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Articoli del 17/03/2009

Di Fabrizio (pubblicato @ 09:28:22 in casa, visitato 2222 volte)

Da Czech_Roma

The Prague Post, 12 marzo 2009

Foto Michael Heitmann: La madre single Helena Koňová attende la rilocazione forzata verso quelle che chiama unità "sporche ed in rovina" come parte della proposta di Chomutov.

By Curtis M. Wong and Sarah Borufka, Staff Writers
Chomutov, North Bohemia

Situata in una delle aree più indigenti del paese, la città di Chomutov trasuda un'aria di profondo sfinimento. Appartamenti sbriciolati si allineano ciascuno sulle vie principali, e persone dall'aria poco rassicurante bighellonano fuori da trasandati bar con slot-machine e take-away asiatici.

Le industrie locali hanno lasciato i residenti senza lavoro, ed il municipio di Chomutov spera di riaccendere la propria immagine con una complessa proposta che ha avuto effetto a febbraio. Chiamato "Záchranný kruh" (Salvavita), il piano ha lo scopo di rimuovere quelli a cui la sindaca Ivana Řápková si riferisce come "gente che crea confusione" - incluse prostitute e percettori di previdenza che non pagano l'affitto - dalle aree centrali e dai quartieri residenziali lì attorno.

"Il nostro scopo è aiutare i cittadini decenti", ha detto Řápková. "Per la prima volta nella storia della nostra città, tutti i dipartimenti municipali stanno lavorando assieme... E' un sistema complesso di misure che si indirizza a tutta la gente inadattabile di Chomutov".

Le statistiche di Řápková sono sconcertanti. Le registrazioni del municipio di Chomutov indicano che gli sono dovuti un totale di 240 Kč di affitti arretrati, come pure dalle susseguenti multe, soprattutto da parte di percettori di previdenza. La popolazione di Chomutov attualmente si aggira sui 50.000 abitanti, e si stimano in 8.000 quanti attualmente ricevono sussidi statali, di cui circa l'80% secondo quanto riferito è di origine Rom.

Nonostante la lodi del Ministro degli Interni Ivan Langer e dei residenti dell'area (in oltre 10.000 hanno firmato una petizione online di appoggio alla nuova legislazione in un periodo di otto giorni), l'iniziativa è stata largamente bocciata a livello nazionale, sollevando le critiche dei locali gruppi umanitari e anche di Michael Kocáb, Ministro per i Diritti Umani e le Minoranze. Tra le molte preoccupazioni c'è la nuova procedura che permette agli incaricati comunali di pubblicare i permessi di chi riceve la previdenza, come pure il piano di rilocazione, che trasferisce chi non ha pagato l'affitto dagli appartamenti comunali a blocchi di container in un'area periferica di Chomutov che la città ha comprato quattro anni fa.

Foto Michael Heitmann: I gruppi dei diritti umani considerano l'alloggio in container un piano inadeguato e populista.

Gli incaricati comunali dicono che il 60% degli avvisi di sgombero saranno consegnati entro le prossime due settimane a chi non ha pagato l'affitto. Poco dopo, i primi residenti si sposteranno nei container, poveramente isolati. Precedentemente usati come magazzini, alcuni di questi attualmente mancano di adeguato riscaldamento ed impianto elettrico, ed i residenti avranno l'accesso solo alle docce ed ai ricoveri comunali. Una volta lì, i residenti dovranno pagare 400 Kč ($18) al mese più i servizi.

"Il piano di Řápková è completamente demagogico", ha detto Jarmila Kuchárová, assistente sociale presso il ramo di Chomutov di Člověk v tísni (Gente in Difficoltà), una OnG. "Semplicemente non sono politiche sociali appropriate quelle di rimuovere i residenti dalla loro casa e mandarli in appartamento -di rimpiazzo- che sono così inadeguati."

Tra quanti stanno aspettando la rilocazione c'è Helena Koňová, madre single di tre figli, che attualmente vive provvisoriamente in un appartamento lungo il blocco dove sono situati i container. "Voglio solo vivere come chiunque altro, in un appartamento con l'acqua calda ed il riscaldamento centralizzato," ha detto Koňová, il cui marito è attualmente in prigione. "Non penso che sia troppo chiederlo per una madre con tre figli. Quelli nuovi sono sporchi ed in rovina."

