Curare gli indigenti, soprattutto i bambini, è un dovere deontologico per
tutti i medici, ma è un imperativo etico per un paese civile.
Non cancelliamo con un decreto un diritto costituzionale
…." chi di questi ti sembra stato il prossimo di colui che fu ferito dai
briganti ?"
Quello rispose "chi ha avuto compassione e si è preso cura di lui"
ed Egli disse "va e fa anche tu lo stesso" (Vangelo secondo Luca)
Appello promosso dalla Segreteria Provinciale FIMP
( Federazione Italiana Medici Pediatri ) di Modena
L'art. 32 della Costituzione Italiana sancisce come diritto fondamentale
dell'individuo il diritto alla tutela della salute e garantisce agli indigenti
il diritto alle cure gratuite, anche nell'interesse della collettività.
Il DL 286/ 98 all'art. 35 prevede la gratuità delle cure urgenti ed essenziali
anche agli stranieri non iscritti al SSN, privi di permesso di soggiorno, e
privi di risorse economiche e non prevede nessuna segnalazione, salvo i casi di
obbligatorietà di referto, come per i cittadini italiani.
La Lega Nord - Padania ha presentato attraverso 5 Senatori un emendamento che
prevede l'abrogazione del comma 5 dell'art. 35 e abolisce la gratuità della
prestazione urgente ed essenziale agli stranieri non iscritti al SSN e privi di
risorse economiche, e propone inoltre l'obbligo per le autorità sanitarie di
segnalarli all'autorità competente.
I Pediatri di libera scelta aderenti alla FIMP ( Federazione Italiana Medici
Pediatri ) operanti nel SSN, sottoscrittori di questo appello, ritengono
gravissimo tale emendamento che finirebbe per respingere in sacche di esclusione
la popolazione più indigente e ne richiedono il ritiro:
esso non è soltanto la negazione di un diritto costituzionalmente sancito, ma
costituisce anche un pericolo per la tutela della salute della collettività, per
la mancata cura di patologie anche gravi, con conseguente rischio di diffusione
e rappresenta inoltre un pericoloso passo legislativo verso l'abolizione del
diritto alla cura.
Ritengono inoltre che la segnalazione all'autorità competente di un paziente
indigente sia in aperto contrasto con il codice etico ordinistico al quale i
medici debbono attenersi e di cui affermano il primato.
Denunciano con preoccupazione che tale emendamento priverà della assistenza
sanitaria essenziale migliaia di bambini divenuti "per Decreto invisibili e
senza diritti" in totale contrasto con la Convezione ONU sui diritti del
fanciullo e richiedono che lo Stato Italiano firmatario con L. 176/91 della
Convenzione ONU di New York del 20.11. 1989 sui diritti del fanciullo garantisca
ad ogni minore straniero il pieno diritto di usufruire delle prestazioni mediche
pediatriche a prescindere dalla regolarità del soggiorno.
Richiedono quindi a tutti i colleghi Pediatri, a tutti i Medici, agli Operatori
Sanitari e a tutti i Cittadini Italiani ai quali stanno a cuore i fondamenti
dello stato sociale e la solidarietà di sottoscrivere questo appello.
Le Petit Journal(Photo: J.M.) - Jonas Mercier: Bucarest 24 novembre 2008
Tredici Rom sono rimasti per una quindicina di giorni sul tetto di un
hotel abbandonato nel pieno centro di Bucarest. Protestavano per ottenere un
alloggio sociale. Ma le autorità sono rimaste piuttosto passive.
Giovedì 13, mentre la campagna elettorale per le elezioni legislative era in
corso da due settimane, una quindicina di Rom decidono di occupare il tetto
di un hotel in rovina del centro città. Il sindaco del 5° settore tenta di
convincerli a scendere, senza successo. L'immobile nel quale si trovano è di
proprietà di una società immobiliare straniera. Dei guardiani sorvegliano
l'ingresso e non lasciano passare nessuno. "Ne la polizia, ne i Rom sono
passati da lì", indica uno dei due, che riconosce di non avere alcuna idea
su come i Rom siano arrivati lassù.
Laurence Demairé, una francese stabilitasi a Bucarest da più di dieci anni,
guarda la scena dal suo balcone. Afferma che "I pompieri sono venuti diverse
volte con una grande scala, senza mai tentare di svolgerla per montare sul
tetto. Poi, più niente, nessuno si preoccupa di loro (...) Fa freddo, non so
come possano passare la notte". Le autorità avrebbero promesso loro un aiuto
di 1.100 Lei al mese, senza peraltro offrire soluzioni di rialloggiamento.
Sabato, i tredici manifestanti hanno lasciato il tetto, ma per andare dove?
Situazioni che si moltiplicano
In basso, qualche strada più in là, quattro altri Rom hanno installato un
accampamento di fortuna [...] "Siamo lì da sette mesi. Non me ne andrò prima
di aver trovato un alloggio per la mia famiglia", spiega uno di loro. Un
altro spiega che dei poliziotti l'hanno "mandato via" e che non osa più
rientrare a casa per paura che lo picchino. "La Romania non può che essere
solo lo zimbello d'Europa se continua a tollerare questo", conclude un
terzo.
Il rialloggiamento di numerose famiglie rom, che occupano illegalmente
edifici nel centro o nella periferia della capitale, resta problematico. Già
all'inizio del mese, un padre di famiglia era montato sul tetto di un immobile a
Bucarest e minacciava di bruciarsi vivo se non avesse ottenuto un appartamento.
