Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 07/11/2008
POPOLI E RELIGIONI
MOSTRA FOTOGRAFICA DI MASSIMO CUTRUPI
TERNI
Cenacolo San Marco
Via del Leone 12
+39 0744424786 (info)
beni-culturali@libero.it
Inaugurazione 7 novembre 2008 ore 17.30
Fino al 15 novembre tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20
Ingresso libero
Parallelamente al Film Festival Popoli e Religioni che avrà luogo nella città di
Terni dal 9 al 16 novembre, si terrà la mostra fotografica di Massimo Cutrupi
che presenterà immagini inerenti alle tematiche del Festival.
L'autore, attraverso immagini in bianco e nero, ci racconta il vivere quotidiano
di alcuni popoli che sono riusciti a conservare intatte tradizioni millenarie e
valori universali attraverso le pratiche religiose.
Una sezione della mostra sarà dedicata ai nomadi della Missione evangelica
Zigana; predicatori che s'impegnano da anni in un'opera d'evangelizzazione tra i
popoli Sinti e Rom.
Da
ChiAmaMilano
Dal 5 novembre sono entrate in vigore le nuove norme –molto restrittive– sui
ricongiungimenti familiari
"A me piace vedere le persone riunite, forse è sciocco, ma che dire, mi piace
vedere la gente che si corre incontro, mi piacciono i baci e i pianti, amo
l’impazienza, le storie che la bocca non riesce a raccontare abbastanza in
fretta, le orecchie che non sono abbastanza grandi, gli occhi che non
abbracciano tutto il cambiamento, mi piacciono gli abbracci, la ricomposizione,
la fine della mancanza di qualcuno".
Jonathan Safran Foer "Molto forte, incredibilmente vicino"
Da oggi riabbracciarsi sarà più difficile.
Da oggi quei baci e quei pianti, così efficacemente descritti da Safran Foer in
alcuni passi del suo romanzo, saranno riservati ai fortunati che dimostreranno
di godere di tutti i requisiti necessari.
E’ entrato in vigore il 5 novembre il decreto n.160 del 3 ottobre 2008 in tema
di ricongiungimenti familiari. Una legge "corredo" del famoso "pacchetto
sicurezza", che pone pesanti restrizioni per i cittadini stranieri che vivono
regolarmente nel nostro paese e che desiderano essere raggiunti da figli,
genitori, mariti o mogli.
Introdotta nel 1998 dalla legge Turco-Napolitano al fine di agevolare il
consolidamento dei nuclei familiari, la norma sul ricongiungimento si è rivelata
viceversa l’ennesimo strumento con cui l’attuale Governo cercherà di porre
argine al fenomeno migratorio.
Ecco le novità, accolte "non positivamente" dall’Alto Commissariato delle
nazioni Unite per i rifugiati, introdotte per i familiari del cittadino
straniero che vive in Italia:
- Coniuge: dev’essere maggiorenne. Formula questa, che ostacola il
ricongiungimento delle tantissime coppie che in alcuni Stati asiatici o africani
si formano in giovanissima età.
- Figli maggiorenni: devono dimostrare di essere totalmente invalidi, quindi non
autosufficienti. Nessuno spazio per valutazioni sui singoli casi; la norma fa di
tutta l’erba un fascio, esclude la possibilità di situazioni di disagio non
riconducibili all’invalidità.
- Genitori: devono avere più di 65 anni e dimostrare di non avere altri figli
capaci di provvedere al loro sostentamento.
- Test del dna: in caso di rapporti di parentela dubbi, e su segnalazione dei
funzionari di controllo, è il cittadino straniero a dover farsi carico delle
spese.
- Reddito: con la Turco-Napolitano era sufficiente dimostrare di disporre di un
reddito pari all’assegno sociale pari alla cifra che secondo lo Stato italiano
consente ad una persona di sopravvivere (5.142,67 euro l’anno). Il reddito
doveva essere pari al doppio in caso di ricongiungimento di due o tre familiari;
il triplo per quattro o più familiari Ora il dato sale: occorre certificare un
importo pari all’assegno sociale aumentato della metà dell’importo per ogni
familiare che si congiunge. Poco importa se spesso la crescita economica di una
famiglia straniera si avvia proprio dal momento del ricongiungimento, che
consente al coniuge o ai figli in età da lavoro di trovare un’occupazione in
Italia.
