Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 13/10/2008
Ricevo da Marco Brazzoduro
Cari amici,
vi informo che nei giorni di giovedì 9 e venerdì 10 si è trattenuta a Roma una
delegazione dell'EUROPEAN ROMA
RIGHTS CENTER con lo specifico obiettivo di controllare le modalità di
svolgimento del ben noto censimento. In quei due giorni il censimento si è
svolto nel campo di prima accoglienza RIVER (un ex villaggio turistico affittato
dal Comune e nel quale sono accolti circa 360 rom di origine romena). La
delegazione ha anche intervistato esponenti della Croce Rossa oltre ai rom del
campo. Venerdì 10 un esponente della delegazione (rom macedone che lavora a
Budapest) ha visitato Casilino 900 dove si è intrattenuto a lungo intervistando
i rom del campo circa la loro esperienza di censimento e sui loro problemi in
generale. L'ERRC produrrà una relazione da diffondere nelle sedi opportune
(specialmente a livello internazionale). Con l'occasione mi hanno consegnato
diverse copie di un rapporto steso dopo una precedente indagine. Il rapporto si
intitola SICUREZZA ALL'ITALIANA. Impronte digitali, violenza estrema e
vessazioni contro rom e sinti in Italia. Ad esso hanno collaborato Eva,
Diana, Sucar Drom e il
sottoscritto.
Da
Romano Them
11 ottobre 2008 – In reazione all'assegnazione al diplomatico finnico Martti
Ahtisaari del Premio Nobel per la Pace, Romano Them ha detto che i Rom
kosovari non hanno ragione per unirsi al coro di chi si congratula. "I successi
di Ahtisaari nel portare la pace in altre parti del mondo sono innegabili, ma
nel caso dei Rom del Kosovo la sua azione è stata un completo fallimento." ha
aggiunto l'organizzazione.
Ritornando alla mediazione dell'ex Ministro degli Esteri finlandese,
dell'accordo internazionale di pace che pose fine alla guerra contro la
Jugoslavia, Romano Them ha ricordato che immediatamente in seguito si
stima che circa 100.000 Rom furono cacciati dal Kosovo e le loro proprietà
distrutte. Sette anni dopo, quando Martti Ahtisaari assunse la guida del gruppo
internazionale di trattativa, che aveva l'intento di raggiungere un accordo
sullo status della provincia, egli decise di limitare gli sforzi alle due
comunità più grandi, escludendo tutte le altre.
"Per Ahtisaari ed il resto della comunità internazionale, noi Rom del Kosovo
praticamente non esistevamo," ha detto un rappresentante di Romano Them.
"Ci hanno visto come una sorta di gente povera e miserabile, con un basso
livello di civilizzazione, ma non avevamo mai vissuto sotto le tende o nei
caravan." Ha inoltre spiegato che i Rom erano una parte integrale nella società
del Kosovo. "Rispettavamo le leggi e il sistema in atto," ha detto.
Secondo l'organizzazione, l'esclusione dei Rom dai negoziati sullo status ha
avuto ampie conseguenze sulla posizione dei Rom nel Kosovo odierno. Difatti, la
Costituzione che fu adottata dal Parlamento del Kosovo a febbraio, è ampiamente
costruita sulle proposte incluse nel rapporto preparato dal gruppo di
internazionale di trattativa. "Il fatto che la maggiore ambizione di Ahtisaari
era di soddisfare le richieste conflittuali degli Albanesi e dei Serbi del
Kosovo, ha portato alla negazione degli interessi delle altre comunità, in
particolare i Rom, che non avevano nessun partito ad appoggiarli," ha spiegato
un altro rappresentante di Romano Them.
Come conseguenza, la posizione di seconda o terza classe dei Rom kosovari è
oggi sancita per legge. Romano Them ha citato come esempio i recenti
reclami dei rappresentanti delle organizzazioni Rom della società civile
a Prizren, che hanno sostenuto che la bozza del nuovo statuto della municipalità
non ha alcun interesse per i Rom. "La mancanza di chiare garanzie sulla
rappresentanza politica dei Rom a livello municipale e sull'uso della lingua
romanì discende dalla nuova legge sull'auto-governo e dalla costituzione del
Kosovo", ha detto Romano Them.
