Di Fabrizio (pubblicato @ 09:18:01 in Europa, visitato 1778 volte)
Da
British_Roma (NOTA: importante per chi si occupa di salute e sanità)
6 ottobre 2008 09:00 - autore: Richard O'NeillL'allarmante livello
delle ineguaglianze nella salute sperimentato dalle comunità viaggianti, può
essere meglio compreso ed affrontato dai professionisti della sanità
La salute dei Rom e Viaggianti è più un racconto del terrore che una fiaba.
Lo so in prima persona essendo nato e cresciuto in una caravan, che l'accesso ai
servizi sanitari mentre si è sulla strada non è mai facile. In quattro decadi,
poco è migliorato.
Studio dopo studio si dimostra che Rom e Viaggianti hanno la peggior
situazione sanitari tra tutte le minoranze etniche, e la prova aneddotica che
raccogliamo io ed i miei colleghi nei nostri viaggi mostra un quadro sempre
peggiore.
Può essere anche peggio per gli uomini, che lasciano il servizio sanitario
nel suo complesso, per reiscriversi quando è assolutamente necessario, di solito
dopo un incidente o nell'emergenza. Un motivo di preoccupazione, certo - ma
anche un'opportunità per affrontare una volta per tutte il problema.
"Spero che i servizi sanitari impieghino in futuro prossimo Rom e
Viaggianti"
I professionisti della salute spesso mi chiedono come interagire con Rom e
Viaggianti. Come iniziare e come rompere le barriere?
Per prima cosa dobbiamo capire perché ci sono quelle barriere - ed essere
preparati a collaborare ed avere fiducia nella gente che sa dove sono i
Viaggianti. Si spera che queste siano persone che precedentemente abbiano
lavorato positivamente con le comunità, ed idealmente con quanti nella comunità
sono stati coinvolti come legali od operatori sanitari stessi.
Dovrebbero sapere, per esempio, che ci sono più Rom e Viaggianti residenti in
case che nelle carovane, e che questa gente nelle case spesso è trascurata in
quanto effettivamente invisibile ai monitoraggi etnici.
Rom e Viaggianti hanno anche una lingua propria ed una profonda cultura. E'
essenziale per chi intende lavorare con loro ricevere una formazione di
consapevolezza culturale, e che gli stessi membri della comunità siano istruiti
sulla cultura della vostra organizzazione, su quanto è possibile o no in termini
di servizio e sul perché esistano determinati sistemi.
Tradizione orale
Anche pensare in modo differente la comunicazione è importane, è per questo
che raccomando sempre di raccontare, perché è l'ideale per comunità dove la
letteratura è tradizionalmente scarsa.
I livelli di cattiva informazione nella comunità sono spaventosamente alti.
Per esempio, una credenza è che si possa prendere il cancro da qualcuno che lo
ha già. Un'altra è che chi è in condizione cronica, è al riparo dal
trovarsi in un'altra.
Quando insegno come usare i racconti per lo sviluppo della comunicazione
nelle organizzazioni, sottolineo come la comunicazione sia a due vie, bisogna
ascoltare più che parlare. Questo significa che i legali e gli operatori
sanitari Rom e Viaggianti possono raggiungere la consapevolezza dentro le loro
comunità su quanto imparano dai professionisti della sanità.
Adesso ho due nuovi colleghi Rom Viaggianti che mi aiutano a far crescere la
consapevolezza tra i professionisti della sanità e la comunità. Stuart Mounsey e Bobby O'Neill
stanno facendo un lavoro approfondito parlando liberamente dei loro problemi
sanitari - cancro e diabete - e su come queste condizioni ed i problemi che
generano possano essere affrontati e gestiti positivamente. Parte del loro
lavoro è spiegare come lavora l'NHS (Servizio Sanitario Nazionale ndr).
Stiamo compiendo progressi: entrambe queste persone sono rispettate e hanno
la fiducia della comunità e così vengono trasmesse sempre più informazioni
aggiornate. Storie sulla sopravvivenza e buone notizie dagli incontri con i
professionisti della sanità stanno veramente facendo la differenza su come la
salute ed i servizi sanitari siano recepiti.
