Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 11/01/2006
Il cuore rallenta la testa cammina in quel pozzo di piscio e cemento a quel campo strappato dal vento a forza di essere vento
porto il nome di tutti i battesimi ogni nome il sigillo di un lasciapassare per un guado una terra una nuvola un canto un diamante nascosto nel pane
per un solo dolcissimo umore del sangue per la stessa ragione del viaggio viaggiare Il cuore rallenta e la testa cammina in un buio di giostre in disuso
qualche rom si è fermato italiano come un rame a imbrunire su un muro saper leggere il libro del mondo con parole cangianti e nessuna scrittura
nei sentieri costretti in un palmo di mano i segreti che fanno paura finchè un uomo ti incontra e non si riconosce e ogni terra si accende e si arrende la pace
i figli cadevano dal calendario Yugoslavia Polonia Ungheria i soldati prendevano tutti e tutti buttavano via
e poi Mirka a San Giorgio di maggio tra le fiamme dei fiori a ridere a bere e un sollievo di lacrime a invadere gli occhi e dagli occhi cadere
ora alzatevi spose bambine che è venuto il tempo di andare con le vene celesti dei polsi anche oggi si va a caritare
e se questo vuol dire rubare questo filo di pane tra miseria e sfortuna allo specchio di questa kampina ai miei occhi limpidi come un addio
lo può dire soltanto chi sa di raccogliere in bocca il punto di vista di Dio
Cvava sero po tute i kerava jek sano ot mori i taha jek jak kon kasta Poserò la testa sulla tua spalla e farò un sogno di mare e domani un fuoco di legna
vasu ti baro nebo avi ker kon ovla so mutavia kon ovla perché l'aria azzurra diventi casa chi sarà a raccontare chi sarà
ovla kon ascovi me gava palan ladi me gava palan bura ot croiuti sarà chi rimane io seguirò questo migrare seguirò questa corrente di ali
9 gennaio 2006
Aggiornamenti sulla vicenda del campo Rom contaminato in Kosovo-Metohija (Serbia e Montenegro), arrivano da Reuters AlertNet e dal Times di Londra. Le circa 125 famiglie Rom rifiutano di lasciare il campo contaminato da piombo dove vivono da sei anni. Secondo Skender Gushani, un rappresentante della comunità, il sito dove dovrebbero collocarsi temporaneamente, prima della ricostruzione delle loro case, è a soli trenta metri da dove vivono. Bensì , loro vorrebbero tornare nelle loro case a Pristina e a Kosovska Mitrovica, dove vivevano sei anni fa, quando i terroristi albanesi kosovari hanno raso al suolo le loro case. I rappresentanti delle comunità Rom dicono che accettando un'altra soluzione temporanea, significherebbe solo altri ulteriori ritardi per il ritorno alle loro case originarie. "Ci siamo mossi abbastanza da un campo all'altro", dice Elizabeta Bajrami, "le Nazioni Unite dicono che rimarremo lì solo per sei mesi, ma noi non ci crediamo". Nel Kosovo-Metohija, dall'entrata delle Nazioni Unite (giugno 1999), i terroristi albanesi kosovari hanno distrutto più di 7000 abitazioni di famiglie Rom, additandoli come collaboratori dei Serbi.La burocrazia e la generale inerzia delle Nazioni Unite e dell' O.N.U. nel Kosovo, hanno rallentato il piano di ricostruzione, ora appena iniziato. Purtroppo le trattative rimangono sospese.
Cambia l'Italia, cambia anche l'approccio tra le comunità
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Conferenza stampa di presentazione
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Mercoledì 11 gennaio 2006 alle ore 11, presso la Sala Parlamentino della camera del Commercio di Milano, Otto Bitjoka, in qualità di presidente della fondazione Ethnoland, [ha presentato] gli Stati Generali degli immigrati, un progetto volto a rendere visibile il concetto di immigrato come risorsa sociale e come vantaggio per l'intera comunità cittadina.
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Alcuni concetti dalla presentazione di Otto Bitjoka: Ci siamo e non siamo gli unici. Per l'Italia di oggi, valgono quelle poche parole di De Gaulle agli immigrati di allora: “Vi ho capiti”.
