Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 08/02/2009
Ricevo da
Eugenio Viceconte:
Complimenti alla Federazione Rom e Sinti Insieme, è l'unica
buona notizia di oggi.
(OMNIROMA)
Roma, 07 feb - Si sono riuniti questo pomeriggio una trentina di giovani
esponenti dei campi rom della Capitale per dare vita a un coordinamento di auto
rappresentazione che darà il via ad alcune iniziative culturali ed elaborerà una
carta dei diritti e dei doveri per gli abitanti degli insediamenti. "Sono venuti
da Casilino 900, Arco di Travertino, Ciampino, Salone e Gordiani per discutere
insieme per la prima volta in maniera autodeterminata di noi stessi e del
nostro futuro - ha detto Graziano Halilovic, ex-abitante del campo rom di
Ciampino, sposato con una donna italiana con cui vive a Tor Lupara - abbiamo
capito che è ora di risvegliarci e di prendere le decisioni per poter superare
quella per molti di noi, discriminati da una vita, il nostro essere rom sembra
quasi una vergogna. Dobbiamo essere fieri di essere rom e per questo porteremo
avanti la nostra battaglia sui nostri diritti ma anche sui nostri doveri". In
calendario ci sono già alcune iniziative: l'8 marzo verrà festeggiata la
Giornata della donna, l'8 aprile, la Giornata internazionale dei rom.
Comunicato stampa di Emergency
A oggi, in Italia, una legge vieta al personale sanitario di denunciare gli immigrati conosciuti per ragioni di cura, anche se la loro presenza in Italia non fosse regolare. Un emendamento approvato al Senato intende sopprimere questa norma. Si metterebbero così gli individui nella condizione di scegliere fra l'accesso alle cure e il rischio di una denuncia; si spingerebbe parte della popolazione presente in Italia nella clandestinità sanitaria, con grandi rischi per sè e per la collettività. Si vuole affidare ai singoli medici la scelta se garantire lo stesso diritto alla cura a tutti gli individui, nel miglior interesse del paziente e nel rispetto del segreto professionale, oppure se esercitare la facoltà di denunciare i loro pazienti "irregolari". Secondo tutti i medici che ho conosciuto e apprezzato, l'unico modo giusto e civile per fare medicina è garantire a tutti la miglior assistenza possibile, senza distinzione alcuna riguardo a colore della pelle, sesso, convinzioni politiche, religiose o culturali, nazionalità o status giuridico. Questo è il modo in cui Emergency ha lavorato, per quindici anni in tredici diversi paesi, curando tre milioni di persone senza distinzioni. Questo è il modo con cui continuiamo a lavorare, anche in Italia, nel Poliambulatorio per migranti e persone indigenti di Palermo. Anche di fronte all'inciviltà sollecitata da una norma stolta prima ancora che perversa, sono certo che i medici italiani agiranno nel rispetto del giuramento di Ippocrate, nel rispetto della Costituzione e della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Nel rispetto, soprattutto, di chiunque si rivolga a loro avendo bisogno di un medico.
Fotografie del 08/02/2009
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