Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 31/01/2006
Di Fabrizio (pubblicato @ 18:14:13 in media, visitato 2651 volte)
Fundación Secretariado Gitano
Fundación Secretariado Gitano (FSG) è un'organizzazione sociale spagnola non-profit ed interculturale, che agisce per lo sviluppo della comunità rom. Col supporto del Fondo Sociale Europeo, FSG sta sviluppando una campagna di responsabilizzazione sociale “Conoscere prima di giudicare”, che adopera diverse forme mediatiche per combattere stereotipi e pregiudizi contro il popolo rom.
La campagna contempla anche una canzone contro la discriminazione (ascoltabile su www.gitanos.org/conocelos) e un video musicale, in collaborazione con la famiglia Carmona, meglio conosciuto come il fusion group Ketama, che reinterpreta il flamenco tradizionale.
QUI, ulteriori informazioni sui partners del progetto.
Fonte: Romano_Liloro
Di Fabrizio (pubblicato @ 13:18:48 in blog, visitato 2652 volte)
Immagine tratta da snapsoid.
Commenti cercasi 
Di Fabrizio (pubblicato @ 10:11:45 in casa, visitato 3203 volte)
Romani CRISS Roma Center for Social Intervention and Studies 19, Buzesti St., Sector 1Bucharest – Romania Tel: 004 021/ 231 41 44 - Fax: 004 021/ 310 70 70 criss@romanicriss.org
25 gennaio 2006
COMUNICATO STAMPA
Ieri, 24 gennaio 2006, sono state demolite 7 case di Rom in strada Chitila Triaj a Bucarest. La decisione era stata presa dalla maggioranza del consiglio distrettuale 1. Il giorno prima della decisione, i Rom in questione sono stati avvertiti a voce che le loro case sarebbero state demolite.
Una delegazione di Romani CRISS ha assistito alla scena: sul posto erano presenti la polizia (arrivata con una camionetta e 10 auto, incluse le forze speciali di intervento), gendarmi e rappresentanti del distretto municipale. Inizialmente, a Romani CRISS è stato proibito l'ingresso nell'area, per quanto la delegazione si trovasse sulla pubblica strada a circa 500m. dalla scena. A circa 50 Rom le cui case venivano demolite, non è stato permesso di prendere niente dai loro alloggi, nemmeno i documenti di identità. Tutte le proprietà (mobili, vestiti, apparecchiature elettroniche) sono state impacchettate e requisite dalla polizia, senza alcuna lista o verbale.
La testimonianza di Zamfir Zamfirel (a cui è stata demolita la casa): “Dove pensano che vada? Hanno distrutto la mia casa, lasciando fuori mia moglie con in braccio nostro figlio di un anno, solo un vestito leggero per tutti e due e senza poter nemmeno rientrare a prendere le scarpe o qualcosa da metterci. Non abbiamo neanche potuto prendere qualcosa da mangiare”.
I Rom denunciano di essere stati minacciati e malmenati; un ufficiale di polizia avrebbe colpito un Rom col calcio del fucile in un occhio, un membro di Romani CRISS ha poi accompagnato il ferito in ospedale. Un'altra persona malmenata è stata portata in ambulanza all'ospedale Matei Bals.
Romani CRISS esprime la propria preoccupazione riguardo la demolizione abusiva delle case, specialmente quando ciò avviene senza precedente comunicazione scritta, con decisione irrevocabile del tribunale e quando la temperatura esterna è di -15 º C. In aggiunta, non è stata prevista alcuna sistemazione alternativa, though mandatory under international legislation. Tutto ciò genera, secondo la nostra opinione, la violazione di una serie di standards minimi riguardo gli sgomberi e le demolizioni.
“Attendiamo una rapporto ufficiale su quanto accaduto, sia da parte dell'amministrazione distrettuale, che da parte del Governo e delle forze politiche” ha dichiarato Magda Matache, direttrice esecutiva di Romani CRISS. In seguito, informeremo l'opinione pubblica, il governo, la presidenza e le istanze nazionali e internazionali sulla situazione. [...] Intendiamo denunciare in tribunale l'intreccio di responsabilità che ha portato a questa azione di distruzione di proprietà e violazione di domicilio.
