Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Ricevo da Roberto Malini
Martedì 30 settembre alle ore 11, presso la sala del Consiglio comunale di
Pesaro, sarà presentato un evento molto atteso in città: la visita al capoluogo
marchigiano di Rigoberta Menchù, Premio Nobel per la pace e attivista per i
diritti dei popoli indigeni, prevista per i primi di ottobre. L'attivista e
scrittrice incontrerà alcune personalità cittadine e presenterà la sua nuova
campagna per i diritti dei popoli discriminati.
I numerosi episodi di razzismo e xenofobia avvenuti nella città di Pesaro non
sono mai stati stigmatizzati dalle autorità locali; al contrario, un assessore
di sinistra ha affermato, recentemente, riferendosi ai Rom: ''Qui a Pesaro i
nomadi non attecchiranno mai. Non c’è acqua per quei pesci, perché qui la gente
lavora. Qui il nomade se ne va in fretta o viene allontanato. Gli amici spagnoli
secondo me non hanno sbagliato del tutto a definirci razzisti''.
Nello scorso luglio il sindaco di Pesaro si impegnò pubblicamente, anche in
alcune interviste pubblicate sui giornali locali, ad avviare un progetto di
integrazione, in linea con le Direttive Ue e le leggi internazionali contro il
razzismo e a tutela dei popoli. Il progetto avrebbe dovuto comprendere
assistenza sociale per le persone Rom gravemente ammalate (vi sono casi di
tumori maligni in fase avanzata, cardiopatie gravi, mutilazioni e handicap), la
possibilità di accedere a un alloggio decoroso (il sindaco propose di consentire
alla comunità Rom di riattare edifici fatiscenti nell'area cittadina), il
ricongiungimento nelle famiglie di alcuni minori e un piano di inserimento
professionale per le persone valide.
Purtroppo, nonostante il Gruppo EveryOne avesse proposto di contribuire, con
sacrificio personale dei suoi membri, al progetto, ogni promessa è stata
disattesa, con conseguenze drammatiche per le famiglie Rom, già provate da anni
di indigenza, emarginazione e incuria a parte delle Istituzioni.
Ciprian Danila, il giovanissimo Rom che viveva a Sesto San Giovanni in
condizioni di indigenza intollerabili ed è morto bruciato vivo nel rogo
scatenato da una candela all'interno dell'edificio fatiscente in cui viveva:
avrebbe dovuto ricongiungersi alla famiglia della sua fidanzata, che vive a
Pesaro. Soltir Danila, 55 anni. Malato di cancro, avrebbe dovuto ricongiungersi
alla sua famiglia ed essere curato presso l'Ospedale San Salvatore (ospedale
che, una volta compresa la condizione sanitaria spaventosa in cui versano i Rom,
ha scelto di curarli, secondo il codice deontologico). E' morto in Romania,
senza poter accedere ai farmaci che avrebbero potuto salvarlo.
A Pesaro vivono altre persone Rom a rischio di vita, senza cure, in luoghi
freddi e malsani. Solo lo spirito umanitario di alcuni cittadini - fra i quali
spiccano per impegno e generosità Mariateresa, Maria, Elisa e il sacerdote don
Roberto - ha impedito altri drammi irreparabili. Ma per l'amministrazione della
città, non c'è posto per i Rom. Il tempo stringe, l'inverno è alle porte e
nonostante le rassicurazioni del sindaco per i Rom di Pesaro non è stato fatto
nulla.
Di fronte al rischio di tragedie umanitarie come quelle che stanno colpendo i
Rom in molte città italiane, Il membri del Gruppo EveryOne, con le sole proprie
risorse, hanno senza clamori iniziato ad organizzare piani si emergenza per la
salvaguardia delle famiglie Rom presenti a Pesaro. La piccola Annamaria, malata
di polmonite (una delle prime cause di morte infantile nel mondo) è stata curata
e trasferita insieme alla sua famiglia al sicuro, al sud, lontano da Pesaro, in
un Paese che ha scelto di accoglierla, di darle un alloggio e un'occasione di
lavoro. Annamaria frequenterà le scuole locali e la sua brutta tosse, grazie al
riscaldamento, alle cure mediche e a un'alimentazione adeguata, guarirà presto.
