Torino: 4° Festival Internazionale Jazz Manouche “Django Reinhardt”
La cultura Manouche sarà al centro della rassegna che si svolgerà dal 15 al 18 settembre 2005
(Comunicato Stampa)
Lí'ASSOCIAZIONE JAZZ MANOUCHE "DJANGO REINHARDTî" presenta
4° FESTIVAL INTERNAZIONALE JAZZ MANOUCHE "DJANGO REINHARDT" Dal 15 al 18 settembre 2005 a Torino
RASSEGNA CINEMATOGRAFICA ESPOSIZIONE LABORATORI LIUTAI CONCERTI E JAM SESSION
Per quattro giorni il cuore di Torino si colorerà delle atmosfere della tradizione Manouche. il centro della movida torinese, in via Borgodora (BalÚn) e nella suggestiva cornice del Cortile del Maglio (ex Arsenale Militare, ingresso da via Andreis 18), si trasformerà in un immenso palcoscenico, una prestigiosa scena su cui si presenteranno artisti di calibro internazionale.
Il chitarrista manouche Django Reinhardt, a cui è dedicato il festival
Unico appuntamento europeo interamente dedicato alla musica Manouche, il 4° Festival internazionale Django Reinhardt è intitolato allo straordinario personaggio che ha fatto da collegamento fra la tradizione musicale di uno dei ceppi più antichi del popolo zingaro, i Manouche appunto, e il Jazz dellíanima nera americana. Il risultato è uníalchimia perfetta e coinvolgente conosciuta come ìJazz Manoucheî o ìGipsy Jazzî proprio perchÈ coniuga le sonorità del jazz degli Anni Trenta e la sua libertà di espressione con il valzer Musette francese e la virtuosità tzigana del fraseggio. Il Jazz Manouche è una musica in evoluzione che si è sviluppata per tutto il Novecento e che oggi, a più di cinquantíanni dalla morte di Django Reinhardt, continua a rinnovarsi ad affascinare un numero sempre crescente di appassionati. A riprova del grande interesse suscitato dalla tradizione Manouche, la scorsa edizione del festival ha riscosso un notevole successo: tra le presenze più prestigiose dell'edizione 2004, basta citare Mandino Reinhardt, anche protagonista del film "Swing" di Tony Gatlif, Samuel Beker, prodigioso diciassettenne, David Reinhardt, nipote del grande Django Reinhardt e altri favolosi gruppi che hanno ammaliato e coinvolto centinaia di visitatori.
Il programma dellíedizione 2005, invece, propone altri grandi nomi del Jazz Manouche, che si esibiranno in concerti e jam session emozionanti, tanto da riuscire a far vibrare il cuore del pubblico. Ovviamente, non possono mancare i torinesi ìManomanoucheî, divenuti ormai una sorta di ìsiglaî di presentazione del festival sia in quanto Torinesi quindi particolarmente cari al pubblico della città, sia perchè simbolo dellíanima manouche che vive a Torino tutto líanno. Per líoccasione i Manomanouche si presenteranno con una performance díeccezione esibendosi insieme al pianista Alessandro Ambrosoli e al Coro dellíUniversità degli Studi di Torino diretto dal Maestro Sergio Pasteris. Tra i grandi artisti che danno vita allíemozione del jazz manouche, il 4° Festival Internazionale di Torino si vanta di ospitare i francesi ìAlma Sintiî con il chitarrista Patrick Saussois, i ìMontmartreî, gli ìHot Quartetî con Fiorenzo Zeni, il ìTolga Emilio Trioî, il gruppo ìDorado Schmitt Quartetî e Peter Beets con gli olandesi ìBasilyî, il più famoso sestetto di cugini dei Paesi Bassi che suonano insieme sin dallíinfanzia proponendo originali interpretazioni di Swing Gipsy come se fossero un unico elemento. Ai concerti e jam session che animeranno le strade torinesi, si aggiunge líappuntamento con una rassegna cinematografica dedicata alla tradizione zingara. Tra le pellicole che verranno proiettate si segnalano i film ìLatcho Dromî di Tony Gatlif, ìAppuntamento a Belvilleî di Sylvain Chomet e il film-documentario ìDjango Legacyî di John Jeremy. Da non perdere, infine, líoccasione di vedere allíopera alcuni maestri liutai di fama internazionale che, per tutta la durata del festival, saranno presenti nel Cortile dei Ciliegi con uníinteressante esposizione di chitarre manouche e laboratori a cielo aperto in cui mostreranno le particolari tecniche di lavorazione dello strumento.
Breve storia del Jazz Manouche I Manouches sono giunti in Europa occidentale tra il XV e il XVI secolo. Dopo un viaggio durato circa un millennio, hanno scelto come sede di permanenza la Francia, l'Olanda, la Germania e il Belgio. La loro origine indiana trova conferma nel nome "manus", appartenente al ceppo linguistico indo-europeo. E' entrato nel linguaggio corrente francese come Manouches che dall'antico Hindi deriva dal termine "manusa": essere umano. Tra i contributi più significativi allo stile manouche figura quello del chitarrista e compositore Django Reinhardt che, nel 1934, creÚ con il violinista StÈphane Grappelli il Quintetto a corde dellíHot Club de France: nasce così un nuovo ed interessante jazz Europeo. Il jazz Manouche, perÚ, prende forma ufficialmente nella Germania del 1967 attorno allíemblematica figura del violinista Schnuckenak Reinhardt, con il quale molti musicisti impararono il loro mestiere prima di formare i propri ensembles. I musicisti Sinti scoprirono Django attraverso i dischi e attraverso la pratica musicale, propria delle loro famiglie. Amando suonare tra loro e per loro stessi una musica nella quale si riconoscono, ancora oggi si tramandano di padre in figlio il loro immenso patrimonio culturale. Nelle comunità Manouche, la tradizione si trasmette oralmente in occasioni di festa ed incontri familiari dove la musica occupa sempre un posto preponderante. Senza dubbio líinvenzione di questo nuovo folklore risale alla fine degli Anni Sessanta. Il fondamentale riferimento per il suo sviluppo fu il primo quintetto a corde di Django, quello formatosi prima della guerra. I Manouche ne impararono il repertorio e acquisirono padronanza con gli strumenti: due chitarre da accompagnamento e un contrabbasso per assicurare una imperturbabile sezione ritmica (da loro chiamata "la pompe" manouche), una chitarra solista, un virtuoso violino e talvolta una fisarmonica. I chitarristi, fedeli ai propri maestri, danno priorità alla ricerca del virtuosismo e dello spettacolare.Il punto di partenza dei loro studi è rappresentato da un certo numero di composizioni di Django (quali Nuages, Minor Swing, Manoir de me Rèves…), dagli standards suonati da Django prima del 1940 e da alcuni valzer musette (influenza dei fisarmonicisti swing come Gus Viseur, Tony MurÈna o Jo Privat). Questo fenomeno sia di natura estetica sia di natura sociologica è stato denominato, forse impropriamente, Gypsy Jazz: i Manouche non aderirono affatto al Jazz, ma allo stile di Django con il desiderio di affermare la loro appartenenza etnica. Il Gypsy Jazz o Swing Manouche possono essere meglio descritti come movimento folcloristico, folklore vivente aperto a influenze esterne nel quale è possibile ogni sorta di scambio, abbracciando un ampio spettro di stili pur rimanendo nel proprio contesto musicale. Da una buona decina díanni líinfluenza di Django sembra non diminuire affatto: sono stati organizzati nuovi festival a lui dedicati in Francia (Django Memorial Festival – Samois Sur Seine, Festival di Angers e Strasburgo), Belgio, Germania (Django Reinhardt Festival di Augsburg), Svezia (Gypsy Jazz Festival di Thorshalla), Inghilterra (UK Gypsy Fest), Norvegia (Django Festival in Oslo), Canada, Stati Uniti (Django Festival di New York al Birdland, North West Django Fest a Washington), Islanda (Django Jazz Festival di Akureyri), Giappone e Italia proprio con il Festival Jazz Manouche Django Reinhardt di Torino. Diversi gruppi composti da zigani o da gadjès (termine zigano per definire la popolazione non zigana) stanno conferendo un nuovo look alla musica dellíHot Club suonandola sui palchi, registrando in studio, viaggiando e facendo rivivere questa tradizione e riscontrando un successo popolare sempre crescente.
La chitarra manouche La chitarra manouche si differenzia da altri strumenti simili, come la chitarra elettrica o quella classica, sotto vari aspetti che la rendono un pezzo assolutamente originale sia per la struttura che per le sonorità che crea. Eí possibile cercare di definire la manouche come una creatura ibrida che unisce alcuni elementi della chitarra acustica, dellíelettrica e del violino: rispetto allíacustica ha una cassa più grande mentre il manico si restringe avvicinandosi alle dimensioni dellíelettrica. Ora sul manico è montata una barra díacciaio, una sorta di ferro a ìTî che i costruttori degli Anni 20 non utilizzavano. Successivamente è stata montata anche una vite per compensare le corde. Le sei corde della chitarra manouche, anzichÈ essere in nylon come nella classica, sono in argento o in acciaio; la cordiera è mobile e il ponte appoggia sulla tavola allo stesso modo del violino. La buca puÚ assumere due forme tipiche: ad ellisse oppure a ìDî. Sono queste caratteristiche che rendono le sonorità della chitarra manouche inconfondibili.
PROGRAMMA 4° Festival internazionale JAZZ MANOUCHE "Django Reinhardt"
Martedì 14/9: Rassegna cinematografica presso il Cinema Romano: Proiezione Film/Documentario Django Legacy di John Jeremy. Orario degli spettacoli: ore 20:00 – 22:30
Giovedì 15/9 - 1° giorno: Rassegna cinematografica presso il Cinema Romano: Proiezione del film ìLatcho Dromî di Tony Gatlif, Proiezione Film ìAppuntamento a Bellevilleî di Sylvain Chomet. Orario degli spettacoli: ore 20:00 – 22:30
Cena di gala inaugurale e concerto presso il ristorante Arcadia Alle 21:00 incontro con sponsor e Istituzioni Alle 22:30 concerto con gruppo di fama europea.
Venerdì 16/9 - 2° giorno: Dalle 21:30 alle 24:00 Concerti e Jam-session in Via Borgodora e Piazza Andreis con i gruppi: Alma Sinti Trio, Montmartre, Tolga Emilio ed altri gruppi a sorpresa.
Sabato 17/9 - 3° giorno: Dalle 11:00 alle 14:00 Esposizione dei liutai in Piazza Andreis; Concerti e Jam-session in Via Borgodora e Piazza Andreis con i gruppi: Hot Quartet & Fiorenzo Zeni, Montmartre, Alma Sinti Trio, Tolga Emilio Trio ed altri gruppi a sorpresa. Dalle 15:00 alle 19:00 Jam-session e Esposizione dei liutai nel Cortile dei Ciliegi. Alle 21:00 Concerto del gruppo Stringology (ITA) nel Cortile del Maglio. Alle 22:15 Intervento del gruppo Manomanouche (ITA) con la partecipazione del pianista Alessandro Ambrosoli e il Coro dellíUniversità degli Studi di Torino diretto dal maestro Sergio Pasteris nel Cortile del Maglio. Alle 23:00 Concerto del gruppo Patrick Saussois & Alma Sinti (FRA) nel Cortile del Maglio.
Domenica 18/9 - 4° giorno: Dalle 11:00 alle 19:00 Jam-session e Esposizione dei liutai nel Cortile dei Ciliegi. Dalle 14:00 alle 15:30 Palco aperto per gruppi esordienti. Dalle 16:00 alle 17:30 Concerti e Jam-session in Via Borgodora e Piazza Andreis con i gruppi: Hot Quartet, Tolga Emilio Trio e Basily. Alle 21:00 Concerto del gruppo Dorado Schmitt Quartet (FRA) nel Cortile del Maglio. Alle 22:30 Concerto del gruppo Basily e Peter Beets(OLA) nel Cortile del Maglio.
Di Fabrizio (del 17/11/2009 @ 22:35:30 in blog, visitato 1549 volte)
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essi hanno attinto...
non lo so, certo piovono gli sgomberi per le famiglie sinte
Mahalla 15.13
Dopo ne riparliamo, se vuoi. Volevo cominciare con la tua candidatura: com'è nata?
Yuri Del Bar 15.13
c'è qualcuno di Vicenza collegato? Battete un colpo!
Mahalla 15.14
Da parte del tuo partito che reazione c'è stata?
Yuri Del Bar 15.17
io non ero iscritto al partito della Rifondazione Comunista, in effetti sono stato eletto come indipendente. Carlo ha battuto tutti i partiti politici, l'unico a rispondere positivamente è stata Rifondazione
Mahalla 15.17
e gli altri, perché no?
Yuri Del Bar 15.19
evidentemente perché non credevano nel nostro sogno: un sinto in consiglio comunale
Mahalla 15.20
così sei risultato il secondo della lista per preferenze. Hanno buttato via parecchi voti!
Yuri Del Bar 15.21
si è stato un disastro! mi ha superato di quattro voti Fausto Banzi, attuale assessore ai servizi sociali della Provincia di Mantova. Molti sinti sono analfabeti e quindi non sono riusciti a scrivere il mio nome, altri hanno proprio sbagliato… comunque è stato bello, sia la campagna elettorale che l'attesa dei risultati
Mahalla 15.22
Sempre sullo stesso argomento: secondo te, perché questo è stato possibile proprio a Mantova?
Yuri Del Bar 15.23
probabilmente per il lavoro fatto insieme negli ultimi quindici anni. Il primo progetto di mediazione culturale, coinvolgendo direttamente Sinti, è partito all'inizio degli anni '90
Mahalla 15.24
è un'esperienza che si potrà fare in altre città? e quali?
Yuri Del Bar 15.25
speriamo e già ci stiamo lavorando. la prima scadenza è per le comunali a Bolzano. Speriamo di poter aiutare Radames Gabrielli a diventare il secondo consigliere comunale Sinto in Italia. Naturalmente ci stiamo preparando per le provinciali a Mentova: i socialisti sono interessati
Mahalla 15.26
mi sembra che proprio in Trentino un consigliere comunale (Lega) abbia rifiutato di sedersi accanto a un eletto "extracomunitario"
Yuri Del Bar 15.28
non lo sapevo, ma non mi stupisce. nella Lega ci sono diverse manifestazioni di discriminazione razziale. come a Piovene Rocchette, dove il sindaco leghista fa scavare i fossati anti-sinti. Tutto molto triste
Mahalla 15.27
Quali sono i tuoi rapporti con i colleghi di giunta?
Yuri Del Bar 15.28
io non sono in giunta. Rifondazione è in minoranza anche se stiamo lavorando per entrare nella maggioranza
Mahalla 15.29
intendo, di consiglio
Yuri Del Bar 15.30
buoni anche se un consigliere della lega non voleva, all'inizio salutarmi. ora è meglio. Sono comunque tutti contenti della mia elezione. sindaco compreso.
Mahalla 15.30
Come si è svolta la tua campagna elettorale?
Yuri Del Bar 15.31
naturalmente ci siamo accordati con Rifondazione. anche se all'inizio qualcuno aveva del mal di pancia sulla mia candidatura. Abbiamo formato un comitato elettorale che mi ha supportato per tutta la campagna elettorale. Eravamo una ventina: lo slogan era “un sinto in consiglio comunale è ricchezza per tutti”
Mahalla 15.32
mal di pancia "partitici" o degli elettori?
Yuri Del Bar 15.33
mal di pancia partitici, in particolare i giovani comunisti. gli elettori incontrati in piazza erano tutti curiosi e contenti. Non sarei stato eletto con il solo voto dei sinti, visto che moltissimi hanno sbagliato a votare
Mahalla 15.35
Dobbiamo sempre farci riconoscere
Yuri Del Bar 15.36
Al conteggio il 50% dei voti sono sinti e l'altro 50% di appartenenti alla cultura maggioritaria
Mahalla 15.36
Hai rapporti con altri Rom e Sinti eletti in Europa?
Yuri Del Bar 15.36
No, non conosco nessuno
Mahalla 15.37
Veniamo ai temi che un consigliere affronta: Casa: sta cambiando qualcosa?
Yuri Del Bar 15.39
per i sinti sì. stiamo già lavorando con la nuova giunta per far chiudere il campo nomadi, luogo di segregazione. e realizzare piccole microaree. inoltre, stiamo discutendo per realizzare una'area di transito ed eliminare i divieti di sosta ai "nomadi"
Mahalla 15.41
Ti riporto di seguito un commento, che ho trovato in un blog che aveva ripreso la notizia sul camping austriaco (che avete riscritto anche su Sucardrom): “Esistono norme precise che regolano l'accesso a luoghi pubblici (come un campeggio, un bar, un ristorante, etc.). Nessuno può dire tu sì, tu no; lo posso fare a casa mia, ma trattasi di luogo privato.Invece che sbraitare, chiamare i carabinieri e denunciare. Non è indignandosi che si toglie il razzismo dalla testa della gente, quello c'è sempre stato e sempre ci sarà.” Cosa risponderesti?
Yuri Del Bar 15.45
Sicuramente abbiamo sbagliato in questi anni a non denunciare certe situazioni, ma è pur vero che in Italia non avevamo una legislazione precisa fino al 1999. In secondo luogo la legislazione è molto blanda e non prevede il penale per la discriminazione razziale. il penale è solo per incitamento alla discriminazione razziale. è per questo che a Verona abbiamo denunciato i sei leghisti, condannati in primo grado. Terzo: chi crede che il razzismo rimarrà è un'inguaribile pessimista. io credo che non bastino le denuncie. ma azioni concrete per poter costruire una cultura della pace
Mahalla 15.46
La vertenza in Veneto mi sembra molto estesa territorialmente…
Yuri Del Bar 15.47
Considera che in Veneto le associazioni di sinti e rom sono inesistenti. l'Opera Nomadi è a Padova e basta.
Mahalla 15.48
Secondo te, quello che state facendo a Mantova per la casa, può servire come progetto-pilota?
Yuri Del Bar 15.50
Sì, lo speriamo. Da quello che sappiamo per le micro-aree c'è la sola esperienza della Fondazione Michelucci insieme alla nostra. a Guastalla (RE) stiamo realizzando la nostra prima micro-area. Considera che c'è molta confusione in giro su cosa è una micro-area: per alcuni è solo un piccolo campo nomadi…
Mahalla 15.51
Approfittane per spiegarlo: come intendi una micro-area?
Xpisp 15.51
ma è strutturato con tutti i servizi necessari?
Yuri Del Bar 15.53
Una micro-area è costituita da unità abitative singole per ogni nucleo familiare. al massimo sei nuclei famigliari tutti legati da stretti vincoli di parentela o affinità. Inoltre, la micro-area deve essere progettata insieme alle famiglie che l'abiteranno in un percorso guidato dalla mediazione culturale
Mahalla 15.53
Chi provvede al mantenimento dell'area?
Yuri Del Bar 15.55
La manutenzione ordinaria è a carico delle famiglie, la straordinaria al comune se resta proprietario. pensiamo anche a percorsi dove le famiglie acquistano le stesse micro-aree. In ogni spazio famigliare deve esserci un'unità abitativa, una casa, pensata per la famiglia che ci abiterà e uno spazio, almeno 500mq, per l'arrivo di parenti. Inoltre nello studio preliminare è da considerare la proiezione demografica per i successivi quindici anni. Naturalmente a questi progetti vanno affiancati altri sui temi del lavoro e della scuola
Mahalla 15.57
In Inghilterra un progetto simile sta cadendo, perché non si trovano accordi sull'individuazione delle aree
Yuri Del Bar 15.58
Perché nessuno vuole un "campo nomadi" di fianco alla propria abitazione. Ciò che succede in Inghilterra è causato da una politica abitativa solitaria. ovvero non supportata da un lavoro di mediazione culturale
Mahalla 16.00
questo non saprei, in Inghilterra sono attivi da anni da questi temi
Xpisp 15.59
scusa 500 mq per famiglia???? Forse sarebbe meglio chiarire la dimensione di una famiglia, altrimenti potrebbe nascere un po’ d'invidia leggendo solo queste parole
Yuri Del Bar 16.01
Certo che ci sarà invidia. vedi Xpisp nelle culture sinte la famiglia è il valore primario per questo i figli non lasciano i genitori ed è per questo che abbiamo bisogno di più spazio. Una famiglia sinta in mezzo a tanti "gagi" avrebbe paura e piuttosto andrebbe in un "campo nomadi". Devi anche pensare che durante il nazismo ci avete mandato allo sterminio e ancora oggi ci rinchiudete nei campi nomadi. forse bisogna ribilanciare la situazione. Non pensi Xpisp?
Xpisp 16.03
leggendo la tua risposta ho pensato ad una persona ignorante come me che ritiene la famiglia quella tipo di 3-5 persone, quindi ne nascerebbe un equivoco. Ho chiesto solo un chiarimento per capire cosa si intendesse per famiglia.
Scusa ma io non ho mandato nessuno allo sterminio, se fare domande per capire mi fa paragonare a ciò che dici....
Yuri Del Bar 16.06
Un nucleo familiare è formato da cinque sei persone in media. poi quando i figli si sposano devono rimanere per alcuni anni con i genitori. sei mesi dai genitori della moglie, sei mesi dai genitori del marito. solo dopo alcuni anni le famiglie diventano autonome.
Mi dispiace che tu ti senta offeso. ma vedi in Italia ancora non è stata fatta un'elaborazione del lutto su quanto successo durante il fascismo. e quindi, se noi siamo ancora rinchiusi nei campi nomadi chi ne ha colpa?
Mahalla 16.09
Se volete discutere del fascismo, cause e concause, non se ne esce +. Preferirei rimanere al discorso del lavoro che si può fare oggi. Eventualmente, riprendere il discorso storico in un altro incontro.
Xpisp 16.10
Non mi sono offeso, solo non darmi responsabilità che non ho, conto così poco che non ho influenza, continuate sui discorsi precedenti che sono interessanti, grazie a tutti
Yuri Del Bar 16.11
Vedete il vero problema è che in Italia si ha un complesso di colpa per quanto successo agli ebrei. Al contrario per noi sinti si pensa, in larga maggioranza, che se siamo finiti nei camini è perché ce lo meritavamo. Siamo ladri, no?
Mahalla 16.13
Se tutti i ladri dovessero finire ai camini, avremmo risolto il problema energetico! Volevo magari capire meglio se queste mini aree sono da intendere come una riparazione per la storia o invece una possibilità di ovviare anche ai problemi di devianza. A Milano, ad esempio, nei grandi campi è impossibile vivere anche per un Rom o un Sinto!
Yuri Del Bar 16.14
E in effetti c'è qualcuno, vedi il blog della sucar drom, che ancora oggi ci invita a finire nei termovalorizzatori. E siamo nel 2005!
No, le micro-aree non sono una riparazione alla storia ci vorrà ben altro. ma è un primo passo per un riconoscimento della nostra cultura, della nostra società... di noi come persone!
Penso che nei grandi campi sia impossibile vivere, sia per i sinti/rom sia per qualsiasi altra 'persona. Provare per credere
Mahalla 16.17
Ho letto con interesse, a proposito del riconoscimento come persone, il post Mengro Labatarpe… volevo capire, oggi, come può evolvere la situazione lavorativa
Xpisp 16.17
chiarimento: ma 500 mq è la casa o la casa + lo spazio intorno???
Yuri Del Bar 16.18
casa + lo spazio intorno. per meglio capire sarò lieto di averti come mio ospite a gennaio quando inauguriamo la micro-area a Guastalla. Insomma è come una villetta: il progetto lavoro nasce da un'esigenza: valorizzare il lavoro che svolgono le famiglie sinte e rom a Mantova.
In effetti si pensa che noi non lavoriamo. Sbagliato, lavoriamo tutti. E’ che abbiamo una struttura sociale diversa e quindi non abbiamo divisione del lavoro come avete voi. In altre parole tutti i Sinti in Italia fanno lo stesso lavoro.
Xpisp 16.22
Una sola curiosità, qual'è questo lavoro?
Yuri Del Bar 16.23
il furto… scherzo!
Xpisp 16.23
dai non scherzare
Yuri Del Bar 16.24
Gli uomini fanno la raccolta dei materiali ferrosi, anche se alcuni hanno ancora lo spettacolo viaggiante. Le donne vedono calze, fazzoletti, centrini... porta a porta.
Xpisp 16.25
Scusa la domanda ignorante, ma dopo aver raccolto materiale ferroso...cosa ne fanno???
Mahalla 16.25
La mia domanda, sottintendeva: c'è ancora spazio per queste attività, o c'è da investire in formazione professionale verso nuovi lavori?
Yuri Del Bar 16.25
Il progetto quindi vuole valorizzare le potenzialità presenti nelle diverse famiglie. Questo è un buon momento: più il petrolio cresce e più il prezzo dei materiali ferrosi si alza, e basta con i corsi per giardinieri... non se ne può più!
Bisogna cercare di far coincidere le potenzialità, le aspirazioni e gli spazi presenti sul mercato, naturalmente senza mediazione culturale si torna a fare i corsi per giardinieri: vedi quello che sta succedendo in Emilia Romagna con due milioni di euro dell'Unione Europea
Mahalla 16.28
e con la mediazione culturale?
Xpisp 16.29
Personalmente ritengo che abbiate una grossa forza, la famiglia, con questa forza conosco molti immigrati nord-africani che sono riusciti ad aprire attività e ad avere un notevole successo, non penso che abbiano avuto bisogno di mediazioni culturali, anche se non guasterebbero.
Yuri Del Bar 16.30
certo perché altrimenti l'operatore della formazione professionale se ne va per i campi a prendere parole o sorrisetti ironici e lo pseudo corso diventa un modo per tirare avanti, con le borse di studio, per qualche mese, poi nulla.
I nord africani sono venuti e hanno accettato la cultura capitalistica; il discorso è molto complesso...
Mahalla 16.32
Ti chiedo un commento a questo esempio: Reggio Emilia corso per panettieri, diplomati una cinquantina (credo) di Rom stranieri. La giunta vanta questo risultato, Forza Italia dice che solo 50 non valgono i soldi spesi
Yuri Del Bar 16.33
in effetti non sono cinquanta e in secondo luogo avere cinquanta panettieri qualificati e nessuno assunto non è un buon risultato... o no?
Mahalla 16.33
E che ne so? Il commento lo lasciavo a te
Yuri Del Bar 16.34
e io ho commentato... non offenderti anche tu
Mahalla 16.34
Io????
Yuri Del Bar 16.34
un po di humor… altrimenti la vita è triste
Mahalla 16.35
Io faccio il bravo presentatore
Xpisp 16.35
forse ora sarebbe il caso di finanziare l'apertura di una panetteria
Yuri Del Bar 16.35
ti immagini la massaia emiliana che va a comprare il pane nella panetteria rom... grande idea… e tu sei bravissimo
Xpisp 16.36
vedo quella brianzola che compra la carne dal mussulmano...non bisogna fare il razzismo al contrario
Yuri Del Bar 16.36
e in effetti è una grande idea, cosa ho detto di male?
Xpisp 16.37
Mi sembrava un po’ ironica...chiedo scusa!!! ho toppato!!!!
Mahalla 16.37
Sempre a fare gli offesi! L La situazione scolastica a Mantova com'é?
Yuri Del Bar 16.38
Era a doppio senso... è che qui ci stiamo divertendo.
Buona, se i bambini non vanno a scuola... pessima se ci vanno.. e ci vanno tutti... un dramma.
Torniamo seri.
Mahalla 16.39
Con gli stranieri come procede? (a me va bene anche di scherzare)
Xpisp 16.40
Chiedo venia ma devo tornare a lavorare (avendo anch'io accettato la cultura capitalista), peccato perché stavo avendo delle risposte interessanti. Un saluto a tutti, ci vediamo da sucar. Ciao da Xpisp
Yuri Del Bar 16.41
La scuola è uno strumento della cultura maggioritaria. L'intento è di far conoscere la scuola ai genitori in modo tale che possano fare richieste formative. E' a quel punto che il bambino troverà nella scuola tracce del suo mondo concreto
Mi dispiace Xpisp, un saluto a te. Carlo deve risponderti sul blog. Non disperare.
Xpisp16.42
un abbraccio a tutti
Mahalla 16.43
Un attimo, prima di perdere il filo sulla scuola...
Yuri Del Bar 16.43
ti sei perso Fabrizio...
Mahalla 16.43
Sinora si è parlato di Sinti (italiani) volevo sapere la situazione dei Rom stranieri nel vostro comprensorio
Yuri Del Bar 16.44
Sinti lombardi. A Mantova ci sono rom rudara, arljia e rumeni: sono in casa e hanno diversi lavori, uno lavora come autista degli autobus pubblici
Mahalla 16.45
Integrazione scolastica?
Yuri Del Bar 16.45
Interazione! niente integrazione, è una brutta parola
Mahalla 16.46
Se uso frequenza? Insomma, come procedono i rapporti?
Yuri Del Bar 16.47
La scuola è buona per i rom rumeni e arlija. diverso il discorso per i rudara... o meglio la famiglia è ursara. I rom rumeni vanno a scuola e pretendono il rispetto culturale. E lo ottengono. I rudara si nascondono, sono più vicini a noi sinti.
Mahalla 16.48
Potresti darmi delle cifre per capire di quanta gente si tratta?
Yuri Del Bar 16.49
A Mantova abbiamo 45 minori sinti, nove rudara, quattro rumeni, 3 arljia. Parlo del comune di Mantova, in provincia i sinti sono un centinaio e i rom una trentina. I gruppi etnici sono una decina tra sinti e rom.
Mahalla 16.52
Ho l'impressione che in una città come Mantova, le cose si vivano e si affrontino differentemente da una metropoli. Cosa ne pensi? (lo so che è banale, non mi veniva meglio)
Yuri Del Bar 16.53
Certo, ma comunque fa un rapporto tra le popolazioni e vedrai che a Mantova ci sono molti ma molti più sinti e rom che a Milano. Mantova ha quarantamila abitanti
Ci dovrebbero essere due tre associazioni per quartiere per lavorare bene.
Mahalla 16.56
Io a questo punto, se sei d'accordo farei uno stop. Riscriverò tutto e poi lo rimetto online (tra stasera e inizio settimana prossima). Se sei d'accordo, possiamo stabilire anche altri appuntamenti simili in futuro
Yuri Del Bar 16.57
Adesso che abbiamo tredici persone collegate...
Mahalla 17.02
Credo che il contatore ogni tanto vada per i fatti suoi, ma se qualcuno ha domande o vuole salutarti, ha tutto lo spazio a disposizione.
Un ringraziamento a te e alla squadra mantovana
Yuri Del Bar 17.03
Io rimango collegato a disposizione per nuove domande. ciao Fabrizio
Xpisp 17.22
ciao, breve rientro (ho lasciato aperto per rileggervi quando potevo) non era riferito a te il pigiar male, era riferito a Fabrizio, parlare con te è stato un piacere...ma sei tu che mi rispondi in sucar? grazie comunque per le risposte.
Yuri Del Bar 17.25
le risposte in sucar le scrivono diverse persone. di solito ti risponde Carlo
Sono io che ringrazio te. se non c'eri era un dialogo a due con Fabrizio.bello il tuo blog...
Xpisp 17.33
Ti ringrazio del complimento anche se immeritato, non riesco ad esprimere chiaramente i miei pensieri come Fabrizio o NNS, inoltre non ho spesso il tempo per scrivere quello che mi passa per la testa. Ad esempio spesso nel farvi le domande temo di passare per arrogante o fazioso, indubbiamente non sono privo di esperienze negative che mi hanno influenzato, ma credo che conoscendosi (deve essere reciproco) si possano capire molte cose che ci rendono ostili e forse migliorarsi reciprocamente
Yuri Del Bar 17.42
Devi fare tutte le domande che ti passano per la testa, nessuno giudica nessuno. Concordo, la conoscenza reciproca può portare alla costruzione di un mondo dove ognuno di noi si possa sentire a casa propria.
Un saluto a tutti gli amici e un nuovo ringraziamento a Fabrizio per l'occasione data.
Sunaimi sigo (ci sentiamo presto, traduzione dal sinto lombardo)
PRESSO LA SALA CONVEGNI DELL'AGENZIA PER LA PROMOZIONE CULTURALE DI LANCIANO A PALAZZO DE CRECCHIO SARà POSSIBILE VISITARE LA MOSTRA "TU TAJ ME, IO E TE INSIEME PER VINCERE IL PREGIUDIZIO"
FINO A MERCOLEDì 22 MARZO
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GIOVEDì 23 MARZO A PESCARA PRESSO IL CINEMA MASSIMO ANTEPRIMA NAZIONALE DEL FILM "UNO SPECCHIO PER ALICE" PRECEDUTA DAL CONCERTO DI ALEXIAN ED IL SUO GRUPPO
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DAL 25 MARZO AL 09 APRILE LA MOSTRA "TU TAJ ME, IO E TE INSIEME PER VINCERE IL PREGIUDIZIO" SARà ESPOSTA AD EMPOLI PRESSO IL CENTRO DI ARTI FIGURATIVE all’interno del Palazzo Ghibellino, in Piazza Farinata degli Uberti
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IL 30 MARZO 2006 ALEXIAN SANTINO SPINELLI PRENDERà LA SUA SECONDA LAUREA A BOLOGNA
Alexian Santino Spinelli e l'Associazione Thèm Romanó vi invitano a visitare il sito dedicato alla mostra
Tu taj Me - Io e te insieme per vincere il pregiudizio
Un’esposizione su Arte, Storia e Cultura Romaní comprendente foto, quadri, sculture, proverbi bilingue (Romani- Italiano) illustrati da un famoso pittore Rom. La mostra ripercorre idealmente il cammmino dei Rom a partire dall'India fino ad arrivare in occidente dando un particolare rilievo alle repressioni subite dai Rom, Sinti, Kale, Manouches e Romanichals a cominciare da quelle del 1600 per arrivare all'olocausto sotto la dittatura nazista. L'esposizione è completata anche da oggettistica in rame e ferro, abbigliamento e sartoria romaní, proiezione di video, documentari e diapositive.
per visitare il sito clikkare sul link sottostante
So me sinom Tour Un percorso musicale e canoro nella lingua romaní (zingara) dei Rom abruzzesi per un viaggio ideale attraverso l'intimità di un’arte assolutamente originale.
Il concerto Il concerto è un percorso artistico-culturale narrato in cui vengono rievocate attraverso i suoni, le parole e i colori, le radici profonde di un popolo millenario caratterizzato dalle prismatiche sfumature e dalle intensissime emozioni. Un viaggio nell’intimità della storia e della cultura di un popolo trasnazionale. Gli interpreti con la loro formazione professionale non scadono nel becero folklore ma elevano la tradizione a un livello artistico qualitativo e suggestivo. Le musiche proposte in cui si rintracciano gli echi del passato sono quelle dell’ambito familiare che i Rom suonano per tramandarsi, per comunicare e per restare uniti. I canti sono memorie mai scritte in cui si custodiscono valori etici, filosofici e linguistici di un popolo dalle molteplici espressioni. L’Europa, mosaico culturale, è anche un mosaico musicale e ogni popolo è custode di ritmi e di stili che si sono rinnovati attraverso i secoli. A questo ricco mosaico culturale europeo anche i Rom originari dell’India del Nord, hanno dato il loro apporto, con colori e forme distinti. La ricchezza di ritmi, melodie e armonie della musica romanì è stata sfruttata da compositori come Liszt, Brahms, Schubert, De Falla, Granados, Turina, Ravel, Debussy, Dvorak , Musorgskij, Stravinskij, Cajkovskij, Bela Bartok e, oggi, Goran Bregovic, ma ai Rom non è mai stato riconosciuto pienamente il loro merito. L’Alexian Group tiene concerti in Italia e all’estero e partecipa a numerosissimi festival internazionali riscuotendo consensi di critica e di pubblico.
CONTATTACECI PER RICEVERE UN PREVENTIVO
Costi: Euro ? (comprensivi di cachet, , trasporti locali ed ENPALS) + hotel*** (1 camera doppie + 2 camere singole + cena e catering (n. 4 persone) + amplificazione e luci
Alexian Santino Spinelli Ambasciatore dell’Arte e della Cultura Romaní nel Mondo
L’artista Alexian Santino Spinelli è un Rom italiano. Musicista, compositore e poeta. Insegna Lingua e Cultura Romani all’Università di Trieste. Ha collaborato con la Sorbonne di Parigi nel Programma Interface facendo parte del Gruppo Pedagogico e del Gruppo Linguistico riguardanti i Rom per la Commissione delle Comunità Europee. Alexian è stato insignito di due importantissimi premi: il premio “Ethnoworld Award 2003” dall’Università Bocconi di Milano nell’ambito del 3° Festival EthnoBocconi con la seguente motivazione “Miglior Artista, sezione World Music, Per la qualità e l’impegno nel promuovere la musica e la cultura Rom, in Italia e nel mondo”, ed il “Premio Pigro 2003 Alla carriera” nell’ambito del festival nazionale di Teramo dedicato ad Ivan Graziani. Sempre nel 2003 è stato invitato a contribuire con un arrangiamento personale del brano “Khorakhané, a forza di essere vento” alla realizzzazione del CD “Mille Papaveri Rossi” -insieme ad altri artisti di fama- in omaggio a Fabrizio De André. Ha ricevuto importantissimi riconoscimenti: nel 1994 il Premio Flaiano per l’opera Teatrale “Duj furatte Muló”, gli è stato conferito il Premio Histonium “Mecenate della Cultura”, Premio della Critica quale miglior gruppo al Festival khamoro 2001 (Praga - Rep. Ceca), Premio “Microcosmo d’Oro” 2002 (Milano). Durante il 6° Congresso Mondiale della International Romanì Union (ottobre 2004), organismo non governativo che rappresenta i Rom di tutto il mondo all’O.N.U., è stato nominato “ambasciatore dell’arte e della cultura romanì nel mondo”. La sua produzione musicale ha ricevuto importanti recensioni. La celebre rivista francese “Le Monde - de la Musique” ha accolto il CD “Gijem Gijem” con un positivissimo articolo: “…si lascia andare alla melanconia così bene da dare vita alle danze più scapigliate, questo strumento ci rivela, sotto le dita di Alexian Santino Spinelli, tutti i meandri dell’esistenza romaní…” (da “Le Monde”) Il CD Romano Drom - Carovana Romaní (2002) é stato recensito dalla rivista “Sette” (30/05/2002): “Alexian. Romanó Drom. Insegna all’Università, ma Alexian (Santino Spinelli), rom abruzzese, è prima di tutto un raffinato musicista. Perchè il rom sound non è solo Balcani”. Importanti recensioni anche sulle riviste specializzate come:Etnica, World music, Traditional Arranged, Folk Bulletin. Alexian Santino Spinelli dal 1989 è stato ospite in varie trasmissioni radiofoniche e televisive: Speciale Tg Uno, Maurizio Costanzo Show, Bella Italia (Rai 2), Uno mattina (Rai 1), La telefonata (Radio Rai 1), Il coraggio di vivere (Rai 2), “Lampi di Primavera” (Radio Rai 3), L'Italia Sconosciuta (Radio Rai 1), Radio Popolare, "Uomini e Profeti" (Radio Rai 3), Format "Molteplicità" (Rai 3), "Suoni e ultrasuoni" (Radio Rai), "Prima" (Rai 1), “Studio Aperto” (Italia 1), Lampi d'inverno (Radio RAI 3), “In Famiglia” (Rai 2), "Un mondo a colori” (Rai Due), "Le vie del Giubileo" (Radio Rai 2), "Dov'è la festa" (Radio Rai 2), Rai Tre "Neapolis”, "Radio 24", "Unomattina", "Tg3 Shukran", "Mediterraneo” (Rai Tre), "Il tappeto Volante" (Strema), "Terra" (Canale 5), "New generation" (Radio San Marino), "Pinocchio” (Radio Deejay). Ampi servizi gli sono stati dedicati sui periodici: "Gente Mese'' (settembre '93), "Elle" (settembre '95), "L'Eco di S. Gabriele" (marzo 96), "Folk Bulletin" (Dicembre 1997), "Il Mucchio Selvaggio" (Luglio 1997), "Etnica" (Settembre 1997), "L'Intervista" (n° 10 Novembre 97), "Astra" (n° 11 Novembre 1996), “Il Convivio" Luglio/Settembre 2001, "Marie Claire" (Marzo 2001), "Musica di Repubblica" Settembre 2001, "Cittadini dappertutto" aprile/maggio 2002, "Popoli" aprile 2002, "Stop" anno 56 n°15 19/04/2002, "Famiglia Cristiana" aprile 2002, "Panorama" 25/04/2002, "Sette" 30/05/2002, "Donna Moderna" 24/07/2002, "Grazia" 17/09/2002, "Rivoluzioni" (mensile di Liberazione) Agosto 2002, "Il messaggero di Sant'Antonio" Settembre 2002. Testate giornalistiche internazionali: "Le Monde'', "Hoy”, "Dernières Nouvelles D'Alsace" (Francia), "Nevipen Romani" (Spagna), "Evening Telegraph" (Inghilterra, "Romano Drom" (Polonia), "The guardian" Inghilterra.
