Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Da Verona, una segnalazione di Franco Marchi. In calce il
suo commento
19-03-2010 (ASCA)
- Verona, 19 mar - E' stato finanziato dal Ministero dell'Interno con 1 milione
400 mila euro il progetto del Comune di Verona per la riqualificazione dei campi
nomadi di Forte Azzano e piazzale Atleti Azzurri d'Italia. Lo rende noto il
Sindaco di Verona, che oggi insieme al Prefetto Perla Stancari e all'assessore
ai Servizi demografici ha illustrato il progetto, cui il Prefetto di Venezia,
Commissario straordinario per l'emergenza nomadi sul territorio veneto, ha
assegnato il finanziamento ministeriale. Grazie all'erogazione della prima
tranche di contributi, pari a 230 mila euro, gia' nei prossimi giorni partiranno
i lavori di sistemazione dello storico campo nomadi di Forte Azzano di strada La
Rizza 65, che ospita attualmente 12 nuclei familiari, per un totale di 70
persone di cui 15 minori, tutti cittadini italiani presenti in loco gia' dagli
anni '80. L'intervento per complessivi 400 mila euro prevede: la sistemazione
delle 8 piazzole esistenti con il rifacimento completo dei servizi; la messa a
norma delle altre 4 piazzole irregolari esistenti con relativi servizi; la
delimitazione dell'area e la realizzazione di un accesso protetto con sbarra
apribile; la realizzazione degli allacciamenti alla rete esistente; il
rifacimento di parte della fognatura con la realizzazione dei nuovi allacci alle
piazzole in costruzione; la sistemazione del piazzale e delle aree di accesso
con relativa bitumatura; la bonifica delle piante di vegetazione spontanea che
creano problemi ai sottoservizi.
Per la sistemazione del campo nomadi di piazzale Atleti Azzurri d'Italia, che
presenta una situazione piu' complessa, saranno destinati 800 mila euro: il
campo ospita attualmente circa 90 persone di etnia sinti e circa 150 giostrai,
che vi soggiornano stabilmente solo nei mesi invernali. I restanti 200 mila euro
del finanziamento ministeriale assegnato saranno impiegati per garantire una
costante azione di censimento e di controllo della popolazione, al fine di
regolarizzarne la permanenza, con particolare attenzione alla tutela dei minori
presenti.
''Ringrazio il Prefetto -ha detto il sindaco- che ha ben rappresentato le
esigenze di Verona e che ha il merito principale per le importanti risorse
assegnate a questo progetto, che coniuga rigore e integrazione. Grazie a questo
intervento, la comunita' di sinti che risiede da molti anni nello storico campo
di Forte Azzano potra' avere condizioni piu' vivibili e servizi adeguati, nel
pieno rispetto del regolamento che abbiamo varato di recente, per favorire la
pacifica convivenza e garantire la sicurezza e la tranquillita' dei residenti
del quartiere''. ''E' un progetto concreto -commenta il prefetto- che mette a
disposizione risorse ingenti per migliorare la qualita' della vita di queste
persone, quasi tutte di nazionalita' italiana, ed offrire loro reali
opportunita' di integrazione: in questo modo diminuiranno le situazioni
conflittuali sul territorio, a vantaggio di tutti i cittadini''.
fdm/mcc/ss (Asca)
È molto interessante la notizia. È certamente frutto della presenza e del
lavoro del prefetto
Perla Stancari. Sono e siamo disposti a sotterrare i precedenti del sindaco
Tosi se, affiancato dal prefetto, inizierà un nuovo rapporto con i cittadini rom
e sinti di Verona. I campi di Verona, si vedono i numeri nell'articolo, non sono
mai stati enormi e attraverso una "cogestione" con gli abitanti sono sempre
stati decentemente puliti ed ordinati. I sinti veronesi sono da sempre presenti
in zona, con scambi con le province vicine, i rom di forte Azzano provengono in
massima parte dalla Slovenia e zone vicine e sono a Verona, vado a memoria e mi
riferisco alla famiglia più vecchia, dal 1961. Sono tutti cittadini italiani e
pertanto hanno superato i criteri di reddito e di certificati penali. Auguro
pertanto agli amici rom e sinti veronesi che inizi un nuovo periodo di buoni
rapporti con le amministrazioni locali. Della delibera una cosa sola mi crea
dispiacere: "200 mila euro del finanziamento ministeriale assegnato saranno
impiegati per garantire una costante azione di censimento e di controllo della
popolazione". Una parte di questo concetto non mi piace, entre è accettabile la
seconda parte: "al fine di regolarizzarne la permanenza, con particolare
attenzione alla tutela dei minori presenti". Se oltre al controllo vi saranno
azioni positive ben vengano.