I gruppi umanitari locali hanno fatto un paragone tra le proposte di Řápková e l'altrettanto criticata operazione dell'ex Ministro allo Sviluppo Regionale, Jiří Čunek. Nel 2006, Čunek, che era allora sindaco di Vsetín, Moravia orientale, spostò diverse famiglie rom dai quartieri centrali in case scadenti ai margini della città.

"Politicamente favorevole"

A differenza di Čunek, che espressamente rivendicava che lo scopo del suo piano era di "allontanare il pus dalla ferita", Řápková non fa riferimento esplicito ai cittadini rom nel descrivere la sua proposta ma, dato che la maggior parte di chi riceve assistenza sociale è di origine rom, i gruppi umanitari locali dicono che sono certi la cosa sia implicita.

"E' ovvio che la gente dovrebbe essere obbligata a pagare i propri debiti, indipendentemente dalla sua razza", dice Jan Šipoš, altro assistente sociale di Gente in Difficoltà. "Spostare i residenti in questi blocchi non è differente dal creare un altro ghetto... E' un modo di raggruppare gente di razza simile e creare uno stigma che rimarrà con loro per il resto della vita".

Continua suggerendo che il piano municipale sia ampliamente motivato politicamente. "E' un periodo politicamente favorevole a Řápková per portare [le tematiche rom] in prima linea e nascondere le altre urgenze della città".

Řápková ha rifiutato queste proteste, notando che molti dei residenti che saranno mandati nei container hanno causato molestie domestiche ed hanno, in qualche caso, danneggiato altre proprietà immobiliari cittadine.

"Questa diventerà, naturalmente, una sistemazione di base, e non augurerei a nessuno di viverci", ha detto Řápková. "Non ci siamo preoccupati del colore della pelle, ma se qualsiasi persona pagasse l'affitto e se disturbasse qualcuno nei paraggi. Le stesse politiche saranno applicate a normali famiglie che lavorano e che possono aver contratto debiti".

Šipoš ha detto che la città dovrebbe assumere un approccio più individuale nell'affrontare i debitori che dovrebbe includere il regolare pagamento delle bollette, ed ha detto che la sua organizzazione ha suggerito di sviluppare una politica cittadina che dovrebbe permettere a chi riceve previdenza per estinguere i debiti tramite programmi di servizio comunitario, che prevedano un graduale rientro.

"Come fornitore di servizi sociali, posso dirvi che queste persone di solito non vedono i debiti nella stessa maniera degli altri cittadini", dice. "Non penso che siano state esplorate tutte le opzioni... Questi debiti avrebbero dovuto essere risolti prima, invece di permettere il loro accumulo e poi di portare via tutto a questa gente".

- Naďa Černá contributed to this report.

The writers can be reached at news@praguepost.com

 
Di Fabrizio (pubblicato @ 09:26:30 in Italia, visitato 2271 volte)

Ricevo da Marco Brazzoduro

Liceo Scientifico St. “M. Malpighi”
Via Silvestri, 301, Roma

Progetto Intercultura / Diritti umani
CORSO DI AGGIORNAMENTO SULLE CULTURE ROM-SINTI
Con il patrocinio della Provincia di Roma

L'estrema tensione che si riscontra attualmente nel nostro Paese in merito alla convivenza con le comunità Rom-Sinti richiede innanzi tutto l'avvio di un percorso di conoscenza di quella realtà. Il nostro Liceo, che ha come linee portanti del POF l'educazione all'intercultura, al rispetto dei diritti e alla convivenza civile, basata sul reciproco rispetto e sulla solidarietà, si fa promotore di una qualificata occasione di studio.

Il corso è rivolto non solo ai docenti interni, ma anche ai docenti delle scuole di zona e in generale al territorio, perché in questa fase potrebbe risultare interessante anche per altri operatori o semplicemente come momento di approfondimento culturale su un tema molto caldo e sul quale l'informazione è assolutamente carente.

