Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Da
ChiAmaMilano
Schedati cittadini italiani la cui unica colpa è di essere zingari
Come su un piano inclinato il groviglio di pubblico panico e speculazione
politica scivola senza potersi fermare.
Come su un piano inclinato la discesa comincia in un momento ben preciso
ma nessuno sa quando si fermerà.
Come su un piano inclinato la velocità aumenta, pressoché incontrollabile e
quanto solo ieri sembrava inimmaginabile oggi è orinaria amministrazione.
Così come è stato ordinario per Palazzo Marino e la Prefettura quanto
accaduto alle 5 del mattino di venerdì 6 giugno nel campo nomadi autorizzato di
via Impastato, periferia sud ovest della città. Prima dell’alba settanta
poliziotti entrano in un campo regolare, abitato da una trentina di sinti
italiani per controllarne e fotografarne i documenti. Un blitz degno di miglior
causa, un'esibizione muscolare che non si era vista in altre situazioni
indubbiamente assai più meritevoli di una così attenta vigilanza.
Sul piano inclinato ordinaria diventa anche l’assuefazione a ciò che invece
dovrebbe evocare tetre immagini in bianco e nero e le circolari fasciste per
l’internamento degli zingari italiani.
La schedatura di cittadini regolarmente registrati all’anagrafe comunale non
ha suscitato, se non per le eccezioni di Caritas, Opera Nomadi, CGIL,
Rifondazione comunista e la Consigliera del PD Fracesca Zajczyk, particolare
sdegno e preoccupazione.
In un clima dove il vento dell’ossessione securitaria soffia inarrestabile e
gli imprenditori della paura fanno ‘affari’ d’oro, era forse inevitabile che si
arrivasse anche a questo. Non era però scontato il silenzio quasi assordante di
forze politiche che avrebbero dovuto evitare di scivolare lungo la linea di
massima pendenza della spirale paura-consenso. Il binomio magico del governo
dell’inquietudine contemporanea.
Poco importa che la paura sia la moneta falsa con la quale la politica paga e
continuerà a pagare le cambiali protestate delle speranze e dei bisogni cui non
ha saputo dare risposta.
Da Roma_Daily_News

5 giugno 2008, Budapest: ERRC accoglie con favore il giudizio emesso oggi dalla Corte Europea sui Diritti Umani (ECtHR) nel caso di Sampanis ed Altri contro la Grecia (application no. 32526/05). I richiedenti, di origine rom e residenti nell'area "Psari" di Aspropyrgos, Attica, erano rappresentati da Greek Helsinki Monitor (GHM), un'OnG ateniese. Il loro reclamo riguardava il rifiuto delle autorità scolastiche di accogliere i loro bambini nella locale scuola primaria durante l'anno scolastico 2004-2005 e il loro susseguente "parcheggio" in una dipendenza della scuola, frequentata soltanto da Rom e situata a cinque chilometri dalla scuola primaria.
Questo giudizio, adottato all'unanimità, viene in concomitanza con quello di D.H. ed Altri contro la Repubblica Ceca, della Gran Camera, un caso portato da ERRC e porta maggiore attenzione al tema della scolarizzazione permessa ai bambini rom. Il giudizio di oggi costituisce la prova conclusiva della dichiarazione nel giudizio D.H. ed Altri che "[...] La Repubblica Ceca non è la sola ad incontrare difficoltà nel fornire scolarizzazione ai bambini rom: altri stati europei hanno avuto difficoltà simili." (paragrafo 205).
La Corte ha trovato una violazione dell'Articolo 14 (proibizione di discriminazione) della Convenzione Europea dei Diritti Umani, in congiunzione con l'Articolo 2 (diritto all'educazione) del Protocollo 1, riguardo il reclamo dei richiedenti sul fatto che i loro bambini erano piazzati in una scuola segregata a seguito di un breve periodo in cui avevano frequentato la locale scuola primaria, a causa della reazione dei genitori non-Rom che non volevano che i loro bambini frequentassero la stessa scuola dei bambini rom e che per questo avevano inscenato numerose proteste, inclusa quella di minacciare il ritiro dei bambini dal frequentare la scuola. La Corte ha ritenuto che era necessario prendere in acconto questi "incidenti di carattere razzista" che hanno avuto luogo e concludere che questi eventi hanno avuto un impatto nella decisione delle autorità di mandare i bambini rom nella scuola segregata composta da container prefabbricati.
Considerando la legislazione domestica e la posizione vulnerabile dei Rom in Grecia che può richiedere misure speciali per assicurare il pieno raggiungimento dei loro diritti, la Corte ha ritenuto che il fallimento delle autorità statali nell'iscrivere i bambini rom durante l'anno scolastico 2004-2005 è stato attribuito a loro e quindi la loro responsabilità è stata riconosciuta.
Riguardo allo sviluppo della scuola segregata, la Corte ha sottolineato che l'aver messo gli scolari rom nella scuola annessa non è stato il risultato di un test speciale ed adeguato, ha dato risalto alla necessità di mettere a posto un sistema adeguato nella valutazione di bambini che affrontano sfide educative che assicuri di evitare che i bambini di una minoranza etnica che sono piazzati in scuole preparatorie speciali basate su criteri discriminatori.
Per ultimo, la Corte ha reiterato i principi esposti nel giudizio D.H. ed Altri riguardo il consenso non richiesto, e notato che uno dei richiedenti aveva esplicitamente affermato di aver dovuto scegliere tra il mandare i suoi bambini alla scuola primaria locale e compromettere la loro integrità fisica mettendoli nelle mani degli indignati "non-Rom" o mandarli nella "scuola ghetto".
ERRC quindi accoglie con favore questo giudizio che rinforza la posizione affermata nel caso D.H. ed Altri che la segregazione di bimbi rom in scuole e classi inferiori è illegale e che i governi europei devono assumersene la responsabilità.
Il testo completo del giudizio è disponibile in francese sul sito web della Corte.
Information on D.H. and Others v The Czech Republic is available on the ERRC website at: http://www.errc.org/cikk.php?cikk=2945
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