Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 15/09/2010
18 settembre 2010 Parco Trotter di Milano, sul palco insieme a noi ci
sarà anche SUD SHUKAR, giovane formazione amica di stampo rumeno e rom
dalle 18!!
(dopo di noi Rita Pelusio e Avion Travel)
venite al parco a godervi uno degli ultimi pomeriggi estivi che Milano regala al
ritmo della muzika balcanica
L'appuntamento su
Facebook
Segnalazioni di Stefano Pasta
In allegato l'articolo del
Corriere della Sera, 14 settembre
Da Metro 14-10-2010 pag11
Piccoli rom a scuola.
Scuola da una settimana vagano fra ponti e zone degradate della città in cerca
di un riparo, sfuggendo ai ripetuti sgomberi. Ma ieri mattina si sono presentati
puntualmente sui loro banchi per il primo giorno di scuola. Per i 17 bimbi rom,
fino a non pochi giorni fa accampati in via Rubattino, ieri, è suonata la prima
campanella. Per altri 12 iscritti nelle elementari di Lambrate e Crescenzago,
no. I continui spostamenti hanno impedito loro di arrivare in classe."Nelle
condizioni in cui si trovano ora - spiega Elisa Giunipero della Comunità di
Sant'Egidio - era veramente difficile vederli a scuola. E invece 17 di loro
c'erano, a dimostrazione della grande volontà di integrazione, da parte loro e
dei loro genitori. Alcuni sono stati accompagnati dai volontari, altri sono
venuti con le famiglie - C'è chi ha fatto anche un'ora di strada per portarli a
scuola. Speriamo di rivederli anche nei prossimi giorni "Maestre e volontari
sono convinti che, senza il recente sgombero, ieri in classe sarebbero arrivati
tutti e ventinove." E invece di quei dodici non sappiamo nulla - racconta
Flaviana Robbiati, che insegna nell'elementare di via Cima - chissà dove sono.
Forse a nascondersi fra qualche cespuglio...Purtroppo questi piccoli vedono cose
che i bambini non dovrebbero vedere. Così non va bene"
Marco Bresolin
da d-news
14-09-2010
Diciassette presenti su 29 rom di via Rubattino
Banchi vuoti a Lambrate e Crescenzago. Ieri altro blitz.
Su ventinove iscritti dai 5 ai 13 anni alle scuole di Lambrate e Crescenzago,
ieri mattina, primo giorno di scuola, se ne sono presentati 17. Quattro iscritti
alle medie, tutti gli altri alle elementari. Sono arrivati con le cartelle e gli
zaini preparati con una colletta, dai genitori e dagli insegnanti che in questi
anni, insieme alla Comunità di Sant'Egidio stanno portando avanti numerosi
progetti di integrazione. Una famiglia di rom ha dormito nei giardini davanti
alla scuola di via Feltre per garatnire la le lezioni al figlio. La mamma ha
partorito con un taglio cesareo 11 giorni fa. E ieri gli agenti della municipale
hanno sgomberato ancora: 24 rom allontanati da Rubattino che si erano fermati in
via Gozzoli.
da Dnews (freepress), 13 settembre 2010
Rubattino.
