Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 26/04/2009
Segnalazione di Elisabetta Michelini, dal blog del
circolo Pasolini di Pavia
di Erasmo Formica - Associazione Sinti Italiani di Pavia
In questi giorni in cui sembra esser diventato sport nazionale "la caccia al
rom", la cosa più intelligente l’ho letta sul nick di messenger del mio amico
napoletano Piero: "Vittime sono tutti, perché ai rom è stata tolta la
casa/baracca, ai cittadini la capacità di ragionare col proprio cervello". La
guerra anti-rom scoppiata a Napoli, e diffusasi in altre città d’Italia, non è
altro che l’ennesima goccia (e purtroppo non sarà l’ultima) che cade da un vaso
già da parecchio traboccato e che ha come maggior responsabile un sistema
politico e mediatico che, fondandosi su pregiudizi antichi e leggende popolari,
ha deciso di identificare i rom e, più in generale, tutto ciò che è "diverso",
come nemico da combattere. "Difendi il tuo simile… distruggi il resto" questo lo
slogan stampato sulle magliette di tante vittime che hanno perso la capacità di
ragionare col proprio cervello e che, riposti i propri pensieri e le proprie
idee nella naftalina, hanno ceduto la propria abilità di discernere alle parole
dei Tg o a quelle scritte sui maggiori quotidiani nazionali. Ma in fondo tutto
diventa vero se a parlare è una fonte autorevole come la televisione, i giornali
o, magari, un conoscente di un amico. Si parla solo di singoli reati commessi da
rom, capaci di far sparire tutti gli altri crimini, di uguale efferatezza,
commessi da altri. Sono loro il male della nostra amata Italia, è a causa loro
che non possiamo uscire di casa, è stando contro di loro che si vincono le
elezioni, tolleranza zero contro gli zingari e non contro camorra, mafia, usura,
sfruttamento della prostituzione, spaccio, abusivismo, sfruttamento del lavoro
Festa del 12 Settembre 2008 sinti di Via Bramante, inaugurazione
Associazione. Alcune persone per la prima volta sono venute nel nostro campo
E queste persone, che erano poi la maggioranza, le si riconosceva subito… Le
vedevi per i primi tre minuti in un misto di paura e sorpresa, potevi leggere
sui loro volti i pensieri che nel mentre gli scorrevano nella mente: ma questi
Sinti sono come noi, mangiano, ridono, si divertono, sono gentili e dentro le
loro Roulottes c’è un ordine ed una pulizia incredibile… i bambini ridono e
abbracciano la mamma ed il papà… mi offrono da mangiare invece di puntare al mio
portafoglio…
Una trasformazione per tanti. Scoprire che quel mondo terribile non esiste,
scoprire nel "diverso" la sua bellezza, la sua accoglienza, la sua dignità.
Riattivare, attraverso l’incontro ed il confronto con la realtà, il proprio
cervello… C’è chi ci sta chiedendo di barricarci in casa protetti da inferiate e
antifurti, ci impongono aver paura, ci dicono di pensare a noi stessi e che
saranno loro a mostrarci cosa avviene all’esterno e perché abbiamo bisogno della
loro sicurezza, ci fanno vedere il mondo attraverso i loro occhi, attraverso una
scatola quadrata che ci offusca la mente con soubrette e delitti, creano mostri
e con quelli ci minacciano affinché scegliamo noi stessi di delegare a loro le
nostre esistenze.
Abbiamo deciso che vogliamo essere noi a scoprire cosa è reale e cosa non lo
è.
24
aprile 2009| Bruno Viani
Nell’album dei ricordi conservano ancora gelosamente le immagini della visita
del cardinale Dionigi Tettamanzi, nel 1995. "Piccolo di statura, ma un grande
uomo - raccontano - che ha saputo ascoltare i nostri problemi. Sì, quando è
morto Giovanni Paolo II abbiamo pianto tutti, ma poi abbiamo fatto il tifo
davanti alla televisione perché fosse Tettamanzi il nuovo pontefice. Sarebbe
stato, davvero, il nostro Papa".
Eccolo, il conclave visto con gli occhi dei rom korakané di via Adamoli, che
si apprestano ad accogliere l’arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, in visita
pastorale al vicariato dell’alta Valbisagno.
L’appuntamento è fissato per il primo pomeriggio di domani, intorno alle ore 15.
