Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Da
Roma_exYugoslavia

13/02/2009, PROKUPLJE, Serbia (AFP) — La piccola Skurta si stringe tra le
braccia di suo zio in un accampamento lungo il fiume di questa città serba,
mormorando che non vuole andare a scuola per paura di essere picchiata.
"Cosa posso fare?" chiede sua madre Scribana, sentendosi impotente di fronte
alla risolutezza di una ragazza di 11 anni.
Mentre sua sorella più piccola Mevlida non può più aspettare per andare in
classe, Skurta "non vuole sentirne di scuola, così è meglio se resta qui," dice
Scribana.
Zio Resat, che ha abbandonato i libri quando era ancora alle elementari,
sembra comprendere sua nipote."Lo studio non fa per noi... perché siamo Rom."
In questa povera famiglia Rom, nessuno ha un lavoro regolare e soltanto
qualcuno ha un lavoro temporaneo.
Una vasta comunità Rom vive nella Serbia meridionale, una delle regioni più
arretrate nel paese balcanico. Molti di loro sono arrivati come rifugiati dal
conflitto nel vicino Kosovo.
I bambini Rom esclusi dal sistema educativo "potranno solo ripetere il
circolo vizioso della povertà," ammonisce Maria Luisa Fornara, sostituta
rappresentante in Serbia dell'UNICEF.
"Se rimarranno illetterati, avranno scarse opportunità di lavoro e
diventeranno genitori incapaci di aiutare i loro figli," dice.
Alcuni genitori, aggiunge Fornara, "non sono consapevoli di quanto sia
importante l'istruzione e spesso vedono la scuola come un sviluppo non benvenuto
per i loro figli."
"Anche al giorno d'oggi,i Rom sono rimasti il gruppo più marginalizzato e
vivono in seria povertà ed isolamento con rare opportunità e potere sociale,"
dice.
A Prokuplje, l'UNICEF ha installato un centro educativo col supporto
dell'agenzia svizzera per lo sviluppo. L'agenzia ONU ha già stabilito una
dozzina circa di centri simili nella Serbia meridionale.
L'obiettivo è preparare i bambini Rom alla scuola, dato che alcuni di loro
non parlano il serbo, come pure di rendere coscienti i genitori sulla necessità
dell'istruzione.
L'accesso all'istruzione sarà uno degli argomenti principali nell'incontro
del 17-18 febbraio a Belgrado, che si tiene nell'ambito del "Decennio
dell'Inclusione Rom 2005-2015", un'iniziativa che raggruppa i paesi dell'Europa
centrale e del sud-est, volta alla promozione dei diritti di questa minoranza.
La presidenza del programma è attualmente retta dalla Serbia,dove le
disparità nell'istruzione sono flagranti tra i bambini Rom e le altre comunità.
Secondo l'UNICEF, il 66% dei bambini Rom di Serbia frequentano le scuole
primarie, confrontati col 95% della popolazione generale. Soltanto il 28%
completa la scuola elementare.
Matthew Newton di un programma Rom di assistenza per l'OCSE dice di essere
cosciente del limite dell'operazione davanti a sé.
"C'è una gran frattura tra le scuole e le comunità Rom," sospettose delle
istituzioni scolastiche, mentre "all'interno delle scuole non c'è una chiara
comprensione della cultura Rom," spiega.
E' per questo che alcuni Rom agiscono come mediatori tra le scuole e le
famiglie, finanziati e formati dall'OCSE in stretta cooperazione col ministero
serbo dell'istruzione.
Un desiderio di istruzione esiste tra le famiglie, "ma se si guarda alle loro
condizioni di vita... è irrealistico aspettarsi che possano fornirsi dei libri
di testo per i bambini che vanno a scuola" o anche di vestiti adeguati, dice
Newton.
Stima che potrebbero occorre tra i 20 e i 40 anni perché i Rom siano
pienamente integrati nella società serba.
"Le autorità mostrano comprensione, ed assieme stiamo lavorando nell'esame
degli aspetti più gravi," dice.
L'Unione Europea ha contribuito con 2 milioni di euro al programma OCSE per
l'inclusione Rom di Serbia.
Ricevo da Maria Grazia Dicati

ROMA (15 febbraio) - Possibile che "per lei, sindaco di Roma, ogni tipo di
criminalità che accade a Roma è sempre riconducibile a rom e sinti? Ormai questi
sono diventati dei capri espiatori". Lo afferma in una lettera aperta a Gianni
Alemanno, Nazzareno Guarnieri, presidente della Federazione rom e sinti, in
riferimento allo stupro della quindicenne romana. Guarnieri critica le
affermazioni di Alemanno sul fatto che i due stupratori sarebbero rom perché
hanno la carnagione scura.
Critica anche l'ipotesi avanzata sulla stabilizzazione dei campi nomadi entro
l'anno. "Ci chiediamo per farne cosa? Lei è consapevole che finché la scelta
politica sarà il travaso dei campi nomadi non cambierà nulla, semmai si
aggraverà?". Guarnieri ricorda di aver presentato al sindaco di Roma un progetto
a costo zero per lo smantellamento dei campi nomadi per favorire l'integrazione:
"i campi nomadi devono essere subito smantellati e subito impegnate le risorse
destinate a questa disastrosa scelta per fare una adeguata politica abitativa,
costruire case anche per Rom e Sinti", utilizzando magari le risorse destinate
per gli stessi campi. Ma non solo - prosegue Guarnieri - "lei non ha mai
risposto alla nostra richiesta di collaborazione gratuita per migliorare le
condizione di vita di Rom e Sinti a Roma, e questo ci porta ancora a credere che
Rom e Sinti sono un capro espiatorio perfetto per la ricerca del consenso e per
mettere in atto solo politiche clientelari e di assistenzialismo culturale per
Rom e Sinti".
PS: La lettera aperta è riportata anche dall'ANSA.
Nel frattempo
4 rumeni sono stati feriti durante un assalto a qualche centinaio di metri
da dove è accaduto lo stupro. Nella stessa zona poco prima si era svolta per le
vie del quartiere una manifestazione di Forza Nuova
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