Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 05/10/2011

Il caso all'istituto don Bosco, a largo Preneste. Per Giorgio De Acutis,
responsabile di Casa per i diritti sociali, il blocco della frequenza è
un'anomalia: "E il campo dove vive il ragazzino, il River, è uno a maggior tasso
di scolarizzazione"
"Qui non c'è posto, vai da un'altra parte". È questa la risposta che
Ibrahim, un quindicenne abitante del campo nomadi River, sulla Tiberina, avrebbe
ricevuto pochi giorni fa dall'istituto don Bosco, a largo Preneste. Dove il
giovane, lo scorso anno, ha frequentato il primo anno del corso da tornitore. Il
ragazzo è nell'età dell'obbligo scolastico, non si spiega la decisione della
scuola.
Ibrahim, nato in italia da genitori macedoni, l'anno scorso è stato bocciato.
Qualche giorno fa è tornato a scuola ma: "Mi hanno detto: non c'è posto per te e
mi hanno consigliato di andare in un altro istituto in zona Tiburtina-Rebibbia".
Solo che quella zona non è servita dallo scuolabus che ogni mattina raccoglie
gli studenti del campo: "E io lì come ci arrivo?".
In difesa del ragazzo è intervenuta Sveva Belviso, vicesindaco e assessore alle
Politiche sociali di Roma, che stamattina ha visitato proprio il camping River
in occasione dell'elezione dei rappresentanti. "Ibrahim - ha detto la Belviso -
è un esempio positivo, vuole andare a scuola e noi vogliamo garantirgli il
diritto-dovere di studio, anche perché abbiamo grande difficoltà nella
scolarizzazione dei ragazzi rom dopo le elementari". Per questo, ha detto il
vicesindaco, "parleremo col preside della scuola per trovare una soluzione, ma
siamo sicuri che sia un semplice problema amministrativo".
L'iscrizione dell'alunno straniero nelle classi della scuola
può avvenire in ogni momento dell'anno e quindi anche se è già iniziato. Secondo
la Croce Rossa il problema nei campi nomadi a Roma "diventa sempre più
difficile. A Milano, il numero dei rom non arriva a mille. A Roma, sono dai
7mila ai 9mila". Di questi, oltre il 60 per cento sono minorenni.
La scolarizzazione, fa sapere la Croce Rossa, funziona solo per le scuole
primarie. L'abbandono scolastico inizia nelle scuole medie inferiori, anche se
molti adolescenti risultano iscritti.
Per Giorgio De Acutis, responsabile di Casa per i diritti sociali, il rifiuto
della frequenza di Ibrahim è un'anomalia: "Il River è uno dei campi con il
maggior tasso di scolarizzazione. Sono oltre 200 i bambini e i ragazzi iscritti
a scuola tra i 5 e 16 anni, su un totale di circa 400 persone. Ciò è spiegato
dal fatto che le mamme sono molto partecipi e gli insegnanti tendono a
responsabilizzare le famiglie del campo della Tiberina".
(29 settembre 2011)
Lunedì 10 ottobre 2011, alle 11
presso la Sala Igea, piazza dell'Enciclopedia Italiana, 4 – Roma
Il Centro europeo per i diritti dei rom (Errc) e l'Associazione 21 luglio
presenteranno i due rapporti sui diritti dell'infanzia e delle donne rom
recentemente inviati alle apposite Commissioni delle Nazioni Unite.
Le due associazioni hanno condotto specifiche ricerche sulla situazione delle
donne e dei bambini rom in Italia. Da entrambe le analisi emerge ancora una
volta la palese violazione dei diritti della comunità rom e sinte in Italia.
Nonostante i provvedimenti straordinari, continua a mancare per i rom in Italia
la garanzia di una sistemazione abitativa adeguata. Mancano inoltre progetti
mirati per favorire l'integrazione con gravi ripercussioni per i soggetti più
deboli: i minori e le donne.
La pratica degli sgomberi forzati (154 tra marzo e maggio 2011 nella sola Roma,
per un totale di 1800 persone coinvolte) non è stata accompagnata da nessun
miglioramento delle condizioni abitative della comunità rom. Questi interventi,
che si traducono in continui trasferimenti forzati delle famiglie, ostacolano
poi la frequenza scolastica dei minori. Anche le condizioni igieniche e
sanitarie sono spesso inadeguate: studi sul campo hanno dimostrato che una
percentuale crescente di bambini cresciuti in queste condizioni manifesta
disturbi del sonno e dell'attenzione, ansia, iperattività e ritardi
nell'apprendimento, tutti problemi destinati ad aggravarsi durante l'adolescenza
e l'età adulta.
Per quanto riguarda le donne, un alto numero delle intervistate da parte dell'Errc
ha raccontato di aver subito maltrattamenti e minacce da parte delle forze di
polizia e violenze domestiche, violenze quasi mai denunciate per il timore di
ritorsioni. Per le donne rom, inoltre, anche l'accesso all'istruzione e
all'impiego risulta fortemente ostacolato. Un altro problema, troppe volte
ignorato, riguarda infine la pratica dei matrimoni precoci.
Durante l'incontro saranno discusse le osservazioni conclusive delle due
Commissioni, Cedaw (Comitato per l'eliminazione delle discriminazioni contro le
donne) e Crc (Comitato per i diritti dell'infanzia), delle Nazioni Unite e le
preliminari risposte del governo italiano.
Alla presentazione dei due rapporti interverranno Dezideriu Gerley,
(direttore dell' Errc), Carlo Stasolla (presidente dell'Associazione 21 luglio) e
Concetta Smedile, (ricercatrice presso Errc e coordinatrice della ricerca sulla
situazione delle donne rom in Italia).
Si prega confermare la partecipazione entro il 6 ottobre c.a.
Sinan Gökçen ERRC Media and Communications Officer
sinan.gokcen@errc.org Mob.:
+36.30.500.1324
Daniela Sala
Ufficio stampa Associazione 21 luglio
ufficiostampa@21luglio.com
Mob.: +39.329.6769773
Una
precedente segnalazione che potrebbe tornare utile (ndr)
Fotografie del 05/10/2011
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