Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 24/11/2008
Un "pacchetto sicurezza" che non è degno di uno stato di diritto
Dai lavori di questa settimana in Senato potrebbe uscire uno statuto legislativo
piuttosto pesante nei confronti non solo degli immigrati – quattro milioni circa
di persone, "regolari" o "irregolari"–, ma anche di ...
Nuovi immigrati, l'85% degli intervistati non li vuole
Gli immigrati? Troppi e con troppi diritti, secondo la maggioranza degli
italiani. E' il dato allarmante che emerge da un'indagine condotta da Ipsos Pa
per il Corriere della Sera Magazine in edicola oggi in cui è dedicato un'ampia
inchiesta sul crescente fenomeno del razzismo in Italia...
Unicef: "Non discriminare i minori rom e sinti"
L'Unicef Italia ha chiesto ieri mattina al governo italiano un impegno per i
bambini e gli adolescenti rom e sinti che vivono nel nostro Paese. La
richiesta riguarda, in particolare, l'adozione di misure per prevenire ed
eliminare la discriminazione; campagne di se...
Italia, razzismo 2008
Era l’alba di Obama: le 5 del mattino, ora italiana, del 5 novembre. E la
possibilità – augurabile o temuta – che l’America, nel segreto dell’urna, non
avrebbe votato un presidente nero, s’era appena squagliata in qualche residuale
pillacchera di livore...
Berlusconi si vergogni!
Questa mattina il Presidente Berlusconi, a margine della Giornata nazionale dei
diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ritorna sulla questione delle
ordinanze firmate il 30 maggio 2008. Ecco la dichiarazione lanciata dalle
agenzie stamp...
Ue, il rapporto sulla situazione dei Sinti e dei Rom in Italia
«Le azioni perpetrate contro i Rom ad opera delle autorità italiane violano un
certo numero di obblighi assunti dall' Italia nel quadro della legge
internazionale sui diritti umani...
Rom e Sinti, no alle "classi ponte"
In relazione alla mozione approvata il 14 ottobre 2008 dalla Camera dei Deputati
nell’ambito del Decreto di Legge n. 137 del 1° settembre 2008, la federazione
Rom e Sinti Insieme esprime contrarietà a qualsiasi forma di separazione fra gli
alunni della scuola pubblica i...
Milano, la Maiolo non vuole i Rom
Tiziana Maiolo continua ad agitare la politica milanese nel centro-destra. Il
contendere: le elezioni provinciali e la carica di coordinatore regionale di
Forza Italia. Affari Italiani ha intervistato l’ex assessore di...
Decreto sicurezza, la posizione della federazione Rom Sinti Insieme
In merito al disegno di legge A.S. 733 (decreto sicurezza) in discussione nel
Parlamento Italiano, la federazione Rom e Sinti Insieme pone in evidenza quanto
segue. L'emendamento 18.22 al disegno di legge A.S. 733 modifica i commi 1 e
1-bis dell'art. 32...
Labambina
“Non ha nome, Labambina”. È questo l’incipit del romanzo di Mariella Mehr,
scrittrice Sinta Jenische di origini svizzere; e proseguendo nella lettura, ci
accorgeremo che questa prima frase è pesante come una pietra, il primo degli
infiniti macigni che dal racconto piovono su chi legg...
Razzismo, a Roma aggredita troupe del Tg1
Una troupe del Tg1 è stata aggredita a Roma, nella zona periferica del Trullo,
mentre girava un'inchiesta sull'aggressione razzista da parte di giovani
italiani ai danni di extracomunitari alla luce degli arresti di sabato. Un
ragazzo incappucciato ha spintonato la gior...
Milano, un graffito di Alfred Breitman per denunciare le persecuzioni delle
popolazioni rom
Martedì 18 novembre un grande graffito raffigurante la ruota rossa, simbolo
delle popolazioni sinte e rom, è apparso a Milano, proprio sulla pavimentazione
di piazza Duomo. Sotto il disegno - un cerchio rosso rubino con 16 raggi - la
scritta "Interrompete la persecuzione dei Rom"...
