Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 27/04/2009
Segnalazione di
Eugenio Viceconte

Coinvolti 30 giovani romeni di etnia rom, tra i 18 e i 35 anni, in corsi
di formazione. Selezionati i rom dei campi di Candone (XV municipio) e Salone (VIII
municipio) di Sabina Cuccaro - 26/04/2009
"Siamo alla vigilia del varo del piano nomadi: i passaggi burocratici sono stati
risolti e siamo in grado di partire con le gare d'appalto". Presto, insomma, ci
saranno nuovi campi rom attrezzati. Ad annunciarlo è stato il sindaco di Roma,
Gianni Alemanno, aggiungendo che "entro 15 giorni ci sarà una conferenza stampa
con il Ministro e il Prefetto durante la quale presenteremo sia i campi
autorizzati sia i nuovi, destinati ad accogliere coloro che adesso si trovano in
campi tollerati".
L’assessore capitolino alle Politiche Sociali, Sveva Belviso, da parte sua ha
assicurato che prima dell’estate saranno aperti i cantieri di lavoro. Il sindaco
ha, poi, tenuto a precisare che i campi nomadi non saranno solo strutture di
permanenza ma "posti nei quali chi vuole, e io credo saranno tanti, potrà
trovare integrazione nel rispetto delle nostre leggi".
Non solo. "I nomadi stessi lavoreranno insieme alle imprese per realizzare i
nuovi campi". Esperienza di formazione e lavoro, dunque, come base
dell’integrazione da parte di un’etnia ancora poco amata dai romani. Il comune
si sta impegnando in questo senso con numerosi progetti per l’inserimento. il 24
aprile 2009 è stato presentato, a questo proposito, il progetto ‘La fabbrica dei
mestieri’, realizzato dall’Assessorato capitolino alle Politiche Sociali, in
accordo con il Ministero del Lavoro e in collaborazione con l’associazione
Programma Integra.
"L’accordo tra comune e Ministero prevedeva il reinserimento dei rom nel sociale
– ha spiegato l’assessore Belviso-. Noi abbiamo proposto la
professionalizzazione perché siamo convinti che ci sia integrazione solo con
strumenti specifici, a partire dalla capacità lavorativa". Il progetto vede
coinvolti 30 giovani romeni di etnia rom, di età compresa tra i 18 e i 35 anni,
in corsi di formazione professionale. "Sono stati selezionati i rom dei campi di
Candone (XV Municipio) e Salone (VIII Municipio) in base alla conoscenza della
lingua, esperienze precedenti ed alle motivazioni personali", ha continuato la
Belviso. Nello specifico i corsi, composti da 10 allievi l’uno, sono tre:
edilizia, idraulica e impiantistica elettrica. È prevista una fase iniziale con
moduli teorici e pratici per una durata complessiva di 300 ore. Grazie ad un
accordo tra comune, imprese e cooperative sociali ci sarà, poi, un tirocinio
formativo di 200 ore nei mesi estivi (da maggio a luglio) presso le imprese
operanti nei tre settori di riferimento.
Alla fine i giovani romeni riceveranno un attestato di qualifica professionale:
"Avere uno strumento effettivo che testimoni ciò che una persona può dare e fare
è l’unico valore aggiunto che un’amministrazione può fornire", ha concluso
l’assessore Belviso assicurando, inoltre, che si impegnerà personalmente per
seguire l’inserimento lavorativo dei ragazzi. Alemanno ha definito il progetto
"un segnale di speranza verso i tanti giovani nomadi che vogliono trovare
lavoro, il vero motore dell’integrazione".
Giovani come Alin, un romeno di 18 anni (in Italia da 6) che sta seguendo il
corso di impiantistica elettrica. Spera di trovare un lavoro da elettricista.
Da Libero 25.04.2009
Scrive Francesco Piastra
Nel giorno 24/04/09 (Venerdì) alcuni agenti della polizia di stato insieme a
militari dell'esercito hanno fatto "visita" all'insediamento
ROM di Via di Centocelle e senza mezzi termini hanno comunicato ai residenti
che il giorno 29/04/09 (Mercoledì prossimo) provvederanno a demolire
l'insediamento. Hanno inoltre minacciato che chi ancora non avesse provveduto da
solo allo sgombero del luogo, gli sarebbero stati tolti i propri figli minori ed
affidati, quindi, ai servizi sociali.
Anche se le condizioni igienico sanitarie dell'insediamento sono a dir poco
fatiscenti, lo sgombero che dovrà subire questa piccola comunità non è per
garantirgli una situazione abitativa migliore ma solo per allontanare un
"problema di ordine pubblico". Una volta sgomberati saranno costretti a
dividersi e spostarsi in altri campi già sovraffollati con condizioni abitative
ancora più umilianti e lontani dalle scuole fin'ora frequentate dai loro
bambini. Infatti, quasi tutti i bambini della comunità sono regolarmente
iscritti a scuola, i genitori stessi li portano tutti i giorni a scuola e li
rivanno a prendere, e molti di essi ricevono borse di studio per l'alta
frequenza; tutto ciò non sarà più possibile dopo lo sgombero, che condannerà
anche queste nuove generazioni al non accesso alla cultura e quindi alla
negazione del proprio futuro. Questa comunità sta facendo sforzi enormi per
riscattare la propria condizione sociale, non merita di ricevere un tale
trattamento.
