Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 19/10/2008
Da La Repubblica.it
SPETTACOLI & CULTURA PASSAPAROLA/Parla Pina Varriale, autrice di un romanzo su una bambina Rom, tema scomodo e di grande attualità di SILVANA MAZZOCCHI
Pina Varriale
Sevla, bambina rom alle soglie dell'adolescenza si sente invisibile. Ignorata dai suoi coetanei, attira su di sé la diffidenza e il sospetto che circonda gli zingari, e sono l'unica forma di attenzione che conosce. Un giorno incontra Vanda, una donna rude e solitaria che finalmente la fa sentire una ragazzina come tutte le altre. Ma una notte alcuni uomini circondano il campo dove vive e a Sevla toccherà fare i conti con la sopraffazione e con la violenza imposte da chi non riconosce dignità ai diversi e non sa guardare al di là dei pregiudizi... I bambini invisibili, di Pina Varriale, dal 21 ottobre in libreria per Piemme, racconta una storia inventata che è un pezzo di cronaca contemporanea e che apre una finestra su una realtà che pochi conoscono e che tutti giudicano con gli occhi della paura, spesso generata dall'ignoranza. Napoletana, Pina Varriale ha al suo attivo vari libri con protagonisti adolescenti, tutti molto letti dagli adulti ed è già autrice di Ragazzi di camorra, scritto sulla base di un'esperienza sul campo. Con I bambini invisibili affronta ancora una volta un tema scomodo e di grande attualità, con un linguaggio diretto e frugale che coinvolge e appassiona. Sevla è rom e non viene accettata dai suoi compagni perché percepita come diversa? Inizialmente Sevla non è accettata dai suoi compagni perché è percepita come "diversa", in quanto appartenente a una cultura di cui sia i ragazzi che gli adulti sanno ben poco. Basta fare qualche domanda per accorgersi di quanta confusione e ambiguità ci sia sul termine "Rom" che i più ritengono una abbreviazione di "romeno". Sono davvero pochi quelli che sanno che la parola "Rom" significa in realtà "Uomo", nel senso di essere appartenente alla specie umana. I Rom sono arrivati nel nostro Paese da moltissimo tempo, sono stati a lungo artigiani e fabbri, giostrai e allevatori di cavalli. L'industrializzazione e la rapida evoluzione della nostra società li ha portati inevitabilmente a essere degli esclusi, anche dal punto di vista lavorativo, non avendo più ragione d'essere il tipo di attività da loro praticato per vivere. Un destino, quello dei Rom, originari della lontana India e non della Romania, comune a tutte le culture "chiuse", che difendono la propria identità come unico fattore di appartenenza al proprio popolo. Sevla è orgogliosa di essere una Rom, lei per prima, in classe tende a isolarsi dai "gagé" perché, come le hanno insegnato i genitori e i parenti, gli "altri", in questo caso noi, sono sciocchi, superstiziosi e irascibili. La diffidenza e il "razzismo" non si trova su un unico fronte e se è vero che i compagni di classe non accettano Sevla e anche vero che Sevla fa altrettanto. Le cose cambiano soltanto con la conoscenza reciproca ed è esattamente questo che sperimenteranno Sevla e gli altri ragazzi. I pregiudizi sono degli adulti prima che dei ragazzini, dei genitori prima che dei figli. A chi è rivolto il tuo libro? Innanzitutto ai ragazzi e utilizza di proposito un linguaggio semplice e scorrevole che vuole essere accattivante e, al tempo stesso, di stimolo alla lettura. I bambini invisibili tuttavia, così come è accaduto per altri testi che ho scritto, si rivolge anche agli adulti e, in particolar modo ai genitori e agli educatori. Non si può infatti pensare di chiarire, spiegare, facilitare i rapporti con le culture "altre" se, noi per primi, ignoriamo la storia e le tradizioni di popoli diversi dal nostro e, in questo caso, dei Rom che al pari dei Sinti, sono presenti sul nostro territorio da almeno due secoli. L'intolleranza, la xenofobia, il razzismo affondano le loro radici proprio nell'ignoranza e, se il sostrato su cui devono contare i nostri figli è costituito dal pregiudizio e dalla paura del confronto con esperienze e culture differenti, è ovvio che i ragazzi manifesteranno diffidenza e timore nei confronti di coloro che sono stati indicati non solo come diversi ma potenzialmente pericolosi. Sevla, nel libro, non si fida dei gagé, i non Rom, li considera degli esseri strani e cattivi, scopre presto che sono anche dei bugiardi e che non bisogna fidarsi delle loro promesse. Sarà invece un problema comune sia ai Rom che ai gagé ad accomunare i compagni di classe di Sevla, ma non c'è da meravigliarsi perché i ragazzi, a differenza degli adulti, quasi sempre sanno mettere da parte i preconcetti e ragionare con la propria testa. Ragazzi di camorra conteneva tracce di storie vere, e I bambini invisibili? In tutte le storie che racconto c'è sempre una traccia di vero. In Ragazzi di camorra sono partita da un'esperienza personale vissuta con dei ragazzini a rischio per i quali, insieme a pochi volontari, mettemmo su un laboratorio che, in realtà, era solo un pretesto per strapparli alla strada proponendo qualcosa a cui non erano abituati: uno spazio e un tempo solo per... essere dei ragazzi. Nel caso di quest'ultimo romanzo I bambini invisibili non sarà difficile, anche al lettore più distratto, ravvisare episodi di cui, purtroppo, la cronaca di questi ultimi mesi ci ha messo a conoscenza. I roghi nei campi Rom, soprattutto nella zona del napoletano, hanno riempito le pagine dei quotidiani nazionali e gli episodi di intolleranza e di xenofobia hanno segnato una pagina non solo triste, ma senz'altro vergognosa della nostra cosiddetta "civiltà". Il romanzo, non a caso, è dedicato a Cristina e a Violetta, due piccole Rom annegate questa estate nel mare di Torregaveta, tra l'indifferenza e l'evidente fastidio dei bagnanti "costretti" a prendere il sole coi due corpicini abbandonati sulla sabbia. Le foto di quell'episodio, per il quale non trovo parole adeguate per descrivere lo sdegno e l'orrore, hanno fatto il giro del mondo, ma di certo non hanno restituito alle famiglie le loro due bambine. Questo libro non è dedicato soltanto a loro, ma a tutte quelle migliaia di bambini "invisibili" che piangono, soffrono e muoiono, ogni giorno, tra l'indifferenza di un mondo che sembra non dare più alcun valore alla vita umana. Pina Varriale, I bambini invisibili Piemme - Pag 192, euro 12,50.
