Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 28/03/2011

La Provincia di Mantova, Assessorato alle Politiche Sociali e Sanitarie, e
l’Associazione Sucar Drom propongono un corso sul tema della diversità culturale
rom e sinta e sulle modalità migliore per dialogare con i cittadini di questa
minoranza presente da secoli sul nostro territorio.
Il percorso formativo è rivolto ad operatori sociali, responsabili di servizi,
insegnanti, dirigenti e volontari di associazioni.
Il corso, sviluppato all’interno del progetto transnazionale “+RESPECT”
finanziato dalla Commissione europea (www.morespect.eu), vuole informare e
formare i funzionari pubblici e gli operatori del privato sociale allo scopo di
fornire strumenti e metodologie per predisporre o implementare politiche
partecipative nei propri territori.
Il corso si articolerà in 5 incontri di 3 ore ciascuno, svolti con modalità
laboratoriale e con partecipazione attiva dei partecipanti, chiamati a
presentare i loro dubbi, perplessità e difficoltà riscontrare nella loro
esperienza lavorativa.
Il percorso formativo tratterà i seguenti temi:
- La normativa sulle discriminazioni e il razzismo
- Gli schemi cognitivi e processi di categorizzazione - I conflitti e le loro
risoluzioni
- L’identità culturale rom e sinta: storia, politica, cultura.
- La mediazione culturale e partecipazione attiva: metodologie e progettualità
partecipata.
Il corso si terrà nei lunedì 4 – 11 – 18 aprile - 2 - 9 maggio 2011 dalle ore 15
alle ore 18 presso la Sala Riunioni del Palazzo del Plenipotenziario della
Provincia – P.za Sordello n.43 – MN.
La partecipazione è gratuita e al termine sarà rilasciato un attestato di
frequenza. Per gli assistenti sociali è stato richiesto l'accreditamento
all'ordine.
Per l’iscrizione occorre compilare la scheda di adesione e farla pervenire entro
il 24 marzo 2011 all’ufficio Politiche Sociali della Provincia tramite e-mail:
pol.soc@provincia.mantova.it o
fax 0376 204328
Per informazioni: Provincia 0376-204204 / 204201; Sucar Drom 339.6189870 e-mail
matteo.bassoli@gmail.com
Blitz quotidiano
PARIGI – "Ci hanno trattato come fossimo cani": cosi' Bria Lisor, una donna rom
di 55 anni, ha raccontato la disavventura vissuta ieri a Nantes, nell'ovest
della Francia, insieme al figlio Saban, di 17 anni, e a un'altra famiglia di
nomadi che, come loro, abitavano in una roulotte in un campo accanto ad un
supermercato. Bria e gli altri sono stati espulsi dalle loro roulotte con la
forza, da un bulldozer e una dozzina di uomini.
Lo sgombero e' avvenuto proprio sotto la direzione del supermarket, della
catena di alimentazione Leclerc. La notizia e' stata resa nota oggi dal
quotidiano locale Ouest-France, prima di essere confermata dalla polizia e
sollevare una viva emozione in Francia dove il giro di vite nei confronti dei
nomadi e dei rom, annunciato dal presidente Nicolas Sarkozy la scorsa estate, ha
portato gia' allo sgombero del 70% dei campi illegali. Oggi la direzione del
Leclerc ha avanzato scuse pubbliche: "Tutta la squadra del Leclerc di Nantes si
scusa sinceramente con le famiglie coinvolte per il modo in cui e' avvenuta
l'espulsione", ha dichiarato il direttore generale dell'ipermercato, Pierre
Chartier. "E' stata una decisione maldestra e spiacevole – ha aggiunto –
assumeremo le nostre responsabilita' e ci impegniamo sin d'ora a riparare gli
eventuali pregiudizi".
Le scuse non bastano alle due famiglie rom che, insieme all'associazione "solidaire
Roms Nantes", intendono sporgere denuncia. La legge francese prevede che il
proprietario del terreno occupato illegalmente non puo' intervenire di sua
iniziativa, ma deve fare appello alla giustizia e solo le forze dell'ordine
possono effettuare lo sgombero. Le due famiglie vivevano nel terreno abbandonato
vicino al supermercato da diverso tempo. "Ero gia' a scuola e mia madre, con
l'altra signora, stavano andando via quando il bulldozer e' arrivato. Ha
caricato della terra e l'ha gettata contro una delle roulotte dove c'erano
ancora dei bambini molto piccoli", ha raccontato Saban. "Ci hanno cacciato come
se fossimo cani", ha aggiunto sua madre, Bria. Quando il bulldozer e'
intervenuto due bambini di 13 anni, due di 6 anni ed uno di 3 erano ancora
dentro la roulotte. E' stato uno dei ragazzini piu' grandi a portare in salvo
gli altri. Poi, hanno raccontato i bambini, si e' avvicinato loro un "uomo
calvo", il "capo" del supermercato, insieme ad un'altra dozzina di uomini e
"hanno trascinato le roulotte fuori dal campo", sul ciglio della strada. E' a
questo punto che sono intervenuti i poliziotti.
