Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Una segnalazione di Betti
Sulla provincia pavese di oggi (ieri ndr) c'era la seguente intervista
ad un assessore. In questo momento non ho tempo di andare a verificare quali
sono le sue deleghe, ci provo domani. le trovate comunque sul sito del comune di
Pavia, www.comune.pv.it
Nota. Quando ho ricevuto la notizia, ho cercato su Facebook il gruppo
indicato: non esiste più (speriamo).
IL CASO/2 Trivi: "Ma io non ho nulla contro i Sinti"
PAVIA.
"Via i nomadi da Pavia": si chiama così il gruppo di Facebook, che, tra le
altre, ha guadagnato l’adesione dell’assessore al Commercio Pietro Trivi.
Gruppo nel quale un altro "ospite" è andato oltre, prospettando un gesto
eclatante: bruciare i campi nomadi.
Trivi, perchè ha aderito a questo gruppo?
"Non ho nulla contro gli zingari, la mia iscrizione è stata una goliardata".
In che senso?
"Non ero stato l’unico ad aderirvi. Era una cosa fatta per cortesia, per
spirito di amicizia nei confronti di chi aveva avuto l’idea. Guardi, glielo
assicuro, io non sono assolutamente intollerante".
Ma ora è assessore...
"Lo ripeto, non sono razzista. Anzi, le dirò di più: li ho anche difesi
gratuitamente gli zingari quando si sono rivolti a me. Semmai anche in campagna
elettorale ho ribadito la necessità di spostarli da piazzale Europa e via
Bramante. Da tempo e da più parti si auspica una collocazione più consona".
Ma qualcuno nello stesso suo gruppo di Facebook parla di bruciare i campi
nomadi...
"Mi dissocio assolutamente da una simile affermazione. Le assicuro che al
più presto mi cancellerò da quel gruppo".
Da
Roma_Francais (se ne era parlato
QUI e
QUI)
I Rom nuovamente minacciati - La giustizia si pronuncia oggi sull'avvenire
del campo di Médecin du monde a Saint-Denis
La fuga in avanti continua. Evacuate da un capannone di Bobigny il 23 maggio
dopo un incendio che ha ucciso un bambino di 10 anni, brevemente alloggiate e
quindi espulse da un asilo del comune, sloggiate in seguito d' un capannone
abbandonato di Gennevilliers, le famiglie rom, un centinaio di persone, dovranno
presto lasciare il campo stabilito un mese fa sul marciapiede di Saint-Ouen in
mancanza di un rialloggiamento.
Il tribunale delle grandi istanze deve pronunciarsi oggi sull'assegnazione a
Médecin du monde, che ha installato tende, della prefettura di Seine-Saint-Denis.
Quest'ultimo rimprovera "l'occupazione di un terreno di proprietà dello Stato".
L'accampamento attuale, installato al piede dell'A86 utilizza lo stesso
dispositivo dei campi profughi nel mondo, con l' aiuto alimentare del Soccorso
cattolico.
Il seguito impossibile
" Chiediamo da tempo una tavola rotonda che riunisce lo
Stato, la Regione, le collettività e le associazioni perché non ci siano espulsioni senza soluzione di rialloggiamento duraturo, spiega il
dottor
Olivier Bernard, presidente di Médecin du monde. Ci sono soluzioni, come i
villaggi d' inserimento installati a Montreuil e ad Aubervilliers. Ma la sola
risposta, per il momento, è questa chiamata a giudizio".
Secondo l'esperto, "i gruppi non possono più lavorare: i Rom sono
incessantemente in movimento a causa delle espulsioni. Ciò impedisce il seguito
delle gravidanze, dei lattanti e l'istruzione dei bambini, che sono attualmente
in una scuola di Bobigny". Il campo di sette tende accoglie 120 Rom originari
dalla Romania, tra cui quattro donne incinte e quindici bambini con meno di 2
anni. "Viviamo a dieci o venti nelle tende," racconta Palos Constantine, un
padre di famiglia rom del campo.
"Quel che spero, è non essere più obbligati ad errare cercando un terreno. Il
problema, è che quando ci propongono un alloggio in albergo, non supera tre
notti". Segno, forse, di un'evoluzione sull'argomento: una riunione deve
svolgersi il 10 luglio tra il prefetto del dipartimento, gli eletti e diverse
associazioni.
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