I due uomini sono attualmente dei freelance, ma spero che un qualche servizio
di pronto intervento possa prevedere di occupare un Rom Viaggiante in un futuro
non molto distante.
Ma tutto questo fa differenza? Fiona Huntington, primaria specialista del
miglioramento sanitario del pronto intervento di Cumbria, è convinta che lo
faccia, assieme a Mr Mounsey, Mr O'Neill e me, ha condotto ad aprile due
seminari formativi. Dice "C'è prova sensazionale delle ineguaglianze nella
sanità di Rom e Viaggianti anche comparata a quella delle sezioni più
svantaggiate della nostra popolazione."
"C'è anche un'estesa mancanza di comprensione sullo stile di vita dei
viaggianti. I seminari hanno valore inestimabile per le autorità locali ed i
colleghi di Cumbria. In generale il messaggio che ci hanno dato Rom e Viaggianti
è di lavorare con loro e non per loro."
Mantenere una mente aperta
Ci sono diverse cose da ricordare quando si lavora con le comunità Rom e
Viaggianti:
I Rom ed i Viaggianti Irlandesi sono entrambe riconosciti come minoranze
etniche e dovrebbero essere parte del vostro Schema di Eguaglianza Razziale.
I Viaggianti sono visti tradizionalmente come difficili da raggiungere,
ma sono facili da raggiungere per chi li conosce di già.
Essere culturalmente consapevoli risparmia tempo ed imbarazzo ad
entrambe le parti.
Il crescere della consapevolezza è un processo a due vie.
Radunare i gruppi in sedute informali e scambiare storie sulla salute è
un buon modo per rompere i pregiudizi.
Non abbandonate se nessuno nella vostra organizzazione ha mai lavorato
con successo assieme a Rom e Viaggianti. Può essere una grande opportunità
per iniziare con candidati volonterosi.
Gli opuscoli sono un buon modo per far conoscere il vostro messaggio, ma
per persone con basso tasso di istruzione devono avere più immagini che
parole.
Mantenere gli appuntamenti può essere più difficile per la gente
viaggiante. Ricordatelo con un messaggio scritto.
Se il vostro progetto è a breve termine,siate sicure di tenere informate
le comunità, anche se solo con una telefonata occasionale.
E' sempre bene modellare buone pratiche, ma Rom e Viaggianti possono
essere molto differenti in ciascuna area, E' per questo che la conoscenza
specialistica può essere meglio dell'avere 30.000 opuscoli culturalmente
inappropriati che prendono la polvere in ufficio. Per esempio, sapevate che
i Viaggianti irlandesi ed i Rom inglesi hanno due lingue differenti?
Mantenete la mente aperta, ricevete l'informazione corretta da chi
lavora sul campo, programmate e rendetevi conto che Rom e Viaggianti sono
molto differenti sotto diversi aspetti, ma d'altra parte sono simili per
come vogliono essere trattati, con la stessa cura e rispetto che chiunque
altro vorrebbe.
Gli studenti rom offrono un barlume di speranzaBy Barnaby
Phillips, Europe correspondent
Un paio di mesi fa, sono stato a Napoli [...] per riportare dell'ostilità
contro il popolo Rom.
I napoletani incolpavano i Rom per l'ondata di criminalità, ed avevano
bruciato uno dei loro campi.
Il fatto venne postato su You Tube da Al Jazeera (qui sotto, in inglese
ndr).
Ecco un esempio di alcuni dei commenti nelle risposte; "gli zingari sono solo
parassiti", "gli zingari non possono adattarsi ad un moderno stile di vita e non
saranno mai i benvenuti", "solo uno zingaro morto è un buono zingaro", e così
via.
Molti commenti non sono riportabili, ma questo è il senso.
Ora, è vero che l'anonimato su internet ha la tendenza deprimente ad
incoraggiare le persone nel pubblicare punti di vista offensivi.
Ma, come corrispondente di Al Jazeera dall'Europa, sono rimasto sorpreso
dall'esteso e radicato pregiudizio contro i Rom.
In Grecia e altrove, spesso devo riflettere sulle osservazioni di persone che
altrimenti avrebbero una mente aperta.
