Conoscere non significa limitarsi ad accennare ai Rom e ai Sinti quando c'è di mezzo una disgrazia, ma accompagnarvi passo-passo alla scoperta della nostra cultura secolare. Senza nessuna indulgenza.
Come moltissimi anni fa ancora oggi ci sono intere famiglie di sinti, rom senza
nessuna abitazione decente dove poter vivere con i propri famigliari, trovare un
lavoro definitivo e frequentare tutte le scuole necessari per ottenere un
diploma. Tantissimi sono ancora alle porte delle città (aree di fortuna,
tante volte nelle discariche cittadine abusive), vicino ai fiumi, autostrade e
nelle peggiori sistemazioni senza i necessari servizi di sopravvivenza come
l'acqua, l'energia elettrica e i servizi igienici. Tantissime famiglie sono
rinchiuse ormai da anni in enormi campi costruiti solo per concentrare tutti
sinti e rom in un unico posto, per tenerli sotto controllo a tempo
indeterminato, sorvegliati speciali solo per colpa di essere un etnia di un ceto
debole.
L'habitat per i Sinti deve essere di libera scelta, senza nessun obbligo
di dover vivere dove gli si impone di vivere.
Non bisogna pensare ad una sola soluzione, ma bisogna pensare e favorire le
soluzioni diversificate quali: le microaree, l'accesso semplificato
all'appartamento o all'acquisto di terreni agricoli su cui poter edificare anche
in autocostruzione.
Dì perché le microaree e della loro realizzazione c'è ne sono molti, i
principali da mettere al primo posto è il superamento dei enormi campi nomadi
sovraffollati fino ad essere compresse da una moltitudine di famiglie Sinte. Per
dare un abitazione decente a tutte le famiglie che abitano nelle aree di
fortuna, (baraccopoli, roulotte, container ecc.) in un modo incivile senza
nessun servizio indispensabile per ogni forma umana. Per la maggior parte della
popolazione maggioritaria che non accetta di buon grado a vivere e avere come
vicini di casa una famiglia Sinta.
Ma che cos' è una microarea
La microarea e un'area con una metratura adeguata alla
necessità d'allargamento futuro, dove ogni singola famiglia
formata da genitori e figli dispone di uno spazio privato con
delle abitazioni doc (anche auto costruite) attrezzate con tutti
i servizi adeguati.
Le microaree non sono custodite, ma affidate alla
responsabilità delle persone che la occupano, cosi come un
qualsiasi appartamento concesso in affitto.
Le microaree per molti Sinti sono la soluzione abitative
migliori perché non obbligano a rifiutare le proprie usanze,
culture, tradizioni e lingue.
La microarea porta al miglioramento la vita del popolo Sinto
senza denigrarla.
La microarea è il primo passo per aiutare il popolo Sinto a
uscire dalla povertà ecc.
La Microarea è un area predisposta soltanto per una famiglia allargata,
composta di genitori, figli e nipoti, dove nessun altra famiglia Sinta può
introdursi, se non ché abbia un permesso speciale dalla famiglia stessa o dal
sindaco, ma anche un area di sicurezza, e non solo per i Sinti ma anche per i
vicini e gli enti locali, ma soprattutto è una area dove si può salvaguardare la
propria Tradizione, la propria Cultura, l'Usanza e la propria Lingua madre, un
area dove i diretti gestori sono proprio gli affittuari stessi pagando un
normale equo canone d'affitto con spese di gestione ecc. senza che il comune
abbia la necessità a dare in gestione ad enti, associazioni o cooperative
private come un normale campo nomadi spendendo moltissimi soldi ogni anno, un
area definitiva adeguata per il prossimo futuro (includendo le nascite e le
perdite della famiglia ) attrezzata di fabbricati ( legno o muratura) con tutti
gli servizi necessari a offrire un adeguato sistema abitativo, accessibile a
tutti gli servizi come autobus, scuola, negozi ecc. sita in località lontana da
fiumi, autostrade, depositi immondizie e dalla periferia delle città ecc. Nella
fase di ricerca dei terreni e della progettazione delle microaree è fondamentale
che siano coinvolte le famiglie Sinte interessate.
Da sottolineare che anche se attrezzate di servizi adeguati dove vivere a tempo
indeterminato, la microarea non è una soluzione definitiva per tutte le famiglie
Sinte, tante famiglie Sinte già da anni hanno deciso di acquistare delle aree di
propria proprietà scegliendo dei terreni agricoli i cui costi sono più
accessibili rispetto ai terreni edificabili per poter vivere con la propria
famiglia allargata in un area di propria proprietà.