Difficile che le nuove regole riescano a sortire l’effetto sperato dal Governo;
si è già visto in passato come le norme eccessivamente restrittive in materia di
immigrazione si siano spesso rivelate dei boomerang per il controllo dei flussi.
Più facile che il tutto favorisca ancora una volta il fenomeno della
clandestinità.
La questione dei ricongiungimenti è già oggi materia complessa; a Milano secondo
i dati della Prefettura sarebbero ben cinquemila le pratiche in stand by ancora
in attesa di essere valutate. La Prefettura stessa in questi giorni si è
appellata al Comune e alla Provincia affinché venga avviato un lavoro di
cooperazione con il terzo settore per agevolare le procedure. Di fronte ai buoni
propositi dell’Assessore alle politiche sociali Mariolina Moioli, la Lega ha
come al solito tuonato: "le priorità sono ben altre".
Ma si sa; per alcuni fa più notizia e riscuote maggior successo presso il
proprio bacino elettorale il pugno duro contro i clandestini piuttosto che un
aiuto ai cittadini stranieri volonterosi.
Procedure burocratiche lente dunque per il ricongiungimento, lentissime per la
richiesta di cittadinanza italiana dei giovani immigrati di "lunga residenza",
quelli presenti nel nostro paese da oltre 10 anni:se dal 2006 al 2007 le
richieste sono quasi raddoppiate passando da 13.232 a 25.261, le autorizzazioni
sono aumentate solo del 7%.
L’ altro lato della medaglia parla di ben 1117 i minori stranieri non
accompagnati sbarcati tra maggio e settembre a Lampedusa. Giovani in media tra i
16 e i 17 anni, come spiega in dettaglio il rapporto dell’organizzazione "Save
the Children", provenienti da zone di guerra, povertà e persecuzione come la
Somalia, l’Eritrea, la Nigeria ma anche Egitto, Palestina, Tunisia, Ghana.
Troppi i minori, insufficienti i mediatori culturali e i consulenti legali
presenti operativi nella comunità alloggio che dovrebbero provvedere al loro
inserimento sociale.
Se veti politici e burocrazia a manovella, insomma, ostacolano il percorso di
inserimento di decine di migliaia di immigrati regolari, l’Italia continua
d’altro canto e ciononostante a rimanere una delle mete più "appetibili" e più
facilmente raggiungibili da persone irregolari.
Gestire i flussi migratori non è facile, certo. Forse però la politica italiana-
e le nuove norme sui ricongiungimenti ne sono un indizio- è ancora all’anno zero
rispetto a molti paesi europei dove il melting pot già da tempo non è visto come
una minaccia ma come un’opportunità di arricchimento.
Giulia Cusumano
Da
Traveller's
Time Online Blog
By
Jake Bowers Quando è salito sul palco a Chicago, in tutto il
mondo hanno cominciato a scorrere le lacrime. Nato in un paese che ancora
segregava ufficialmente i suoi cittadini bianchi e neri, il Presidente eletto
Barack Obama è il sogno di Martin Luther King divenuto realtà. Quarant'anni dopo
che King sognava di un giorno in cui i bambini neri sarebbero stati giudicati
"per il loro carattere invece che per il colore della pelle", pochi avrebbero
predetto che quel giorno sarebbe stato proprio il 4 novembre 2008.
Quando ho sentito la notizia il 5 novembre ero colmo di gioia. Ma come altri,
ho iniziato a chiedermi quando il cambiamento sarebbe arrivato in Europa. In
Bretagna, abbiamo avuto parlamentari neri ed asiatici, ed anche ministri di
gabinetto e molti ora si chiedono quando potremo vedere un Primo Ministro nero o
asiatico. Ma, come sempre, in pochi hanno iniziato a considerare il popolo
Romanì.
