Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.

Forum sociale europeo. Una scuola per rom a Malmo di Paolo Rizzi
[17 Settembre 2008]
A Malmo dal 17 settembre si svolge il quinto Forum Sociale Europeo. Uno dei
luoghi di coordinamento dei volontari si trova in città in via Annelundsgatan al
55, ed è lì che mi presento per prendere istruzioni come volontario. Sbaglio la
porta di ingresso e mi trovo al terzo piano in un locale sulle cui pareti sono
affisse molte immagini di rom; incuriosito rimango e cerco informazioni.
Ho la fortuna di incontrare uno dei due coordinatori, Djura Ivanov, e gli chiedo
se posso fargli domande, in quanto sono tristemente testimone della nuova
repressione in atto da noi in Italia. Djura mi sorride ed inizia a parlare
italiano: nella sua infanzia è stato a Verona ed ora da 20 anni vive qui in
Svezia. Conosce perfettamente la situazione italiana, guarda con attenzione la
nostra tv ed è molto preoccupato per il suo popolo.
Mi fornisce documenti in danese, non conosco la lingua ma capisco che si tratta
di una scuola per zingari che proprio quest’anno celebra 10 anni di attività. La
scuola si chiama IRIS, Internationella Romer i Samverkan, e “Samverkan”
significa Lavorare insieme.
Gli propongo un’intervista, voglio capire e lui mi aiuta con entusiasmo: «Se può
servire ad aiutare i miei amici Rom italiani, sediamoci e parliamone».
La scuola è statale, finanziata dal governo e dalla città di Malmo, riservata ad
adulti che abbiano compiuto 20 anni: oggi sono iscritti 70 rom adulti. Djura mi
racconta che quando arrivò in Svezia venne sottoposto ad un test di lingua e
cultura, che non superò, precludendosi molte possibilità offerte ai nativi [in
Svezia per avere il permesso di soggiorno è obbligatorio imparare la lingua].
Cominciò comunque a lavorare, a costruire una comunità di rom ed a dialogare con
le istituzioni.
Dieci anni fa un cittadino svedese gli disse: «Perché non apri una scuola per
Rom, perché non abbiano a incontrare le tue stesse difficoltà?». Quel sogno
impossibile incominciò: il primo anno gli studenti furono 32, nel secondo 200.
Attualmente ci lavorano 5 insegnanti, 2 supervisori, 1 tecnico, 1 addetto
all’inserimento dopo la scuola, tutti pagati dallo stato che paga anche
l’affitto, le strutture dell’edificio ed un contributo in base agli iscritti.
A Malmo abitano circa 280 mila persone, il 20 per cento di loro è straniero e ci
sono interi quartieri cosmopoliti. La manifestazione del 20 settembre del Forum
sociale europeo darà un segno d’integrazione partendo dal quartiere di
Rosengard, abitato al 90 per cento da extracomunitari. Chiedo a Djura quanti
zingari abitano a Malmo: mi risponde che sono registrati circa 7 mila, ma forse
sono di più, dato che non tutti dichiarano di essere rom perché è comunque
penalizzante nel cercare lavoro.
In Svezia dovrebbero essere circa 60 mila e lo scorso anno è stata aperta una
seconda scuola per Rom a Goteburg.
Gli ricordo la legge italiana Bossi-Fini ed i problemi legati alle chiamate
degli imprenditori, unica possibilità per entrare in Italia. Queste modalità si
scontrano con lo sfruttamento dei migranti nella maggior parte dei casi
lavoratori «in nero».
Qui in Svezia, mi spiega, per avere il permesso di soggiorno bisogna dichiarare
un salario minimo mensile di 13.800 corone [circa 1.500 euro] ed i datori di
lavoro non possono quindi dartene di meno.
Anche lo stato contribuisce poi a sostenere l´integrazione: infatti un adulto
che voglia frequentare l’università è sovvenzionato con una borsa di studio di
circa 800 euro al mese, riceve circa 7 mila corone, di cui 5 mila a fondo
perduto, mentre le altre 2 mila le restituirà quando avrà un lavoro con un
automatismo che trattiene il 4 per cento del salario.
Esiste anche il salario sociale [ma il nuovo governo sta restringendone la
fruizione] di circa 300 euro e settimanalmente bisogna presentarsi per
rispondere alle offerte di lavoro, pena la sospensione.
Concludo la visita e ringrazio Djura che mi invita a tornare. Sono contento di
aver sbagliato porta e di averne aperta un’altra nella direzione di un altro
mondo possibile che qui, come in Africa, in India e in America latina, stiamo
costruendo insieme. Questo mio incontro vuol essere la testimonianza di uno
splendido esempio di civiltà e integrazione: non ci sono altri casi al mondo di
scuole specializzate per persone adulte zingare.
