Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 14/10/2008
Da
British_Roma
Da
EveshamJournal La diversità culturale difesa dalla scuola By
Daniel Fawbert Mills
I poliziotti locali Julie De Paris e Julie Pardoe col contastorie romanì
Richard O’Neill e gli scolari Shania Price, Sean Lunnon, e Charlie Smith
9 ottobre 2008 - La scuola primaria di Cleeve sta promuovendo il valore di
differenti culture in un'unica esperienza narrativa per i più giovani.
La scuola ha aperto le proprie porte per accogliere il tradizionale narratore
romanì Richard O’Neill che ha intrattenuto i bambini usando le tecniche
tradizionali romanì, incluse la sua raccolta di bambole di legno.
E' stato raggiunto dall'ufficiale della polizia locale Julie De Paris e
dall'ufficiale di supporto alla comunità Julie Pardoe, ed assieme hanno passato
la mattina con i più giovani.
Pardoe ha detto "E' stata una grande opportunità per tutti scoprire di più
sulle differenti culture in un momento di intrattenimento."
"Alcuni degli scolari provengono dalla comunità viaggiante, così questo
evento è particolarmente speciale."
Il Commissariato di
West Mercia ha lavorato a stretto contatto con O’Neill, lui stesso Romanì, che
ha condotto due momenti formativi per loro.
Grazie a questo lavoro è in grado di offrire queste sezioni narrative uniche
a diverse scuole del Worcestershire, inclusa la Blackminster Middle
School di Evesham e la Pebworth First School.
Ha detto O'Neill: "Intendiamo portare le storie a tanta più gente possibile,
perché crediamo nel potere della narrazione di educare, informare, costruire
ponti e divertire."
Si spera che la formazione specialistica che può fornire assista nel formare
personale con una più ampia consapevolezza della cultura zingara, rom e
viaggiante, come pure una migliore comprensione della negatività che alcune
persone affrontano nella società.
Il consigliere per la diversità zingara e viaggiante, sergente Alistair Webster,
ha detto: "Vorrei questo addestramento per focalizzarsi sul buon lavoro e le
grandi opportunità che si ottengono dal comprendere meglio le differenze."
"Parimenti, gli eventi narrativi nelle scuole aiuteranno a trasportare questi
stessi messaggi alle nostre generazioni più giovani."
Ricevo da ARPJ
il testo che segue. PREMESSA:
Guardando sul loro sito, vedo che la sigla significa
Associazione
Romana Pro Juventute, un nome che mi ha subito ricordato la PRO JUVENTUTE svizzera,
che per
anni si è resa complice di togliere i figli alle famiglie Sinte e Jenisch e
metterli in orfanotrofi. Ho chiesto per iscritto spiegazioni, mi è stato
risposto dal responsabile del progetto che
loro non hanno nulla a che fare con la Pro Juventute svizzera
Alla cortese attenzione del
Prefetto Carlo Mosca
Commissario Straordinario
per l'emergenza nomadi a Roma
Gentile Prefetto,
Le scrivono alcune associazioni che da circa tre anni si stanno occupando della
situazione dei rom nella città, ponendo particolare attenzione alle numerose
famiglie che abitano in quelli che vengono chiamati in maniera significativa
"insediamenti abusivi", ovvero nelle baracche di cartone, legno e lamiera
costruite sugli argini dei fiumi, sotto i ponti e i viadotti o semplicemente
negli angoli nascosti della città.
Negli scorsi mesi dominati dall'ossessivo allarme sulla presenza dei rom nelle
città italiane e dalle proposte più disparate e pericolose non abbiamo potuto
non apprezzare il Suo atteggiamento, sempre attento ai principi fondamentali del
diritto e al rispetto della persona.
Tuttavia il nostro lavoro quotidiano a contatto con gli uomini, le donne e i
bambini che vivono sulla loro pelle la condizione di precarietà e di rischio, ci
ha permesso di vedere anche da un altro punto di vista queste settimane di
polemiche e censimenti.
Dalla seconda metà del mese di agosto molti degli stessi insediamenti che alcune
settimane prima erano stati visitati dalla Croce Rossa Italiana hanno ricevuto
la visita inaspettata di unità miste, composte prevalentemente da giovani
militari della Folgore in tenuta mimetica e generalmente guidati da almeno un
poliziotto del corpo della Polizia Fluviale.
Poliziotti e militari entravano negli insediamenti dicendo che dovevano
controllare chi c'era e chi non c'era, ed effettivamente chiedevano documenti a
tutti i presenti, dando vita ad un parallelo e silenzioso censimento.
