Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Da
British_Roma
BBC South East Wales (al link è possibile visionare un precedente cortometraggio di Cinetig di circa 10')
04/09/2010 - Giovani residenti di un sito di zingari e Viaggianti a
Cardiff stanno girando un film sulle loro vite, grazie ad una borsa di BBC
Children in Need.
La società di animazione Cinetig passerà 10 settimane lavorando con i giovani
del sito di Shirenewton che porterà ad una performance pubblica del loro lavoro.
Cinetig ha già lavorato in precedenza con zingari e Viaggianti nel Galles
dell'ovest per produrre un film animato.
Il lavoro del progetto Shirenewton partirà a gennaio 2011.
Gerald Conn, amministratore delegato di Cinetig, ha detto: "I bambini spesso
superano le loro aspettative quando vedono l'animazione terminata. L'approccio
uno-a-uno che siamo in grado di portare con un progetto come questo, accresce
l'autostima dei bambini coinvolti."
I bambini del sito di Shirenewton hanno già imparato le arti circensi
I bambini del sito di Shirenewton hanno mostrato il loro talento a giugno,
esibendosi in numeri circensi ad un evento a Cardiff Bay per celebrare i Rom ed
il Mese di Storia dei Viaggianti.
Tradizionali contastorie, giovani lavoratori e cineasti lavoreranno con i più
giovani per un periodo di dieci settimane che culmineranno in una presentazione
pubblica del loro lavoro, volta a istruire gli altri sulla storia della comunità
viaggiante in Galles.
I giovani seguiranno tutte le fasi del processo filmico - ricerca, script,
storyboard, animazione di produzione e post produzione assieme a registi
professionisti e creeranno il proprio lavoro e disegni per il film.
Isaac Blake della Romani Cultural and Arts Company, che ha creato l'evento di
Cardiff, ha accolto la sovvenzione di £18.696 come un modo per accrescere
l'autostima ed abbattere le barriere con la comunità stanziale.
Isaac Blake ha superato molti ostacoli per costruire la sua carriera nella
danza
Lui stesso della comunità di Shirenewton, Isaac ha costruito una carriera
come ballerino e coreografo e vuole incoraggiare l'altrui creatività.
"Questo progetto permetterà ai giovani zingari e Viaggianti di ricercare la
propria cultura, sviluppare un senso di orgoglio per quella cultura e
dimostrarne l'importanza a noi outsider impegnandoci a filmarla," ha detto.
"Durante il processo speriamo che diventino meno tolleranti verso la
discriminazione e riconoscano i propri valori e e autostima."
Cinetig negli anni recenti ha ottenuto diversi premi per i suoi film
comunitari, inclusi i primi premi ai festival di Chicago, Ottawa e Bradford.
I partner dietro il progetto sperano di ottenere altri fondi portando in
futuro il progetto a Newport e Swansea.
Nel 2005 Cinetig ha lavorato con i giovani di Monkton, Pembrokeshire e Bynea,
Carmarthenshire per realizzare cortometraggi sulla loro appartenenza zingara.
The Travelling Harpists racconta la storia della famiglia Wood che, in
passato, portò la sua musica e stile di vita in Galles.

Ci sono pagine di Storia dimenticate, come quella del Porrajmos, il genocidio
nazista del Popolo Rom.
Matteo, Angela e Nazifa Bebé seguono le tracce lasciate da nonno Gabriel, che
portano fino a Lodz e all'Obóz Cygański, il "lager degli zingari"...
Mondadori Junior Oro
In libreria: da oggi
Anteprima
Dal Capitolo 11
Rupa che non aveva ali
(...) - Beh, cosa aspetti?
Seduta su una delle assi di poppa del barcone, il cui fondo era ancora umido per
la pioggia del giorno prima, Angela attendeva impaziente che cominciassi a
leggere il seguito della storia di Nanosh. Ma io continuai per qualche istante a
fissare il panorama che si scorgeva oltre la sponda opposta del fiume, un campo
incolto costellato da radi cespugli e, più in là, il solito groviglio di strisce
d'asfalto soffocate dal traffico e la distesa di palazzi grigi e anonimi che si
smarriva a perdita d'occhio.
Quando poco prima avevamo superato il boschetto di aceri, alcuni piccoli
gabbiani erano scesi in picchiata sulle acque dell'Aniene, prima di impennarsi
di nuovo verso l'alto e di scomparire alla nostra vista. E all'improvviso ero
stato colto da una strana sensazione. Quella di trovarmi in un posto
lontanissimo e sperduto, una terra straniera e di nessuno dove fino a pochi
giorni prima non mi sarei mai sognato di posare i piedi.