Di Alexian, il giornalista Adriano Mordenti scriveva nel 2001 sul quotidiano “La Repubblica”: “...a lui si deve se la musica dei Rom italiani comincia ad essere stimata nel mondo assieme a quella più aristocratica degli zingari ungheresi e dei gitani spagnoli. Il quotidiano francese Le Monde ha collocato questo gruppo di rom italiani tra i migliori tre dello scorso anno. E al prestigioso festival khamorò di Praga sono stati dichiarati dalla critica i migliori tra ben trenta gruppi e orchestre di tutto il mondo”. Oltre che apprezzato musicista, Santino Spinelli è docente di Lingua e Cultura romaní presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Trieste. Dal 1992 è membro del Gruppo Pedagogico che si occupa della scolarizzazione dei bambini Rom e viaggianti nell'ambito del Programma Interface sostenuto dal Centro di Ricerche Zingare dell'Università la Sorbonne (Parigi) e della Commissione delle Comunità Europee. E’ inoltre unico rappresentante italiano al Parlamento della International Romani Union (IRU), organizzazione non governativa e non territoriale che rappresenta i Rom di tutto il mondo. Fondatore e presidente dell'Associazione Culturale "Thèm Romanò" (Mondo romanó) con sede a Lanciano (Chieti)
Rom e Sinti in Piemonte - A dodici anni dalla Legge Regionale 26/93 "interventi a favore della popolazione zingara" scaricabile qui in formato PDF (1145 Kb)
autori della ricerca: Sergio Franzese e Manuela Spadaro (ASGI)
Manifestazione internazionale dedicata alla migrazione
L’associazione culturale Gentes promuove per il 2005 a Grions del Torre (UD) la seconda edizione della manifestazione “Ator Pal Mont”. Grions vuole diventare luogo “ simbolo “ dove la manifestazione “Ator Pal Mont” dedicata alla migrazione lo renderà “ luogo della memoria “, dove le “ tracce “, con diversi modi e forme di rappresentazione, saranno fruibili da tutti consentendo di rileggere “ interpretando “ le vicende che resero epica la migrazione. In un unico centro si raccoglierà tutto ciò che su questa problematica è stato prodotto (libri, film, video etc..) operando in maniera programmatica negli anni facendo un lavoro di ricerca, catalogazione ed archiviazione di tutti i documenti reperibili (fotografie, lettere, cartoline, documenti etc..) ricostruendo le storie dei movimenti migratori e di vita di persone che abbiano vissuto nei diversi luoghi del mondo. Si costruirà così una circolarità di esperienze atte a disegnare la complessità della migrazioni. In questa circolarità vanno incluse quelle genti che per le più svariate motivazioni hanno vissuto, o vivono, la diaspora, come ebrei, popolo rom e sinto, armeni, ect.,. Esuli, profughi, rifugiati politici. Coloro che hanno abbandonato la loro terra perché costretti dalla pulizia etnica o per guerre, carestie, etc.; Si cercherà di evidenziare come queste persone e questi movimenti migratori raggiungendo i più remoti angoli della terra, abbiano a volte generato altri conflitti a volte stabilito relazioni tali da far superare la naturale diffidenza stimolando la curiosità e l’interesse per la diversità apportando conoscenza e sapere, ricchezza culturale necessaria per l’accettazione dell’altro, per una auspicabile convivenza fra le diverse culture, per promuovere e sviluppare la cultura dei diritti e della pace.
Per la stagione 2005, il progetto “Ator Pal Mont”, si articola come segue:
PREMIO: premio internazionale da conferire due personalità, che si sono distinte “sul campo” nell’assistenza diretta a quanti costretti alla diaspora, o impegnati nel campo della ricerca , nella divulgazione, nell’ impegno nella causa della convivenza pacifica tra popoli e la pace.
CONVEGNI: dedicati alla conoscenza di varie realtà migratorie;
MOSTRA:una mostra dedicata ad una famiglia di origine friulana o ad una famiglia stabilitasi in Friuli;
SPETTACOLI: spettacoli riconducibili alle tematiche della migrazione di cui uno in lingua friulana ed uno appartenente ad altra cultura.
FIABE, FAVOLE, LEGGENDE: giornata dedicata all’infanzia in cui i bambini siano i protagonisti di letture, spettacoli e animazioni di testi e favole da loro raccolti e interpretati.
SETTIMANA DI CULTURA dedicata culture minoritarie: comunità, etnie, popolazioni discriminate, perseguitate, costrette a vivere l’esilio o il nomadismo, dimenticate e senza visibilità.
Ad ogni popolazione a cui venga dedicata la SETTIMANA DI CULTURA verrà aperta una sezione del costituendo archivio con materiali cartacei e informatici, con continui aggiornamenti, in modo da renderla, ove ancora non esistesse, punto di riferimento privilegiato per le consultazioni o per qualsiasi informazione riferendosi quella specifica cultura.
Il 2005 prevede la “Settimana della cultura Romaní” (24 sett-
1 ott)con una serie di eventi dedicati alla conoscenza delle culture dei Rom e Sinti denominati in maniera etnocentrica “zingari”. Tale iniziativa è motivata dall’esigenza della nostra associazione di investire su azioni o su tutto quanto contribuisca a superare diffidenze, pregiudizi, atteggiamenti di rifiuto per persone di una etnia minoritaria generalmente emarginata culturalmente e socialmente.
Il progetto comprende una serie di eventi fra i quali un'esposizione fotografica relativa alle varie etnie Romaní, allo sterminio nazifascista della popolazione rom e sinta con proiezione di video, documentari e diapositive. Collaterale alla mostra una tavola rotonda di esperti ed un convegno. Sono previsti inoltre: un concerto, una serata di teatro, spettacoli circensi, proiezioni di film, letture di fiabe e poesie.
La manifestazione “Ator pal mont” prenderà l’avvio con la settimana dedicata alla conoscenza dalla dimensione culturale relativa al popolo rom e sinto.
La nostra regione, il Friuli, è stata terra di passaggio delle loro carovane e di molti altri transiti, senza che si fosse stabilito alcun rapporto se non di reciproco sospetto e diffidenza che difficilmente si è cercato di superare. È necessario, in ogni occasione, creare le condizioni per valutare reciprocamente queste diverse realtà che per generazioni hanno condizionato i rapporti escludendosi ad ogni possibilità di capire ed accettare.
Tale evento culturale ha come obbiettivo favorire un approfondimento dei molteplici aspetti di una popolazione spesso identificata in unica categoria attraverso la denominazione etnocentrica “Zingari” ma che in realtà è un mosaico molto diversificato composto, dai Rom, dai Sinti, dai Kalé , dai Manouche e infine dai Romniæel: un universo spesso ignorato e pertanto sconosciuto che presenta una varietà abbastanza composita di persone con notevoli differenze culturali. La differenza, attraverso il confronto, diventa una risorsa per arricchire la propria cultura: rispecchiandosi nell’altro è possibile conoscere meglio le proprie caratteristiche, in questo sguardo però, troppe volte prevalgono i timori legati al disagio sociale sui possibili vantaggi culturali.
Evidenziare e valorizzare esperienze e saperi diversi possono essere ottimi antidoti verso pregiudizi e l’isolamento che da sempre circondano i Rom e Sinti.
Iniziare da qui è come esorcizzare un’antica paura, ma significa anche preparare un futuro nel quale si costruiranno ponti anziché muri.
Tempi e luoghi di realizzazione
La manifestazione “Ator Pal Mont”, edizione 2005, si svolgerà dal 23 settembre al 2 ottobre, a Grions del Torre, negli spazi della ex scuola comunale, nei locali del centro G. Caenazzo ed in uno Spazio-tenda appositamente montato
L’inaugurazione della “Settimana di cultura Romaní” del 24 settembre si terrà in Sala Ajace a Udine alle ore 15.00.
L’Ass. “Gentes” si avvalsa delle seguenti collaborazioni:
Collaborazioni.
Centro G. Caenazzo; Povoletto;Pro loco di Ravascletto, Salârs e Zovello, Centro Accoglienza E. Balducci,Zugliano, (UD); Circolo Menocchio, Montereale Valcellina (PN); Friuli nel Mondo; Istituto Alberti, (TS); RAI FVG; Regione FVG; Provincia di Udine e Gorizia;Comune di Udine, Comune di Povoletto; Assessorato Regionale alla Cultura del FVG, Istituto di Cultura Sinta di Mantova; Museo Carnico delle ArtiPopolari “M. Gortani” di Tolmezzo.
Collaboratori
Prof. Maria Paola Pagnini, Prof. Livio Sossi, Prof. Leonardo Piasere, Dott.ssa Eva Rizzin, Dott. Luca Nazzi, Gioia Meloni, Dott. Lorenzo Monasta, Dott. Luca Bravi, Dott. Zoran Lapov, Dott.ssa Antonella Nonino, Luigi Sferco, Carlo Berini, Angelo Batel, Walter Colle, Silvio De Grignis, Alessandra Giorgessi, Michaela Langner, Luca Melchior.
Patrocinio.
Regione FVG; Provincia di Udine; Provincia di Gorizia; Comune di Udine, Comune di Povoletto; Società Filologica Friulana; Friuli nel Mondo; Club UNESCO; Università degli Studi di Gorizia,Cattedra di Geografia Politica, Corso di laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche, Università di Udine Cattedra di Storia e Letteratura per l’Infanzia.
Contributi.
Regione FVG; Provincia di Udine; Comune di Povoletto; Banca di Cividale; CrediFriuli.
Responsabili dei progetti.
La Settimana di Cultura Romaní
Responsabile:Prof. Maria Paola Pagnini.
Referente: Dott.ssa Eva Rizzin.
Mostra
Prof. Tullio Ceconi;
Referente: Dott. Luca Nazzi.
Premio
Don Pierlugi Di Piazza
Spettacoli
Franco Rossi
Fiabe, favole e leggende
Prof. Livio Sossi
Editoria
Dott.ssa Lisa Rossi
Comitato Scientifico
Prof. Maria Paola Pagnini
Prof. Livio Sossi
Prof. Leonardo Piasere
Prof. Javier Grossutti
Prof. Tullio Ceconi
Don Pierlugi Di Piazza
Sede: Via dell’Asilo, 2. 33040. Povoletto. UD. 0432/679838mail: gentesonlus@yahoo.it
Associazione Culturale “Gentes”
Progetto: ATOR PAL MONT* - stagione 2005
premio
convegno
spettacoli
mostra
fiabe
editoria
settimana della cultura
SETTIMANA DELLA CULTURA ROMANÍ: 24 settembre-1 ottobre
Responsabile del progetto:Prof. Maria Paola Pagnini, Cattedra di Geografia Politica, Corso di laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche, Università degli Studi di Gorizia
Referente: Dott.ssa Eva Rizzin, dottorato di ricerca in Geopolitica e Geostrategia, Università degli Studi di Trieste
Il 2005 prevede la “Settimana della cultura Romaní”
Il progetto “Ator pal mont” prenderà avvio con la settimana dedicata alla conoscenza della dimensione culturale del popolo rom e sinto. La nostra regione, il Friuli, è stata terra di passaggio delle loro carovane e di molti altri transiti, senza che si fosse stabilito alcun rapporto se non di reciproco sospetto e diffidenza che difficilmente si è cercato di superare.
È necessario in ogni occasione creare le condizioni per valutare reciprocamente queste diverse realtà, che per generazioni hanno condizionato i rapporti escludendosi ad ogni possibilità di capire ed accettare.
Tale evento culturale ha come obbiettivo di favorire un approfondimento dei molteplici aspetti di una popolazione spesso identificata in unica categoria attraverso la denominazione etnocentrica “Zingari”, ma che in realtà è un mosaico molto diversificato, composto dai Rom, dai Sinti, dai Kalé, dai Manouche e infine dai Romniæel: un universo spesso ignorato e pertanto sconosciuto che presenta una varietà abbastanza composita di persone con notevoli differenze culturali. La differenza, attraverso il confronto, diventa una risorsa per arricchire la propria cultura: rispecchiandosi nell’altro è possibile conoscere meglio le proprie caratteristiche, in questo sguardo però, troppe volte prevalgono i timori legati al disagio sociale sui possibili vantaggi culturali.
Evidenziare e valorizzare esperienze e saperi diversi può essere un ottimo antidoto verso pregiudizi e l’isolamento che da sempre circondano i Rom e i Sinti.
Iniziare da qui è come esorcizzare un’antica paura, ma significa anche preparare un futuro nel quale si costruiranno ponti anziché muri.
*In lingua friulana “Ator Pal Mont” corrisponde all’italiano “andare per il mondo”.
PROGRAMMA DETTAGLIATO DELLA SETTIMANA DI CULTURA ROMANÍ
24 sett. Inaugurazione della settimana di cultura romaní
Sala Ajace Udine
Tavola rotonda: LA DIMENSIONE ROMANÍ TRA PASSATO E PRESENTE: PROSPETTIVE DI RICERCA
Inaugurazione della mostra inerente alla cultura Romaní”.
Serata di musica romanì: Matcho Winterstein, “Jazz Manouche”
25 sett. Premio Internazonale “Ator Pal Mont 2005”.
28 sett. Serata di proiezione di film e video
29 sett. Giornata dedicata all’infanzia con spettacolo circense ed illustrazione di favole romanì. Serata di proiezione di film
30 sett. Spettacolo circense.
Serata di proiezione di film
01 ott. Convegno: NUOVE SVOLTE NELLE POLITICHE DELLA MINORANZA ROMANÍ: CONFRONTO TRA RAPPRESENTANTI ROM E SINTI E ISTITUZIONI
Teatro: Lettura scenica
PROGRAMMA DETTAGLIATO:
Sabato 24 settembre
Udine. Sala Ajace.
INAUGURAZIONE DELLA SETTIMANA DI CULTURA ROMANÍ.
Responsabile del progetto:Prof. Maria Paola Pagnini, Cattedra di Geografia Politica, Corso di laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche, Università degli Studi di Gorizia
Referente: Dott.ssa Eva Rizzin, dottorato di ricerca in Geopolitica e Geostrategia, Università degli Studi di Trieste
15.00 Franco Rossi: Presidente dell’Associazione Culturale Gentes.
15.10Dott.ssa Eva Rizzin:Università degli Studi di Trieste
INTRODUZIONE: PRESENTAZIONE SETTIMANA ROMANÍ
INTERVENGONO:
Dott. Roberto Antonaz: Assessore alla Cultura, Regione Friuli-Venezia Giulia
Dott.Fabrizio Cigolot: Assessore Attività Produttive e all’Assistenza sociale della Provincia Udine
Dott.ssa. Gianna Malisani: Assessore alla Cultura del Comune di Udine
DonPierluigi di Piazza: Responsabile Centro di Accoglienza “E. Balducci” di Zugliano
Tavola rotonda: LA DIMENSIONE ROMANÍ TRA PASSATO E PRESENTE: PROSPETTIVE DI RICERCA
MODERATORE: Dott. Lorenzo Monasta, Università Autonoma del Guerrero, Messico, dottorato in Scienze Mediche.
RELATORI:
15.40 Prof. Pagnini Maria Paola:Università degli Studi di Gorizia, Cattedra di Geografia Politica, Corso di laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche.
MINORANZA E MIGRAZIONE IN UN MONDO GLOBALIZZATO
15.50 Prof. Leonardo Piasere: Università degli Studi di Verona, Dipartimento di Antropologia e Psicologia culturale.
LA CULTURA ROMANÍ
16.00 Dott.ssa Giovanna Boursier: Giornalista e storica.
LO STERMINIO DEI ROM E SINTI
16.10 Dott. Luca Bravi: Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Scienze dell’Educazione e dei Processi Culturali e Formativi.
INTERNAMENTO DEI ROM E SINTI IN EUROPA TRA ASSIMILAZIONE FORZATA E STERMINIO
16.20 – 16.40 DIBATTITO
16.40 – 17.00 PAUSA CAFFÈ
17.00 Dott. Zoran Lapov: Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Scienze dell’Educazione e dei Processi Culturali e Formativi.
CULTURA E LINGUA ROMANÍ NELLA LOTTA DI AFFERMAZIONE
17.10 Dott. Nando Sigona: Oxford Brookes University, Development & Forced Migration Research Unit (DFM) Dept. Planning - School of the Built Environment
FORME E MODI DI DISCRIMINAZIONE DEI ROM E SINTI IN ITALIA
17.20 – 18.00 DIBATTITO
19.30 Inaugurazione della mostra:
Grions del Torre. Centro G. Caenazzo.
Mostra: La dimensione Romaní: Il progetto comprende un’esposizione sull’Arte, Storia e Cultura Romaní con foto, quadri.
"Saintes-Maries-de la- Mer, proiezione fotografica a cura di Carlo Innocenti
21.00 Serata di musica romanì: "Matcho Winterstein Trio”, Jazz Manouche
Grions del Torre. Centro G. Caenazzo.
Matcho Winterstein: chitarra solista
Francesco Federici: chitarra ritmica
Mirco Capecchi: contrabbasso
Matcho Winterstein, Manouche, star internazionale della chitarra acustica, si può considerare senza paragoni troppo impegnativi un erede di Django Reinhardt. Francese, nato a Nancy.
La sua musica appare caratterizzata da precisione, potenza e delicatezza del linguaggio, tutte componenti che si coniugano per rivelare un vero artista capace di adattarsi a qualsiasi situazione musicale con una spontaneità unica e con uno spirito votato soprattutto all’improvvisazione.Lo accompagnano Francesco Federici alla chitarra ritmica e Mirco Capecchi al contrabbasso, non nuovi a questa esperienza, avendo già inciso un disco con Matcho Winterstein, che dimostrano affidabilità e inventiva rare da ritrovarsi in questo stile.
Domenica 25 settembre
Grions del Torre. Centro G. Caenazzo.
18.30 Premio Internazonale “Ator Pal Mont 2005”.
Prof. Patrick Williams: Direttore di ricerca, membro del Laboratorio di Antropologia Urbana del CNRS (Centre National de la Recherche Scientifique) di Parigi, ha dedicato i suoi studi alle modalità di organizzazione sociale e simbolica delle comunità Rom e Manuœ, dando ampio spazio allo studio della loro musica; in particolare ha analizzato il contributo di Django Reinhardt, Manuœ francese nell’ambito della storia del Jazz internazionale. È autore di decine di volumi e saggi sull’argomento.
È egli stesso membro della comunità dei Rom Kalderash di Parigi.
Dott. Aldo Forbice: Giornalista Radio Uno, Vice direttore del Giornale Radio Rai e conduttore del programma quotidiano del Gr1 "Zapping". È stato vicedirettore del Gr3, capo redattore del Tg1 e per diversi anni autore e coordinatore di programmi di Raidue. Per l'attività professionale e per il suo impegno nel campo della tutela dei diritti umani ha ricevuto molti premi, segnalazioni e riconoscimenti. Con la sua trasmissione "Zapping", Forbice si occupa sistematicamente di tutela dei diritti umani, promovendo campagne per sensibilizzare l'opinione pubblica.
Concerto dimusica romanì:SINTI ESTREKARIJA
Mercoledì 28 settembre
Grions del Torre. Centro G. Caenazzo.
20.30 Proiezione del film SWING, regia di Tony Gatlif, 2002.
Giovedì 29 settembre
Grions del Torre. Centro G. Caenazzo.
Giornata dedicata all’infanzia.
Responsabile del progetto: Prof. Livio Sossi: Università di Udine, docente di Storia e Letteratura per l’Infanzia
10.00 La giornata dedicata all’infanzia ha inizio con uno spettacolo del Circo “MACCHERONI” di Livio Corrado e Davio Togni per tutti i ragazzi della scuola di Povoletto, prosegue la mattinata ed il pomerggio,con pausa pranzo, con incontri di laboratorio e di animazione condotti da Antonio Ferrara e da Paul Bakolo N’Goi, quest’ultimo proveniente dallo Zaire. Per l’occasione verrà presentato un libro di favole Rom, di cui una favola verrà illustrata in un incontro- laboratorio.
17.00 Tavola Rotonda: “Andata e Ritorno: La letteratura per ragazzi migrante”
RELATORI:
Prof. Livio Sossi: Università di Udine docente di Storia e Letteratura per l’Infanzia
Dott. Graziella Cormio Cresci: Associazione Culturale “Tolbà” di Matera
Dott. Antonio Ferrara: Autore ed illustratore di libri per ragazzi su tematiche multiculturali
20.30 Proiezione del film VENGO-DEMONE FLAMENCO, di Tony Gatlif, 2001
Venerdì 30 settembre
Grions del Torre. Centro G. Caenazzo.
Spettacolo circense. Circo “MACCHERONI” di Livio Corrado e Davio Togni
20.30 Proiezione del film GADJO DILO, di Tony Gatlif, 1998
Sabato 1 ottobre
Grions del Torre. Centro G. Caenazzo.
Convegno: NUOVE SVOLTE NELLE POLITICHE DELLA MINORANZA ROMANÍ: CONFRONTO TRA RAPPRESENTANTI ROM E SINTI E ISTITUZIONI
MODERATORE: Dott.ssa Antonella Nonino, Master in Studi Interculturali, Università degli Studi di Padova
INTERVENGONO: LIVIO TOGNI. Senatore. Sinto
RELATORI:
15.00 Dott.ssa Eva Rizzin: Università degli Studi di Trieste,dottorato di ricerca in Geopolitica e Geostrategia, Sinta Gaèkani Eftawagaria.
IL PERCORSO DI RICONOSCIMENTO DELLA MINORANZA ROM E SINTA IN EUROPA
15.10 Ministero delle Pari Opportunità: UNAR, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali.
15.20 Rosario Ali Taikon: Presidente dell’Organizzazione Roma Right Sweden. Collaboratore al giornale Rom “E Romaní Glinda”, Rom Svedese.
ROMA RIGHT SWEDEN
15.30 Rag.Giorgio Bezzecchi: Segretario Nazionale dell’Opera Nomadi, Rom Harvato.
IL RUOLO DEI MEDIATORI CULTURALI NELLE ISTITUZIONI
15.40 – 16.20 DIBATTITO
16.20 – 16.40 PAUSA CAFFÈ
16.40 Yuri del Bar: Consigliere del Comune di Mantova, Sinto Lombardo.
L’ESPERIENZA DELL’ATTIVISMO SINTO NELLA REALTÀ MANTOVANA
16.50 Luigi Sferco:
LA REALTÀ LAVORATIVA DEI ROM E SINTI IN FRIULI VENEZIA GIULIA
17.00 Dott. Daniele Cortolezzis: Assessore ai Servizi sociali del Comune di Udine.
17.10 Nazzareno Guarnieri: Opera Nomadi Abruzzo, Rom Abruzzese.
RISPETTO DELL’ IDENTITÀ ROM
17.20 Michele Negro: Referente Immigrazione per Assessorato Regionale alla Cultura del Friuli- Venezia Giulia.
LA REGIONE E LA TUTELA DELLA CULTURA ROM E SINTA
RINFRESCO
21.00 Serata di teatro
La manifestazione, “Ator Pal Mont”, edizione 2005, dedicata alla migrazione e alla cultura Romanì, si svolgerà dal 23 settembre al 2 ottobre, a Grions del Torre, negli spazi della ex scuola, nel teatro G. Caenazzo ed in uno Spazio-tenda appositamente montato.
L’inaugurazione della “Settimana di cultura Romaní” del 24 settembre si terrà in Sala Ajace a Udine.
Alexian Santino Spinelli e l'Associazione Thèm Romanó vi invitano a visitare il sito dedicato alla mostra
Tu taj Me - Io e te insieme per vincere il pregiudizio
Un’esposizione su Arte, Storia e Cultura Romaní comprendente foto, quadri, sculture, proverbi bilingue (Romani- Italiano) illustrati da un famoso pittore Rom. La mostra ripercorre idealmente il cammmino dei Rom a partire dall'India fino ad arrivare in occidente dando un particolare rilievo alle repressioni subite dai Rom, Sinti, Kale, Manouches e Romanichals a cominciare da quelle del 1600 per arrivare all'olocausto sotto la dittatura nazista. L'esposizione è completata anche da oggettistica in rame e ferro, abbigliamento e sartoria romaní, proiezione di video, documentari e diapositive.
per visitare il sito clikkare sul link sottostante
Le proposte artistiche di Alexian per l'estate 2005
Novità assoluta Alexian e il suo Gruppo Presentano
Romano Etno-Jazz Quando la musica, i canti e le liriche dei Rom Incontrano il Jazz Nel repertorio un omaggio a Django Reinhardt
So me sinom Tour Un percorso musicale e canoro nella lingua romaní (zingara) dei Rom abruzzesi per un viaggio ideale attraverso l'intimità di un’arte assolutamente originale.
Jazz alla Fioreria 2009 presenta Giovedì 23 aprile 2009 ore 22.00 presso il
Fiore di Desna - Reggio Calabria Morarescu & Martini Manouche quartet. Django
Reinhardt, grandissimo chitarrista e compositore francese attivo negli anni
’30-’40-’50, è stato il più importante esponente del cosiddetto jazz manouche,
nato dalla fusione dello swing d’America e sonorità e virtuosismi della musica
degli zingari "manouche" insediatisi in Francia, Belgio, provenienti dall’Europa
dell’est.
Tra i tanti musicisti contemporanei che perpetuano questo stile, il
violinista rumeno Rares Morarescu ed il chitarrista Jacopo Martini sono
considerati due figure di primo piano, noti per la loro tecnica vertiginosa che
da anni fa infuocare il pubblico presente ai loro concerti.
Morarescu nato a Bucarest, città multietnica ricchissima di stimoli artistici
e musicali, studia violino classico dall'età di 5 anni ma da sempre è
incuriosito dalla travolgente musica e dal pathos dei tzigani di cui era pieno
il suo quartiere. A 15 anni è stato assunto dal famoso Taraf "Cununa Carpatzilor"
di Bucarest con il quale ha girato il mondo per 10 anni. Parallelamente ha
collaborato con l'orchestra popolare di Stato della Radio Televisione Rumena.
Innumerevole le collaborazioni con i Manomanouche, Les Manuages, Dario Pinelli,
Alma Gitane, Manouche Club Sikane, Gero Pitanza e tanti altri musicisti jazz.
Jacopo Martini nel 2000 durante un viaggio in Francia s'innamora della musica
Manouche, apprendendo lo stile direttamente dai chitarristi zingari dell'aria
nord francese Matcho Winterstein e Angelo Debarre. Ad oggi Jacopo Martini ha
collaborato con i maggiori esponenti del jazz italiano ed estero quali:
Gianluigi Trovesi, Erico Rava, Fabrizio Bosso, Lee Konitz, Tony Scott ,Tiziana
ghiglioni, Antonello Salis. Ha registrazioni e dirette in programmi Radiofonici
RAI il Terzo Anello, Fahrenheit.
E' stato ospite in prestigiosi festival, come, il festival internazionale Django
Reinhardt di Torino, Expo 2004 di Genova, Festival Jazz Di Nancy (Francia) ecc,
ecc
La pasta: - 350 gr di farina - 1 cucchiaio di olio di oliva - 1/8 l di acqua tiepida - 1 pizzico di sale
La farcitura: - 600 gr di spinaci bolliti tritati - 200 gr di panna fresca - 2 cipolle sminuzzate - 1 spicchio d'aglio pestato - sale e pepe
Impastare la farina, l'olio, il sale e l'acqua per formare una pasta molle. Spalmare con l'aiuto di un pennello dell'olio d'oliva sulla pasta e ricoprirla con uno strofinaccio. Lasciare riposare per mezz'ora. Fare rosolare le cipolle e l'aglio in una padella, e aggiungervi gli spinaci con sale e pepe. Aggiungere la panna fresca e un po' di farina in modo che l'impasto non diventi troppo liquido. Tagliare la pasta in 8 o 10 pezzi. Stendere ciascun pezzo di pasta in strati molto sottili, quasi trasparenti. Imburrare il fondo di una teglia da crostata e stendervi uno strato di pasta, più uno di spinaci, più uno di pasta e così via. Nella parte superiore stendere due strati di pasta per una migliore tenuta. Fare cuocere il Burek nel forno preriscaldato per 30 minuti a 180-200°. Un altro modo per realizzare il Burek consiste nel mettere la farcitura di spinaci in ognuno dei pezzi di pasta, arrotolarli a forma di lumaca e disporli nella teglia con il resto degli spinaci sparsi tra i piccoli Burek. Anche in questo caso fare cuocere per una trentina di minuti.
La cipolla tritata con la carota a julienne (ed eventualmente altre verdure in modo da creare un soffritto, va a gusti) si fa sciogliere con 100 ml di acqua e 100 ml di olio a fuoco basso, deve bollire, non si deve rosolare.
Si fa raffreddare. Si fa bollire il riso per 10 minuti e poi si risciacqua con l’acqua fredda. Quando è tutto freddo si mescola con la carne, l’uovo, il semolino e il concentrato di pomodoro. Si aggiunge sale e pepe q.b. Si lascia riposare il composto per mezz’ora.
Le foglie del cavolo si lavano e poi si sbollentano nell’acqua alla quale si è aggiunto il succo del limone e un cucchiaio grande di sale. Quando le foglie di cavolo sono fredde si possono fare gli involtini. (Si può fare in estate anche con foglie di vite, bisogna allora farle sbollentare di meno perché sono meno dure).
Si mette la foglia nel palmo della mano, si adagia un cucchiaio di composto e si arrotola dopo di che si spingono in dentro le due estremità in modo da chiudere bene l’involtino. Sul fondo della pentola si mettono 2 cucchiai di olio e un strato di cavolo tagliato a listarelle (perché così non si attaccano) e poi si cominciano e mettere gli involtini a strati.
Quando sono state messe tutte si aggiunge acqua fredda fino quasi a coprirle e si fa cuocere a fuoco basso da quando comincia a bollire per un’ora e mezza. Poi si aggiunge un bicchiere di vino bianco e si fa ancora cuocere un quarto d’ora. Non bisogna mai mescolare perché se no si disfanno e viene una poltiglia. Bisogna solo ogni tanto smuovere bene la pentola soprattutto quando l’acqua sta per consumarsi tutta.
Polneti Piperki
Ho chiesto ad alcuni amici provenienti dalla ex Yugoslavia quale fosse il loro piatto preferito. Inutile dire che si sono divisi in varie fazioni anche su questo argomento. Alla fine della discussione, per una volta abbiamo raggiunto un accordo:
- 8 peperoni medi verdi - 2 peperoni piccoli verdi tagliati a pezzettini - 150 gr di burro - 4 cipolle piccole, tagliate fini - aglio macinato, 2 chiodi di garofano - 1 barattolo di passata di pomodoro - sale e pepe - 500 grammi di prosciutto affumicato - 2 uova - 500 gr di pan grattato
Tagliare gli 8 peperoni secondo le nervature, lavarli e rimuovere i semi. Scottarli in acqua salata per 5 minuti e poi scolarli. In un tegame a parte, sciogliere il burro, aggiungere le cipolle tagliate fini, l'aglio, e il sale. Quando sono dorati, porre nel tegame la passata di pomodoro, il prosciutto, i 2 peperoni piccoli tagliati fini e i chiodi di garofano. Dopo 15 minuti, togliere dal fuoco e mescolare con le uova e il pan grattato. Riempire i peperoni tagliati, e ricoprire col resto del pan grattato. Mettere in forno a 250° per 25 minuti e fare brunire la parte superiore.
Non so se siate cattolici, ortodossi o musulmani (o evangelici), quindi sul bere decidete voi e non scateniamo altre guerre.
Comunicazione di servizio per milanesi e dintorni:
Veglione di capodanno al campo
*****
Musica, balli, fuochi per una serata che ricorderete. Contattatemi per informazioni o partecipare
Soundtrack:
Per una volta, abbandoniamo la musica balcanica, per promuovere nuovi suoni:
«La nuova musica jazz. Quella della contaminazioni contemporanee». È questo il
punto di partenza di Incroci sonori... nessuna paura, il festival curata da
Luciano Vanni, giunto al suo secondo anno di vita, al via domani sera (ore 21)
al Teatro Dal Verme.
Per l'attesa première, la scelta è caduta sul quotato Trio Rosenberg. Alla testa
della formazione in arrivo dall'Olanda c'è l'instancabile Stochelo Rosenberg,
icona vivente della chitarra acustica nello stile "gipsy jazz".
Il suo è uno stile inconfondibile ed è figlio tanto della musica di Django
Reinhardt quanto dal linguaggio della tradizione nomade. E non a caso. Stochelo,
il fratello Mozes e il cugino Dani Van Mullen sono tutti e tre zingari di etnia
sinti.
«La musica di rom e sinti è considerata solo come fenomeno folcloristico -
argomenta Stochelo Rosenberg -. Non si raccontano però le radici storiche della
nostra cultura musicale. Faccio solo un esempio. Il pianoforte è stato inventato
da un italiano. Ma niente si inventa dal niente. Così il pianoforte è lo
sviluppo di uno strumento precedente, il clavicembalo. E il clavicembalo, a sua
volta, è una derivazione del cymbalom, che era uno strumento della musica rom».
Gli altri quattro ospiti di Incroci sonori... nessuna paura ? Il raffinato trio
del pianista belga Eric Legnini (mercoledì 7); gli improvvisatori polacchi Pink
Freud Trio (lunedì 12); i Gaia Cuatro, insolito quartetto di cui fanno parte due
dei migliori musicisti della scena jazz giapponese (la violinista Aska Kaneko e
il percussionista Tomohiro Yahiro) e altrettanti esponenti della colonia
argentina in Europa (il pianista Gerardo Di Giusto e il contrabbassista Carlos
Buschini), dal vivo lunedì 19; e il quartetto di Kurt Rosenwinkel (mercoledì
21), tra i capofila di quel gruppo eterogeneo di giovani chitarristi americani
che sta mantenendo vivo l'interesse per il linguaggio della chitarra elettrica,
dopo la feconda stagione dei vari Metheny, Scofield, Frisell e Ribot.
Incroci sonori... nessuna paura
Teatro Dal Verme, via San Giovanni sul Muro 2, da domani sera, ore 21, info
02-87905, ingresso singolo 10 euro, abbonamento a cinque concerti 30 euro
Di Fabrizio (del 12/07/2008 @ 11:35:51 in Italia, visitato 1904 volte)
VAKRIBEN* !
Giornata Rom all'insegna del dialogo interculturale in Europa
Università La Sapienza, P.le Aldo Moro, Roma – 17 Luglio 2008
17.30 TAVOLA ROTONDA Rom, sinti e camminanti: dall'esclusione all'integrazione
europea
[Aula Amaldi, Dipartimento di Fisica]
Saluti:
Renato GUARINI, Rettore Università La Sapienza
Pier Virgilio DASTOLI, Direttore Rappresentanza in Italia della
Commissione europea
Introduzioni:
Commissione europea: Joachim OTT, Unità Azioni contro le
Discriminazioni, DG Occupazione, affari sociali e pari opportunità
Parlamento europeo: Roberta ANGELILLI (UEN), Marco CAPPATO
(ALDE), Monica FRASSONI (VERDI), Viktoria MOHACSI (ALDE) Onu: Marta GUGLIELMETTI, Referente Italia Campagna del Millennio
Testimonianze:
Roberta CIPOLLINI, Docente Facoltà di Sociologia, Università La Sapienza
Umiza HALILOVIC, Portavoce Villaggio Rom di Monte Mario
Mirko GRGA, Gruppo di lavoro CILAP/EAPN Italia partecipazione persone e
povertà
Alexian Santino SPINELLI, Rappresentante per l'Italia dello European Roma
and Travellers' Forum e Docente di Lingua e Cultura Romanì all'Università di
Trieste
Pino PETRUZZELLI, Regista e attore, autore del libro "Non chiamarmi
zingaro"
Sergio GIOVAGNOLI, Presidente ARCI Solidarietà Lazio ONLUS
Carlo DE ANGELIS, Presidente Coordinamento Nazionale Comunità di
Accoglienza (CNCA) Lazio
Modera il dibattito Angela MANGANARO, Giornalista Sole 24Ore
19.30 Buffet
21.00 Serata di cinema, musica e poesie [Piazzale della Minerva, Università La Sapienza]
Proiezione del cortometraggio: "Treni strettamente riservati", realizzato
da Fandango Film per l'Ufficio per l'Italia del Parlamento europeo. Presenterà
il cortometraggio l'autore e regista Emanuele Scaringi
HOT CLUB DE ZAZZ, formazione musicale dedicata al musicista jazz Django
Reinhardt Lettura poesie Romanì da Alexian Santino SPINELLI MUSICANTI RUDARI musica tradizionale e moderna di area balcanica ALEXIAN GROUP musica romanì di diverse regioni del mondo
Una delegazione della Commissione europea e del Parlamento europeo visiterà
venerdì 18 i campi Rom Salone, Casilino 900, Candoni e Martora
In collaborazione con: Sapienza – Università di Roma – Parlamento europeo Ufficio per l'Italia –
EAPN Arci Solidarietà – Ermes Cooperativa sociale Onlus -CNCA
L’Orchestra Sinfonica Abruzzese e l’Alexian Group di Alexian Santino
Spinelli eseguiranno due concerti di solidarietà per l’Abruzzo.
I concerti avranno luogo il 13 Novembre a Roma presso il Tempio
Valdese di Piazza Cavour alle ore 18,00 e a Lanciano (in
Abruzzo prov. Chieti) presso il Teatro Fedele Fenaroli il 14 Novembre
alle ore 21.
I concerti sono stati organizzati grazie al contributo delle seguenti
associazioni e istituzioni: Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia –FCEI
e Tavola Valdese, l’Associazione nazionale Thèm Romanò di Lanciano (Ch), la Ut
Orpheus Edizioni di Bologna, la Cooperativa ERMES di Roma, l’Arci Solidarietà di
Roma, la Fondazione Casa della Carità di Milano, l’Associazione Altrevie di
Roma, la Compagnia Nuove Indie di Roma, l’Associazione Piemonte-Grecia Santorre
di Santarosa di Torino, la Deputazione Fedele Fenaroli del Comune di Lanciano,
la Federazione Romanì di Roma, la rivista Confronti DIALOG-ARTI di Roma.
I due eventi sono stati inoltre promosse da decine di radio e dalle riviste
Focus di Milano e Intercity di Pescara.
I concerti avranno il titolo di "Romano Drom" La lunga strada dei Rom e
rappresentano un evento artistico unico e originale in cui sarà proposta musica
Rom con canti in lingua Romanì composti da Alexian Santino Spinelli, un Rom
Abruzzese profondamente legato alla sua terra. I Rom Abruzzesi, cittadini
italiani, sono presenti in Abruzzo da oltre sei secoli e sono vicine alle
famiglie Aquilane duramente colpite dal terremoto. I concerti saranno introdotti
da Roberto De Caro presidente della casa editrice musicale Ut Orpheus che ha
pubblicato le musiche che saranno eseguite.
Fin dal Rinascimento i Rom girando di piazza in piazza e di castello in castello
hanno influenzato i musicisti colti apportando novità ritmiche e musicali oltre
che strumentali. Ma è soprattutto in epoca Romantica, nel momento in cui si
affermano i concetti di nazione, radici culturali, folklore locale, libertà etc.
che i grandi compositori come Listz, Brahms, Schubert e più tardi Dvorak,
Mussoskj, Ravel, Debussy, Bartok, Stravinskj, oggi Goran Bregovic hanno attinto
a piene mani dalla tradizione musicale romanì, per la prima volta – in questo
evento con la Sinfonica Abruzzese - la musica romanì non sarà assorbita dalla
musica classica, ma al contrario l’orchestra sinfonica accompagnerà e si
integrerà nella musica romanì.
Il concerto è un viaggio artistico-culturale in cui vengono rievocate attraverso
i suoni, le parole e i colori, le radici profonde di un popolo millenario
caratterizzato dalle prismatiche sfumature e dalle intensissime emozioni.
Un viaggio nell’intimità della storia e della cultura di un popolo trasnazionale.