Lo sconforto dei volontari: «I blitz spostano il problema, non lo risolvono»
Primo giorno di scuola per i bimbi rom. «Ma ci aspettiamo molti banchi vuoti»
Docce in parrocchia:
Ieri pomeriggio, decine di alunni in via Pitteri per prepararsi al rientro in
classe
Enza Mastromatteo
Milano
Stamattina suona la campanella di inizio lezioni anche per i 29 bambini
sgomberati dal campo irregolare di via Rubattino, martedì scorso. «E purtroppo
ci aspettiamo molti banchi vuoti», spiega Stefano Pasta, della Comunità di
Sant'Egidio. «Nell'ultima settimana, alcune famiglie hanno subito un
allontanamento al giorno. Ora sappiamo dove sono, riusciamo a restare in
contatto con loro, ma domani chissà...», continua Pasta. Alcuni frequentano le
classi delle scuole di Crescenzago e Lambrate già da due o tre anni. Per altri è
il primo giorno. Da settimane, la comunità di Sant'Egidio, assieme alle maestre
e al comitato genitori della scuola di via Feltre, nella parrocchia dei Santi
Martino e Gerolamo Emiliani, portano avanti i corsi pre-scuola. «Questi sgomberi
mandano all'aria il faticoso lavoro di questi anni. Il degrado in cui vivono non
si combatte con i blitz, ma con l'integrazione», spiega Pasta, elencando i
risultati raggiunti finora: due case cointestate a famiglie milanesi e rom,14
famiglie inserite in progetti di inserimento abitativo e borse lavoro per
genitori rom, trasformate in assunzioni. «A novembre scorso c'erano 300 nomadi
in via Rubattino. Martedì scorso erano meno di 200. Che fine hanno fatto gli
altri? Non li hanno mandati via le ruspe, ma questi progetti di integrazione»,
sottolinea Pasta. Ieri pomeriggio, i volontari erano nella parrocchia di via
Pitteri per permettere ai bimbi di fare una doccia. Gli sfollati di Rubattino
hanno trovato una "casa" in altri posti di fortuna, all'ombra di nuove baracche.
E stamattina alcuni di loro ci metteranno fino a un'ora e mezza di strada sui
mezzi pubblici per raggiungere le loro scuole. Sempre che non arrivino di nuovo
le ruspe.
da Redattore Sociale, 13 settembre
ROM/SINTI
Via Rubattino, a scuola dopo lo sgombero: in classe 17 bambini su 29
Catena di solidarietà di volontari, maestre e genitori dei compagni per
procurare vestiti puliti. Nessun scuolabus del Comune di Milano per quelli
ospitati nel dormitorio di viale Ortles
MILANO - Oggi è stato il primo giorno di scuola anche per i bambini rom che sono
stati sgomberati da via Rubattino martedì scorso. Su 29 che erano iscritti alle
scuole elementari della zona (via Feltre, Pini, Cima e Crescenzago) se sono
presentati 17. "Hanno passato una settimana difficilissima: dormito dove
capitava, saltato pasti -racconta Flaviana Robbiati, una delle maestre-, ma oggi
c'erano, sono coraggiosi". 12 banchi sono rimasti vuoti: "Non sappiamo cosa
accadrà domani - sottolinea Flaviana Robbiati -. I vigili urbani e la polizia
continuano a cacciare queste famiglie ogni volta che decidono di fermarsi in
qualche punto della città". Le maestre, i genitori dei compagni, i volontari
della Comunità Sant'Egidio e della parrocchie non hanno mai lasciato solo i rom
sgomberati. "Ieri abbiamo accompagnato i bambini nella parrocchia di via Pitteri
per la doccia - racconta Elisa Giunipero della Comunità di Sant'Egidio -. Ci
tengono molto a presentarsi a scuola puliti e in ordine". È partita anche una
raccolta di vestiti, materiale scolastico, sacchi a pelo, coperte e tende.
Questa mattina, di buonora, i volontari sono andati a prendere i bambini che si
trovano in zone lontane dal quartiere Feltre. Anche quelli ospiti con le loro
mamme nel dormitorio pubblico di viale Ortles. Il Comune, per ora, non ha
fornito un servizio di scuolabus, almeno per quelli che sta ospitando. (dp)
© Copyright Redattore Sociale
da Redattore Sociale, 8 settembre 2010
08/09/2010
15.17
ROM/SINTI
Via Rubattino, nessuno abbandona i bambini sgomberati
"Continuiamo il pre-scuola con i bambini rom": la comunità di Sant'Egidio,
le maestre e il comitato genitori della scuola di via Feltre non lasciano per
strada i piccoli. E lo sgombero di ieri continua a suscitare critiche
MILANO - "Continuiamo il pre-scuola con i bambini rom": la comunità di
Sant'Egidio, le maestre e il comitato genitori della scuola di via Feltre non
abbandonano i rom sgomberati ieri da via Rubattino. "Lunedì si torna tra i
banchi e vogliamo che arrivino preparati", afferma Elisa Giunipero, della
comunità di Sant'Egidio. Da una settimana nella parrocchia dei Santi Martino e
Gerolamo Emiliani 25 bambini del campo, dai 4 ai 13 anni, frequentavano il
pre-scuola organizzato dai volontari per facilitare il loro ingresso nel mondo
della scuola. "Siamo in contatto con le famiglie rom e troveremo il modo per
farli venire", conclude Elisa Giunipero.
