Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 18/02/2010
Da
NO(b)LOGO
Giovedì 18 febbraio 2010 si renderà omaggio al ricordo di Petru Birlandeanu,
il musicista romeno ucciso per errore il 26 maggio 2009 in agguato alla Stazione
Cumana di Montesanto.
Lì, verrà esposta in una teca la sua fisarmonica presso la stazione della
Cumana di Montesanto, l’assessore regionale alle Politiche sociali e
all'Immigrazione Alfonsina De Felice rende omaggio alla memoria di Petru
Birlandeanu.
L’assessore esporrà in una teca la fisarmonica del musicista romeno ucciso
per errore, il 26 maggio 2009, da un commando di camorristi.
Tiene la prolusione della cerimonia Pasquale Colella, professore di
Diritto Canonico presso l'Università degli Studi di Salerno e direttore della
rivista “Il Tetto”. Partecipano Raffaello Bianco, amministratore delegato Sepsa;
Alessandro Pansa, prefetto di Napoli; Santi Giuffrè, questore di Napoli; Razvan
Victor Rusu, ambasciatore straordinario e pluripotenziario della Romania; Ciro
Accetta, direttore dell’Ente Autonomo di Volturno; Giulio Riccio, assessore
comunale alle Politiche Sociali; don Gaetano Romano, vicario episcopale per la
Carità. Saranno inoltre presenti Enzo Esposito dell’Associazione Opera Nomadi di
Napoli, Marco Rossi della Comunità di Sant'Egidio e i sindacati Cgil, Cisl e
Uil.
Omaggio a Petru Birlandeanu 18 febbraio 2010 - NapoliToday.it
Tutti presenti a commemorare Petru ... tutti tranne i rom ... non vedo un
solo rom tra gli invitati.
Dell'etnia di Petru non si fa parola, gli zingari quando sono cattivi sono rom,
anzi rrom come li chiama la società maggioritaria rumena per non fare
confusione.
Se sono vittime della nostra criminalità ritornano magicamente rumeni
Da
Bulgarian_Roma
TOLblogs
Nel quartiere rom di "Iztok" della città di Kiustendil, nel sud ovest, un
gruppo di giovani volontari assieme all'associazione LARGO ha raccolto la somma
di 412,57 leva ($290) per aiutare i bambini di Haiti. L'iniziativa è stata
condotta da Botselin Mitkov, un attivista locale.
I fondi raccolti per Haiti
Il 3 febbraio i volontari, forniti di urne della Croce Rossa bulgara, hanno
iniziato a raccogliere fondi, fiduciosi che i Rom sarebbero stati generosi
rispetto a quanto accaduto ad Haiti. In cinque giorni hanno coperto tutti i
caffè ed i negozi locali del quartiere. Hanno anche visitato parecchie scuole.
Il gruppo dell'associazione LARGO, lo staff dell'ufficio per il lavoro del
quartiere, come pure i gestori del club culturale "Vassil Levski" hanno
contribuito tutti. Anche le chiese del quartiere hanno fornito supporto.
Alle 11.00 dell'8 febbraio i volontari hanno aperto le urne e contato i fondi
raccolti sotto la supervisione dei media locali. Si erano riuniti 412.57 leva.
Volontari a Kiustendil
Il direttore esecutivo di LARGO, Stefan Lazarov, ha detto che ciò che
hanno fatto i volontari è una bella impresa. "Se possiamo, aiutiamo,
indipendentemente che si tratti di un Rom,un Tedesco o un Bulgaro... non è
importante quanto denaro raccogliamo, quello che importa è il gesto. I volontari
hanno agito in buona fede e per una buona causa, per aiutare i bambini ad Haiti".
Ha aggiunto che "qualcuno non solo ha donato denaro, ma anche propagato la
campagna via SMS."
Secondo l'ufficio nazionale del lavoro, il 96% degli abitanti del quartiere "Iztok"
è disoccupato.