Come si fabbrica l'insicurezza
E’ passato un anno, dodici mesi appena, ma l'Italia sembra un'altra. Meno
impaurita e meno insicura. Infatti, l'inverno è vicino, ma il clima d'opinione
registra un disgelo emotivo evidente. Come testimonia il 2° rapporto - curato da
Demos e dall'Osservatorio di Pavia per Unipolis sulla rappresentazione della
sicurezza - nella percezione sociale e...
Magenta (MI), cacciati perchè Sinti
Negli ultimi mesi sono decine e decine gli sgomberi subiti da Sinti italiani,
soprattutto nel Nord Italia. Sono talmente tanti che non riusciamo più a darne
notizia. Molti di questi sgomberi avvengono senza che nemmeno i giornali ne
parlino...
Ricevo da Roberto Malini
Fano, 22 novembre 2008 Lettera aperta a Davide Del Vecchio, Assessore ai Servizi Sociali e alle
Politiche per la Solidarietà di Fano
Egregio Assessore Davide Del Vecchio,
in questi giorni la Commissione europea discute i provvedimenti da attuare verso
l'Italia per le politiche governative e locali che combattono i comparti più
deboli della società, a partire dai Rom e dai senzatetto. Ho letto, con
tristezza, l'articolo pubblicato dall'edizione locale del Carlino di oggi. E'
ormai evidente che i media diffondono odio e intolleranza verso gli esseri umani
più vulnerabili, presentandoli secondo un'odiosa propaganda discriminatoria: le
famiglie Rom sono descritte come bande di criminali e non come esseri umani in
tragiche condizioni; i migranti sono "invasori" dediti ad attività illecite; i
senzatetto sono così "per scelta" e costituiscono un pericolo pubblico. La
verità la esprimono i numeri del Viminale, del Rapporto Censis, delle
organizzazioni per i diritti umani. Furti, rapine e scippi sono in prevalenza
azioni compiute da italiani; gli omicidi avvengono per la maggior parte
all'interno delle pareti domestiche; il crimine, in Italia, è gestito dalle
mafie, che si avvalgono di manovalanza nostrana e straniera. Non solo, perché
come ricordato ieri da Roberto Saviano all'Unione europea, l'Italia è il più
grosso esportatore mondiale di criminalità.
Questo è il degrado da combattere: un degrado morale, civile, politico e
mediatico. La criminalità organizzata ha toccato quest'anno il suo fatturato
record in Italia: 130 miliardi di euro, maturati su droga, violenza, armi,
prostituzione, pornografia e pedopornografia, estorsione, corruzione, morte.
Continuare a evitare di perseguire la criminalità vera, per riempire le carceri
di Rom e poveracci - o scacciarli da ogni angolo in cui si rifugiano - è
qualcosa di aberrante. Definire i poveri, gli "ultimi" del Vangelo, come causa
di insicurezza e degrado è una menzogna colpevole, perché i poveri vanno aiutati
e a questo servono i servizi sociali. L'Italia e le sue città stanno scendendo
ai più bassi livelli dell'abiezione, del razzismo, dell'intolleranza perché non
ha il coraggio di guardarsi allo specchio. Tutti sanno la verità: non vi è
ministro, parlamentare, sindaco, assessore, prefetto, autorità, giornalista che
non sappia dove sono i veri problemi di sicurezza e dove vi è invece
persecuzione degli innocenti. So che non sarà certo Fano a cominciare a dare il
buon esempio, perché è più facile colpire il capro espiatorio - come si fa, in
Italia, fin dall'antichità - che toccare interessi enormi. I Rom a piedi nudi e
i mendicanti senza un tetto sulla testa sono bersagli così indifesi e a portata
di mano! E' così facile colpirli e poi affermare a gran voce: avete visto,
cittadini, vi abbiamo liberati dal pericolo pubblico numero uno! Intanto la vera
criminalità ghigna, ingrassa e ringrazia. So che non partirà, la riscossa morale
del nostro Paese, da Fano, perché Fano sta mostrando altri obiettivi (quelli
facili e di "effetto") da perseguire, ma non rinuncio a inviarLe questa breve
lettera. Scripta manent. Roberto Malini - Gruppo EveryOne
roberto.malini@everyonegroup.com
www.everyonegroup.com
C'è chi è ancora nomade.
