Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 01/02/2012
Segnalazione di Agostino Rota Martir
Comune di Venezia
Il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, ha ricevuto in dono dall'associazione
Rom Kalderash la bandiera internazionale del popolo Rom che, per la prima volta,
sarà esposta all'esterno della casa municipale di Mestre. La cerimonia di
consegna si inserisce nell'ambito delle celebrazioni del Giorno della Memoria
organizzate in collaborazione fra la Presidenza del Consiglio Comunale di
Venezia e le numerose associazioni del territorio.
Di seguito, l'intervento del sindaco enunciato in occasione della cerimonia di
consegna:
"La Città di Venezia celebra anche quest'anno il Giorno della Memoria perché
vivo e quotidiano deve essere il sentimento di rifiuto, di repulsione verso
tutte le persecuzioni, contro tutte le ragioni di quell'olocausto che colpì
tragicamente anche il popolo Rom.
Questo popolo ha subito una doppia ferita dalla storia: quella del Porrajmos, il
tentativo di annientamento compiuto dai regimi nazifascisti nei confronti
dell'etnia romanij che causò l'atroce morte di oltre 500 mila persone fra Rom e
Sinti nei campi di sterminio, e una seconda ferita: quella del silenzio.
Solo nello Zigeunerlager, il campo loro riservato ad Auschwitz - Birkenau, tra
il febbraio 1943 e l'agosto 1944 oltre ventimila persone furono condotte nelle
camere a gas.
In Italia i Rom furono imprigionati nei campi di concentramento
di Agnone, Berra, Bojano, Bolzano, Ferramonti, Tossicìa, Vinchiaturo,
Perdasdefogu, le isole Tremiti e in quello di Gonars.
Eppure sin dal primo momento il genocidio di Rom e Sinti, la loro persecuzione,
fu macchiato dal dubbio e dall'indifferenza; dal silenzio. Lo stesso tribunale
di Norimberga liquidò sbrigativamente la questione degli "zingari" non
ammettendoli neppure quale parte civile al processo.
Vittime per due volte.
Le vicende del popolo Rom sono una cicatrice nella storia della nostra civiltà,
un segno indelebile che va indicato a monito per il futuro.
E' nostro preciso compito e dovere portare il testimone della Memoria alle nuove
generazioni, ai nostri figli, a coloro che stanno costruendo con noi il domani,
perché cresca in loro, sano e forte, il senso vero ed intimo della nostra
umanità.
La Memoria è un valore fondamentale della nostra cultura e della nostra civiltà
che deve essere coniugato quotidianamente, perché pregiudizio e discriminazione
sono mali ancora troppo diffusi fra noi; mossi dall'ignoranza sono insidie che
alimentano paura, sospetto; fratture che purtroppo sopravvivono nei sotterranei
della nostra società.
E' con vivo piacere che oggi, in occasione della Giornata della Memoria, la
Città di Venezia per la prima volta espone la bandiera internazionale Rom, segno
di rispetto verso un popolo e la sua storia; segno della forte identità che
contraddistingue la Città di Venezia: il riconoscimento dell'Altro, della sua
cultura, della sua religione. Venezia e i suoi cittadini, hanno sempre vissuto
in una amalgama di diverse culture e da questa hanno tratto la loro ricchezza, e
così, crediamo, dovrà essere nell'avvenire.
Ringrazio la presidenza del Consiglio Comunale che si è spesa per
l'organizzazione di queste giornate e l'associazione Rom Kalderash e il suo
presidente Loris Levak che ha fattivamente costruito questo percorso affinché il
Giorno della Memoria sia il giorno del presente, per ricordare cosa è stato, e
per fare in modo che non accada ancora".
Venezia, 27 gennaio 2012 / Sco
Da
Roma_Francais
Strategia d'inclusione dei rom: la Fnasat denuncia una "mancanza di
ambizione"
La Francia ha rimesso alla Commissione a fine dicembre, la sua strategia
sull'inclusione dei Rom. Il testo rifiuta un trattamento specifico per una
minoranza etnica, e intende ridurre le disuguaglianze nel contesto del "diritto
comune". Per la Fnasat, manca di ambizione, in particolare per la realizzazione
di aree d'accoglienza per la "gens du voyage"i.
"La tradizione repubblicana francese, che si traduce in un concetto
esigente del principio di uguaglianza, non permette di prendere in
considerazione misure mirate in modo specifico, nei confronti
di un gruppo etnico". E' quello che indica la Francia nel suo progetto di
strategia d'inclusione dei rom, consegnato alla commissione a fine dicembre. Un
obbligo che scaturisce dal piano presentato dalla commissione in aprile scorso,
il quale chiede a ogni stato di presentargli entro fine 2011 una strategia
indicando ciò che intende mettere in opera, per ridurre le problematiche
relative all'inclusione dei rom. Ad oggi, solo 14 stati su 27 hanno consegnato
la propria copia. La maggior parte di questi testi è stata convalidata da
Bruxelles. Soltanto le strategie di Francia e Repubblica Ceca restano allo stadio
di progetti...