25 marzo 2011 | 23:38
Ricevo da Licia Brunello
Gentili tutti,
alcuni amici e amiche di Rosi hanno voluto organizzare questa iniziativa.
Vi preghiamo di diffondere
L'entusiasmo, la passione, la tenacia nel costruire l'accoglienza
Insieme per ricordare Rosi Spadaro
Ci vediamo lunedì 4 aprile alle ore 17
presso la libreria della Casa Editrice Mursia, via Galvani 24, Milano (MM Gioia)
Ne parlava
scuolaoggi Lun, 31/01/2011 - 16:48
Stanotte è mancata Rosi Spadaro, portata via da un male inesorabile che non
le ha lasciato scampo. La vogliamo ricordare innanzitutto come amica e collega,
compagna di tante esperienze e di tanti progetti per la scuola milanese
all’interno dell’Ufficio Studi dell’ex Provveditorato di Milano, presso il quale
aveva lavorato fino a un anno e mezzo fa, quando era “tornata a scuola”, per una
valutazione improvvida che ha cancellato una collaborazione di tanti anni, fatta
di impegno, anche sociale, fatta soprattutto di tanta passione per l’educazione
interculturale, per l’integrazione nelle nostre scuole dei bambini stranieri e
rom.
Rosi è stata a lungo il simbolo dell’Intercultura a Milano e dei valori di
eguaglianza e fraternità che porta con sé il senso forte di accoglienza e di
apertura al mondo che la caratterizzava. Ci credeva come pochi e si è battuta
perché i bambini nelle scuole fossero davvero tutti uguali e tutti diversi,
insieme. Contro la diffidenza, contro l’inerzia, contro il vuoto protagonismo di
altri. Ha animato dibattiti, promosso convegni, scritto articoli, diffuso
pubblicazioni: sempre appassionata, sempre trafelata a correre da una parte
all’altra di Milano, da una sede istituzionale ad una scuola, da una scuola ad
un centro sociale. Sempre con il fuoco di un entusiasmo che era contagioso.
Meritava, dopo la scelta del pensionamento, un serio riconoscimento per il tanto
lavoro fatto. Meritava, soprattutto, un autunno sereno, accanto agli affetti di
una vita, accanto al nipotino che adorava: non è stato così ed è un rimpianto
straziante.
Amici e colleghi dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Milano
Di Fabrizio (pubblicato @ 09:15:49 in media, visitato 1535 volte)
Mercoledí 23.03.2011 13:48
"La formazione è l'unico modo per uscire da una condizione di
approssimazione, superficialità, razzismo talvolta involontario". Così Roberto
Natale, presidente Fnsi, all'apertura della prima giornata di tre dedicata ai
mondo dei rom e rivolta ai giornalisti "NewsROM – Informazione senza
pregiudizi", un'iniziativa organizzata dall'associazione giornalisti Scuola
di Perugia nell'ambito della campagna Dosta! Promossa dal Consiglio d'Europa e
finanziata dall'Unar. Per Natale, il problema principale oggi del linguaggio
giornalistico è l'approssimazione. "Il linguaggio viene usato con quella
superficialità che spesso deriva dall'ignoranza e dalla fretta – ha spiegato -.
Una delle cose più interessanti che venivano dette questa mattina era quella del
fatto che bisogna studiare prima che veniamo mandati a seguire un tema. Per
questo l'importanza di un'iniziativa di formazione come quella di oggi, uno dei
tanti frutti dell'impegno del giornalismo italiano cresciuto negli ultimi anni
per contrastare i rischi di xenofobia e razzismo".
Ad oggi, ha ricordato Natale, sono diverse le iniziative per rispondere a questo
tipo di esigenze nel mondo del giornalismo. "Come Federazione della stampa e
come ordine dei giornalisti abbiamo fatto la Carta di Roma varata due anni fa e
non casualmente una delle parti principali della carta è il glossario. Il
problema più generale nel costruire la carta abbiamo visto è che troppo spesso
usiamo i termini senza saper bene quello che diciamo. Non dobbiamo vergognarci
di ricominciare dalla definizioni".
Per Paolo Butturini, segretario Associazione Stampa Romana, è necessario oggi
ripartire proprio dai documenti come la Carta di Roma. "Forse è il caso di
ricominciare a parlare di queste carte – ha affermato -, di metterle in pratica
altrimenti restano lettera morta. La crisi del nostro mestiere proviene da tanti
fattori, ma anche dal non riconoscere più il valore sociale dell'informazione e
di questo mestiere. Dobbiamo ricostruire un tessuto culturale". Infine Butturini
ha rilanciato una proposta fatta già in altre occasioni. "Ci piacerebbe fare un
vademecum da dare ai giornalisti del Lazio – ha concluso -, raccontando chi è il
popolo rom. È una di quelle possibili iniziative che servono a ricostruire una
cultura dell'informazione".
Fotografie del 28/03/2011
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