- Hai mai pensato che è come se noi e Nazifa Bebé vivessimo in due città
diverse – chiesi ad Angela – anche se tra Ponte Mammolo e le nostre case ci sono
solo poche centinaia di metri di distanza?
Lei scosse la testa. Poi sussurrò: - Però ho pensato che anche oggi, intorno
ai rom, sono state costruite delle barriere impenetrabili. Solo che queste
barriere non somigliano a quelle cinte dal filo spinato di Litzmannstadt o di
Auschwitz, ma sono dentro ciascuno di noi e si chiamano paura e pregiudizio.
Per qualche istante riflettei sulle sue parole. Poi le passai il quaderno che
Mariam ci aveva consegnato e lasciai che fosse lei a leggere a voce alta il
secondo capitolo del racconto di nonno Gabriel.
- Quando i soldati dalle facce di lupo fecero scendere dai camion Nanosh e la
sua gente – cominciò – la notte si stava stingendo in un'alba nebbiosa e livida.
Fu poco dopo che il piccolo rom vide da vicino, e per la prima volta nella sua
vita, la ciminiera sbuffante di una locomotiva a vapore.
Per tutto il tempo in cui Angela continuò a leggere, io rimasi in assoluto
silenzio, con le ginocchia sollevate sul petto e le braccia allacciate intorno
alle gambe.
Nanosh e la sua kumpanìa erano stati portati in una stazione ferroviaria,
dove ad attenderli c'erano altri soldati con le divise nere, che li avevano
obbligati a salire sul primo vagone di un lunghissimo treno merci. I portelloni
non erano stati chiusi subito e il bambino, stretto con sua sorella Mirsada tra
suo padre e sua madre, aveva potuto vedere centinaia e centinaia di altri rom
che incolonnati in lunghe file venivano fatti salire sul treno, mentre l'aria si
riempiva delle grida assordanti dei soldati e dei gemiti disperati dei vecchi e
dei bambini.
Faceva un freddo cattivo.
Ma Nanosh, che aveva messo Nùvero al riparo sotto la sua giacca, non riusciva
a capire se era per quello che Mirsada e Keja erano scosse da lunghi brividi, o
se era perché i beng, i diavoli, avevano deciso di uscire dalle pieghe più
oscure della terra per inghiottire i rom, il "Popolo degli Uomini".
Quando ormai quasi tutti erano stati fatti salire sul convoglio, davanti ai
vagoni era comparsa un'ultima colonna di prigionieri, formata quasi
esclusivamente da bambini e da donne. Nanosh aveva riconosciuto una di loro, la
più anziana di tutte, che aveva la pelle del viso scura come un pezzo di cuoio e
lunghe trecce bianche che le ricadevano sul petto magro. Si chiamava Rupa ed era
una paramisaris, una narratrice di swatura e di paramitsha, le antiche storie e
fiabe dei rom Lovara.
Qualche mese prima la kumpanìa di Nanosh e quella di Rupa si erano accampate
insieme, vicino a un campo di trifoglio. E quella notte la vecchia, seduta
sull'erba davanti al fuoco, aveva fumato la pipa con gli altri anziani e aveva
raccontato ai bambini la leggenda di Vadni Rasa, l'oca selvatica che, come i
rom, non stava mai ferma nello stesso posto, perché inseguiva il respiro del
vento ovunque esso andasse a posarsi.
Nanosh aveva pensato che se Rupa avesse posseduto le stesse ali di Vadni
Rasa, di certo si sarebbe librata in volo e sarebbe fuggita lontano. Ma Rupa,
come tutti loro, non aveva ali. E quando uno degli ufficiali l'aveva brutalmente
spintonata, si era voltata verso di lui e l'aveva colpito sul viso,
maledicendolo a gran voce. Era stato allora che Konstant aveva coperto con
entrambe le mani gli occhi di Mirsada, perché non vedesse quello che stava per
succedere.
L'ufficiale aveva afferrato l'anziana donna per una delle lunghe trecce, e
mentre lei continuava a dibattersi e a gridare l'aveva costretta a mettersi in
ginocchio. Poi aveva estratto una pistola dalla fondina e gliel'aveva puntata
sulla sua fronte.
Un attimo dopo, mentre il fischio della locomotiva annunciava che da lì a
poco i portelloni dei vagoni sarebbero stati chiusi e che il treno si sarebbe
mosso, il fragore dello sparo si era spento sotto i tetti delle pensiline e Rupa
si era rovesciata a terra senza più voce e senza più vita. (...)
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