In tutti i casi alcuni dei residenti controllati (generalmente gli uomini, ma in
diverse occasioni anche le donne) sono stati portati in questura, dove hanno
passato diverse ore, a volte la notte intera, in attesa del canonico controllo
dei documenti.
Gli stessi insediamenti sono stati visitati più volte con una escalation di
tensione, di minacce e di paura: in molti casi amici e conoscenti rom ci hanno
raccontato di vere e proprie violenze gratuite contro le persone e contro le
cose: tende tagliate, materassi e coperte gettate via, uomini picchiati.
Almeno in due occasioni sappiamo per certo che queste visite sono state
realizzate in piena notte, e anche in quelle occasioni i militari e i poliziotti
hanno costretto uomini, donne e bambini (in uno dei campi visitati di notte
abitava una donna che aveva partorito una bambina solo dieci giorni prima) ad
uscire dai loro ripari, a schierarsi nello spazio più ampio a disposizione, a
tirar fuori i propri documenti per l'ennesimo e inutile controllo.
Sorvolando solo per questioni di tempo sulle modalità con cui paracadutisti e
poliziotti sono entrati nei campi e nelle misere case, sulle capacità di
comunicare e comprendere le diverse situazioni, l'obiettivo esplicito di tutte
queste visite era sempre lo stesso: annunciare l'imminente distruzione totale
dell'insediamento, spingere con modi bruschi e concreti ad andarsene, far
presagire il rischio di ritorsioni ben più gravi per chi avesse deciso di
rimanere in quel campo.
E questo è effettivamente successo.
Nel quadrante sud della città sono stati distrutti e sgomberati diversi
insediamenti: decine di baracche nella zona della Magliana e di Ponte Marconi
sono state abbattute a calci e le persone costrette alla fuga spesso senza
nemmeno avere il tempo di recuperare gli oggetti personali o almeno una coperta
per la notte.
In nessuna occasione era presente personale della Croce Rossa o dei Servizi
Sociali Comunali e famiglie intere sono state semplicemente lasciate per strada
senza alcuna indicazione e alternativa.
Paradossalmente uno degli insediamenti sgomberati è stato quello in cui è stato
avviato il censimento romano; così dopo la visita degli operatori della Croce
Rossa, dopo i servizi televisivi e le foto sui giornali, dopo la partecipazione,
le promesse e le aspettative, quelle persone si trovano ora per strada, a
cercare ogni notte un riparo diverso.
Non è nostra intenzione avviare in questa sede un ragionamento, comunque
necessario e urgente, sulla utilità delle misure straordinarie e sul censimento.
Non possiamo tuttavia non denunciare con forza che quelle misure minime di
garanzia che lei stesso aveva più volte dichiarato agli organi di stampa, in
particolare l'assicurazione che non ci sarebbe stato alcuno sgombero fino al
termine delle operazioni del censimento, sono state ampiamente contraddette e
disattese. Come nei mesi precedenti alla Sua nomina, la modalità di intervento
delle Istituzioni è stata sempre la stessa: creare un clima di paura e
costringere materialmente alla fuga chi abita nelle baracche e nei ripari di
fortuna.
A questo servono i commissari speciali e l'esercito nella città ?
Sono queste le politiche attive per la sicurezza che dovrebbero favorire
l'inclusione sociale e la legalità ?
ARPJ - Tetto
progetto "Una Scuolina per crescere"
www.arpj.org -
scuolina@arpj.org
POPICA ONLUS
www.popica.org –
info@popica.org
GRUPPO EVERYONE
Il Gruppo EveryOne comunica che presenterà il testo della lettera aperta al
Prefetto anche presso la Commissione europea, denunciando questa nuova, disumana
escalation di terrore istituzionale perpetrata - in violazione delle Direttive
Ue e di tutte le Carte che tutelano i diritti dei popoli - dalle Istituzioni e
dalle autorità romane. In fede, Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Dario Picciau
www.everyonegroup.com
ARCI di ROMA
www.arciroma.it
Per chi ci legge da Londra e dintorni, ricevo da
International Alliance of
Inhabitants
Fermiamo la pulizia etnica in Italia!
Veglia di protesta pacifica presso l'Ambasciata italiana - Manifestazione a
Londra
Venerdì 17 ottobre 2008 - dalle ore 12.00 alle 15.00
14 Three Kings Yard, Londra, W1K 4EH
Ultimamente la coalizione di destra formata da Forza Italia di Silvio
Berlusconi, dal partito anti-immigrazione Lega Nord e dal partito fascista
Alleanza Nazionale ha scatenato in Italia un' ondata senza precedenti di
razzismo e xenofobia contro i Rom.
Da qualche tempo è in costante aumento il clima di paura e odio razziale contro
la popolazione migrante dei Rom presente in Italia, anche a causa, sembrerebbe,
dei provvedimenti del Governo.