Tutti assieme, il popolo Romanì costituisce la più grande minoranza d'Europa
e quella col più alto tasso di crescita. In molti paesi europei siamo oltre il
10% della popolazione, proprio come i neri sono il 13% della popolazione USA. Ma
qua finiscono le similitudini. Per quanto gli Americani hanno scelto un nero
come loro Presidente, le inchieste in Europa regolarmente rivelano che la
maggior parte degli Europei non vogliono un Rom neanche come vicino.
Uno sguardo alle notizie rivela i fatti.. La settimana scorsa, due Rom sono
stati colpiti a morte in Ungheria ed in Spagna ci sono state marce anti Rom. Un
tribunale nella Repubblica Ceca ha capovolto la decisione di compensare le donne
romanì per essere state sterilizzate a forza. Le statistiche sono una
dannazione. L'80% del popolo romanì vive in povertà, in Bretagna ogni indicatore
di sviluppo ci definisce come una comunità del terzo mondo che vive in un paese
del primo mondo. La pura e semplice verità è che per il popolo romanì, la
segregazione è ancora viva e vegeta in Europa. Quindi, che speranza c'è di avere
un Presidente o un Primo Ministro Rom o Viaggiante?
Candy Sheridan è consigliere tecnico distrettuale, ma a differenza degli
altri in Bretagna, è anche una Viaggiante Irlandese. Nei suoi 5 anni come
consigliere ha passato due nuovi siti di transito. Come molti altri ha gioito
per la vittoria di Obama e per lei la lezione è chiara. Dice: "Dobbiamo entrare
in politica attraversando le principali correnti politiche e terminare di
litigare tra noi."
E' appena tornata da una riunione dell'Union Romanì Internazionale in
Croazia, in cui era una delle rappresentanti della Bretagna. "Nell'Europa
orientale, si può vedere che i Rom sono diventati politici perché le cose siano
fatte," dice. L'incontro è stato finanziato dal governo croato ed aperto dal
vice Primo Ministro del paese. "Non mi posso immaginare che accada qui," ride.
Così pensa che ci sarà mai un capo di stato in Europa Rom o Viaggiante. Non
indicherà una data, ma dice che potrebbero volerci altri 20 anni.
Se questo accadesse, sarà lontano e ad est della sua casa a North Norfolk,
dove il numero dei Rom è molto più alto. Parlamentari romanì ora siedono in
molti parlamenti dell'Europa dell'est e rappresentano anche i loro paesi nel
Parlamento Europeo. In Bretagna, non ci sono parlamentari Rom o Viaggianti e
soltanto il parlamentare Bob Russel del Colchester ha dichiarato di avere
antenati romanì.
A Somerset, l'ottantunenne Alfie Cooper dell'Associazione Nazionale per i
Diritti dei Rom, neanche lui fa previsioni. Da giovane non gli fu permesso di
frequentare la scuola, adesso ha 5 nipoti che sono stati all'università e questo
gli da speranza. "E' fattibile che possa succedere adesso che i nostri chavvies
(bambini) sono istruiti. Ma troppi Rom non hanno ancora nessun diritto nel
nostro paese." Alfie ha imparato di persona che i diritti sono necessari perché
le opportunità possano essere raccolte.
Il 20 gennaio Barak Obama, il primo presidente nero degli Stati Uniti,
prenderà residenza nella Casa Bianca. Il suo più grande rally nella campagna
elettorale è stato a Berlino, che ha mostrato quanto egli è popolare in Europa.
Abbiamo molto da imparare dalla sua storia, ma quanto tempo dovremo attendere
perché qualcuno di noi la ripeta?
Ricevo da Marco Brazzoduro

Vi invitiamo all'iniziativa "METICCI - Incontro tra culture" che si terrà
venerdì 14 novembre 2008 presso il Centro Servizi alla Persona in Via Giardino a
Pescara.
