Lunedì sera? ....Muzikanti!
Al circolo ARCI BELLEZZA (via Giovanni Bellezza 16, Milano) lunedì 23 marzo
serata culturale, culinaria e danzereccia
BORDER - Percorsi attraverso il concetto di confine
Parte la rassegna BORDER,
una rete che coinvolge più realtà del panorama artistico culturale milanese.
Prima serata al Bellezza proposta da Opera Nomadi
BORDER - PERCORSI ATTRAVERSO IL CONCETTO DI CONFINE
dal 20 marzo al 4 aprile - rassegna autoprodotta
programma completo con tutti gli artisti e le sedi coinvolte sul sito
border.fotoup.com
23 marzo al Bellezza
dalle ore: 18.00
*OPERA NOMADI presenta “I ROM E L’AZIONE PUBBLICA”
libro a cura di G. Bezzecchi, M. Pagani, T. Vitale * Romharmony
documentario di Mariano Leotta. Alla ricerca dell'armonia romanì. *PROIEZIONE di filmati sulla cultura zingara a cura di OPERA NOMADI
www.operanomadimilano.org *APERITIVO ETNICO a cura della cooperativa Romano Drom (percorso zingaro)
ore: 21.30 *I MUZIKANTI
concerto di musiche balcaniche rom - JOVICA BALVAL JOVIC, MARTA PISTOCCHI,
ALESSIO RUSSO
BORDER si propone come un progetto in divenire, una rete di persone,
associazioni e luoghi, discipline e linguaggi che attraverso una serie di
appuntamenti intende esplorare i significati del confine con l’obiettivo di
ritrovare al suo epicentro la valorizzazione delle diversità, la
socializzazione, la responsabilità sociale, lo scambio interculturale, le
pratiche artigiane, altre pratiche del vivere e dell’abitare, la città come
territorio di relazioni, e non ultimo, un punto di vista inedito che ribadisca
che il confine non è una linea che separa bensì un territorio dove avvengono
relazioni, scambi e contaminazioni in termini di arricchimento. BORDER.FOTOUP.NET
Di Fabrizio (pubblicato @ 09:40:01 in Italia, visitato 2865 volte)
Ricevo da Ernesto Rossi
Atto di diffida e messa in mora
delle seguenti associazioni, facenti parte del coordinamento Tavolo Rom:
ARCI, Aven Amentza, CGIL, Comitato per le libertà e i diritti sociali,
Federazione rom e sinti insieme, NAGA, Nocetum, Opera Nomadi, Avvocati per
niente, Asgi, in persona del loro legale rappresentante pro-tempore,
tutte elettivamente domiciliate presso lo studio degli avv.ti Alberto Guariso e
Livio Neri, in Milano, Viale Regina Margherita 30
Premesso che
Nei giorni scorsi diversi organi di stampa hanno riportato la notizia
dell’intenzione del Comune di Milano di procedere in tempi brevi allo
sgombero forzato del campo nomadi situato nelle aree del cavalcavia Bacula e
di via della Pecetta;
Nel suddetto campo nomadi al momento vivono circa 150 persone, per lo
più cittadini comunitari di nazionalità rumena e di etnia rom, in condizioni
di gravissimo disagio abitativo e sociale;
Fra loro vi sono numerosi minori (alcuni dei quali frequentano la scuola
dell’obbligo); donne in gravidanza o in puerperio; individui affetti da
varie infermità, riscontrate nel corso delle visite mediche effettuate da
medici appartenenti alle suddette associazioni;
L’annunciato sgombero avverrà secondo modalità e in data non conosciute
agli interessati, senza alcuna preventiva consultazione e possibilità di
contraddittorio, senza che ai nuclei familiari che vivono nel campo sia
stata prospettata alcuna alternativa abitativa e senza che si siano adottate
misure atte a proteggere il diritto all’abitazione, all’istruzione e alla
salute delle persone;
I nuclei familiari in questione sono stati oggetto nell’ultimo anno di
altri interventi di sgombero forzato, e in particolare dello sgombero
dall’area dismessa della Bovisasca effettuato nel mese di marzo del 2008,
con distruzione delle loro abitazioni e dei loro beni personali, con
l’allontanamento dei minori dalle scuole frequentate, con nessun supporto
sociale e abitativo e nessuna garanzia di accesso alle cure mediche
essenziali;
Un ulteriore sgombero dei suddetti nuclei familiari sarebbe illegittimo,
in quanto costituirebbe una violazione del diritto di partecipazione al
procedimento amministrativo e del diritto al contraddittorio del
destinatario dei provvedimenti amministrativi; nonché una violazione del
diritto alla privacy, al domicilio e alla vita familiare, protetti,
oltre che dagli artt. 14 e 29 Cost., e dagli artt. 7 e 33 della Carta dei
diritti fondamentali dell’Unione Europea, dall’art. 8 della Convenzione
europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà
fondamentali (CEDU), dall’art. 12 della Dichiarazione Universale dei diritti
dell’uomo, dall’art. 17 del Patto internazionale sui diritti civili e
politici e dalle relative leggi di ratifica; una del diritto a
un’abitazione tutelato, oltre che dall’art. 2 Cost., dall’art. 34 della
Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, dall’art.11 del Patto
internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, dall’art. 25
della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, dall’art. 5 della
Convenzione Internazionale per l'Eliminazione di Tutte le Forme di
Discriminazione Razziale, dall’art. 14 della Convenzione per l'eliminazione
di tutte le Forme di Discriminazione contro le Donne e dall’art. 27 della
Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dalle relative leggi di ratifica;
del diritto all’istruzione dei minori, tutelato, oltre che dall’art.