Il corso si articolerà su tre incontri pomeridiani di tre ore ciascuno (dalle 15.00 alle 18.30), articolati su moduli tematici e un pomeriggio finale dedicato alla presentazione di espressioni artistiche, inteso come iniziativa aperta al territorio.

Sarà possibile frequentare anche soltanto uno o due moduli.

Sarà disponibile la bibliografia raccolta dal Progetto Intercultura e a tutti i partecipanti verranno distribuiti alcuni materiali di base.

Coordinatori del Corso:
Francesca Ferrari (Referente Progetto Intecultura/Diritti umani Liceo Sc. St. Malpighi)
Cristina Mattiello (Liceo Sc. St. M. Malpighi)

Per informazioni e iscrizioni: cristinam@mclink.it

Programma

I giornata: tra storia e immaginario
Giovedì 19 marzo, ore 15.00-18.30
1 Quadro storico di base (con un'attenzione specifica allo sterminio nei lager nazisti e alla creazione dei “campi nomadi”): Prof. Luca Bravi (Univ. di Firenze)
2 La costruzione dello stereotipo: Pino Petruzzelli (regista, attore, autore di “Non chiamarmi zingaro”)
3 L'immagine dello zingaro in letteratura: Cinzia Di Cicco (Liceo Sc. Malpighi)

II giornata: la scuola
Venerdì 17 aprile, ore 15.00-18.30

1 Problematiche della scolarizzazione: linee teoriche: Prof. Marco Brazzoduro (Docente di Politiche Sociali e Sanitarie, Università "La Sapienza", Roma “)
2 Tavola rotonda. Gli operatori: Rocco Mangiavillani (Comunità di Capodarco), Sabina Milani (Arci), un operatore di Sant'Egidio, un operatore dell'Opera Nomadi
3 Interventi di insegnanti delle scuole elementari e medie limitrofe con presenza di bambini Rom e di una maestra della Sc. Element. Iqbal Masih.

III giornata: la situazione attuale (diritti, cultura, interventi possibili)
Lunedì 11 maggio, ore 15.00-18.30
Laboratorio a cura di Eva Rizzin (sinta, Dottorato di ricerca in Geopolitica, Istituto di cultura sinta, ricercatrice ed esperta per il Parlamento europeo);
presentazione di filmati e materiali vari sulle problematiche giuridiche e la situazione politica e sociale in Italia e in Europa.

IV giornata: cultura e arte. Pomeriggio aperto al territorio
Venerdì 15 maggio


1 Quadro culturale generale: Cristina Formica, operatrice sociale, redattrice di Carta
2 Gli zingari e il cinema: Cristina Formica
3 Musica dal vivo: un musicista Rom; Lucilla Galeazzi (cantante di fama internazionale nel campo della musica popolare)

Verranno proposti assaggi di cucina Rom.

 
Di Fabrizio (pubblicato @ 09:11:27 in Italia, visitato 1578 volte)

Ricevo da Roberto Malini

Il Manifesto, 14 marzo 2009 - Politica e società di Cinzia Gubbini

Sta bene, sta imparando a leggere e scrivere e ormai parla un buon italiano. Angelica V. compirà 17 anni a novembre, e da più di un anno ormai è rinchiusa nel carcere minorile di Nisida, Napoli: è lei la prima rom ad essere stata condannata in Italia per aver tentato di rapire un bambino, il pregiudizio che da sempre insegue i rom in tutto il mondo. E' dal suo caso - che secondo il suo avvocato difensore, secondo le associazioni che hanno seguito il processo di primo grado, è ancora tutto da chiarire - che partirono i pogrom di Ponticelli, capaci di far sparire in un paio di giorni i rom da quell'area, come da anni i comitati cittadini tentavano di fare.

