si occupano di queste
situazioni, ma non a lui! Che, in quanto democraticamente eletto, voleva prima
far sapere al sindaco come la pensava, per poterlo poi ripetere in seduta
consigliare e anche sul sito LegnanoNews. Questa per lui dovrebbe essere una REALE "giunta del
dialogo" e, parole sue, sarebbe lui a cui non vogliono dare spazio.
Titolo acchiappa-gonzi quando mischia sesso con matrimonio (o convivenza)...
Per il resto è vero che tra i Rom sposarsi e convivere prima dei 16 anni era
normale, e resiste tra alcuni gruppi anche se meno che in passato. Personalmente
è una pratica che non condivido e ritengo che nel 2012 andrebbe ripensata, ma lo
scoglio è quel mio "personalmente"... Non sono io a sposarmi e non ho strumenti
per imporre il mio metro di giudizio a chi vive in situazione diversa dalla mia.
Ma, qual è il significato di queste pratiche tra popoli una volta nomadi? Che
siano "matrimoni combinati" o tra minorenni, da un lato fa parte di una politica
familistica di alleanze in terre ostile, dall'altro è un antico costume per
proteggere le ragazze più belle da pratiche ancora più odiose, come la schiavitù
dei secoli passati o il traffico attuale di persone.
La legge italiana è chiara in proposito, ma anche con tutte le buone intenzioni
non vedo come possa influenzare un costume così secolare. Anche perché la
percezione che avrebbe un Rom, sarebbe di una legge che si ricorda di loro solo
quando sono in torto, e mai quando hanno ragione.
Resta da capire, se si tratti di un tentativo della Nuova Sardegna di rincorrere
a destra la concorrente Unione Sarda o, per tornare alle righe iniziali, sia il
risultato di un matrimonio tra moralismo ex-comunista e bigottismo ex-cattolico.
I Rom lentamente abbandonano le abitudini alimentari ereditate
dall'India By Mária Hušová - on October 8, 2012
Sino a poco tempo fa, un Rom non avrebbe mangiato gli avanzi del giorno
precedente. In altre parole, mai avrebbe toccato il cibo avanzato da un pasto
precedente, e la donna che avesse avuto l'audacia di servirglielo sarebbe stata
rimproverata. Ma non soltanto l'uomo si sarebbe comportato così, anche una donna
o un bambino avrebbero fatto a stessa cosa. E' uno degli ultimi costumi che i
Rom mantenevano dai tempi antichi dell'India. I Rom cucinano cibo fresco ogni
giorno ed alcuni cibi preparati per pranzo non vanno bene per cena. Questo
discende da una credenza per cui il cibo andrebbe già decomponendosi e non
sarebbe più buono da mangiare. Alcuni Rom si aggrappano con ostinazione a questa
abitudine, nonostante il fatto che la donna debba cucinare diverse volte in un
giorno, oltre a pulire la casa e curare i bambini, se vuol stare al passo coi
compiti quotidiani.
Tuttavia, ho notato che alcuni giovani Rom, trasferitisi ad esempio in
Repubblica Ceca per lavoro, hanno abbandonato completamente questa abitudine.
Sono stati obbligati a farlo per ragioni economiche e per mancanza di
tempo libero. Alcune giovani coppie hanno formato famiglia a Mladá Boleslav. Ma
se un marito o il partner lavorano su tre turni giornalieri, la donna ha
abbastanza tempo per occuparsi delle faccende domestiche e della cura dei
bambini, senza aiuto da parte dei parenti. Cucinando così per i due giorni
seguenti e conservando il cibo in frigorifero.
Mi sono dovuta adattare a questo regime, anche se sono rimasta scioccata
quando il mio partner si è offerto di aiutarmi. Anche lui è rom e per anni aveva
vissuto senza pasti cotti al momento. Non aveva molto tempo libero e non voleva
sprecarlo cucinando.
Io vengo da una famiglia dove non veniva mai servita la zuppa del giorno
prima, altrimenti con ogni probabilità mio padre avrebbe rovesciato il piatto.
Oviamente ho portato questa abitudine con me nella Repubblica Ceca. Qui avvenne
un grande cambiamento, come quando scioccai il mio ragazzo perché volevo gettare
gli avanzi del giorno prima. Mia madre cucina due, a volte anche tre pasti al
giorno. Naturalmente ciò ha un costo sul portafoglio, ma si dice che "non si
deve mangiare il cibo stantio" ed alcuni Rom semplicemente si aggrappano a
questa tradizione.