Sembra a volte che la forma di razzismo che è ancora socialmente accettabile
è quella contro i Rom.
Incidente scioccante
Settimana scorsa ero in Kosovo, dove i Rom sono in una difficile situazione.
Circa 150.000 Rom (a rischio di offendere, sto usando il termine "Rom" come
scorciatoia per tre comunità differenti: i Rom, gli Askali e gli Egizi) vivevano
in Kosovo agli inizi degli anni '90.
Oggi la popolazione è di circa 40.000.
L'esodo dei Rom dal Kosovo alla fine della guerra del 1999 non ha ricevuto la
stessa attenzione di quello dei Serbi, ma è stato altrettanto drammatico.
In molte parte del Kosovo, la rientrante popolazione albanese ha accusato i
Rom di collaborazionismo con i Serbi, e li hanno cacciati per rappresaglia.
In quello che forse è l'incidente che ha scosso maggiormente, gli Albanesi
hanno distrutto un intero quartiere Rom, che ospitava circa 8.000 persone, sotto
lo sguardo delle truppe internazionali.
Ma quello che è successo dopo è veramente scandaloso.
Danni al cervello
In nove anni, solo una manciata di quei Rom sono tornati alle loro case a
Mitrovica sud.
L'ONU, che ha speso milioni per la ricostruzione in Kosovo, sino al 2006 non
aveva ricostruito nessuna casa dei Rom.
Centinaia di Rom hanno passato anni in squallidi campi per rifugiati,
contaminati da alti livelli di inquinamento da piombo (vedi
ndr).
Gli attivisti incolpano molte morti all'avvelenamento da piombo, e ritengono
che dozzine di bambini hanno sofferto danni irreversibili al cervello.
La storia dei campi Rom è lunga e complicata, con molti interessi
contrastanti, ma una conclusione è inevitabile: nel Kosovo di oggi,è impossibile
per qualsiasi altro gruppo etnico venire trattato con tale indifferenza.
I figli se ne sono andati
Ramadan Gidzic è un Rom amichevole, di circa 50 anni. Vive nel villaggio di
Preoce, in un'enclave serba vicino a Pristina.
E' disoccupato dal 1999, quando molti Rom scapparono da Pristina, e ha perso
il suo lavoro in una libreria.
Due figli, vedendo che non c'era una vita possibile, sono andati in Germania,
portando con loro i figli. E' una storia tipica a Preoce.
Quindici delle 50 famiglie rom sono andate via, ed altre si stanno preparando
a farlo.
In privato, molti ammettono di pagare i contrabbandieri per aiutarli a
raggiungere illegalmente la Germania.
Ramadan ha perso i nipoti e si chiede se qualche Rom rimarrà a Preoce.
Dice: "Chiunque abbia parenti all'estero, prima o poi se ne andrà, qui non
c'è niente da fare, possiamo solo stare qui e morire di fame".
Alcuni attivisti dei diritti umani ritengono che la popolazione Rom nel
Kosovo del dopoguerra stia progressivamente declinando, fino al punto che in
cinque anni non ci sarà più nessuno.
Altri dicono che le statistiche sulla popolazione non sono credibili, e che è
impossibile trarre alcuna conclusione.
Di sicuro non è vero che ai Rom in Kosovo sia data la speranza di costruirsi
lì un futuro.
Ruolo modello
La sfida forse più grande è l'istruzione. In Kosovo la frequenza scolastica
dei bambini rom è notoriamente scarsa.
Secondo uno studio del 2006, soltanto l'1,4% termina la scuola secondaria.
Così è stata una piacevole sorpresa incontrare Tefik Agushi, che ha 22 anni.
Tefik è l'unico studente rom all'American University del Kosovo, ed è un modello
per la sua comunità.
Dice che i bambini rom sono svantaggiati a scuola per l'assenza di qualsiasi
istruzione nella loro lingua nativa.
Ma dice anche che con l'impegno, i giovani Rom possono ottenere quel che
vogliono.
"Non possiamo limitarci a sederci in fondo e aspettare che altri ci aiutino",
dice Tefik, un giovane determinato a non permettere che il pregiudizio sia sulla
sua strada.
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
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