Voci da un
corteo, per i diritti di tutti. Cena, documentario e musica per capire
di più chi sono, da dove vengono e perché sono stati perseguitati attraverso i
secoli I Figli del Vento.
Regia: Manuela Costa, Maurizio ‘gibo’ Gibertini
Paese di produzione: Italia
Anno di produzione: 2008
Genere: documentario
Durata (in minuti): 45’50”
Cromaticità: colore/bn
Soggetto: Antun Blazevic (Toni Zingaro), Manuela Costa, Maurizio ‘gibo’
Gibertini
Fotografia: Maurizio ‘gibo’ Gibertini
Montaggio: Manuela Costa, Maurizio ‘gibo’ Gibertini
Suono: Manuela Costa, Maurizio ‘gibo’ Gibertini,
Ricerca Storica/Documentazione: Antun Blazevic (Toni Zingaro)
Ufficio Stampa: Officina Multimediale
Musica: Nuove Tribù Zulu
Produzione: M’ArtE_Officina Multimediale
Distribuzione: /
CARATTERISTICHE TECNICHE
Formato delle riprese: HDV PAL 720x576 (768x576); 16-bit stereo 48,000 Khz
Formato della copia (proiezione): BETACAM / DVCAM / MiniDv / DVD–R (zona “2”)
Lingua dei dialoghi: Italiano
Lingua dei sottotitoli: Italiano
SINOSSI
«…viviamo tra voi da secoli, molti di noi sono cittadini italiani, altri sono
qui da diversi decenni. Abbiamo seppellito qui i nostri padri e qui sono nati i
nostri figli.»
«…siamo finiti nei campi perché nulla di meglio ci è stato offerto. Ma i rifiuti
che ci assediano non sono nostri. »
«…soli nei nostri campi di miseria, nella nostra emarginazione, nei nostri
ghetti. »
«…non siamo nomadi, non siamo zingari, siamo rom. La nostra è una storia di
persecuzioni, lutti e dolori. Abbiamo una cultura millenaria ed una lingua
antica.»
«…in questi giorni sentiamo la paura che ci circonda la notte più del giorno,
quando rimaniamo soli nelle nostre baracche e non sappiamo se arriverà anche da
noi una bomba incendiaria, una folla inferocita o un controllo della polizia.»
«…non tutti tra noi sono in regola. Siamo avvolti in una spirale infernale. Non
abbiamo lavoro e non otteniamo il permesso di soggiorno. Senza permesso di
soggiorno nessuno da lavoro ad un rom. Non resta che arrangiarsi e sperare che
domani sia meglio di oggi.»
«…qualcuno di noi non si comporta bene è vero, come è vero che nei quartieri
dove riusciamo a vivere in pace con voi sono sempre nate amicizie. Oggi qualcuno
ha deciso che dobbiamo essere dipinti come la causa principale di tutti i mali
dell’Italia. »
«…alcuni giornali non fanno altro che parlare dei nostri furti e un incidente
provocato da un rom ubriaco diviene un fatto di cronaca di cui si parla per
mesi. Anche le forze politiche che si sono riconciliate con gli ebrei a noi non
hanno mai chiesto scusa anzi ci additano con il peggiore dei mali. »
Soprattutto: «…Non essere qui oggi è come non esistere.» Voci. Da un corteo.
Di Fabrizio (pubblicato @ 09:36:03 in media, visitato 2029 volte)
Khamsa, di Karim Dridi (Concorso Migliore Film Africano) ll tunisino Karim Dridi con Khamsa (se ne era scritto
QUI ndr) ritorna al cinema dopo dieci anni di televisione. Marco
l'adolescente zingaro in perenne collisione con il potere costituito è disadatto
anche all'interno del proprio mondo, non comprende lo strisciante razzismo che
divide gli zingari dagli arabi. Un film tutto contenuto nelle due sequenze di
apertura e chiusura, sintesi estrema di una vita vissuta controvento.
ricorda Signore questi servi disobbedienti alle leggi del branco
F. De Andrè (Smisurata preghiera)
Marsiglia con le sue luminosità mediterranee, mentre da una parte ricorda le
melodie di Serrat che svela il senso di un meridionale comune denominatore,
dall'altra svela il suo volto tragico nel cammino doloroso di Marco (Khamsa che
in arabo vuole dire 5) giovanissimo componente di una disfatta famiglia zingara.
L'inizio del film lo accoglie in equilibrio sul cordone di un muro, metafora, in
un film assolutamente esplicito, di una vita condotta border line. Marco si
arrangia, furti, scippi e combattimenti illegali di animali. Ma non è padrone
della sua vita, compie queste attività delinquenziali per non uscire dal gruppo,
per esserci, per ribellione. Il suo desiderio è quello di fare il fornaio e
sfornare pane e dolci. E poi bisognerebbe averlo visto com'era felice quando suo
padre, scapestrato donnaiolo privo di scrupoli, partendo gli lascia la roulotte
e lui la rimette in ordine eleggendola a propria dimora. Segno preciso di una
necessità di stabilità anche emotiva, ma senza desiderio di integrazione,
tutt'altro, l'undicenne Marco resta un gadjo e il suo percorso è sempre in piena
collisione con il potere costituito, sia esso rappresentato dai funzionari del
servizio sociale o dalla polizia.