Un'altra famiglia è in procinto di partire, verso il sud, dove è attesa da
alcuni uomini di buona volontà, fra cui l'eroico parroco don Michele, un uomo
che non verrà dimenticato, quando la persecuzione dei Rom avrà termine. In
questi giorni, il Gruppo EveryOne presenterà a Rigoberta - con cui ha una
fraterna affinità nell'impegno per i diritti degli emarginati - un documento in
cui è dettagliata la condizione di emarginazione e negazione di ogni diritto
umano in cui si trovano i Rom di Pesaro, chiedendole di aggiungere la sua voce
al coro delle proteste e di chiedere con voce ferma alle autorità locali di
rispettare le Direttive Ue e le convenzioni internazionali che combattono il
razzismo e promuovono la tolleranza fra i popoli. Prossimamente, inoltre,
l'organizzazione presenterà il cortometraggio "Pesaro Zigeunerfrei", una
denuncia della repressione delle famiglie Rom che cercano di sopravvivere nella
città di Rossini (compositore che, peraltro, amava la cultura "zingara").
Mentre le organizzazioni per i diritti umani e i cittadini Pesaro assolvono i
compiti per cui l'amministrazione è stata eletta, il comune di Pesaro ha
l'ardire di parlare di Diritti Umani e accogliere una donna che si batte contro
gli abusi e le violenze perpetrati da governi e istituzioni locali contro le
minoranze etniche. Circa un anno fa Rigoberta, scambiata per una nomade, fu
espulsa da un hotel di Cancun, in Messico. Ci auguriamo che l'amministrazione
pesarese, che non può certo essere definita accogliente o tollerante nei
confronti delle minoranze poiché attua una politica pesantemente discriminatoria
contro le famiglie Rom che vivono in città, non riservi per sbaglio al premio
nobel Rigoberta Menchù lo stesso trattamento che ha riservato alle persone di
etnia Rom che si sono rifugiate a Pesaro e che a malapena sono lasciate
camminare per le strade della città.
Per ulteriori informazioni:
Gruppo EveryOne
Tel: (+ 39) 334 8429527 - (39) 331 3585406 - (+39) 334 3449180
www.everyonegroup.com
:: info@everyonegroup.com
Da
Czech_Roma
By Curtis M. Wong, Staff Writer,
The Prague Post
24 settembre 2008 - La complessa proposta di Jiří Čunek, Ministro per lo
Sviluppo Regionale, per affrontare i problemi della comunità Rom, sta
incontrando pareri contrastanti tra i funzionari Rom ed i locali gruppi
umanitari.
Pubblicata all'inizio di questo mese, la proposta di 30 pagine, che i
funzionari ministeriali chiamano "uno sforzo motivazionale per le municipalità
ceche", ha sollevato critiche da alcune autorità soprattutto perché suggerisce
che i cittadini Rom siano divisi in tre gruppi basati sull'origine e sui livelli
di reddito.
Secondo la proposta, il primo gruppo comprenderà le famiglie che vivono
indipendentemente dai sussidi governativi. Il secondo cittadini Rom che hanno
bisogno di qualche assistenza finanziaria e sociale, ed il terzo gruppo
rappresenterà quelli che abusano degli aiuti governativi. I cittadini del terzo
gruppo saranno soggetti a regolare supervisione degli operatori sociali e
spostati in ostelli. La proposta, che i funzionari valutano di un miliardo di
corone, stabilisce anche che solo i cittadini che lavorano nei progetti
comunali, saranno eleggibili per aiuti finanziari ed alloggiativi.
Secondo Josef Baláž, consigliere di Čunek, queste designazioni agiranno
semplicemente come linee guida per permettere alle singole municipalità per
focalizzarsi sui diversi problemi di ognuno dei tre gruppi.
"Quando gli operatori sociali lavorano con queste persone su basi regolari e
impiegano tempo con loro, comprendono che questa gente è su livelli differenti,
e perciò ha esigenze diverse," ha detto Baláž.
Ma i funzionari Rom la pensano differentemente, dicendo che la proposta ha
reminescenze della dittatura fascista ed infrange i loro diritti civili.
"Categorizzare i cittadini Rom in gruppi è contro le leggi sociali e
costituzionali, e viola tutte le idee ed i messaggi della Rivoluzione di
Velluto," ha detto Ivan Veselý, vice capo del consiglio governativo per la
comunità Rom. Per molti cittadini Rom, segregare le persone in gruppi secondo il
loro livello di reddito - che potenzialmente può dividere i gruppi familiari -
ha le connotazioni da Olocausto. "E' essenzialmente la stessa idea che hanno i
neonazisti," ha detto.
