Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 21/09/2008

Come imparare a suonare ad orecchio
Milano: L'approccio proposto dal maestro è completamente
diverso ed insolito grazie ad una visione adogmatica in cui non esistono
spartiti, manuali o metronomi.
Per questa ragione il corso é aperto non solo a chi vuole apprendere la
fisarmonica ma a chiunque desideri avvicinarsi ad uno strumento musicale con una
modalità diversa e più libera di quella tradizionale.
Questo approccio alla musica può essere applicato a qualsiasi strumento.
La “terra del fuoco” riconosce una identità di vedute con il metodo del maestro
Jovica per cui promuove il suo corso e lo ospita nella sua sede.
Le modalità ed i tempi del corso sono ancora da definire.
Per informazioni o per
dare la propria disponibilità, scrivere a
terradelfuoco.info@gmail.com
telefono: 347 9768206 - 320 2183165
Jovica Jovic, nato in Serbia da una famiglia di musicisti Rom, all'età di 12
anni già suonava ai matrimoni ed alle feste, poi, dopo aver a lungo girato in
tutta Europa, si stabilisce nel 1996 in Italia dove collabora con l'Opera Nomadi
e dove ha una intensa attività sia come musicista che come maestro di musica,
collabora con i Muzikanti ed ha inciso diversi dischi come solista e come membro
di orchestra, tra cui uno con Piero Pelù.
Oltre alla fisarmonica suona ed insegna violino, tromba, chitarra.
Terra del Fuoco - Associazione culturale per la diffusione della
manualità - Milano, via Morigi 8 -
http://www.myspace.com/terra_del_fuoco
Di Fabrizio (pubblicato @ 09:09:38 in casa, visitato 1719 volte)
Da
L'Espresso LOCAL
Portici, servizi, chiesa un tetto per i nomadi
Brunella Torresin
Ieri sono state assegnate le case a Bruna, Samuel, Nicola, Gabriella, Natalina.
Non sono state consegnate loro delle chiavi, ma «un´autorizzazione»: un foglio
di carta timbrato, in sostanza un contratto. Le case non sono proprio come le
nostre case, ma il nuovo campo nomadi di via Dozza, quartiere Savena, a
ridosso dei vivai Ansaloni, che è stato inaugurato ieri, nella giornata della
conferenza a Bologna delle Città Europee contro il razzismo, per molti altri
aspetti è un condominio.
Vi abiteranno un´ottantina di Sinti: cittadini italiani da generazioni, tutti
con residenza nel Comune di Bologna, da una ventina d´anni sistemati qui. Nomadi
per cultura e per origine, ma più stanziali di tanti altri cittadini italiani.
Il precedente campo, che si stendeva sullo stesso terreno comunale, era solo
un´area sosta attrezzata: con bagni e docce in batteria e allacciamenti per le
roulotte. C´è stato un periodo in cui una sola doccia funzionava, e le altre no.
Nel 2005, il bando regionale per l´assegnazione di contributi ai Comuni che
intendessero migliorare le aree per i nomadi, ha dato la possibilità di
ristrutturare ma più ancora di ripensare come organizzare il campo. L´intervento
è costato 700mila euro, la Regione l´ha finanziato per l´85 per cento. Ha
spiegato ieri la vice sindaco Adriana Scaramuzzino, anche assessore ai servizi
sociali, che è possibile dare accoglienza senza creare esclusione, offrire
servizi dignitosi senza tradire costumi e tradizioni. La qualità della
convivenza si determina in base alla condivisione dei progetti e dei servizi.
Qui è stata usata molta pazienza, e poi anche fantasia.
I Sinti hanno scelto alcuni loro rappresentanti, e hanno partecipato a una serie
di incontri con gli operatori del Quartiere Savena - c´è un giovane assistente
sociale che si occupa specialmente di loro, Marco Tocco - con i funzionari dei
Lavori Pubblici del Comune e con il responsabile della progettazione, Piero
Vendruscolo, che già tre anni fa aveva disegnato il campo sinti di Borgo
Panigale. I Sinti desiderano continuare a vivere nelle loro case mobili, come
fanno da generazioni. Anche al Savena continueranno a vivere nelle loro
roulotte, ma avranno a disposizione, appena fuori casa, bagni riscaldati e
cucine, in muratura.
Ma poiché, ad esempio, i piani di cottura in comune non erano graditi, ci si è
inventati «i locali cucina» sotto il portico. Ogni portico ne contiene tre,
separate da divisori. La comunità conta un´ottantina di persone: il più piccolo,
Justin, ha sei mesi, la più anziana 71 anni. È la comunità che ha il più alto
grado di scolarizzazione tra i Sinti di Bologna, alcuni ragazzi hanno
frequentato anche le superiori. È formata da cinque famiglie allargate, composta
ciascuna da tre, quattro nuclei. Perciò l´area è stata divisa in cinque
«microaree», separate tra loro da una rete: ogni microarea, cioè ogni cortile,
accoglie le roulotte e i camper della stessa famiglia allargata.
In ciascuna delle cinque microaree è stata costruita una «casetta» in muratura,
dipinta con i colori di Bologna: rosso e ocra gialla, alternati sulle pareti e
sotto i portici. Ogni casetta ospita tre (o quattro) bagni completi con
antibagno, con altrettante caldaie, e tre (o quattro) cucine, uno e una per
ciascun nucleo famigliare. Le cucine sono all´aperto, ma al coperto, riparate
dal portico che corre sui tre lati di ciascuna «casetta». È un po´ come un
campeggio. Ma ogni nucleo familiare è intestatario del contratto per la
fornitura di elettricità, acqua e gas: non era mai successo prima. Pagheranno
utenze e consumi.
E ogni famiglia, prima di accettare «l´autorizzazione», ha saldato quanto doveva
al Quartiere di affitto arretrato per la sosta nel «vecchio» campo. Attorno alle
casette è stato steso l´asfalto: e sull´asfalto la comunità di Bruna, Luigi,
Natalina, Samuel..., sposterà le sue roulotte, i suoi camper e case mobili che
per un anno, quanto sono durati i lavori, ha sistemato, stretto e concentrato
sui terreni attigui. C´è anche la chiesa: la comunità ospita un pastore
evangelico, e conta un discreto (19 settembre 2008)
Fotografie del 21/09/2008
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