Ricevo da Marco Brazzoduro

Radames Gabrielli, sinto
Lista Sinistra dell'Alto Adige - Linke für Südtirol
Sono un sinto,
spregiativamente uno "zingaro" come mi chiamerebbero in molti. La mia
famiglia vive da generazioni in Alto Adige, qui sono nato e cresciuto, così come
i miei figli e nipoti.
Ho conosciuto sulla mia pelle i problemi delle famiglie numerose e senza un
reddito fisso, discriminate nella vita di tutti i giorni, nella ricerca di un
lavoro e nel trovare un'abitazione adeguata.
Adesso voglio fare qualcosa per chi come me non vuole più essere discriminato,
per chi vuole la possibilità di un lavoro adatto, per chi desidera un'abitazione
dignitosa.
E questo sarà il mio impegno per voi:
- tutelare i diritti delle famiglie in
disagio;
- favorire la ricerca di soluzioni abitative
adeguate;
- incentivare la creazione di opportunità
lavorative;
- combattere il razzismo dilagante in tutte
le sue forme.
Votami perché sono come te.
Votami perché sono diverso da te.
Da
Roma_ex_Yugoslavia
14 ottobre 2008 | 17:13 | Source: Beta, Glas Srpske -
BANJA LUKA - Sono state scoperte in un cimitero cattolico a Bosanski
Dubocac due tombe collettive contenenti i corpi di Rom uccisi a Skelane e
Srebenica.
L'ordine dell'eccidio sarebbe stato dato da alcuni generali dell'Armata
Croata, tra cui Ante Prkacin, lo sostiene Nijaz Causevic Medo, ex alto
ufficiale dell'Armata Croata, come riportato da Glas Srpske, giornale di Banja Luka.
"Ho informato Marko Grabovac, presidente dell'Unione per la Ricerca dei
Soldati Catturati e dei Civili Dispersi, di Brod, sulla posizione delle tombe.
Sono pronto, se mi sarà garantita la sicurezza, a testimoniare sul fatto davanti
ai tribunali della Bosnia Erzegovina." il giornale riporta le parole di Causevic,
che attualmente risiede a Slavonski Brod in Croazia.
Slavko Krulj, Procuratore Distrettuale di Doboj, dice che il suo ufficio sta
lavorando senza interruzione per localizzare le due tombe, che si ritiene
contengano i corpi di circa 200 Rom di Skelane e Srebenica, trasportati lì prima
dell'esecuzione da due/quattro autobus.
Testimoni ricordano che gli autobus arrivarono nella città di Brod, da lì
sparirono tutte le tracce dei passeggeri.
Una squadra operativa sulle persone scomparse dalla Repubblica Srpska ha
informazioni su un autobus che riuscì ad attraversare il ponte tra Brod in
Bosnia Erzegovina e la sua omonima in Croazia, mentre gli altri tre rimasero sul
suolo bosniaco.
In quel periodo, le forze armate croate avevano occupato il municipio di Brod
in Bosnia Erzegovina.
I testimoni, incluso Causevic, ricordano che le autorità croate proibirono
all'autobus di passare attraverso il suo territorio.
Causevic dice che più tardi fece deviare gli autobus verso Dubocac, così che
potessero essere trasferiti via traghetto sul fiume Sava attraverso la Croazia.
"Ho sentito che neanche là permisero agli autobus di passare attraverso la
Croazia. Invece, tutti i passeggeri vennero tirati giù dagli autobus ed uccisi,"
ricorda Causevic.
Quattro anni fa furono portati alla luce 59 corpi, si ritiene di Rom da
Srebenica e Skelane dello stesso bus.
Tra le salme c'erano gli scheletri di 23 bambini, mentre le altre vittime
erano per lo più donne.
Fotografie del 19/10/2008
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