Le Organizzazioni non governative continuano a denunciare arresti, sfratti e
attacchi contro le comunità Rom italiane.
Bisogna ricordare che, di solito, quella degli zingari Rom è la prima fascia
della società a diventare oggetto di persecuzioni, abusi e discriminazioni e,
non appena tale modo di agire viene considerato socialmente accettabile, si fa
lo stesso contro le altre fasce piú deboli.
Sostiamo le Comunità Rom in Europa!
Uniamoci per dimostrare che i Diritti dei Migranti Rom sono Diritti Umani!
Campagna Sfratti Zero
venerdì 17 Ottobre 2008
Organizzano:
The Monitoring Group - Civil Rights and Anti Racism Projects [Gruppo di
Controllo - Diritti Civili e Progetti Anti Razzismo]
The National Federation of Gypsy Liaison Groups [Federazione Nazionale Gruppi
di Contatto Gitani] - Gruppi diretti dalla Comunità che lavorano per i
Diritti dei Gitani, dei Rom e delle comunità di Migranti Irlandesi.
The Gypsy Council Ltd [Associazione Gitana] - Gruppi diretti dalla
Comunità che lavorano per i Diritti dei Gitani, dei Rom e delle comunità
migranti irlandesi.
info:
info@gypsy-association.com
Ricevo da Agostino Rota Martir (non ho trovato in rete copia dell'articolo citato
della Nazione, ma solo interventi datati questa primavera)
Dissento totalmente dall'intervento dell'Assessore politiche sociali Sig.na
Valentina Settimelli pubblicato ieri sul vostro quotidiano, La Nazione.
Quello che più mi rammarica è la superficialità e le approssimazioni di tante
sue affermazioni in merito sia al progetto Città sottili e del suo dichiarato
successo che sull'operato dell'Amministrazione in merito a sgomberi
effettuati e censimenti fatti in questi anni.
Ci si vanta degli sgomberi di accampamenti abusivi, l'ultimo è di ieri, definiti
con eufemismo "chiusura di quattro insediamenti non autorizzati" e nello
stesso tempo la Sig.ra Valentina vuol far credere di essere più tollerante di
altre amministrazioni per il semplice fatto che qui non si è arrivati a prendere
le impronte digitali ai Rom, come a voler dire che provvedimenti xenofobi
appartengono ad altri. Suvvia Assessore non si nasconda dietro il dito dell'on.
Maroni!
Sgomberi e impronte appartengono alla stessa cultura e logica, sono espressioni
diverse ma entrambe hanno la stessa radice: quella dell'annientamento,
dell'espulsione, della guerra contro i poveri. E' la logica dello sgombero
(fatto ovviamente sempre per il bene dei Rom e quello dei minori!!) che ha
alimentato la tragedia a Pian di Rota a Livorno dell'anno scorso, non lo
dimentichi carissimo Assessore! Perché la guerra ai poveri sta diventando un
esercizio ormai "normale" in tante Amministrazioni. Provi, se ci riesce a
mettersi nella pelle di chi subisce due, tre volte la demolizione delle proprie
baracche, roulotte e delle poche cose, cosa significhi dover ricominciare tutto
dall'inizio anche a solo qualche centinaio di metri più in là, a veder persi in
poche manciate di minuti gli "investimenti" di due o tre anni di vita.
Provi lei insieme a qualche suo zelante collaboratore se vi riesce ancora
chiamarla :"chiusura pacifica". Quello che lei definisce come "risultati
significativi" io li chiamo invece il disprezzo della vita dei poveri, che
tante volte anche qui a Pisa la Politica ha sacrificato sull'altare solo per
qualche manciata di voti e con la complicità silenziosa di Associazioni, anche
di comunità cristiane e laiche: sono i miracoli della sicurezza!
"Tutti"(??) i bambini del progetto "Città sottili" frequentano le scuole del
territorio, (con quale risultato?) mentre i loro genitori continuano a vivere
nella paura e nell'insicurezza del domani, esattamente come 5 o 10 anni fa. Anzi
oggi la situazione è ben peggiore, perché la disperazione è molto più vera e
palpabile (espulsioni, arresti) anche senza le impronte.
Ma questo non la preoccupa per niente, anzi lei si è mostrata incurante anche di
fronte alla richiesta di un incontro con lei da parte delle famiglie impaurite
del campo Rom, che le avevano chiesto due settimane fa. Da 14 anni che vivo tra
i Rom qui a Pisa non mi è mai capitato di notare così tanta disperazione e
smarrimento: nemmeno quando stavamo nel vecchio campo abusivo in via dei
Falaschi, lei se lo ricorda? In gran parte si tratta delle stesse famiglie che
in questi giorni vivono angosciate, deluse e amareggiate perché si sentono
abbandonate e prese in giro anche dal progetto che lei continua a incensare e
sbandierare ai 4 venti.
