Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 16/04/2009
Segnalazione di Tom
Welschen

Tor Sapienza, "No allo sgombero etnico"
Un gruppo di cittadini di Tor Sapienza sta protestando contro lo sgombero di
un piccolo insediamento di rom rumeni in via Massimo Campigli nel VII municipio.
I cittadini, in tutto una decina, per la maggior parte donne e operai del
quartiere, sono fermi davanti al piccolo insediamento con cartelli che dicono
"No allo sgombero etnico".
"Queste persone, in tutto 13-14 persone con bambini piccoli, non ci hanno mai
dato fastidio - dice Irma Vari una delle cittadine scese in piazza contro lo
sgombero - non è possibile che vengano sgomberati senza una soluzione
alternativa".
Il piccolo campo doveva essere sgomberato il 7 aprile scorso ma, spiegano i
manifestanti, sono state raccolte una ventina di firme nel quartiere ("comprese
quelle della farmacia e del tabaccaio", specifica la signora Vari) e una lettera
è stata inviata al sindaco Alemanno contro il provvedimento.
"Sabato scorso sono venute le forze dell'ordine e i militari con i cani per lo
sgombero - continua la donna - ci siamo opposti perché non è giusto. Gli
abitanti del campo sono brave persone, mai un furto subito dal quartiere, né
fuochi anzi, loro mandano i loro bambini a scuola e qui nessuno subisce fastidi
da loro".
Questa mattina doveva avvenire lo sgombero ma ancora non si è visto nessuno,
dicono i manifestanti. Tra gli abitanti dell'insediamento c'è anche un anziano
italiano che riceve la "minima" di pensione
(15 aprile 2009)
Di Fabrizio (pubblicato @ 09:39:08 in casa, visitato 1971 volte)
Ricevo da Tommaso Vitale
23 Aprile 2009
via Ampère, 2 Milano - MM2 fermata PIOLA, tram 23
EMERGENZA ROM?
Esperienze di ricerca su alcune baraccopoli italiane ed europee
Mentre nel campo della ricerca sociale si affinano e si diffondono
esperienze e metodi per indagare i complessi fenomeni associati al disagio
abitativo delle popolazioni Rom, il dibattito sulle politiche, in Italia e in
particolar modo a Milano, segnala lo scarto tra le misure securitarie e
repressive promosse dalle istituzioni e le istanze per un intervento ispirato ai
principi dell’integrazione sostenuto insieme da studiosi, ricercatori e
operatori del sociale. A partire dalla presentazione di alcune esperienze di
ricerca, il seminario intende offrire uno spazio di riflessione su questi temi
per stimolare un approccio diverso da quello dettato dalle logiche
dell'emergenza
Prima Parte - AULA U.2 Le condizioni abitative dei Rom nella ricerca
sociale
ore 9.30 introduzione
Anna Nufrio, Politecnico di Milano
Antonio Tosi, Politecnico di Milano
ore 10.00 presentazione
Il progetto EU - ROMA Una ricerca europea sulle condizioni abitative
dei Rom in Italia, Grecia, Romania e Regno Unito
Pietro Nunziante, Istituto Superiore di Design di Napoli
Alexander Valentino, Laboratorio Architettura Nomade
ore 11.30 dibattito Fare ricerca nelle baraccopoli: esperienze e metodi
a confronto coordina: Federica Verona
Antonio Tosi, Politecnico di Milano
Paolo Cottino, Politecnico di Milano
Pietro Nunziante, Istituto Superiore di Design di Napoli
Alexander Valentino, Laboratorio Architettura Nomade
Anna Rita Calabrò, Università di Pavia
Giovanni Semi, Università degli Studi di Milano
Giovanni La Varra, Politecnico di Milano
Seconda Parte - AULA GAMMA Dalla ricerca alle politiche per gli
insediamenti Rom
ore 14.30 presentazione "Favelas di Lombardia: la seconda indagine sugli
insediamenti Rom e Sinti" Una ricerca dell’Osservatorio regionale per
l’integrazione e la multietnicità
Maurizio Ambrosini, Università degli Studi di Milano
Antonio Tosi, Politecnico di Milano
Paolo Cottino, Politecnico di Milano
ore 16.00 dibattito L’intervento nei campi a Milano: discriminazione o
politiche dell’abitare? coordina: Gloria Pessina
Livio Neri, referente Lombardia ASGI - Associazione Studi Giuridici
sull’Immigrazione
Tommaso Vitale, Università Statale Milano Bicocca
Maurizio Pagani, Opera Nomadi Milano
Massimo Mapelli, Casa della Carità, Milano
Marco Trezzi, Caritas Ambrosiana
ore 17.00 proiezione Il film: "Via San Dionigi, 93: storia di un campo
rom" (2007)
Introduzione a cura dei registi
Tonino Curagi e Anna Gorio
a cura di
Anna Nufrio
Antonio Tosi e Paolo Cottino
con la collaborazione di
Giovanni La Varra
Valentina Gurgo
coordinamento
Gloria Pessina gloria.pessina@gmail.com
DiAP
Dipartimento di Architettura e Pianificazione
Politecnico di Milano
via Bonardi 3
20133 Milano - Italia
Laboratorio di Cooperazione allo Sviluppo
Il volume "Favelas di Lombardia"
è scaricabile dal sito: www.ismu.org/orim
Da
Czech_Roma
Prague Daily Monitor 10 Aprile 2009 - di Veronika Rodriguez
Un quarto delle scuole eliminano i bambini rom quando li trovano
difficili
Piuttosto che lottare con i giovani rom, gli insegnanti li trasferiscono in
scuole speciali.
