Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 03/11/2011
Istituto
di cultura Rom Museo del Viaggio (Nella foto: l'albero delle pentole.
Realizzzione di Mirko Bezzecchi)
IL POPOLO ROM CULTURA, LINGUA, POLITICHE SOCIALI, USI E COSTUMI,
STORIA, INFANZIA
CALENDARIO 2011
3 novembre 2011
La cultura romanì tra passato e presente di Mirko e Giorgio Bezzecchi
10 novembre 2011
Comunità zigane e politiche pubbliche di Maurizio Pagani e Giorgio
Bezzecchi
1 dicembre 2011
La musica zigana di Jovica Jovic
15 dicembre 2011
Uno sguardo antropologico sull'infanzia rom di Sophie Alice Sarcinelli
DALLE 17.00 ALLE 19.00
AL MUSEO DEL VIAGGIO IN VIA IMPASTATO, 7 MILANO ROGOREDO
MM3 SAN DONATO
"Lingua e cultura Rom"
Il ciclo d'incontri di Cultura Romanì, curato da Giorgio Bezzecchi e Maurizio
Pagani (entrambi con una ricca e ventennale esperienza maturata all'interno
dell'Opera Nomadi e in collaborazione con A.P., università e centri di ricerca
culturali), sarà volto ad approfondire il tema delle Politiche Pubbliche e
gli aspetti culturali dei diversi gruppi rom e sinti.
Gli incontri avranno una frequenza bisettimanale per un totale complessivo di 50
ore. E' possibile iscriversi anche a uno o più cicli d'incontro di proprio
interesse.
Il corso si avvarrà della partecipazione di studiosi e docenti universitari
che operano da diversi anni nel Settore, proponendo approfondimenti di ricerca
tematici.
Gli incontri tematici avranno come relatori filologi, antropologi, pedagogisti,
sociologi, ma anche artisti e figure del popolo Rom e Sinto.
Il corso è rivolto a insegnanti, educatori, mediatori, assistenti
sociali, amministratori e impiegati pubblici, studiosi, ricercatori…. e a
chiunque abbia voglia di approfondire questo tema.
"Musica zigana"
Il Maestro Jovica Jovic, proporrà un corso di cultura musicale
con l'uso e la conoscenza di alcuni strumenti musicali tipici e l'insegnamento
della fisarmonica. Jovica è senz'altro oggi, unanimemente, riconosciuto
come uno dei più valenti musicisti nato e formatosi all'interno delle comunità
Rom.Autore e protagonista di numerose performance artistiche, metterà a
disposizione il suo talento musicale e la grande generosità umana per accostarsi
e approfondire la conoscenza e l'insegnamento della musica zigana, attraverso
lezioni frontali e di gruppo.
Gli incontri avranno una frequenza bisettimanale per un totale complessivo di 50
ore.
Il corso è rivolto a coloro che intendono approfondire la propria
conoscenza musicale.
I DOCENTI:
- GIORGIO BEZZECCHI – presidente della cooperativa Romano Drom, è
un Rom Harvato, esperto di processi e politiche di mediazione culturale. Da
molti anni è uno dei massimi dirigenti dell'Opera Nomadi. Vive e lavora a
Milano.
- MAURIZIO PAGANI - dirigente dell'Opera Nomadi, da molti anni è
attivamente impegnato in azioni di promozione sociale delle comunità zingare
e studio delle politiche pubbliche. Vive e lavora a Milano.
- SOPHIE ALICE SCARPINELLI - dottore in antropologia presso l'Ehess
di Parigi - École des Hautes Études en Sciences Sociales - si occupa di
antropologia dell'infanzia.
- JOVICA JOVIC - Musicista Rom Dal 1971 al 1996 ha fatto il
musicista in vari paesi d'Europa. Dal 1996 vive stabilmente in Italia e
continua ad esercitare la professione di musicista.
- MIRKO BEZZECCHI - Anziano della famiglia Bezzecchi, Rom harvato,
è l'unico della sua famiglia di origine ad essere sopravvissuto al Porrajmos.
E' cittadino italiano di origine slovena.