Come cittadini non possiamo permettere a nessuno di trattare come un problema di
ordine pubblico una comunità ridotta ormai da troppi decenni in una condizione
di emarginazione ed infamia sociale. Non possiamo permettere che i bambini
vengano strappati dall'affetto delle proprie famiglie; non possiamo ancora
permettere che i bambini ROM non possano accedere all'istruzione; non possiamo
permettere che siano ancora una volta i più deboli a pagare il prezzo più alto.
Per tutto questo è IMPORTANTE essere in TANTI:
MERCOLEDI' (29 Aprile) MATTINA PRESTO PER SCONGIURARE ED OPPORCI ALL'ENNESIMO
ATTO DI INTOLLERANZA NEI CONFRONTI DI QUESTA COMUNITA'.
Da
Roma_Francais
Dal 2006, nel dipartimento Seine-Saint-Denis esiste qualcosa chiamato
"villaggi d’inserimento per i Rom". Dietro a questa felice espressione si
nascondono in realtà dei quasi campi di internamento. Nel nome del principio
della libertà e della dignità umana, l’associazione "La voix des Rroms" (La voce
dei Rom) denuncia questo tipo d’iniziative ed invita tutte le altre
associazioni, soprattutto quelle che si occupano di Rom, a fare altrettanto. Per
informare il pubblico sull’argomento, l’associazione ha creato un blog,
http://villagedinsertion.blogspot.com, sul quale è disponibile, tra le altre
cose, un breve rapporto sull’argomento inviato alle istituzioni europee che si
occupano di Diritti Umani.
Nell’autunno 2006 è stato avviato nella città di Auberville un progetto privato
di opera urbana e sociale (MOUS), a beneficio di alcune famiglie rom originarie
della Romania. Consiste nell’installazione di alcuni bungalow nei quali
collocare tali famiglie, che saranno seguite dal punto di vista sociale da
alcune associazioni autorizzate dalla prefettura di Seine-Saint-Denis. Un
progetto analogo viene attuato l’anno successivo a Saint-Denis, ed un terzo nel
2008 a Saint-Ouen.
Il tutto si svolge ogni volta secondo lo stesso copione: un’inchiesta sociale
condotta da Pact Arim, una selezione secondo criteri annunciati dalla
sotto-prefettura di Saint-Denis e mai realmente rispettati, e soprattutto il 90%
circa degli intervistati che si vede recapitare l’ordine di abbandonare il
territorio francese. Il 10% selezionato viene posto sotto sorveglianza in aree
chiuse, controllare 24 ore su 24 ed alle quali non è consentito accedere a
chiunque provenga dall’esterno, che si tratti di familiari, amici o persino i
media.
C’è voluto qualche mese ai gestori di questi luoghi per trovare un nome alle
loro "creature". Si è optato per "villaggio d’inserimento". Ma si può chiamare
"villaggio" un luogo chiuso, dove un nonno non può ospitare il nipotino di un
anno? Si può parlare di "inserimento" allorché la prefettura, che partecipa a
questi progetti della durata prevista di tre anni, non consegna i permessi di
soggiorno o le autorizzazioni al lavoro alle persone che pretende di "inserire"?
Si può parlare di "inserimento" quando queste persone non hanno contatti con
l’esterno?
"La voix des Rrom" ed altre associazioni rom di Francia hanno allertato il
Commissario per i Diritti dell’Uomo presso il Consiglio d’Europa, l’Agenzia dei
Diritti Fondamentali dell’Unione Europea e la Commissione Europea, a cui queste
associazioni hanno indirizzato una nota a proposito del trattamento riservato ai
Rom in Francia attraverso le "aree d’accoglienza per le persone nomadi" ed i
"villaggi d’inserimento per i Rom". Tali note, così come altri documenti scritti
ed audiovisivi, sono disponibili sul sito
http://villagedinsertion.blogspot.com .
"La voix des Rrom" lancia un appello alla società civile, ed in particolare alle
associazioni che si occupano di Rom migranti, affinché si oppongano a quella che
sembra essere proprio una bomba ad orologeria. In questi tempi di crisi, la
pubblicità ingannevole di sedicenti "progetti d’integrazione dei Rom" rischia in
effetti di dare vita a un’onda razzista come quella che da due anni a questa
parte è possibile osservare in Italia. L’adagio "chi tace acconsente" esprime in
questo caso il suo pieno significato.
Fotografie del 27/04/2009
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