Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 24/02/2009

Lunedì 23 febbraio 2009 - ORE 17.20 -
Si è tenuto stamattina, in un clima di cordiale collaborazione, l'incontro tra i
rappresentanti delle Organizzazioni sociali e del lavoro e il Procuratore Capo
della Repubblica di Foggia Vincenzo Russo. L'iniziativa di cui si sono fatte
promotrici le ACLI, la Caritas, la Cgil, la Cisl, l'Arci, l'Acsi, l'Opera
Nomadi, l'Associazione Genoveffa de Troia, l'Ordine dei medici e Solidaunia ha
avuto come oggetto la situazione del campo Rom di Borgo Arpinova, danneggiato
dall'incendio del 19 dicembre scorso nel quale trovò la morte il piccolo Geylo.
Dalle parole del Procuratore Capo si è appreso che l'istruttoria, seguita al
sequestro disposto dalla Procura della Repubblica di Foggia dopo l'incidente, si
avvia alla conclusione e a breve, quindi, il Comune di Foggia potrà disporre
dello spazio per le opere di ricostruzione. La prima maggiore difficoltà
incontrata dopo l'incidente viene così rimossa, dando alle circa 60 famiglie Rom
e ai 67 bambini la possibilità di un ritorno alla normalità e ad una vita
dignitosa. Pochi giorni ancora e il Comune di Foggia, con il quale più volte le
stesse Organizzazioni avevano promosso iniziative di confronto su quella che è
divenuta, nel frattempo, una vera e propria emergenza abitativa e sanitaria,
soprattutto, per le 10 famiglie Rom più gravemente colpite dall'incendio, potrà
iniziare il lavoro di ricostruzione. L'augurio, che ha trovato conforto nel
dialogo costante con l'Assessore comunale Paolo De Vito, è che il dissequestro
dell'area possa, nel più breve tempo possibile, stabilire le migliori condizioni
di vivibilità del Campo di Borgo Arpinova, anche attraverso la dotazione di
sistemi di sicurezza adeguati alla situazione.
redazione Teleradioerre
Da
Roma_Daily_News (tutti i link sono in tedesco o inglese)
17 febbraio 2009 – Assieme ai Liberali, la coalizione di Conservatori e
Socialdemocratici ha definitivamente rigettato, mercoledì scorso, una
mozione
introdotta dal partito di sinistra "Die Linke", che richiedeva una
temporanea moratoria sui rimpatri forzati verso il Kosovo. "Die Linke"
chiedeva anche al Governo Federale di garantire uno status di residenza
permanente ai membri delle minoranze etniche e di altri gruppi vulnerabili. Il
partito diceva anche che la Germania aveva una particolare responsabilità verso
i Rom, risultante dall'Olocausto.
In un
articolo sugli uffici del primo ambasciatore tedesco nominato per il Kosovo,
la rivista internet net.de scrisse che uno dei suoi compiti principali
sarebbe stato organizzare i ritorni dei rifugiati. Secondo l'ambasciatore, circa
200.000 abitanti del Kosovo vivono in Germania, la maggior parte con passaporto
serbo o jugoslavo. Tra questi, 35.000 molti di questi Rom, Askali ed Egizi sono
soltanto "tollerati". Sono a rischio di deportazione forzata in Kosovo, una
volta segnato l'accordo di riammissione tra Kosovo e Germania.
Romano Them
Vedere anche:
Ricevo da Agostino Rota Martir
Un gruppo di famiglie Rom Bosniache che vive fuori Livorno ha dato
accoglienza al cittadino Rumeno Karol Racz, presunto autore dello stupro della
minorenne avvenuto a Roma il 14 febbraio scorso.
I Rom in questione erano del tutto ignari del grave reato commesso (?) dal
cittadino Rumeno pochi giorni prima a Roma. Conoscevano Karol, già un anno fa
questi si era rivolto a loro perché bisognoso di aiuto e aveva trovato in questa
piccola comunità di Rom il necessario sostegno e la possibilità di svolgere
qualche piccolo lavoro: raccolta ferro, pulizia del campo. Si era sempre
mostrato gentile e calmo con tutti i componenti della famiglia Rom, ancora fanno
fatica a credere alle accuse che gli vengono mosse. Allora viveva con un gruppo
di suoi connazionali a poca distanza dal campo Rom. Poi aveva lasciato Livorno
per andare a Roma.