Queste tipo di abitazioni, la microarea è il terreno agricolo di proprietà,
nasce soprattutto per far uscire dai enormi campi nomadi tutte quelle famiglie
che non si conoscono fra di loro, famiglie sconosciute con origini, culture,
tradizioni e lingue totalmente diverse, che varie volte porta il caos quasi
totale tra i bambini, vivere tutti insieme, in un grande campo comporta ad avere
amici di varie etnie, con dialetti e lingue completamente diverse dalle proprie,
i bambini giocando fra di loro tutti i giorni, solo per capirsi e tante volte
senza rendersene conto sono obbligati ad insegnare all'amico la propria lingua
madre, arrivando in un punto dove non capiscono più quale e la loro vera madre
lingua, ma il problema non colpisce solo i bambini, ma anche i stessi genitori
che non riescono più a capire i propri figli, sentendo parole nuove devono farsi
spiegare il significato della parola detta, perciò si sentono smarriti e
traditi, perché consapevoli del pericolo che si sta creando, la loro madre
lingua originale sta scomparendo e con essa la tradizione, la cultura, l'usanza
e il loro modo di fare.
Grazie al vivere in un campo nomadi interculturale si sta perdendo tutti i
principi fondamentali della propria famiglia.
Ma soprattutto la microarea e il terreno agricolo di proprietà e la prima
opportunità abitativa per tutte quelle persone Sinte che stanno vivendo in una
realtà incivile, che abitano con i propri famigliari, bambini, donne e anziani,
in accampamenti di fortuna nati al momento senza nessun servizio come acqua,
luce e servizi igienici, ma circondati da topi che scorrazzano a destra e a
sinistra, rospi e insetti di ogni genere, aree siti in ogni appezzamento di
terreno trovato libero, sui marciapiedi delle strade, vicinissimi ai fiumi,
nelle campagne e boschi fitti, o in case diroccate e abbandonate, sotto i ponti
e tante altre realtà che hanno già causato parecchie disgrazie.
L'abitazione migliore e veramente definitiva per i Sinti in Italia!!
l'abitazione migliore, concreta, definitiva per i sinti principalmente non
l'appartamento in centro città come tante persone credono, anche se sembrerebbe
di sì, non lo è, i motivi sono di varie nature, questo tipo di abitazione per i
Sinti va benissimo ed e stabile fino a che i figli non crescono e si sposano
avendo poi i propri figli, infatti tanti genitori che hanno scelto
l'appartamento come abitazione, dopo la crescita dei propri figli e alla nascita
dei nipoti, vorrebbero uscire per andare a vivere e invecchiare con i propri
famigliari in una microarea.
Parecchie famiglie sono state obbligate a fare questa grandissima scelta, solo
per poter avere un lavoro e una casa per la propria famiglia allargata, hanno
scelto di nascondere, di ripudiare la propria etnia d'appartenenza, non per
scelta, ma per sopravvivenza ben consapevoli di dover perdere la propria
Tradizione, Cultura, Usanza e la propria Lingua madre, oggi i loro figli non
capiscono e non parlano più la propria lingua, grazie al doversi integrare
completamente ed essere obbligati a nascondere la propria etnia d'appartenenza,
hanno completamente dimenticato i propri valori e principi tenuti in vita dai
loro avi per millenni.
Ma mentre queste famiglie, obbligatoriamente hanno scelto di integrarsi
completamente, altre famiglie che sono entrate spontaneamente nei appartamenti,
hanno voluto perdere questi valori solo perché si vergognavano della propria
etnia d'appartenenza, senza capire che era molto più vergognoso perdere e negare
la propria etnia d'appartenenza.
Altre famiglie che vivono in appartamenti da moltissimi anni, sono riusciti a
tenere e salvaguardare le proprie Tradizioni, Culture, Usanze e la propria
lingua madre, si sono adeguate a vivere nei appartamenti, senza dover mai
perdere le propri origini, sono riusciti a salvare principi e valori, grazie a
dei vicini Gage che hanno capito la loro diversità di culture, tradizioni,
usanze e modi di vivere e li hanno accettati rispettando i loro valori
convivendoci e lasciandogli le origini.
Ma il come e dove vivere con la propria famiglia allargata o singola,
deve essere una scelta propria e condivisa dalla propria famiglia, nessuna
famiglia composta da esseri umani deve essere obbligato a dover scegliere di
ripudiare la propria famiglia, le proprie tradizioni, culture, lingue e l'etnia
d'appartenenza per ottenere un diritto che e di diritto di ogni persona umana e
civile di questo mondo.
Perciò l'accesso all'appartamento, al terreno agricolo e alla microarea, deve
essere una scelta libera senza essere condizionata, obbligata a accettare delle
condizioni speciali.
Dopo avere valutato questi e altri problemi, abbiamo constatato che l'abitazione
concreta, sicura e migliore per i Sinti, e quella dei terreni di propria
proprietà. Questa soluzione è soprattutto per le famiglie Sinte perché il
terreno di proprietà viene sentito come punto di riferimento stabile che si
contrappone alla precarietà continua dei campi nomadi.
Nel terreno privato si può vivere con la propria famiglia allargata, potendo
scegliere i propri vicini.