Da L'Espresso local
IL CASO A SANNAZZARO
Un carovana di 120 persone accampata nel parcheggio dello stadio, devono
sgomberare in due giorni
"Non allontanateci ancora"
I nomadi: vogliamo mandare a scuola i nostri bambini
SANNAZZARO - 20 novembre 2008 "Ci mandano via da ogni posto, o quasi. Noi
vorremmo fermarci più di un giorno o due, per mandare a scuola i bambini e
trovare lavoro". La carovana di roulotte - una trentina, circa 120 persone - è
arrivata a Sannazzaro l’altra sera, occupando il parcheggio vicino al campo
sportivo. Un’ordinanza del sindaco impone lo sgombero entro 48 ore. Ma i nomadi
protestano, vorrebbero maggior tolleranza da amministrazione e residenti. Sono
tutti imparentati fra loro, il grande gruppo famigliare degli Hudorovich.
Originari del Montenegro, che hanno lasciato dopo la seconda guerra mondiale,
"siamo cittadini italiani a tutti gli effetti - dicono i capi della comunità,
Mario e Franco, cugini di 54 e 56 anni - però ci sentiamo discriminati".
Ieri all’ora di pranzo mangiavano all’aperto, sui tavoli da campeggio vicino ai
caravan. Un bicchiere di vino rosso anche per gli ospiti, la storia del clan da
raccontare.
"I primi Hudorovich sono arrivati in Veneto dopo la guerra, perché in patria -
quella terra dove era nata la vostra regina Elena - si faceva la fame". Si sono
moltiplicati, "siamo sparsi in tutto il Nord Italia, con almeno quattro o cinque
figli per ogni donna". Tutte con i capelli sciolti e lunghi, a qualunque età.
Gonnelloni multicolor come da copione, orecchini grandi e luccicanti. Oggi in
Italia si contano tre o quattrocento Hudorovich, parenti più meno stretti, dice
Mario. Si spostano suddivisi in gruppi più piccoli, che si formano e si separano
di stagione in stagione. Quello arrivato a Sannazzaro è numeroso, con molte
giovanissime mamme e bambini. Le donne curano i figli e realizzano piccoli
oggetti di rame, portacenere e soprammobili, che vendono di casa in casa. Uomini
e ragazzi fanno gli stagnini: "Per esempio, andiamo nei ristoranti a chiedere se
hanno pentole rotte e le aggiustiamo. Affiliamo i coltelli". Ma per trovare
qualche cliente, "si deve rimanere almeno qualche giorno nello stesso posto, a
cercare qualche contatto".
Niente foto in primo piano, "perché altrimenti quando ci presentiamo a cercare
lavoro dicono ecco gli zingari, e ci mandano via". Alla vita nomade certo non
vogliono rinunciare: "Una casa fra quattro mura l’ho avuta - dice il cugino
Franco - ma l’ho venduta, non ci resistevo. Soprattutto d’estate".
Ma la vita raminga crea anche problemi: "La gente che ci crede tutti ladri, e
poi far studiare i bambini è complicato". Questo però è ovvio: "Certo, non
possono andare tutto l’anno nella stessa scuola, lo sappiamo benissimo anche
noi". Ma "se ci lasciano stare almeno qualche settimana nello stesso posto,
possiamo mandarli in una classe a imparare qualcosa. Mica è possino andare in
una scuola solo due giorni".
Le mamme cercano di dare qualche insegnamento, "fanno come possono". Ma molto
presto, a dieci anni o poco più, soprattutto i maschi iniziano a lavorare con
gli adulti. "Noi Hudorovich paghiamo le tasse e ci comportiamo bene. Quando ce
ne andiamo da un posto, lasciamo tutto in ordine e pulito". Sottolineano i capi
clan: "Siamo italiani come gli altri, andiamo regolarmente a votare. Lo Stato e
quindi anche i sindaci dovrebbero aiutarci. In questo piazzale dove siamo ora,
non ci sono nemmeno i collegamenti per l’acqua". Di fronte al parcheggio
diventato campo nomadi c’è una fila di villette a schiera. Dai residenti un coro
di proteste: "Servono aree attrezzate per i girovaghi. Perché le amministrazioni
non si organizzano?"
Fotografie del 24/11/2008
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