Le musiche proposte in cui si rintracciano gli echi del passato sono quelle
dell’ambito familiare che i Rom suonano per tramandarsi, per comunicare e per
restare uniti. I canti sono memorie mai scritte in cui si custodiscono valori
etici, filosofici e linguistici di un popolo dalle molteplici espressioni.
L’Europa, mosaico culturale, è anche un mosaico musicale e ogni popolo è custode
di ritmi e di stili che si sono rinnovati attraverso i secoli.
A questo ricco mosaico culturale europeo anche i Rom, originari dell’India del
Nord, hanno dato il loro apporto, con colori e forme distinti.
In molti paesi la cultura romanì è entrata a far parte del folklore locale,
spesso il folklore di quei paesi si identifica con la cultura o l’arte romanì:
il flamenco in Spagna, i violinisti ungheresi, i cymbalisti romeni, la musica in
Russia e nei Paesi della ex Jugoslavia. Alcuni generi musicali derivano dai Rom
come la Czardas e Verbunkos, ma anche tanta musica balcanica oltre che il jazz
manouches, che è il vero jazz europeo, il cui precursore è stato il leggendario
manouche Django Reinhardt.
L'Eurotour di Alexian tocca l'Abruzzo con un concerto all'Aquila e la presentazione del suo nuovo lavoro discografico in Prima Nazionale a Sulmona
All'Aquila il 21 Luglio prossimo presso il Parco della Transumanza (Complesso Collemaggio) alle ore 21,30 Alexian Santino Spinelli ed il suo gruppo si esibiranno in concerto. L'evento è inserito nel progetto "Differenti identità" percorsi di conoscenza della Cultura Romanì promosso dalla Presidenza della Provincia dell'Aquila e dall'Assessore alla promozione sociale la Dott.ssa Teresa Nannarone.
L'evento prevede la realizzazione di 4 settimane culturali rom all'Aquila, a Sulmona, a Castel Di Sangro e ad Avezzano nel corso delle quali sarà possibile visitare un'esposizione sull'arte, la storia e la cultura dei Rom in Italia e la ricostruzione di un accampamento rom dell'inizio del '900 ed assistere ad un concerto di Alexian Santino Spinelli ed il suo gruppo (vedi programma dettagliato http://www.alexian.it/programmadifferenti.jpg).
A Sulmona (AQ) il 28 Luglio prossimo nel cortile interno della Santissima Annunziata alle ore 21,00 ci sarà la presentazione in prima nazionale del nuovo lavoro discografico di Alexian Santino SpinelliIl nuovo lavoro discografico del’eclettico artista abruzzese è un doppio Cd dal titolo Andre Miro Romano Gi: Viaggio nella mia anima Rom è stato realizzato dall'Associazione Thèm Romanò ONLUS e dalla Romani Union Internazionale con il patrocinio dell'Assessorato alla promozione Sociale della Provincia dell'Aquila.
I due CD che compongono Andrè Miro Romano Gi sono rappresentabili come un viaggio millenario, profondo nelle culture dei Rom, nella loro stratificazione, nel loro autorappresentarsi e nello svelarsi a chi li ascolta. Sono le diverse ramificazioni, gli stili delle aree musicali romanì che scaturiscono dall’incontro del Popolo Rom con i patrimoni etnofonici: dal subcontinente indiano all’Anatolia, dai Balcani al Nord-Africa, dall’Europa centro-orientale alle sponde mediterranee, dall’Europa settentrionale fino all’America latina.
Questa volta Alexian non esprime solo quello che lui definisce il “terzo livello” della musicalità romanì, espressività intima e familiare dell’essere e dell’esserci nel mondo, ma omaggia autori gagé che hanno saputo cogliere appieno lo spirito romanés. Ecco allora la poesia cantata della magnifica Khorakhan é di Fabrizio De André e Ivano Fossati, che viene riletta da Alexian in chiave del tutto personale. Nel secondo CD prevale l’impronta del jazz che, peraltro, ha fin dagli inizi fatto parte del retroterra musicale di Spinelli. Le liriche possiedono una significativa pregnanza letteraria ed una forte connotazione esistenziale: descrivono eventi del presente, rievocano storie familiari dei Rom italiani, nella cui lingua si esprime Spinelli, cantano la romanipé, l’identità romanì.
Non poteva mancare il tributo al geniale chitarrista manouche francobelga Django Reinhardt, con una interpretazione del suo tema più impressionista. Andrè Miro Romano Gi è un lavoro curato che ci porta per mano nelle intricatissime vicende di un popolo. Si assapora come un emozionante racconto di viaggio nel passato e nel presente, ma è soprattutto percorso di conoscenza e riconoscimento. per maggior informazioni http://www.alexian.it/andremiririmanogi.html
Alexian Santino Spinelli dal 2002 è docente di “Lingua e Cultura Romaní” all’Università di Trieste, la Iru (International Romanì Union, organismo non governativo riconosciuto dall’Onu che rappresenta i Rom di tutto il mondo) lo ha nominato di recente “ambasciatore dell’arte e della cultura romanì nel mondo”. Dal 30 Marzo è l’unico Rom al mondo con 2 lauree, una in Lingue e l’altra in Musicologia entrambe conseguite all’Università di Bologna, é musicista-compositore di fama internazionale.
E' on line il nuovo sito di Alexian Santino Spinelli, potete visitarlo clikkando sul link http://www.alexian.it
COMUNICATO STAMPA
VINCOLI SONORI - klezmer & gypsy music Festival
XIII edizione
Pinerolo
31 luglio - 3 agosto 2008
"Vincoli Sonori" è la rassegna musicale giunta alla tredicesima edizione,
promossa e organizzata a Pinerolo da Sferaculture.
Quest'anno sul palco di "Vincoli Sonori" salirà ancora una volta il meglio
del sound klezmer e gypsy, con gruppi provenienti da Romania, Macedonia,
Francia e Italia: gli ACQUARAGIA DROM, con il loro stile zingaro italiano (venerdi
31 luglio), la PICIKATO BRASS BAND, banda di ottoni vera rivelazione della
stagione (venerdì 1 agosto), ERIKA SERRE & LE FREYLEKH TRIO (sabato 2 agosto),
che uniscono le melodie klezmer al virtuosismo del canto tzigano.
Nella loro unica data italiana chiuderanno domenica 3 agosto i mitici e
straordinari TARAF DE HAIDOUKS, ensemble che ha scritto pagine memorabili della
gypsy music contemporanea.
Accanto a loro,in Piazza Verdi, si esibiranno, per il consolidato tributo
della kermesse a Django Reinhardt, NIGLOSWING e STRINGOLOGY e poi ancora il
giovane approccio klezmer dei BUBE SAPRAVIE ed i canti rom dei BALVAL.
L'impianto dei quattro giorni prevede come di consueto un concerto alle 18.00
nella suggestiva Piazza Verdi ad ingresso libero, e uno alle 21.30 nel rinnovato
Teatro Sociale (P.za V. Veneto, 24) con un biglietto di ingresso di 5 euro.
Giovedì 31 luglio
ore 18.00 > Piazza Verdi > NIGLOSWING
ore 21.30 > Teatro Sociale > ACQUARAGIA DROM
Venerdì 1 agosto
ore 18.00 > Piazza Verdi > BUBE SAPRÀVIE
ore 21.30 > Teatro Sociale > PICIKATO BRASS BAND
S
abato 2 agosto
ore 18.00 > Piazza Verdi > BALVAL
ore 21.30 > Teatro Sociale > ERIKA SERRE & LE FREYLEKH TRIO
Domenica 3 agosto
ore 18.00 > Piazza Verdi > STRINGOLOGY
ore 21.30 > Teatro Sociale > TARAF DE HAIDOUKS
Istituzione Deputazione Teatro Comunale Fedele Fenaroli
13 edizione Festival
Alexian & international friends
OMAGGIO AD ANGELO DI MENNO DI BUCCHIANICO
VENERDì 8 Dicembre 2006
a LANCIANO (CH) presso il Teatro Fedele Fenaroli ore 21,00 (si trova dietro il municipio nella Piazza Centrale della Città)
Alexian Group
Presentazione del nuovo doppio CD “Andre Miro Romano gi”
Francesco Baccini
Fabio Neri Direttore d’Orchestra
Linda
Antonio Febrer (chitarra flamenca) Dorina Di Marco (danza) Aoud di Lucio Pozone (musica mediterranea) Alexian Music School Boys (omaggio a Django Reinhardt) Nico Arcieri (pianoforte) Silvia Faugno (soprano) Cristiana Arena (pianoforte) Adolfo De Cecco (musica d’autore) Sageer Khan (sitar)
presentano
Lorena Bianchetti conduttrice di Domenica In ... (RAI UNO)
Gianni De Berardinis autore e conduttore televisivo
L'Umbria Jazz Winter (edizione invernale dell'Umbria Jazz Festival) ha deciso di celebrare la figura del chitarrista sinto Django Reinhardt. Un genio. Il chitarrista Django Reinhardt (1910-1953), è stato il sinto più famoso del Novecento. E’ stato il musicista simbolo per la generazione degli zazou, i talebani dello swing, gli intellettuali parigini che si riunivano come carboneria nelle cave,...
A Puces de Saint-Ouen, la signora Rouillon, sindaca della città, invitava oggi all'inaugurazione del posto Django Reinhardt. Il grande Django suonava regolarmente in questa zona, ed un festival di jazz vi ha luogo tutti gli anni.
Ma Saint-Ouen, è anche la città che espelle i Rroms che vi hanno trovato un tetto, in particolare in un edificio abbandonato dell'EDF. La Sig.ra sindaca, che ha tenuto oggi questo discorso d'apertura, di diversità, di mixité sociale ecc., è la stesso che rifiuta le domande d'istruzione dei bambini rroms. Le famiglie che si sono installate in via Ardoin, nella zona dei bacini, hanno ricevuto la notifica della loro espulsione per lunedì 25 giugno. EDF, proprietaria dei luoghi occupati, aveva chiesto alla sindaca di organizzare una tavola rotonda con la prefettura per trovare una soluzione agli occupanti prima dell'applicazione della decisione d'espulsione. Silenzio radiofonico del lato del comune. I Rroms si sono riuniti giovedì scorso, ma le porte in ferro della sindaca si sono chiuse immediatamente. È il dialogo come concepito dalla Sig.ra sindaca, almeno oltre ai suoi interventi pubblici.
E mentre la cerimonia d'inaugurazione si svolgeva, ecco di fronte alla Sig.ra sindaca i bambini che rifiuta scolarizzare; venuti con animatori dell'associazione Parada, che organizza con loro diverse attività.
Lunedì mattina, questi bambini perderanno forse anche i seminari dell'associazione Parada, se l'espulsione ha luogo e le famiglie si disperderanno a destra ed a sinistra.
Si può lasciare fare?
A quando?
Ecco l'opuscolo che è stato diffuso oggi a Puces de Saint-Ouen:
SAINT-OUEN SIA REALMENTE UMANA ED INTERDIPENDENTE!
NO all'espulsione senza soluzione di rialloggiamento delle famiglie dI via Ardoin!
Siamo un certo numero di famiglie, per la maggior parte rroms, che abitiamo nella zona bacini, via Ardoin. Da alcuni mesi, il nostro luogo di vita è minacciato d'espulsione. Una decisione d'espulsione è stata resa infatti, in particolare a causa di "disordini di vicinanza", disordini inesistenti nei fatti, poiché non abbiamo vicini. Dopo alcuni mesi di calma, abbiamo ricevuto una notifica dell'espulsione che dovrebbe intervenire il lunedì 25 giugno. La sindaca di Saint-Ouen è restata muta dinanzi alla proposta di una tavola rotonda fatta dalla EDF, proprietaria dei luoghi, tavola rotonda alla quale parteciperebbe anche la prefettura. Ha fatto anche l'orecchio di mercante davanti le nostre domande d'istruzione dei nostri bambini, mentre secondo gli insegnanti di Saint-Ouen ci sarebbero 15 posti liberi nel CLIN, classi d'accoglienza per gli allievi non francofoni.
Riconosciamo anche gli sforzi dei servizi della sindaca, ma questi restano minuscoli: casse mobili di rifiuti sono state messe a nostra disposizione ed a volte abbiamo ricevuto abiti. Certamente, ciò ci ha permesso di rispettare meglio il nostro luogo di vita e la città, ma è sufficiente?
Non chiediamo la carità, ma il rispetto della nostra dignità umana. Se l'espulsione venisse ad avere luogo, ci troveremmo nella via con i nostri figli, le nostre persone anziane, i nostri malati... Di conseguenza, chiediamo:
1 Che nessun'applicazione della decisione d'espulsione intervenga senza che una soluzione sia trovata per il nostro rialloggiamento 2 Che la sindaca accetti le domande d'iscrizione dei nostri bambini nelle scuole di Saint-Ouen 3 Che la sindaca chieda luna tavola rotonda con tutti i servizi interessati, per trovare soluzioni durature di rialloggiamento e d'inserimento delle nostre famiglie
Attendiamo dunque una risposta a queste domande e l'apertura di un dialogo con la sindaca, poiché delle soluzioni sono possibili. Ciò che ha funzionato a Saint-Denis, Aubervilliers ed altre città della regione parigina, dovrebbe potere funzionare anche da noi, a Saint-Ouen, città umana ed interdipendente.
Le famiglie della via Ardoin ed i loro sostenitori
I tifosi avversari lo chiamano così, pensando di insultarlo. Viene da una
famiglia che lavora i metalli secondo la tradizione Rom. E che nel tempo ha
creato un piccolo impero siderurgico. A cui anche lui si dedica appena esce dal
campo
(14 maggio 2012) "Andrea Pirlo resterà con noi e finirà la sua carriera al
Milan", disse Silvio Berlusconi nell'agosto 2009. Un impegno concreto, uno dei
tanti. Due anni dopo, il centrocampista italiano più forte dell'ultimo decennio
- non è un giudizio, è un'evidenza - è stato ceduto alla Juventus. A Torino è
stato decisivo per uno scudetto che chiude il periodo infernale per la Juve,
condannata per Calciopoli, privata del titolo del 2005 e del 2006, retrocessa in
serie B e reduce da due settimi posti indegni della tradizione gobba.
Un autogol di mercato così clamoroso non si vedeva dal 2001, quando l'Inter di
Massimo Moratti cedette al Milan il centrocampista italiano più forte del
decennio a venire. Cioè, sempre Pirlo. L'estate scorsa a Milanello dicevano che
il regista di Flero (Brescia) era vecchio, che era rotto e che costava caro. Non
più caro, rotto e vecchio di tanti altri rossoneri, come si è potuto notare. Di
sicuro, più orgoglioso di molti compagni e per ragioni che vanno oltre le righe
di un campo di calcio.
L'uomo chiave dello scudetto juventino non è solo un grande giocatore. E' anche
un industriale siderurgico di etnia politicamente scorretta e sospette simpatie
progressiste. Così, quando Adriano Galliani gli ha chiesto di ridursi lo
stipendio a 2 milioni di euro netti, Andrea metallurgico ferito nell'onore ha
fatto il borsone ed è partito alla volta dello Juventus stadium, dove un altro
Andrea, di cognome Agnelli, gli ha offerto il doppio dell'ingaggio: 4 milioni
netti più bonus legati ai risultati. Risultati che sono arrivati subito, prima
ancora di quanto lo stesso Agnelli pensasse. Tra industriali ci si intende,
fatte salve le proporzioni.
Il gruppo Pirlo è composto da una mezza dozzina di aziende tra Flero e Castel
Mella, dove inizia la Bassa bresciana, terra piatta e nebbiosa molto diversa
dalle valli dei tondinari a nord della città. La capogruppo, guidata dal padre
Luigi, si chiama Elg steel e, nell'insieme, tiene piuttosto bene in tempi di
recessione. I ricavi dalla produzione di tubi tondi e quadrati sono passati dai
41 milioni del 2004 ai 63 del 2010 con un picco di 72 milioni nel 2008. I
bilanci sono in equilibrio e le spese per il personale si aggirano intorno ai 4
milioni di euro, la metà di quello che la Juventus spende, a costi aziendali,
per il solo centrocampista con la maglia 21, stesso numero che porta in
Nazionale.
Nella società fondata dal padre trent'anni fa, Andrea ha una piccola quota
attraverso la sua holding personale Ap 10. Poteva limitarsi a quello e agli
investimenti in immobiliare che fanno tutti i calciatori. Che fa anche lui, del
resto. E che fa bene. Il patrimonio di Ap 10 supera i 15 milioni di euro, in
larga parte edifici a Brescia, una villa a Forte dei Marmi, un appartamento in
via Moscova a Milano e un intero edificio acquistato a marzo del 2011
nell'altrettanto pregiato corso Magenta al civico 10. Non poteva mancare
l'azienda vitivinicola, la Pratum Coller sempre nella bassa bresciana, dove
Pirlo si esibisce con uve marzemino, sangiovese e trebbiano messe in botte nelle
cantine di una cascina medievale.
Ma l'amore per la siderurgia è una passione fisica dominante. Non c'è altro modo
per spiegare quello che passa per la testa di un tizio che il 23 maggio 2007
vince la finale di Champions league contro il Liverpool ad Atene e meno di
quarantotto ore dopo, il 25 maggio 2007, sì e no il tempo di tornare dalla
Grecia, fonda a Brescia la Fidbon che di mestiere fucina, imbutisce (sic),
stampa e profila metalli per circa 3 milioni di euro di ricavi annuali.
La ragione profonda di questo attaccamento va al di là di una logica di
investimenti diversificati ed è legata alle origini della famiglia del
calciatore che, dal lato paterno, avrebbe discendenza sinti, una delle etnie
romanì, la stessa del chitarrista jazz Django Reinhardt. Il commercio e la
lavorazione dei metalli è uno dei mestieri tradizionali delle comunità romanì.
Negli stadi li chiamano zingari e, di solito, la definizione è seguita da
apprezzamenti razzisti. Il giocatore non ha mai voluto commentare la questione,
alquanto problematica in un ambiente dove ancora si lanciano le banane ai
giocatori africani e alcune curve espongono simboli nazifascisti. Senza
dimenticare il sindaco di Chieti che, lo scorso marzo, ha definito con disprezzo
"mezzo rom" l'allenatore boemo
Federazione Rom&Sinti Insieme
Associazione Upre Roma COMUNICATO STAMPA
L'arte unisce, il pregiudizio divide
Concerto conclusivo della campagna "DOSTA!" a Milano Giovedì 9 dicembre Auditorium San Fedele
Giovedì 9 dicembre alle ore 21 all'Auditorium San Fedele, in via Hoepli 3/b la
campagna "Dosta!" di Milano si conclude con il concerto organizzato dalla
Federazione Rom&Sinti insieme e l'Associazione UPRE ROMA in collaborazione con
la Fondazione Fabrizio De André e Radio Popolare.
La campagna "DOSTA!" ("basta" in lingua romanes) promossa dalla Comunità
europea è coordinata e finanziata dall'UNAR (Ufficio Nazionale
Antidiscriminazioni Razziali) in collaborazione con il Consiglio d'Europa e con
le principali federazioni rom e sinte per promuovere in Italia una maggiore
conoscenza della cultura dei Rom e dei Sinti, la più grande minoranza etnica
d'Europa, e per sconfiggere con la conoscenza gli stereotipi che hanno sempre
accompagnato questo popolo.
Il concerto si aprirà con un omaggio a Django Reinhardt, in occasione
del centenario della sua nascita. Il grande musicista manouche che influenzò la
musica jazz con le sue composizioni e il suo grande virtuosismo verrà celebrato
dalla Delirium Jazz Band.
A seguire artisti rom incroceranno le loro voci e i loro strumenti con
artisti gagi, creando originali ed insolite band promiscue: Tonino Carotone e la Banda del villaggio solidale
i Perturbazione e il maestro George Moldoveanu e il suo violino
la Banda Osiris e i Muzikanti di Balval, con il maestro Jovica
Jovic alla fisarmonica e le danze di Melissa Mattiussi.
Nel corso del concerto si alterneranno immagini e testi con Dijana
Pavlovic, Alessio Lega e ospiti a sorpresa
La serata sarà condotto da Davide Facchini di Radio Popolare.
In questa occasione la Federazione Rom&Sinti insieme e l'associazione UPRE
ROMA ringraziano la Fondazione Culturale San Fedele, la Casa della Cultura, la
Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, la Fondazione Fabrizio De André per il
contributo e il sostegno dato a tutta la campagna milanese.
Venerdì 7 novembre 2008 - alle 21.45 Locanda Atlantide, via Lucani 22, san Lorenzo ROMA
Concerto gitano di musica rom, gypsy e, manouche
Czarde e canti tzigani, macedoni, bulgari ed internazionali.
Sirbe, turceasche, hore. Sonorità rom e balcaniche
Cristina Barzi, voce Marian Serban, cymbalon Albert Florian Mihai, fisarmonica Sandu “Sandokhan” Gruia, contrabbasso a tre corde Luca Pagliani, chitarra
GUESTS: Marian Balog, voce Augusto Creni, Pepe di Cicco e Francesco di Cicco, chitarre manouche.
Il progetto musicale di Officina Nomade e Gypsyliana (Cristina
Barzi), ha come obiettivo la sperimentazione di diverse sonorità appartenenti
alla storia contemporanea di una metropoli italiana come Roma.
Albert Florian Mihai, Marian Serban, Sandokhan Gruia e Marian
Balog come ospite, sono i migliori musicisti Rom che possiamo trovare
attualmente in Italia e provengono dalle regioni dell'est europeo,
(Romania e Slovakia).
Il trio Creni di Cicco è formato da tre indiavolate chitarre manouche suonate da
Augusto Creni, Pepe di Cicco e Frncesco di Cicco, bravi musicisti romani che da
anni interpretano con energia ed eleganza, propria dello swing manouche, il
favoloso gypsy jazz di Django Reinhardt.
A seguire selezioni musicali Dj Resident
Proseguono gli eventi nell'ambito del progetto "Vite di Quartiere – Sguardi
inconsueti sulla periferia di Modena". Sabato 25 Giugno presso Parco della
Repubblica - via Salvo d'Acquisto – Artegenti e Amici di via Django presentano
"Vento in scatole" di Roberta De Piccoli, Daniela Bazzani, Annabella Ferrin,
Riccardo Giacobazzi – da un'interazione con la Comunità Sinti (microarea di via
Django) di Modena.
In caso di mal tempo la manifestazione si svolgerà presso la Polisportiva G.
Pini, via Pio la Torre, 61 – Modena
ore 18,30 – Conferenza dibattito: La documentazione artistica come strumento di
conoscenza, consapevolezza e integrazione.
Un esempio: la comunità sinti come soggetto d'indagine nel contesto cittadino.
Allarghiamo i confini e facciamo il punto sulle esperienze e i risultati
raggiunti in realtà geografiche vicine (Modena, Bologna, Reggio Emilia,
Mantova). Francesca Maletti, Assessore alle politiche sociali del Comune di
Modena; Loris Bertacchini, Presidente della Circoscrizione 3 del Comune di
Modena; Mario Rebeschini, Come ho attraversato la Spagna con i ragazzi sinti e
rom di Bologna (testimonianza e letture); Stefano Cattini, M.E.Z. Sinti italiani
e conversione all'evangelismo pentecostale: un rafforzamento dell'identità?
Carlo Berini, Progettare è istituzionalizzare: Sucar Drom e l'Istituto di
Cultura Sinta di Mantova; Roberta De Piccoli, Abito a Modena o Vivo a Modena? Le
curiosità, le timidezze d'approccio e gli approfondimenti di quattro artisti non
professionisti che hanno deciso di interagire con gli abitanti di una microarea
sinti della città; Simonetta Malinverno, Conosciamoci meglio! Il desiderio di
incontro è più forte della paura, Associazione "Amici di via Django"
ore 21,00 Proiezione: Laciodrom, reportage fotografico di Mario Rebeschini sui
sinti e i rom di Bologna (15 min)
Vento in scatole, testimonianza video prodotta da Roberta De Piccoli, Annabella
Ferrin, Daniela Bazzani, Riccardo Giacobazzi e dalla comunità Sinti di Modena
(40 min)
Amèn, film di Stefano Cattini sulla conversione evangelica della comunità sinti
di Reggio Emilia (20 min)
Mostra fotografica: Due occhi fanno uno sguardo.
Il campo di via Django visto attraverso gli occhi di Daniela Bazzani e di
Lorenza Malinverno.
Il percorso fotografico intende svilupparsi lungo le linee di due obiettivi che
convergono verso uno stesso orizzonte, quello della fotografa che osserva come
ospite gli abitanti e la loro vita nella microarea e quello di una giovane
ragazza sinti che lo vive quotidianamente dall'interno.
Il progetto "VITE DI QUARTIERE" è promosso dall'associazione no profit ARTEGENTI
con il sostegno del Comune di Modena, della Circoscrizione n.3 e della
Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.
Per informazioni visitare www.artegenti.it o telefonare al 348 0782972.
Jazz manouche non è un'espressione molto familiare tra i non appassionati, ma
in realtà questa musica è ogni giorno sotto gli occhi di tutti.
Chi per esempio non si è mai fermato ad ascoltare almeno per un attimo le note
dei musicisti rom e sinti che facilmente si incontrano nel centro cittadino. Ci
possiamo forse dimenticare Johnny Depp in "Chocolat", quando prende la chitarra
e suona quel curioso pezzo che ci sembra di conoscere da sempre? Beninteso, non
tutti gli zingari suonano jazz manouche, ma è proprio da loro che negli anni
'30 nacque in Francia un linguaggio musicale che di lì a poco sarebbe stato
conosciuto e imitato in tutto il mondo, grazie alle celebri composizioni del suo
inventore Django Reinhardt.
Negli anni '30, prima dell'avvento delle leggi razziali, i gitani vagavano per
l'Europa, portandosi dietro un'antica tradizione musicale. La loro musica veniva
suonata con strumenti semplici e facili da portare in giro, essenzialmente il
violino e la chitarra; come ogni genere popolare essa è costituita da un
martellante ritmo binario sopra il quale suonano uno o più solisti. Quando
questo bagaglio di tradizioni giunse in Francia, dalle parti di Parigi, si
incontrò con la locale tradizione della "musette", un valzer popolare suonato
dalle orchestrine locali. Django Reinhardt, come molti altri zingari, appena
diciottenne si guadagnava da vivere suonando il banjo in una di queste
orchestrine; una sera, un incendio nella roulotte in cui viveva gli provocò
gravi ustioni che tra l'altro gli paralizzarono due dita della mano sinistra.
Sembra strano ma fu proprio in seguito all'incidente che Reinhardt, rifiutando
l'amputazione, iniziò a dedicare anima e corpo alla chitarra per trovare un
sistema che gli permettesse di suonare anche in quelle condizioni.
Fu in quegli anni che nacque il manouche. Nato dal'incontro tra la musica dei
gitani e la musette, teneva conto anche della grande popolarità di cui godeva lo
swing d'oltreoceano, così il nuovo genere fu un vero e proprio miscuglio di
queste tre sonorità. Solo una mente geniale, che non aveva che una vaga idea di
cosa fosse la composizione poté tirare fuori una musica che univa il ritmo
ossessivo delle canzoni tzigane con l'andamento sincopato dello swing. Anche
l'improvvisazione, come in tutto il jazz, ha un ruolo tutt'altro che marginale e
si articola su una ritmica fatta di accordi spesso diminuiti che in francese
gergale prende il nome di "pompe". Non avendo percussioni ovviamente la chitarra
ritmica deve guidare il solista nella sua esecuzione cercando il più possibile
di sostituire gli strumenti mancanti mediante una marcata linea di basso, e
questo è il tratto che più si discosta dalla tecnica dei jazzisti.
Django cavalcò l'onda del successo quando si unì al grande violinista Stephane
Grappelli con il quale incise i suoi brani più famosi come il "Minor swing" e "Nuages".
Ciò che colpiva di questi brani, e ancora adesso li rende inimitabili era la
squisita immediatezza, la primaria semplicità con cui sapevano parlare la lingua
di ascoltatori più e meno esperti. Ascoltare Reinhardt vuol dire riscoprire
suoni e immagini di una Francia pre bellica che sa di pastis e di ballerine in
decolleté, lasciarsi trasportare da un ritmo coinvolgente e affascinante come
tutti gli ibridi.
Il manouche non finì con la morte del suo inventore. Continuò con Stephane
Grappelli, il violinista che aveva suonato con Django i pezzi più famosi, e
progressivamente con altri jazzisti sempre più tecnici e specialisti, o che
quantomeno potevano avvalersi di più di tre dita nella mano sinistra. La tecnica
esecutiva e compositiva oggi è aumentata incredibilmente, ma la scarsa fantasia
insita nei generi popolari ferma in continuazione la mano ai musicisti di nuova
generazione che prima o poi sentono l'esigenza di confrontarsi con l'inventore
del manouche e in definitiva finiscono a riproporre i suoi pezzi. Certo un
contemporaneo come Biréli Lagrène ha un tocco più dolce, è più veloce e meno
ripetitivo, ma lui come altri tendono a perdere quella spontaneità originaria
che resta prerogativa del solo Reinhardt.
Concerto per il PORRAJMOS: il genocidio dimenticato dei Rom e Sinti. Canti e poesie della memoria in lingua romaní
____________ __ Se siete interessati ad inserire l'evento nelle vostre programmazioni, non esitate a contattarci, tel. e fax 0872 660099 cell. 3406278489 skype:alexiansantinospinelli e-mail: spithrom@webzone. it
NOVITà Concerto per Rom e Orchestra con Alexian Santino Spinelli o Alexian Group Quartettto d'Archi o Ensamble orchestrale o Orchestra Sinfonica diretta da: Fabio Neri Musiche di Alexian Santino Spinelli Orchestrate dal M° Fabio Neri ____________ _________ _______ GUARDA IL VIDEO http://www.youtube. com/watch? v=bfdLmxUbNVs
Eurotour 2007 Un percorso musicale e canoro nella lingua romaní dei Rom abruzzesi per un viaggio ideale attraverso l'intimità di un’arte assolutamente originale.
“Romano Etno-Jazz” Quando la musica, i canti e le liriche dei Rom incontrano il Jazz - Nel repertorio un omaggio a Django Reinhardt -
Gran Recital Romanó di canti, musiche e poesie in lingua romanì Un viaggio nell'anima romaníIl Gran Recital Romanó è un viaggio nell'anima e nel cuore dei rom con un'originalissima e autentica interpretazione di musiche, canti , danze e poesie in lingua romaní (zingara). Un percorso artistico-culturale narrato in cui vengono rievocate attraverso i suoni, i movimenti, le parole e i colori, le radici profonde di un popolo millenario caratterizzato dalle prismatiche sfumature e dalle intensissime emozioni. Gli interpreti con la loro formazione professionale non scadono nel becero folklore ma elevano la tradizione a un livello artistico qualitativo e suggestivo. Le musiche proposte in cui si rintracciano gli echi del passato sono quelle dell'ambito familiare che i rom suonano per tramandarsi, per comunicare e per restare uniti. I canti sono memorie mai scritte in cui si custodiscono valori etici, filosofici e linguistici di un popolo dalle molteplici espressioni. Le poesie sono la drammatizzazione del vivere quotidiano dove, attraverso la lingua, espressione autentica della romanipé (identità zingara), riescono a sublimare l'intimità degli stati d'animo.
Teatro Romanó "Duj Furàtte Muló" - "Due volte morto” dramma bilingue di Santino Spinelli e Daniele Ruzzier Lettura scenica con musiche, canti e danze romanès originali interpreti : “Alexian” Santino Spinelli (Fisarmonica, canto e recitazione) Daniele Ruzzier (recitazione e danza) Musiche originali di Alexian Santino Spinelli Coreografia di Daniele Ruzzier regia: Santino Spinelli e Daniele Ruzzier
Su richiesta è possibile organizzare settimane culturali dedicate alla cultura romani, possiamo realizzare: - un'esposizione di arte storia e cultura Romani, -seminari su storia, olocausto, lingua, cultura, tradizioni, -corsi di aggiornamento per insegnanti, - proiezioni film e video con dibattito, -presentazione del nuovo libro del Dott. Spinelli "Baro Romano Drom - la lunga strada dei Rom, Sinti, Kale, Manouches e Romanichals" Roma, meltemi, 2003, -Concerto e/o recital Alexian -Teatro Rom
Di Sucar Drom (del 07/10/2010 @ 09:46:51 in media, visitato 2253 volte)
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ARRIVA U VELTO RADIO! Il Mondo Radio è la scommessa dell’Istituto di Cultura
Sinta per portare alla ribalta la musica sinta, rom, manouche, kalè e
romanichals.
Le trasmissioni sperimentali di U Velto Radio si possono ascoltare in tutto il
mondo, basta venire sulla pagina di U VELTO il 7 OTTOBRE dopo le 15.00
E’ arrivata U Velto Radio! Il Mondo Radio è la scommessa dell’Istituto di
Cultura Sinta per portare alla ribalta la musica sinta, rom, manouche, kalè e
romanichals. Una scommessa condivisa con il Consiglio direttivo di Sucar Drom
che ha messo a disposizione le risorse e tutto il suo patrimonio musicale.
Il lancio di U Velto Radio è considerato strategico per offrire ad ogni
persona collegata in rete la possibilità di ascoltare un pezzo importante delle
culture sinte, rom, manouche, kalè e romanichals. La musica è scelta e
privilegiata da altre forme d’espressione perché quest’arte offre un’intensità
emozionale e una libertà uniche. Ed è per questo che fin dai primi documenti
attestanti la presenza di sinti, rom, manouche, kalè e romanichals si sottolinea
sempre le loro qualità di musicisti. La musica trasmessa oralmente di
generazione in generazione, contaminandosi con il patrimonio musicale con cui si
veniva in contatto. La musica elemento culturale in cui si trasmette il senso di
appartenenza ad una comunità sia suonando all’interno che all’esterno. Si suona
per la propria famiglia allargata, per la propria comunità in occasioni di feste
che sono importanti momenti di coesione sociale. Si suona per gli appartenenti
alla cultura maggioritaria, un lavoro svolto da molte famiglie allargate che
produce un reddito. E questo continuo uscire ed entrare permette una continua
contaminazione reciproca.
La musica come linguaggio internazionale, la musica come strumento di
conoscenza, la musica come interazione capace di generare un nuovo modo di stare
insieme.
Proprio grazie all’interazione tra musica sinta, musica jazz ed in parte
musica colta europea è nato il jazz europeo. Django Reinhardt è stato, insieme a
Stéphane Grappelli, l’artefice di questa magia. Ed è per questo che U Velto
Radio inizia le sue trasmissioni sperimentali con un omaggio a questa grande
musica, nel centenario dalla nascita del suo alchimista.
Le trasmissioni sperimentali di U Velto Radio si possono ascoltare in
tutto il mondo, basta collegarsi ad internet, venire sulla pagina di U Velto e
cliccare sul logo che vedete sulla parte destra dello schermo. Vi si aprirà una
finestra dove potrete scegliere il programma di riproduzione musicale che
preferite. A questo punto... buon ascolto!
La Federazione romanì tra tanto altro si è posta l'obiettivo di promuovere una politica per la cultura romanì e di riconoscere e valorizzare le professionalità romanì con la finalità di diffondere la conoscenza della cultura e della lingua romanès o romanì chib.
Dal mese di settembre 2010 prenderà il via il primo corso di lingua romanès standard, oggi la Federazione romanì comunica l'avvio di un progetto editoriale“O romanò gi”(l'anima romanì), saggi di letteratura romanì, anche strumento pedagogico del corso di lingua.
Un’opera che vuole essere anche un’antologia letteraria e un valido strumento educativo e divulgativo.
Tanti hanno letto, commentato ed analizzato le opere di autori Rom, Sinti, Kale, Manouches e Romanichals viventi e non, e da questo lavoro di studio ed analisi sono nati dei saggi critici riguardanti la letteratura romaní.
Si tratta di un analisi sui testi in lingua romanì nei diversi dialetti in cui si ramifica la romanì chib, la lingua romanì o romanès, la lingua di tutte le comunità appartenenti alla popolazione romanì, una popolazione indo-ariana che treae origine dalle regioni a Nord-Ovest dell’India (Punjab, Rajasthan, Valle del Sindh, Pakisthan).
Il progetto editoriale “O romanò gi” porta all'attenzione del lettore i commenti, le analisi, le critiche delle opere di autori rom, sinti, kalè, manouches, romanichels viventi e non.
Un progetto editoriale ambizioso, originale ed innovativo per la diffusione della conoscenza della cultura e la lingua romanì.
Un progetto editoriale dal costo sostenibile per la sua realizzazione, avendo già raccolto e sistemato il materiale, e che vogliamo realizzare con il sostegno volontario di tutti coloro che credono nell'interculturalità.
I sostenitori di questo progetto editoriale saranno mensionati nell'operra, che riceveranno in omaggio. Contributi a sostegno di questa iniziativa possono essere inviati al codice IBAN: IT 20 O 05387 03204 000001892874intestato a Federazione romanì, causale: Progetto editoriale. Per informazioni inviare email a: federazioneromani@libero.it
La letteratura romanì
La letteratura romaní, in modo particolare la poesia, è piena di singolari bellezze primitive, di delicato calore umano, di rara fantasia selvaggia che non si può misurare in nessun altro metro se non nella lingua romaní stessa.
La letteratura romaní è lo specchio fedelissimo del sentimento di un popolo oppresso nell'anima la cui voce si eleva al cielo per chiedere giustizia.
Le diverse varianti della stessa lingua rappresentano la ricchezza culturale di un popolo che ha saputo conservare, nel tempo e nello spazio, i suoi tratti essenziali traendo linfa dall’ambiente circostanze e dagli scambi artistici, culturali e linguistici con i popoli che via via ha incontrato lungo il viaggio dalle regioni indiane fino all’Occidente passando per la Persia, l’Armenia e l’Impero Bizantino e attraverso le disumane deportazioni con i popoli delle Americhe e dell’ Australia.
Questi saggi permettono di penetrare “O Romano Gi”, l’anima dei Rom, Sinti, Kale, Manouches e Romanichals, i cinque grandi gruppi che con le loro infinite comunità costituiscono di fatto la nazione romanì senza Stato e senza territorio dove i confini sono rappresentati proprio dall’estensione sui cinque Continenti della lingua romanì.
Bronislawa Wajs detta “Papùshka” è una figura mitica nel moderno panorama letterario romanó.
Nacque in Polonia nel 1910 in una famiglia girovaga.
Papùshka rappresenta per la letteratura romaní quello che il grande Django (Jean Baptiste Reinhardt) rappresenta per la musica: un’artista autodidatta straordinariamente geniale, capace di lasciare agli uomini un’enorme ricchezza umana e culturale, prima che artistica.
Papùshka fu una grande risorsa di forza e di speranza per i Rom durante la II° guerra Mondiale. Profondamente toccante è la poesia “Lacrime di Sangue” composta per le vittime del folle genocidio romanó ad opera dei nazi-fascisti.
Le sue opere, racchiuse in una trentina di collezioni, furono raccolte e pubblicate per la prima volta nel 1956 col titolo Canto diPapùshka dallo scrittore polacco Jerzy Ficowski in versione bilingue Romaní-Polacco.
La sua produzione artistica è essenzialmente legata alla sua esistenza e al legame con la natura, alla sua romanipé.
Il suo pensiero fu originariamente interpolato e manipolato da Ficowski tanto che fu isolata dalla sua comunità. Delusa e amareggiata, Papùshka brucishk parte dei suoi componimenti letterari.
Visse gli ultimi anni di vita malata e sola, morì nel febbraio del 1987. Dalla sua storia personale lo scrittore Colum McCann ha tratto ispirazione per il romanzo Zoli edito in Italia dalla Rizzoli nel 2007.
John Bunyan (1618-1688) è autore del famoso The Pilgrim's Progress, un classico della letteratura inglese ed era un Romanichal.
L’uso scritto della lingua romaní, tramandato per dieci secoli e fino a pochi decenni fa solo oralmente, è un dato importante: la forte e sicura presa di coscienza porta gli scrittori Rom, Sinti, Manouches, Romanichals e Kalé a cercare il posto che gli compete nelle moderne società rifiutando lo storico e riduttivo ruolo di “liberi emarginati”, quale riflesso delle politiche di annientamento della cultura romaní.
Sono loro i pionieri eroici della possibilità di esistere senza dover essere né assimilati, né emarginati, ma soggetti attivi e liberi di esprimere le proprie specificità culturali in seno alle società ospitanti.
Lo scrittore romanó si affaccia sulla pagina a specchiarsi ed è proprio il netto contrasto fra le immagini negative stereotipate esterne e la propria interiorità che provoca incertezza e sbalordimento, ma al tempo stesso determina una maggiore presa di coscienza della propria identità.
