Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 01/10/2008
A Messina: Piccole
"Impronte di pace"
Bambini italiani, rom, srilankesi e filippini, tutti uniti da interessi comuni
come il gioco e il sorriso. Le loro impronte colorate sono simbolo della loro
spensieratezza. Sono i protagonisti di un'esperienza di integrazione che per le
due prime settimane di luglio ha coinvolto quaranta bambini e alcuni adolescenti
a Messina. Il progetto si chiama "Impronte di Pace 2008", in risposta al
provvedimento del ministro degli Interni Roberto Maroni di raccogliere le
impronte digitali nei campi nomadi italiani. "Bisogna partire dai piu' piccoli -
spiega padre Antonio Palazzotto, viceparroco della chiesa di Santa Maria di
Pompei e promotore dell'iniziativa -. Attraverso il loro linguaggio diretto si
costruiscono forti rapporti di conoscenza reciproca".
A scuola di dialogo dai bambini, dunque, se la comunicazione fra gli adulti non
funziona. La realtà messinese non è molto diversa da quella di altre città: i
due principali accampamenti rom sono cittadelle isolate e invalicabili. Almeno
fino allo scorso 6 giugno, quando l'associazione culturale rom "Baxtalo drom"
("buona fortuna") ha "simbolicamente" aperto ai cittadini messinesi, per una
festa, le porte del villaggio Fatima San Ranieri, a ridosso della stazione
ferroviaria.
Una trentina di roulotte e casupole di lamiera, servizi igienici deteriorati,
topi e scarafaggi dappertutto: è il panorama del piccolo villaggio rom costruito
20 anni fa a Messina.
"Con la giunta dell'ex sindaco Francantonio Genovese - spiega Patrizia Maiorana,
vicepresidente dell'Arci Messina che opera dal 2002 con i nomadi - erano state
avanzate alcune soluzioni abitative ma non si è fatto mai nulla". Anche il nuovo
primo cittadino Giuseppe Buzzanca ha dimostrato sensibilità nei confronti dei
problemi dei rom. Tuttavia, la bonifica del litorale sud di Messina, proposta
dalla giunta Buzzanca, non sembra essere compatibile con la presenza dei circa
100 "zingari" che vivono fra la ferrovia e il mare. "Se costruiranno il ponte
potremo finalmente affacciarci e vedere le nostre baracche", commenta
ironicamente Saverio R., 58 anni, uno degli anziani del campo nomadi.
A San Ranieri vivono soprattutto bambini e adolescenti, perciò la Caritas punta
su scolarizzazione e coinvolgimento dei più giovani per stabilire vettori di
dialogo tra italiani e rom. Provengono dai Balcani e fino al 1998 avevano un
permesso di soggiorno umanitario. "Perso lo status di profughi - spiega la
Maiorana - non hanno più i documenti necessari e nemmeno la possibilità di
trovare un lavoro". Per questo e altri motivi l'intera comunità vive di
elemosina.
Per due settimane, a luglio, i piccoli hanno lasciato il campo tutti i
pomeriggi. Gli animatori, tutti con esperienza di servizio nel campo, sono
rimasti colpiti nel vedere una tale sintonia tra bambini di diverse etnie.
"Loro, certi problemi non se li fanno", commenta Ivana Risitano, una volontaria.
L'iniziativa della chiesa messinese e della Caritas diocesana è stata
un'occasione preziosa sia per i bambini che per i genitori che hanno partecipato
attivamente alla realizzazione del progetto.
"C'è ancora molto da fare. I pregiudizi di anni non si cancellano in pochi
giorni e anche il divario economico e sociale", conclude suor Gabriella
D'Agostino della Caritas.
L'iniziativa, sfruttando l'onda mediatica, ha puntato i riflettori su una realtà
trascurata, quella dei nomadi messinesi e gli organizzatori sperano che le
uniche impronte lasciate in queste settimane siano quelle colorate dei bimbi. Un
lenzuolo bianco e le loro impronte di pace.
