Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 18/03/2010
Mi scrive
TodoCambia
Riceviamo dal Collettivo MaiStateZitte il seguente aggiornamento sullo
sciopero della fame in corse nel C.I.E. di via Corelli:
Lo sciopero continua compatto, e ora siamo alla fine dell’ottavo giorno. La
fame si fa sentire, molti non si alzano più dal letto, la situazione è dura e la
tensione cresce. Continuano a nutrirsi solamente con le bevande che vengono
portate dai solidali giornalmente. Nonostante le difficoltà e la stanchezza i
reclusi di Corelli vogliono continuare la lotta almeno fino sabato, e poi vedere
di proseguirlo a staffetta. Intanto si può registrare una piccola ma
importante vittoria. La ragazza marocchina che stava male, dopo le pressioni
fatte da fuori e le battiture all’interno è stata finalmente rilasciata ed ora è
libera, libera come lo può essere una donna senza permesso di soggiorno oggi in
Italia…
Intanto grazie all’ininterrotta corrispondenza con dentro le storie, le più
assurde, si moltiplicano.
C’è un ragazzo nigeriano che ha ottenuto l’asilo politico in Italia. Di ritorno
da un viaggio in Germania durato alcuni mesi, dove è andato a trovare dei
parenti, viene fermato all’aeroporto di Linate. Con il foglio dell’asilo
politico scaduto da due mesi viene portato in Corelli, e oggi il giudice gli ha
convalidato il fermo .
Oppure vi è la storia di un ragazzo rom rumeno che finito nel mezzo di una
retata viene fermato e portato nel centro. Ha la moglie incinta, un contratto
d’affitto regolare, un lavoro. Il giudice, cosa più unica che rara, non gli
convalida il fermo in Corelli. Lui esce libero dal centro la mattina, fa poche
centinaia di metri e viene fermato da una pattuglia di polizia che lo riporta in
questura e la sera è di nuovo dentro al centro di Corelli, con i suoi compagni
di stanza che sbigottiti ci chiamano increduli. E stamattina il giudice si è
ricreduto: ha decretato che dovrà passare i prossimi sei mesi nel centro.
Infine la storia di G. dal Gambia.
Con un permesso di soggiorno spagnolo per motivi di salute finisce in carcere in
Italia, e da li a Corelli. Lui vuole tornare in Spagna, ma niente, non lo
mollano. Da dentro ci chiamano dicendo che sta male, non riesce a camminare, ha
dolore a tutte e due le gambe, che non dovrebbe stare in un centro. Non riesce a
dormire dal dolore, deve essere operato. I suoi compagni chiamano la Croce
Rossa, chiedono che venga ricoverato, ma niente. Il ragazzo deve restare in
centro, deve restare in Italia, non può ne’andare in Spagna ne’ farsi curare in
ospedale.
Tutti gli scioperanti di Corelli, reparto trans donne e uomini, ringraziano
tutti per la vicinanza e la solidarietà espressa. Ringraziano le radio che li
hanno intervistati e che ogni giorno li chiamano, i compagni e le compagne che
da fuori portano loro le bevande, tutti quelli che in qualche modo stanno
lottando per l’abbattimento di questi muri, e ci ricordano che insieme possiamo
farcela.
Ricevo da Roberto Malini
COMUNICATO STAMPA
MIlano, 17 marzo 2010. Il segretario provinciale della Lega Nord di Milano, Igor
Iezzi, ha chiesto al sindaco di Milano Letizia Moratti di tagliare i fondi
pubblici a Opera Nomadi dopo che l'associazione ha aderito al presidio per
impedire lo sgombero dell'insediamento Rom in zona Forlanini, dove vivono una
quindicina di persone in gravi condizioni di emarginazione e povertà, aiutate
proprio dalle associazioni e da privati cittadini che non sono stati
travolti dall'odio razziale. "Non è pensabile," ha scritto il leghista in una
nota, "che chi riceve soldi pubblici per fare opera di integrazione culturale si
faccia promotore di una iniziativa di questo stampo, che inneggia all'illegalità
e all'abusivismo".
"Iezzi sbaglia," dichiarano Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau,
co-presidenti del Gruppo EveryOne, "perché la Costituzione italiana e gli
accordi internazionali vietano sgomberi, persecuzione etnica e negazione di
alloggi alternativi e assistenza sociale ai senzatetto, soprattutto se
appartenenti a gruppi sociali disagiati e discriminati, come i Rom. Questa è la
vera illegalità, che causa tragedie umanitarie, crea disagio sociale e mette l'italia
in pessima luce di fronte alle istituzioni internazionali. Le associazioni come
Opera Nomadi hanno il dovere di tutelare le minoranze perseguitate, in linea con
gli accordi internazionali sui Diritti Umani. La politica dissennata dei
movimenti anti-stranieri, inoltre, distoglie le forze dell'ordine dai veri
problemi di sicurezza: la mafia, che si sta impadronendo del Paese, la droga,
che rovina la nostra gioventù, la corruzione, che avvelena la società e crea
caste al di sopra della legge. Le azioni di sgombero vedono il governo e le
amministrazioni locali nel torto di fronte alle leggi e alla morale civile,
trattandosi di azioni disumane, come più volte denunciato dall'Alto Commissario
Onu, dalla Commissione europea e dalle organizzazioni per i Diritti Umani. Se si
arriva a intimidire quelle poche associazioni rimaste a sostegno delle minoranze
perseguitate, si tocca il fondo dell'inciviltà: è ciò che fecero i nazisti con
le organizzazioni umanitarie nel Reich ed è una politica foriera di un futuro
ancora più fosco e crudele dei terribili giorni attuali, in cui esiste una
differenza abissale fra i diritti degli italiani e degli stranieri appartenenti
a razze e gruppi vulnerabili".