I funzionari del Ministero per lo Sviluppo Regionale replicano che lo scopo
della proposta è stato largamente male interpretato dai funzionari Rom come pure
dai media. Infatti, la proposta pubblicata è una bozza che non doveva ancora
essere resa pubblica. Ora le autorità adducono che il ministero è stato
obbligato a pubblicare la proposta sul proprio sito web, dopo che i dettagli del
documento sono stati resi pubblici dai media.
"Credetemi, non volevamo pubblicare il documento così presto, perché non era
ancora completato," ha detto Baláž, aggiungendo che il documento all'inizio del
mese era circolato per consultazioni soltanto tra nove membri del consiglio
governativo per i la comunità Rom . "Mancano ancora molti capitoli che
descrivono compiti che riguardano particolari ministeri, incluso quello per gli
Affari Sociali e Lavorali e quello dell'Istruzione." Baláž si lamenta di aver
iniziato a ricevere telefonate dai giornalisti una settimana dopo che il
documento era stato distribuito ai membri della commissione. Attualmente, il
ministero non ha una data stabilita per l'abbozzo finale della proposta.
Ma Veselý adduce che la prima bozza del documento è semplicemente uno sforzo
per fare pubblicità a Čunek, presidente dei Cristiano Democratici, prima della
caduta alle elezioni del Senato, un appunto che Baláž rifiuta.
"E' soltanto un gioco sporco collegato alla prossima campagna," dice. "Una
volta che le elezioni saranno passate, la domanda è come i Cristiano Democratici
agiranno con questo."
Martin Šimáček, direttore del programma di integrazione sociale per Člověk v tísni
(Gente in difficoltà), una OnG con base a Praga, ha elogiato i recenti sforzi di
Čunek, dicendo che la proposta è un benvenuto primo passo nella conoscenza
governativa delle tematiche Rom.
"Questa potrebbe essere la migliore proposta che abbiamo mai visto," ha detto Šimáček,
che per sette anni ha aiutato ad organizzare programmi educativi e sociali per i
cittadini Rom a Kladno e Libčice nad Vltavou. Pur ammettendo che la
proposta ha bisogno di alcune revisioni, ha aggiunto: "Ci sono tanti buoni
suggerimenti... Sta creando l'opportunità di una discussione politica su questo
tema così importante e complesso."
Šimáček ha applaudito particolarmente l'enfasi della proposta
sull'istruzione. Il documento descrive un piano per offrire ulteriori sussidi
alloggiativi alla famiglie Rom i cui figli frequentano la scuola.
Il numero dei cittadini Rom che vivono in ghetti è cresciuto di circa il 30%
dal 1989, nonostante una serie di riforme governative disegnate per combattere
il fenomeno. I funzionari stimano che 80.000 Rom vivano in 330 insediamenti
simili in tutto il paese, dove sono segregati tanto geograficamente che
socialmente.
Baláž ha sottolineato come l'enfasi della proposta nel garantire ulteriori
aiuti ai cittadini impiegati nella municipalità, sia un punto chiave.
"E' necessario motivare i comuni che vogliono risolvere questo problema,
motivare la gente che vuole cambiare la propria vita," ha detto. "Questa
concezione prima di tutto cerca di trovare la motivazione di tutti i soggetti
chiave - i Rom che vivono in aree segregate, lo stato, le municipalità, le
associazioni civiche e le OnG che lavorano con gli interessati."
Non è la prima volta che Čunek viene criticato per il suo approccio alle
tematiche Rom. Nel 2006 Čunek, che era allora sindaco di Vsetín, Moravia
settentrionale, spostò delle famiglie Rom dal centro città alle periferie o nei
villaggi attorno.
Veselý rimane fiducioso che la proposta non riceverà in futuro l'approvazione
governativa.
"Čunek [ha dato origine] ad un grande conflitto tra i cechi con basso reddito
ed i residenti Rom con questa proposta, perché i cechi si domanderanno perché
così tanti soldi e sforzi siano garantiti solo ai Rom," ha detto. "Se questa
proposta fosse accettata, porterebbe vergogna internazionale alla Repubblica
Ceca."
Hela Balínová contributed to this report.
Curtis M. Wong can be reached at news@praguepost.com
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