E l’ostinata ricerca d’identità è al tempo stesso ricerca di una mitologia romaní.
Allo specchio della pagina gli stessi letterati chiedono di più di un fedele riflesso.
Su di essa si affacciano desideri inespressi, preghiere, incantesimi, volontà di partecipazione che trovano realizzazione nella parola.
Ogni pagina, ogni poesia è un diario, una trascrizione di vita, un’epitome di esperienze vissute.
Pur nelle loro differenze stilistiche e contenutistiche nella letteratura romanì si possono rimarcare delle caratteristiche costanti come:
l’immediatezza, dovuta alla necessità di stabilire un punto di contatto con gli altri per comunicare;
l’essenzialità del linguaggio, per essere sicuri di non essere fraintesi e per eliminare la frustrazione di non essere capiti;
la spontaneità, per sottolineare le proprie buone intenzioni;
la semplicità, in cui si riflette la desolazione della realtà circostante e il proprio sereno distacco;
l’uso di ritmi e musicalità, dovuti all’esigenza di rilevare un’emozione direttamente.
Le opere romanès paiono dar luogo ad una lunga ed ordinaria conversazione per rompere il mortale silenzio, per scacciare la solitudine causata dalla mancanza di comunicazione.
Sono prodotti artistici vivi, genuini, spontanei con una profonda considerazione dei valori umani, soprattutto l’amore per la vita è grande nonostante le sofferenze e le incomprensioni.
I temi sono quelli che riguardano l’uomo universalmente, come ad indicare che esiste un solo essere, quello umano, seppur con tante diverse culture.
La pioggia è simbolo di pensieri e di emozioni nascosti.
Le stelle rappresentano il subconscio, ma anche un barlume di luce in un mondo ottuso e oscuro.
La ricchezza della cultura romaní consiste proprio nella multipla capacità di espressione e nelle varianti linguistiche maturate in differenti regioni del mondo che esprimono la medesima comune sensibilità in sfumature prismatiche.
La letteratura romaní, in modo particolare la poesia, è piena di singolari bellezze primitive, di delicato calore umano, di rara fantasia selvaggia che non si pushk misurare in nessun altro metro se non nella lingua romaní stessa.
L'anelito supremo ad armonizzarsi e ad identificarsi con la natura libera il poeta da qualsiasi asservilismo materialistico riportando così l'animo umano al candore primitivo.
Ogni membro appartenente alla comunità romaní è figlio del dolore e dell’incomprensione, ogni poeta è cantore della sofferenza, ogni canto è un intenso lamento però mai disgiunto dalla speranza.
Forte è nel popolo romanó il senso del riscatto e della ribellione, dell'amore e della pace, della fratellanza e della libertà.
Neanche la morte è vista con orrore, ma piuttosto come un mezzo per esorcizzare gli eventi della vita.
La letteratura romaní è lo specchio fedelissimo del sentimento di un popolo oppresso nell'anima la cui voce si eleva al cielo per chiedere giustizia.
Federazione romani – il presidente Nazzareno Guarnieri
Federazione romanì sede legale: Via Altavilla Irpina n. 34 – 00177 ROMA codice fiscale 97322590585 - tel. E fax 0664829795 email: federazioneromani@libero.it Web: http://federazioneromani.wordpress.com Presidenza 3277393570 - Coordinamento 3331486005 - Segreteria 3483915709
Di Fabrizio (del 21/10/2010 @ 09:44:15 in Kumpanija, visitato 1941 volte)
Il ristorante La Ragnatela di Mirano (VE) ospita il 29 ottobre una serata
per condividere cibi e idee a sostegno dei diritti del popolo zigano
Mirano (VE), 19/10/2010 (informazione.it
- comunicati stampa) La gioia di vivere che scaturisce dall'abbinare convivenza
e convivialità ha sollecitato i soci del ristorante cooperativo La Ragnatela ad
ideare una serata incentrata su un tema usualmente considerato tra i meno
ospitali: la coabitazione tra Rom e Gage, ovvero tra nomadi e sedentari. La
serata, dal titolo Fatti più in là: Sinti, Rom, Gagé e la riproduzione
artificiale del nomadismo attraverso gli sgomberi, è promossa anche dal Circolo
del Manifesto della Riviera del Brenta.
Il titolo dell'iniziativa mette in risalto l'intenzione di seminare dubbi sugli
stereotipi verso i zigani. Come afferma Luigi Meneguzzi, tra i promotori della
serata, "La maggioranza di Sinti e Rom è formata da cittadini comunitari che non
riescono a scrollarsi di dosso lo stigma di persone senza fissa dimora, di
trasferibili, perfino di espatriabili verso un qualsiasi luogo lontano. La
realtà è ben diversa, basti dare uno sguardo agli sgomberi o alle recenti
politiche antizigane del presidente francese Sarkozy: una vera e propria
riproduzione artificiale del nomadismo. Ecco perché con questa serata proporremo
una tavola rotonda per discutere invece le strategie più idonee per raggiungere
una convivenza che assicuri il rispetto dei diritti di tutti".
L'evento inizierà venerdì 29 ottobre alle 17.30 con un aperitivo in musica che
prevede un Hommage à Django Reinhard: una rivisitazione del repertorio del
grande musicista zigano da parte dei Manouchemen (Tommaso Viola, chitarra; Renzo
De Rossi, sax; Paolo Mason, chitarra; Andrea Tombesi, contrabbasso).
Alle 18.30 seguirà la tavola rotonda Abitare assieme a Rom e Sinti ed evitare
che i territori puri impazziscano, per esplorare i percorsi che rendono
possibile la coabitazione di Rom e Gagè con Davide Morello (operatore sociale
del Comune di Venezia), Carlotta Saletti Salza (antropologa), Don Piero Gabella
(sinto onorario), Sabrina Tosi Cambini (antropologa), Yuri Del Bar (segretario
della Federazione "Rom e Sinti Insieme"), Lorenzo Monasta (epidemiologo).
A conclusione della serata, l'immancabile cena dove verranno riproposti alcuni
dei piatti tradizionali della cucina gitana quali "Dolma e Sarma", "Pitta" e "Halvava",
e molte altre rivisitazioni sul tema nate dalla fantasia del variegato team di
cuochi della cooperativa La Ragnatela. Non resta dunque che prenotare il proprio
posto a tavola ed assaporare il gusto della convivenza!
La Ragnatela è una trattoria cooperativa nata nel 1984. Oggi composta da 12
soci, propone piatti della cucina tradizionale veneta con particolare attenzione
alla rintracciabilità degli alimenti per il cliente. Il ristorante è la Condotta
Slow Food della riviera del Brenta, è stato tra i primi sostenitori dello Slow
Food in Italia. La Ragnatela è inoltre sostenitrice di Emergency e Carta.
Di Sucar Drom (del 03/12/2010 @ 09:41:35 in Italia, visitato 2290 volte)
Piacere di conoscervi!
Siamo i Rom e i Sinti, ma molti per ignoranza o cattiveria ci chiamano "zingari"
o "nomadi".
Viviamo in mezzo a voi da circa seicento anni ma ancora in pochi ci conoscono
veramente.
Probabilmente avete letto sui giornali che siamo sporchi, ladri, accattoni… ma
non è così. Certo alcuni di noi sono molto poveri e alcuni hanno commesso degli
sbagli. Ma non siamo tutti uguali anche se siamo tutti presi di mira da
discriminazioni e in alcuni casi da razzismo vero e proprio.
In Europa siamo in dodici milioni, in Italia molto meno, circa 100.000. In
maggioranza siamo Cittadini italiani dal 1871 ma alcuni di noi vengono dalla ex
Yugoslavia e dalla Romania: scappati dalla guerra o dalla miseria.
Provate ad immaginare di non poter avere documenti (anche se i vostri e genitori
sono nati in Italia), di non poter chiedere lavoro o continuare a studiare per
questo motivo, di dover aspirare al massimo a vivere in un container o in una
roulotte… di essere allontanati se entrate in un bar, di essere oggetto di
battute e scherno… che vita sarebbe? La vita di molti di noi al momento.
Noi siamo i Rom e Sinti e come ogni altra minoranza abbiamo una lunga memoria
storica, valori, costumi, tradizioni, arti, talenti, musica e bellezza. Abbiamo
i colori di una civiltà millenaria che non hai mai preso parte ad una guerra.
Tutto questo tuttavia resta confinato troppe volte negli angusti spazi che
occupiamo alle periferie delle città, in ghetti che chiamano "campi nomadi".
La campagna DOSTA ("Basta" nella lingua romanes), promossa dall’UNAR, può
rappresentare la possibilità di superare quel muro del pregiudizio che circonda
la nostra gente.
Noi vi tendiamo una mano, metteremo in piazza frammenti della nostra cultura, vi
sorprenderemo con il calore della nostra musica, le emozioni delle nostre danze
e lo faremo in una serie di eventi che si snoderanno per tutta Italia,
accompagnati da seminari e conferenze, mostre fotografiche e proiezioni video,
momenti di riflessione in cui ci racconteremo a voi. Venite a conoscerci. Vi aspettiamo a Venezia:
Giovedì 9 dicembre 2010, ore 21:00 Casa dei Beni Comuni "Morion", Salizada San
Francesco della Vigna - Castello
PROIEZIONE DEL FILM: "Io, la mia famiglia rom e Woody Allen" di Laura Halilovic,
a cura di: Studenti del Master in Diritti Umani e Democratizzazione (E.MA), del
Centro Europeo Inter-Universitario (EIUC)
Venerdì 10 dicembre 2010, ore 21.00 Casa dei Beni Comuni "Morion", Salizada San
Francesco della Vigna - Castello CONCERTO: Django's Clan. Nel centenario della nascita di Django Reinhardt, genio
sinto della musica jazz europea, un concerto che ne ripercorre l'arte e la
tecnica.
Lunedì 13 dicembre 2010, ore 21.00 Teatro Aurora - Marghera SPETTACOLO TEATRALE: "Rom Cabaret" di e con Dijana Pavlovic.
Lunedì 20 dicembre 2010, ore 18:30 Scoletta dei Calegheri, Campo S. Toma Venezia WORKSHOP: "io non discrimino – l’esperienza degli osservatori contro le
discriminazioni razziali". Intervengono: Massimilano Monnanni – Direttore UNAR
(Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), Gianfranco Bettin – Assessore
Politiche Giovanili e Pace, Carlo Berini – Federazione Rom e Sinti Insieme,
Alessandra Sciurba – Associazione SOS Diritti
Tutti gli eventi sono ad INGRESSO GRATUITO
Gli eventi sono organizzati dalla Federazione Rom e Sinti Insieme e dalla Rete
Tuttiidirittiumanipertutti di Venezia, in collaborazione con il Centro Pace del
Comune di Venezia e l'UNAR.
Il Festival Dosta si inserisce nella manifestazione DIRITTI PER TUTTI – IO NON
DISCRIMINO, organizzata dalla Rete Tuttiidirittiumanipertutti di Venezia e
comprende anche i seguenti eventi:
Sabato 4 dicembre 2010, dalle ore 16.00 alle 22.00 e Domenica 5 dicembre 2010
dalle ore 12.00 alle 20.00, Ca Foscari Auditorium, Campo Santa Margherita "Building bridges: connecting through diversity". Una serie di dibattiti e
proiezioni di Corti e Lungometraggi organizzato dagli Studenti del Master in
Diritti Umani e Democratizzazione (E.MA), del Centro Europeo Inter-Universitario
(EIUC) con sede al Lido, in collaborazione con l’ Università Cà Foscari e il
Circuito Off Venice Internation Short Film Festival.
Martedì 7 dicembre 2010, ore 19.30 Campiello delle erbe, S. Polo 2003 "L'asilo negato di fronte alle mura della fortezza Europa" a cura
dell’Associazione Metricubi.
Intervengono: Marco Ferrero, avvocato, membro dell'Associazione di studi
giuridici sull'immigrazione (ASGI) e Nicola Grigion, progetto Melting Pot
Europa.
Giovedì 9 dicembre, ore 17.15 Teatro dei Frari Venezia IO DECIDO. Primo incontro per l’avvio di un percorso di democrazia partecipativa
nel Comune di Venezia. Vieni anche tu a decidere il futuro della nostra Città.
Venerdì 10 dicembre 2010 È il giorno in cui ricorre l'anniversario della firma della dichiarazione
universale dei diritti umani avvenuta a Parigi il 10 dicembre 1948 ma è anche il
giorno in cui Zaher, ragazzo afgano è morto qui a Venezia proprio il 10 dicembre
di due anni fa. Zaher è morto perchè i diritti umani ancora oggi nelle nostre
Città, nel nostro paese non sono riconosciuti. Sabato 11 ore 12.00 nel piazzale antistante il Porto la rete
Tuttiidirittiumanipertutti invita la cittadinanza a ricordare la morte di Zaher.
LA CAMPAGNA DOSTA!
L’UNAR, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, nell’ambito delle sue
attività istituzionali ed in collaborazione con le principali associazioni rom e
sinte, ha lanciato per l’anno 2010 la Campagna DOSTA, una grande iniziativa di
sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle comunità rom in Italia.
La Campagna DOSTA ("Basta" in lingua romanes) è stata già promossa dal Consiglio
d’Europa e dalla Commissione Europea nell’ambito del terzo programma congiunto "Equal
Rights and Treatment for Roma". La campagna DOSTA è stata già realizzata con
successo in cinque paesi dell’Europa dell’Est: Albania, Bosnia e Herzegovina,
Montenegro, Serbia, Slovenia ed Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia, mentre è
di prossima presentazione la campagna in Francia e Bulgaria.
La Campagna è stata pensata e condivisa con le principali reti di associazioni
rom e sinte in Italia: la Federazione Rom e Sinti Insieme, la Federazione
Romanì, UNIRSI. Le associazioni operano all’interno di un Tavolo di
coordinamento ROM istituito e coordinato dall’UNAR e collaborano alla
pianificazione della campagna e alla progettazione e realizzazione degli eventi
previsti, in collaborazione con le istituzioni locali coinvolte dalle
iniziative.
Obiettivo generale della Campagna è quello di favorire la rimozione degli
stereotipi e pregiudizi nei confronti delle comunità rom e sinte attraverso una
strategia globale di confronto e conoscenza reciproca.
Obiettivi specifici della Campagna sono quelli di:
- favorire una migliore conoscenza della cultura Rom e del suo contributo nella
storia europea attraverso mostre e spettacoli, premi, seminari e conferenze,
eventi pubblici e campagne sui media;
- promuovere un confronto diretto con la realtà rom ed i rischi di
discriminazione ed esclusione sociale attraverso percorsi formativi per il mondo
del giornalismo e gli enti locali, tavoli di lavoro e occasioni pubbliche di
dibattito
Di Sucar Drom (del 06/02/2010 @ 09:38:56 in blog, visitato 1453 volte)
Roma, iniziata la demolizione del Casilino 900
Al via la demolizione del Casilino 900: alle dieci di questa mattina, la prima
baracca è stata abbattuta da una ruspa. Dopo il trasferimento di lunedì dei 120
rom da via Salone al "campo" di Castelnuovo di Porto, è partita l'operazione di
esodo dal Casilino 900 a via Salone. Il "cam...
Roma, piano rom: Sant'Egidio sbatte la porta
Trasferiti contro la loro volontà e minacciati. Il "piano nomadi" è appena
partito e, dopo le proteste di ieri in via Salone e gli abbattimenti delle prime
baracche del Casilino 900 di oggi, si registra una clamorosa rottura. Il sindaco
Gianni Alemanno plaude soddisfatto alla realizzazione di un ...
Roma, Najo Adzovic: data storica ma rimangono perplessità e paure
«Questa è l'occasione per fare una vita migliore dopo 16 anni vissuti al
Casilino 900, e per essere spostati in un campo più igienico e attrezzato
dove abbiamo anche alcuni parenti che ci aspettano. Siamo contentissimi». Sono
le parole di Hakija Husovic, portavoce d...
Roma, la chiusura del Casilino 900? Uno spot elettorale
Situazione molto particolare si è creata a Roma con l’attuazione del cosiddetto
“piano nomadi”, strutturato dal Comune e dalla Prefettura. Il primo dato che
emerge è che i Rom non sono stati fatti partecipi di quanto stava succedendo,
con il risultato che permangono paure e diffidenze. Ma non solo perché si è
mortificato un processo partec...
Mantova, Porrajmos - Binario 1
Numerose sono le iniziative per il Giorno della Memoria, organizzate nella
Provincia di Mantova. Come ogni anno l’associazione Sucar Drom, l’Istituto di
Cultura Sinta e le Comunità sinte e rom mantovane invitano tutti alla
commemorazione del P...
Di nuovo Il Giorno della Memoria tra pogrom e violenze contro i Rom e i Sinti
Di nuovo Il Giorno della Memoria sarà celebrato in tutta l’Italia e in tutto il
Mondo. Il 27 gennaio 1945 l’Armata Rossa abbatteva i cancelli di Auschwitz
ponendo fine alla persecuzione su base razziale subita da Sinti, Rom ed Ebrei in
Germania, in Italia e nei P...
Torino, una brutta storia
Sola, con padre e fratelli in galera, con una figlia di appena quattro anni e
senza un soldo in tasca. Anna (nome di fantasia), giovane madre rom di 22 anni,
ha chiesto aiuto a un caro amico di famiglia, un quarantenne italiano residente
a Moncalieri. Lui l’ha aiutata, le ha prestato del denaro...
Mantova, il discorso del Sindaco per Il Giorno della Memoria
Mercoledì 27 gennaio si sono tenuti al Bibiena il consiglio comunale e
provinciale congiunti al Bibiena. L’appuntamento era dedicato alla Giornata
della Memoria. Hanno parlato il professor Stefano Levi Della Torre, docente del
Politecni...
Guidizzolo (MN), strumentalizzazioni e xenofobia
La questione “Sinti a Birbesi” è deflagrata in maniera violenta in questi giorni
nel peggior modo. Qualcuno sia nel cento-destra che nel cento-sinistra ha voluto
strumentalizzare in chiave elettorale la volontà di persone serie e per bene, le
famig...
Brescia, un progetto abitativo a rischio
La questione “Sinti a Birbesi” si è infiammata sempre di più tra
strumentalizzazioni politiche e paure della gente amplificate da agitatori senza
scrupoli. Attualmente nel Comune di Brescia è in atto lo scontro intestino tra
il Pdl e la Lega Nord (insieme al governo d...
Milano, ennesimo sgombero nell'indifferenza e nel cinismo
Sgomberato a Milano un insediamento abusivo in via Rogoredo, sotto i ponti della
Tangenziale Est. Il blitz è scattato alle 7.30 di ieri mattina ed erano presenti
anche la Croce rossa e un medico della polizia locale che ha effettuato alcune
visite durante l'operazione. Sono stati allontanati 90 r...
Andrea Riccardi: "Roma troppo dura con i poveri"
«A Roma c´è tanta durezza e poca sensibilità verso i più deboli. In questi anni
sono aumentate le persone morte per strada e questo è un fatto rivelatore». La
denuncia sociale è del fondatore della Comunità di Sant´Egidio Andrea Riccardi
ieri al termine della messa ...
Brescia, un dramma frutto dell'ignoranza
Un dramma nel dramma sta scuotendo Brescia e la comunità Rom rumena. Una
ragazzina di quattordici anni si è spostata con un ventiduenne, sieropositivo
dall’età di cinque anni dopo una trasfusione a Bucarest. La Procura l'altro ieri
ha arrestato il giovane, muratore di 22 ann...
Guidizzolo (MN), il Consiglio comunale vara una norma antiSinti
Il pubblico è quello dei grandi eventi. Sono usciti di casa, i guidizzolesi, con
il sapore del caffè ancora in bocca e i piumini infilati di corsa sopra le
felpe. Che non è il voto al bilancio, che verrà approvato a maggioranza, ad aver
attirato decine di persone alla riunione del consig...
Guidizzolo (MN), una pagina nera per Mantova
Nel Consiglio comunale di Guidizzolo si è consumata una delle pagine più tristi
della nostra provincia. In sintesi con una decisone lampo sono state modificate
le norme urbanistiche per impedire a quattro famiglie di poter risiedere nella
frazione di Birbesi, in un terreno ch...
Roby Lakatos, virtuoso ungherese del violino, può tracciare le sue radici
sino alla Budapest del XVIII secolo, dove il suo antenato János Bihari anticipava
la tendenza odierna della musica fusion attraverso un mix di melodie rom e
contrappunti contemporanei. Con i suoi lunghi capelli pettinati all'indietro ed
i baffi incerati, Lakatos possiede il senso di un'eleganza antica ed è facile
immaginarselo in compagnia di Franz Liszt e Johannes Brahms, le cui opere furono
direttamente inspirate dalle melodie rese famose da Bihari.
Sotto gli ornamenti del Vecchio Mondo, d'altra parte, Lakatos è un musicista
completamente moderno. Anche se rispettoso della tradizione familiare - "La
famiglia Lakatos era molto importante" dice dalla sua casa di Bruxelles -
spiegando come Bihari innovasse l'antica musica del popolo Rom.
"Sono il terzo in questa grande famiglia a proporre un nuovo stile," spiega
in un inglese corretto con un forte accento, dopo aver notato come anche suo zio
Sándor Lakatos fosse un innovatore negli anni seguenti la II guerra mondiale.
"Quindici anni fa ebbi problemi con la musica zigana, perché sentivo che tutti i
tipi di musica nel mondo - come il jazz o la musica classica o quella pop -
stavano evolvendo in qualcosa di nuovo. Sai? Era importante progredire. Ma non
succedeva niente con la musica zigana. Per questo ho fatti molti cambi,
soprattutto nella banda. La mia non è un'orchestra tradizionale zigana, perché
ho il piano e la chitarra, ma manca il violoncello e non ci sono clarinetti, per
esempio. Ma con questa concezione, possiamo suonare tutti gli stili.
"Il mio stile ha tre elementi," continua. "La base è la musica zigana,
naturalmente, ma include anche la musica classica ed il jazz di Django Reinhardt,
assieme al bebop."
Finora, Lakatos ha avuto successo nel mondo classico: Ha firmato con
l'etichetta Deutsche Grammophon; l'ultimo Yehudi Menuhin era un fan; ed il suo
debutto al Chan Centre for the Performing Arts di Vancouver di sabato 29 marzo è
stato sponsorizzato dalla Vancouver Recital Society. Ma il suo ultimo lavoro,
Klezmer Karma del 2006, indica che continua ad esplorare nuove combinazioni
musicali.
"E' musica klezmer ed yiddish, mischiata con musica zigana," spiega il
violinista, notando che in questo particolare crossover è stato assistito da
un'altra residente a Bruxelles, la suonatrice klezmer Myriam Fuks. "Si è
aggiunta a noi, nel concerto suona come ospite speciale."
[...] "Gli arrangiamenti sono molto classici - ma abbiamo anche molta
improvvisazione, perché la musica zigana è come il jazz," spiega. "Ed
ovviamente, non facciamo mai due volte lo stesso concerto."
L'Associazione Jazz Manouche Django Reinhardt comunica a tutto il suo pubblico
che la 7^ edizione del
Festival Internazionale Jazz Manouche Django Reinhardt si terrà nelle date
del 18-19 e 20 Settembre 2008 nella città di Rivoli, sulle strade del centro
storico e nel teatro della "Maison Musique".
Per tre giorni Rivoli ospiterà gruppi musicali provenienti da tutta Europa per
far scoprire la musica del popolo
Manouche,
resa famosa dall'incontro di un loro figlio,
Django Reinhardt, con il jazz americano degli anni '30, il valzer musette
francese e la tradizione gypsy.
Fondata nel 1985 in un Plattenbausiedlung (una sorta di unità
abitativa collettiva ndr) di Berlino Est, Sinti Swing è unica nella
storia della Germania Democratica: i suoi membri sono Sinti tedeschi i cui
genitori sono in qualche maniera sopravissuti ai campi di concentramento
nazisti. La banda suonava in jazz club e festival. Poi cadde il Muro e la
banda dovette reinventarsi. Dopo un breve iato, si riformò con alcuni dei
figli dei membri originari, incluso il trentatreenne Launenberg. Prima ci fu
un nuovo CD, poi venne girato un film sulla band; ora il gruppo
revitalizzato suona il suo mix inspirato a Django Reinhardt con grande
successo nelle feste jazz d'Europa. Parlando dal loro appartamento a
Lichtenberg, Launenberg e Huber discutono delle origini del Sinti swing,
della crescita nella Germania Democratica e della loro esperienza
nella Wende (svolta ndr)
Come si sono messi insieme i Sinti Swing?
Janko Launenberg: Qui a Lichtenberg, era il 1985. Fu fondata da uno dei miei
zii e mio padre. Lui portò i suoi due fratelli nella banda. E trovarono chi
suonava il violino. Era Bernd. Così formarono la banda. Per iniziare, suonarono
in molti club. Non per soldi, perché era la DDR. Dovevano avere un permesso
ufficiale e per loro era molto difficile, perché uno solo dei componenti della
banda era andato a scuola di musica. Erano autodidatti. Dovettero lottare a
lungo per un permesso.
E che tipo di esibizioni potevate fare a Berlino Est?
JL: All'inizio, in piccoli club di jazz e ritrovi giovanili. Soprattutto
swing. Django Reinhardt.
Ho sentito che c'era qualche difficoltà ad avere registrazioni di Django
Reinhardt nella DDR.
JL: nella Germania Est c'era solo una registrazione di Django Reinhardt.
Bernd Huber: Due: una degli anni '60 e una dei '70.
Janko, voi sete Sinti. Quant'è grande la comunità sinti a Berlino Est?
JL: Ce ne sono pochi. Qui a Berlino Est, c'erano cinque o sei famiglie. Nel
Magdeburgo, c'erano Sinti. E ad Halle ed Erfurt. Qui non erano in molti.
Com'era essere Sinti nella DDR? Il dogma comunista dell'eguaglianza e del
rispetto per le minoranze era una realtà nel quotidiano?
JL: Lo stato non faceva distinzioni: Non importava se eri uno Zingaro: eri un
cittadino della DDR. Ma c'erano pochissimi stranieri nella Germania dell'Est, e
noi avevamo i capelli e la pelle scura. Non era proprio razzismo, ma la gente si
comportava differentemente con chi appariva differente. Era piuttosto difficile:
ho avuto problemi a scuola.
BH: Da una parte, tutti eravamo considerati uguali. Dall'altra, nessuno si
occupava della storia unica dei Sinti. A scuola era sconosciuta. C'era un famoso
libro d'infanzia, Edo und Uko, molto popolare nel Blocco dell'Est ed
era su una famiglia sinti. Era una lettura richiesta nella DDR degli anni '70.
Ma, nel contempo, la gente non sapeva realmente chi fossero i Sinti e che Janko
lo fosse. Ho che avesse relazione con i personaggi del libro. Era un po'
contradditorio.
Nel III Reich, mezzo milione di Sinti furono messi a morte. Janko, tu hai
parenti morti nei campi di concentramento.
JL: E' vero. I genitori di mio padre furono uccisi. E da parte di mia madre,
solo suo padre e sua nonna ne uscirono vivi. Perse otto tra fratelli e sorelle.
La maggior parte della nostra famiglia andò dispersa. Saremmo in molti, ma molti
di più se non fosse accaduto. Se non fosse stato per Adolf Hitler, qui ci
sarebbero molti musicisti: ci sarebbero molti Sinti Swings.
BH: E' una cosa che la DDR non ha mai affrontato. A scuola si imparava del
fascismo e dell'Olocausto, ma non di che cosa era successo agli Zingari.
La vostra famiglia ha ricevuto una compensazione dallo stato?
JL: Mio nonno ha dovuto combattere a lungo per la cosiddetta pensione VDN
[Verfolgte des Naziregimes (Perseguitati dal Regime nazista, ndr)].
Alla fine l'ottenne, anche mia nonna. Ma ci furono molti Sinti che non
ricevettero niente.
Come Tedeschi dell'Est, com'è stata per voi la caduta del Muro?
BH: Domanda difficile. Da una parte, si sapeva che non si poteva andare
avanti. Le cose stagnavano. Quando cadde il Muro, naturalmente eravamo felici.
Nel contempo, non sapevamo cosa stava per succedere.
Quali furono le vostre prime impressioni dell'Ovest?
BH: Ci andammo un paio di giorni dopo. Fu come fare all'improvviso un salto
nel tempo. Quarant'anni nel corso di due minuti. Era attivo. Ogni cosa sembrava
un po' differente. Le auto avevano un odore differente: questo divertente, dolce
odore. I berlinesi dell'Ovest erano molto aperti.
JL: Appena sapemmo che il confino era stato aperto, l'attraversammo da Warschauer
Straße. Avevamo dei parenti che ci incontrarono dall'altra parte. Fu una festa
incredibile: non andammo a casa per tre giorni. Ogni notte si dormiva in un
posto diverso. C'erano così tanti colori: tutte le pubblicità al neon. Non
esistevano nell'Est. Lì ogni cosa era grigia.
Ma dopo tre giorni sul Ku'damm, si capiscono le differenze importanti.
All'Est, avevi i soldi ma non potevi comperare niente. All'Ovest, non avevi
niente, non avevi denaro per comprare. Dopo tre giorni, avevi la sensazione di
aver visto il mondo, di aver visto tutto. Tutto. Tornammo a casa, pensando a
noi, a come ottenere una montagna di denaro. Non funzionò. E poi ci accorgemmo
che la banda non stava funzionando come nel passato. Prima, tutti ci chiamavano.
Ora dovevamo chiamare noi, fare noi la pubblicità. Il nostro appeal esotico se
ne era andato.
Così fu un periodo difficile per la banda?
JL: Nella DDR, suonavamo nei migliori locali di tutta la Germania Est. Quando
si aprirono i confini, anche Sinti Swing suonò in molti locali superbi. Poi, per
molto tempo fu come se la banda non esistesse. Suonammo in un paio di locali.
Poi incidemmo un disco, e venne girato un documentario sulla nostra banda. Ora
stiamo avendo un nuovo ritorno. Le cose vanno in una nuova direzione. Vediamo
gli studenti dei vecchi appassionati di jazz ed i fan di Django Reinhardt.
La musica di Django Reinhardt è ancora valida oggi?
JL: Assolutamente. Naturalmente, ha molto a che fare con gli anni '30 e '40.
Ma è senza tempo. Suoniamo di fronte ad un pubblico che non ha mai sentito
questa musica prima d'ora. Non puoi spiegarlo - devi solo vedere come
reagiscono. E' interessante il tipo di ritmo: le chitarre prendono il posto
delle percussioni. Più il mondo diviene moderno, più è attuale Django Reinhardt.
Vi manca niente dei tempi della DDR?
JL: Per prima cosa, la natura semplice delle persone. Il contatto sociale era
migliore, davvero. La gente era più amichevole. Oggi, tutto è più freddo ed è un
mondo di cane-mangia-cane. "Cosa mi importa di te? Non mi interessi. Sono
migliore di te." Tutto ciò non esisteva all'Est. Il sistema oggi non è
migliore di quello della DDR. Quando eri ammalato, andavi dal dottore e non
dovevi pagare milioni. Oggi quelle cose puoi solo sognarle. Avresti dovuto
vedere un festival di strada all'Est negli anni '80. Come partecipava la gente.
Era incredibile. La gente era felice. Avevano sicurezza. Erano bei tempi.
Ora ci sono molti Zingari a Berlino. Janko - tu, come Sinto, hai contatti
con questi nuovi Rom immigrati dai Balcani?
JL: Non molto. Suoniamo con un paio di musicisti rom, ma abbiamo davvero
pochi contatti con questo popolo. Vengono da altri posti. Non ci conoscono. I
dialetti sono piuttosto differenti ed hanno uno stile di vita completamente
differente dal nostro. Il contatto non viene da lì, pensando che abbiamo un
linguaggio comune e che proveniamo dal medesimo posto. Le nostre vite sono
troppo differenti.
Qual è la differenza tra Sinti e Rom? Non parlate tutti il romanés?
JL: Sì, ma gli Zingari cresciuti in Ungheria parlano una lingua differente da
quelli cresciuti in Germania. Ha a che fare col tempo. Visto in termini di
tempo, siamo più avanti di altri.
Gli Zingari dell'Europa orientale hanno portato la loro musica in
occidente con grande successo. Vedi una sorta di rinascimento nel campo della
musica rom e sinti?
JL: Attraverso questa musica che viene dall'est, la gente sta conoscendo i
Rom ed i Sinti. Siamo uno degli ultimi popoli non esplorati. La gente è curiosa.
Voi vivete a Lichtenberg, attorno a Weitlingkiez, conosciuto per essere un
posto malfamato e covo della destra...
JL: Era così nel passato, ma ora non più. Arrivano sempre più stranieri e
tutti i neonazisti si devono nascondere. Non possono esprimersi apertamente
perché ci sarebbero problemi. Ora sta arrivando molta gente da Friedrichshain.
Non penso che sia necessariamente un bene. Ma qui c'è pace tra razzismo e multi-kulti.
Siete politicamente attivi?
JL: Non direi. Nelle interviste tentiamo di informare la gente su chi siamo.
Non viviamo nelle roulotte e non pratichiamo più la magia.
Ci sono ancora dei pregiudizi?
JL: Naturalmente, ci sono pregiudizi dappertutto. Avevo una ragazza, mi disse
"Cosa, sei uno Zingaro? Non può essere! Se solo lo sapesse mia
nonna!" Pensava che gli zingari rapissero i bambini e rubassero. Rubare bambini:
è il colmo. Ma non mi devo arrabbiare.
Se ti chiamo Zingaro, va bene?
JL: Dipende da come lo dici. Se dici, "swing e musica jazz dello Zigeneur",
non è un insulto. Ma se qualcuno dice "Tu Zingaro!" ha tutto un altro
tono. E' meglio se si sa distinguere tra Rom e Sinti, e se mi dici "Hey Sinto!"
Alunni Rom a Scuola, il Ministero esclude le associazioni sinte e rom
Prende avvio oggi il seminario "Alunni Rom a Scuola", organizzato dal Ministero
della Pubblica Istruzione (Dipartimento per l’Istruzione, Direzione Generale
per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione, la Comunicazione - Ufficio
VI) a Gardone Riviera. Al seminario non sono state invitate...
Per Maricica
Io non conosco il rumeno. Conosco però la lingua delle donne. Ed è attraverso
questa lingua che ci fa sorelle che ti parlo. Ho mille cose da dirti e in
effetti non so da dove cominciare. Potrei iniziare dal fatto che quando tu sei
finita in coma in...
+RESPECT, il progetto
La lotta alla discriminazione delle popolazioni rom e sinte: il contesto
europeo. Oggi, nel contesto della crisi economica globale, i sistemi regionali e
locali faticano a trovare risorse da investire in politiche di inclusione,
mentre la coesione...
Mantova, Festival Dosta! è ripartito, grazie a tutti!
Il Festival Dosta! è ripartito, lasciando a Mantova emozioni, passioni e tanta
conoscenza sui mondi sinti e rom. E’ nata U Velto Radio che offre ogni giorno
musica sinta e rom in tutto il mondo. Il Django’s Clan ha eccitato le tantissime
pers...
Milano, arriva il Festival Dosta!
Piacere di conoscervi! Siamo i Rom e i Sinti, ma molti per ignoranza o
cattiveria ci chiamano “zingari” o “nomadi”. Viviamo in mezzo a voi da circa
seicento anni ma ancora in pochi ci conoscono veramente...
Milano, la storia di Dorina: dallo sgombero al dormitorio
Un’insegnante racconta la vicenda della bambina rom: dalle baracche di via
Rubattino a viale Ortles E oggi è tornata con la famiglia sulla strada. Dorina
ha 11 anni, è una bella bamb...
Milano, quando le Istituzioni non ci sono...
Gentile Isabella Bossi Fedrigotti, da pochi giorni è iniziato il corso di lingua
italiana organizzato da mamme e papà di una scuola del quartiere intorno a
Rubattino e da un'idea nata dopo l'ultimo sgombero...
03 giugno 2008 Petizione per rimuovere il bando della musica rom [...]
Gitani da tutta Europa raggiungono ogni 24-25 maggio la città di Les Saintes
Maries de la Mer nella regione francese della Camargue, in un pellegrinaggio
religioso di preghiera e musica in onore della loro Santa Sara.
Attraverso gli anni questa condivisione alla fine della strada in Francia si
è sviluppata in un incrocio di musica rom, inspirando ed impollinando altri tipi
di musica dal flamenco al jazz di Django Reinhardt, tradizionali ottoni
ungheresi e balcanici sino alla rumba dei Gipsy Kings.
Ma nel maggio 2008 il consiglio comunale ha proibito ai rom di suonare
musica per le strade durante il festival. Secondo Canut Reyes dei Gipsy
Kings, e molti altri, questa proibizione rovinerà il festival e c'è paura per il
suo futuro.
Assieme ad un appello a permettere ai rom di continuare a suonare musica
nelle strade anche il prossimo maggio 2009, è partita una petizione online che
verrà spedita al sindaco di Les Saintes Maries de la Mer, Mr Roland Chassain.
"La musica gioca un ruolo enorme nella tradizione e cultura del popolo rom.
Mr Chassain, risolviamo i problemi, ma lasciamo la musica!" recita l'appello.
Il Fondo Nazionale della Ricerca Scientifica (FNRS) pubblica uno studio sulle
sorti della "gens du voyage" nella Svizzera del XX secolo, in particolare sulle
centinaia di infanti jenisch, sinti e rom prelevati a forza dalle loro
famiglie, con lo scopo di integrarli ed assimilarli, dalla Pro Juventute tra il
1926 e il 1973.
Florence Gaillard
Mercoledì 12 dicembre 2007
Gli Jenisch sono un gruppo etnico europeo. Si dicono di origine celtica ma la
tesi è contestata, così come quella che li fa discendenti di commercianti giudei
itineranti. Le loro origini rimangono dunque poco conosciute, ma hanno una
lingua loro - lo jenisch - il cui primo dizionario è apparso nel 2001. A volte
sono chiamati gli "Zingari bianchi" per le loro caratteristiche fisiche: capelli
ed occhi chiari.
Nomadi o largamente sedentari al giorno d'oggi, vivono soprattutto in
Germania (circa 200.000, nonostante le enormi perdite sotto il nazismo), in
Austria, in Francia e nella Svizzera orientale, dove sarebbero oltre 30.000, di
cui da 1.000 a 2.000 nomadi. Costituiscono il principale gruppo della gens du
voyage di nazionalità svizzera. Stephan Eicher, cantante zurighese ed icona
nazionale, è Jenisch da parte di padre.
I Sinti sono pure loro un gruppo etnico che vive soprattutto nell'Europa
germanofona. Hanno le stesse radici, modo di vita e struttura patriarcale dei
Manouches francesi - il chitarrista Django Reinhardt è Sinti. Sono, come i Rom
di Romania - ramo est europeo dello stesso gruppo etnico la cui presenza ha
recentemente preoccupato l'Europa occidentale - d'origine lontana indiana. Hanno
una lingua propria [...] Il loro numero in Svizzera è ritenuto in meno di 5.000
persone.
Di Sucar Drom (del 29/09/2010 @ 09:29:12 in Italia, visitato 1729 volte)
Piacere di conoscervi!
Siamo i Rom e i Sinti, ma molti per ignoranza o cattiveria ci chiamano "zingari"
o "nomadi".
Viviamo in mezzo a voi da circa seicento anni ma ancora in pochi ci conoscono
veramente.
Probabilmente avete letto sui giornali che siamo sporchi, ladri, accattoni… ma
non è così. Certo alcuni di noi sono molto poveri e alcuni hanno commesso degli
sbagli. Ma non siamo tutti uguali anche se siamo tutti presi di mira da
discriminazioni e in alcuni casi da razzismo vero e proprio.
In Europa siamo in dodici milioni, in Italia molto meno, circa 100.000. In
maggioranza siamo Cittadini italiani dal 1871 ma alcuni di noi vengono dalla ex
Yugoslavia e dalla Romania: scappati dalla guerra o dalla miseria.
Provate ad immaginare di non poter avere documenti (anche se i vostri e genitori
sono nati in Italia), di non poter chiedere lavoro o continuare a studiare per
questo motivo, di dover aspirare al massimo a vivere in un container o in una
roulotte… di essere allontanati se entrate in un bar, di essere oggetto di
battute e scherno… che vita sarebbe? La vita di molti di noi al momento.