Diritto comune
A livello europeo, il termine "Rom" non si riferisce esclusivamente a un gruppo
etnico originario di Romania o Bulgaria, ma include anche la "gens du voyage". In
Francia, a contrario, si tiene a considerare lo stile di vita della "gens du
voyage",
che non è quello dei rom sedentari nei loro paesi d'origine, i quali però,
arrivati in Francia, si ritrovano spesso in una situazione di grande precarietà.
Da questo, una grande ambiguità nei termini, che la strategia francese fatica a
evitare. Si prefigge come obiettivo di permettere a tutte le comunità
marginalizzate, che vivono sul suo territorio, e non in modo specifico ai rom o
alla "gens du voyage", di accedere alle politiche di "diritto comune". Ma misure
specifiche possono tener conto del loro stile di vita. Elenca quindi una lista
di azioni generalizzate condotte in Francia, a destinazione di queste comunità
marginalizzate, ma messe in atto tramite associazioni o collettività... Qui, i
1.500 microcrediti professionali accordati dall'Adie alla
"gens du voyage", là villaggi
d'inserimento per le famiglie rom, come quelli costruiti in Seine-Saint-Denis...
"Le città di Lilla, Marsiglia e Lione riflettono ugualmente sulla
realizzazione di villaggi d'inserimento" indica ancora il documento. Il governo
vuole anche rassicurare Bruxelles, più di un anno dopo i rimproveri che gli
furono da essa indirizzati, riguardo a una circolare di aprile 2010, la quale
menzionava lo smantellamento specifico dei campi nomadi. "La Francia ha adottato
da lunga data misure ambiziose, per favorire l'integrazione repubblicana delle
persone presenti sul suo territorio, compresi i rom, in particolare in materia
di alloggio ed educazione", sottolinea la strategia, pur riconoscendo che ci
sono ancora progressi da fare.
Aree di accoglienza
La strategia riprende le quattro priorità fissate da Bruxelles: educazione,
alloggi, salute e impiego. La scolarizzazione è la prima delle sue priorità.
L'obiettivo della Francia è di giungere a un tasso di abbandono scolastico del
9,5%. In materia di occupazione, la strategia indica che il problema maggiore è
l'accesso alle formazioni di lunga durata. La Francia vuole ugualmente
incoraggiare nuovi programmi sanitari, sulla vaccinazione o l'alimentazione, le
relazioni medico-pazienti... Infine, riguardo agli alloggi, la Francia "conduce
dall'inizio degli anni 90 una politica inedita in Europa, la quale mira alla
riconoscenza di diritti alla gens du voyage, in materia di alloggio". La messa in
opera degli schemi dipartimentali di accoglienza dei viaggiatori, della legge
Besson del 2000, dovrebbe, al termine, permettere la realizzazione di 41.589
campi attrezzati, ricorda la strategia.
Ma i principali interessati rimpiangono di non essere stati associati
all'elaborazione del testo, ed hanno dubbi sulla sua messa in opera.
"Questa strategia manca d'impulso e di ambizione. Rende l'idea di una
giustificazione del governo tramite un catalogo di ciò che è spesso fatto dagli
altri come associazioni e collettività", critica così Stéphane Leveque,
direttore della Federazione Nazionale delle Associazioni Solidali di Azione con
gli Zingari e i viaggiatori (Fnasat)
Fondi Feder
Riguardo alla realizzazione delle aree d'accoglienza, le associazioni si
lamentano del ritardo preso e della difficoltà nell'ottenere cifre ufficiali (nel
2010, il senatore Pierre Hérisson, autore di un rapporto su questo argomento,
indicava che soltanto 24.000 campi attrezzati dei 42.000 previsti, erano stati
creati). "Il ritardo generale e la disparità nella costruzione e la messa in
funzione di aree d'accoglienza della gens du voyage in Francia, testimoniano di una
mancanza certa sia del volontariato che dei rappresentanti dello stato",
denunciava un collettivo delle principali associazioni rappresentative (Fnasat,
Angvc, Fondation Abbé Pierre, Ligue des Droits de l'Homme, Ufat, Avgif, Uravif)
in un comunicato di dicembre scorso. Parigi si ritrova particolarmente sotto
tiro, poiché non possiede ancora nessuna area d'accoglienza.
"Bisogna accelerare la creazione delle aeree. La legge ha previsto un potere di
sostituzione al prefetto. Non è stato mai attivato", fa notare Stéphane
Leveque. In quanto alle nuove possibilità di finanziamento di queste aree con i
fondi Feder, il direttore della Fnasat aspetta di vedere: "saranno lasciate al
buon volere delle collettività, per ora noi godiamo di poca visibilità." Un
censimento realizzato presso alcune regioni, rivela che sette regioni (Basse-Normandie,
Lorraine, Rhone-Alpes, Corse, Nord-Pad-de-Calais, Aquitaine, Ile-de-France)
hanno già modificato il loro programma operazionale per permettere
il finanziamento degli alloggi destinati alle popolazioni marginalizzate. Per
compensare il calo di quasi 20% dei crediti dello stato, consacrati alle aree
d'accoglienza, nel bilancio 2012.
vedi http://www.fnasat.asso.fr/
vedi
http://www.adie.org/
Fotografie del 01/02/2012
Nessuna fotografia trovata.
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