Cezara David PR Coordinator
Fonte: Roma_Rights
Dopo l'indigestione dei giorni scorsi, m'ero ripromesso di non tornare sulla Settimana della Memoria. Proposito non mantenuto, per una lettera che mi è arrivata domenica. Ho il permesso di ripubblicarla:Ciao come va? Vorrei raccontarti della mia esperienza all'Holocaust Memorial Museum di Washington DC. se hai tempo/spazio magari... mi farebbe piacere dividere con te quanto accaduto. Sono ormai anni che continuo ad affannarmi nel ricercare informazioni riguardo la deportazione di alcuni membri della mia famiglia al campo di Jasenovac. Ho appena compiuto 29 anni, per ironia della sorte il 27 Gennaio. Ogni compleanno lo passo pensando alla storia della mia famiglia e tutti i misteri di chi non ha voluto ricordare, condividere il dolore e le memorie con noi, ultimi arrivati. Doveva essere stato davvero brutto venire dalla Jugoslavija negli anni della guerra... sfuggire a due pulizie etniche: alle Foibe e ai Partigiani... La mia nonna aveva sposato un italiano, che rabbia a casa sua... lei e la sorella erano venute in Italia per cercare una vita migliore disonorando la famiglia con una tale scelta. Dopo la deportazione del padre e di altri parenti la mia nonna decise di riattraversare le linee e i campi di battaglia per andare a casa a cercare i suoi cari... aveva due bambini con sè e uno nella pancia... Mio zio, infatti, è nato in Istrija a Pola Jugoslavija (come scritto buffamente sulla sua carta di identità!). La nonna è tornata su un dragamine americano con i sui tre bambini... perchè i Partigiani titini avevano deciso di espellere gli italiani... e di nuovo in viaggio... Mio padre è nato in Italia... mia nonna non ha mai voluto insegnare ai figli la sua lingua e nessuno l'ha conservata... La nonna è morta con un cognome diverso dal suo...una cosa che a me fa male. Io ho studiato Filologia e Storia dell'Europa Orientale, sono tornata nella ex-Jugoslavia tante volte. Sarajevo è nel mio cuore tanto quanto Belgrado... la Croazia un po' di meno però quando posso tornare nella terra della mia famiglia il mio cuore si riempie di gioia e vorrei che anche gli altri miei parenti potessero capire quanto mi importa che non si dimentichi. Per motivi di ricerca ho contattato alcuni tra i più eminenti professori e su consiglio di uno in particolare sono andata a Washington DC al Museo dell'Olocausto ed ho chiesto agli illustrissimi ricercatori perchè per il campo di Jasenovac c'era solo una misera candelina... Ho domandato perchè di un museo di 4 enormi piani non ci fosse che una parete e poco più dedicata agli Zingari. Mi hanno risposto che erano dispiaciuti ma... è una questione anche di finanziamenti e che le borse di studio vanno solo ai dottorandi e che il materiale c'è ma in Serbo-Croato ed Italiano chi lo leggerebbe? MI è sembrato quasi che qualcuno non ritenesse il "Porrajmos" e la "Shoa" come la stessa cosa... Mi sconvolgeva il fatto che lì c'erano kilometri di libri e documenti, le pagine che avevo cercato per anni... ma non mi potevo fermare perchè non avevo abbastanza soldi ovviamente per sedermi a studiare. Mi sono mangiata le mani... mi sarei seduta lì per settimane ma come avrei fatto? Impossibile... devi provare di essere Rom per avere una borsa di studio... quanti ragazzi e ragazze non possono farlo! E non parlo solamente per me ma anche per i miei amici/che di Bosnia ed Erzegovina ad esempio. Molti non sanno infatti che nel paese chi si dichiara Rom può incorrere in una serie di problemi. Chi vorrà essere disciminato a norma di legge? Ma l'avete letta la Nuova Costituzione post-Dayton di BiH? Ma la vogliamo smettere? Ho lavorato alla mia tesi "Conflitti Etnici e Migrazioni nella ex-Jugoslavia: il caso dei Rom di Bosnia ed Erzegovina" e ho "buttato il sangue" come si dice qui da noi a Napoli, nel vedere in che condizioni sono le Organizzazioni Rom in Bosnia ed Erzegovina e non c'è verso di aiutare nessuno perchè i finanziamenti non arrivano e se arrivano sono su base etnica, ancora ora distribuiti ai gruppi rom col contagocce. Questa è solo una mia riflessione, se non si finanziano gli studi e la ricerca cosa mai si saprà di ciò che accade. La mia personale esperienza è che ogni volta che contatto un'università per chiedere di poter continuare a studiare storia e diritti delle minoranze riferendomi specificamente agli Zingari... non ci sono fondi... poi ci si meraviglia che i Rom sono oggi la comunità più discriminata d'Europa (e non solo). La disciminazione, l'ignoranza e il pregiudizio si infrangono con l'istruzione e la conoscenza dei fatti storici. L'omertà resta una cortina difficile da forzare...una barricata quasi invalicabile. Come già detto riguardo al documetario sul Porrajmos mi sembra che il comportamento istituzionale e dei media sia ben chiaro e definito e, purtroppo, maggiore è la competenza e la conoscenza del problema e minori sono le possibilità di arrivare a dare informazioni corrette perchè non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Sono davvero sconfortata. Elisabetta ( kcerka_vjetra)
Fotografie del 31/01/2006
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