Dridi ci accompagna all'interno di questo territorio zingaro diviso tra amore
solidale e solidaristico malaffare, tracciandone con sicurezza le coordinate. Un
terreno ricco di insidie, esposto al tradimento, dove il giovanissimo
protagonista trova lo spazio per dimostrare tutto l'amore possibile per la nonna
morente. Il campo rom o le occasionali dimore che trova mettono in luce la
precarietà della sua vita. Dissidi etnici si insinuano tra i rapporti di questi
adolescenti che si comportano da uomini, non c'è mai pace tra rom e arabi e il
razzismo latente aggrava i rapporti tra le parti. Dridi, tunisino di nascita
affronta con sicurezza e solare audacia il tema della complessità che deriva da
questo film e al cui interno, un po' spaesato, un po' consapevole e un po'
malandrino ritroviamo il suo protagonista che sembra destinato, da una sorte
cattiva e percorrere tutta la vita controvento come nella faticosa ultima
sequenza che lo vede correre in salita mentre ai suoi piedi la multietnica
Marsiglia quotidianamente sopravvive a questa dolorosa complessità.
Belgrado - 19 marzo 2009 - Uno dei viali di Nis, la più grande città della
Serbia meridionale, potrebbe presto avere il nome del leggendario interprete di
musica rom
Saban Bajramovic.
Secondo il giornale Blic è una proposta portata avanti dal comitato
incaricato di nominare vie e piazze di Nis. La proposta verrà inoltrata al
Ministero per la Pubblica Amministrazione e l'Auto Governo Locale dopo
l'approvazione dell'Assemblea Cittadina di Nis.
Il presidente del comitato, Dragoljub Stamenkovic, ha detto a "Blic" di
aspettarsi che la procedura si compia entro l'inizio di giugno, quando verrà
commemorato il
primo anniversario della morte di Bajramovic.
"E' molto che anche la moglie di Saban, Milica Bajramovic sia d'accordo,
perché sarebbe sbagliato prendere una decisione senza l'accordo dei membri della
sua famiglia. Il comitato ha considerato diversi suggerimenti e con voto a
maggioranza, la proposta è stata accettata. Il viale non è ancora terminato, ma
sarà una strada degna del grande cantante," dice Stamenkovic.
La proposta di dedicare una delle vie di Nis a Bajramovic viene dal Festival
Jazz della Città di Nis.
Saban Bajramovic nacque a Nis ne 1936. A 19 anni disertò dall'esercito per
correre dietro ad un ragazza di cui si era innamorato. Come disertore, venne
condannato a tre anni di carcere nella famosa isola di Goli Otok, dove venivano
mandati gli oppositori del Presidente Tito. Iniziò la sua carriera musicale
nell'orchestra della prigione che suonava, tra le altre cose,jazz (soprattutto
Louis Armstrong, Sinatra e talvolta John Coltrane), con pezzi spagnoli e
messicani. Una volta lasciata Goli Otok,la sua carriera musicale decollò. La sua
prima registrazione è del 1964, e da allora si ritiene che abbia composto 650
canzoni. Nel 1964 compose anche l'inno ufficiale del popolo rom "Djelem
Djelem".
Dopo anni di vita dura e intensa, la notorietà svanì e nel 2008 si trovava a
vivere un'esistenza impoverita a Nis, con serie complicazioni di salute e senza
poter più camminare. Il governo della Serbia è intervenuto per fornirgli alcuni
fondi. È morto nel Nis l'8 giugno 2008, per un attacco di cuore.
Di Fabrizio (pubblicato @ 08:58:18 in scuola, visitato 1669 volte)
Ricevo da Marco Brazzoduro
Workshop di DANZA e CANTO ZIGANO-ROM
Gio 2 - Ven 3 - Sab 4 - Dom 5 Aprile 2009 dalle 17.00 alle 21.00
Presso I.a.l.s. via C. Fracassini 60 - Roma (zona Flaminio)
condotto da Kali Cerchen e Gypsyliana
Marian Balog: regista, drammaturgo, cantante, attore e danzatore del
Romathan Theatre di Kosice (Slovakia) e del trio vocale Rom Kali Cerchen.
Milan Godla primo cantante e attore del Romathan Theatre di Kosice e del
trio vocale Rom Kali Cerchen.
Jaroslav Godla cantante e danzatore del Romathan Theatre di Kosice.
Cantante e chitarrista del trio vocale Rom Kali Cerchen.
Cristina Barzi in arte Gypsyliana, cantante e leader della banda
Officina Nomade. Attrice di teatro, tv, fiction, docente dell'Accademia
Corrado Pani di Roma.
MATERIE DI STUDIO:
Preparazione di un repertorio danzato e cantato,
Espressione della voce: esercizi di respirazione ed emissione,
Tecnica vocale,
Espressione voce/corpo: esercizi ed improvvisazioni individuali
finalizzati allo sviluppo delle potenzialità espressive
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
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