Noi siamo i Rom e Sinti e come ogni altra minoranza abbiamo una lunga memoria
storica, valori, costumi, tradizioni, arti, talenti, musica e bellezza. Abbiamo
i colori di una civiltà millenaria che non hai mai preso parte ad una guerra.
Tutto questo tuttavia resta confinato troppe volte negli angusti spazi che
occupiamo alle periferie delle città, in ghetti che chiamano "campi nomadi".
La campagna DOSTA ("Basta" nella lingua romanes), promossa dall’UNAR, può
rappresentare la possibilità di superare quel muro del pregiudizio che circonda
la nostra gente.
Noi vi tendiamo una mano, metteremo in piazza frammenti della nostra cultura, vi
sorprenderemo con il calore della nostra musica, le emozioni delle nostre danze
e lo faremo in una serie di eventi che si snoderanno per tutta Italia,
accompagnati da seminari e conferenze, mostre fotografiche e proiezioni video,
momenti di riflessione in cui ci racconteremo a voi. Venite a conoscerci. Vi aspettiamo a Mantova:
Venerdì 8 ottobre, ore 21.00, Teatro Bibiena
CONCERTO: DJANGO'S CLAN
Nel centenario della nascita di
Django Reinhardt, genio della musica jazz
europea, un concerto che ne ripercorre l'arte e la tecnica per vivere la musica
e l'arte del più grande musicista sinto
Sabato 9 ottobre, Teatreno (piazza don Leoni, di fronte stazione fs)
- ore 10.30, SPETTACOLO TEATRALE "LETTERA" della compagnia
Theatre Rom, rivolto
alle scuole superiori;
- ore 17.00, Dibattito pubblico
- ore 19.30, Aperitivo
- ore 21.15, SPETTACOLO TEATRALE "LETTERA" della compagnia
Theatre Rom
Gli eventi sono organizzati dall’associazione Sucar Drom e dalla Federazione Rom
Sinti Insieme, in collaborazione con: l'UNAR, l'Assessorato alle politiche
Sociali della Provincia di Mantova, il Comune di Mantova e l'Istituto di Cultura
Sinta.
LA CAMPAGNA DOSTA!
L’UNAR, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, nell’ambito delle sue
attività istituzionali ed in collaborazione con le principali associazioni rom e
sinte, ha lanciato per l’anno 2010 la Campagna DOSTA, una grande iniziativa di
sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle comunità rom in Italia.
La Campagna DOSTA ("Basta" in lingua Romanì) è stata già promossa dal Consiglio
d’Europa e dalla Commissione Europea nell’ambito del terzo programma congiunto "Equal Rights and Treatment for Roma". La campagna DOSTA è stata già realizzata
con successo in cinque paesi dell’Europa dell’Est: Albania, Bosnia e Herzegovina,
Montenegro, Serbia, Slovenia ed Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia, mentre è
di prossima presentazione la campagna in Francia e Bulgaria. La Campagna non è
mai stata diffusa in Italia e intento dell’UNAR sarà quello di studiare
strumenti, metodologia e messaggi costruiti dalla campagna, per un loro
adattamento in lingua italiana contestualizzato all’ambito storico e culturale
italiano, oltre alla promozione e valorizzazione di eventi e prodotti realizzati
da associazioni rom e sinte rivolte alla sensibilizzazione sulle difficoltà di
inclusione sociale, abitativa, educativa e lavorativa delle comunità Rom.
La Campagna è stata pensata e condivisa con le principali reti di associazioni
rom e sinte in Italia: la Federazione Rom e Sinti Insieme, la Federazione
Romanì, UNIRSI. Le associazioni operano all’interno di un Tavolo di
coordinamento ROM istituito e coordinato dall’UNAR e collaborano alla
pianificazione della campagna e alla progettazione e realizzazione degli eventi
previsti, in collaborazione con le istituzioni locali coinvolte dalle
iniziative.
Obiettivo generale della Campagna è quello di favorire la rimozione degli
stereotipi e pregiudizi nei confronti delle comunità rom e sinte attraverso una
strategia globale di confronto e conoscenza reciproca.
Obiettivi specifici della Campagna saranno quelli di:
- favorire una migliore conoscenza della cultura Rom e del suo contributo nella
storia europea attraverso mostre e spettacoli, premi, seminari e conferenze,
eventi pubblici e campagne sui media;
- promuovere un confronto diretto con la realtà rom ed i rischi di
discriminazione ed esclusione sociale attraverso percorsi formativi per il mondo
del giornalismo e gli enti locali, tavoli di lavoro e occasioni pubbliche di
dibattito
Di Sucar Drom (del 07/11/2009 @ 09:27:34 in blog, visitato 1571 volte)
Lastra a Signa (FI), EveryOne: le paure e i pregiudizi portano due rom in galera
Ieri mattina (28 ottobre), intorno alle 12, due Rom di 33 e 16 anni sono stati
arrestati dai Carabinieri presso il parcheggio dell’Ipercoop di Lastra a Signa
(Firenze), su denuncia di una donna che li ha accusati di volerle rapire il
figlio...
Milano, il Naga presenta il rapporto “Cittadini senza diritti”
Il Naga invita alla presentazione del rapporto “Cittadini senza diritti.
Rapporto Naga 2009. Ingombranti inesistenze”. La conferenza stampa di
presentazione si terrà a Milano, lunedì 2 nove...
Venezia, settimana decisiva per l'abitare delle famiglie sinte
Quella di oggi sarà una giornata di attesa per la giunta comunale. La speranza è
che il prefetto, che deve sciogliere il nodo gordiano del villaggio per le
famiglie sinte e decidere il da farsi, abbia compiuto la scelta. In una
direzione o nell'altra. La preoc...
Immigrati, l'integrazione è sicurezza
I dati che emergono dal dossier statistico sull'immigrazione della Caritas sono
assai significativi. In Italia gli immigrati regolari sono oltre quattro milioni
e mezzo, tenendo conto delle recentissime regolarizzazioni; quelli con il
permesso di soggiorno il 7,2%. Il Veneto è la seconda regione per presenza
(11,7%) dopo la L...
Mantova, carta bianca: il diritto di sapere, il dovere di informare
Anche quest’anno la Provincia di Mantova, per tramite dell’Assessorato alle
Politiche Sociali e Sanitarie, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura
del Comune di Mantova e della fondazione Umberto Artioli, promuove RintracciArti,
una manifestazione...
Cosenza, firma anche tu la petizione contro gli allontanamenti di Rom rumeni
Domani mattina sarà presentata la petizione, che potete leggere di seguito, per
il ritiro dei decreti di allontanamento di cittadini rom rumeni che vivono a
Cosenza e per la tutela della comunità rom di Cosenza. Per aderire scrivere a
enzapapa@libero.it o telefonare al numero 347 0920375...
Venezia, il Comune e Sinti al contrattacco
Da una parte la diffida della Provincia all'Enel di allacciare alla rete
elettrica il nuovo campo sinti verrà impugnata avanti al Tar, dall'altra per far
entrare i 31 nuclei familiari nelle casette verrà impiegato, provvisoriamente,
un generatore elettrico. Il Comun...
Milano, le politiche attuate a "favore" dei Rom e Sinti sono repressive
Si è tenuto ieri a Milano il convegno “Rom e Sinti: dalla strategia europea alle
politiche sociali”, promosso dal Tavolo Rom e dalla Rappresentanza a Milano
della Commissione Europea. Numerosa la partecipazione, non solo da Milano, ma
anch...
Venezia, il giudice voleva il carcere per Gentilini
Gentilini, per la “grave pericolosità della condotta” sarebbe stato meglio in
carcere che a piede libero. Lo ha scritto il giudice veneziano Luca Marini,
nelle sei cartelle di motivazioni della condanna per istigazione all’odio
razziale n...
Roma, l'isola che c'è
Esiste un mondo meno visibile, meno chiacchierato, probabilmente anche meno
esteso, nel grande calderone della scolarizzazione dei minori rom che risiedono
nel Comune di Roma. Questo mondo è fatto di madri e padri che colgono nel senso
più pieno...
Casarano (LE), l’amichevole dell’interazione
Il 27, 28 e 29 Marzo si è conclusa a Roma, presso il Centro Olimpico di Acqua
Acetosa, la Campagna per l’Interazione promossa dal “Ministero del Lavoro, della
Salute e delle Politiche Sociali” e ...
16° Alexian and International Friends, il Premio Phralipè 2009 a Miriam Meghnagi
L’Alexian and Internazional Friends ovvero un “trasguardo” musicale
internazionale è giunta alla sua 16° edizione. L’evento di grande portata
artistica e culturale si terrà presso il teatro Fedele Fenaroli di Lanciano
sabato 7 Novembre e sabato 14 Novembre a partire dalle ore 21. La kermesse è ...
MantovaJazz 2009, Django’s Jungle
E’ stato presentato questa mattina il programma del MantovaJazz 2009. Quest’anno
il festival è dedicato a Django Reinhardt, sinto manouche che ha reinventato il
jazz. Django è forse la cosa più sorprendente accaduta al jazz...
Il musicista Rom Manouche, Django Reinhardt, nacque nel
gennaio 1910 nei pressi del paese belga di Liverchies e morì il 16 maggio 1953
per un'emorragia cerebrale mentre rientrava a casa sua a Seine-et-Marne en Francia,
dopo un tranquillo giorno di pesca.
Mezzo secolo ed un lustro. E' il tempo che è già passato dalla morte
dell'illustre chitarrista jazz di origine gitana che, oltre a
rivoluzionare il tocco dello strumento prima che si iniziasse ad utilizzare
l'amplificazione, fu il primo in Europa che esercitò un'influenza simile a
quella dei grandi artisti statunitensi. Più che morte, sparizione fisica: il suo
tocco permarrà eternamente.
Jean Baptiste crebbe in un accampamento gitano situato ai margini di
Parigi, a lato delle fortificazioni che la circondavano, dove si era trasferita
la sua tribù materna quando aveva otto anni, assorbendo la radice gitana che poi
mostrerà nella sua musica. Django non possedette mai giocattoli o una vera casa
sino a quando non compì vent'anni. Questi Gitani francesi o Manouches erano un
mondo a sé stante, medioevale nelle sue credenze e senza rapporti con la scienza
moderna. Django crebbe in questo mondo di contraddizioni, con un piede nella
grande e moderna città di Parigi e l'altro nella storica vita del Gitano nomade.
Sin da giovane Django si sentì attratto dalla musica. All'età di dodici anni
conseguì il suo primo strumento, un banjo regalatogli da un vicino attratto dal
suo prematuro interesse per la musica. Rapidamente imparò a suonarlo, copiando
dai musici che poteva osservare. Stupì presto gli adulti con la sua abilità con
la chitarra e, prima dei tredici anni, iniziò la sua carriera musicale col
popolare fisarmonicista Guerino in una sala da ballo nella Rue Monge. Suonò
anche con altre bande e musicisti e fece la sua prima registrazione col
fisarmonicista Jean Vaissade per la Ideal Company. Dato che al tempo Django non
sapeva ne leggere ne scrivere, il suo nome in queste registrazioni apparve come "Jiango Renard".
Il 2 novembre 1928, all'una di notte, Django ritornava alla sua casa-carovana
dopo una notte di musica nel nuovo club La Java. Il caravan era stato riempito
di fiori di plastica da sua moglie, che voleva venderli il giorno seguente.
Django credette di sentire un topo ed utilizzò una candela per cercarlo. Un poco
di cera caduta sopra quei fiori altamente infiammabili bastò a provocare un
incendio infernale. Il musicista si avvolse in un mantello per proteggersi dalle
fiamme. Tanto lui che la moglie salvarono la vita, però la sua mano sinistra e
tutta la parte destra sotto alla cintura rimasero seriamente danneggiate.
Inizialmente i dottori volevano amputargli la gamba, ma Django si oppose. Le
cure ricevute furono decisive per salvargli la gamba, ma Django rimase a letto
per diciotto mesi. Alla fine erano rimasti contratti verso la palma della mano
il quarto e il quinto dito (a causa del calore ricevuto). Nonostante ciò, grazie
al suo ingegno, inventò un sistema di digitazione per supplire al problema, che
in qualche maniera influì nell'originalità del suo stile. Poteva usare le prime
due corde della chitarra per gli accordi in ottava, però l'estensione completa
era impossibile. Ciononostante, fu capace di convertirsi in un gigante della
chitarra usando unicamente le dita indice e medio.
Secondo alcune fonti, fu durante la sua riabilitazione che Django conobbe il
jazz statunitense, quando trovò un disco di Louis
Armstrong, Dallas Blues, in un mercato originario di New Orleans. Lavorava nei
caffè di Parigi quando nel 1934 il capo dell'Hot Club, Pierre
Nourry, gli propose l'idea di formare un gruppo acustico con Grappélli. Così
nacque il Quintet of the Hot Club of France, che divenne rapidamente famoso in
tutto il mondo grazie alle incisioni per Ultraphone, Decca e HMV.
Con la II guerra mondiale nel 1939 il gruppo si dissolse, lasciando
Grappélli a Londra col resto dei musicisti e Django in Francia. Durante gli anni
della guerra, guidò una big band, un altro quintetto col clarinettista Hubert Rostaing
al posto di Grappélli e dopo la liberazione di Parigi, incise con musicisti statunitensi che
arrivavano in Francia come Mel Powell, Peanuts Hucko e Ray McKinley. Nel 1946 Reinhardt cominciò ad usare
la chitarra elettrica e realizzò un tour per gli Stati Uniti come solista
nell'orchestra di Duke Ellington, anche se non ottenne grande successo. Alcune
delle sue incisioni con la chitarra elettrica negli ultimi anni della sua vita
sono incursioni nel bop che suonano frenetiche a paragone con l'allegro swing
dei suoi inizi. Senza dubbio, a partire dal gennaio 1946, Reinhardt e
Grappélli giunsero a capo di varie riunioni sporadiche dove le influenze bop
sono più sottilmente integrate nell'antico formato swing. Durante gli anni '50, Reinhardt
si ritirò in Europa, suonando e registrando sino alla sua morte, dovuta ad
emorragia cerebrale, nel 1953.
Reinhardt rivoluziona il tocco della chitarra nel jazz proprio prima che si
iniziasse ad utilizzare l'amplificazione. Sulla base di un basso, due chitarre
ritmiche e dell'abituale violino di Stéphane
Grappélli, Django sviluppa una musica allegra e straordinariamente flessibile. I
suoi concetti armonici furono sorprendenti per la sua epoca e così impressionò
musicisti come Charlie Christian e Les Paul; inoltre la sua influenza sullo
swing fu decisiva per marcare una linea tra questo e la cosiddetta musica
country.
Anche se non sapeva leggere la musica, da solo ed assieme a Grappélli, Reinhardt
compose varie melodie originali e di successo come "Daphne", "Nuages", "Manoir
de Mes Rêves", "Minor Swing" e l'ode alla sua compagnia discografica degli
anni trenta "Stomping at Decca".
Di Django Reinhardt s'è raccontato (qui e altrove)
praticamente tutto. Per chi volesse ripassare la sua vicenda...
di Giordano Montecchi 18 gennaio 2010
La storia è di quelle che fanno palpitare: avventura e sventura mescolate
insieme, di quelle storie che non basta un film per raccontarle. Perché è vita
vera, sofferenza, passione, sogni, miseria, fortuna, genio e sregolatezza.
Insomma: Django Reinhardt. Era il 23 gennaio di cent’anni fa. A Liberchies,
qualche centinaio di anime poco a nord di Charleroi, Belgio, faceva un freddo
cane. Appena fuori dal villaggio da qualche giorno c’era una carovana di
zingari, cinque o sei roulottes malandate, coi loro cavalli smagriti, i falò per
scaldarsi, e, al centro, una piccola tenda da circo. Quel giorno, in una delle
roulotte, Laurence Reinhardt partorì un maschietto. Laurence era così scura di
pelle da essere soprannominata «Negros». Era l’acrobata del circo ed rimasta
incinta di Jean Vées, acrobata anche lui e, quando poteva, musicista: chitarra,
violino, un po’ di tutto. Lei però non volle saperne di sposarlo. Il bambino si
chiamò Jean-Baptiste, ma presto gli fu affibbiato l’immancabile soprannome:
Django.
IL BANJO A DODICI ANNI. La carovana viaggò ancora molto. Girovagarono per
l’Italia, poi furono in Algeria e infine si fermarono alla periferia di Parigi.
Sua madre gli regalò un banjo, e a dodici anni Django accompagnava già suo padre
e suo zio che si esibivano al caffé del mercato delle pulci di Clignancourt,
poco fuori Parigi. Django era bravo, molto bravo, suonava la chitarra con una
grinta e una velocità da lasciare a bocca aperta. A diciotto anni aveva già
registrato qualche traccia, aveva la sua piccola fama, ma era e restava uno
zingaro e ogni notte tornava a dormire nella sua vecchia roulotte. La sua
seconda nascita avvenne nel 1928 e fu tragica. Era ottobre, il 26. Jack Hylton,
leader di un’orchestra alla Paul Whiteman piuttosto famosa, gli offrì di entrare
nella sua band per una tournée in Inghilterra. Era fatta!
Forse quella sera Django era eccitato, fatto sta che rovesciò la candela accesa
e i fiori di celluloide da vendere l’indomani davanti al cimitero presero fuoco
e in un baleno la roulotte fu avvolta dalle fiamme. Bella Baumgartner, la sua
compagna, se la cavò con poco, ma Django riportò ustioni gravissime sul lato
destro del corpo e alla mano sinistra. Diciotto interminabili mesi di ospedale,
e alla fine, mignolo e anulare della mano sinistra rimasero paralizzati. I
medici furono unanimi: la sua carriera di musicista era finita. Ma non sapevano
con chi avevano a che fare. Perché da quel rogo di miseria ed emarginazione,
qualcosa che ben conosciamo ancora oggi, era nato Django Reinhardt, il dio
zingaro della chitarra. Dio, perché nessun essere umano avrebbe potuto essere
così testardo, inventarsi un modo di suonare con solo due dita e diventare un
virtuoso impressionante, rivoluzionando la tecnica e il destino della chitarra.
La carriera fu sfolgorante. Incontrò il suo alter ego in Stéphane Grappelli,
violinista tanto per bene quanto Django fu sempre imprevedibile, sbruffone,
spendaccione. Col loro celeberrimo Quintette du Hot Club de France furono i
protagonisti assoluti del trapianto del jazz in Europa, con Monsieur Grappelli
perennemente imbarazzato per le figuracce cui lo costringeva Django: analfabeta
vero, per il quale un contratto era solo carta; nomade nell’anima, bisognoso
ogni tanto di sparire per tornare alla sua roulotte e alle sue radici. Django
era fin troppo «fenomeno» per accodarsi a una musica altrui qual era in fondo il
jazz. Andò in America, ma il suo idolo Duke Ellington fu una delusione: tutto
troppo ordinato, ufficiale, per lui che non volle mai leggere una nota di
musica. Django era un sinti, che in Francia sono detti manouche, ricchi come
tutte le etnie zingare di una loro tradizione musicale tutta chitarre e violini.
Django la «contaminò» e nacque il jazz manouche, jazz portatile: chitarra e
violino solisti, niente batteria ma due chitarre e contrabbasso per la pompe,
così si chiama quel ritmo indiavolato che ti scortica e sale su dalle piante dei
piedi.
INCIDENTE PITTORESCO Curioso sfogliare le pagine di allora. Per André Hodeir,
grande jazzologo, Django non era jazz, ma solo un «incidente pittoresco». Ma
girate oggi per dischi, o per locali. I gruppi di giovani e giovanissimi,
calamitati da questo modo sfrenato di scoparsi la chitarra, sono una schiera e
gli scaffali, quelli che restano, pieni di questa musica, un po’ jazz un po’
world music, con protagonisti dai nomi così inesorabilmente diasporici: Bireli
Lagrène, Stochelo Rosenberg, Angelo Debarre, Tchavolo Schmitt ecc. Hodeir toppò,
ma non Eric Hobsbawm, che nascosto dietro lo pseudonimo di Francis Newton nel
1959 pubblicava The Jazz Scene, magnifica storia del suo oggetto amato. Dice
Hobsbawm: «è significativo che Reinhardt sia fino ad ora il solo europeo che
abbia conquistato un posto nell’Olimpo del jazz... ed è significativo che si
tratti di uno zingaro». Perché insistere su quel «significativo»? Perché un
grande storico come Hobsbawm aveva capito che il destino del jazz non era quello
di essere solo la musica dei neri. Il jazz era l’annuncio che una nuova musica
alzava la voce: la musica di quelli che il «primo mondo» ha sempre ignorato o
odiato. Django è storia di adesso.
A destra Hans Zimmer, con i musicisti della Slovacchia il cui talento appare
nella colonna sonora di "Sherlock Holmes - Gioco di Ombre"
Può avere un risposta un mistero musicale, dopo l'uscita di "Sherlock Holmes
- Gioco di Ombre" il 16 dicembre e il rilascio della colonna sonora da parte di Watertower Music
tre giorni prima. Avendo usato per il film la musica zingara di un gruppo di
strumentisti slovacchi, il compositore Hans Zimmer spera che la colonna sonora
possa servire da trampolino per questi sconosciuti musicisti di un villaggio.
"Quello che sto cercando di fare, via iTunes, è aggiungere bonus track perché
l'album resista più a lungo." dice Zimmer, seduto nel suo studio di Santa
Monica, California. "Vediamo dove si arriva, non sono ancora sicuro di tutta la
storia. Voglio vedere cosa se ne pensa un po' in tutto il mondo e se (la musica)
piace, possiamo inciderne ancora."
Il video che racconta del viaggio di Zimmer in Slovacchia per registrare la
musica dei Rom, sarà disponibile all'uscita dell'album, assieme a tre tracce.
Il cortometraggio ha particolarmente eccitato Zimmer. "C'era grande musica in
tutti i villaggi dove siamo andati," dice. "Una cosa incredibile."
Due bande rom [...] sono nella partitura del film, gli otto elementi di Kokavakere Lavutara
ed il quintetto Ciganski Baroni. La Mnozil Brass Band fornisce un elemento
tedesco al lavoro orchestrale di Zimmer e del suo collaboratore Lorne Balfe.
"Dall'India al sud della Spagna e poi in Irlanda, c'è questa corrente di
coscienza musicale che si può seguire," dice Zimmer. "Amo tutti questi
chitarristi zingari."
Zimmer, che supervisionerà le musiche per gli Academy Awards assieme a Pharrell
Williams, ha discusso "Sherlock Holmes" e3 la creazione del coro per
il prossimo "Cavaliere Nero" in un'intervista con Billboard.biz.
Sembra che la tua immaginazione corra selvaggia su questo tema - sono più
gli stili russo ed europeo, che quello dell'Inghilterra vittoriana. Però, è
prominente la musica rom. Da dove arriva questa idea?
Ho accennato a temi zingari nel primo ed ho letto lqa sceneggiatura alla pagina
IV dove si dice "la zingara indovina." Da lì ho telefonato (al regista) Guy (Ritchie)
dicendogli "Andiamo!". Conosco la musica, ma non posso fare niente su stereotipi
e pregiudizi. Volevo trovare i musicisti, vedere l'ambiente. Nei contatti siamo
stati aiutati da Madeleine Albright e dal National Democratic Institute. La
priorità era di trovare grandi musicisti e d'altra parte pensavamo che sarebbe
stato simpatico documentare in una certa maniera. Mia sorella (Zoe) è fotografa
di moda ed era d'accordo sarebbe stato bello in questo modo. Entrando nelle
comunità rom, ho lasciato il mondo che conoscevo, prima non potevo immaginarmelo
- si è nel mezzo dell'Europa, ma non te ne renderesti mai conto. C'è questa
povertà ed ingiustizia mitigate da un'incredibile dignità e musicalità.
E' un'atmosfera molto diversa, non solo dal primo "Sherlock Holmes", ma
anche da tutti i tuoi altri lavori. Canticchiavo una melodia mentre lasciavo il
teatro.
Abbiamo ridotto la musica del film per vari motivi - sembra funzionare col
moderno Zeitgeist. E' solo con i film d'animazione che si adoperano ancora
lunghe ed ampie melodie. Inoltre l'idea del virtuosismo è diventata
completamente marginale. Amo la musica virtuosistica. Potessi, passerei il resto
della mia vita registrando Jeff Beck. (I virtuosismi) non si adattano (alle
colonne sonore), ma i musicisti rom sì. Nel contempo, posso tornare al mio mondo
minimalista. E' stato divertente avere tutti questi musicisti rom in una stanza
e dire "OK, proveremo a fare una cosa minimalista come il ticchettio di un
orologio." Portarli fuori da quello a cui erano abituati.
Facendo così, eri cosciente di mescolare la loro musica con quella
orchestrale, permettendo loro contemporaneamente di esprimersi secondo le loro
tradizioni?
Non potevo fare cose alla Django (Reinhardt). Troppo lontane dal loro mondo. Gli
(spunti musicali) di Sherlock non erano troppo (basati su) Ennio Morricone, come
può sembrare a molti, ci sono più Kurt Weill e Bertolt Brecht. Ho immaginato che
lanciando la musica della repubblica di Weimar nell'Inghilterra vittoriana
sarebbe stato qualcosa di interessante - piccole unghiate sporche e l'UNPA UNPA
degli ottoni.
Per te stato davvero un anno di sequel - "Pirates of the Caribbean: On
Stranger Tides," "Kung Fu Panda 2," "Holmes" - per
continuare con "The
Dark Knight Rises" and "Madagascar 3". Come ti cauteli dal rischio di
ripetizioni?
Divento pazzo. Cerco di proporre idee che siano appropriate e poi vedere se c'è
qualcun altro la fuori che io possa scuotere un poco. Mi piace il processo
collaborativo - non dobbiamo semplicemente conformarci al sistema di Hollywood.
Mi piace quando i miei registi sono parte della band. Quando ascolti (la colonna
sonora) dell'album, c'è questa "Shadows Suite", cioè me stesso al livello più
dittatoriale. Verificatane la solidità e che fosse proponibile, l'abbiamo data
ai musicisti rom. Il mio partner Lorne è un grande quando dice "cosa
succederebbe se" quando ho delle intuizioni. Molte volte se ne esce con un'idea
armonica che io, troppo preso dalle mie certezze, non avrei mai avuto. Se
l'architettura è solida per iniziare, è facile aprire le porte ed aggiungervi
dell'individualità.
Nonostante la serie filmica per cui sei più conosciuto, Batman, hai
collaborato con James Newton Howard, ora lavori da solo. Dove ti situi in questo
processo?
Ho dato al (regista) Chris (Nolan) un po' di musica per "Dark Knight Rises". Ciò
che ne ha accresciuto la visibilità è stato il nostro canto. Mi venne in mente
un canto che coinvolgesse centinaia di migliaia di persone. Ed abbiamo usato una
frazione dell'idea per rivelare un personaggio su Internet. La gente è molto
intrigata da questo campo e dal suo risultato. Abbiamo soltanto (postato) su
Facebook e Twitter che tutti potevano partecipare su ujam.com. Mi piace l'idea
che tramite gli ultimi due film (di Batman) abbiamo creato questo mondo, il
mondo di Dark Knight. So che i fan hanno una vera comprensione e rispetto per
questo mondo. Quindi, perché non renderli abitanti di questo mondo, renderli
parte? Si svilupperà sino alla fine di dicembre. Tutto ciò che dico (ai
potenziali cantanti) - se volete essere ascoltati, vi chiedo di essere un po'
più aggressivi. Basta carinerie. Un po' più di atteggiamento. Questa idea si è
evoluta dal coro di Eric Whitacre su YouTube. Una delle cose interessanti per un
tecnico del suono è che ogni voce viene registrata nel suo proprio ambiente.
Mettere assieme tutti questi ambienti non lo si ottiene spesso. Diventa un suono
davvero interessante.
Zimmer ed i musicisti zingari slovacchi nello studio del compositore Santa Monica, Calif.
Foto: Phil Gallo
Il Musée de la Musique (Paris 19e) sta preparando un'importante mostra
dedicata al chitarrista Django Reinhardt (1910-1953) e alla sua epoca. La mostra
intitolata "Django Reinhardt, Swing de Paris" si terrà dal 6 ottobre 2012 al 20
gennaio 2013.
Il progetto Django Reinhardt fa parte di un ciclo di esposizioni presentate e
prodotte al Musée de la Musique, dedicate ai grandi musicisti popolari del XX
secolo, come Jimi Hendrix, John Lennon, e più recentemente Miles
Davis, Georges Brassens, e Bob Dylan.
Un'opera giudicata essenziale per questa esposizione, è conservata nelle
collezioni del Polo Fisarmoniche a Tulle. Si tratta di una fisarmonica cromatica
modello Chroma 348, marca Maugein Frères, fabbricata nel 1928, di colore verde
marmorizzato. Queste le sue caratteristiche tecniche:
destra: 3 file, 34 bottoni, 3 voci
sinistra: 4 file, 48 bassi, 4 voci.
Dunque, questa fisarmonica da Tulle andrà in esilio per alcuni mesi nella
capitale, per arricchire ed illustrare la mostra del Musée de la Musique.
su youtube o anche sui siti del Corriere e di Repubblica, trovate molto
materiale. Qua si riassume in poco più di due minuti una lunga e intensa
mattinata
E visto che in Mahalla non ci facciamo mancare niente:
Jovica riconoscimento ad un artista
Non conosco quali pensieri abbiano ispirato il Ministro Maroni allorquando ha
deciso di accogliere la richiesta del musicista Jovic Jovica, e di moltissimi
amici e artisti che l’hanno sostenuta, di annullamento di un’espulsione
comminata mentre era in corso di rilascio un permesso di soggiorno per meriti
artistici.
Mi piace però pensare o forse sperare, che questo gesto così imprevedibile e
sorprendente, riveli una passione per la musica, che accomuna, anziché dividere,
al di là delle sovrastrutture ipocrite del pensiero contemporaneo e dei
pregiudizi da cui è pesantemente condizionato.
Conosco Jovica da molto tempo, anni ormai, che abbiamo spesso percorso insieme
tra molte difficoltà e poche speranze.
Di sé stesso, della sua musica, ama spesso ripetere: “Da che sono nato nella mia
vita c'è musica. Il mio bisnonno era violinista. E' morto a 106 anni, sdraiato
sul letto, con la testa appoggiata al muro e il violino in mano, mentre suonava.
L'abbiamo trovato così e abbiamo fatto fatica a separarlo dal violino, perché le
sue dita erano rigide. Non riesco a pensare a una morte più dolce”.
Tempo fa ebbi la fortuna di visitare la “Kafana” (Taverna) che gestiva in
gioventù a Pozarevac, 40 km. da Belgrado, prima della guerra.
Un luogo in cui il tempo è rimasto immobile, avvolto nelle reti di ragnatele che
trattengono i ricordi, quelli belli e quelli brutti.
Un’amica comune, un giorno, andò alla ricerca nella sonnolente campagna serba
della sua amatissima fisarmonica cromata, la stessa che oggi lo accompagna su
tutti i palcoscenici.
Tre anni fa, insieme alla sua famiglia, ottenne una piazzuola nel campo comunale
di via Sesia, a Rho.
Neanche questo fu facile o scontato, mentre oggi i nuovi amministratori locali
quel campo lo vorrebbero chiudere, ricacciando tutti per strada.
Nell’esaltazione del momento qualcuno ha forse azzardato accostamenti un po’
eccessivi…lontani dal carattere umile e gentile di Jovica, paragonandolo al
jazzista Django Reinhardt..
Io mi limito a pensare che una comunità, come quella rhodense, che si rivela
così incapace di entusiasmarsi per la ricchezza culturale che la circonda,
dimostri solo quanto sia destinata a rimanere l’ombra di sé stessa, vittima di
insignificanti “ombre” politiche che la amministrano attraverso le istituzioni
locali, come le ragnatele che avvolgono la lontana “Kafana” di Jovica…
Il 1° Meeting Antirazzista Europeo invita ogni persona a confrontarsi
con i temi dell’antirazzismo e dell’antidiscriminazione.
La Campagna DOSTA (“Basta” in lingua Romanì) è stata promossa dal Consiglio
d’Europa e dalla Commissione Europea in vari paesi europei; in Italia si sta
portando avanti con il coordinamento e il finanziamento dell’UNAR.
Il suo obiettivo è quello di superare i pregiudizi nei confronti dei Rom e
Sinti, facendo conoscere la ricchezza della loro cultura, nonché le difficoltà
che essi trovano per raggiungere una piena inclusione sociale, abitativa,
educativa e lavorativa.
Nella cornice naturale del Parco Europa potrai ascoltare e discutere insieme a
Sinti, Rom, politici, attivisti e operatori su come leggere e combattere il
razzismo e le discriminazioni. Nei gazebo situati nell’area circostante del
grandissimo tendone, troverai mostre sulla storia, la cultura e l’artigianato
tradizionale. Ma non solo, perché ogni sera potrai vivere insieme a Sinti e Rom
momenti di festa con gastronomia e musica che ti delizieranno e affascineranno.
Luogo:
“ >> PARCO EUROPA << “
Viale Europa – Bolzano
MEETING ANTIRAZZISTA EUROPEO
Mercoledì 2 giugno 2010 ore 17.00 - 24.00
Ore 17.00 Apertura del MEETING
On. Maria Luisa Gnecchi
Luigi Spagnolli, Sindaco della città di Bolzano
Christian Tommasini, Vice Presidente della Provincia di Bolzano
Roberto Bizzo,Assessore alle Pari Opportunità della Prov. di Bolzano
Primo Schönsberg
Radames Gabrielli Presidente dell’associazione Nevo Drom
18.00 Apertura Festa con:
GASTRONOMIA TRADIZIONALE SINTA
21.00 Musica jazz con il complesso Django ’ Clan
con Carmelo Tartamella
24.00 Chiusura festa
“SINTI E ROM, CITTADINI
EUROPEI DISCRIMINATI: DOSTA!”
Giovedì 3 giugno 2010 ore 17.00 - 24.00
Moderatore: Dijana Pavlovic, Vice Presidente della
Federazione Nazionale Rom e Sinti Insieme
17.00 La campagna Dosta! in Italia e in Europa
Radames Gabrielli, Presidente Fed. Nazionale Rom Sinti Insieme
Rappresentante Unar (Uff. Nazionale Antidiscriminazione Razziale ed Etnica)
Rappresentante del Consiglio d’Europa
Vladimiro Torre, Presidente associazione Them Romano (RE)
Roberto Bizzo, Assessore alle Pari Opportunità, Provincia Bolzano
Karl Tragust, Direttore di ripartizione sociale provincia Bolzano
19.35 Apertura Festa con:
GASTRONOMIA TRADIZIONALE SINTA E ROM
21.00 Musica tradizionale sinta
- STRAUMALI & MARLENE
- THE GIPSYES VAGANES
24.00 Chiusura Festa
LOTTA ALLE DISCRIMINAZIONI
Venerdì 4 giugno 2010 ore 17.00 - 24.00
Moderatore:
Luciano Scagliotti, (Enar) European Network Against Racism
17.00 Tavola Rotonda
Dott.ssa Karin Girotto
Onorevole Rita Bernardini
Enrico Lillo, Presidente circoscrizione don Bosco
Onorevole Luisa Gnecchi
Robert Gabrielli, Federazione Rom Sinti Insieme
Mauro Minniti,Vice presidente Consiglio prov. Bolzano
Onorevole Letizia de Torre
Maurizio Alemi,“progetto azioni contro le discriminazioni” Porte Aperte,
Voluntarius, Fondazione Langer, HRI
19.35 Apertura Festa con:
GASTRONOMIA TRADIZIONALE SINTA E ROM
21.00 L’attore teatrale, scrittore e musicista
MONI OVADIA con il suo gruppo
24.00 Chiusura Festa
SINTI E ROM IN ITALIA E IN EUROPA
Sabato 5 giugno 2010 ore 17.00 - 24.00
Moderatore: Carlo Berini
Associazione Sucar Drom
17.00 Tavola Rotonda
Primo Schönsberg
Mauro Di Vieste, Direttore Popoli Minacciati
Gabrieli Mirco, Vice Presidente Associazione NEVO DROM TN
Tommaso Vitale, sociologo
Prof. Oliver Legros, Francia
Elisabetta Vivaldi, attivista rom
Yuri Del Bar, Segretario federazione Rom Sinti Insieme
Davide Casadio, Pastore evangelico MEZ
19.30 Apertura Festa con:
GASTRONOMIA TRADIZIONALE SINTA E ROM
21.00 Musica tradizionale sinta
Con il complesso musicale altoatesino
DAVIDE IL GITANO
24.00 Chiusura Festa
FESTA SINTA
Domenica 6 giugno 2010 ore 15.30 - 24.00
15.00 Apertura Festa con:
GASTRONOMIA TRADIZIONALE SINTA E ROM E VARIE
17.00 Musiche varie
21.00 - Straumali & Marlene
- THE GIPSYES VAGANES
24.00 Chiusura Festa
PORRAJMOS ALTRE TRACCE
SUL SENTIERO PER AUSCHWITZ
2 – 6 Giugno 2010
dalle 9.00 alle 24.00 al Parco Europa - BZ
Mostra fotografica documentaria sulle persecuzioni razziali
subite da Sinti e Rom durante il nazifascismo.
PER NON DIMENTICARE IL PORRAJMOS
Giovedì 3 giugno 2010
Sala riunioni del Centro Syn
Piazza Don Bosco, 21 - 39100 Bolzano
Patrocinio della Città di Bolzano e in collaborazione
con l’Archivio Storico
9.30 Conferenza
sulle persecuzioni subite da Sinti e Rom, con
interventi di storici e proiezioni di filmati in
ricordo e memoria della Sinta,
BARBARA RICHTER
Bolzanina, d’origine Cecoslovacca sopravvissuta ad
Auschwitz Birkenau e agli esperimenti di Mengele,
Deceduta alcuni anni fa a Bolzano.
11.00 Deposizione di una corona
a Passaggio della Memoria davanti alla Targa in
Memoria dei Sinti e Rom, Vittime delle persecuzioni
razziali, nei pressi del Muro del Lager di Via Resia
30 Bolzano.
CINEMA
Sabato 5 giugno 2010 alle ore 21.00
AL CINEFORUM BOLZANO
(Via Roen 6, Bolzano)
“Io, la Mia Famiglia Rom e Woody Allen”
Con la partecipazione della REGISTA Rom
Domenica 30 settembre 2012, h. 20.00
PALAZZO DUCALE Piazza Matteotti 9 - Genova - info tel. 010 5574064 / 65
www.palazzoducale.genova.it Una notte di musica, poesia, pittura e cinema Rom.
Allegria, forza espressiva, festa per la vita, sono le caratteristiche
principali dell'arte romanì.
Una serata per affacciarsi su un mondo sconosciuto: la musica,
la letteratura, la poesia, il cinema e le arti figurative dei rom e dei
sinti. L'universo artistico romanì muove dalla quotidianità interna
alla famiglia di appartenenza, ma attraverso una sorprendente
vivacità espressiva riesce a diventare coinvolgentelinguaggio universale.
La musica è l'arte più nota dei rom e dei sinti: "Sublime canto mistico"
come sosteneva Franz Liszt, ma di notevole interesse è
anche la giovane letteratura con le sue aspirazioni a una visione
libera, pura e naturale della vita.
Una serata per vedere e parlare anche di cinema e arti figurative
che attraverso un linguaggio a volte onirico, a volte autoironico,
ma sempre permeato di voglia di andare avanti, ci raccontano
l'uomo, le sue meraviglie e le sue miserie.
con
Seo Cizmic
Pino Petruzzelli
Paola Piacentini
Claudio Pozzani
Claudia Priano
e le musiche tradizionali e il jazz manouche
di Django Reinhardt con il gruppo sinto
The Gipsyes Vàganes.
I sinto altoatesini The Gipsyes Vàganes fino a poco tempo fa si chiamavano
U Sinto ed erano un gruppo musicale composto da zii e nipoti della
famiglia Gabrielli. I nipoti con un nome nuovo che in italiano significa "i
sinti antichi", proseguono, rileggendola, la tradizione dei loro avi.
Di Sucar Drom (del 17/09/2010 @ 09:11:00 in Italia, visitato 2386 volte)
L'associazione Sucar Drom e la Federazione Rom Sinti Insieme, in
collaborazione con l'UNAR, la Provincia di Mantova e l'Istituto di Cultura Sinta,
invitano al Festival Dosta! che sbarcherà a Mantova venerdì 8 e sabato 9 ottobre
2010.
