Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 18/10/2008

Da Opera Nomadi Padova
La Lega sembra davvero “avere
molto a cuore” la sorte dei figli dei migranti
o di rom e sinti; qualche mese fa la
schedatura dei minori rom per promuovere la scolarizzazione e, in questi
giorni, il ritorno a classi-ghetto per favorire l’integrazione, “prevenire
il razzismo, educare alla legalità e alla cittadinanza”. Nel concreto
vogliono istituire delle classi riservate ai figli dei
migranti e dei rom che non sono giudicati idonei alla scuola degli
italiani per scarsa conoscenza della nostra lingua.
Le chiamano classi-ponte, in
realtà sono classi differenziali.
Già nel 1965 lo Stato italiano si dotava di uno strumento
istituzionale costituito dalle classi speciali “Lacio drom” (Buon Cammino),
ghettizzando i bambini rom e i sinti all’interno delle scuole, in locali
appartati, non idonei e isolati. Fortunatamente nel 1974 venne dichiarata
l’eccezionalità di tali classi e nel 1982 ci fu la loro definitiva
soppressione. Nel 1986, poi, il Ministero diede nuove disposizioni in
materia di scolarizzazione di minori rom e sinti, disposizioni che
precorrevano la Risoluzione Europea del Consiglio dei Ministri dell’
Educazione del 22/05/1989. Il Ministero, dopo aver richiamato la scuola
materna, elementare e media al principio dell’obbligo scolastico che non è
solo obbligo per i ragazzi a frequentare la scuola, ma anche obbligo della
scuola ad assicurare il massimo possibile di apprendimento a tutti i
frequentanti, prescriveva ad essa l’impegno di offrire un servizio adeguato
nel “massimo rispetto dell’identità culturale dei soggetti
interessati e il dovere di predisporre, per quanto possibile, un’
organizzazione, proficua, soddisfacente e rispondente ai reali bisogni degli
stessi”.
Questo accadeva nel 1989, ora siamo nel 2008 e vengono
ripresentate disposizioni in materia scolastica antecedenti al 1965.
Noi crediamo, quindi, che la proposta della Lega sia
raccapricciante e pericolosa perché non ha altri effetti che la
discriminazione e non consentirà l’integrazione perché gli studenti di
origine straniera e rom saranno a contatto solo con altri stranieri e altri
rom e, ad anno scolastico iniziato, verranno forse introdotti nelle classi
“normali” dove i compagni avranno già socializzato tra loro e l’unica
conseguenza sarà essere percepiti come diversi. E tutto ciò non servirà
neanche a tenerli al passo con la classe perché non si capisce come faranno
a seguire questi “corsi propedeutici” e anche
ad avanzare col normale programma. Non si comprende neanche come si potrà
conciliare il tutto con i tagli che il governo continua a prevedere per
l’istruzione.
È evidente, quindi, che le motivazioni della Lega sono
ispirate dal solito profondo razzismo che la
caratterizza e costituiscono un attacco al diritto all’istruzione e al
principio di non discriminazione, tutelati dalla nostra Costituzione.
I leghisti parlano di integrazione riuscendo ad immaginare
al massimo un’assimilazione degli stranieri alla cultura italiana, facendo
proposte anacronistiche e senza senso dettate dal timore dell’invasione dei
migranti i cui figli, anche se nati in Italia, sono ritenuti colpevoli di
rallentare i programmi scolastici dei figli degli autoctoni...
Crediamo che la scuola sia di importanza cruciale per una
reale e sensata integrazione e per evitare gli aberranti episodi di razzismo
di cui sentiamo parlare sempre più spesso in questi giorni. Sappiamo
perfettamente che ci possono essere difficoltà per gli studenti stranieri ma
crediamo che siano altre le strade per superarle e molte scuole le stanno
già percorrendo mettendo a disposizione: corsi di alfabetizzazione
pomeridiani per dare a tutti le conoscenze minime, necessarie per
avvicinarsi ai linguaggi specifici di ogni disciplina, corsi di educazione
all’ intercultura e ricorrendo anche all’aiuto dei mediatori culturali.