E gli zingari musulmani si sono organizzati, con l’aiuto dei volontari di
Sant’Egidio, per accogliere a braccia aperte l’arcivescovo che rappresenta la
Chiesa cattolica.
"Non esiste un solo popolo degli zingari - racconta Ismet Cizmic, 41 anni,
rom di Sarajevo - ci sono gli ortodossi cresciuti nella ex Jugoslavia, i sinti
cattolici italiani, e ci siamo noi korakané, vuol dire “lettori del Corano”.
Eppure, è come se fossero le dita di una mano: sono distinte, però formano un
unico arto. E tutti crediamo in un unico Dio".
Cosa si aspettano i rom della Valbisagno dalla visita dell’arcivescovo?
Soprattutto, sperano di trovare un uomo che li ascolti. E si sforzi di capire
anche le diversità. "Quando io ero bambino, a Roma - riprende Ismet -
l’accampamento si trasferiva quasi ogni notte, da un quartiere all’altro. I
carabinieri ci sgomberavano e noi ci spostavamo un po’ più in là, ma il
risultato era che nessuno dei nostri poteva frequentare le scuole. Vivevamo
accampati senza riscaldamento e senza servizi igienici, senza acqua".
Altri ritmi, altre tradizioni. Un’altra vita. Ismet è nato nel 1967, per i
nostri parametri è un uomo nel pieno dell’età. "Ho nove figli - racconta - e
sono già nonno di una bambina di sei mesi".
Il decimo figlio è in arrivo, dice indicando con un sorriso il pancione della
moglie Jasminka. Quando nascerà, l’ultimogenito di casa Cizmic sarà più giovane
dei suoi nipoti.
E anche Jasminka racconta. Parla dei dolci bosniaci fatti con miele e noci,
preparati tanti anni fa per il cardinale Tettamanzi ("Li rifarò uguali per il
cardinale Bagnasco, ma non voglio rovinare la sorpresa"). E parla con semplicità
dei dolori di un’esistenza difficile. "Qui i vecchi non esistono, è anziano chi
ha cinquant’anni - dice - tanti inverni al gelo, senza igiene, lasciano il
segno"
Ho organizzato una mostra fotografica sul mondo Rom
nella magnifica Genova.
Oltre ad immagini realizzate da professionisti, ci saranno anche più di 200
immagini scattate dai bambini khorakhanè e sinti di Genova. Abbaimo dato loro 12
macchinette fotografiche e li abbiamo lasciati liberi di fotografare tutto quel
che volevano. Le foto sono venute molte bene e la vedute d'insieme che
caratterizza l'installazione le abbellisce ulteriormente. Ci sono ritratti di
fratelli, sorelle, immagini dei campi, qualche genitore, e tanti sorrisi
(insieme a dita davanti all'obiettivo e ad incredibili immagini composte da
striature rose e blu, quasi un quadri di Rothko). Ben lontane dalle classiche
immagini che di solito tg e giornali pubblicano, bimbi abbandonati a loro stessi
mentre vagano tra la rumenta. Troppo facile dare l'immagine di un popolo
incivile, in questa maniera. Noi proviamo a rispondergli in questa maniera.
Rispondiamo a chi voleva le impronte digitali dei bambini Rom, mettendoci
addirittura le facce.
Ci saranno dei testi che accompagneranno le immagini, tentando di spiegare ai
gagè cosa contraddistingue la cultura Rom, qual è la loro storia, quanti ce n'è,
in Italia e nel mondo. Provando a fargli capire qualcosa in più sul vostro
mondo. A cui mi sono avvicinato assai di recente, grazie ad un libro, quello di
Pino Petruzzelli. Che qui a Genova ha anche aperto un corso di formazione
teatrale per Rom e Sinti.
Sono un po' dispiaciuto per non essere riuscito a coinvolgerli di più in questo
progetto, ma problemi logistici/temporali non mi hanno permesso di essere
quotidianamente in contatto con loro. Anche se Sergio mi ha dato una grossa
mano. Questo probabilmente l'aspetto negativo del progetto (e qui tralascio il
fatto che la Provincia di Genova - finanziatrice dell'iniziativa - abbia
preferito, diciamo così, "sorvolare" sulla denuncia delle discriminazioni che
quotidianamente i Rom subiscono, puntando principalmente sull'aspetto culturale.