Fin ad ora per molte famiglie Sinte che hanno deciso di acquistare dei terreni
come realtà di scelta abitativa, ha avuto molto successo, soprattutto perché ha
dato la possibilità ad uscire completamente dalla realtà dei campi nomadi, di
non essere più succube da altre persone e di dare una possibilità ai propri
figli di avere un futuro migliore, dove potere permettere di frequentare tutte
le scuole per quello che vorrà fare in futuro, senza doverle cambiare perché
scacciati da varie città.
Per questo e altri motivi, tante famiglie Sinti ne stanno seguendo le orme,
perché hanno capito che un terreno agricolo di propria proprietà e un futuro
certo per i propri figli e nipoti.
Il terreno agricolo di propria proprietà e le microaree famigliari hanno
la possibilità di salvaguardare i principi, i valori dei sinti togliendo
tantissime famiglie dalla strada dandogli un tetto per coprire i propri figli,
perciò bisogna coinvolgere e convincere il governo, la regione, la provincia e
il comune ad abbandonare l'idea dei grandi campi nomadi ad adottare il concetto
delle microaree e dei terreni privati, inserendo delle modifiche sulla legge
dell'edilizia agevolata del Testo unico n. 380/2001, Solo così potremo
finalmente arrivare alla fuoriuscita dalle situazioni di precarietà abitativa e
eliminare gli accampamenti "obbligatoriamente" abusivi.
Solo la cultura permette di gettare un ponte tra mondi distanti.
A Genova il regista Marco Di Gerlando ha iniziato le riprese del cortometraggio
"SEO" su un soggetto di Sergio Cizmic.
Sergio Cizmic è l'unico mediatore culturale rom presente in Liguria. Si è
formato presso il corso di formazione che abbiamo tenuto a Genova tre anni fa
con la collaborazione della Comunità di Sant'Egidio e della Regione Liguria.
Sergio oltre al lavoro di mediatore, svolge anche quello di istruttore di nuoto
presso una delle principali società sportive di Genova.
Incontro Sergio e Marco in una pausa del loro lavoro.
- Sergio, di cosa parla il cortometraggio?
- E' la mia storia. La storia di un bambino rom il cui unico sogno era quello di
nuotare. Da piccolo volevo andare in piscina, ma il cassiere non mi faceva mai
entrare. Andavo con il mio soldo per fare il biglietto e lui mi diceva sempre
che la piscina era occupata. Sentiva il mio accento, mi riconosceva rom e mi
mandava via. Un giorno, poi, grazie a un istruttore di nuoto riuscii ad entrare
e la mia vita cambiò.
- In piscina, ora che sei istruttore, sanno che sei rom?
- Si, insegno nuoto ai bambini e alcuni genitori lo sanno. Mai avuto problemi
con loro e, anzi, spesso mi chiedono di raccontargli del mio popolo. Anche con
il personale della piscina non ho problemi. Lavoriamo insieme senza pregiudizi.
- Qual è l'obbiettivo del cortometraggio?
- Far conoscere ciò che la piazza non sa. Quanti rom onesti subiscono
discriminazioni per essere assimilati a uno stereotipo. Quanti sogni di bambini
si infrangono sui pregiudizi. Io non nego l'esistenza di rom che rubano, dico
solo che esistono anche rom onesti. Purtroppo noi rom non scendiamo mai in
piazza per difendere il diritto ad essere rispettati. Per fortuna ci sta
pensando la Comunità Europea a bacchettare l'Italia per le discriminazioni nei
confronti delle minoranze rom e sinte. E' notizia di questi giorni la
pubblicazione delle Osservazioni Conclusive sull'Italia del Comitato per
l'Eliminazione della Discriminazione Razziale, in cui si dice che permangono
serie preoccupazioni per quanto accade nel nostro Paese a proposito delle
discriminazioni istituzionali subite da rom e sinti. Purtroppo queste notizie
non vanno mai sui giornali. Come sui giornali non è mai andata la notizia che
anche noi rom di Genova siamo andati a spalare il fango per ripulire la città
dopo l'alluvione. Speriamo che Marco Doria, se diverrà nuovo sindaco, si ricordi
anche di noi rom e sinti.
Mi rivolgo a Marco Di Gerlando.
- Eri mai entrato in un campo nomadi?
- Mai. Avevo letto la sceneggiatura di Sergio e mi aveva emozionato subito.
Quando sono entrato per la prima volta nel campo, non mi aspettavo di vedere
nulla di simile. Ho provato un'emozione fortissima. In quella situazione
soffocante, ho trovato però uno straordinario spirito di gruppo tra i rom. Non è
facile conservarlo in situazioni estreme come quelle di un campo nomadi.
E' stata un'esperienza indimenticabile. Non avevo mai conosciuto rom prima di
allora. Avevo come tutti dei pregiudizi, ma è bastato entrare lì dentro per
capire tante cose. Il pregiudizio frena il nostro arricchimento culturale e
limita il pensiero.
Il nostro cortometraggio, ad ogni modo, non fa la morale a nessuno, vuole solo
raccontare una storia che vale la pena di essere raccontata.
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