Dopo oltre
cinque anni, niente sembra cambiato
di LUIGI SPEZIA
Il reportage: "Ci hanno distrutto la baracca, ora siamo qui, tra i cespugli. Non
cacciateci più". Il difficile lavoro dei volontari della "Piccola Carovana"
Gli "invisibili" sono dappertutto, nelle praterie di Bologna, nascondono le loro
tende nei parchi e nei campi trascurati, sempre più lontani dalla città,
inseguiti dalle forze dell'ordine e per niente amati dai residenti. A Casteldebole, le ruspe hanno distrutto anche gli alberi, per spazzare via le
tende. Cataste di tronchi divelti accanto alle misere cose ridotte a poltiglia.
Tornate ad essere rifiuto, come del resto erano state prima di essere riusate.
La scena non cambia, dai tempi di Cofferati. A Casteldebole, vicino a villa
Ranuzzi, le ruspe hanno sgomberato decine di rom romeni non più tardi di dieci
giorni fa. Sono rimaste solo le tracce della caccia agli "invisibili", qualcuno
ha rialzato una tenda un po' più distante. "Due settimane fa qui c'era un
villaggio rom, ci saranno state cinquanta persone. Era alla fermata dell'86,
loro identificano i luoghi così. Quanto costa il lavoro di una ruspa? Se i soldi
spesi dal Comune per questi interventi venissero usati per realizzare dei
percorsi di reinserimento, sarebbe tutto di guadagnato. Gli sgomberi non
risolvono il problema. Ed è chiaro che l'invisibilità, la mancanza di una casa e
di un lavoro aumenta il ricorso all'illegalità".
Daniele Bergamini è presidente della coop Piccola Carovana, di cui è socio anche
don Giovanni Nicolini. L'associazione per conto del Comune segue le famiglie rom
sgomberate anni fa dal Reno, ora quasi tutte (una quarantina) dotate di
alloggio. Ma i volontari non perdono di vista gli "invisibili", i romeni
arrivati dopo gli sgomberi del Reno che cercano scampo dalle ruspe negli
anfratti dei parchi e dei campi, da Borgo Panigale a Casteldebole, dal Navile al
Reno, dalla collina ai Prati di Caprara a via Bassa dei Sassi. Famiglie
disseminate, spesso con bambini piccoli "e da anni ormai i servizi sociali non
se ne occupano più, quando arriva la polizia o i vigili per uno sgombero, le
assistenti sociali non ci sono", dice Elisa Trimeni, volontaria del gruppo che
in via Triumvirato incontra una donna rom di 23 anni con tre figli, il più
grande di sette anni. Niente foto. I suoi occhi nerissimi, appena sa che c'è un
giornalista, si riempiono di terrore: "Adesso mi portano via i figli?".
Elisa e Daniele le regalano un pacco di pasta, lei racconta che hanno distrutto
la sua baracca in via Bencivenni e ora la famiglia vive nascosta tra i cespugli,
"ma i vigili e i carabinieri vengono sempre a cacciarci via". E' di Brca, vicino
a Craiova, "ma la mia casa è piccola e non c'è da mangiare. Qui mio marito ogni
tanto trova un piccolo lavoro". I volontari la invitano ad un incontro, magari
potrebbero trovarle un alloggio meno precario. I bambini ridono sull'altalena.
Anche nei boschi dei Prati di Caprara, a due passi dalla maternità del Maggiore,
le ruspe hanno lasciato le tracce dei cingoli e i cumuli dei rifiuti. Qualcuno
vive ancora lì. Ecco un uomo e una donna che si dileguano tra alberi e radure.
Qualche tenda di cellophane e tracce di fuochi recenti. Anche qui, una volta,
c'erano decine di rom: "Le nostre stime dicono che attualmente a Bologna ci sono
dai 100 ai 150 "invisibili" - dice Bergamini - vanno e tornano, non vanno mai
via del tutto. Li trovi magari a dormire al pronto soccorso dell'ospedale, a
fare la doccia al dormitorio del Lazzaretto, a girare sui treni o a chiedere
aiuto nelle parrocchie, alcune delle quali sono molto sensibili. Noi portiamo
cibo, diamo consulenza psicologica. Una famiglia che viveva a Borgo Panigale
l'abbiamo fatta rimpatriare con un aiuto economico. Ma ci vuole di più".
Fotografie del 03/11/2011
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