Programma provvisorio
Venerdì 8 ottobre, ore 21.00, Teatro Bibiena
CONCERTO: DJANGO'S CLAN
Nel centenario della nascita di Django Reinhardt, genio della musica jazz
europea, un concerto che ne ripercorre l'arte e la tecnica per vivere la musica
e l'arte del più grande musicista sinto.
Sabato 9 ottobre, Cinema del Carbone
- ore 10.30, Spettacolo teatrale della compagnia Rom Theatre rivolto alle scuole
superiori;
- ore 17.00, Dibattito pubblico
- ore 19.30, Aperitivo
- ore 21.15, Spettacolo teatrale della compagnia Rom Theatre
L'UNAR, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, nell'ambito delle sue
attività istituzionali ed in collaborazione con le principali associazioni rom e
sinte, ha lanciato per l'anno 2010 la Campagna DOSTA, una grande iniziativa di
sensibilizzazione dell'opinione pubblica sulle comunità rom in Italia.
La Campagna DOSTA ("Basta" in lingua Romanì) è stata già promossa dal Consiglio
d'Europa e dalla Commissione Europea nell'ambito del terzo programma congiunto "Equal
Rights and Treatment for Roma". La campagna DOSTA è stata già realizzata con
successo in cinque paesi dell'Europa dell'Est: Albania, Bosnia e Herzegovina,
Montenegro, Serbia, Slovenia ed Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia, mentre è
di prossima presentazione la campagna in Francia e Bulgaria. La Campagna non è
mai stata diffusa in Italia e intento dell'UNAR sarà quello di studiare
strumenti, metodologia e messaggi costruiti dalla campagna, per un loro
adattamento in lingua italiana contestualizzato all'ambito storico e culturale
italiano, oltre alla promozione e valorizzazione di eventi e prodotti realizzati
da associazioni rom e sinte rivolte alla sensibilizzazione sulle difficoltà di
inclusione sociale, abitativa, educativa e lavorativa delle comunità Rom.
La Campagna è stata pensata e condivisa con le principali reti di associazioni
rom e sinte in Italia: la Federazione Rom e Sinti Insieme, la Federazione
Romanì, UNIRSI. Le associazioni operano all'interno di un Tavolo di
coordinamento ROM istituito e coordinato dall'UNAR e collaborano alla
pianificazione della campagna e alla progettazione e realizzazione degli eventi
previsti, in collaborazione con le istituzioni locali coinvolte dalle
iniziative.
Obiettivo generale della Campagna è quello di favorire la rimozione degli
stereotipi e pregiudizi nei confronti delle comunità rom e sinte attraverso una
strategia globale di confronto e conoscenza reciproca.
Obiettivi specifici della Campagna saranno quelli di:
• favorire una migliore conoscenza della cultura Rom e del suo contributo nella
storia europea attraverso mostre e spettacoli, premi, seminari e conferenze,
eventi pubblici e campagne sui media;
• promuovere un confronto diretto con la realtà rom ed i rischi di
discriminazione ed esclusione sociale attraverso percorsi formativi per il mondo
del giornalismo e gli enti locali, tavoli di lavoro e occasioni pubbliche di
dibattito
28 marzo 2013 h.20.45 PAPACQUA, via Daino 1 - MANTOVA.
Introduzione di Igor Costanzo. Durante la
serata proiezione di fotografie in
collaborazione con Paola Castagna.
5 aprile 2013 h. 21.00
LE STORIE DEL MANEGHETO, vicolo Cere 24, VERONA Non ci sono confini agli orti di Spagna: storie, poesie, immagini e
musica di gente di viaggio. Con la fisarmonica di Tommaso Tommo Castagnini e le
immagini di Paola Castagna. Cena alle 19.30 - meglio prenotare 045-8014299
7 aprile 2013 h.17.30 TEATRO Valle Occupato, via del Teatro Valle
21, ROMA. Il tempo dei Rom, con Paul
Polansky, Pino Petruzzelli, Bianca Stancanelli,
la musica di Djovedì Django e degli Errichetta
Underground, la danza di Barbara Breyhan e
Daniela Evangelista, il canto di Debora Longini
e Daniela Bruno accompagnate da Ivan Macera e da
Mauro Tiberi, Stefano Liberti ed Enrico Parenti,
autori del documentario prodotto da ZaLab "Campo
sosta". Il tutto allietato dalla cucina rom.
9 aprile 2013 h.21.00 LIBRERIA
POPOLARE, via Tadino 18 - MILANO.
Presentazione "Il pianto degli zingari"
11 aprile 2013 h.21.00 ARCI Via d'Acqua,
viale Bligny 83, PAVIA. Impegno, musica,
poesia: programma in via di definizione
13 aprile 2013 h. 18.30
SUNSET CALDE' Piazza del Lago, 3 - 21010 - Castelveccana (VA) SLAM POETRY
15 aprile 2013 h.21.00
C.A.M. Ponte delle Gabelle, via san Marco 45 -
MILANO. Presentazione "Il pianto degli zingari"
16 aprile 2013 h.10.00
Isis GIOVANNI FALCONE, Via Matteotti 3, GALLARATE
(VA). Le parole sono luce: dialogo con gli
studenti. Introduzione di Ernesto Rossi.
Accompagnamento musicale di Mario Toffoli
17 aprile 2013 h. 18.30 LIBRERIA UTOPIA,
via Vallazze 34, MILANO. Chiusura tour
milanese
18 aprile 2013 h. 19.30
Spazio CENTO-TRECENTO, via Centotrecento 1/a BOLOGNA Chiusura tour italiano
Il pianto degli zingari
Danica è una ragazza intelligente. Nella scuola che frequenta a Monaco prende
ottimi voti, aiuta i compagni in grammatica. Forse farà l'insegnante, o forse la
dottoressa. Ma dalle quattro di una mattina d'inverno, di punto in bianco deve
lasciare casa libri amici lingua futuro, salire a forza con i genitori e la
sorellina su un aereo pieno di rom diretto a Pristina e a un incubo seppellito
nella mente dieci anni prima assieme a una lingua.
"Avna o nemcoja", aveva gridato suo padre quella mattina di giugno del 1999.
"Arrivano i tedeschi!", lo spauracchio che tornava nei racconti del nonno sulla
seconda guerra mondiale e sui nazisti in cerca di vergini da violentare. Ma
erano stati i vicini albanesi, vestiti di scuro, a cacciarli di casa agitando
asce e forconi. Lei aveva sette anni. Ora, alle quattro di mattina, il passato
ritorna a sfondare la porta di casa. Ma lei non è tedesca? Ha l'uniforme
scolastica, ha vinto una borsa di studio. E questa vicina che piange e protesta
coi poliziotti la considera come una figlia.
Lo stile spoglio e fattuale di Polansky è perfetto per una storia raccontata da
un'adolescente. Il reportage trasfigurato in racconto in versi è una denuncia
che rimane oltre il tempo dell'emergenza. Se non ci fossero emergenze senza
scadenza.
Il pianto degli zingari è un libro per tutti e dovrebbe entrare nelle aule
scolastiche, per animare i concetti di dignità umana, diritti dei minori,
cittadinanza, accoglienza, integrazione col volto e la voce di Danica. Roberto Nassi
Note: Autore: Paul Polansky Edizione: Volo press Postfazione:
Rainer Schulze
Immagini: Stephane Torossian
Traduzione: Fabrizio Casavola
Euro 10,00
Lo Spirito nomade: viaggio nella religiosità dei rom e dei sinti
Con Giorgio Bezzecchi, Graziano Halilovic, Daniele Degli Innocenti, Lucia La
Santina e Viola Della Santa Casa
Ancora uno sguardo di Uomini e Profeti fissato su ciò che è minoritario,
laterale, recessivo nella scala di valori della cultura ufficiale e dei grandi
dibattiti. Nella puntata di oggi ci incamminiamo lungo le strade percorse dallo
Spirito nomade, per entrare nella religiosità che abita i margini, quelli lungo
i quali si spostano e si soffermano le carovane dei rom e dei sinti. Una
religiosità permeabile che accoglie ciò che incontra e lo assorbe, facendone una
devozione semplice e forte, che non ha nulla di esotico, proprio come i campi
nomadi in cui viene vissuta, o per dirla in modo più politicamente corretto, le
microaree. Le microaree come quella dei sinti evangelici del quartiere di San
Basilio, nella periferia di Roma, dove abbiamo incontrato il pastore evangelico
Daniele Degli Innocenti, Lucia La Santina e Viola Della Santa Casa, che parlano
con discrezione e consapevolezza della loro fede, del loro risveglio, della loro
chiesa costruita con le proprie mani, nella quale ci siamo seduti a parlare,
mentre i rumori del vicino raccordo anulare e un pauroso nubifragio rendeva la
periferia romana ancora più livida.
Con gli ospiti in studio, Giorgio Bezzecchi, Graziano Halilovic rom khorakhanè,
ovvero musulmano, arricchiremo di ulteriori tessere il mosaico di
un'appartenenza religiosa mutevole come le terre che attraversa.
Suggerimenti di lettura
L. Narciso, La maschera e il pregiudizio. Storia degli zingari, Melusina 1996
L. Piasere, Un mondo di mondi. Antropologia delle culture rom, L'Ancora del
Mediterraneo 1999
L. Piasere, Italia Romanì, vol I, II, III, Cisu edizioni, 1996, 1999, 2002
A. Luciani, Un popolo senza territorio e senza nazionalismi: gli zingari
dell'Europa orientale, in A. Roccucci, Chiese e culture nell'Est europeo, Ed.
Paoline 2007, pp.275-326
Stojka Ceija, Forse sogno di vivere. Una bambina rom a Bergen-Belsen, Giuntina
2007
Parole Cvava sero po tute
i kerava jek sano ot mori
i taha jek jak kon kasta vasu ti baro nebo
avi ker kon ovla so mutavia kon ovla ovla kon ascovi
me gava palan ladi
me gava palan bura ot croiuti
Poserò la testa sulla tua spalla
e farò
un sogno di mare
e domani un fuoco di legna
perché l'aria azzurra
diventi casa
chi sarà a raccontare
chi sarà
sarà chi rimane
io seguirò questo migrare
seguirò
questa corrente di ali Versi in lingua romanés tratti da Khorakhanè, di Fabrizio De André e Giorgio
Bezzecchi
Musica Minor swing- Django Reinhardt (1910-1953), chitarrista di origine sinti,
ideatore e maggiore esponente storico del Jazz Manouche (Dal cd Retrospective et.
SAGA/038 164-2)
Casilino 900 è un campo abitato da rom di diversa provenienza: Bosnia,
Montenegro, Kossovo. All’incrocio tra via Casilina e via Palmiro Togliatti è
un’area che già decenni addietro ospitava una baraccopoli di sottoproletari
italiani, immigrati dalle regioni meridionali. Dopo decenni di tolleranza e
qualche modesto intervento pubblico (scolarizzazione, bagni chimici, una (!)
fontanella, periodica pulizia) da qualche tempo qualcuno ha deciso che era
venuta l’ora di rendere la vita difficile agli abitanti. I controlli di polizia
sono diventati sempre più frequenti. Improvvisamente è stata interrotta
l’erogazione di energia elettrica con il conseguente forte disagio. Inoltre sono
state fatte circolare voci di un prossimo sgombero. Chi dice a maggio chi più
benevolo dice a giugno in modo da far completare l’anno scolastico ai 236
bambini iscritti nelle scuole del quartiere. Naturalmente si è diffuso un
comprensibile nervosismo. Nessuno infatti si è premurato di avvisare gli
abitanti del loro destino. Nessuna tra le autorità, evidentemente non
autorevoli, ha avvertito la responsabilità etica di assumere un impegno che in
primo luogo salvaguardi i diritti umani di base come quello all’alloggio e
quello all’unità familiare. Ci si chiede se sarà rispettata la raccomandazione
della Carta Sociale Europea che esige che gli sgomberi abbiano come presupposto
il trasferimento a situazione abitativa alternativa. L’esperienza italiana e in
particolare quella di Roma, ove gli sgomberi significano brutale abbattimento
con ruspa dei miseri ricoveri e abbandono di gran parte delle vittime, siano
donne incinte o bambini in tenera età, in mezzo alla strada, induce a credere
che Roma si distingua ancora una volta per una brutalità che non le appartiene.
Tra gli abitanti del campo, stranieri ma in Italia da tanto di quel tempo (30 se
non 40 anni) da doversi considerare di fatto se non di diritto cittadini
italiani, serpeggia un comprensibile disagio che in non pochi assume le
sembianze della paura. La domanda che corre sulle bocche di tutti è : “che fine
faremo ?”
Prime adesioni: Associazione Nuova Vita, Stalker-Osservatorio Nomade, Marco
Brazzoduro (Università di Roma, La Sapienza), Roberta Cipollini (Università di
Roma, La Sapienza), Roberto De Angelis (Università di Roma, La Sapienza),
Tommaso Vitale (Università di Milano, Bicocca), Maria Grazia Dicati (Verona),
Alfonso Perrotta (Associazione Interculturale Villaggio Globale, Roma), Carlo
Berini e Yuri Del Bar (Sucar Drom), Cristina Formica (Roma), Vanessa Ioannoni
(Roma), Alessia Montuori (Senza Confine), Rita Corneli (CPN Rifondazione
Comunista), Andrés Barreto (candidato al Consiglio Comunale, Roma), Roberto
Malini (Everyone), Milena Magnani (scrittrice, Bologna), Enrico Masci (cittadino
romano), Fabrizio Casavola (Mahalla), Gianluca Peciola (Assessore XI Municipio,
Roma), Stefano Galieni (Coordinatore Nazionale dipartimento immigrazione, Prc),
Claudio Graziano (responsabile immigrazione ARCI Roma), Claudio Meloni, Attac
Roma, Nazzareno Guarnieri (candidato al Consiglio Comunale, Pescara), Romsinti
politica, Associazione POPICA ONLUS, Christian Picucci (Roma), Piero Colacicchi
(Osservazione), Elisabetta Vivaldi, Fulvio Vassallo Paleologo (Università di
Palermo), Nuove Tribù Zulu & Chinh India-Italia, Annamaria Rivera (Università di
Bari), Andrea Billau (Campo della pace ebraico), Pietro Luppi (Occhio del
Riciclone), Erasmo Silvano Formica (M.E.Z), Sergio Mauceri (Università di Roma,
La Sapienza), Francesco Careri (Università di Roma 3), Marina Stracchi
(Università di Roma, La Sapienza), Valeria Tolli (Università di Roma, La
Sapienza), Enrica Paccoi (ASSOCIAZIONE YAKAAR di amicizia ITALIA SENEGAL), don
Bruno Nicolini (centro Studi Zingari), Davide Truffo (studente, Roma), Hamadi
Zribi (PRC), Antonella Giacobini (Roma), Silvia D'Alessandro (Roma), Django Jazz
Tzigana (Monteporzio), Antonella Zarantonello, (Granello di Senape ONLUS,
Vicenza), don Paolo Lojudice (Pontificio Seminario Romano Maggiore), Lucia
Ercoli, (Servizio di Medicina Solidale Policlinico di Tor Vergata), Paolo
Missori (Policlinico Umberto I), Associazione Afroitaliani/e, Ilaria Vasdeki
(Roma), Alberto Melis (scrittore), Imma Tuccillo Castaldo (Roma), Karin Maria
Faistnauer Catanese (Associazione "Donne e Futuro" Lamezia Terme), Marco Nieli
(Presidente Opera Nomadi Napoli), Paola Pavese e Bernardino Venanzi (Gruppo
Status).
Don Gino Rigoldi introduce DJANGO DEI SOBBORGHI di Sabrina Dionisio Rossi
con la partecipazione di Jovica Jovic
Interpreti: Tommaso Pusant Pagliarini
Claudio Lobbia
Regia di: Alberto Oliva
Sabato 14 maggio 2011 ore 21.00
Mandello del Lario - TEATRO COMUNALE "Fabrizio De Andrè"
Ingresso € 10,00 - Prevendita biglietti giovedì 12 e venerdì 13 maggio 2011
dalle ore 10.00 alle ore13.30 presso la struttura n. 1 via Manzoni 44/3 e la
sera dello spettacolo dalle ore 20.00 presso la biglietteria del teatro
PATROCINIO DEL COMUNE DI MANDELLO DEL LARIO
___ Lunedì 16 maggio 2011 ore 21.00
TEATRO OUT OFF via Mac Mahon 16, Milano
€ 12,00 - info 02-34.53.2140
www.teatrooutoff.it
___ Mercoledì 25 maggio
TEATRO DELLA TOSSE, Genova
www.teatrodellatosse.it/
con apertura di don Gallo
Di Sucar Drom (del 01/07/2011 @ 09:06:59 in blog, visitato 1379 volte)
Festival Khamoro, l'Alexian Group conquista Praga
L'Alexian group ha rappresentato l'Italia nella 13° edizione del Festival
Internazionale Khamoro che si è svolto a Praga dal 22 al 28 maggio scorso,
ottenendo un grande successo di critica e di pubblico sia durante la sfilata
inaugurale per il centro della capitale...
Cronaca di ordinario razzismo
In questi giorni nel mio consueto lavoro di rassegna stampa per l'Istituto di
Cultura Sinta mi sono imbattuto in una notizia da Milano e ho provato a
confrontarla con altre due notizie simili che ho rintracciato, al contrario
della prima, non senza difficoltà. I quotidiani sono: CronacaQui, la Gazzetta di
Reggio e il...
Sant'Egidio: "Quella dei campi è una vergogna tutta italiana"
I campi sosta sono amati dai rom e dai sinti come, nel dopoguerra, le baracche
di periferia dai calabresi o dagli abruzzesi, partiti a cercare fortuna
nelle metropoli italiane. I pochi gruppi che qualche decennio fa ancora
viaggiavano si sono sedentarizzati da tempo. Per l'opinione pubb...
Napoli, newsrom: informare senza pregiudizi
Oltre 100 giornalisti, studenti, operatori dell’informazione per l’ultimo
appuntamento di Newsrom, informare senza pregiudizi. Un grande successo per
l’iniziativa di sensibilizzazione sulle tematiche relative alle minoranze rom e
sinte...
WikiLeaks, Ambasciata Usa preoccupata per l'offensiva contro i sinti e i rom
L'Espresso ha pubblicato alcuni stralci di un documento dell'ambasciatore Usa
Ronald Spogli in cui si esprime preoccupazione per l'offensiva contro i sinti e
i rom del Governo italiano nel 2008, l'anno delle impronte digitali. "La
maggioranza di centrodestra considera la sicurezza un te...
Roma, Alemanno e la solidarietà razzista
E' iniziato e terminato giovedì 22 giugno lo sgombero delle famiglie rom,
profughe dalla ex Yugoslavia, che da alcuni anni abitavano in in parcheggio in
via Marchetti, alla Muratella. Durante le operazioni di sgombero erano presenti
anche il Sindaco Alemanno, l'Assessore comunal...
Meeting Internazionale Antirazzista, i sinti e i rom sono esclusi
L'ARCI ha dato il via sabato scorso al Meeting Internazionale Antirazzista e
come è di consuetudine nel programma non è previsto nessun intervento di sinti e
rom o di organizzazioni sinte e rom. Ma naturalmente si parlerà di sinti e
rom...
Mascarimirì in Gitanistan
Parlare di rom di questi tempi non è semplice. Specie se si vuol indagare
approfonditamente il ruolo, imprescindibile e vitale, che hanno svolto nella
rielaborazione e reinterpretazione delle tradizioni popolari dei luoghi d'Italia
dove si sono stabiliti...
UE, strategie nazionali di integrazione dei rom e dei sinti fino al 2020
Un mese fa, il 13 maggio 2011, l'Unione Europea ha adottato le conclusioni sul
"Quadro dell'UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom fino al
2020", in cui si invitano gli Stati membri a perseguire obiettivi in materia di
istruzione, occupazione, assistenza sanitaria e alloggi...
Django's Clan in The Bibiena Concert
L'Istituto di Cultura Sinta è lieta di annunciare l'uscita del disco "The
Bibiena Concert" del Django's Clan. Al decimo anno di attività del Django's Clan
questo disco rappresenta ad un tempo una svolta e un grande racconto. La svolta
del Django's Clan è il passaggio dalla storica...
Di Fabrizio (del 30/01/2013 @ 09:05:05 in scuola, visitato 1477 volte)
La scuola, bella come un camion
Par VERONIQUE SOULE' Envoyée spéciale à Vesoul - 6 janvier 2013 à 19:08
Libération
Il camion scolastico nell'area di sosta di Vesoul, all'ora di uscita dei
bambini. I corsi vanno dalla scuola materna alle superiori. (Photo
Raphael Helle)
GRAND ANGLE: Come scolarizzare meglio i bambini itineranti, francesi e
stranieri? Andando loro incontro con veicoli convertiti in aula. Visita a bordo
di un camper parcheggiato nell'area di sosta di Vesoul.
Dopo le medie, Tonia - 13 anni, voleva andare alle superiori, ma con la vita
che fa, secondo lei non sarebbe stato possibile: "Rimaniamo fermi durante
l'inverno e dopo siamo in viaggio. Verso aprile-maggio, si parte in
pellegrinaggio per
Saintes-Maries-de-la-Mer e torniamo a settembre, da ottobre siamo qui, a Vesoul,
per la vendemmia." Senza contare che "qui al mattino, noi ragazze
abbiamo da fare, e da organizzare la carovana". Allora, è difficile andare
alle superiori... Seduto ad un altro tavolino nel camper scolastico dell'area di
sosta di Vesoul (Haute-Saône), Benoist - 18 anni, si lamenta della realtà. "Avrei
voluto studiare di più, dice, perché per lavorare chiedono di saper
leggere e scrivere. E vorrei prendere la patente." Indica suo padre,
rottamaio, e gli da un buffetto: "Non mi piace il suo lavoro". A suo
fianco, Alphonse - 15 anni, ammette: "Andare a scuola tutti i giorni, no,
non mi piacerebbe". Piuttosto vorrebbe darsi all'edilizia, ma si è anche
rimesso a studiare, per corrispondenza. Come per Benoist, l'obiettivo è passare
il Certificato di Formazione Generale (CFG), un attestato di poco al di sotto
rispetto a quello delle scuole superiori.
Questa mattina sono venuti cinque ragazzi col camion scolastico, un veicolo
trasformato in aula, con disegni e tabelline appese alla parete, fermo proprio
nel mezzo dell'area di sosta a Vesoul, Alta Saona. Assieme agli insegnanti,
faranno una relazione al Centre
national d'enseignement à distance (Cned). Un secondo camion, parcheggiato
accanto, raccoglie i più piccoli. Il campo, asfaltato, con guardiola
all'ingresso, bagni chimici, acqua ed elettricità, è ben apprezzato dalla gens du voyage.
Mentre molte di queste aree sono situate ai bordi di strade trafficate, qui
siamo circondati dal verde, [il campo] in questo momento ospita una dozzina di
grandi camper colorati. Le donne girano con i bambini in braccio, mentre gli
uomini discutono seduti intorno ad un tavolo sotto il sole.
Tre circolari ed un messaggio dal ministro
La scolarizzazione degli enfants du voyage - il termine ufficiale in
Francia (1) - e dei Rom stranieri è attualmente una preoccupazione del governo.
Il 10 ottobre, la Corte dei Conti ha fornito un rapporto critico, in cui si
sottolinea che ci sono troppi bambini non scolarizzati, particolarmente nella
scuola materna e alle superiori. Nel contempo, sono state pubblicate tre
circolari. Affermano che i bambini itineranti (francesi e stranieri) hanno il
diritto di essere accolti nelle scuole, senza dover aspettare che le famiglie
riescano a procurare tutti i documenti - è il caso dei Rom che vivono in
accampamenti regolarmente sgomberati. Il 29 novembre, il ministro
all'istruzione, George Pau-Langevin, ha ripetuto il concetto durante un
colloquio a Grenoble.
L'Alta Saona e soprattutto Belfort et Montbéliard (Doubs), sono sede di
un'antica comunità di gens du voyage, arrivata lì almeno da due secoli.
Il dipartimento conta tre grandi famiglie - gli Adolphe, i Weiss
e i Winterstein, inizialmente commercianti ambulanti nelle campagne. Oggi,
secondo l'associazione franco-Saonarda Gadjé, sarebbero 6.000-8.000.
Rottamai, commercianti ambulanti, intessitori di cesti, operai edili... per
la maggior parte dell'anno vivono nelle aree di sosta - obbligatorie per i
comuni di oltre 5.000 abitanti - o su terreni familiari di proprietà. D'estate
soggiornano a Saintes-Maries-de-la-Mer
(Bouches-du-Rhône). Dopo, ritroveranno le loro famiglie sparpagliate in Francia
o all'estero, o si riuniscono in località turistiche dove è più facile trovare
dei piccoli lavori.
Le più grandi, come Tonia e Marie-Milka, fanno i compiti nel camion
scolastico. (Photo Raphaël Helle)
120 alunni iscritti al Cned
Il primo camion scuola - "antenna scolastica mobile" nel linguaggio ufficiale
- ha iniziato a circolare nel 1992, per l'insegnamento della religione
cattolica, ben supportato da queste comunità cristiane. Oggi, se ne contano una
trentina in tutto l'Esagono. Il dispositivo viene coordinato dall'accademia. Ma
gli insegnanti che lavorano nei tre camion scolastici della regione sono stati
assoldati da una scuola cattolica a contratto, e a questo titolo retribuiti
dall'Educazione Nazionale.
Lena, dinamica bruna di 35 anni e madre di tre figli, si ricorda ancora bene
di suor Marie Stili che veniva, al volante del suo camion, a fare scuola ai
bambini zigani nel campo di Roye, accantoa Lure (30 km. da Vesoul). "Era una
piccola suora, racconta. All'epoca, si diceva che faceva scuola ai selvaggi. Per
finanziare il camion-scuola, si andava a vendere dei gingilli all'uscita del
liceo. Quando si capita su brave persone così, si migliora".
Oggi, la funzione del camion scuola si è evoluta. Non si tratta più di
sostituirsi ad un edificio scolastico. L'idea è piuttosto di essere un "ponte",
un incitamento ad andare a scuola o alle superiori, spiega Cyrille Schiltz,
incaricato della missione dipartimentale ed accademica per la scolarizzazione
degli enfants du voyage.
Nella regione, la quasi totalità frequenta dalle elementari alle medie. Di
contro, vanno poco alle materne e avrebbero bisogno di sostegno in vista del
proseguimento alle superiori. Una volta lì, i tassi di abbandono prematuro sono
alti e si ritrovano senza diploma - ma anche senza brevetto o Certificato di
Attitudine Professionale - sul mercato del lavoro.
Ora, 120 enfants du voyage si sono iscritti al Cned, un servizio
gratuito per le famiglie itineranti - presentando il carnet de circulation [documento
in via di soppressione ndr] Il Cned offre contributi sino al compimento delle
elementari e corsi specifici sino ai 16 anni per i tanti che abbandonano le
superiori. I programmi sono personalizzati, o almeno si sforzano di esserlo, ad
esempio: si descrive ai ragazzi un seducente compagno Django-Reinhardt…
Quelli più in ritardo negli studi frequentano i camion dove insegnanti
specializzati spiegano nozioni di base. Una sessantina una volta alla settimana
va in un istituto per prepararsi al Certificato di Formazione Generale. A volte
si aggregano a classi "normali" per corsi di musica o informatica.
Per i più giovani, "Il nostre ruolo è convincere le loro madri a mandare i
figli alla materna, far capire loro che cosa significhi", sottolinea
Marie-Christine Savourat mentre prepara il pongo, i puzzle ed il Lego nel camion
scuola dove, per tutta la mattina, si occupa di cinque bambini tra i 2 e i 4
anni. Insegnante dal 1984, ogni due anni "si ricicla". "Ho realizzato un
sogno, dice. Nelle mie classi, spesso ho avuto a che fare con gli
enfants du voyage. E vedevo che abbandonavano la scuola senza sapere leggere e
scrivere. L'istruzione è un diritto per tutti. Perché dovrebbero essere esclusi?
Questo camion ci permette progressi favolosi".
All'elementare Jean-Macé de Lure, dove frequentano una dozzina di enfants du voyage,
le insegnanti sottolineano che per prima cosa occorre rassicurare i genitori. "All'iscrizione,
sottolinea una di loro, vogliono sapere se le porte saranno chiuse bene, se
i bambini saranno lasciati da soli, chi può andare a prenderli. Nella loro
cultura, la madre che lascia i suoi bambini a degli estranei è una cattiva madre".
Sul terreno della famiglia di Adolphe a Roye, Daisy circondata dai suoi. (Photo
Raphaël Helle)
Bambini "più autonomi degli altri"
Molti in casa parlano il manouche, ma imparano anche il francese.
Dunque la lingua non è una barriera. Gli enfants du voyage sono "più
autonomi e più collaborativi degli altri", sottolineano gli
insegnanti, ma sono anche più assenti. "All'inizio i genitori ci chiedono se
conosciamo la cultura zigana, se non ci arrabbieremo se loro partono, se ci
piacciono i manouches." Quando chiediamo ai genitori sulle loro esperienze
scolastiche, in breve tornano a galla i cattivi ricordi - insulti durante la
ricreazione, finire dietro la lavagna... Daisy, 22 anni: "Mi mettevano sul
fondo della classe a fare delle divisioni. Io invece volevo imparare a
leggere e scrivere. Gli altri studenti ci dicevano -siete gitani, avete i
pidocchi-. Allora rispondevo con doppia violenza. Per fortuna, c'è stato un
maestro davvero gentile che mi ha aiutato."
Oggi Daisy fa compravendita di vestiti al mercato. Non solo è orgogliosa
della sua occupazione: "Ho i miei affari, le mie carte, un permesso per il
commercio ambulante. So leggere e scrivere, posso lavorare. La scuola m'ha
aiutato con lo stretto indispensabile, come i miei genitori."
Tuttavia, Daisy vuole incoraggiare i figli a "tentare di studiare. Perché
è diventato molto difficile lavorare nei mercati e forse non sarà più possibile."
Ma come conciliare la scuola quotidiana dei viaggianti nella Lorena ed anche per
Daisy, fino al Belgio? "Il domani non ci appartiene," conclude.
Lena ha incoraggiato sua figlia di 16 anni, Soleil - nome scelto alla nascita
da suo padre che disse: "Sarà il sole della mia vita!" -, a prendere il
Certificato di Formazione Generale. "Perché andare alle superiori? Siamo
nomadi e amiamo questa vita. Non credo dobbiamo lamentarci. No. La nostra vita è
dura ma non cambierà. Come se vi chiedessimo di vivere in carovana come noi."
"Bébé" (nome da nomade, il suo cognome vero è Octave) Adolphe, capo famiglia
di 54 anni, possiede il camper più grande sul campo di Roye. Molla la chitarra e
poi ci invita a entrare nella sala dove c'è il wifi. "Per noi, la scuola
significa potersi istruire, ma anche continuare la vita da voyageur, preservare
il nostro modo di vivere e i nostri valori - la natura, il rispetto degli
anziani, i mestieri tradizionali," spiega Bébé Adolphe, che vende
biancheria per la casa, dopo aver fatto diversi mestieri. "Occorrerebbero
più camion scolastici. Ma a cosa serve un titolo di studio, quando siamo in 5 a
cercare lavoro? Noi crediamo nella scuola della vita."
(1) Al termine "Zigano", considerato come peggiorativo,
l'Unione Europea ha sostituito quello, generico, di "Rom". In Francia i testi
parlano di "gens du
voyage" e più recentemente di "famiglie itineranti o sedentarizzate da poco" e
per gli stranieri di "arrivi allofoni".
Di Sucar Drom (del 25/09/2011 @ 09:04:10 in media, visitato 2156 volte)
Pubblicazioni L'Istituto di Cultura Sinta su mandato della Sucar Drom ha pubblicato libri,
cortometraggi, mostre e cd musicali. Alcune pubblicazioni sono disponibili e
possono essere richieste, altre sono disponibili solo in visione presso
l'Istituto, dove potete trovare anche una biblioteca catalogata con centinaia di
titoli che speriamo in un futuro di rendere disponibile on-line.
Di seguito il catalogo delle pubblicazioni e delle produzioni dell'Istituto
"Animanomade, un paesaggio di passaggio", anno 2000 (001)
Catalogo della mostra di pittura di Angelo Proietti detto Liga Vacche, sinto
marchigiano. La pubblicazione è stata realizzata nel mese di maggio e presentata
in concomitanza dell'esposizione delle opere naif di Angelo Proietti dal 10
giugno e al 15 luglio, presso il Palazzo del Plenipotenziario a Mantova. La
pubblicazione e la mostra sono state curate dal pittore Luca Dotti, la critica è
del pittore Nedo Consoli. La pubblicazione è stata realizzata con il contributo
dell'Assessorato alle Politiche Sociali della Provincia di Mantova.
"Porrajmos", anno 2003 (002)
Il libro di Virginia Donati tratta la persecuzione su base razziale subita da
sinti e rom durante il periodo nazifascista. Pubblicato nel mese di gennaio è
stato presentato Il Giorno della Memoria nella Sala degli Stemmi di Palazzo
Soardi a Mantova. Il libro, oltre a un approfondito excursus storico sul
Porrajmos (divoramento) ma anche sulla nascita del razzismo, tratta il concetto
di memoria all'interno delle comunità sinte e rom italiane con diverse
interviste inedite sia a leader sinti e rom che a sopravvissuti al Porrajmos.
L'introduzione è di Giovanna Boursier e sulla copertina del libro è riprodotta
l'opera "Porrajmos" (olio su tela, metri 2 x 1,50) donata all'Istituto dal
pittore Luca Dotti. La pubblicazione è stata realizzata con il contributo del
Comune e della Provincia di Mantova.
"La mediazione culturale: una scelta, un diritto", anno 2004 (003)
Atti del convegno tenutosi a Mantova nel marzo 2003 e organizzato dall'Istituto
in collaborazione con il Comune e la Provincia di Mantova, patrocinato dalla
Regione Lombardia. Il libro pubblicato nel mese di novembre con il contributo
della Provincia di Mantova è una summa delle diverse esperienze di mediazione
culturale realizzate in alcune Città italiane a partire dagli Anni Novanta. Uno
dei concetti che emerge con più forza dal libro è il considerare "i sinti e i
rom che pensano i sinti e i rom", restituendo a loro la dignità di soggetti del
pensiero ed interrompere, per loro mano, un'antica sequenza in cui essi sono
stati pensati da altri. E' uno dei primi convegni in Italia dove sinti e rom
sono protagonisti. Il libro, dedicato all'amico scomparso Peppe Collu, contiene
anche un cd multimediale con approfondimenti storici e legislativi, progetti e
altro materiale.
"Live in Mantova", anno 2004 (004, quattro ristampe)
Cd musicale del fisarmonicista e cantante Aleksandar Stojkovic. Nato nella ex
Yugoslavia, discendente da una famiglia di musicisti rom rumeni. Fin da piccolo
suona la fisarmonica insieme alla propria famiglia nelle feste di paese. Negli
anni diventa un virtuoso dello strumento che accompagna con una caratteristica
voce blues, raccontando le storie rom tramandate oralmente per secoli. La sua
musica nasce dalla contaminazione di diverse tradizioni, da cui emerge la
tradizione balcanica. E’ in Italia dall’inizio degli anni novanta, scappato
dalla guerra, e vive a Mantova da alcuni anni.
"Medi@zione", anno 2005 (005)
Cortometraggio sulla mediazione culturale, realizzato da Giancarlo Antonioli.
Medi@zione è nato durante le riprese di un cortometraggio su una favola sinta ed
è stato girato nell'estate del 2000 a Mantova. Offre uno spaccato del lavoro dei
mediatori culturali della Sucar Drom nel cosiddetto "campo nomadi".
"Chilape di ressa", anno 2005 (006)
Gioco da tavolo su modello del gioco dell'oca (chilape di ressa nella lingua
sinta lombarda), prodotto in alcune migliaia copie e distribuito a tutti i
bambini frequentanti le scuole primarie (elementari) di Mantova. Il gioco è
stato realizzato partendo dal testo teatrale sul fidanzamento e sul matrimonio
nella cultura sinta, scritto nel 2004 dagli adolescenti sinti nel laboratorio
teatrale ideato da Vittoria Dubinina a Mantova. Il testo teatrale e il gioco
sono in lingua sinta. La produzione del gioco è stata guidata dal pittore Luca
Dotti. La stampa è stata curata dall'Istituto con il contributo del Comune di
Mantova.
"Farba & Ghia", anno 2005 (007)
Mostra di lavori pittorici e di ceramica (18 pezzi) realizzati dai bambini sinti
che vivono a Mantova. L'evento si è tenuto nel mese di dicembre al Centro
Culturale ARCI Tom. La mostra è il frutto del laboratorio di creatività e
auto-narrazione "colori e canzoni, fantasia e creatività dell'infanzia sinta",
organizzato dall'Istituto e tenuto dalla dott.ssa Maria Bacchi e dal prof.
Andrea Sola. Obiettivo del laboratorio e della mostra è stato quello di offrire
visione delle diverse interpretazioni della realtà e dare spazio a differenti
modi di comunicare la propria identità culturale.
"...con gli occhi dei bambini", anno 2006 (008)
Mostra fotografica curata da Paola Dispoto, formata da 45 pannelli in formato A3
(297 x 420 mm) e realizzata con le foto realizzate da adolescenti sinti. Le foto
sono state prodotte in due anni di lavoro, grazie al progetto dell'Istituto,
denominato "pringiarasmi" (conosciamoci, in lingua sinta). Il progetto
fotografico realizzato in collaborazione con diverse Comunità sinte nel Nord
Italia è diventato una mostra fotografica grazie al contributo dell'Associazione
Nevo Drom e la Fondazione ODAR di Bolzano. La mostra è stata presentata per la
prima volta nel mese di maggio, durante la festa "mari festa" (la nostra festa)
che ha presentato alla Città di Bolzano l'associazione Nevo Drom, fondata poche
settimane prima.
"Porrajmos, altre tracce sul sentiero per Auschwitz", anno 2006 (009,
ristampa in preparazione)
E' il secondo libro dell'Istituto dedicato al Porrajmos (divoramento). E' un
testo didattico-documentaristico che raccoglie documenti, fotografie e
testimonianze, alcune delle quali per la prima volta rese pubbliche. E' stato
curato da tutto lo staff dell'Istituto e presentato il 27 gennaio a Mantova. Il
libro offre uno squarcio inedito sul Porrajmos sopratutto su quanto successo
nell'Italia fascista, grazie al contributo dello storico Luca Bravi. Di
particolare interesse sono le interviste alle sopravvissute mantovane al
Porrajmos che nel 2005 sono state insignite dell'Edicola di Virgilio dal Sindaco
di Mantova che a loro ha chiesto scusa a nome di tutta la Città per le
sofferenze patite durante il fascismo. Il libro, dedicato all'amica scomparsa
Nives Gabrieli, è stato pubblicato con il contributo del Comune e della
Provincia di Mantova.
"Porrajmos, altre tracce sul sentiero per Auschwitz", anno 2007 (010,
quattro ristampe)
Mostra fotografica-documentaria sul Porrajmos (divoramento) in Germania e in
Italia, formata da 22 pannelli (100 x 70 cm). E' stata curata da Carlo Berini, a
partire dal lavoro svolto nella preparazione del libro "Porrajmos, altre tracce
sul sentiero per Auschwitz" (ICS, 2006). La mostra, presentata per la prima
volta a Bolzano il 27 gennaio, negli anni è stata esposta in diverse Città
italiane e copie, su concessione dell'Istituto, sono state realizzate
dall'Associazione Nevo Drom di Bolzano, dalla Regione Piemonte, dal Sistema
Bibliotecario di Brescia e Cremona e dal Comune di Venezia. La mostra è stata
realizzata dall'Istituto in collaborazione con l'Associazione Nevo Drom di
Bolzano e con il contributo del Comune di Mantova e del Sistema Bibliotecario
della Provincia di Mantova.
"Mengro labatarpe", anno 2008 (011)
Cortometraggio sulla condizione lavorativa dei sinti lombardi a Mantova. Mengo
labatarpe (il nostro lavoro) documenta le storie lavorative di alcuni sinti e
alcune sinte mantovane che lavorano come dipendenti di aziende o come
padroncini. Il cortometraggio è stato realizzato per promuovere il progetto
lavoro della Sucar Drom ed è stato distribuito a tutti i decisori pubblici della
Provincia di Mantova. Prodotto dall'Istituto su un'idea di Carlo Berini è stato
realizzato da Giancarlo Antonioli, Luca Dotti e Davide Gabrieli.