34 Cost., dall’art. 14 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione
Europea, dall’art. 13 del Patto Internazionale sui diritti economici,
sociali e culturali,dagli artt. 28 e 29 della Convenzione sui Diritti
dell'Infanzia e dalle relative leggi di ratifica; del diritto alla salute,
tutelato dall’art. 32 della Cost., dall’art. 35 Carta dei diritti
fondamentali dell’Unione Europea, dall’art. 12 del Patto Internazionale sui
diritti economici, sociali e culturali,dall’art. 24 della Convenzione sui
Diritti dell'Infanzia e dalle relative leggi di ratifica;
La violazione delle sopra citate disposizioni di diritto internazionale
(come ha chiarito di recente la Corte Costituzionale nelle importanti
sentenze n. 348 e 349 del 2007) vanno considerate una violazione anche del
limite previsto dall'art. 117, comma 1 Cost., che impone ai poteri pubblici
di rispettare gli obblighi internazionali;
Detti parametri di legittimità sono costituiti non soltanto dalle norme
di diritto internazionali in sé, ma anche dalle norme come interpretate
dagli organismi cui è deputato il compito di garantirne l’applicazione;
Le Prescrizioni delle Nazioni Unite in materia di sgomberi forzati,
stabilite nelle Linee guida sugli sgomberi forzati del 20 maggio 1997 del
CESCR (Comitato per l’osservanza dei diritti economici, sociali e
culturali), e la Raccomandazione 2005 (4) adottata il 23 febbraio 2005
dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa stabiliscono precise
e cogenti garanzie procedurali e sostanziali, relative fra l’altro a
dettagliati obblighi di: (a) consultazione genuina delle persone e dei
gruppi interessati; (b) adeguata e preventiva notifica a tutte le persone
interessate della data e delle modalità dello sgombero; c) identificazione
dei soggetti istituzionali incaricati di eseguire lo sgombero; d) garanzia
del contraddittorio e di accesso alla tutela in giudizio dei propri diritti;
f) predisposizione di adeguate alternative abitative per i nuclei familiari
affetti; g) garanzia della vita familiare e dei diritti fondamentali delle
persone;
Il mancato rispetto di tali norme a danno dei nuclei familiari
soggiornanti nell’area affetta dagli annunciati sgomberi, in considerazione
della loro appartenenza all’etnia Rom, deve considerarsi anche una
violazione del divieto di discriminazioni razziali ed etniche, stabilito
da numerose norme di diritto internazionale, comunitario e nazionale, ed in
particolare dall'art. 43 D.Lgs. 286/1998 (T.U. immigrazione) e dall’art.
2 D.Lgs. 215/03, di recepimento della direttiva CE 2000/43 sul divieto di
discriminazioni basate sulla razza e l’origine etnica;
Sia il T.U. 286/1998 che il D.lgs. 215/03 assegnano alle associazioni
che operano a tutela dei diritti degli immigrati e delle persone affette da
discriminazioni razziali ed etniche la facoltà di agire a difesa degli
interessi delle persone lese e dell’interesse collettivo alla non
discriminazione;
Il Prefetto di Milano è stato nominato Commissario per l’emergenza Rom
in forza del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21 maggio
2008, con cui è stato dichiarato, fino al 31 maggio 2009, lo stato di
emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi nel territorio
delle regioni Campania, Lazio e Lombardia, e dell’Ordinanza del Presidente
del Consiglio dei Ministri 30 maggio 2008, n. 3677;
Con detti provvedimenti il Prefetto è stato delegato, fra l’altro, alla
“realizzazione dei primi interventi idonei a ripristinare i livelli minimi
delle prestazioni sociali e sanitarie”;
Per l'avvio dei primi interventi di cui alla suddetta ordinanza, è stato
assegnato al Commissario delegato un primo stanziamento di euro 1.000.000;
Tutto ciò premesso, le Associazioni in epigrafe
INTIMANO
Al Prefetto di Milano, …..e al Comune di Milano, in persona del Sindaco Letizia
Moratti,
di astenersi dal compiere o dal far compiere lo sgombero annunciato a
danno degli abitanti del campo nomadi dell’area del cavalcavia Bacula
di adottare i provvedimenti indicati dalle Prescrizioni del CESCR del 20
marzo 2007 e dalla Raccomandazione del Consiglio d’Europa del 23 Febbraio
2005, ed in particolare, di individuare idonee alternative abitative ed
interventi idonei a ripristinare i livelli minimi delle prestazioni sociali
e sanitarie a favore degli abitanti del suddetto campo nomadi, come
prescritto dall’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 30
maggio 2008, n. 3677
AVVERTONO
Che in mancanza adempimento agiranno in giudizio, anche nella loro qualità di
associazioni iscritte nel registro di cui al Dlgs 215/03, ai sensi degli
articoli 44 Dlgs 296/98 e art. 2 Dlgs 215/03.