Fui costretta a cambiare perché non avrei potuto agire diversamente. Così
ammetto che per me è più conveniente cucinare per il giorno seguente e quindi
risparmiare tempo per me stessa. E sono qui, sopravvissuta, nonostante ciò. I
non-Rom ridono di noi quando diciamo "puah" di fronte al cibo del giorno prima.
I Rom dicono che bisogna essere taccagni per poter mangiare la zuppa di tre
giorni.
Il mese scorso sono andata in visita dalla mia famiglia in Slovacchia, e mi è
dispiaciuto vedere la quantità di cibo che ogni giorno si butta via. Mia cognata
aveva preparato tortini di patate. Il giorno dopo ci fu un barbecue, così
nessuno toccò i dolci avanzati. Il mio ragazzo ed io abbiamo detto che li
avremmo mangiati lo stesso. Tutti ci guardarono in modo strano, sorridendo
quando dissi che nulla poteva succedere a delle torte di patate che erano state
conservate in frigo, e questo ci fece sentire come se fossimo arrivati da un
altro mondo.
E conosco un'altra strana abitudine che data dal periodo che i Rom hanno
passato in India. Quando una donna da alla luce un bambino, nelle sei settimane
seguenti non le è permesso cucinare, per motivi collegati all'igiene. Altre
donne della comunità cucineranno per la famiglia. Ma è una tradizione che non
esiste più, e nessuna Romnì al giorno d'oggi cucinerebbe per un'altra famiglia.
Forse qualcuna porterebbe da mangiare alla neo-mamma, e se la donna ha un marito
"emancipato", lui potrebbe aiutarla. Altrimenti, deve continuare a cucinare.
I ritmi del nostro tempo ci costringono ad adattarsi a nuove circostanze, e
lasciarci dietro vecchie abitudine e tradizioni. Non possiamo evitare che, come
ogni nazioni, si perdano abitudini che diventano lentamente pezzi da museo.
Chiediamo ai più anziani come sono riusciti a mantenere vive le tradizioni e
cosa rappresentava quella specifica tradizione. Purtroppo, alcune di queste
rimangono solo in forma scritta, perché le generazioni seguenti possano
apprendere di più sulla loro storia e radici, sulle nostre radici.
Di Sucar Drom (del 22/10/2012 @ 09:06:34, in blog, visitato 1511 volte)
Mengri skola
L'Istituto di Cultura Sinta sta preparando un breve ed agile documento/guida che
affronti la scolarizzazione dei minori parlanti le lingue romanés e sinta,
offrendo strumenti di intervento da strutturare nella propria realtà locale...
Cosa significa "razzismo istituzionale"?
Si parla di razzismo istituzionale quando politiche, norme e prassi
amministrative perpetuano, rinforzano o producono la disuguaglianza e il
malessere sociale di minoranze svantaggiate. A coniare e diffondere
l’espressione institutional racism furono Stokely Carmichael e Charles Hamilton,
grazie al loro libro-manifesto "Black Power. The Politics of Liberation in
America"...
Razzisti non si nasce, ma si diventa
Non nasciamo razzisti, né lo diventiamo nei nostri primi anni di vita. Anzi, da
piccoli, davanti a persone dal colore della pelle diverso dal nostro, non
abbiamo alcun sussulto, emozionale o razionale, e tantomeno avvertiamo paura,
timore, rabbia o aggressività...
UEFA, la settimana contro il razzismo
Le tre giornate di UEFA Champions League e UEFA Europa League offriranno la
settimana prossima una piattaforma di alto profilo per la comunità del calcio
europeo che si riunirà per trasmettere forte e chiaro il messaggio che la
discriminazione non ha posto in questo sport. Da...
Berlino, mercoledì sarà inaugurato il memoriale per le vittime del Porrajmos
Verrà inaugurato mercoledì prossimo a Berlino, dal cancelliere tedesco Angela
Merkel, il memoriale in ricordo dei 500mila rom e sinti sterminati dai nazisti
tedeschi perché "di razza inferiore", una minoranza vittima ancora oggi di
discriminazioni e persecuzioni...
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