Da
British_Roma (è una lunga storia, a lungo
raccontata)
La manifestazione tenutasi in Svezia il 3 marzo contro i rimpatri forzati di
300 rifugiati verso il Kosovo, ha visto dimostrazioni simili a Londra, Seattle,
Washington DC, Oregon, Colorado USA e Vancouver in Canada. Se i rimpatri
avessero luogo, i rifugiati rom si troverebbero a vivere nei campi inquinati dal
piombo di Osterode o Cesmin Lug nel Kosovo settentrionale. Di seguito la
cronologia [...]
10 giugno 1999: Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU vota la Risoluzione
1244, mettendo il Kosovo sotto l'autorità della Missione ONU nel Kosovo (UNMIK)
e la Forza Nato del Kosovo (KFOR).
Giugno 1999: La Mahalla Rom è attaccata dall'etnia albanese: tutti
i suoi abitanti fuggono prima dell'attacco per aura delle loro vite. La KFOR non
interviene per prevenire i saccheggi e la distruzione di tutte le case e le
infrastrutture nella Mahalla.
Fase 1: Incarico all'UNHCR.
Giugno 1999: I Rom dispersi occupano l'edificio della scuola primaria
di Zvecan ed altri edifici pubblici nella regione di Mitrovica. L'UNHCR inizia
ad organizzare sistemazioni provvisorie per i dispersi Interni (IDPs) così che
possano lasciare la scuola occupata prima dell'inizio dell'anno scolastico.
Ottobre 1999: L'UNHCR sposta alcuni dei Rom dispersi che risiedevano
nella Mahalla e che ancora rimanevano nella regione di Mitrovica, in due campi
lì situati: Cesmin Lug e Zitkovac. I rimanenti IDPs occupano spontaneamente
delle baracche a Kablare e Leposavic, creando due altri campi. Lo spostamento è
inteso come temporaneo.
Agosto 2000: Viene chiuso il complesso minerario di Trepka per i
motivi di sanità pubblica, dopo uno studio ONU che indica alti livelli di
contaminazione da piombo nell'area circostante.
Fase 2: Incarico all'UNMIK
Ottobre 2001: L'UNMIK assume la responsabilità dall'UNHCR della
gestione dei campi. I Rom dispersi risiederanno nei campi per due anni.
2004 (mese non definito): L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
facilita i primi esami del sangue su di un gruppo di circa 50 bambini nei campi
di Cesmin Lug, Kablare, Zitkovac e Leposavic, condotti da dottori serbi del
luogo.
Settembre 2004: L'OMS rilascia un rapporto che mostra livelli
estremamente alti di contaminazione da piombo tra la popolazione rom in tutti i
campi. I Rom dispersi hanno risieduto nei campi per circa cinque anni.
Aprile 2005: L'UNMIK mette in atto una task-force di diversi soggetti,
chiamata Mitrovica Action Team-MAT (in cooperazione con Ministero della
Salute del Kosovo, UNHCR, OMS,UNICEF e OCSE) per sviluppare un quadro di lavoro
per la rilocazione temporanea dei Rom IDPs da Cesmin Lug, Zitkovac e Kablare nei
baraccamenti vacanti della KFOR di Osterode.
2005: La MAT conclude che il ritorno nella Mahalla ricostruita è la
soluzione più sostenibile. Mira ad inventare un programma della gestione dei
rischi per gli accampamenti, minimizzare l'esposizione al piombo mentre vengono
sviluppate soluzioni per rilocare i campi esistenti. Iniziano negoziati con le
autorità di Mitrovica sud (controllata da Kosovari di etnia albanese), circa il
ritorno alla Mahalla. Vengono prese nei campi alcune misure di rimedio ad
interim, inclusa la distribuzione di cibo e kit sanitari, la distribuzione di
stufe a legna e l'installazione di distributori d'acqua addizionali.
2005 (mese non definito): L'OMS facilita i secondi esami del sangue su
un gruppo di circa 50 bambini nei campi di Cesmin Lug, Kablare, Zitkovac e Leposavic, condotti da dottori serbi del
luogo.
Settembre 2005: Un'attivista rom locale, Argentina Gidzic, apre una
causa contro ignoti al tribunale di Pristina, per la violazione dell'articolo
291 del Codice Penale Provvisorio del Kosovo (che proibisce le azioni che hanno
impatto sull'ambiente e mettono in pericolo vita umana).[1] In risposta alla
causa non viene intrapresa nessuna azione.
Dicembre 2005: La Norwegian Church Aid (NCA) viene incaricata dall'UNHCR
per la gestione dei campi di Cesmin Lug ed Osterode. La KFOR consegna il campo
di Osterode (terreno ed edifici) all'UNMIK.