Laura Conti [30.9.2008 - 13.24]
Napoli -
Vita da
profughi - Campi rom: la prigione della civiltà
La notizia degli abusi perpetrati sui piccoli rom, in quel vicoletto degli
orrori alle spalle di Palazzo San Giacomo, è arrivata nelle case di cartone dei
nomadi stanziati a Scampia e Secondigliano. Qui, tra un campo abusivo e uno
autorizzato, vivono più di duemila persone. È difficile la vita tra le baracche
dell'insediamento di Scampia, quello abusivo, situato ai margini di via Ghisleri
sotto i ponti dell'Asse mediano. Un esercito di senza nome, un migliaio di
individui divisi in quattro campi in base a provenienze etniche e religiose.
Senza identità, senza documenti. I bambini corrono tra enormi pozzanghere,
alcuni a piedi nudi. L'aria è quasi irrespirabile, resa pesante dai fumi di
plastica e immondizia data alle fiamme. I rifiuti sono ovunque, non esiste alcun
sistema di raccolta, per questo l'unico modo per disfarsene è bruciarli. È qui
che si è svolta la visita del consigliere regionale Luisa Bossa, accompagnata da
padre Pizzuti, dal pastore della chiesa evangelica zigana Gaetano Meglio, da
padre Sergio Sala e da alcuni ragazzi dell'associazione "Chi rom e chi no".
Forte è lo sconcerto seguito alla scoperta degli abusi sui bambini. Essenziale
capire e vedere da vicino, toccare con mano le condizioni di vita dei nomadi
sistemati sul territorio cittadino. «Vedo tanti bambini e tanti topi - racconta
Luisa Bossa -. Ho visitato il carcere di Poggioreale, ma questa è un'altra
prigione, la prigione della civiltà». I bambini corrono incuriositi, i più
grandi raccontano le loro storie. «Noi ci prendiamo cura dei nostri bambini -
dice uno di loro - cerchiamo di vestirli bene e di mandarli a scuola. Ma
guardate dove viviamo: loro giocano e si sporcano nel fango e nelle pozzanghere;
rischiano tutti i giorni di buscarsi delle malattie».
Sapete cosa è successo ad alcuni bambini, del fatto che si siano prostituiti?
«Sì, e siamo sconvolti - proseguono -. Ma questo non vuol dire che tutti
facciamo così». Zanzare e altri insetti ronzano sulle pozzanghere, mordono senza
lasciare tregua. Bruciano pure i morsi della scabbia che infesta le braccia di
una bimba rintanata in un angolo della sua baracca, in isolamento. Ci spiegano
che qui, più che altro, vivono profughi e rifugiati provenienti dalla ex
Jugoslavia. «È la prima volta che sento parlare di questi casi di pedofilia -
dice Barbara Pierro, dell'associazione "Chi rom e chi no" -. Al campo sono
rimasti tutti molto colpiti. Hanno avuto come uno scatto d'orgoglio e bisogna
chiarire che questi tremendi fenomeni non sono legati alla cultura rom, ma sono
frutto di situazioni di estremo disagio».
Sulla stessa linea il pastore della chiesa zigana, Gaetano Meglio: «Quello che
si è verificato dimostra l'enorme stato di bisogno di questa umanità. Le
istituzioni devono intervenire, non solo elargendo denaro ma dando sostegno
morale e sociale alle tante associazioni che quotidianamente lavorano in questi
insediamenti».
Dal campo abusivo a quello autorizzato. È stretto fra la circumvallazione
esterna e il carcere di Secondigliano. Container, strade asfaltate, molti
bambini che corrono a giocare. E immondizia, tanta immondizia. Il campo, sulla
carta, dovrebbe ospitare poco più di cento persone; ce ne sono quasi mille. Qui,
raccontano, è un po' come stare in galera. «Io ho tre figli - dice Antonich -,
voglio trovare un lavoro e vivere onestamente, ma senza documenti come si fa?
Siamo qui da vent'anni e molti di noi non hanno ancora i documenti. Senza lavoro
uno è costretto a rubare o a fare l'elemosina. E per guadagnare qualcosa possono
anche capitare queste cose orribili».
Danilo Cirillo [30.9.2008 - 12.26]
Da
Roma_Francais
24 settembre 2008 - In seguito alla conferenza europea sui Rom, Christine
Boutin, che rappresentava il governo francese, ha promesso ai 400.000 Rom,
come pure alla gens du voyage che vive in Francia, la soppressione dei
titoli di circolazione e degli ostacoli al diritto di voto. Queste misure
discriminatorie dovranno essere soppresse.