L'iniziativa, voluta da noi della Pralipé per rendere conto di un percorso di
Mediazioni che ci ha visti impegnati in questi lunghi 10 anni, vuol essere un
punto di incontro tra le Mediazioni agite e quelle possibili, tra le azioni
percorse e quelle percorribili, in modo da mettere in confronto le esperienze di
quegli operatori che, nel corso degli anni, hanno acquisito esperienze e gettato
le basi per un'azione condivisa.
L'invito è esteso a tutte le donne e gli uomini che vedono nella
partecipazione la possibilità di "mescolare" vite e saperi, mettendo a confronto
opinioni e azioni per cambiare quel mondo che ci vuole individui, avendo come
intento quello di creare un nuovo spazio di singoli che si incontrano ed
uniscono le loro forze e i loro sogni.
Vi preghiamo di invitare tutti coloro che amate e anche coloro che non amate.
Vi aspettiamo!
Cooperativa Sociale Pralipé
M E T I C C I
INCONTRO TRA CULTURE - MEDIAZIONI A CONFRONTO
VENERDÌ 14 NOVEMBRE 2008
CENTRO SERVIZI ALLA PERSONA - SEDE URBAN
VIA GIARDINO - PESCARA
ore 16,00
Presentazione della Mostra
ROM E SINTI, UNO, CENTO, MILLE INCONTRI
Presentazione del Laboratorio di Animazione Teatrale
ALLA RICERCA DELLE PORTE PERDUTE
ore17,00
Assemblea Dibattito con:
Prof. Ezio Sciarra
PRESIDENTE DEL CORSO DI LAUREA IN SERVIZIO SOCIALE UNIVERSITÀ DI CHIETI
Modelli di mediazione
Prof. Alain Goussot
DOCENTE DI PEDAGOGIA, UNIVERSITÀ DI BOLOGNA
Percorsi di mediazione: Pratiche meticcie
Nazzareno Guarnieri
PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE ROM E SINTI INSIEME
Quale Mediazione tra culture diverse?
Dott. Alessandro Salerno
SOCIOLOGO RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI MEDIAZIONE SOCIALE COOP. SOCIALE
PRALIPÉ
La Mediazione sociale: una mediazione è possibile?
ORGANIZZA:
PRALIPE'
cooperativa sociale
via Aterno 209 - Pescara
www.pralipe.it
INFO: 333/5302676 - 333/9312061
Da
Roma_Francais
Source: AFP 03/11/2008 | Mise à jour: 16:50
Un portavoce della polizia locale ha annunciato che sono morti due Rom a
seguito di un attacco condotto oggi all'alba con armi da fuoco e bombe molotov
contro la loro casa a Nagycsécs, nel nord-est dell'Ungheria.
"Un uomo di 43 anni ed una donna di 40 son morti sul colpo dopo che
sconosciuti avevano lanciato bombe molotov contro due case a Nagycsécs," a circa
170 Km. a nord-est di Budapest, ha dichiarato alla stampa Tamas Dobi, portavoce
della polizia dipartimentale.
Ha aggiunto il poliziotto che dopo aver preso fuoco, le case sono sono state
l'obiettivo di colpi di pallettoni.
"I colpi di fuoco hanno raggiunto le vittime alla testa attraverso le tende
chiuse, un uomo è stato leggermente ferito al ventre ed è stato ricoverato in
ospedale," ha precisato il poliziotto.
L'attacco avrebbe potuto fare più vittime perché nella seconda casa abitava
una famiglia con due bambini. Ma la molotov lanciata non ha preso fuoco.
La polizia ha aperto un'inchiesta "che impiega parecchi effettivi", ma
nell'interesse delle investigazioni da ora in avanti non darà più informazioni,
ha precisato il portavoce.
Il piccolo villaggio di Nagycsécs conta appena 916 abitanti ed è reputato una
località tranquilla, dove l'anno scorso si sono registrati solo 35 casi
criminosi.
Le autorità ungheresi hanno proposto una ricompensa di un milione di fiorini
(4.000 euro) per chi fornirà informazioni sugli aggressori.
Fotografie del 07/11/2008
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