Questa è la situazione in un quarto delle scuole ceche. I maestri spesso
resistono a lavorare con bambini problematici, siano bambini con handicap o
bambini romanì. I bambini nelle scuole sono ancora divisi in categorie: "bianchi
e sani" e gli "altri".
Classe ideale - solo bambini bianchi
Questo è quanto mostra un'estesa ricerca dell'agenzia GAC e di "Persone in
difficoltà". La ricerca condotta da "Persone in difficoltà" si basa su oltre 500
ore di interviste in 104 scuole in otto regioni del paese. Si focalizza su aree
con un'alta [percentuale di] popolazione rom. "Persone in difficoltà" ha
parlato con bambini, genitori, insegnanti e assistenti.
"Le scuole e i loro insegnanti ancora non si avvicinano in maniera paritaria
ai bambini con certi svantaggi," ha detto Zdeněk Svoboda di "Persone in
difficoltà".
La ricerca mostra che anche se alcune scuole stanno provando a lavorare con i
bambini romanì, altre tentano ancora di limitare il numero di bambini che
potrebbero richiedere attenzioni e cure maggiori. Bambini con handicap fisici o
mentali, stranieri e la soprattutto Rom cercano con difficoltà un posto nelle
scuole normali.
Inoltre l'alto numero di studenti nelle classi obbliga le scuole ad
introdurre limitazioni. A causa di ciò è impossibile offrire sufficiente
attenzione a quei bambini che ne hanno bisogno.
"Circa un terzo delle scuole è adatta ad accettare un'ampia gamma di
studenti con speciali esigenze educative. Abbiamo registrato una tendenza ad
eliminare i bambini che richiedono assistenza speciale o quelli che sono
difficili da gestire," ha detto Svoboda.
Un terzo dei bambini rom non frequenta la scuola normale
Più grandi d'età e di livello, meno bambini rom nelle classi. "La
possibilità di un bambino rom di rimanere nella classe che ha iniziato a
frequentare è del 50%" riporta lo studio della GAC.
I giovani rom lasciano i loro compagni di scuola soprattutto nel terzo e nel
quinto grado. Perciò molti genitori scelgono di iscrivere i loro figli
immediatamente in una scuola speciale. Su di un campione di 10, due ragazze e
tre ragazzi rom lasciano le scuole normali. Così un terzo di loro frequenta
altro delle scuole normali.
Superiori alla media ma vogliono essere cuochi
"Un quinto dei bambini romanì che hanno preso parte alla ricerca sono stati
ritenuti sopra la media dai loro insegnanti," ha notato il sociologo Ivan Gabal.
Sono spesso bambini che provengono da famiglie che parlano il ceco con uno
standard sopra la media.
Tuttavia, quasi nessuno di loro vuole essere dottore o avvocato. Quando il
sociologo ha chiesto ai bambini sui loro piani futuri, molti volevano diventare
cuoco. "Quella è la professione a cui la maggior parte è esposta nel suo
ambiente," ha detto Gabal.
Soltanto il 20% dei bambini rom nominano una professione che richiede
un'alta istruzione scolastica, e solo l'8% vorrebbe studiare all'università.
Il Ministero: è una corsa a lunga distanza
Le scuole non sono molto preparate ad accettare questi studenti. Solo il 35%
delle scuole assumono almeno un pedagogo speciale. Se c'è qualche problema, le
scuole tendono a rivolgersi alla polizia piuttosto che tentare di cooperare con
la famiglia.
"I Rom sono spesso percepiti come senza interesse nell'istruzione, che non
meritano fiducia e incapace di mantenere l'impegno. Gli intervistati vedono
queste caratteristiche come innate," ha detto Zdeněk Svoboda.
Nonostante tutto ciò, non rimprovera solamente gli insegnanti. "C'è bisogno
di interconnessione tra un numero di settori. I Ministeri dell'Istruzione, del
Lavoro e degli Affari Sociali dovrebbero lavorare assieme al cambiamento. Si
dovrebbero stabilire condizioni differenti," ha detto.
Il Ministro dell'Istruzione Ondřej Liška, vuole cambiare la situazione.
"Intendo creare le condizioni che potrebbero permettere di costruire una buona
scuola per tutti. Significa una scuola, in cui agli insegnanti siano offerte
buone condizioni per il loro lavoro e dove i bambini abbiano una buona
istruzione senza differenza di origine etnica," ha detto.
Translated with permission by the Prague Daily Monitor.
Fotografie del 16/04/2009
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