Febbraio 2006: L'European Roma Rights Center ricorre alla Corte Europea ei
Diritti Umani a nome dei Rom IDPs, accusando violazioni della Convenzione
Europea sui Diritti Umani: articolo 2 (diritto alla vita), articolo 3
(proibizione della tortura), articolo 6 (diritto ad un processo equo), articolo
8 (diritto al rispetto dell'individuo e della vita familiare), articolo 13
(diritto ad un rimedio effettivo) ed articolo 14 (proibizione di
discriminazione). La denuncia in qualche settimana è ritenuta inammissibile dal
Tribunale, sulla base di legislazione difettosa.
Marzo-aprile 2006: Vengono chiusi i campi di Zitkovac e Kablare (a
seguito di un incendio a fine marzo nel campo di Kablare) ed i loro residenti
spostati nel campo Osterode, come sistemazione provvisoria nell'attesa di una
soluzione durevole nella Mahalla Rom. I residenti di Cesmin Lug rifiutano di
andare ad Osterode.
Maggio 2006: Partenza della prima parte del progetto di ricostruzione
della Mahalla Rom - 2 edifici (che contengono 48 appartamenti) e 54 case
monofamiliari costruite sul terreno della Mahalla distrutta a Mitrovica sud. Gli
appartamenti sono destinati ai Rom IDPs che non possono provare di aver
posseduto proprietà nella Mahalla a giugno 1999. quanti possono provarlo avranno
la loro casa ricostruita.
2006 (mese non definito): L'OMS facilita i terzi esami del sangue su
un gruppo di circa 50 bambini nei campi di Cesmin Lug, Osterode e Leposavic, condotti da dottori serbi del
luogo.
Agosto 2006: L'OMS organizza la prima delle due distribuzioni di
terapie orali celiache ad un gruppo di bambini del campo di Osterode (il periodo
della seconda distribuzione non è nota a Human Rights Watch). In totale, vengono
curati circa 40 bambini a due riprese.
Giugno 2007: Una novantina di famiglie (circa 450 persone)
ritornano alla Mahalla da tutti i campi di Mitrovica, come pure dalla Serbia e
dal Montenegro. Il ritorno è organizzato dalla task force della MAT sotto il
comando dell'UNMIK.
Maggio 2008: L'UNMIK passa la gestione dei campi di Cesmin Lug ed
Osterode al Ministero del Kosovo per le Comunità ed il Ritorno. Norwegian Church Aid
continua a gestire i due campi. Alcuni dei Rom espulsi dalla Mahalla hanno
risieduto nei campi contaminati dal piombo per oltre 8 anni.
Fase 3: incarico al Ministero del Kosovo per le Comunità ed il Ritorno
Luglio 2008: Viene aperta una causa da un attivista per i diritti delle
famiglie rom di tutti i campi (Cesmin Lug, Osterode, Leposavic) assieme all'Human
Rights Advisory Panel con l'accusa di negligenza criminale che porta a severa
contaminazione ambientale, causando seri rischi alla salute negli abitanti del
campo, come pure la violazione del diritto alla vita e alla vita familiare, con
la mancanza di un rimedio legale.
Ottobre 2008: I leader rom chiedono all'Istituto della Salute di
Mitrovica di condurre esami del sangue a Cesmin Lug, Osterode e Leposavic. Su 53
test, 21 mostrano livelli di piombo che richiedono intervento medico immediato
causa significative minacce di vita (oltre 65 mcg/dl, che è il più alto livello
misurabile), 18 hanno livelli di 45 mcg/dl e soltanto due bambini hanno
risultati nella norma. I risultati di Leposavic (il quarto campo, situato a
circa 50 km dagli altri tre) sono più bassi, comunque ancora sopra la norma di mcg/dl.
Gennaio 2009: L'OMS visita il Kosovo per esaminare la situazione nei
campi e parlare con interlocutori chiave locali ed internazionali. Al termine
chiede pubblicamente la chiusura di Osterode e Cesmin Lug.
Gennaio 2009: Norwegian Church Aid passa la gestione dei campi di
Cesmin Lug ed Osterode all'OnG locale Kosovo Agency for Advocacy and Development (KAAD),
fondata dal Ministero del Kosovo per le Comunità ed il Ritorno.
Giugno 2009: Alcuni dei Rom dispersi dalla Mahalla hanno vissuto un
decennio in campi contaminati dal piombo.
5 giugno 2009: Lo Human Rights Advisory Panel giudica ammissibile la causa
dei Rom sotto diversi aspetti, inclusa l'accusa di violazioni al diritto alla
vita, la proibizione di trattamenti inumani e degradanti, il rispetto per la
vita privata e familiare, il diritto ad un'udienza giusta, il diritto ad
un'effettiva proibizione della discriminazione in generale, la proibizione della
discriminazione contro le donne ed i diritti dei bambini, il diritto ad un
alloggio adeguato, salute e standard di vita adeguati.
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