"Chi ha violato il patto di cittadinanza è stato escluso dal progetto"
lei e il sindaco non fate altro che ripetere alla noia questo ritornello,come
fosse un trofeo di vittoria da esibire al pubblico, dando per scontato che sono
sempre i Rom a tradire, ma se siamo così sicuri? Gli impegni disattesi in tutti
questi anni, le promesse come fumo negli occhi, i raggiri che non poche volte
avete utilizzato con spavalda disinvoltura..subito lesti invece a puntare il
dito contro i Rom, fingendo di non vedere i tradimenti dentro casa vostra e a
giustificarli in nome di altre imprecisate priorità.
E perché mai dovrebbero pagare intere famiglie le colpe di un loro parente?
Chi commette un reato ne è responsabile a livello personale, non la famiglia in
uno stato di diritto come il nostro. La perdita dell'abitazione, l'esilio o le
rappresaglie sui familiari di chi viola le leggi fino a poco tempo fa,
appartenevano ad epoche storiche lontane da noi o ai tempi feroci delle guerre,
stranamente oggi solo ai Rom si applica una procedura che pensavamo ormai del
tutto superata e sepolta nel passato, invece a quanto pare ritorna, come stiamo
assistendo anche a livello nazionale in queste ultime settimane, anche se a
molti questo può apparire "normale".
Sinceramente faccio fatica a comprendere, anzi mi rifiuto di accettare una
logica che mi sembra discriminatoria e alquanto razzista: quando un cittadino
italiano commette un reato a nessuno viene in mente di allontanare la sua
famiglia dal quartiere dove abita, invece per i Rom questo appare del tutto
"normale", anzi manco si ha la prudenza di aspettare la sentenza finale del
Tribunale, sembra che il Progetto abbia più voce in capitolo. Il sindaco ha già
emesso la sua sentenza. Constato amaramente che il progetto è più importante
delle persone!
"Stiamo lavorando al regolamento del nuovo villaggio.. dedicherà attenzione
al rispetto delle regole": come sempre, tutto sulla testa dei Rom, nessun
Rom coinvolto, ci penseranno invece le nostre quotate Associazioni, Cooperative,
gli esperti Rom a decidere come debbano vivere i Rom, quali espressioni buone da
preservare e quali da evitare della cultura Rom .. possibile che gli errori del
passato non servano a niente? Immagino invece, l'acquolina che verrà alle stesse
pronte a dimostrare di essere capaci a far rispettare le regole e a impegnarsi
in un'opera così importante e appetitosa ..tutto in nome dell' integrazione.
Cito a mo' di conclusione un passaggio dell'intervento di un Rom ad una
manifestazione a Brescia, mi sembra riassuma bene le ragioni dello sfogo di
tanti Rom:
"Quello che stanno facendo la politica in questo momento, con la scusa della
sicurezza, è tremendo per noi. Vuole che cambiamo di colpo un modo di vivere
costruito e cresciuto così in tanti anni.
La politica crede in questo modo di obbligarci a un progresso che non è nostro e
non abbiamo neanche la possibilità di farlo nostro. Distruggere il nomadismo,
distruggere i campi sosta, anche quelli privati, rendere difficili o inutili le
capacità semplici di guadagno come quelle di piccoli intrattenimenti nei luna
park, fare i raccoglitori di ferro, vendere piccole cose o elemosinare, equivale
tagliare le radici a delle piccole piante che cercano di crescere. Si perché
tutti gli uomini hanno la voglia di crescere e di progettare un futuro migliore
per i loro figli. Questo non può succedere se ogni volta che cambiano i
protagonisti della politica noi dobbiamo sempre cominciare di nuovo. Ognuno, e
sono sempre gli altri a decidere per noi, ha la sua ricetta che dovrebbe fare il
bene della nostra vita. La politica deve convincersi che anche noi, Sinti e Rom,
come tutti gli uomini e le donne della terra, desideriamo progredire e dare un
futuro migliore ai nostri figli. Due, però, sono le condizioni perché anche noi
possiamo essere autori noi stessi del nostro cammino: la libertà di scegliere
e lo spazio vitale. Tutti i cambiamenti imposti senza queste due condizioni
sono lavoro inutile, spreco di energie, sofferenze e delusioni. Finita
l'illusione politica bisognerà ricominciare da capo." (Migranti-Press Nr.40
del 27.09.2008)
Don Agostino Rota Martir – campo nomadi di Coltano – 11 Ottobre 2008
Fotografie del 14/10/2008
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