In effetti, per poter circolare ed esercitare la propria professione, la
gens du voyage ha l'obbligo di avere un titolo di circolazione, validato
ogni trimestre dalla polizia. L'ottenimento di questo diritto a circolare è
condizionato alla residenza in un comune e al parere favorevole del sindaco e
del prefetto. Inoltre, questo titolo è indispensabile per accedere alle aree di
sosta destinate ai veicoli della gens du voyage, quando esistono.
Quanto al diritto di voto, la gens du voyage non può esercitarlo se
non può provare la sua residenza in un comune da almeno tre anni.
Si tratta quindi di riconoscere loro dei diritti elementari, ma la ministra
non ha fornito alcuna data per la realizzazione di queste promesse.
Louis BASTILLE, Humanité
Ricevo da Ernesto Rossi questo invito, a cui avrei aderito
volentieri, se non fosse che il convegno si svolge in concomitanza con la
manifestazione nazionale antirazzista di Roma. Accidenti! Si sta muti per mesi,
e poi lo stesso giorno si organizzano due iniziative in contrapposizione...
INVITO
A dieci anni dalla scomparsa di Carlo Cuomo, vogliamo ricordare l'Assessore,
il compagno, la persona in un convegno
CARLO CUOMO, DIECI ANNI DOPO
sabato 4 ottobre 2008
ore 9.30 - 13.30
a Palazzo Marino
Testimonianze di Marilena Adamo, Franco De Angelis, Ida Finzi, Mariella
Fracasso, Giuseppe Landonio, Manfredi Palmeri, Alessandro Pollio Salimbeni,
Basilio Rizzo, Ernesto Rossi, Carlo Tognoli, Aldo Tortorella, Emilio Vimercati.
a cura del Consigliere Giuseppe Landonio
Gruppo consiliare Misto - Sinistra Democratica
messaggio inviato da Marina Alberti
Comune di Milano - Gruppo consiliare Misto
Segreteria Consigliere Giuseppe Landonio
SINISTRA DEMOCRATICA
via Marino 7 20121 Milano
tel 02 884.54803 - fax 02 884.50970
marina.alberti@comune.milano.it
Di Fabrizio (pubblicato @ 08:50:15 in media, visitato 1585 volte)
Da
Hungarian_Roma (riguardo agli episodi italiani, se ne è scritto
QUI)
Lashi Vita - Con la ricerca e l'ammirazione per le storie sconosciute,
Mundi Romani, una
serie di documentari co-prodotti dalla Fondazione Romedia e dalla
Televisione ungherese Duna,
esplora l'incredibile mondo dei Rom dal Kosovo alla Spagna, attraverso Romania,
Francia, Macedonia o Israele. Il 14° episodio della serie fu girato ad agosto e
settembre 2008 in Italia, dove nel novembre 2007 l'uccisione di una donna
italiana da parte di un immigrato Rom scatenò un'ondata senza precedenti di
discorsi anti-Rom, politiche xenofobe e violenze razziali, che riportavano ai
giorni più bui della storia europea.
Come racconta Katalin Bársony, le autorità ed i soggetti delle loro
politiche, attivisti dei diritti umani, figure chiave religiose e gente
ordinaria, il giovane e il vecchio condividono le loro storie e opinioni mentre
la squadra di Mundi Romani viaggia dall'esplosiva atmosfera di Napoli verso
l'Italia settentrionale passando da Roma. Riusciamo a sentire i racconti
personali di quanti dovettero lasciare l'ex Jugoslavia per sopravvivere alla
guerra, come pure quei cittadini UE che fuggono dalla miseria che la vita in
Romania offre alla sua minoranza Rom, e le testimonianze dei Rom e Sinti
italiani, che hanno vissuto in Italia per almeno cinque secoli.
Tre comunità. Tre storie differenti. E' l'isolamento e la paura che rende i
loro destini così simili. Per le autorità italiane, per i media italiani e per
la maggioranza degli italiani, i nostri protagonisti non hanno storie, nomi,
facce. Sono stranieri da controllare, espellere, ripulire dall'Italia. Ma,
l'Italia è la loro casa.