Il giugno scorso, quattro altre persone di origine rom avevano ugualmente
tentato di sensibilizzare le autorità, salendo su un tetto di un altro immobile
del centro.
Nel mese di ottobre, il governo ha realizzato un programma per la costruzione
di 300 alloggi sociali in tutto il paese, destinati alle famiglie rom più
modeste. Ma le associazioni rom stimano che siano poche.
Noi ce lo ricordiamo l'Assessore Cioni (ex Ds ora Pd) di Firenze: aveva fatto
scuola tra i politici vuoti a perdere mentali. Aveva dato avvio alla teoria
delle ordinanze anti-poveri nelle città italiane, con quella vergata di suo
pugno contro i lavavetri. Era assessore alla sanità pubblica e integrazione
socio-sanitaria, salute, igiene pubblica, sicurezza sociale, IPAB, sicurezza
e vivibilità urbana, polizia municipale, città sicura (sic!), occupazione e
alterazioni suolo pubblico, coordinamento dei lavori e delle manifestazioni,
manutenzione strade e aree pubbliche arredo e decoro urbano. Si era in piena
caccia al Rom, e Cioni, con un guizzo luminescente, scansando ogni accusa di
razzismo aveva scelto di prendersela con una categoria piuttosto che con una
gruppo culturalmente definito, i lavavetri. Era però talmente bischera come
ordinanza che si era visto scaraventata addosso l'indignazione di mezza Italia.
Ma Cioni aveva le sue ragioni. Doveva, ad ogni costo, deviare l'attenzione
pubblica da altro da sé. A quanto pare infatti era allora in affari lucrosi con
Salvatore Ligresti, tanto lucroso quanto, pare, clandestini e illeciti. E'
inquisito, insieme all'assessore all'urbanistica Biagi (ex Ds ora Pd). Anche
noi, nel nostro piccolo, avevamo avuto un'esperienza di quel genere. Ve la
ricordate Piera Capitelli, soccorsa dall'ineffabile assessore ai Servizi sociali
Brendolise, che per un anno si scatena contro i Rom dell'ex Snia, abbandonandoli
a se stessi, fino ad invertire improvvisamente la rotta e, per una settimana,
volerne salvaguardare l'incolumità, facendo demolire un capannone vincolato dal
Prg di proprietà di Luigi Zunino? Bene. Erano gli asini che volano, come i
lavaverti di Cioni. L'attenzione dei cittadini doveva dirigersi verso i Rom e
allontanarsi dai vincoli degli edifici dell'ex Snia e dai supermercati che Luigi
Zunino voleva costruirci. Non c'è riuscita Piera. Abbiamo informato, denunciato
la lottizzazione abusiva e riaffermato i diritti dei Rom. E sì perchè Capitelli
ci teneva talmente tanto alla loro incolumità che li ha sgomberati e
immediatamente cacciati da Pavia, con pubbliche dichiarazioni di soddisfazione
sua e dei dirigenti del suo partito. Ha demolito inutilmente un capannone, ha
diffamato inutilmente un'intera comunità Rom, ha violato il Piano regolatore
generale per ritrovarsi con un'area dismessa che nessuno può permettersi di
bonificare e di ricostruire, tanto meno Banca Intesa che ne ha in pegno una
buona parte. Andremo avanti e scriveremo a breve ancora su quel che accadde
l'estate scorsa. Ritornando al Cioni. La Procura di Firenze non è stata con le
mani in mano, e ha inquisito l'assessore fiorentino per corruzione, insieme al
costruttore Ligresti. Padrone della Sai, di Immobiliare lombarda, di Impregilo
insieme a Gavio e Benetton, e con enormi interessi nell'Expo2015. E l'edilzia e
la speculazione sono al centro di quell'inchiesta. Si tratta dell'area di Piana
di Castello. Appalti per la costruzione del nuovo palazzo della Regione e della
Provincia di Firenze tramite un protocollo di intesa che a detta degli informati
rappresenta una delle più grandi speculazioni immobiliari in Italia. Sono
coinvolti amministratori pubblici e consulenti. Sarebbero implicati anche due
architetti genovesi, Savi e Casamonti, destinatari di commesse pubbliche a
Genova e Finale Ligure. Gli interssi di Ligresti in Liguria sono attualissimi:
ha infatti questo mese presentato il piano per il porto di Loano. Porti,
autostrade e logistiche sono la specialità del socio, Marcellino Gavio. Tutto
ciò che accade in Liguria prima o poi accade anche qui., a meno che non sia già
accaduto.
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo
il link: www.sivola.net/dblog.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. In caso di utilizzo commerciale, contattare l'autore e richiedere l'autorizzazione. Ulteriori informazioni sono disponibili QUI
La redazione e gli autori non sono responsabili per quanto
pubblicato dai lettori nei commenti ai post.
Molte foto riportate sono state prese da Internet, quindi valutate di pubblico
dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla
pubblicazione, non hanno che da segnalarlo, scrivendo a info@sivola.net
Filo diretto sivola59 per Messenger Yahoo, Hotmail e Skype
Outsourcing Questo e' un blog sgarruppato e provvisorio, di chi non ha troppo tempo da dedicarci e molte cose da comunicare. Alcune risorse sono disponibili per i lettori piu' esigenti: