Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 10/06/2008
COMUNICATO STAMPA
12 GIUGNO ORE 12. LE ASSOCIAZIONI ROM PROMUOVONO UN PRESIDIO CON CONFERENZA
STAMPA DAVANTI ALLA PREFETTURA DI MILANO CONTRO I PROVVEDIMENTI DISCRIMINATORI
VERSO ROM E STRANIERI
L’avvio, nei giorni scorsi, della schedatura su base etnica della
popolazione rom e sinta insediata nei campi nomadi comunali e nelle aree private
di Milano e Provincia da parte della Prefettura, e non di un normale e utile
censimento conoscitivo, è stato accompagnato dall’indignazione e dalla
protesta di numerosissimi concittadini che hanno fatto pervenire e continuano ad
inviare centinaia di lettere e attestati di solidarietà e condanna.
In questo momento di grande incertezza ed apprensione per l’operato delle
Istituzioni, su moltissimi cittadini si stanno infatti scaricando anche gli
effetti di una profonda crisi sociale ed economica che ha allargato il divario
tra ricchezza, povertà e disuguaglianze, dirottando le paure irrazionali e i
problemi reali verso quei soggetti socialmente più deboli, in primis zingari e
immigrati, che vengono avvertiti anche come potenziali competitori nella
spartizione delle poche risorse ancora disponibili.
Eppure, il rogo dei campi rom a Napoli, le molotov contro le abitazioni dei
Sinti di Pavia, i raid contro attività commerciali di extracomunitari, le
sprangate a un militante gay di Roma, la sassaiola contro una madre e una
bambina sinte di Brescia, l’aggressione a Rimini di una donna incinta al settimo
mese, l’immigrato morto per mancanza di soccorso nel CPT di Torino, mentre le
città d’Italia sono percorse da ronde di tutti i colori, sono alcune delle tante
e diverse punte dello stesso violento iceberg che avvelena il nostro Paese:
l’insofferenza diffusa contro il diverso, l’immigrato, lo zingaro ha assunto i
connotati espliciti della xenofobia e della discriminazione razziale.
Questa nuova Italia che criminalizza per decreto la povertà, l’Italia della
violenza contro gli ultimi, del pregiudizio elevato a verità (gli zingari rubano
i bambini), della giustizia fai da te dovrebbe invece far riflettere sul lungo
decorso della malattia della nostra società e sulle preoccupanti prospettive del
suo futuro.
Il silenzio verso le ingiustizie però, può facilmente rendersi complice di chi
inneggia quotidianamente, anche all’interno delle sedi istituzionali, all’odio
etnico o persegue il fine di considerare e trattare con strumenti e regole
eccezionali e umilianti particolari “categorie” di cittadini.
Contro tutto questo vi è stata una pronta e composta reazione civile che
comprende persone di ogni età e condizione sociale, forse inaspettata,
certamente non scontata.
L’angoscia che ci prende di fronte a questo scenario ci riporta, come tante
delle persone che ci hanno scritto, alla memoria del passato, ma soprattutto ci
pesa vedere il volto vile di un paese profondamente malato.
Coloro che aizzano i cani, lanciano molotov e sassi, percorrono in ronde
minacciose le città, i sindaci che annunciano nei cartelloni luminosi dei loro
borghi che “i clandestini possono stuprare i tuoi figli” sono il volto più vile
di chi non è capace di guardare al male che porta dentro di sé, di chi rifiuta
di affrontare la camorra che a Napoli controlla i rifiuti e organizza i roghi
dei campi rom, la mafia che controlla la vita e il voto dei siciliani, la'ndrangheta
che non solo è padrona del territorio calabrese ma di interi quartieri di città
come Milano.
Noi riteniamo indispensabile che nel territorio milanese e della provincia, che
con il rogo delle tende di Opera ha inaugurato la caccia al rom e la sua
contropartita politica, ci sia una risposta di mobilitazione contro questa
degenerazione.
Un percorso da costruire insieme con tutti coloro - forze politiche e sociali,
cittadini, senza pregiudizi di schieramento - che ritengono necessario riportare
il dialogo nelle realtà concrete del malessere, non lasciare soli gli esclusi,
confrontarsi con le radici del disagio sociale e insieme costruire le ragioni e
i valori di una cittadinanza per tutti che considera la legge uguale per tutti e
protegge chi cerca accoglienza e dignità.
Opera Nomadi, OsservAzione, Comitato rom e Sinti insieme, Romanodrom
Per adesioni:
operanomadimilano@tiscali.it ,
dijana.pavlovic@fastwebnet.it
,

Bogotá, 2 giugno, (EFE) La Procura questo lunedì ha sollecitato che vengano
riconosciuti agli afrodiscendenti ed ai gitani il diritto alla sicurezza
sociale, stabilito in una legge per le minoranze etniche, adottata nel 2001 e
che riguarda i popoli indigeni.
L'esclusione di entrambe le minoranze "vulnera il diritto alla salute ed
all'esistenza dei suoi componenti", così ha considerato il procuratore
generale, Edgardo Maya, che ha inviato la petizione alla Corte
Costituzionale, per revisionare la legalità della norma a favori dei popoli
minoritari.
Maya ha difeso in un comunicato gli afrodiscendenti ed i gitani: "Pure loro
hanno diritto all'applicazione dei procedimenti medici secondo le particolarità
etniche e culturali."
La partecipazione attiva di questi gruppi minoritari nel Sistema Generale
della Sicurezza Sociale è necessaria anche per "mantenere e proteggere le
proprie conoscenze e pratiche medicinali tradizionali," ha aggiunto l'alto
incaricato statale.
Il Procuratore ha osservato che, in virtù di diritti come quello
dell'uguaglianza, il pluralismo e la partecipazione previsti nella Costituzione,
i benefici legali devono raggiungere tutte le minoranze etniche.
Fotografie del 10/06/2008
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