Una situazione esplosiva in cui la legislazione UE sui diritti umani sembra
essere diventata irrilevante. In cui la libertà d'informazione è in pericolo,
come quando la troupe televisiva è stata fermata a Roma dalla Polizia. In cui
una mutua paura sembra aver catturato un'intera nazione. Questo documentario
girato in una delle più antiche e grandi democrazie d'Europa, solleva serie
domande sul significato di democrazia e sul ruolo della legge e sulle fragili
basi in cui giacciono la civiltà e l'Unione Europea.
Editor in Chief, Reporter: Katalin Bársony
Photographer: Csaba Farkas, András Néder
Sound Engineer: István Perger
Editor: Péter Kohut
Producer: Judit Ordódy
Expert: Ágnes Daróczi, Marion Kurucz
Directed by Katalin Bársony

Modena - Oltre i luoghi comuni e i pregiudizi, alla scoperta delle
culture di rom, sinti e gitani: "Le strade del mondo - Voci inascoltate di rom e
sinti" è la tre giorni organizzata a questo proposito da Fondazione Villa Emma
di Nonantola, Multicentro educativo Memo del Comune di Modena e Istituto di
cultura sinta di Mantova. L'appuntamento è a Nonantola e Modena per venerdì 3,
sabato 4 e domenica 5 ottobre, con incontri, laboratori e spettacoli.
Tre giorni di appuntamenti per conoscere una cultura europea che ha alle spalle
secoli di discriminazioni, culminate in uno sterminio nazifascista, il
Porrajimos, meno conosciuto ma non meno tragico della Shoah ebraica. Non a caso,
la manifestazione è promossa dalla Fondazione Villa Emma - Ragazzi ebrei
salvati, nata per ricordare i 73 ragazzi ebrei che durante la seconda guerra
mondiale furono protetti e messi in salvo dalla solidarietà dei cittadini di
Nonantola. Tra gli ospiti ci saranno Judith Okely della britannica Hull
University, poeti, musicologi, esperti delle università di Firenze e Milano
Bicocca, che si confronteranno con i rappresentanti delle comunità rom e sinte
del nord Italia. Sarà presente anche Yuri Del Bar, primo cittadino sinto ad
essere eletto in un consiglio comunale italiano, a Mantova. L'attore e scrittore
Pino Petruzzelli presenterà il suo libro "Non chiamarmi zingaro"e il danzatore
Juan Lorenzo sarà il protagonista di una serata di flamenco. "Le strade del
mondo" è stato ideato e progettato da Eva Rizzin, Nella Roveri e Stefano Liuzzo
con il coordinamento scientifico di Maria Bacchi.
Uno sguardo al programma
Prende il via con un laboratorio curato dallo scrittore e attore Pino
Petruzzelli il convegno "Le strade del mondo - Voci inascoltate di rom e sinti",
in programma a Nonantola (Mo) da venerdì 3 a domenica 5 ottobre. La tre giorni
organizzata dal Multicentro educativo Memo del Comune di Modena insieme alla
Fondazione Villa Emma di Nonantola e all'Istituto di cultura sinta prevede
seminari per insegnanti e operatori culturali insieme a incontri e spettacoli
aperti al pubblico.
Nella prima sessione, in programma venerdì dalle 10 alle 13 al palazzo comunale
di Nonantola in via Marconi 11, i partecipanti saranno chiamati a costruire una
narrazione collettiva e riflettere sul senso di identità, con un percorso di
materiali e stimoli messo a punto da Pino Petruzzelli. La mattinata si aprirà
con i saluti delle autorità locali: Silvia Facchini, assessore all'Istruzione
della Provincia di Modena, Adriana Querzè, assessore all'Istruzione del Comune
di Modena, Pier Paolo Borsari, Sindaco di Nonantola, Stefano Vaccari, presidente
della Fondazione Villa Emma. Maria Bacchi, coordinatrice scientifica, presenterà
il seminario.
La seconda sessione, dalle 15 alle 18 alla sala Ragazzi di Villa Emma in via
Roma 30, si intitola "Rom e Sinti: chi sono? da dove vengono? dove stanno
andando?". Ne discuteranno Luca Bravi dell'università di Firenze, Eva Rizzin
dell'Istituto di cultura sinta di Mantova, Yuri Del Bar, consigliere comunale di
Mantova e membro della comunità sinta, insieme al musicologo ed esperto Stefano
Liuzzo. La terza sessione, dalle 18.30 alla sala Cinema teatro Massimo Troisi, è
aperta a tutti e vedrà la presentazione di "Non chiamarmi zingaro" di Pino
Petruzzelli (Edizioni Chiarelettere, 2008).