Quello di cui questo paese ha bisogno non è certo una
politica dell’apartheid che porterà a classi di serie A e classi di serie B,
C etc.. ma occorre mettere a disposizione fondi per avviare progetti che
permettano ai docenti di fare il loro lavoro e di rispondere alla
complessità del cambiamento in atto, difendendo la diversità come ricchezza
e rifiutando l’assimilazione.
[ venerdì 17
ottobre 2008 ]
Da
Roma_Francais
La giustizia accorda 300 euro a 60 Rom espulsi
- Marylise COURAUD et Vanessa RIPOCHE.
Il 4 luglio la polizia ha sloggiato una sessantina di rom da un
campo situato su di un terreno abbandonato di Doulon a Nantes - Marc Roger
E' un giudizio che farà epoca. Un magistrato ha condannato ieri lo Stato a
versare i danni e gli interessi a questi Zigani sloggiati il 4 luglio
da un terreno non attrezzato a Nantes.
Quel mattino, il sole si era appena levato, poliziotti, e carri attrezzi sono
all'opera. Su un terreno abbandonato, nel quartiere di Doulon, a Nantes, alcune
famiglie rom impacchettano qualcosa in fretta, prima di lasciare le roulottes. A
qualche metro, una donne di Médecins du Monde ed una volontaria della Lega dei
diritti dell'uomo assistono all'espulsione, impotenti. Alcuni poliziotti
municipali impediscono l'accesso al terreno.
Scene identiche o quasi animano regolarmente l'agglomerato nantese. E gli
Zigani spingono sempre un po' più lontano le loro roulottes. Ma quel 4 luglio,
le associazioni che non hanno potuto giocare il loro ruolo tradizionale di
osservatori, sono sbalordite.
"Umiliazione"
Allora gli avvocati esaminano più da vicino le condizioni
dell'espulsione. Molto in fretta, considerano che la procedura è irregolare.
Nella precipitazione, lo Stato avrebbe saltato una tappa.
E' quello che, in effetti, va a confermare il giudice dell'esecuzione, Daniel
Castagné. Nel quadro di un'espulsione, è obbligatorio l'ordine di lasciare il
posto con una data ed un termine. Ma ai Rom non è stata data che la scadenza del
termine.
"Considero che non siano state rispettate le regole," spiega il
giudice. "Dev'essere lasciata una scelta agli occupanti diversa
dall'intervento delle forze dell'ordine." Questo obbligo "costituisce
l'ultima possibilità accordata alle persone per evitare di subire l'umiliazione
di una espulsione da parte della forza pubblica," scrive Daniel
Castagné. "I Rom non conoscono i loro diritti, così è più facile espellerli,"
ha spiegato Sylvie Bourjon, in occasione dell'udienza.
Il giudizio emesso ieri non è stato senza conseguenze. Il magistrato ha
condannato il ministero dell'Ecologia, proprietario del terreno, a versare 300 €
per danni ed interessi a ciascuna persona espulsa. Una sessantina, tra uomini,
donne e bambini. "Le famiglie non hanno avuto nessuna scelta. Qual è la
libertà di partire quando si è circondati da numerosi poliziotti? Sono stati
umiliati dalla forza pubblica," stima Daniel Castagné.
Gli avvocati delle famiglie e le associazioni si dichiarano "estremamente
soddisfatti". "E' una primizia. Si spera che questo farà progredire il
rispetto dei diritti," osserva Loïc Bourgeois. "E' una popolazione che
disturba, di cui ci si vuole sbarazzare il più in fretta possibile. Così, li si
espelle senza rispettare le regole della Repubblica." Il ministero potrà
appellarsi alla decisione.