"Mengar nial", anno 2010 (012)
Mostra fotografica multimediale (20 fotografie + testo audio) realizzata dai
preadolescenti sinti di Mantova. La mostra è stata esposta nel mese di settembre
durante l'evento "idea 9m²" sulla riva del Lago Superiore di Mantova. Mengar
nial (la nostra estate) è frutto di un laboratorio di fotografia e narrazione
realizzato per offrire memoria dello spaccato di vita, totalizzante, vissuta dai
bambini sinti nella segregazione abitativa del cosiddetto "campo nomadi". Il
lavoro fotografico è stato guidato dalla fotografa Anna Maria Volpi, mentre le
narrazioni dalla scrittrice Elena Borghi. La voce narrante della mostra è di
Alisea Gabrieli mentre la parte tecnica è stata realizzata da Nico Proietti.
"The Bibiena Concert", anno 2011 (013)
Cd musicale del concerto tenuto dal Django's Clan nell'ottobre 2010 al Teatro
Bibiena a Mantova, durante la Campagna Dosta!. Il cd offre il punto di svolta di
questo gruppo musicale che da trio diventa quintetto. Dieci anni di attività
concertistica per far rivivere e innovare la magia e la poetica di Django
Reinhardt che ha offerto uno dei contributi più importanti alla cultura
occidentale. Prodotto dall'Istituto con il contributo dell'Unione europea.
L'Istituto e la Sucar Drom hanno collaborato, a partire dagli Anni Novanta,
alla realizzazione di diverse pubblicazioni di cui prossimamente pubblicheremo
un elenco.
WEB, il libertario della rete
Quando il Libertario della Rete sente parlare oggi di leggi che dovrebbero
cercare di regolamentare il web e magari normare la diffusione di materiali
pericolosi attraverso di esso, il Libertario della Rete insorge, subito,
gridando all...
L'infamia perdente della campagna leghista contro la Kyenge
Invano Maroni ha cercato di limitare i danni. I gazebo che nel fine settimana
la Lega dissemina sul territorio lombardo in difesa di un reato di clandestinità
rivelatosi clamorosamente inutile dal punto di vista della dissuasione...
La ribellione ad Auschwitz-Birkenau
Sessantanove anni fa, il 16 maggio 1944, il nuovo Comandante, Josef Kramer, di
Auschwitz II da l'ordine di liquidare il Familienzigeunerlager, il "campo per
famiglie zingare". Il 16 maggio 1944 erano più di 4.500 i sinti e rom ancora
vivi a Birkenau e succede qualcosa di inaspettato: una ribellione...
Django la tua musica vive ancora
Sessant'anni fa, il 16 maggio 1953, moriva Django Reinhardt a Samois-sur-Seine
nel Nord della Francia. La sua musica immortale vive ancora. Ascoltala su U
Velto Radio...
Piacenza, apriamo un dialogo con i sinti
"Carluccioooooo, gli Zingariiiiii!!!" urlava mia madre sporgendosi dal terrazzo
della nostra casa che si affacciava sul torrente Nure. Io stavo nel letto del
torrente insieme ai miei amici dedicato a qualche gioco sulla sabbia o a pescare
con le mani quei pesci che poi gustavamo...
8 aprile 2014 43° Giornata internazionale del popolo rom e sinto. Le
associazioni dei Rom e dei Sinti lanciano la campagna nazionale per il
riconoscimento giuridico della minoranza storico-linguistica rom e sinta in
Italia
L'8 aprile cade la 43.ma ricorrenza del Romano Dives, la Giornata internazionale
del popolo rom e sinto. In questa occasione la Federazione Rom e Sinti Insieme
(formata da 29 associazioni che operano a livello locale, regionale e
interregionale) e le associazioni Roma onlus, Romni onlus, FutuRom, Amalipé
Romanò, Forum Campania Rom, Cittadinanza e minoranze, Antica sartoria rom,
Theatre Rom, Museo del viaggio "Fabrizio De André" Isernia, Rom per il futuro,
Gruppo di azione Rom Piemonte (Romano pala tetehara, Romano Ilo, Romano Buci,
Rom e gagi insieme) Associazione Lumine lanciano la
campagna nazionale per la raccolta di firme su una legge di iniziativa popolare
per il riconoscimento giuridico della minoranza linguistico-culturale rom e
sinta italiana.
Rom e Sinti in Italia sono tra 150 e 170 mila, una cifra modesta rapportata alla
popolazione italiana ma una minoranza significativa e soprattutto una minoranza
con una propria identità linguistica e culturale. Insediati in Italia sin dal
1400 gli "zingari" sono la minoranza storica più svantaggiata e più
stigmatizzata nonostante gli obblighi internazionali e comunitari dell'Italia e
gli interventi di numerose organizzazioni internazionali come il Consiglio
d'Europa, l'OSCE e l'Unione europea.
La partecipazione di Rom e Sinti alla vita collettiva con il proprio contributo
umano e culturale è fondamentale per superare l'esclusione, la marginalizzazione
di un popolo che ha attraversato secoli di discriminazione fino allo sterminio
razziale e che non deve rimanere confinato nei ghetti fisici e spirituali, nei
quali troppo spesso viene relegato all'assistenza e non alla propria
responsabilità.
La campagna che le associazioni di Rom e Sinti avviano in rappresentanza delle
comunità rom e sinte italiane vuole realizzare gli articoli 3 e 6 della
Costituzione che prevedono: la pari dignità sociale e l'eguaglianza davanti alla
legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di
opinioni politiche, di condizioni personali e sociali; la tutela di tutte le
minoranze linguistiche con apposite norme.
In questo modo si vuole superare il mancato riconoscimento istituzionale come
minoranza che è causa della scarsa integrazione nella società e della
marginalizzazione sociale ed economica. Le associazioni rom e sinte rivolgono un appello alla cittadinanza, a
associazioni, istituzioni perché aderiscano e sostengano questa campagna. Il
riconoscimento della minoranza rom e sinta, della sua storia, della sua cultura,
della sua identità accoglie Rom e Sinti nella comunità più generale insieme con
tutte le altre identità che costituiscono il nostro patrimonio nazionale.
Grazie per l'attenzione
Per informazioni Tel. 3397608728 – E-mail:
lexsintirom@gmail.com Federazione Rom e Sinti Insieme: Nevo Drom, Upre Roma, Sinti Italiani Vicenza,
Sucar Drom, Consulta Rom e Sinti di Milano, Museo del Viaggio "Fabrizio de
André", Sinti Italiani Busto Arsizio, Thèm Romanò Reggio Emilia, Sinti Italiani
Brescia, Sinti Italiani Milano Lambrate, Sucar Mero, Sinti Italiani Pavia, Sinti
nel Mondo, Sinti Italiani Bologna, Sinti Italiani Prato, Romano Drom, Sinti
Italiani Reggio Emilia, Romà, Sinti Italiani Verona, Nevo Drom Trento, Sinti
Italiani Piacenza, Cooperativa Sociale Aquila, Sinti Italiani Piemonte,
Cooperativa Sociale Aquila, Amici di Via Django, Cooperativa Labatarpe, Sinti
Italiani Romano di Lombardia, Istituto di Cultura Sinta
Naviglio PiccoloAssociazione culturale senza fini di lucro
Viale Monza 140 I Piano - MILANO
(M1 Gorla - Turro)
Giovedì 26 Marzo - ore 21.00
Conversazioni sul jazz e il suo futuro Django Reinhardt
e lo stile manouche
Jean Baptiste "Django" Reinhardt (Liberchies, 23 gennaio 1910 – 16 maggio 1953)
chitarrista belga, di etnia
sinti. Dopo un lungo girovagare in varie nazioni europee e nordafricane, la sua
carovana si fermò alla periferia di
Parigi, che Reinhardt ebbe come scenario per quasi tutta la sua carriera. Quando
aveva solo diciotto anni,
Reinhardt, il quale aveva già iniziato una carriera da apprezzato banjoista,
subì un grave incidente: un incendio
divampato di notte nella sua roulotte gli causò l'atrofizzazione dell'anulare e
del mignolo della mano sinistra.
Questo incidente era destinato a cambiare la sua vita e la storia stessa della
chitarra jazz. Infatti, a causa della
menomazione alla mano sinistra, Reinhardt dovette abbandonare il banjo e
cominciò a suonare una chitarra che
gli era stata regalata, meno pesante e meno ruvida. Nonostante le dita
atrofizzate, o forse proprio grazie a tale
limitazione, egli sviluppò una tecnica chitarristica rivoluzionaria e del tutto
particolare che ancora oggi lascia di
stucco e suscita ammirazione per la perizia virtuosistica, la vitalità e
l'originalità espressiva. In breve tempo era
già in attività con diverse orchestre che giravano la Francia. A metà degli anni
Trenta, Reinhardt e il violinista
Stéphane Grappelli formarono un quintetto di soli strumenti a corda che divenne
presto famoso, grazie anche
all'appoggio dell'Hot Club de France, una delle prime associazioni di promozione
del jazz in Europa. Sull'onda di
questo successo Reinhardt si rivelò come uno dei musicisti europei più
talentuosi nel jazz tradizionale. Subito
dopo la Seconda Guerra Mondiale, venne invitato negli Stati Uniti da Duke
Ellington, che lo presentò come ospite
in alcuni concerti, l'ultimo dei quali alla Carnegie Hall di New York. Con
l'avvento del bebop, Reinhardt diede
ulteriore prova di maturità ed originalità artistica incidendo dei brani
memorabili con la chitarra elettrica: la poesia
Manouche miscelata alle sonorità più moderne fanno di tali assoli una delle
pagine più originali del jazz
dell'epoca. Reinhardt rallentò sensibilmente la sua attività durante i suoi
ultimi anni, forse anche per le cattive
condizioni di salute; la sua decisione di non consultare medici, per paura delle
iniezioni, gli costò la vita. Reinhardt
è ricordato sia come un eccezionale virtuoso del proprio strumento, sia come
compositore fertilissimo. Inoltre,
numerose leggende nell'ambiente jazzistico ne descrivevano la particolarissima
forma mentis, in parte derivata
dalle sue origini zingaresche.
Fa da guida alla serata, Peppo Delconte con la collaborazione di Franco Baglietti.
Peppo Delconte, socio di Naviglio Piccolo, giornalista specializzato nel settore
musica e spettacolo, autore di
alcune pubblicazioni sul jazz e direttore responsabile della rivista culturale
Nostos. Inoltre è tra i fondatori del
Jumpin' Jazz Club di viale Monza 140.
Di Fabrizio (del 26/11/2009 @ 09:02:17 in Italia, visitato 2105 volte)
DUE GIORNI di proiezioni, incontri ed eventi sulla condizione dei
giovani rom e sinti in Italia
Un'occasione per incontrare e conoscere, fuori da pregiudizi ideologici e
stereotipi mediatici, l'universo Rom, ricco di contraddizioni,
apparentemente chiuso e anacronistico, ma spesso protagonista di un'integrazione
possibile e praticabile, portata avanti con passione proprio dalle generazioni
più giovani.
ROM CITTA' APERTA E' UN EVENTO ORGANIZZATO DA SOTTODICIOTTO FILMFESTIVAL
E DAL CENTRO NAZIONALE DI DOCUMENTAZIONE E ANALISI PER L'INFANZIA E
L'ADOLESCENZA
gli appuntamenti:
MERCOLEDÌ 2 DICEMBRE
Cinema Massimo 3
ore 16.00 Carmen Meets Borat di Mercedes Stalenhoef - Olanda, 2009, Betacam
SP, 85'
Quando la troupe che sta girando Borat giunge a Glod, in Romania, il Paese
collabora entusiasta alle riprese pur senza conoscere il contenuto del film
interpretato da Sacha Baron Cohen. Una volta scoperto che nella fiction Glod è
diventato un villaggio kazako pieno di criminali e prostitute, gli abitanti
insorgono e fanno causa alla produzione. Sarà un modo per coronare i loro sogni
di ricchezza?
v.o. / sottotitoli italiani
ore 17.40 O Topanki - About the Shoes di Rozálie Kohoutová - Repubblica
Ceca, 2007, Betacam SP, 14'
Una piccola scuola materna in un villaggio Rom della Slovacchia: le maestre
tentano di sopperire in qualche modo allo stato di indigenza della popolazione,
che spesso non manda i figli a scuola per i problemi più banali, compresa
l'assenza di scarpe. Il film con pochi ma precisi cenni pone scottanti domande
sul senso delle parole "aiuto" e "educazione".
v.o. / sottotitoli italiani
La bougie n'est pas faite de cire mais de Flammes di Marion Gervais
-Francia, 2008, Betacam SP, 22'
La piccola Cassandra, di origini rom, si barcamena come può: spensierata in
classe, non può esserlo quando torna tra le "quattro mura di casa", ovvero
quelle dell'abitacolo di un'auto dove dorme con la famiglia. Per uscire da
questa situazione media tra i servizi sociali che cercano di trovare una
soluzione abitativa e i genitori che non conoscono il francese e temono di
essere espulsi.
v.o. / sottotitoli italiani
ore 18.15 ROM città aperta
Tavola rotonda. L'INTEGRAZIONE POSSIBILE?
Un'occasione di incontro per interrogarsi, al di là delle contingenze della
cronaca e della tenacia degli stereotipi, sulla condizione dei giovani Rom in
Italia e sulle esperienze di possibile convivenza e integrazione che – nel
silenzio generale – vengono realizzate nel nostro Paese. Un modo per
"rappresentare" con le parole oltre che con le immagini una comunità
sorprendentemente multiforme, lontana dall'immagine approssimativa solitamente
restituita dai media. Ad aiutarci nella riflessione, professionisti che operano
nel campo dell'associazionismo, rappresentanti di enti pubblici promotori di
politiche per l'integrazione, membri attivi della comunità Rom, magistrati
minorili. Durante la tavola rotonda verranno proiettate alcune sequenze-video,
tra cui brani tratti dalla puntata di Presadiretta Caccia agli zingari di
Riccardo Iacona, gentilmente concessi dalla redazione del programma Rai. Ospiti: Piercarlo Pazè - magistrato, direttore della rivista «Minori giustizia»
Giorgio Bezzecchi - esperto in processi di mediazione culturale, Associazione
Romano Drom Onlus
Ilda Curti - Assessore alle Politiche per l'integrazione - Città di Torino
Massimo Conte - ricercatore, Agenzia di ricerca sociale Codici
Anna Maria Colella - direttrice dell'Agenzia regionale per le adozioni
internazionali - Regione Piemonte
Carla Bonino - dirigente del settore Integrazione Educativa della Città di
Torino
Maurizio Pagani - Opera Nomadi Milano Conduce l'incontro: Gabriela Jacomella - giornalista de Il Corriere
della Sera
ore 20.30 EVENTI:
IO, LA MIA FAMIGLIA ROM E WOODY ALLEN Un dialogo inedito tra passato e futuro, "vecchio" e "nuovo", muto e sonoro,
stereotipo e autobiografia, nella serata dedicata alla giovane cineasta Rom,
Laura Halilovic. Dai due cortometraggi di David W. Griffith ispirati a secolari
luoghi comuni sui Rom, uno musicato dal vivo da Bruskoi Triu, gruppo di musica
gitana, l'altro da Stefano Maccagno, pianista e compositore, agli ultimi lavori
di Laura Halilovic dedicati ai sogni, alle speranze e agli interrogativi della
sua generazione, dall'intervento in video di Moni Ovadia fino al dialogo a due
voci tra la stessa Halilovic e Costanza Quatriglio, regista da sempre attenta al
mondo giovanile, si cercherà di fare incontrare universi ed esperienze spesso
troppo lontani per conoscersi davvero.
The Adventures of Dollie di D.W. Griffith -USA 1908, 16mm, 12'
In una soleggiata giornata estiva, i genitori portano la piccola Dollie a fare
una passeggiata nei pressi di un fiume. La loro quiete è interrotta dall'arrivo
di uno zingaro che vende ceste. Il rom, approfittando di una distrazione dei
genitori, rapisce la bimba, portandola al suo accampamento. Dalla ricerca della
piccola e dalla fuga del rapitore ne nasce un'incredibile avventura. A lieto
fine?
Il mio sogno di Laura Halilovic -Italia 2009, DVD, 7'
Un gruppo di ragazzi rom, tra i 15 e i 18 anni, impegnati in diversi percorsi di
studio, raccontano che cosa vorrebbero fare "da grandi". Il sogno delle carriere
più ambite – stilisti, modelli, architetti, attori – si confronta con la
consapevolezza dei pregiudizi diffusi e con la contrarietà dei genitori verso
scelte che li possano allontanare dalla comunità d'origine. Il corto,
appositamente realizzato per il Festival, è in prima visione assoluta.
The Lonely Villa di David W. Griffith con David Miles, Marion
Leonard, Mary Pickford, Gladys Egan, Adele DeGarde - USA 1909, 16mm, 8'
Un gruppo di malviventi fa irruzione nella casa di un gentiluomo e minaccia
l'incolumità di moglie e delle tre figlie barricate in una delle stanze della
casa. Quando il gentiluomo telefona alla famiglia e scopre il pericolo ingaggia
una disperata corsa contro il tempo per salvare i suoi familiari, aiutato da un
gruppo di zingari.
Io, la mia famiglia rom e Woody Allen di Laura Halilovic -Italia 2009,
Betacam SP, 50'
La storia di una ragazza rom che abita con i suoi in un quartiere popolare alla
periferia di Torino. Il racconto
in prima persona esplora i cambiamenti e le difficoltà della nuova vita
stanziale affrontando i contrasti e le
incomprensioni che fin da bambina la accompagnano nelle relazioni con i Gagè,
tutti quelli che non sono
rom. Attraverso i ricordi dei suoi familiari, tra cui l'anziana nonna che ancora
vive in un campo, le fotografie e
i filmati del padre che documenta la vita quotidiana della piccola comunità,
Halilovic ci conduce dentro una
realtà che va oltre qualsiasi stereotipo o semplificazione.
Saluti: Teresa Angela Migliasso - Assessore al Welfare e al Lavoro - Regione
Piemonte Ospite: Laura Halilovic Con la partecipazione di: Costanza Quatriglio Intervento video di: Moni Ovadia Conduce l'incontro: Gabriela Jacomella - giornalista de «Il Corriere della Sera» Accompagnamento musicale dei corti di Griffith a cura di: Bruskoi Triu (Marco
Ghezzo, Manuela Almonte,
Florin Tanase) e Stefano Maccagno
GIOVEDI' 3 DICEMBRE
Cinema Massimo 3
ore 16.15 ROM città aperta Swing di Toni Gatlif,
con Oscar Copp, Lou Rech, Tchavolo Schmitt, Mandino Reinhardt
Francia 2002, 35mm, 90'
Max, dieci anni, si appassiona al jazz manouche, portato alla ribalta dal
musicista gitano Django Reinhardt.
In vacanza in Francia presso la nonna, il ragazzino si reca in un quartiere
abitato da una comunità Rom per
comprare una chitarra: qui conosce Swing, una coetanea della quale si innamora,
e Miraldo, un chitarrista che
gli insegnerà a suonare e a comprendere appieno la cultura manouche. Un romanzo
d'amore e formazione, di
gioia e libertà. Presenta il film: Laura Halilovic
ore 18.00 Citizen Manouche di Thomas Chansou, con Gary Chauquet, Sebastien Bellonie,
Wesley Bellonie -Francia
2005, Betacam SP, 52'
Un road movie che porta dalla città di Meymac, in Corrèze, fino in Piemonte tre
giovani cugini manouche.
Lo scopo del loro viaggio è ritrovare la comunità Sinti da cui provengono e
conoscerne la storia. Un viaggio
iniziatico, soprattutto per l'incontro con altri viaggiatori nelle varie tappe
del lungo cammino fino al confine
italiano.
v.o. / sottotitoli italiani
ore 19.00
Presentazione del libro Non chiamarmi zingaro di Pino Petruzzelli -Chiarelettere,
2008
Regista teatrale e direttore del Centro Teatro Ipotesi di Genova, Petruzzelli
racconta gli zingari dando loro la
parola, trascorrendoci insieme diversi mesi e andandoli a trovare nelle
periferie delle nostre città. Il suo libro-reportage raccoglie storie sorprendenti e inaspettate, così come racconti di
vita dura e sofferta, da cui è stata
tratta recentemente "un'orazione civile", dal titolo omonimo, che verrà portata
in scena nei prossimi mesi in
molti teatri italiani. Ospite: Pino Petruzzelli - regista, attore e scrittore Conduce: Marco Dalla Gassa - co-curatore del programma
Gipsy Summer di Kristina Nikolova - Bulgaria 2006, Betacam SP, 13'
Durante il periodo estivo, una famiglia di bulgari Rom vive in un campo non
lontano dalla spiaggia di
una località del Mar Nero, dove lavora da venticinque anni raccogliendo
l'immondizia lasciata dai turisti.
Documentario su una forma alternativa di lavoro stagionale che usa un registro
partecipe e leggero per
raccontare uno spaccato di quotidianità poco conosciuto.
v.o. / sottotitoli italiani
VENERDI' 4 DICEMBRE
Cinema Massimo 2
ore 10.00 ROM città aperta Io, la mia famiglia rom e Woody Allen di Laura Halilovic -Italia 2009,
Betacam SP, 50'
Una riflessione sull'(auto)rappresentazione della comunità rom nel cinema
rivolta ad alcune scolaresche torinesi. La giovane regista Laura Halilovic
presenterà il suo documentario autobiografico, una riflessione consapevole,
autoironica ma al tempo stesso commossa sulle proprie origini familiari ed
etniche, sulla propria comunità e sul grado di integrazione che la nostra
società offre a coloro che, a tutti gli effetti, sono suoi cittadini. proiezione per le Scuole Secondarie di II grado
Ospite: Laura Halilovic
Conduce l'incontro: Marco Dalla Gassa (consulente del Centro nazionale di
documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza)
Il trattamento politico e umano della questione ha suscitato nei nostri
lettori pareri divisi. Pezzi scelti:
Una storia antica.
Patrice Chevy, Garches (Hauts-de-Seine)
Nell'anno 64, Nerone presunto colpevole del grande incendio di Roma, sceglie una
piccola comunità che disturba e inquieta, i cristiani, per offrirla alla
vendetta popolare. Nel 2010, un presidente francese, piromane suo malgrado (le
mani piene di affari, risultato magnetico della politica della sicurezza,
politica sociale distruttiva, politica economica disastrosa) riprende la stessa
ricetta. Chi ha detto che non bisognava più insegnare la storia? Eppure, è
così utile…
Parere. Jean- François de Montvalon, Paris Odiamoci gli uni gli altri. Il potere politico malgrado il suo coraggio, le
sue competenze e la sua determinazione, non pervenendo evidentemente a
padroneggiare i problemi relativi all'economia, il lavoro, la sicurezza,
l'ambiente, la gestione dei flussi migratori… ha dunque intrapreso di ricercare
i responsabili di certi fallimenti. La massoneria rileva dall'archeologia
dell'odio ordinario. Gli arabi sono suscettibili: ricchi, rischiano di
trascurare la Costa Azzurra e le nostre industrie di lusso, poveri rischiano di
lasciarsi andare a eccessi di violenza riprovevole suscettibile. Quindi mirare
ai Rom non è in sé una cattiva idea, ma si può temere che si consumi rapidamente
e non permetta di raggiungere il 2012. Così, a ogni utile scopo, ho intrapreso
di stilare una lista dei commercianti del mio quartiere, i quali nonostante
un'apparenza ingannatrice, non sono probabilmente così innocenti di quanto
sembrano.
Arbitrario. Pierre Saba, Grenoble In Francia, in conformità alla raccomandazione del presidente della
Repubblica, il governo procede con quello che definisce "riconduzioni
volontarie" assortite di retribuzione economica, di gruppi di persone Rom verso
la Bulgaria e la Romania.
Sul piano del diritto europeo, queste espulsioni non impediranno affatto a
questi cittadini europei quali sono i bulgari e i rumeni di ritornare
ulteriormente e a loro piacimento, sul territorio francese. Dal punto di vista
dell'esecutivo francese, queste misure appartengono di conseguenza a una
efficacia politica temporanea. In quanto al piano del diritto universale,
conviene giudicare gli individui e non gruppi di persone. Ogni misura
giudiziaria o amministrativa a carattere collettivo, appare come appartenente
all'ingiustizia e all'arbitrarietà.
Politica del disprezzo. Claude Petitbon, Rueil-Malmaison (Hauts-de-Seine) In «Le Monde » del 19 agosto, Eric Besson (ministro francese
all'immigrazione) spiega che le persone espulse dal nostro paese, membri
dell'Unione Europea, « potranno ritornare in Francia ». L'articolo precisa che,
secondo la legislazione europea, i cittadini rumeni e bulgari possono entrare in
Francia senza alcuna particolare formalità, e restarvi per tre mesi senza dovere
giustificare nessuna attività. A queste condizioni, a cosa serve ricondurre nei
loro paesi d'origine, i Rom che si trovano in Francia in una situazione
irregolare, accordando loro una sovvenzione di 300 euro (+ 100 per ogni figlio a
carico) a titolo di aiuto umanitario (ARH)? Questo illustra chiaramente
l'assurdità della politica attuale della Francia, di rigonfiamento in materia di
sicurezza. Nicolas Sarkozy e il suo governo regolamentano nei confronti di una
comunità delle misure dispendiose e inefficaci, che vogliono solo essere
spettacolari, ai fini elettorali. Questo stigmatizzare sistematicamente le
comunità (in quanto quella dei Rom non è l'unica!) residenti sul nostro
territorio, non può fare altro che condurre all'esasperazione delle persone
implicate e a gravi turbamenti. Il disprezzo del presidente della Repubblica
riguardo ai valori del nostro paese e delle istituzioni nazionali ed europee è
inaccettabile.
Memoria Bertrand Dreyfus-Alain, Gif-sur-Yvette (Essonne) E' perché sono figlio di deportati che mi faccio un dovere de testimoniare
in memoria dei Rom, dei comunisti, e di un migliaio di israeliti francesi, tutti
decorati con la legione d'onore, internati nell'autunno 1941 nel campo di
Royallieu, vicino Compiègne. Voglio quindi testimoniare oggi, in ricordo di mio
padre internato in questo campo, e uscitone miracolosamente. E' grazie a
relazioni fraterne con i zigani che lui e la maggior parte degli internati
israeliti e comunisti sono potuti sopravvivere. Purtroppo, pochissimi tra di
loro hanno avuto la grande fortuna, come mio padre, di essere liberati. Quindi
lo dico molto fermamente al nostro presidente della Repubblica: "Non toccare ai
miei fratelli zigani, se no disonorerai la Francia".
Le virtù delle chiacchiere. Christian de Maussion, Paris Il ministro dell'interno s'interroga sull'"oltre le chiacchiere". Pensa
probabilmente al dolce sermone del papa invitando "all'accoglienza legittima
delle diversità umane". Certo, il vicario di Dio, fine conoscitore dell'aldilà,
non dispone di altro che delle chiacchiere per esercitare il suo magistero.
Invece, l'uomo di ministero esorta – con grandi rinforzi di paroloni – al
passaggio all'atto, alle espulsioni militarizzate. Al di là delle chiacchiere,
inizia il regno della violenza fisica. Prima di picchiare alla cieca, non è
inutile riflettere sulle virtù delle chiacchiere.
Libera circolazione. Jean Haas, Schiltigheim (Bas-Rhin) Al primo posto delle turpitudini giustamente e all'unanimità, rimproverate
al sistema sovietico, figurava l'ostacolo alla libera circolazione, la chiusura
dei cittadini all'interno delle frontiere del proprio paese. A quell'epoca, ogni
individuo che riusciva a passare a ovest era accolto e pure festeggiato per
avere scelto la libertà.
Non sarebbe stato necessario aspettare molto dopo la caduta della cortina di
ferro, perché la libertà di circolazione nuovamente acquisita diventi un
problema. Possiamo legittimamente dedurre che certi uomini politici, sempre
pronti a sbandierare il "buon senso" che hanno come pensiero, ignorino che non
basta uscire da uno stato per viaggiare liberamente: ancora bisogna riuscire a
entrare in un altro!
Il ruolo della Romania. Sylvio Le Blanc, Montréal (Québec) La Romania mi fa sorridere. Mette la Francia in guardia contro lo
stigmatizzare i Rom e le espulsioni collettive, ma ciò che la disturba, in
verità, è che i Rom ritornano al paese a ingrossare il numero dei disoccupati e
dei senzatetto. Se trattasse lei stessa meglio la sua minoranza etnica, questa
non cercherebbe un "altrove migliore". Detto ciò, i paesi ricchi come la Francia
e la Germania, avrebbero magari interesse ad aiutare i loro partner più poveri,
come la Romania e la Bulgaria, giustamente a meglio integrare le loro minoranze
etniche. Se il problema fosse risolto alla fonte, "i viaggianti" brontolerebbero
e viaggerebbero molto meno.
In ricordo di Django. Pierre Kamlo Barré, Saint-Ouen (Seine-Saint-Denis) Quello che più mi da noia in questo stigmatizzare i viaggianti, è la serie
di "dimenticanze" storiche che l'accompagnano, come la deportazione di numerose
famiglie manush in campi di internamento francesi, come quello di
Montreuil-Bellay (Maine-et-Loire). Dimentichiamo anche che numerosi sono gli
zigani, gitani o manush (zigani o rom essendo la denominazione primaria di
questa comunità) a essersi battuti durante le guerre del XX secolo.
Inoltre, in quest'anno in cui si celebrano i cento anni della nascita di Django
Reihnardt, sarebbe buono ricordarsi che questo geniale manush francese fu il
primo jazzman europeo a recarsi negli USA, su invito di Duke Ellington. Fa oggi
parte integrante della cultura francese con un C maiuscolo. Quindi,
cortesemente, non dimentichiamo che ogni comunità è portatrice di storia,
cultura, ricchezze infinite, e non solo generatrice di delinquenza e turbamenti
vari, come alcuni propositi potrebbero lasciare credere.
Politica non realistica. Michel Crubellier, Cysoing (Nord) A proposito dei Rom, non c'è discorso maggiormente tagliato fuori dalla
realtà, e maggiormente sprovvisto di futuro che quello di coloro i quali dicono
che "bisogna" applicare le regole dello stato di diritto, smantellare i campi ed
espellere i loro abitanti fuori dalla Francia. Che la Bulgaria, la Romania e
l'Europa "non hanno che" caricarsi del problema della loro integrazione nei loro
paesi d'origine. La Francia e gli altri paesi d'Europa occidentale, devono
prepararsi a conoscere un lungo periodo, durante il quale i Rom risiederanno in
modo più o meno permanente in questi paesi. Bisogna prepararsi a questo con
delle misure positive, la più urgente delle quali e la messa in opera di aree di
stazionamento, dotate di infrastrutture decenti, aspettando di riflettere a
soluzioni istituzionali e economiche le quali permetteranno di gestire un po'
meglio il difficile problema delle relazioni tra sedentari e nomadi – problema
plurisecolare il quale non è stato risolto in modo soddisfacente da nessuna
parte, e che qui in Francia, non riguarda solo i Rom rumeni e bulgari.
Naturalmente possiamo sempre moltiplicare le espulsioni e allineare numeri
prendendo pose vantaggiose. Ma questa politica di persecuzione, ottusa e
meschina, non farà altro che ritardare la messa in conto dei veri problemi. Non
è necessario essere un angelo per capire questo. Basta essere realisti.
sabato 5 marzo alle ore 22.00
Teatro Bibiena, Mantova
Ancor prima di uscire dal ventre materno, Boulou ed Eliòs Ferrè hanno ascoltato
le note di una chitarra. Loro padre, Matelo Ferrè, è tuttora considerato una
leggenda. Compagno di strada di Django Reinhardt, Matelo aveva formato con i
suoi fratelli Baro e Sarane un trio divenuto celebre. In particolare Baro,
componente del quintetto di Django, è considerato come l’inventore del “valse
swing”, un vero e proprio fuoco musicale degli anni Trenta, Quaranta e
Cinquanta. Con Django, Gus Viseur e Jo Privat, i fratelli Matelo, Baro e Sarane
hanno colorato di francese il jazz.
Il primogenito di Matelo, Boulou, ha le stimmate del genio fin da piccolo: è
capace di suonare qualunque cosa ascolti, e in casa Ferrè di musica se ne
ascolta tanta! Django, certo, ma anche Charlie Parker e Dizzy Gillespie, di cui
Boulou impara tutti i “chorus” ad orecchio, la musica zigana, la classica
(Ravel, Bebussy, Faurè...). Insomma, un conservatorio domestico. E’ a otto anni,
con suo padre, che Boulou tiene il suo primo concerto: canta, suona, improvvisa.
Fra chi lo ascolta provoca stupore e meraviglia. Ancor prima di Raphael Fays e
Bireli Lagrene, Boulou è il bambino prodigio della grande famiglia manouche.
Qualche anno più tardi troviamo Boulou insieme a suo fratello Elòs, di 5 anni
più giovane, all’Olympia, in diretta televisiva. Quindi iniziano gli incontri
con i grandi del jazz, fra cui Dexter Gordon.
Ingresso: 15 euro - studenti 12 euro
Domenica 6 Marzo 2011 dalle ore 11.00 alle 13.00 Stage con Boulou ed Elios Ferrè
Iscrizione 15 euro
Info T +39 349 5921605
DOCUMENTO REDATTO E SOTTOSCRITTO DA SINTI E ROMSabato 15 Ottobre
2011, Mantova
I Presidenti delle Associazioni sotto citate, composte in larga maggioranza da
Sinti e Rom, redigono e firmano questo documento da consegnare al Parlamento e
al Governo Italiano con i seguenti punti per chiedere:
Al Parlamento Italiano:
Due provvedimenti legislativi sono stati più volte sollecitati da diverse
istituzioni internazionali, oltre che attesi da migliaia di Cittadini italiani.
Chiediamo al Presidente della Camera dei Deputati e al Presidente del Senato
della Repubblica di accelerare l'iter legislativo per:
Il riconoscimento status di minoranza Un largo schieramento politico
ha presentato alla Camera dei Deputanti una proposta di legge per riconoscere a
Sinti e Rom lo status di minoranza: Proposta di Legge n. 4446, "Modifiche
alla legge 15 dicembre 1999, n. 482, in materia di riconoscimento e di tutela
delle minoranze linguistiche storiche dei Rom e dei Sinti", depositata il 22
Giugno 2011 è assegnata alla 1° Commissione il 11 Luglio 2011.
Il Giorno della Memoria Senatori di diverse forze politiche italiane
hanno presentato una proposta di legge per riconoscere la persecuzione su base
razziale subita dalle comunità Rom e Sinte, durante il nazifascismo:
Atto Senato n. 2558 "Modifiche alla legge 20 luglio 2000, n. 211, in materia
di estensione del Giorno della Memoria al popolo dei Rom e dei Sinti",
presentato il 15 febbraio 2011.
Al Governo Italiano:
L'Unione Europea ha chiesto all'Italia di predisporre entro dicembre 2011 una
Strategia Nazionale, chiediamo urgentemente al Governo di istituire
tavoli tecnici con le Associazioni Sinte e Rom Nazionali per affrontare le
seguenti questioni:
Il lavoro Sostegno ai lavori tradizionalmente svolti da Sinti e Rom
(spettacolo viaggiante, allevamento, arte, musica, artigianato ecc.) e
predisposizione di progetti per la riconversione lavorativa con accesso agli
strumenti esistenti e messa in opera di strumenti innovativi.
L'abitare Moratoria degli sgomberi senza alternative. Progetti per la
chiusura dei cosiddetti "campi nomadi" che, anche attraverso soluzioni
diversificate quali microaree, portino all'accesso alla casa o all'acquisto di
terreni su cui poter edificare in autocostruzione. Modifica del Testo Unico 380/2001.
Sospensione della Delibera 67/2010 dell'Autorità per l'energia e il gas.
La cultura Sostegno agli artisti Sinti e Rom. Predisposizione di una
campagna nazionale di conoscenza degli apporti culturali offerti da Sinti e Rom
alla cultura italiana ed europea. Inserimento di artisti Rom e Sinti nei
maggiori eventi nazionali.
La scuola Introduzione nei programmi scolastici di elementi della
storia e cultura dei Sinti e dei Rom, con particolare attenzione
all'anti-discriminazione. Predisposizione con la collaborazione delle
associazioni Rom e Sinte di un piano Nazionale per l'istruzione dei bambini Rom
e Sinti e per la formazione
dei docenti.
La partecipazione Adottare strumenti di sostegno per implementare la
partecipazione dei Sinti e dei Rom nella vita sociale e politica del Paese.
Indicazione Nazionale che vincoli i finanziamenti solo al terzo settore che
prevede la partecipazione diretta dei Sinti e Rom.
Il welfare Istituzione della figura del mediatore culturale Sinto e
Rom. Progettazione sociale vincolata alla presenza, retribuita, di mediatori
culturali Sinti e Rom. Progettazione e gestione diretta dei servizi alle
associazioni Sinte e Rom.
La sanità Campagna nazionale di prevenzione e istituzione della figura
del mediatore sanitario. Corsi di formazione per operatori organizzati in
collaborazioni con associazioni Sinte e Rom, con particolare attenzione
all'antidiscriminazione.
La lotta alle discriminazioni Rilancio della Campagna Dosta! (anche
nelle scuole e negli enti pubblici). Coinvolgimento delle rappresentatività
nazionali delle comunità Sinte e Rom nella costituzione degli Osservatori sulle
discriminazioni. Libertà religiosa e possibilità per le Chiese di usufruire di
spazi pubblici. Costruzione partnership tra le Prefetture e le associazioni
Sinte e Rom. Contrasto alle discriminazioni istituzionali (esempio: cartelli
stradali di divieto di sosta a chi è riconosciuto Sinto o Rom).
Rom immigrati Predisposizione di un percorso di regolarizzazione per i
profughi e per le famiglie di prima immigrazione (Anni Settanta e Ottanta) dalla
ex Yugoslavia. Progetti di accoglienza per i Rom immigrati dalla Romania
contemperando diritti e doveri. Progetti di informazione e sensibilizzazione con
partnership con i Paesi d’origine.
Federazione Rom e Sinti Insieme: Radames Gabrielli
Ass. Sinti italiani di Brescia: Henich Renato – Brescia
Ass. Nevo Drom, Trento: Gabrieli Giuliano, Gabrieli Mirco - Trento
Ass. Romà
Ass. Nevo Drom: Radames Gabrielli - Bolzano
Ass. Sucar Drom: Barbara Nardi – Mantova
Ass. Sinti italiani Busto Arsizio: Bianchi Giuliano - Milano
Ass. Sinti italiani di Milano Limbiate: Vinotti Oscar - Milano
Ass. Sinti italiani Vicenza: Davide Casadio- Vicenza
Ass. Sinti nel Mondo: Gabrielli Robert - Merano (BZ)
Coop. Romano Drom: Giorgio Bezzechi - Milano
Ass. Sinti italiani: Grisetti Diego - Reggio Emilia
Ass. Sinti italiani di Verona: Fulli Tomas - Verona
Ass. Sinti Italiani Piacenza: Elvis Ferrari - Piacenza
Ass. Upre Romà: Paolo Cagna Ninchi – Milano
Ass. Sinti italiani Romano di Lombardia: Bianchi Manolo – Bergamo
Ass. Sucar Mero: Enrico Prina - Rimini
Ass. Thèm Romanò Reggio Emilia: Torre Vladimiro- Reggio Emilia
Ass. Sinti italiani di Pavia: Erasmo Formica - Pavia
Di Sucar Drom (del 04/08/2010 @ 08:57:07 in blog, visitato 1594 volte)
MIlano, Opera Nomadi: chiudere il Tavolo Rom
Ci sono delle buone ragioni, a parere degli scriventi, per concludere
un’esperienza nata inizialmente dall’esigenza di trovare uno spazio di confronto
tra le associazioni e gli enti che si oc...
Roma, il progetto di Alemanno inizia a mostrare tutti i suoi limiti
Mentre a Milano la situazione è drammatica a Roma si iniziano ad intravedere i
problemi che saranno sempre più evidenti nei prossimi mesi. Alemanno ha seguito
con due varianti positive la strada indicata da Rutelli e Veltroni. I...
Bruxelles, + Respect: seminario sui media per la partecipazione dei Sinti e dei
Rom
Si è tenuto il 5 luglio a Bruxelles, presso la sede di rappresentanza della
Regione Puglia, il primo seminario tecnico per sensibilizzare Media e
opinione pubblica sul tema della partecipazione e diritti delle popolazioni rom
e sinte. L’incontro è stato organizzato da Cittalia (centro studi...