Qualche giorno fà Karol si era ripresentato al campo per chiedere agli stessi
Rom la possibilità di poter dormire e di fermarsi solo qualche giorno il tempo
per guadagnare qualche soldo per poi ripartire di nuovo. Era notte, faceva
freddo, giusto appunto c'è anche una roulotte libera, così i Rom accettano di
ospitarlo il tempo necessario, lo conoscono e si fidano: non immaginano
lontanamente che Karol è ricercato dalla Polizia per il presunto reato di stupro
a danno di una minorenne.
In quel momento i Rom vedono una persona, un uomo, un povero che chiede un
aiuto, un'ospitalità.. anche loro ci sono passati, sanno benissimo cosa vuol
dire essere rifiutati, messi fuori, passare le notti al freddo, sentirsi soli e
affidarsi alla bontà di qualche "cristiano" capace ancora di compassione. Per
loro in quel momento l'uomo precede la regola, il calcolo, il dentro e il fuori.
Si potrà ragionare e disquisire all'infinito senza arrivare a delle certezze
matematiche, e
quel dubbio che mina ogni possibile ragionamento: "ma se avessero saputo che lui
era ricercato, cosa avrebbero fatto?" Cosa avremmo fatto noi di fronte ad un
conoscente, ad un amico? Ma non è questo il punto, perché in quel momento le
famiglie Rom non lo potevano certo pensare o immaginare quali fossero le reali
intenzioni del Rumeno: davanti a loro c'era una richiesta di aiuto, quella di
Karol conosciuto l'anno prima, e la risposta fu quella di aprire la loro porta
ed accoglierlo.
" Venite, voi che siete benedetti dal Padre mio..perché io ero forestiero e
mi avete ospitato nella vostra casa.." (Mt.25, 35 ss.)
Quei Rom hanno accolto, non nascosto! Ingenuità o profezia?
La nostra società sa ancora accogliere l'altro senza calcolo, senza per forza
dover programmarlo secondo i nostri progetti o senza rivestirlo dei nostri
percorsi? E' ancora valida un'accoglienza dell'altro capace di rispettare la sua
identità, le sue tappe, le sue scelte e senza la pretesa di essere sempre e solo
noi a dover determinare tutto? Ne siamo ancora capaci?
Ti accolgo se accetti di cambiare al ritmo della mia bontà, se dimostri di
volerti integrare, se sottoscrivi questi patti, altrimenti.." Quando offri un
pranzo o una
cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi
vicini..perché tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un
banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno
da ricambiarti." ( Lc 14, 12-14)
Bisogna riconoscere che non poche volte comunità di Rom e Sinti accolgono al
loro interno persone (italiani e non) di passaggio, a volte sono persone ferite
dentro, emarginate dalla società..lì ritrovano anche quel calore umano che
altrove gli è precluso, rifiutato, negato o condizionato. E' un'accoglienza
semplice,
sopratutto umana e discreta ma spesso capace di ridare coraggio e di aprire
cammini nuovi a chi attraversa periodi di disagio e difficoltà.
Regolamento di campi imposto e blindato, quasi copiato nello spirito alle
leggi razziali d'un tempo che ci illudevamo di aver lasciato alle spalle,
demolizioni di
insediamenti abusivi, ordinanze contro mendicanti, lavavetri, censimento dei
senza fissa dimora, ronde..piano piano accettiamo come normalità interventi
sempre più duri contro i poveri, gli immigrati e i Rom in particolare; in nome
della sicurezza trangugiamo ogni sorta di boccone, spesso imbevuto con piccole
dosi quotidiane di razzismo, fino a non farci sentire il disgusto o la vergogna
per i nostri silenzi o peggio ancora collaboratori attivi a questi progetti.
L'accoglienza che questi Rom hanno donato a Karol, nonostante tutto è stato un
gesto di genuinità, di squisita solidarietà: hanno offerto il loro spazio, hanno
aperto all'accoglienza la loro mano, a differenza di gran parte della società
che in questi ultimi tempi vuol far mostra della sua "cattiveria" attraverso il
suo pugno chiuso.