Di Fabrizio (pubblicato @ 09:00:08 in casa, visitato 2078 volte)
Da
British_Roma
Ustiben Report
Gli operatori sociali hanno detto ai residenti di Dale Farm che avranno solo
40 minuti di preavviso prima che gli ufficiali giudiziari e i bulldozer inizino
a spianare il più grande insediamento Zingaro. Le 90 famiglie di Crays Hill
saranno letteralmente lasciate al buio quando la polizia dell'Essex bloccherà le
strade la mattina presto subito prima della massiccia azione diretta dal
consiglio di Basildon. Un funzionario del Consiglio di Contea dell'Essex
parlando all'incontro dei residenti nel Centro di San Cristoforo ha descritto lo
sgombero di Basildon come sacrosanto.
Ma dettagli stanno gradualmente emergendo, come i dubbi sullo stanziamento di
cinque milioni di euro per lo sgombero, già condannato da molti come atto di
pulizia etnica. La settimana scorsa i funzionari si sono incontrati con i
residenti per quietare le paure che il consiglio possa mettere i bambini in
istituto durante lo sgombero, se la Corte d'Appello, dopo l'udienza di dicembre,
dovesse dare il via libera alla distruzione di Dale Farm.
"Non vogliamo prendere i vostri bambini, non ne abbiamo intenzione," ha
spiegato Lou
Williams. "Fintanto che sarà possibile lavoreremo con voi e aiuteremo i giovani,
i vecchi ed i malati."
Nel contempo Noreen Fry, funzionario ECC con responsabilità per gli anziani,
ha rivelato che in discussioni con Basildon è stato dichiarato che i suoi
dipendenti saranno informati non oltre 40/45 minuti prima dell'inizio dello
sgombero.
"Ci riuniremo al parcheggio Belvedere," ha detto riferendosi all'osteria in Crays Hill, Billericay. "Anche
la squadra di Basildon e la polizia saranno là."
Ha detto che il consiglio della contea ritiene ciò un'emergenza su vasta
scala. Kathleen
McCarthy, vice-presidente del comitato dei residenti di Dale Farm, ha ammonito
che ogni tentativo del consiglio o della polizia di portare via i bambini,
incontrerà la resistenza di giovani e genitori. McCarthy ha detto di sapere bene
che il consiglio non può prendersi in carico i bambini senza una decisione del
tribunale. Ma il capo della polizia ha l'autorità di emettere un ordine per cui
la polizia può trattenere i bambini sino a 72 ore. Per questa ragione, il
prossimo passo sarà di chiedere un incontro con Roger Baker, capo della polizia.
"Abbiamo costruito noi questa comunità e non vogliamo che venga distrutta,"
ha dichiarato. "Non vogliamo andare nelle case o cambiare la nostra cultura."
Williams ha detto che accoglierebbe con favore qualsiasi piano della comunità
per spostare bambini ed anziani in un posto sicuro. E' stato detto che
potrebbero essere utilizzate le chiese mentre le carovane si spostano in un
terreno adiacente, grazie ai rapporti creatisi con le famiglie senza tetto. Lin
Jacobs ha spiegato che lo ECC potrebbe offrire una sistemazione provvisoria ai
più bisognosi. Se ci fosse acqua corrente, la sua squadra sarebbe in grado di
continuare i servizi d'assistenza in quella che si descrive come una tendopoli
temporanea.
E' stata informata che la Croce Rossa ha promesso aiuto ed ha donato una
grande tenda. La necessità di aggiornare una valutazione di rischio elaborata da
Basildon nel 2005 assieme alla
Constant & Co.
è stata sottolineata da Grattan Puxon, segretario della
Dale Farm Housing Association.
"I bisogni di assistenza sociale della famiglia e tutti i rischi in questione
non sono ancora stati esaminati," ha detto Puxon. "Dobbiamo essere parte in
causa del rapporto di valutazione finale di rischio, perché è la nostra gente,
bambini inclusi, ad essere in pericolo."
"Una volta che gli ufficiali giudiziari iniziano, demoliscono e bruciano
tutto, ha detto Kate O'Brien, madre di Dale Farm.
"Ti spingono via e ti insultano a male parole, anche se sei malata o incinta.
Ci mandano per strada e ci lasciano a vivere in un fosso."
Fotografie del 18/10/2008
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