Sabato mattina dalle 10 alle 13 si torna al Palazzo comunale di Nonantola per la
lectio magistralis di Judith Okely su "Luogo, movimento, identità: Gypsies,
Travellers e Rom", accompagnata da immagini e narrazioni di vita di rom e sinti.
Di nuovo alla sala Ragazzi di Villa Emma nel pomeriggio dalle 15 alle 18 ci sarà
il laboratorio "Detti, interdetti e non detti" curato da Maria Bacchi e Nella
Roveri della Fondazione Villa Emma. Alle 21.30 al teatro Troisi si passa invece
a musica, canto e danza con Juan Lorenzo e Flamenco libre.
I lavori proseguono nella mattina di domenica con Pino Petruzzelli che metterà
in scena, nel Municipio di Nonantola, i materiali tratti dai laboratori. Seguirà
un incontro con Tommaso Vitale, università di Milano Bicocca, Nazzareno
Guarnieri, presidente della Federazione Rom e Sinti Insieme e Demir Mustafa,
poeta rom macedone.
La sessione finale è in programma a Modena alla Casa delle culture di via
Wiligelmo 80. Alle 15 ci sarà l'incontro "La vita e altri cantieri: racconto
filmico di un'esperienza" alla presenza di Radames Gabrielli, presidente
dell'Associazione Nevo Drom e Salvatore Saltarelli del centro tutela contro le
discriminazioni della Provincia autonoma di Bolzano. L'ultimo appuntamento è la
presentazione del progetto delle Microaree a Modena, che sarà discusso da
Francesca Maletti, assessore alle Politiche sociali del Comune di Modena,
Giacomo De Barre e altri rappresentanti della Comunità sinta di Modena, Luca
Puggioli, Coordinatore Ufficio nomadi e altri operatori del Centro stranieri -
Comune di Modena. Il dibattito è coordinato da Walter Reggiani, Presidente della
Casa delle culture di Modena. In conclusione interverrà Fausto Ciuffi, direttore
della Fondazione Villa Emma.
Il programma completo della tre giorni è sul sito Fondazione Villa Emma. Per
informazioni o per iscriversi alle sessioni chiuse del seminario ci si può
rivolgere ad Alessandra Varvaro, e-mail, telefono 059 547195.
A Modena 354 rom e sinti in case e microaeree
Un percorso di integrazione che passa attraverso diritti e doveri di
cittadinanza: è la scelta fatta dal Comune di Modena, che a fine 2007 ha chiuso
definitivamente il campo nomadi di via Baccelliera mettendo a disposizione delle
famiglie sinte 16 microaree nelle quali vivere con maggiore dignità e
responsabilità. Nel Comune di Modena vivono 29 rom e 325 sinti di cittadinanza
italiana. Le famiglie rom vivono in appartamenti, i sinti nelle microaree
attrezzate realizzate dopo la chiusura del campo nomadi in diversi quartieri e
frazioni della città. Il loro percorso di integrazione prevede l'assunzione di
diritti e doveri uguali al resto della popolazione: i contributi economici
vengono assegnati dal servizio sociale di base seguendo gli stessi criteri
previsti per gli altri cittadini e l'inserimento scolastico di bambini e ragazzi
è agevolato dalla presenza di educatori. L'assessore alle Politiche sociali del
Comune di Modena Francesca Maletti discuterà del progetto delle microaree
domenica 5 ottobre alla Casa delle culture di Modena in via Wiligelmo 80, nella
sessione conclusiva del convegno "Le strade del mondo - Voci inascoltate di rom
e sinti" in programma a Nonantola e Modena a partire da venerdì 3 ottobre. Tra
le 15 e le 18 alla Casa delle culture ci saranno anche Giacomo De Barre e altri
rappresentanti della Comunità sinta di Modena, il coordinatore dell'Ufficio
nomadi Luca Puggioli e altri operatori del Centro stranieri del Comune di
Modena.
Fotografie del 01/10/2008
Nessuna fotografia trovata.
|