Contatti:
Gruppo EveryOne
+39 3408135204 :: +39 3313585406
info@everyonegroup.com ::
www.everyonegroup.com
Una
segnalazione del mese scorso. Interviene una voce importante. La traduzione
dallo spagnolo è di Zelda Sayre Giannini
Da un Articolo di Juan de Dios Ramírez-Heredia, Presidente della Unión
Romaní Española (Unione Rom Spagnoli)
la foto è tratta da
http://www.psoe.es/ambito/pueblogitano/news/index.do?action=View&id=411207
Nella città Slovacca di Ostrovany hanno costruito un muro di 150 metri largo e 2
metri alto per isolare la Comunità Gitana dal resto della popolazione .E'
difficile credere che questo avvenga in un paese, membro dell' "Unione" (??)
Europea nel 20° anniversario, appena concluso,della caduta del muro di Berlino.
[...]
Nel 1961 le autorità comuniste,che hanno governato la Germania,divisa dopo la
Seconda Guerra Mondiale, per evitare che molti cittadini fuggiti in altre aree
di libertà, hanno costruito quel muro orrendo che ha visto per oltre
quarant'anni ha diviso i cittadini a causa delle loro convinzioni,in spazi
chiusi,dove ogni tentativo di raggiungere la libertà era pagato con il carcere o
con la vita. Ho avuto la fortuna di vivere in prima persona a Berlino, la notte
meravigliosa quando la parete è stata distrutta. A quel tempo ero un deputato al
Parlamento europeo e appartenevo alla commissione giustizia. Il 9 di novembre
del 1989 i tedeschi da entrambi i lati del muro con martelli e asce e con tanto
entusiasmo e forza fisica hanno distrutto questa vergogna che ha diviso intere
famiglie per quattro decenni. Quella sera andai a letto presto, ma un uomo che
dormiva nella stanza accanto alla mia in albergo ha bussato alla mia porta
dicendomi di alzarmi, dovevamo andare in piazza per vivere intensamente un
evento storico unico: la distruzione del muro. Ho passato tutta la notte per
strada, felice, guardando il trionfo della libertà. Ogni masso che ho visto era
come una tromba che annuncia un nuovo giorno. Ogni colpo all' infamia era come
una nota che ha contribuito al raggiungimento del miglior inno esaltante la pace
e l'armonia fra gli esseri umani. Ovviamente non ho potuto resistere alla
tentazione di portarmi in Spagna alcuni pezzi del muro che ho diviso tra gl,i
amici e la famiglia. Ancora oggi, c'è sullo scaffale nel mio ufficio un po 'di
muro, testimone muto di tanta infamia.
La stampa locale e internazionale ha definito il nuovo muro slovacco "muro di
Berlino".A 20 dalla caduta del simbolo della divisione dell'Europa.
Cirillo Revákl,Sindaco di Ostrovany , dice che non è razzista perché sa che
"ci sono tante persone oneste tra i nostri zingari". Ma giustifica la
costruzione del muro, principalmente con l'accusa che i vicini gadchés (i Rom,
Sinti, i Gitani... con il termine Gagè indicano i non Zingari , cioè noi
)sollevano verso gli Zingari e cioè quella di cogliere spesso i frutti dagli
alberi dei giardini privati. !!!!!!!!!!! :((((
Dice uno Zingaro condannato a vivere dall'altra altra parte di questo muro che
la separazione non aiuta nessuno, ne i gadchés ne gli Zingari. E altri,
rassegnati al loro destino, dicono di sentirsi come uno zoo. Povera gente! Ora
possono saziare la loro fame e la loro miseria con la frutta "generosamente"
versata loro dalle autorità razzista di Ostrovany dall'altra parte del muro,
come hanno fatto i miei figli quando erano piccoli gettando le mele per le
scimmie nel parco.
Ho appena fatto un viaggio indimenticabile e scioccante in Polonia. Oltre a
visitare i campi di sterminio di Majdanek, Treblinka e Auschwitz, dove più di
mezzo milione di Zingari furono gassati unitamente milioni di ebrei, ho visto i
resti delle mura che hanno modellato il ghetto di Varsavia, Lublino e Cracovia.
Sono testimonianze vive, laceranti, l'epoca più difficile e più INFAME del
genere umano. La gente si CONFINAVA dietro a quelle mura, prima di CONDANNARLA a
MORTE 
Sappiamo che in Slovacchia c'è una destra, fascista e violenta che vorrebbe
ripetere quelle pagine nere della storia d'Europa. Loro possono essere anche gli
eredi di quegli assassini che hanno collaborato con il genocidio, quando il loro
paese stava vivendo l'aggressione dei nazisti che li opprimevano la Polonia a
nord e l'Ungheria a sud. A Noi, gli Zingari in tutto il mondo,fa ORRORE quella
massima che dice: "Le persone che dimenticano la loro storia sono condannati a
ripeterla" non è un caso che questa frase è scritta all'ingresso del blocco
numero quattro del campo di sterminio di Auschwitz in polacco e in inglese: "
Kto nie pamięta historii, skazany jest na jej ponowne przeżycie ". "The one who
does not remember history is bound to live through it again. "
CHI NON RICORDA la STORIA è CONDANNATO a VIVERLA di NUOVO !!!!!!!
Fotografie del 18/03/2010
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