Per noi è arrivato il momento di non chiedere cosa può fare l'Italia per noi, ma viceversa cosa faremo noi per l'Italia. Come immigrati che i valori cittadini li hanno assimilati e condivisi. C'è una considerazione che abbiamo in comune, noi immigrati e i cittadini italiani, come si dice nel mio paese: “Se non sai dove vai, devi sapere da dove vieni”.
Perché una considerazione comune? Sono in Italia da 30 anni, e ho vissuto i cambiamenti di questa città: c'erano le tute blu, le tute rosse dell'Alfa, questa è la Milano di quando sono arrivato e che molti ricordano. Ma oggi è una città diversa: le industrie hanno iniziato a scomparire negli anni '80, e con gli anni '90 anche la New Economy si è fermata. Come proseguire, se non sapendo ALMENO da dove veniamo.
Dicevo, siamo in Italia da 30 anni. Non possiamo permettere ancora che qualcuno parli per conto nostro. Non dobbiamo dimostrare altrimenti di essere parte di questa città, dove siamo alla seconda, terza generazione. Sono i dati che lo dimostrano:
il 14% della popolazione è immigrata
ma nelle superiori il 19% degli studenti sono immigrati o figli di immigrati.
E Milano, l'Italia hanno bisogno di noi, per non finire come l'impero romano. Tutti dobbiamo passare attraverso la contaminazione.
L'integrazione avviene nei fatti e nel quotidiano. 20.000 imprese gestite da immigrati ne sono il risultato.
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Il blog degli Stati Generali
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Alcuni concetti dalla presentazione di Piero Bassetti: Già negli anni '50 e '60 a Milano c'era un assessorato all'immigrazione. Il problema dell'immigrazione di allora non era la pelle, ma la cultura. Non c'era la “via di fuga” della diversità. Anche gli immigrati votavamo e per lo stato tutti erano uguali, con tutto ciò di buono o cattivo che questo concetto comportava.
Le soluzioni nacquero qui, piuttosto che in altre città. Il problema, anche allora, non si limitava all'accettazione, ma prefigurava l'integrazione, a tutti i livelli, compreso quello della classe dirigente.. Un esercizio pieno della cittadinanza.
Oggi i problemi non sono uguali, ma simili. E la crisi che si vive in città, ha echi dovunque. E' andato in crisi il concetto di multiculturalismo, di Melting Pot all'americana. Per resuscitarli, dovremmo avere tutti il coraggio di dichiarare la volontà, come avevano i pionieri americani, di costruire una società nuova. E di andare contro tutte quelle realtà che per forza di cose si pongono per la conservazione, anche tra gli immigrati stessi.
Non neghiamolo: a Milano l'integrazione degli immigrati meridionali fu mediazione, avvenne perché c'erano i partiti di massa, e oggi non ci sono più. E non vedo chi possa prenderne il posto.
I media, avrebbero questa possibilità, ma lavorano contro l'emigrazione: non solo per il razzismo visibile e percepibile, ma anche non contribuendo al dibattito, non offrendo copertura alcuna a realtà come queste, che non esprimono solo problemi e disperazione – ma proposte e voglia di contribuire – e che sono maggioritarie.
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Da Radio Praha
Nuovo sistema di controllo per raccogliere dati sulla comunità rom
[05-01-2006] By Rob Cameron
La Repubblica Ceca conta una vasta minoranza rom, che vive ai margini della società. Ma è sempre stato problematico calcolare le stime su questa minoranza, come problematiche sono sempre state le misure governative per affrontare la loro marginalità sociale. In settimana il governo ha annunciato una serie di piani per compilare schemi anonimi che possano rendere il quadro della situazione. Rob Cameron ha chiesto il perché di questo schema a Czeslaw Walek, capo del Consiglio Governativo per le Tematiche Rom.
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"Vorrei dire, che la risposta è ovvia: per controllare quanto abbiano effetto le misure che il governo sta sviluppando per aiutare quelle fasce di Rom socialmente escluse, per controllare come vengono spesi i soldi in questo campo e sapere se ci sono effettivi miglioramenti nelle comunità interessate.”
Quindi, per fare un esempio, se qualcuno con l'aspetto apparentemente rom, si presenta all'Ufficio di Collocamento per cercare lavoro, lì troverà un incaricato che metterà una croce sulla casella “Rom”. Funziona così?