Angelica è rimasta sullo sfondo di una storia molto più grande e complicata, che mette insieme razzismo, camorra, politica. A lei sono rimasti tre anni e otto mesi di carcere da scontare, secondo la sentenza del Tribunale dei minori del 13 gennaio scorso. Ieri è andata a trovarla un'attivista dell'associazione Everyone, Giancarlo Ranaldi: "Angelica è tranquilla, e finalmente è riuscita a tornare in contatto con un membro della sua famiglia, così può informarsi sulla sua bambina". Perché anche Angelica è mamma. Sua figlia ha un anno e mezzo e vive in Romania con i nonni, in una cittadina vicino Bistrita, nel nord-ovest del paese. Anche Angelica viveva lì fino ad aprile, quando è venuta in Italia con il marito e altri due parenti e si è stabilita a Ponticelli. Viveva di elemosina, ma anche di furti. Giusto due giorni prima del presunto tentativo di rapimento aveva già rischiato di essere linciata da un gruppo di abitanti, perché era stata sorpresa in un appartamento. L'aveva salvata una pattuglia della polizia. "Possibile che dopo due giorni da quell'episodio si sia andata a ficcare in una situazione tanto pericolosa come il tentativo di rapire un bambino?", si chiede Giancarlo. Lui che ci ha parlato ha avuto l'impressione che sia una ragazzina come tante, allegra ieri perché era venerdì, il giorno della telefonata. "Mi ha detto che vive aspettando il venerdì, quando può chiamare a casa. Ma è ancora molto spaventata e mi ha detto di soffrire molto per la lontananza di sua figlia e di suo marito". Giancarlo le ha anche chiesto se le servissero soldi "ma mi ha risposto di no - racconta - perché in carcere le hanno dato un lavoro e riceve una piccola paga. Me lo ha detto con orgoglio".

Il 7 maggio l'appello. L'avvocato Chirsitian Valle aveva denunciato la parzialità del processo di primo grado. "Stiamo seguendo da vicino il caso - dice Roberto Malini di Everyone - e anche il presidente dell'Union Romanì, Juan De Dios Ramirez Heredia, che è avvocato, e potrebbe indossare di nuovo la toga per difenderla".

 
Di Fabrizio (pubblicato @ 08:53:49 in Kumpanija, visitato 1450 volte)

Da Roma_Daily_News

9 marzo 2009

Un'associazione romanì di Didim ha lanciato una nuova campagna per reclutare membri tra la sua comunità forte di 1.000 componenti, e promuovere la propria cultura al più vasto pubblico.

L'Associazione, lanciata lo scorso settembre, ha già reclutato 60 membri, ma alcuni all'interno della stessa comunità sono contrari a dichiarare pubblicamente la loro identità, a causa delle ingiustizie percepite da parte del pubblico più vasto.

Il presidente dell'associazione, Metin Çakir, ha detto di comprendere la loro reazione, dato che molti hanno incontrato difficoltà nel lavoro, nella scuola e per strada dichiarando la propria appartenenza romanì.

Come parte delle iniziative dell'associazione, per richiamare Rom e pubblico, i suoi componenti hanno tenuto uno spettacolo di balli popolari il 28 febbraio.

Si stimano 1.000 zingari che vivono a Didim e dintorni, ci sono 221 associazioni zingare in Turchia - con circa 167 nella Regione Egea. La sola Smirne ha 18 associazioni e due federazioni.

Çakir ha detto che stanno provando a spiegare l'importanza di essere organizzati alla comunità di Didim, ma ancora esistono difficoltà all'interno.

Mentre la maggior parte dei membri è giovane, inclusi i non-zingari, alcuni degli anziani della comunità romanì si sono espressi contro l'associazione.

Ha detto Çakir: "Sfortunatamente alcuni sono timidi nel dichiarare la loro identità. Tuttavia, una volta che hanno assistito alla riunione della federazione a Smirne, hanno avuto testimonianza dell'interesse delle autorità dell'Unione Europea.

Sono interessati nel perpetuare la loro identità culturale in Turchia, nella loro istruzione e negli standard di vita. La UE offre borse di studio ad alcuni degli zingari che studiano all'università.

"Ora stiamo provando ad avere studenti delle superiori per beneficiare anche della loro preparazione. Se possiamo unirci a Didim, allora possiamo beneficiare di questi diritti."