Aggiungo solo che i bambini rom che frequentano le scuole dell’obbligo purtroppo
non sono aiutati con corsi speciali, il che a volte li penalizza; ma nel caso
non riuscissero sanno che dopo i 20 anni hanno sempre la possibilità di
ricominciare a studiare grazie a questa scuola. Djura ha solo la licenza
elementare, non ha avuto tempo per continuare gli studi, ma ha dedicato il suo
tempo agli studi degli altri.
Per informazioni www.irisskolan.se,
info@irisskolan.se
Da
La
voix des Rroms
Per mancanza di tempo, non abbiamo aggiornato il nostro blog, e così abbiamo
molte cose da dire. Allora, non vi lasciamo con la fame e annunciamo solamente
che il Summit Europeo sui Rom, tenutosi a Bruxelles il 16 settembre scorso, apre
qualche nuova prospettiva. Molto brevemente due buone notizie: per la prima
volta una rappresentante della Francia (Mme. Boutin) ha parlato dei "Rrom",
a nome dei "circa 400.000" Rrom di Francia, inteso, inclusi i Sinti e i Kalé. Un
riconoscimento che chiedevamo da tempo: un riconoscere il nostro essere reali,
come entità storica, linguistica e culturale, e non come strato sociale.
Inoltre, Mme Boutin ha riaffermato il suo impegno perché queste 400.000 persone
abbiano vere carte d'identità e non più dei titoli di circolazione
stigmatizzanti. Storia da seguire, e la seguiremo da vicino! Non per saltare
fuori a criticare alla prima occasione, ma per progredire. E' ora, dopo più di 7
secoli di presenza sul suolo europeo, di essere riconosciuti come europei!
Per altre informazioni più dettagliate su questo summit, riprendiamo qui un
articolo dal blog "Bienvenue
chez les Rroms", resta inteso che vi troverete anche altro, tanto
informativo che di svago.
L' Italia presto deferita dinanzi alla Corte di giustizia europea / Il
governo italiano protesta davanti alla UE
Il rappresentante permanente dell'Italia presso la UE, l'ambasciatore Nell
Feroci, ha indirizzato una lettera al Commissario Wladimir Spidla per esprimere
il proprio risentimento a nome del governo italiano. Il fatto incriminato: in
occasione del summit di Bruxelles sui Rom, la sottosegretaria di Stato per
l'Impiego e le politiche sociali, Maria Rocella, non si è potuta esprimere in un
clima sereno a causa di qualche elemento perturbante tra il pubblico.
Episodio tanto più deplorevole visto che il suo intervento era centrato sulla
politica d'inclusione della comunità Rrom in Italia.
DELITTO DI CLANDESTINITA' - Nel frattempo, il servizio giuridico del
Parlamento Europeo ha giudicato non conformi al diritto comunitario le
disposizioni legislative italiane, che considerano lo "status" di immigrato
clandestino come un'aggravante per chi commetta un delitto, ed il commissario
UE, Jacques Barrot, ha confermato questa posizione a differenti trasmissioni
radiofoniche.
Il parere negativo del servizio giuridico dell'Europarlamento è stato
comunicato alla commissione delle Libertà Civili, che aveva promulgato il
decreto legge sulla sicurezza (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 25 luglio
2008, entrato in vigore il giorno seguente), modificando così l'art. 61 del
codice penale italiano, aggiungendovi la nozione di residenza illegale.
Aggravante
Jacques Barrot ha affermato alla radio svizzera: "Sembra che i testi
prevedano che essere un immigrato irregolare possa costituire una circostanza
aggravante nei delitti." Ha concluso che ciò non è conforme al diritto europeo.
Sulla base del parere del servizio giuridico del Parlamento Europeo,
l'eurodeputata rumena Adina Valean (Alleanza Liberale Democratica - ALDE) non ha
perso tempo e ha domandato alla Commissione UE "di deferire immediatamente
l'Italia davanti alla Corte di Giustizia Europea per violazione del regolamento
comunitario in materia di discriminazione tra i cittadini comunitari". Valean,
che è vice-presidente ALDE e relatrice sulla direttiva europea in materia di
libertà di movimento dei cittadini UE, fa parte dei sette membri "ufficiali"
della delegazione del Parlamento Europeo che giovedì e venerdì si recherà in
Italia per incontrare il ministro Maroni e visitare tre campi Rrom nella
periferia romana.
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