Quello che volevo fare anche anche io, mettendoci un po' di palle in più. Ogni
tanto penso che questa sia un'occasione sprecata per far sentire realmnte la
vostra voce - anche se Ismet e Tito delle due comunità genovesi interverranno
alla conferenza per l'inaugurazione, lunedì 27. D'altro canto, questa mostra
vuole essere istruttiva, educativa, insegnare ai gagè qualche cosa in più sul
mondo Rom, scopriranno ad esempio, che una bassissima percentuale è ancora
nomade ed immagino la sorpresa sui loro volti. Non affrontare la questione
politica potrebbe essere anche giusto, quindi. Reste il fatto che, se non avessi
avuto vincoli monetari, sarebbe stata una mostra ancora più coraggiosa!)
Ma sono contento lo stesso, ogni giorno di più, quando sento dalla bocca della
gente fuoriuscire la parola Rom sorrido (per non piangere...) nel sentire quanto
ignoranza c'è in giro. E mi sorprendo per essere riuscito ad uscire dalla melma
ignobile che ricopre il nostro paese. Sto dalla parte dei Rom, questa mostra
l'ho fatta per loro e dopo farò ancora di più. Li coinvolgerò direttamente
(questa volta sul serio) nel realizzare un libro fotografico con le immagini dei
bambini che saranno esposte; un progetto a lungo termine, da realizzare con un
po' più di calma ma che, sono sicuro, riscuoterà grande successo anche tra di
loro. Giovedì li ho incontrati e tutti mi sono parsi entusiasti di questa
mostra, i ragazzi in particolare. Ne sono assai felice. Avendoli conosciuti
direttamente, mi incazzo ancora di più quando sento i beceri stereotipi che, per
una volta, uniscono politica, popolo e "informazione".
Mi sono dilungato troppo, credo.
Spero possa piacervi l'iniziativa che ho realizzato ma soprattutto, spero
possiate venire a Genova ad ammirarla (le foto sono tutte magnifiche, da Roma,
Milano, Siviglia, Balcani e Genova, naturalmente.
Buone giornate,
luca
ROM? ROM!
VIAGGIO NEI MONDI ROM
Quando si affronta il tema dei Rom, anche le persone piu' sensibili tendono
inevitabilmente a ripiegarsi su loro stesse e ad accettare acriticamente i
luoghi comuni, quasi sempre negativi, che da sempre accompagnano questo popolo.
La mostra fotografica che in questa sede proponiamo, con immagini scattate a
Milano, Roma, Siviglia e Genova vuole essere quindi anche un tentativo di
esplorare sia pur minimamente (vista l'ampiezza dell'argomento) un mondo -
appunto quello dei Rom - così complesso e sfaccettato. Per l'occasione sono
state distribuite a molti bambini dei campi genovesi delle macchine fotografiche
usa e getta, con le quali essi hanno potuto scattare liberamente fotografie di
momenti e/o situazioni, dal loro punto di vista, particolarmente importanti e
significativi.
Una prospettiva di analisi quindi tutta interna alla loro sensibilita' e un
ulteriore modo per tentare di alzare un velo su una realta' misconosciuta e
molto spesso fraintesa per gli stereotipi che da sempre la circonda.
MOSTRA FOTOGRAFICA dal 27 aprile al 18 maggio
2009
Fotografie di:
Giorgio de Finis
Max Intrisano
Luana Monte
Alessandro Pangallo
Michele Palazzi
L'altro punto di vista - Visioni dal mondo Rom.
200 fotografie realizzate dai bambini delle comunità khorakhanè e sinti di
Genova
Installazione dell'opera
"Margini di realta'"
a cura di Stefania Gessi, Lara Grillo,
Silvia Cappuccio e Annalisa Rossi.
Sala polivalente - cinema Sivori,
Salita Santa Caterina, 12 Genova.
Aperta tutti i giorni dalle 15.30 alle 20
ingresso libero.
INAUGURAZIONE
Lunedì 27 aprile 2009, ore 10.00
Introduzione di Giorgio Devoto (Assessore alla Cultura della Provincia di
Genova)
Interverranno gli autori delle fotografie
ed i portavoce delle comunita' khorakhane' e sinti di Genova
A seguire:
proiezione del cortometraggio Savorengo Ker di Fabrizio Boni
e del documentario Porrajmos, di Paolo Poce e Francesco Scarpelli.
Sala polivalente - cinema Sivori,
Salita Santa Caterina, 12 Genova.
Per maggiori informazioni:
010 5499357 (Assessorato alla Cultura della Provincia di Genova) -
romrom09@libero.it
Fotografie del 26/04/2009
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