Nasce il registro delle persone senza fissa dimora
Nasce il registro delle persone senza fissa dimora. Un decreto previsto dalla
legge sulla sicurezza pubblica ne affida la tenuta e conservazione al
Dipartimento per gli affari interni e territoriali - Direzione centrale per i
servizi demografici. Pubblicato nella Gazzetta ufficiale...
Roma, Najo Adzovic è il delegato del Sindaco di Roma
Ieri 27 luglio 2010 è una data da ricordare, affermerei senza paura di essere
smentito: una data storica. Il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha un nominato
Najo Adzovic (in foto) quale suo delegato per i rapporti con le comunità rom
capitoline. La nomina è stata ufficializzata ieri mattina nella s...
Auschwitz-Birkenau, 2 Agosto 1944
Verso mezzanotte lo spogliatoio era pieno di persone. L’inquietudine cresceva di
minuto in minuto. Si sarebbe potuto credere di essere in un gigantesco alveare.
Da ogni parte si sentivano grida disperate, gemiti, lamenti pieni di accuse:
“Siamo tedeschi del...
Jazzit dedica la cover story e il cd a Django Reinhardt
Da qualche giorno potete trovare nelle edicole JAZZIT con la cover story
dedicata a Django Reinhardt con all’allegato discografico edito dalla Jazzit
Records (in collaborazione con il Museo del Jazz di Genova)...
Eric suggerisce questo video: Django Reihnardt e Stephane Grappelli, che provano per scherzo J'Attenndrai, seduti ad un bar mentre il resto del gruppo gioca a carte. (12 mg, necessita quicktime)
Di Fabrizio (del 08/10/2008 @ 00:46:14 in Italia, visitato 2355 volte)
Avevo chiesto ad Ernesto Rossi come fosse andato il convegno
su
Carlo Cuomo, a cui (seppure a malincuore) non avevo potuto partecipare. Mi
scrive di un convegno caldo e partecipato, con circa 150 presenze. Se qualcuno
vi ha partecipato, mi faccia sapere le sue
impressioni, anche commentando qui. Intanto, ecco il testo del lungo intervento
svolto da Ernesto Rossi, che partendo dai ricordi, affronta molti temi di
attualità.
4 ottobre 2008 - C'è un libro straordinario di Gianni Rodari, uno dei
più grandi scrittori del Novecento italiano: C'era due volte il Barone
Lamberto. Sembra un libro per bambini, categoria letteraria del
sussiego. Vi si racconta la ventura di un ricco signore che può ricomprarsi la
vita, perché scopre che "L'uomo il cui nome è pronunciato resta in vita".
Carlo, Carlo, Carlo…ecco cosa stiamo facendo, qui, oggi, adesso: ripetiamo il
suo nome per raccogliere la nostra memoria e per continuare a tenerlo vivo fra
di noi.
Perché in effetti non è vero che Carlo non ci sia più, né quando ci si occupa di
Zingari, né per altre questioni, nelle quali ha lasciato segni forti e
inconfondibili. È solo che, purtroppo per noi, facciamo fatica, nel mutare dei
tempi, delle sensibilità, delle politiche, ad incontrarlo.
Ho avuto la fortuna di un'amicizia fraterna troppo breve con Carlo. Venne nel
'68, giovane consigliere comunale, a vedere e a capire cosa succedeva nella
biblioteca che dirigevo: un esperimento di gestione partecipata che sembrava
anticipare nuove forme di decentramento.
Così adesso per questa amicizia e per il fatto d'aver cercato di proseguire il
suo impegno con i Rom e i Sinti, mi tocca un compito difficile: parlare di Carlo
coi verbi al passato, parlare di Carlo e del suo impegno per gli Zingari.
Per molti anni –una quindicina- Carlo e questo impegno sono stati strettamente
legati. Certo, si occupava dei destini della sinistra a Milano e lavorava come
presidente della FILEF Lombardia, l'associazione internazionale fondata
da un altro Carlo, lo scrittore e pittore Levi, per la quale aveva coniato,
allargando e in parte rovesciando il primo impegno a favore dei nostri
emigranti, uno slogan che era un vero sintetico programma: chiediamo per i nuovi
immigrati gli stessi diritti che abbiamo chiesto per i nostri emigranti.
Ma occuparsi di zingari è impresa d'imparagonabile diversità: essi sono la
minoranza delle minoranze. Il minimo possibile dell'altrui conoscenza, della
considerazione, del rispetto dei diritti. Non esiste paese di riferimento, in
cui siano una maggioranza. Non esiste paese, quale più, quale meno, in cui i
loro diritti siano veramente rispettati e garantiti.
Carlo ha disseminato idee e proposte innovative dovunque è stato
presente.
Per poter fare questo, ci vuole indubbiamente intelligenza e cultura, sapersi
porre domande, ma lui aveva di più: aveva una capacità non comune di passare dal
ragionamento alle ipotesi, alle proposte concrete; dal pensare al fare,
impastando teoria, discussione, suggerimenti, finché non diventavano un progetto
visibile agli occhi della mente, per divenire poi un'iniziativa.
Lo ha scritto con felice sintesi, il giorno dopo la sua morte, Manuela Cartosio
sul Manifesto: aveva la capacità di tenere insieme la rilettura di Marx
con la fontanella in un campo di Zingari. Insieme. Non una cosa accanto
all'altra, ma nella successione stessa del ragionamento e del progetto.
Era, non solo come lasciò detto di sé, una brava persona, ma slow,
lento. Questa definizione è associata attualmente al contrasto della frenesia,
del consumo, del cattivo gusto, che sarebbe uno splendido programma politico, ed
è riferita soprattutto ad un campo, quello enogastronomico; e a Carlo, uomo di
gusto, che sapeva apprezzare cibi e vini, non sarebbe dunque certamente
dispiaciuta.
Ma il senso in cui gliela attribuisco riguarda il suo atteggiamento nei
confronti dell'altro: il sorriso, dolce e aperto, il rispetto, l'ascolto,
l'attenzione, il ragionare pacato e coinvolgente; una serie insomma di qualità
maieutiche. Una cosa nata dalle sue parti. Era lento perché si prendeva il tempo
e il piacere di ascoltare e ragionare, di gustare e di far gustare il
ragionamento nel suo articolarsi e procedere dalle premesse alle conclusioni.
Questa era la sua qualità essenziale, strutturale, quella che gli conquistava
simpatia, attenzione, stima, affetto.
Sono stato adescato da Carlo ad occuparmi di Rom e Sinti, quelli che col
sommario disprezzo della non conoscenza chiamiamo Zingari.
Come nasce un'idea così nella testa d'una persona, di occuparsi di un
problema marginale di poche persone marginali, 150-160 mila in tutta Italia?
Quante volte l'hanno chiesto anche a me, ed ora che mi tocca parlare di Carlo,
mi accorgo che a lui non l'ho mai domandato. Eppure si tratta di una questione
importante, fondamentale. Forse tra di noi era scontata la risposta: per
indignazione. Ma è una risposta troppo morale, adulta. Forse quella precedente
nasce nei giochi da bambino, tra cowboy e indiani, o davanti alle porte Scee
leggendo i poemi omerici.
Ma credo che qualunque sia il caso che apre l'impegno, questo arriva su un
terreno già predisposto, incontri, esperienze, che rimangono a giacere in un
angolo della memoria, pronti a crescere, ad affermarsi, se si formano
circostanze favorevoli. Come una rosa di Gerico, che verdeggia nuovamente quando
la bagnate.
Ho un ricordo preciso di una situazione che Carlo raccontava, riferita forse
anche ai suoi anni giovanili in Grecia, quando nel villaggio o nel quartiere,
durante la riunione per organizzare una festa di matrimonio o di battesimo,
qualcuno, inevitabilmente, diceva Carlo, saltava su con un ma i 'nostri'
zingari qualcuno li ha avvertiti?
Questa frase, che sicuramente si pronuncia ancora oggi in molte lingue nei
Balcani, dice di una presenza e di una continuità di costume: una tradizione.
I Rom nei Balcani, la regione d'Europa che per prima hanno raggiunto nel loro
lungo viaggio, e dove tuttora vivono più numerosi che in qualunque altra, con la
sola eccezione della Spagna, sono portatori di una cultura musicale propria, ma
anche custodi di quelle locali, che hanno saputo raccogliere e reinterpretare e
tramandare, traendone una musica nuova senza confini.
Il caso che muove Carlo è l'incarico di assessore, oltre che al
decentramento, al lavoro, che comporta anche la responsabilità dell'Ufficio
Stranieri e Nomadi. Così si chiamavano e credo tuttora si chiamino gli uffici di
molte città italiane, cui compete di occuparsi di stranieri. E di nomadi,
che così definiti e percepiti, anche se italiani da secoli, finiscono col parere
stranieri, persino a se stessi. È qui che Carlo si trova a dover affrontare il
problema. Come assessore delle giunte di sinistra negli anni dal 1975 all'85, ha
dovuto gestire temi diversi e per lui talvolta inediti. E ogni volta, magari
dimenticando le vacanze, ha macinato libri e documenti per prepararsi.
Ma per questa materia, credo che lo sforzo sia stato minore. C'è una strada già
tracciata nella sua memoria e nella sua pratica politica, un marxismo usato come
chiave, non come binario: il senso della dignità umana, come valore fondante di
ogni politica; della diversità e ricchezza delle storie e delle culture come
ricchezza unica di tutta l'unica razza umana. Non è un caso dunque che
quando imposta e in parte redige, per incarico dell'amico e compagno editore
Nicola Teti, un numero speciale del Calendario del Popolo, dedicato agli
Zingari, il richiamo costante è alla Costituzione antifascista della
Repubblica italiana.
"Un patto di amicizia e fraternità", furono le parole usate da Umberto
Terracini, che con De Gasperi e De Nicola firmò quel testo, nel presentarlo nel
1947 al popolo italiano.
Parole straordinarie se le pensiamo rivolte a Rom e Sinti, in quegli anni quasi
esclusivamente cittadini di questo paese, essendovi giunti fin dagli inizi del
Quattrocento. Un popolo che le statistiche rappresentano come un popolo di
bambini (oltre il 50% minori di diciott'anni).
Una piccola società sparpagliata in quella più grande, con le sue tradizioni e
le sue regole, reciprocamente incomunicante con la nostra, con effetti
devastanti per loro, contro qualche fastidio per noi. Con la quale un patto
bisogna dunque stabilirlo, un patto sociale, non regole speciali, una strada
chiara, lineare, aperta, che per condurre tutti nella stessa unica società, deve
nascere dal rispetto, dall'attenzione, dalla comprensione, da regole nuove. A
partire dai diritti. I doveri, come ognuno sa, vengono, magari quasi subito ma
comunque dopo. È su questa mancanza che si esercita la capacità d'indignarsi, se
sei riuscito a salvarla dal tuo diventare adulto e beneducato.
Ma quanti sono? è il nostro tormentone. Le contiamo e ricontiamo, queste
pecorelle, quasi sperando, poco evangelicamente, che siano ogni volta di meno.
Ma di affrontare i problemi sociali poco se ne parla, quasi nulla si fa.
Negli anni di Carlo, da buon comunista vicepresidente dell'Opera Nomadi, da lui
fondata a Milano nei primi anni Ottanta, nascono i primi campi. Una
scelta che, senza l'intervento sociale connesso, previsto e mai attuato, gli
anni dimostreranno inadeguata ad affrontare i problemi dell'abitare.
I campi, soluzione quasi solo italiana, sono dei ghetti da cui non si esce che a
fatica verso altre soluzioni abitative, mentre per non trovare lavoro... basta
l'indirizzo.
Sono questi i percorsi generosi e accidentati di chi cercava una strada giusta.
Adesso, chi cerca una strada?
In quegli stessi anni troviamo, inattesa, una soluzione per una famiglia di
Sinti lombardi ben conosciuta nel suo quartiere, ma non per questo meno
sgomberata: non pare vero, ma si fece una raccolta di firme a loro favore,
un'offesa alla logica, come l'uomo che morde il cane; e con Carlo indicemmo
nelle loro roulotte una conferenza stampa, cui intervennero quotidiani e
televisioni, che stroncò l'insensata persecuzione di vigili e multe. Quel tratto
di via abbandonata che tuttora abitano serenamente da 12 anni, lo ebbero in base
alla prima convenzione del genere sottoscritta con il Comune di Milano. E ci
parve allora che da lì avremmo potuto avviare a soluzione almeno il problema
delle poche famiglie sinte milanesi.
Nel frattempo erano nate le prime cooperative rom, si era formato, sotto la
direzione del professor Angelo Arlati, e con la partecipazione di Giovanna
Lodolo, il Centro Documentazione Zingari, che raccoglieva libri, dischi, video,
documenti; e studenti e assistenti sociali venivano a prendere confidenza con
gli Zingari. E si avviavano i progetti per la mediazione sanitaria, che
in parte ripeteranno l'esperienza di quella scolastica: cosa può essere meglio
di questa per un popolo di bambini?
Mediazione ha il suono d'un termine filosofico, tecnico, professionale.
In realtà è tutte queste cose, ma molto di più. Non posso non ricordare questa
straordinaria invenzione di Carlo, ma non entrerò nella storia delle vicende che
portarono alla nascita di un gruppo di giovani romnià, donne rom,
preparate ad intervenire nelle scuole frequentate da bambini zingari per aiutare
la reciproca comprensione, la reciproca integrazione. Nella sostanza
queste ragazze, conseguita la licenza media, proseguirono con un corso impostato
con la collaborazione di Susanna Mantovani, preside della Facoltà di Magistero,
con un diploma finale abilitante.
Mi limito a ricordare l'essenza, il nucleo creativo di questa tormentata
e sottovalutata –o combattuta?- storia. Le maestrine zingare avrebbero
affiancato le titolari, aiutandole a comprendere i problemi dei bambini rom,
sarebbero intervenute per facilitare il rapporto fra loro e i bambini non-rom –e
perché no? le rispettive famiglie. Ma, soprattutto, sarebbero state un ponte tra
i bambini. E i piccoli rom avrebbero visto per la prima volta una di loro
in una posizione autorevole, non solo per loro stessi, ma anche per gli altri
bambini. E questi per la prima volta si sarebbero trovati davanti una zingara
che era un'autorità. Uno sconvolgimento. Di quelli da cui può cominciare un
nuovo mondo.
Se, e quanto, così sia stato lo lascio ad altri approfondimenti: il ponte era
lanciato, costruito; i ponti son fatti per essere attraversati, per unire rive
diverse. Non è detto che vengano utilizzati. Spesso ci vuol tempo, circostanze,
volontà per compiere la traversata. Da una parte e dall'altra. Ovviamente di
più, per chi è più debole e indifeso, per il quale un ponte potrebbe costituire
anche una minaccia d'invasione, un pericolo, non d'integrazione, di
assimilazione.
Progetti grandi e piccoli, dunque (questo della mediazione trovò interesse
presso altre città italiane e anche all'estero), ma che rimanevano quasi sempre
rinchiusi fra pochi addetti e un manipolo di funzionari e operatori. Bisognava
puntare di più sulla cultura come messaggio, trovare Rom e Sinti che fossero
immagine positiva, ambasciatori del loro popolo, raccontare storia e vicende
umane.
"Per occuparsi di zingari, bisogna essere matti", mi disse Carlo una sera
prima di cena."Tu e io, aggiunse ridendo, ci siamo".
Mancava Fredi Drugman, che aveva un approccio alla realtà dei problemi
diametralmente opposto a quello di Carlo, metodico e preciso, quanto Fredi era
estroso e inventivo. Ma questo divertiva Carlo, che diceva di lui ridendo
compiaciuto, 'è matto come un cavallo'. Con questo matto abbiamo dunque
organizzato la prima uscita pubblica per parlare di Zingari, nientemeno
che in un'aula della Facoltà di Architettura del Politecnico. Fu quel
giorno, credo, una delle prime volte che risuonarono a Milano le musiche
sfrenate e dolenti della tradizione zingara davanti a un pubblico d'una
settantina di studenti, stupiti e attentissimi per quasi quattro ore,
nell'ambito del corso di museografia, di cui Fredi era docente, insieme a
storia, lingua, tradizioni, musica, sotto le ipotetiche specie della creazione
d'un Museo degli Zingari.
Un modello che avremmo poi esportato, presi dal successo, in un corso presso l'Unitre,
in piazza Vetra, che il primo anno, per un solo trimestre (non ci eravamo fidati
ad andare oltre), beneficiò anche dei suoi interventi. Facevamo una lezione, e
la volta dopo la proiezione d'un film.
Il giorno della prima lezione arrivammo davanti all'aula assegnata: piena. Ci
guardammo interdetti, concludendo che avevamo sbagliato porta e lui propose di
andarci a bere qualcosa, tanto era ancora presto. Avremmo trovato poi l'aula
giusta, con i nostri quattro ascoltatori.
Ma proprio lì ritornammo.
Andammo poi avanti con tre fine settimana di musiche, balli e ragionamenti
presso il Barrio's di don Gino Rigoldi, appena inaugurato, e con altre
iniziative, per far conoscere i grandi Rom e Sinti, e il contributo
d'arte e cultura che questo popolo ha dato al mondo: Django Reinhardt, inventore
del jazz europeo, Esma Redžepova, candidata al Nobel, scrittori, poeti, pittori
come Antonio Solaro e Otto Müller, calciatori, naturalmente, uomini politici.
Come succede in tutti i popoli.
Una di queste iniziative vive ancora. Rom e Sinti hanno attraversato negli anni
del nazifascismo uno dei periodi più feroci della loro storia. 600.000 vittime è
una stima al ribasso, perché non sarà mai possibile ricostruire il numero delle
famiglie sterminate sul posto in tutti i territori occupati, come in quelli
degli stati fantoccio o alleati del Reich.
Ma Rom e Sinti non furono vittime inerti. In tutti i paesi in cui operò una
Resistenza organizzata essi ne fecero parte, combattendo e morendo per una
libertà che ancora non li ha raggiunti.
Dopo averne parlato con Carlo, come sempre facevamo, avevo cominciato a indagare
su questo capitolo storico , che non veniva citato in nessuna pubblicazione. Con
le prime scarne notizie raccolte, unite a quelle sullo sterminio, confezionai il
primo volantino, meticolosamente corretto da Carlo, che venne diffuso al corteo
del 25 Aprile 1998, come tuttora succede ogni anno a cura dell'Associazione Aven
Amentza, che prosegue in quell'azione, oltre che nella ricerca sulla
partecipazione di Rom e Sinti alla Resistenza.
Debout les damnès de la terre, dice un canto che abbiamo insieme
tante volte intonato: in piedi, dannati della terra, il cui titolo lo indica
come adatto a tutti i popoli, insomma internazionale. E infatti uno zingaro
disse: seppellitemi in piedi, perché tutta la vita sono stato in ginocchio.
Ma con gli Zingari in genere è difficile: seicento anni di persecuzioni
li hanno convinti che la ribellione non paga.
Eppure qualcosa si muove finalmente anche in Italia. Dopo il periodo delle
piccole associazioni autoreferenziali o familiari, ecco che queste
finalmente si uniscono in una federazione, che ha come valore aggiunto un Rom
e Sinti insieme. E a Milano è attivo un tavolo di associazioni, in Camera
del Lavoro.
Nei suoi ultimi mesi, Carlo affronta instancabile, respingendo la resa al male
che ormai lo consuma, ancora una battaglia, quella fondamentale, per il
diritto. La commissione Affari costituzionali del Senato, nel testo
predisposto per la discussione in aula, ha sgomberato Rom e Sinti
dall'elenco delle minoranze, peraltro malamente tutelate. La legge uscirà così,
pretestuosamente monca, l'anno dopo (L.482/99). Ma lui diffonde subito un
appello per il loro reinserimento, in cui si chiede con lungimiranza di valutare
anche le nuove minoranze, quelle degli immigrati, la cui presenza diventerà
stabile nel paese.
E mentre tratta per la sistemazione dei Rom di Palizzi-Fattori, trasferiti in
blocco dall'altra parte della città, lancia un nuovo progetto: una Casa dei
popoli e delle culture, che ne sia il luogo d'incontro, di valorizzazione e
di conoscenza.
Ma la nuova vecchia politica è quella degli sgomberi, intervento
feroce e stupido, che serve solo a spostare persone e problemi, senza risolvere
nulla: solo nel 2007 a Milano ne sono stati attuati una quarantina. Il campo di
Triboniano viene positivamente sistemato, ma ne viene distrutta l'organizzazione
sociale tradizionale. Per abitare questa terra promessa e recintata bisogna
sottoscrivere un regolamento speciale, che vale solo lì. È un bantustan. Si
parlerà imprudentemente d'un intervento epocale.
Ciò che sta accadendo è sotto gli occhi di tutti, forse segna davvero una nuova
epoca: quella della tolleranza che non ce n'è mai stata ed ora mostra il
suo vero aspetto: sotto lo zero.
Ora è il tempo della sicurezza, anzi della sua percezione.
Ma non si tratta di morti sul lavoro, di violenze su donne e bambini fra le mura
di casa dolce casa, di arrivare alla quarta o terza settimana, di pezzi d'Italia
in mano alla criminalità. Il pericolo additato per distrarre sono quattro gatti
di Zingari: ricontiamoli, anche se poi le cifre deludono, dov'è l'invasione? ci
son solo problemi trascurati a lungo, cioè le emergenze, che nascono dal
malgoverno.
È stato avviato in questo periodo un processo di degenerazione della società e
della democrazia.
Si è cercato di lasciare nella storia impronte di bambini, non con
l'inchiostro della scuola, con quello della polizia, cui vengono affidate parti
delle politiche sociali. Un inizio subito maldestramente ringoiato, che è
bastato a promuovere il nostro paese da barzelletta a preoccupazione
internazionale. Aspettiamo ancora di vedere qualche sussulto in più
d'indignazione. E invece la prossima primavera rischia di portare nuove
tempeste.
È vero, la storia non si ripete, ormai forse lo imparano anche a scuola. Ma
risuona. Oggi in modo orribile: Berlin ohne Zigeuner, dicevano i
manifesti diffusi nella capitale germanica per le Olimpiadi del 1936, Berlino
senza Zingari. Non sarà in preparazione, insieme a molti affari, una
Mailand ohne Zigeuner per l'Expo 2015?
Perché il problema è sempre lo stesso, immutabile, eterno: non sono gli
Zingari che disturbano –loro sono utili. Non ci piacciono i poveri.
E di questi è pieno il mondo. Sempre di più, sempre più poveri, premono fuori
dalle mura della fortezza di Schengen, come tanti gengiscan disarmati, sbarcano
sugli scogli, sulle spiagge, di cui è ricco, ancora, il nostro paese. Quando ci
arrivano. Di baracche è pieno il mondo. Tempeste e terremoti le distruggono, le
guerre e la fame ne creano altre.
E noi siamo quando va bene solidali. Purché i loro disperati abitanti restino là
dove sono.
Non so cosa avrebbe fatto Carlo davanti a quello che sta succedendo. Ma
non è difficile immaginarlo, perché noi tutti sappiamo che non si sarebbe
arreso. Per questo è importante che oggi siamo qui con lui, perché si continui a
rimanere insieme.
Avete sentito quante volte ho pronunciato il suo nome?
Di Sucar Drom (del 20/04/2010 @ 00:42:35 in blog, visitato 1550 volte)
Mantova, Nicola Sodano è il nuovo Sindaco
Nicola Sodano è stato proclamato sindaco di Mantova; oggi il primo cittadino ha
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Torino, per un giorno cittadini come gli altri
Ieri davanti alla Sindone, in Duomo, sono sfilati un centinaio di cittadini rom
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un folto...
Francia, Django Reihnardt la leggenda del jazz
Una piazza della capitale francese da pochi giorni porta il suo nome, accanto al
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Ministero dell'Interno, iniziative dell'Italia: sicurezza, immigrazione e asilo
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"Iniziative dell’Italia: sicurezza, immigrazione e asilo". La pubblicazione
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Mantova, il neo Sindaco incontra Sucar Drom
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Mantova, Nicola Sodano. L’incontro si è svolto nell’ufficio del Sindaco in via
Roma, sede del Comune...
Amnesty International, firma contro il "piano nomadi"
Continua la campagna di sensibilizzazione di Amnesty International sulla
situazione dei Rom. Dopo la presentazione del documento “Stop agli sgomberi
forzati dei rom in Europa”, diffuso giovedì 8 aprile dall’associazione, in
occasione del secondo summit dell’Unione europea sulle...
Milano sceglie la forza
Il Comune ha dismesso ogni politica per l’immigrazione, preferendo additare gli
stranieri come responsabili del degrado, sgomberando i rom rumeni a ritmo
continuo, usando la polizia locale per interventi di pubblica sicurezza. E
affermando, nel contempo, il proprio potere municipale. Stanti le ultime stime
dell’ISMU (Blangiardo, et al...
Milano, continuano gli sgomberi e si pensa a nuove misure draconiane
Il Comune di Milano continua la politica degli sgomberi contro i Rom con
cittadinanza rumena e i Sinti camminanti con Cittadinanza italiana. Gli sgomberi
sono così tanti e continui che diventa difficile avere un quadro completo. Oggi
la notizia che gli Agenti del Nucleo Pr...
Di Fabrizio (del 29/05/2005 @ 00:04:14 in media, visitato 2671 volte)
Vedere attraverso
gli occhi degli altri
A Colonia settimana della cinematografia Rom 30 maggio - 7 giugno 2005 Filmhaus Koeln, Maybachstr. 111
Programma
Lunedì 30 maggio:
h. 11.00 - Conferenza stampa Presentazione della prima cineteca internazionale di "Film Zingari" comprendente oltre 2500 film di oltre 30 paesi, nel periodo dal 1987 al 2005, con Heiner Ross, Kinemathek Hamburg e Kurt Holl, Rom e.V. Cologne
Proiezione: La sofferenza dell'Oro Nero - Regista: Siniša Dragin, 11 min., Romania 1994
Documentario su un accampamento in Romania. I Rom del film vivono una miseria estrema accanto ad una raffineria. Nella loro ricerca dell'acqua, scavano nel suolo e dai buchi spesso sgorga il petrolio, che loro raccolgono per riscaldamento. Per questo, sono continuamente perseguiti dalle autorità. Sono in tanti, anche tra i non Rom, a cercare il petrolio. I Rom di volta in volta cambiano territorio, nella loro costante ricerca. (in originale - sottotitoli in inglese)
h. 14:00 - German premiere in cooperazione con Goethe-Institut Bonn / Sofia and the Projektbüro zur Förderung von Roma-Initiativen e.V., Heidelberg presentano
Film girato con gli studenti Rom della scuola elementare di Berkovitsa, in Bulgaria. A un bambino viene chiesto per compito di fare un disegno e lui dipinge la storia dei suoi avi. La maestra gli strappa il foglio in pezzi. Una sua compagna lo consola. Il ragazzo riprende il suo lavoro, questa volta costrendo dei modellini dei carri usati durante le migrazioni dai suoi predecessori.
h. 15:00
- Swing - Regista: Tony Gatlif, 90 min., France 2002
Due bambini, due mondi:
Max, figlio unico, passa l'estate da sua nonna, accanto a un campo zingaro e lì acquista una vecchia chitarra. Impara a suonarla dal virtuosista Miraldo. Quando torna a casa, scrive lettere e petizioni alle autorità per conto di Miraldo. Nel frattempo, ha fatto amicizia con Swing, una coetanea, il cui stile di vita indipendente e selvaggio è in netto contrasto con l'educazione di Max. I due non sintetizzano soltanto le rispettive differenze di carattere ed educazione, ma anche il divario delle rispettive culture. Ma la loro curiosità e la mancanza di pregiudizi superano le differenze. Inoltre, il film è un omaggio al jazz Manouche e al grande Django, ma assieme il canto del cigno a una cultura che muore.
Mercoledì
1 giugno:
h.
19:00
- Hörsaalgebäude A1 (University of Cologne) in cooperazione con ASTA
FILM
Pretty
Dyana - Boris
Mitiæ, 45 min., Serbia 2004 (vedi)
La sofferenza dell'Oro Nero - Regista: Siniša
Dragin, 11 min., Romania 1994
"Black Word"
- Regista: Robert Kirchhoff, 40 min., Slovakia 2001
Un
pittore contemporaneo slovacco insegna arte ai bambini del villaggio di Hermanovice,
per solidarietà dopo che il villaggio è stato investito da una piena. Nel
film vengono mostrati i blocchi di appartamenti dove i Rom vanno a rifugiarsi
e dove non trovano prospettive future. Uno scrittore Rom di successo, ragiona
sui motivi della marginalizzazione sociale del suo popolo. (in originale - sottotitoli in inglese)
Giovedì
2 giugno
h.
19:00
- Lettura: "The image of the Gypsies in silent movies" di Heiner
Ross, Hamburg
Film
muti:
Rescued by Rover.
- Regista: Fitzhamon Lewin GB 1905
Le
avventure di Dollie. - Regista: D. W. Griffith USA 1908
La
Villa solitaria. - Regista: D. W. Griffith USA 1909
La
ragazza senza patria. - Regista: Urban Gad Germany 1912
Già
dal 1987, uno dei primi film girati mostra scene da un accampamento zingaro.
Da allora, Zingari riappaiono nei film muti, fornendo pathos melodrammatico e
funzionando da specchio per le paure nascoste, visti in occidente come alieni
o intrattenitori da fiera. I film forniscono la testimonianza sui pregiudizi
più classici, come il rapimento dei bambini, uno dipinge la figura del
"bravo Zingaro" e l'ultimo, con Asta Nielsen, mostra una ragazza
zingara, una senza-patria, negli anni dei nazionalismi europei prima della
Grande Guerra.
h.20:45
- Cancello degli Zingari - Regista: Melitta
Tchaicovsky, 50 min., USA 2004
Immagini
coloratissime di una comunità nomadica nella regione desertica di Thar, nella
provincia indiana del Rajastan. La videocamere segue gli incantatori di
serpenti, i cantastorie, i musici, i fabbri,
i raccoglitori del sale e i danzatori dall'aperto deserto sino ai loro campi.
Devonospostarsi di villaggio in villaggio per guadagnarsi da vivere. Una breve
retrospettiva spiega la complessità del sistema Hindu delle caste e il
cerimoniale per i matrimoni - identico a quello dei Rom europei, che sono
etnicamente legati a nomadi del Rajastan. Inoltre: l'affascinante musica dei
nomadi. (in originale - sottotitoli in inglese)
Segue:
party per il pubblico
Venerdì
3 giugno
h.
10.00 Recita scolastica
Pretty
Dyana - Boris Mitiæ, 45 min., Serbia 2004 (vedi)
h.
19.00 Opportunità per i bambini Rom? Programma speciale per insegnanti
e assistenti sociali e per le istituzioni che si occupano dei bambini Rom a
Colonia
La
scuola secondaria Gandhi di Pecs, Ungheria- Regista: Eva Gerner, 10 min., Hungary 2000
Da
oltre 10 anni, questa scuola fornisce tutto il necessario ai bambini Rom per
prepararsi agli esami di stato. Lo scopo è di abilitare questi studenti alla
professione accademica, così da aiutare il proprio popolo a trovare un suo
posto nella società (in originale - sottotitoli in
tedesco)
"Schaworalle" Frankfurt
- Regista: Roma Media, 21 min., Berlin 2004
Il
progetto "Schaworalle" nasce 10 anni fa a Francoforte per iniziativa
della locale associazione Rom e.V. Oggi conta circa 100 studenti Rom, la
maggior parte di famiglie rifugiate dalla Romania. Il progetto è finanziato
dal Comune con l'appoggio dei partiti parlamentari. Il film si concentra
soprattutto sull'"Equal project" per la formazione professionale,
vengono anche documentate nel dettaglio le lezioni pratiche e teoriche.
Amaro Kher
(Casa Nostra) è un progetto Schaworalle in Colonia, partito nel 2004. E'
dedicato ai ragazzi Rom senza scolarizzazione e/o con disagi scolastici. Sono
accuditi e preparati per un regolare corso di studio, in classi comuni e
alcuni degli insegnanti sono Rom loro stessi. Vengono anche organizzate
attività per il tempo libero, cosicché i ragazzi possano soddisfare le loro
curiosità, creatività ed entusiasmo.
Il
Risveglio- Regista: Peter Stefanov, 25 min., Bulgaria 2005
Questo
film documenta la formazione dei Rom come Mediatori Scolastici in
un'università bulgara, dal punto di vista della ventunenne Miglena. Prodotta
da Romany broadcaster
di Vidin, Bulgaria col supporto di CARE e del Goethe-Institut di Sofia.
Assenti:
i Rom nella scuola - Prod.
OSCE. 30 min., Bosnia and Herzegovina 2004
Nel
2004
ci sono ancora in Bosnia Herzegovina bambini che non frequentano la
scuola. Eno Alkiæ è uno di loro: Rom di tredici anni, ripreso assieme ai
suoi amici. Un film significativo non solo perché descrive la situazione di
questi ragazzi, ma anche perché mostra le contromisure adottate dai membri
della comunità Rom e dalle autorità scolastiche. (in originale - sottotitoli in inglese)
IRoma fanno televisione - Prod. MTV. 10 min., Macedonia 2002
Il
film mostra lo staff editoriale della televisione dei Rom per il programma sulle
minoranze della televisione nazionale macedone.
h.
21:00 - Il pellegrinaggio degli studenti Peter
e Jacob - Regista: Drahomira Vihanova, 94 min.,
Tchez Republic 2000
Durante
le vacanze estive nella Slovacchia dell'Est, Peter e Jacob incontrano una
giovane Zingara che ha ucciso il suo amante infedele. Dovrà apparire in
tribunale, ma nel contempo anche rispondere della sua azione di fronte al
proprio popolo. Peter, studente in legge, e Jacob, che studia filosofia, si
trovano coinvolti in un'accesa discussione sugli aspetti morali di questo
crimine, su delitto e punizione, la nozione di giustizia e le differenze dei
sistemi di valori nelle differenti culture. Il film pone la questione
dell'esistenza d standrd oggettivi per la nostra vita e le azioni. (in originale - sottotitoli in inglese)
Sabato
4 giugno
h.
15:30 - Lecture: The image of
"Gypsies" in Hungarian Motion Pictures
Andrea
Pocsik, Budapest
h.
17:00 - Lecture: The Image of
"Gypsies" in Russia – feature films as an example
Martin Holler, historian (M.A.), Humboldt University in Berlin
h.
19:00 - La sofferenza dell'Oro Nero - Regista: Siniša
Dragin, 11 min., Romania 1994
In
cooperazione con Institut Français de Cologne
Le temps des chevaux ou les cousins de Django
- Regista: Annie Kovacs-Bosch, 90 min., France 2002
L'autrice
ha passato un anno assieme a un clan Manouche dell' Auvergne. Il gruppo in questione
è la famiglia estesa di Cesar Reinhardt, conosciuto come Bambula, dei suoi
sette fratelli, che ancora vivono in carrozzoni coperti. Le tradizioni degli
antenati e le vecchie occupazioni sono ancora molto sentite; tramandate con
vecchie canzoni, racconti di fantasia, aforismi e storie umoristiche. La
medicina tradizionale dei Manouche, come anche l'atteggiamento verso la morte,
fornisce una migliore comprensione di questa cultura, che rischia di
scomparire. La regista e critica Annie Kovacs-Bosch ha mantenuto per anni
l'amicizia con i Manouche francesi (imparentati coi Sinti tedeschi) e ha
dedicato film e cortometraggi alla loro vita, arte e religione. (in originale - sottotitoli in
tedesco)
h.
21:00 - Party
con buffet e la Romany music band 'Romano Trajo'
Domenica
5 giugno
h.11:00
- Discussione:
L'immagine degli "Zingari" nella storia filmica
Participano: Andrea Pocsik, Budapest; Annie Kovacs-Bosch, Paris; Melanie Spitta, Frankfurt; Želimir Žilnik, Belgrad; Prof. Wolf-Dietrich Bukow, Cologne; Prof. Wilhelm
Solms, Marburg.
Modera: Ariane
Dettloff, Cologne.
h.
19:00 - Ci vediamo in Paradiso - Regista: Romani Rose, Michael
Krausnick. 97 min., Germany 1994
I
bambini Sinti dell'orfanotrofio cattolico di St.
Josefspflege, Mulfingen, furono usati come cavie dall'infermiera Eva
Justin, a capo dell'"Istituto per l'Igiene Razziale" del
Dipartimento di Salute Pubblica del Reich. Scrisse le proprie tesi mediche su
queste "specie aliene". Continuarono a funzionare come cavie
per gli esperimenti, finché il Dipartimento della Sicurezza Pubblica non
dispose il loro internamento diretatmente dall'orfanotrofio al campo di
sterminio di Auschwitz,
a cui sopravvissero solo 4 bambini su 39. Questi sopravissuti, a distanza di
50 anni, sono stati finalmente intervistati, assieme ad altri testimoni
contemporanei.
Arrivavano
giorno e notte, bambino mio / Zingari (Sinti) in Auschwitz (Es ging Tag und Nacht liebes Kind / Zigeuner (Sinti) in
Auschwitz) - Regista: Melanie Spitta, Katrin Seybold. 75 min., Germany 1982
Per
molto tempo, è stato considerato praticamente impossibile farsi raccontare
dai Sinti le sofferenze patite sotto il nazismo. La regista Melanie Spitta
(lei stessa Sinti) e Katrin Seybold
hanno fatto in modo di ottenere la fiducia di quanti sopravvissero: per la
prima volta le donne Sinti parlano liberamente di quanto fu fatto loro.
Assieme alle autrici, per la prima volta dopo la guerra hanno visitato il
campo di concentramento di Auschwitz,
confrontandosi coi ricordi delle loro sofferenze e la memoria di quanti non
sopravvissero.
h.
21:00
- Prendimi e portami via
- Regista: Tonino Zangardi. 95 min., Italy 2003
Il
matrimonio tra la pittrice Valeria e suo marito, che vivono in una anonima
città italiana. Loro figlio vive in un mondo proprio. Trova comprensione e
amicizia in una ragazza zingara, con cui spesso mangia e beve. I genitori
reagiscono con ostilità a questa amicizia. La ragazza chiede a lui di
"rapirla", quando scopre che suo padre l'ha offerta a uno zio per
saldare un debito di gioco. Ma il ragazzo non capisce cosa lei intenda.
Ciononostante, la andrà a cercare quando il padre la darà allo zio. E' il
quarto film di Tonino
Zangardi, l'unico regista Rom italiano. (in originale - sottotitoli in inglese)
Lunedì
6 giugno
h.
20:30
- Kennedy
sta tornando - Regista:
Želimir Žilnik. 26 min., Serbia 2003
Il
film mostra la situazione dei Rom rifugiati deporatti dalla Germania a Belgrado,
al loro arrivo all'aeroporto e nei campi per rifugiati della Serbia e del
Kossovo. I giovani ragionano sulla loro situazione e sulla completa mancanza di
prospettive in Serbia.
Un
gruppo di Rom senzacasa resiste alle deportazioni dalla Repubblica Federale.
Le riprese sono state effettuate tra l'autunno del 1989 e la primavera del
1991, per documentare la singolarità della "marcia dei mendicanti",
organizzata inizialmente dai Rom nella Northrhein-Westphalia
e poi in tutta la Germania sino al confine olandese, sperando - invano - di
essere accolti nei Paesi Bassi. Un impressionante omaggio a una fiera
minoranza che decide di prendere la fortuna nelle proprie mani, per poter
rompere il circolo vizioso di povertà, crimine, deportazioni, nuovamente
immigrazione illegale ed espulsione.
Martedì
7 giugno
h.
20:30
- Senza casa né tomba- Regista: Azir Jašari.
25 min., Serbia/Kosovo 2001(vedi)
Il
regista Rom Azir
Jašari mostra la distruzione dei quartieri Rom di Priština, Mitrovica,
e di altre città del Kossovo, dati alle fiamme durante i pogrom organizzati
dall'UÇK
sotto gli occhi della KFOR (anche della Germania). La disstruzione di una
comunità durata 600 anni. Qanti hanno potuto salvare le loro vite, sono ora
in campi rifugiati sovraffollati. (in originale - sottotitoli in inglese)
Pretty
Dyana - Boris Mitiæ, 45 min., Serbia 2004 (vedi)
Abbonamenti
e biglietti:
:Single movies or sets of movie
shorts: 4.- (reduced: 2.50.-)
All events / general ticket:18.-
(reduced: 10.00.-)
Advance sale: Rom e.V., Bobstr. 6-8, 50676 Cologne (to the South of
Neumarkt)
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