Viene quindi giudicato cinico il tentativo della comunità internazionale di
rimandare i Rom in Kosovo, dopo averli deprivati delle garanzie essenziali per
la loro sussistenza.
Da
Bulgarian_Roma
Da dove vengono gli Zingari: Non dimenticare gli Zingari anatolici
Questo documento non riguarda le origini degli Zingari, su cui ci sono varie
discussioni. Alcuni adducono che la madrepatria sia l'India; dall'altra parte si
asserisce che è il mondo intero. Vorrei posporre la questione e discutere un
altro soggetto. Riguarda un'impressione fortemente radicata nella nostra
società: quando si menzionano gli Zingari di Turchia, il pensiero della
maggioranza va alla regione della Tracia. Per la gente comune, gli Zingari
evocano frequentemente i simboli della cultura balcanica, per esempio il
clarinetto e la musica romanì. Naturalmente, la Tracia ha un posto distinto
nella cultura degli Zingari di Turchia. Nessuno può negarlo. Ma c'è un'altra
realtà, nascosta: la cultura degli Zingari d'Anatolia.
Gli Zingari di Turchia vengono dalla regioni della Tracia, del Mar Nero,
dell'Anatolia Centrale, dell'Anatolia dell'Est e del Sud-Est... E' emersa una
magnifica ricchezza a causa della miscela di valori culturali prodotti dagli
Zingari di differenti regioni della Turchia con le culture di altri popoli
attraverso la storia. Arte? Mentre la cultura degli Zingari di Tracia
rappresenta il clarinetto e il
saz, quella degli
Zingari d'Anatolia si identifica con il
davul-zurna, la
baglama e il
bozlak. Si può vedere l'impatto della cultura
balcanica su quella degli Zingari di Tracia, come quella del Medio Oriente e
dell'Asia Centrale sulla cultura degli Zingari anatolici. Mentre cantano il
bozlak, la voce malinconica di uno Zingaro anatolico vi porta dalle steppe
dell'Anatolia a quelle dell'Asia Centrale. Economia? I commercianti nomadi sono
gli antenati degli Zingari anatolici, come degli altri Zingari di regioni
differenti. Gli Zingari hanno fornito i cesti, i setacci e gli attrezzi di
metallo ai villaggi anatolici che erano dimenticati ai margini della
civilizzazione. Gli Zingari hanno estratto i denti dei contadini, circonciso i
loro ragazzi, sono diventati i dottori del villaggio e hanno suonato la musica
ai matrimoni. I nostri antenati sono stati la parte più necessaria della vita
rurale prima dei grandi progressi tecnologici. Attualmente, che le arti
tradizionali sono state dissolte dalla tecnologia, gli Zingari lavorano come
salariati nell'agricoltura o fanno i lavori più difficili che nessuno
intraprende.
Come famiglia di www.cingeneyiz.org,
accettiamo la cultura zingara come un valore importante della nostra società.
Inoltre,non pensiamo che la cultura zingara si componga solo a Lüleburgaz, Kirklareli, Edirne.
Altri (per esempio gli Zingari di Çorum, Yozgat, Konya , Artvin, Van, Denizli, Trabzon , Bursa , Kastamonu,
Çankiri, ecc.) arricchiscono la cultura zingara coi loro prodotti culturali ed
anche con i contributi alla vita economica. Come valutiamo incontestabilmente la
nostra cultura come un valore per questa geografia, consideriamo tutti gli
Zingari di tutte le parti della Turchia come lavoratori in sofferenza di questa
cultura. In questo senso, cercheremo di menzionare tutto su di loro nel nostro
sito, finché ne saremo capaci.
Speriamo che la nostra attitudine sia d'esempio e che gli Zingari d'Anatolia
siano considerati importanti come meritano.
Ali Mezarcioglu
Editor www.cingeneyiz.org
Fotografie del 13/10/2008
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