 
Di Fabrizio (pubblicato @ 08:30:54 in Italia, visitato 2323 volte)

Ivana K Roman su Facebook mi ha rimproverato per questo articolo sulla Serbia, scrivendomi che l'Italia ha molto da imparare da quel paese sulla tutela dei Rom... Probabilmente ha ragione, ecco che proprio la Milano dell'Expo è finita sotto le critiche di Amnesty International (file PDF). Per il momento sta circolando in inglese, provo a tradurlo

Le autorità di Milano stanno preparandosi a sgomberare di forza una comunità di circa 150 Rom che vivono sotto un cavalcavia a nord nella città. Secondo i giornali locali, hanno annunciato che lo sgombero avverrà tra il 13 e il 30 marzo.

Per la legge italiana, le autorità pertinenti dovrebbero notificare ad ogni individuo, o pubblicare nei modi previsti dalla legge un ordine o un avviso ma, secondo le informazioni disponibili ad Amnesty International, non l'hanno fatto. Dato che l'ordine non è stato formalizzato, la comunità non può ricorrere attraverso i tribunali e fermare o posporre lo sgombero.

Non ci sono state consultazioni con la comunità sul minacciato sgombero, o alcun tentativo di identificare assieme qualsiasi alternativa attuabile. Appare che le autorità non hanno preparato nessun piano per un'adeguata sistemazione alternativa o ne hanno discusso con i diretti interessati. L'atteggiamento della municipalità nelle occasioni precedenti è stato di offrire qualche forma di riparo nel breve termine (settimane o pochi mesi), e soltanto per le donne e i bambini piccoli, nei dormitori per senzatetto. In alcuni casi sembra che neanche questa offerta sia stata fatta. Attualmente la comunità sta vivendo in tende e baracche autoprodotte sotto il ponte di Bacula, senza acqua corrente, fognature o elettricità. Senza una sistemazione alternativa, le famiglie dovranno spostarsi in un altro accampamento improvvisato o restare senza riparo.

La maggior parte dei Rom che vivono nel campo di Bacula hanno precedentemente sperimentato almeno uno sgombero forzato. Si ritiene che circa 110 di loro siano stati sgomberati nell'aprile 2008 da un altro campo non autorizzato, in via Bovisasca. Di questi 110, almeno 100 sono stati sgomberati nell'ottobre 2007, dallo stesso campo Bacula dove stanno vivendo adesso. Diversi degli sgomberi precedenti sono degenerati in distruzioni di proprietà, inclusi i ripari, vestiti, materassi ed, in qualche caso, medicine e documenti. Si ritiene che tutti questi sgomberi siano stati portati avanti senza le procedure di salvaguardia richieste dagli standard dei diritti umani regionali ed internazionali, incluso un tempo di preavviso adeguato e ragionevole, un'opportunità di un'autentica consultazione, fornitura di rimedi legali incluso se necessario l'aiuto legale, soluzioni abitative alternative adeguate e compensazione per tutte le perdite. L'Italia è anche sotto l'obbligo di assicurare che gli sgomberi non rendano gli individui senza riparo o vulnerabili alla violazione degli altri diritti umani.

Almeno in 35 a rischio di sgombero hanno meno di 18 anni, e 15 meno di 5. Dieci bambini frequentano la scuola vicino al campo Bacula, nonostante le condizioni di vita davvero difficili; le minacce di sgombero di interrompere la loro scolarizzazione e disturbare seriamente la loro istruzione.

Se la comunità di Bacula fosse sgomberata a forza, sarebbero a rischio di vivere in condizioni considerevolmente peggiori di quelle che affrontano oggi, che sono già estremamente difficili, senza un semplice riparo vivrebbero all'aperto esposti alle intemperie. L'interruzione renderebbe difficile per gli adulti, di cui almeno 14 si ritiene abbiano un impiego regolare, di andare a lavoro.