Lo sgombero di ieri continua a suscitare critiche. In un comunicato stampa del
comitato genitori della scuola di via Feltre, il presidente Domenico Protti
scrive che "tra cinque giorni, molti dei bambini presenti (29) avrebbero ripreso
la scuola. L'unica possibilità per poter pensare ad un futuro diverso dai propri
padri, dalle proprie madri. Negato. Bambini senza diritto di istruzione. Senza
il diritto di sapere che si può vivere diversamente". "La politica e le
istituzioni hanno offerto solo sgomberi. Sgomberi che hanno comunque un costo
molto alto, nella speranza di essere ripagati con la moneta elettorale",
commenta Domenico Protti.
I volontari, il comitato genitori e alcune maestre hanno seguito quest'anno i
rom di Rubattino. "Qualcosa è cambiato -scrive il presidente del comitato
genitori-. Si è creata una rete di solidarietà, di affetto, di contatti che con
le proprie sole forze è riuscita a dare qualche speranza a qualcuna di queste
famiglie. Qualche genitore Rom ha trovato lavoro, seppur temporaneo; qualche
famiglia Rom è riuscita a trovare anche una casa".
La scuola è la scommessa delle famiglie rom. "Tutte hanno compreso l'importanza
della scuola per i propri figli -sottolinea Domenico Protti- ed hanno messo in
atto una grande determinazione e volontà nel far frequentare con continuità le
lezioni, nonostante i continui disagi e incertezze a cui dovevano far fronte.
Hanno capito che, attraverso la scuola, un processo di integrazione è
possibile". (dp)
© Copyright Redattore Sociale
07/09/2010
11.49
ROM/SINTI
Milano, sgomberati i 250 rom di via Rubattino
Le persone che si erano insediate nell'ex area industriale dell'Innocenti
sono state allontanate dalla polizia, con l'assistenza dei servizi sociali, per
trovare un primo, provvisorio rifugio. Il comandante Mastrangelo: "La situazione
era pericolosissima"
MILANO – Annunciato più volte negli ultimi mesi, lo sgombero dell'insediamento
rom nell'ex area industriale di via Rubattino a Milano è stato portato a termine
questa mattina. All'alba della prima vera giornata d'autunno dell'anno, con
pioggia e aria fredda, le 250 persone rom romene che da mesi bivaccavano tra le
rovine cadenti dell'ex insediamento industriale dell'Innocenti sono state
allontanate dalla polizia, con l'assistenza dei servizi sociali, per trovare un
primo, provvisorio rifugio, pochi metri dopo l'uscita del campo, sotto il ponte
della tangenziale est.
"Perché lo sgombero arriva sempre quando arriva freddo? -chiede un giovane rom
in jeans e giubbotto di pelle -.Ci dicono 'andate via'... Ma dove andiamo? Tutta
la gente deve sapere la vita che facciamo. Se non ci danno una casa e un lavoro,
in inverno le persone moriranno di fame. O ci danno il denaro per fare un campo
oppure sarebbe meglio che facessero come i francesi: almeno là ai rom hanno dato
i soldi per tornare a casa. Siamo zingari, ma anche noi abbiamo il sangue rosso
e il cuore buono".