"Assolutamente no! Le uniche informazioni le raccoglieremo per scopi sociologici. Dipende dal tipo di ricerca, di solito si svolgono tramite questionari o interviste di massa. I dati dell'Ufficio Statistico sono ufficiali, dal censimento. Le informazioni provenienti da altre istituzioni, come i ministeri, sono soprattutto riguardo schemi e piani di lavoro.”
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Czeslaw Walek, photo: www.romea.cz
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Ciononostante, durante l'ultimo censimento soltanto in 11.000 si sono dichiarati Rom, mentre è appurato che nel paese ce ne sono 200/300.000. Non avrete problemi nel raccogliere informazioni dettagliate?
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"Direi di sì, è per questo che vogliamo combinare queste tre diverse ricerche. Se mi basassi sui soli dati dell'Ufficio Statistico, è chiaro che non sarebbero sufficienti. Quindi li leggiamo in aggiunta alle ricerche sociologiche, che verranno svolte a livello nazionale.”
Qualcuno vedrà con ostilità un simile schema, forte dei ricordi di uno spiacevole passato, come la raccolta di dati sugli Ebrei nell'anteguerra.
"Sì, può essere, ma il fatto è che abbiamo bisogno di monitorare l'efficacia delle misure e delle somme spese per la comunità rom, questa è la prima cosa. Secondariamente, se svolgeremo una buona campagna informativa, soprattutto tra i Rom, per spiegare cosa stiamo facendo, credo che causeremo meno controversie di quanto si potrebbe ritenere.”
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Happy Hollyday and best wishes from Crisis Center "Hope"
Macedonia
Chestit Bajram, mnogu zdravje, ljubov, sreka, mir i sloga.
Srdechni pozdravi
Krizen Centar "Nadez"
ROZM Daja-Kumanovo na site vernici
od muslimanska veroispoved im go cestita praznikot
May Allah bring peace and blessing into your life and home!
Kurban Bajram !
RWOM Daja-Kumanovo congratulates Kurban Bayram to all Muslims !
Roma Women Organization from Daja-Kumanovo
tel: +389 31 413662
fax: +389 31 423654
e-mail: daja@mol.com.mk
www.daja.org.mk
Hraminela o : Gjunler Abdula-Abdulaskoro Presidenti ki Romani Organizacija "Rromani Emancipacija" Nederland romaemancipatie@wanadoo.nl Pativale Pralalen thaj pejnalen, Sellamun alekum, o ALLAH Dj-shane huu insala o mubareko Kurban Bajrami te kerele kabuli-bahtalo. Insala o Devel te durjarel amendar sakova bilachipe, nasvalipe, sakova hohavipe, sakova kskanluko. Sakoja buti so ka astarala leskere anavesa te ovel lokeste, Devla durjar amendar o pharipe, bichal amengje sastipe thaj kamipe maskare amende. Jarabi ma muk amen ko iskusenije, de amen thaj zurar amari pakjiv, ker amen te ova jeka-jek thaj phanle vastencar te djas ko tiro sukaripe. Devla ma muk amen te phira korore keda isiamen jakja, de amen tiro nuri-parlaj-ros te shaj te dika o cacuno drumo, te shaj te djas angle, te shaj te da amare chavengje majlacho trajo thaj lachi pakjiv. TU ALLAH sijan odova so sakole narodo-Djihane dejale piko thaj ikaleja le taro majpare thaj bilache trajostar, rudjivtut ikal vi amen, de amen thaJ zurar harica amari godi thaj bah, de amen pralipe thaj jekipe, ma muk amen panda te ove majtele thaj sare te ustaven amen, Devla TU so sijan o serutno vaso saa akava so kergjan so dikas thaj odova so nasti dikas, de amen vi amende te ovel amen bahtalo thaj loshajmo trajo, ker amare chavengje te ovel mistos, soske amen pakjas but ke tute thaj sijem tire cacune pakjivale. Ko alav miro kamav saa e pralengje thaj e pejnengje bahtalo o KURBAN BAJRAMI. AMIN!
Da Romano Lil: “Profondo zingaro - risorse dell’identità” è un’iniziativa avviata dalla Direttore della Casa Circondariale di Rovigo e che vede coinvolti Rovigo Opera Nomadi ed altre associazioni ed istituzioni. Un progetto di scambio fra culture, quella “nomade” e quella maggioritaria, per fare conoscere la cultura dei Rom/Sinti ma anche per avviare processi effettivi di integrazione con cooperative di lavoro.
Fotografie del 11/01/2006
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