Per la legge internazionale gli sgomberi forzati - cioè sgomberi portati avanti senza appropriate garanzie procedurali, inclusa la possibilità di indennizzo giudiziario e senza assicurazione di sistemazione alternativa adeguata - sono una grande violazione di diversi diritti umani, incluso il diritto ad un alloggio adeguato. Lo sgombero può avvenire soltanto come ultima possibilità, una volta che tutte le possibili alternative siano state esplorate e soltanto con tutte le adeguate protezioni procedurali, in accordo con gli standard internazionali e regionali dei diritti umani. L'Italia è stata sottoposta a severe critiche dalle associazioni dei diritti umani internazionali e locali, incluso il Comitato Europeo per i Diritti Sociali, che hanno trovato l'Italia in violazione della Carta Sociale Europea. Tuttavia l'Italia ha mancato di implementare queste raccomandazioni ed al contrario ha continuato ed in determinati casi aumentato gli sgomberi forzati di comunità rom.

INFORMAZIONI DI SFONDO

Per almeno gli ultimi10 anni, sono stati compiuti in Italia numerosi sgomberi forzati di comunità rom. Gli sgomberi sono diventati più frequenti dopo che il 18 maggio 2007 sono stati firmati accordi speciali (i Patti per la Sicurezza) tra il governo nazionale e le autorità locali, inclusa quella di Milano. Con questi accordi alcuni poteri sono stati trasferiti dal Ministero degli Interni alle autorità locali, allo scopo di indirizzare le minacce percepite alla sicurezza, incluse quelle che si suppone siano poste dalla presenza di comunità rom in queste città. Nel maggio 2008, un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DCPM 21 maggio 2008) ha conferito poteri emergenziali ai Prefetti (i rappresentanti permanenti del governo nazionale sul territorio) per un anno, perché risolvessero "l'emergenza nomade" adoperando una legge del 1992 emanata per fornire poteri d'emergenza in caso di disastri naturali. Il decreto da potere ai Prefetti di derogare da un numero di leggi, compreso quelli che conferiscono diritti a tutta la gente rispetto ai poteri delle autorità. Il potere può essere esercitato contro chi di qualsiasi nazionalità sia ritenuto "nomade". Sembra riguarda sproporzionatamente i Rom.

AZIONI RACCOMANDATE (questa è la parte più importante ndr): Vi preghiamo di inviare appelli che arrivino il prima possibile, in italiano, inglese o nella vostra lingua:

  • per far pressione alle autorità che non sgomberino forzatamente le famiglie rom che vivono sotto il cavalcavia Bacula;
  • che ricordino alle autorità che gli sgomberi forzati, portati avanti senza protezioni legali, sono proibiti dalla legge internazionale e una grande violazione di diversi diritti umani; in particolare quello ad una sistemazione adeguata;
  • per fare pressione che gli sgomberi avvengano solo come ultima possibilità, e soltanto in piena conformità con le garanzie richieste dagli standard locali ed internazionali dei diritti umani, incluso attraverso una reale consultazione coi residenti interessati dell'area e per esplorare le possibili alternative; fornire loro una notifica adeguata e ragionevole; garantire il diritto al risarcimento legale, inclusa la possibilità di ricorrere in tribunale e di avere aiuto legale, fornire una sistemazione alternativa adeguata e una compensazione per tutte le perdite ed assicurare nessun maltrattamento ai Rom.

APPELLI DA INVIARE A:

Prefetto di Milano:
Dott. Valerio Lombardi, Prefetto di Milano, Palazzo Diotti - Corso Monforte, 31 - 20122 Milano, ITALY Email prefettura.milano@interno.it
Fax: +39 02775 84170 Saluto: Egregio sig. Prefetto

Sindaco di Milano:
Sindaco Letizia Moratti, Comune di Milano, Palazzo Marino, Piazza della Scala 2, 20121 Milano, ITALY Saluto: Egregio Sindaco

Vice Sindaco:
Vice Sindaco Riccardo De Corato, Piazza Scala, 2 – 20121, Milano, Italy
Fax: +3902884 50059 Email: vicesindaco.decorato@comune.milano.it 
Saluto: Egregio Vicesindaco

Assessore alle Politiche Sociali:
Assessore Politiche Sociali Mariolina Moioli, Largo Treves, 1 – 20121
Fax: +3902884 53391 Email: assessore.moioli@comune.milano.it Saluto: Egregio Assessore

INVIATELE IMMEDIATAMENTE. Controllate con il Segretariato Internazionale, o l'ufficio della vostra sezione, se inviare gli appelli dopo il 1 aprile 2009.

 

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