Nell'ex area industriale "la situazione era pericolosissima - dice Tullio
Mastrangelo, comandante della polizia locale di Milano -: ci sono plafond in
ferro che penzolano dal tetto, qua e là buche profonde tre metri, come delle
foibe, con il pericolo che qualcuno possa caderci dentro in ogni momento. Il
comune e i servizi sociali hanno chiesto se accettavano l'accoglienza, per gli
uomini in una struttura, per le donne e i bambini in un'altra, ma loro tendono a
voler stare insieme".
"Sono stata qui domenica scorsa e la situazione era tranquilla, anche se c'era
preoccupazione perché già da qualche giorno lo sgombero era stato annunciato
-dice Patrizia Quartieri, consigliere comunale di Rifondazione Comunista-. A me
aveva stupito, parlando con alcune mamme, la loro preoccupazione perché i loro
figli non avrebbero più potuto frequentare la scuola: un discorso che, solo un
anno fa, non avevo sentito fare e che testimonia il lavoro fatto dalla Comunità
di Sant'Egidio e dal volontariato. Un lavoro, tra l'altro, che è sempre stato
richiesto dall'amministrazione come una delle condizioni per l'integrazione.
Loro, i rom, avevano preso seriamente quest'impegno. Non altrettanto
l'amministrazione che, secondo me, ha voluto fare un regalo alla Lega perché
siamo in campagna elettorale per le comunali. Ora li sposteranno di 500 metri,
ma la situazione non cambia".
Da domani tutte le attività di integrazione, in primis la scuola, sono a
rischio. Da due giorni era iniziato il pre-scuola, organizzato dal gruppo delle
mamme di via Rubattino, dalla Comunità di Sant'Egidio, dai volontari della
parrocchia dei Santi Martino e Gerolamo Emiliani e da due delle insegnanti delle
scuole elementari della zona, a cui partecipavano 25 bambini del campo dai 4 ai
13 anni (vedi lancio del 5 settembre 2010, ndr). "Questo sgombero interromperà
l'esperienza -dice Silvia Borsani, maestra elementare-. Oggi una bambina mi ha
chiesto: 'Maestra, ma riuscirò ancora ad andare a scuola?'". (ar)
© Copyright Redattore Sociale
07/09/2010
16.18
ROM/SINTI
De Corato: "La litania dei bambini che non potranno andare a scuola è falsa"
Il vice sindaco torna sullo sgombero di rom e sinti e risponde alle
associazioni: "A mamme e bambini è stato offerto un tetto nelle strutture
comunali e in 23 hanno accettato"
MILANO - "La litania dei bambini che non potranno andare a scuola è falsa, visto
che a mamme e bambini è stato offerto un tetto nelle strutture comunali e in 23
hanno accettato". Il vicesindaco di Milano, Riccardo De Corato, risponde alle
reazioni delle realtà del volontariato più vicine ai rom, tra cui la Comunità di
Sant'Egidio, innescate dallo sgombero della comunità nomade dell'ex insediamento
produttivo dell'Innse, avvenuto in mattinata in via Rubattino a Milano (vedi
lanci nel notiziario di oggi, ndr). "Solo dieci giorni fa i vigili hanno salvato
una sedicenne rom da uno stupro di gruppo sotto minaccia di pistola arrestando
un diciannovenne del campo. E qualche giorno fa la Polizia di Stato è riuscita a
individuare un secondo responsabile che è finito in manette. Uno spaccato che è
fintamente ignorato da quel mondo buonista dell'associazionismo e dei sociologi
abituato per partito preso a difendere sempre e comunque gli abusivi. Anche
perchè sul caso rom ci campano". Intanto anche la Lega Nord, per tramite del
segretario milanese Igor Iezzi e dell'assessore provinciale alla Sicurezza,
Stefano Bolognini, ha espresso soddisfazione per lo sgombero.
"Con l'intervento di via Rubattino –prosegue De Corato – abbiamo smantellato il
principale insediamento abusivo di Milano imponendo alla proprietà privata la
messa in sicurezza. E abbiamo liberato i residenti che erano sotto scacco per le
violenze dei 200 occupanti. La maggior parte se ne sono già andati fuori Milano
con le proprie autovetture, mentre 23 (donne e minori) hanno accettato
l'accoglienza nelle strutture comunali di viale Ortles e una donna con bimbo è
stata accolta dai Padri Somaschi. Un segnale positivo, alla luce anche dei bus
diretti in Romania, che cominciano a spuntare e che riportano in patria gli
irregolari come è successo l'altro giorno al parco Cassinis. I nomadi stanno
cominciando a capire che per loro Milano è off-limits".