Grazie per questo vostro messaggio umano e cristiano!
Don Agostino Rota Martir - Campo nomadi di Coltano (PI) - 21 Febbraio 2009
Da
Roma_ex_Yugoslavia
Emportal.co.yu 18 febbraio 2009. Fonte: Tanjug
Bozidar Djelic, vice Primo Ministro per l'integrazione UE ha detto oggi
che per la fine di febbraio verrà disegnata una strategia per l'inclusione dei
Rom e verranno assicurati fondi per il suo sviluppo.
Parlando all'apertura del 15° incontro del Tavolo internazionale dei
Direttori del Decennio dell'Inclusione Rom 2005-2015, tenutosi a Belgrado,
Djelic ha sottolineato l'importanza per la Serbia di predisporre la strategia
durante la sua presidenza.
Djelic, che è anche coordinatore nazionale per il Decennio dell'Inclusione
Rom, ha detto che l'organizzazione tenterà anche di essere formalmente più
attiva nel proporre una politica europea verso i Rom.
Ha ricordato che le priorità della Serbia durante la propria presidenza
saranno di risolvere i problemi dei Rom nella casa e nell'istruzione, come pure
il problema della discriminazione e la questione della loro inclusione nel
quadro di una politica Rom europea.
Ha detto che nei precedenti cinque anni la percentuale dei bambini rom che
ricevono l'educazione elementare obbligatoria è salita dal 56% al 75%,
aggiungendo che l'istruzione dovrebbe essere una priorità nell'integrazione
sociale dei Rom.
Ha detto che l'istruzione non può essere la soluzione di ogni problema ma è
un passo importante per risolvere gli altri problemi che la popolazione rom
affronta.
Ha detto che durante il 2007 metà delle famiglie rom vivevano sotto la linea
di povertà.
Commentando l'incidente di Kraljevo, dove un minorenne rom ha ucciso un serbo
di 18 anni, seguito su internet da minacce di vendette contro i Rom, Djelic ha
detto che ogni crimine dev'essere punibile solo per legge, senza riguardo
all'etnia.
Un singolo crimine non può diventare base per rivincite contro un particolare
gruppo etnico. Il governo serbo condanna le minacce apparse su internet, ha
detto Djelic, aggiungendo di appoggiare l'azione presa dallo stato, dai corpi
locali e dalle organizzazioni rom che richiamano alla calma.
Svetozar Ciplic, Ministro per le Minoranze ed i Diritti Umani, ha detto che
l'Europa ha compreso che è impossibile parlare di democrazia e responsabilità
sociale se non c'è coscienza dei problemi dei Rom.
Ciplic ha detto che il Decennio dell'Inclusione Rom partito cinque anni fa e
ha esplicitamente stabilito che l'integrazione dei Rom è l'obiettivo di tutti i
paesi firmatari.
I Rom sono una risorsa umana, culturale ed intellettuale che gli stati non
hanno ancora scoperto, ha detto il Ministro, aggiungendo che oggi ogni paese ha
problemi finanziari, ma la crisi economica globale non deve essere una
giustificazione per rallentare il lavoro sull'integrazione sociale dei Rom.
Il Decennio dell'Inclusione Rom è iniziato nel 2005, su iniziativa dell'Open
Society Institute e della Banca Mondiale e comprende 10 paesi.
Romania, Bulgaria ed Ungheria hanno già presieduto il Decennio Rom e la
Serbia tiene la presidenza dal 25 giugno 2008. Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Repubblica
Ceca, Slovacchia, Ungheria, Macedonia,
Montenegro, Romania, Bulgaria e Serbia stanno prendendo parte al Decennio.
Durante la presidenza serba, anche la Spagna è diventata membro di questa
iniziativa regionale.
I rappresentanti dei 12 paesi discuteranno su discriminazione nell'istruzione
e presenteranno i loro piani d'azione nazionali.
Iňigo de Palacio Espaňa, Ambasciatore spagnolo in Serbia, firmerà
una dichiarazione sull'accesso della Spagna al Decennio dell'Inclusione Rom.
Fotografie del 24/02/2009
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