Di Fabrizio (pubblicato @ 09:13:34 in Europa, visitato 1763 volte)
Segnalazione di Clochard
12 marzo 2009 di Carlos Enrique Bayo
Gli assalti ai comandi del Servizio di Sicurezza di Ucraina (SBU) alle sedi di
Kiev del monopolio del gas Naftogaz e dell'autorità che controlla i gasdotti del
paese Urkrtransgaz, hanno colpito la nostra attenzione negli ultimi giorni. Ma
senza ombra di dubbio è molto più importante e preoccupante l'assalto cittadino
che si sta protraendo di fronte alle succursali ucraniane della Banca Rodovid,
che ha limitato il prelievo di soldi a meno di 28 euro giornalieri perché è sul
bordo della bancarotta.
In realtà, ciò che è in bancarotta è lo stesso stato di Ucraina, dove città
intere, per interi giorni, sono rimaste senza riscaldamento e acqua corrente
perché le istituzioni non possono pagare le bollette; il servizio della
metropolitana di Kiev è vicina al collasso per mancanza di fondi; gli
stabilimenti siderurgici e l'industria chimica, motori economici del paese,
stanno licenziando a migliaia di operai e il valore della moneta nazionale, l'hryvnia,
è crollato.
L'Ucraina è il paradigma del fallimento dell'Europa Centrale come conseguenza
della crisi globale e deve metterci all'erta su quello che è sul punto di
succedere negli altri paesi ex-sovietici della regione che sono membri dell'UE
ma che vedono rifiutati le loro richieste di aiuto. Il primo ministro ungherese,
Ferenc Gyurcsany ha messo in guardia i suoi colleghi che una "nuova cortina di
ferro divida l'Europa", ma è stato inutile. Aveva richiesto un fondo speciale di
190.000 milioni di euro per proteggere i membri più deboli dell'UE, e il suo
governo ha fatto circolare un documento che riportava la cifra di 300.000
milioni di euro come preventivo per coprire il vero bisogno che quest'anno per
la ri-finanziazione dell'Europa centrale.
Questa cifra è uguale a quella che hanno sborsato i governi dell'Ue per
ri-capitalizzare le banche oltre ad aver dato garanzie di credito per 2.5 mille
milioni di euro.
Ma i crediti continuano a non arrivare alle aziende e ai privati che
dovrebbero riattivare l'economia. In questo modo i paesi ricchi, cominciando
dalla Germania (dove il cancelliere, Angela Merkel, affronterà le elezioni
generali a settembre), negano questo carissimo salvagente ai membri più
orientali, che presto dovranno dichiarare la sospensione dei pagamenti:
Ungheria, Romania e i paesi baltici.
Queste nazioni sono sul punto di naufragare perché alla crisi economica
mondiale si è aggiunto la caduta delle sue divise(moneta) di fronte all'euro, e
si vedono impossibilitati a ridare i crediti alle banche dell'eurozona(che sono
i loro principali creditori) in un momento di una forte riduzione della domanda
dei suoi prodotti in Europa occidentale. Il nucleo duro dei 16 paesi che
condividono l'euro (con un economia nel suo insieme tanto importante quanto
quella degli Usa) ha la pretesa di salvarsi escludendo ai suoi soci più recenti.
Ma le misure protezionistiche non manterranno a galla potenze come la Germania,
la cui prosperità dipende dalle esportazioni a mercati che non hanno una
capacità d'acquisto.
Il rischio non è solo economico, ma anche geopolitico, dato che quei soci
orientali hanno vissuto la recente esperienza di rinunciare ai loro sistemi
economici centralizzati e super regolati, attraversando una terapia d'urto che
li ha sottomessi a grandi penurie quando avevano appena cominciato a recuperare
e stabilizzarsi.
Proprio quando erano a punto di degustare il miele del capitalismo prospero,
questo affonda e nega loro l'ancora di salvezza.