"Ora serve riprendere i rimpatri fermi al 2008 -prosegue il vicesindaco-. Il
ministro Maroni, che ha annunciato un giro di vite anche sui reingressi, ordini
alle Prefetture di riattivare gli allontanamenti per violazione della direttiva
europea n.38 del 2004. E in base alla quale nel 2008 sono stati 143 i romeni
nullafacenti allontanati per cessazione di diritti di soggiorno e 32 per motivi
imperativi di pubblica sicurezza". Ora che "la ‘bomba' Rubattino è stata
disinnescata, i miei uffici sono letteralmente sommersi di ringraziamenti", dice
De Corato, sottolineando il "terrore" che era stato espresso dai cittadini per
la ripresa della scuola "alla luce dei tanti episodi di delinquenza, violenza e
inciviltà" procurati, scondo De Corato, dai nomadi. "Milano è ostile agli
abusivi -conclude il vicesindaco-. Che verranno continuamente sgomberati ovunque
si posizionino". (ar)
© Copyright Redattore Sociale
Stefano Pasta
stefanopasta@gmail.com
Da
Roma_Francais
ANTEPRIMA DEL PROGETTO DI UN CENTRO CULTURALE NAZIONALE
L'idea di un Centro Culturale Indo-Romanì è stata avanzata da Vania de
Gila-Kochanowski all'inizio degli anni '60. E' stata di seguito ripresa dal
Comitato Internazionale Rom. Nel corso degli anni, molteplici progetti sono
stati depositati presso diverse istanze senza alcun successo, malgrado i
comitati di sostegno scientifici.
Visto che i media indicano una popolazione zigana di quattrocentomila persone in
Francia (cifra che noi contestiamo, in quanto questa popolazione ha
sicuramente superato il milione), sarebbe quindi equo che sia creato un tale
Centro Culturale. Infatti, tutte le minoranze dispongono in Francia di tali
centri e, solo per citarne un esempio, il Centro Culturale Jean-Marie Tjibaou è
stato appena creato per soltanto centoventimila Kanakes, in Nuova Caledonia,
costruito da un gran architetto e impiegando ottantacinque persone pagate dalle
sovvenzioni territoriali.
La creazione di un tal Centro non può che facilitare la nostra unione politica.
I recenti avvenimenti mostrano che i media ripetano sempre le stesse
contro-verità sulla realtà zigana, perché prendono l'essenziale delle loro
informazioni alle stesse fonti gadjikane, non autorizzate, e la maggior parte
del tempo auto-proclamate. Un Centro Culturale sarebbe il luogo istituzionale di
diffusione delle informazioni sulla realtà tzigana.
Le caratteristiche del futuro centro dovrebbero essere le seguenti:
Finanziamento:
Essenzialmente finanziato dallo stato e le collettività territoriali, in quanto
gli zigani sono contribuenti come gli altri, i quali pagano le tasse. Il
finanziamento include la sua costruzione e le sue spese di mantenimento e di
funzionamento.
Gestione:
Lo stato apporta il suo aiuto benevolo e le sue garanzie.
Il Centro è diretto da un Consiglio d'Amministrazione, i quali membri
appartengono tutti alla comunità zigana francese, e sono rappresentativi delle
diverse associazioni ed etnie: ha tutto il potere decisionale sulla politica
culturale. Sono codeste associazioni che designano loro stesse i loro
rappresentanti, secondo delle modalità a definire. In nessun caso sono imposti
dallo stato o da un gruppo di pressione gadjikano.
La gestione finanziaria è assicurata da un amministratore, approvato
congiuntamente dallo stato e dal Consiglio d'Amministrazione, e assistito da un
Consiglio di Gestione.
Le sovvenzioni sono completate da proventi di manifestazioni o di prestazioni
paganti.
Lo stato è garante della sicurezza e della perennità delle installazioni. In
particolare, opere d'arte, collezioni e archivi depositati in modo permanente o
temporaneo sono considerati come patrimonio, e posti sotto la sua salvaguardia.
Scopi:
Il Centro Culturale deve innanzitutto essere una vetrina della cultura zigana in
Francia. Deve potere accogliere i suoi artisti, i suoi intellettuali, i suoi
rappresentanti politici così come i loro interlocutori stranieri. Tutte le
grandi associazioni zigane nazionali possono avervi un riferimento (casella
postale, indirizzo internet ecc…)
Si propone di mostrare la diversità della nostra cultura, senza privilegiare
nessuna etnia e senza esclusiva.
Ha la vocazione di accogliere il più ampio pubblico per spettacoli, mostre
(permanenti o temporanee), colloqui, seminari ecc… E' munito di una biblioteca e
di archivi pubblici o semi-pubblici. Ha anche la vocazione di accogliere i
ricercatori.
Serve di base e di intermediario ai differenti Centri Culturali locali o
regionali preesistenti o da crearsi, senza calpestare la loro autonomia.
Localizzazione:
Il Centro Culturale deve essere di facile accesso per la comunità zigana,
compresa quella itinerante. Una posizione centrale nell'esagono e la prossimità
di uno snodo autostradale sono auspicabili.
Deve comprendere una parte di edifici in muratura comportando: sale di lavoro,
sale di esposizione, palcoscenico e/o auditorio, biblioteca e sala archivi,
alloggio di portineria, sala per la ristorazione e luoghi d'accoglienza per gli
ospiti stranieri.
Deve anche comportare un'area di accoglienza, attinente e controllata, la quale
permette ai viaggiatori di fermarsi durante la loro visita del Centro.
Un'altra area all'esterno deve potere essere destinata alle truppe di spettacoli
itineranti, permettendo di montare un palcoscenico o un tendone.
Personale:
Oltre al personale per il mantenimento quotidiano: portineria, pulizie, cura
degli esterni ecc… e agli addetti all'accoglienza (ospitalità, ristorazione)
remunerati con il prodotto delle prestazioni paganti, un certo numero di posti
fissi deve essere calcolato nel bilancio. E' infatti auspicabile godere
dell'assistenza di personale specializzato:
- in beni culturali per l'organizzazione e la preservazione delle mostre d'opere
d'arte e la conservazione di oggetti patrimoniali
- in documentazione, gestione di archivi e biblioteca
- in accoglienza e organizzazioni di meeting e scenografie
Per tutti i posti da creare, le competenze devono essere certificate da diplomi
nazionali o qualità evidenti constatate, inoltre le candidature verranno
sottoposte al Consiglio d'Amministrazione. Una buona conoscenza del mondo
zigane, possibilmente vissuta dall'interno sarà un fattore preferenziale.
Prodotti:
Il Centro è abilitato a produrre spettacoli e mostre paganti, compreso per il
pubblico scolastico, sia sul posto, sia in itinere in Francia o all'estero.
L'autenticità del suo operato sarà garantita da un logo.
E' ugualmente abilitato a produrre e vendere pubblicazioni con il proprio logo.
Il Centro ha la vocazione di diffondere informazioni tramite tutti i mezzi
moderni: radio libera, siti internet, conferenze stampa ecc…
Comitato di sostegno:
La creazione del Centro sarà appoggiata da una petizione nazionale. Un comitato
di sostegno il più ampio possibile sarà costituito. Faremo appello a:
- personalità gadjikane dello spettacolo, della politica, della scienza. Saranno
prioritariamente sollecitati coloro i quali sono noti per il loro impegno in
nostro favore
- i nostri artisti rinomati, ogni etnia mischiata
- tutti i nostri presidenti di associazioni
Fotografie del 15/09/2010
Nessuna fotografia trovata.
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