Il caso dell'Ucraina è da esempio e la sua stabilità è fondamentale per il
continente perché la Russia non solo approfitterà del suo crollo per dominarla
attraverso il suo predominio etico e linguistico nell'est e nel sud del paese,
ma il Cremlino presenterà questo fallimento come paradigmatico di ciò che
succede quando le economie ex-sovietiche si sommergono nel libero mercato.
L'Ue non può permettere che la crisi affoghi i suoi membri più deboli,
neanche i suoi vicini orientale, perché non è sufficiente con il non saperne
nulla per evitare che chi affonda, disperato, trascini anche noi nel fondo.
ROMA – Un fantasmino giallo che non fa paura, anzi sorride: è uno
spauracchio, ce lo ha pure scritto addosso. È questo il simbolo della Campagna
nazionale contro il razzismo, l’indifferenza e la paura dell’altro "Non aver
paura, apriti agli altri, apri ai diritti", presentata questa mattina al Teatro
Ambra Jovinelli di Roma.
Disegnato da Viorel Samuel Cirpaciu, bambino rom di 11 anni, lo
‘spauracchio’ è il simbolo di una campagna organizzata da 26 organizzazioni, tra
cui l’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati, associazioni religiose e laiche e
Ong internazionali, oltre che i sindacati. "È una campagna che abbiamo voluto
lanciare oggi non a caso – ha spiegato Laura Boldrini, portavoce dell'Alto
Commissariato Onu per i rifugiati -, alla vigilia di una data importante che è
il 21 marzo, Giornata mondiale contro il razzismo. Una campagna che ha la
pretesa di essere un’iniziativa culturale, grazie al fatto che abbiamo
convogliato diverse organizzazioni diverse, un’ampia fetta della società civile
italiana".
Obiettivo della campagna, sensibilizzare la società civile al tema del razzismo
tramite l’impegno delle organizzazioni aderenti che saranno protagoniste di
quella che definiscono una vera e propria maratona di iniziative locali e
nazionali, e una raccolta di firme che sottoscrivano il manifesto
dell'iniziativa. L'invito alla riflessione è rivolto anche al mondo politico e
alle istituzioni, anch’esse invitate a firmare contro il razzismo." In questi
anni – ha spiegato Boldrini - una buona parte della politica ha coniugato
l’immigrazione con la sicurezza, trascurando tutti gli altri aspetti
dell’immigrazione, positivi che non hanno avuto il peso che meritavano".
Punta di diamante della campagna uno spot televisivo e radiofonico firmato da
Mimmo Calopresti, con l’interpretazione di Francesca Reggiani, Lello Arena,
Salvatore Marino e Cumbo Sall. "I media in questi anni - ha affermato Boldrini -
non ci hanno aiutato a capire l’importanza del fenomeno migratorio. Hanno dato
grande spazio alla cronaca nera legata all’immigrazione oscurando il resto,
oppure hanno usato termini allarmistici e questo ha generato paura. Questa paura
è basata sull’immagine dell’immigrazione resa, che non necessariamente
corrisponde alla realtà".
Nello spot, i diversi attori si ritrovano a riscoprire le loro piccole posizioni
razziste, nonostante si dichiarino non razzisti a vicenda. Bloccati da una
intricata rete di fili, Francesca Reggiani interpreta una persona del Nord
Italia che guarda con sospetto i meridionali. Il ‘sospettato’ è interpretato
proprio da Lello Arena, che nella parte diffida degli arabi. Marino, cittadino
italiano con madre eritrea scarica la colpa sugli africani ed infine Sall, anche
lei italiana di padre senegalese restituisce il colpo sui rom. Da questo
groviglio di parole e di fili, spunta proprio Viorel, l’autore del fantasmino
giallo, che a differenza degli altri protagonisti, riesce a venire fuori dalla
matassa.
La campagna giunge in un anno che gli organizzatori definiscono ‘nero’. "Ci
siamo chiesti se il razzismo fosse cresciuto – ha spiegato Boldrini -. Da marzo
2008 a marzo 2009, limitandoci alla semplice raccolta di eventi riportati dalle
agenzie di stampa, abbiamo raccolto 8 pagine di eventi di razzismo, centinaia di
eventi che hanno portato a definire quest’anno un anno da dimenticare".
L'iniziativa è promossa dalle Acli, l'Alto Commissariato dell'Onu per i
rifugiati, Amnesty, Antigone, Arci, Asgi, Cantieri sociali, Caritas italiana,
Centro Astalli, Cgil, Cir, Cisl, Cnca, Comunità di Sant'Egidio, Csvnet, Emmaus
Italia, Federazione Chiese evangeliche in Italia, Federazione Rom e Sinti,
FioPsd, Gruppo Abele, Libera, Rete G2, Save the Children, Sei - Ugl, Terra del
Fuoco e Uil.
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo
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