"Tutti noi guardiamo la TV. Negli ultimi giorni i bambini sofferenti di Haiti
erano diventati la notizia principale. Tutti sanno di loro e della tragedia che
gli è capitata. Abbiamo saputo di quanti paesi avessero raccolto fondi per il
futuro di quei bambini. E per questo che noi ed i volontari abbiamo deciso di
intraprendere questa iniziativa e di cercare di aiutarli," dice Botselin.
Ha condiviso che loro non avevano grandi aspettative, perché molta gente è
senza soldi. Ma non ha nascosto di essersi mosso in virtù del fatto che per
compassione la gente avrebbe donato sino all'ultimo centesimo.
– by Ognyan Isaev
Segnalazione di
Stefania Cammarata
CRONACA
Fa ricorso per infortunio e ottiene un risarcimento di 400.000 euro. Ma
l'uomo, cittadino italiano, non può ricevere i soldi
Il Garante dei diritti dei detenuti: "Gli istituti di credito hanno fatto
intendere che si trattava di un cliente indesiderato"
ROMA - "Una vicenda kafkiana". E' con queste parole che Angiolo Marroni, Garante
dei diritti dei detenuti del Lazio, descrive questa storia. Il protagonista è un
giovane cittadino italiano di origine rom che, prima di essere arrestato per
reati contro il patrimonio, aveva vinto una causa per infortunio contro l'Ater,
le Aziende Territoriali per l'Edilizia Residenziale Pubblica. Circa otto anni
fa, infatti, l'uomo, affittuario di un appartamento di proprietà dell'Ater, era
caduto all'interno dell'abitazione. Poco dopo aveva fatto causa per i danni
fisici subiti. Al termine del procedimento, la sentenza del giudice: l'uomo ha
diritto a un risarcimento di oltre 400.000 euro da pagare con un bonifico
bancario.
Una cifra niente male, che l'interessato non è però riuscito a incassare.
Nonostante le ripetute richieste indirizzate dal suo legale a svariate filiali
di diverse banche, "nessun istituto di credito - spiega in una nota Marroni - ha
permesso che l'uomo aprisse un conto corrente dove far accreditare tali fondi".
Quello che è emerso chiaramente dalle risposte, messe anche per iscritto, è che
il cliente è stato giudicato "indesiderato". "Il sistema creditizio - continua
il garante - ha deciso che quest'uomo è un cittadino diverso dagli altri. Per
questi motivi ho chiesto ai miei uffici di acquisire la documentazione degli
istituti di credito che hanno rifiutato l'apertura del conto corrente per
segnalarle sia all'Abi che alla Banca d'Italia".
Il protagonista della vicenda è attualmente detenuto nel carcere di Viterbo dove
è stato da poco trasferito. La pena giungerà a termine entro la fine di
quest'anno.
(16 febbraio 2010)
Ricevo da
Davide Zaccheo
Stamattina verso le 11.00 un gruppo di rom di Tor de Cenci è stato invitato
dall'Assessora alle Politiche Sociali Sveva Belviso a una riunione riguardante
il prossimo spostamento che riguarderebbe proprio il campo di Tor de Cenci. Alla
riunione erano stati invitati solo i tre portavoce delle tre comunità del campo,
ma vista la tensione creatasi al in questi mesi riguardo lo sgombero, si sono
presentati all'invito almeno in venti, ognuno a fare da portavoce delle diverse
famiglie allargate, ognuna con un propria idea. La telefonata dell'assessora è
avvenuta esattamente il giorno dopo la mobilitazione dei rom di Tor de Cenci che
insieme a tutte le associazioni che operano al campo, insieme al Comitato di
Quartiere, agli scout, alla presenza di associazioni internazionali per la
Difesa dei Diritti Umani come Amnesty International e European Roma Right
Center, di politici e di liberi cittadini provenienti non solo da Spinaceto ma
da tutta la città, hanno detto chiaramente che vogliono rimanere in quel campo
rifiutando qualsiasi deportazione in un campo già affollato (Castel Romano). A
registrare questa manifestazione testate giornalistiche radiotelevisive e carta
stampata.
Ed è proprio dalla carta stampata che abbiamo capito il giorno dopo che la
mobilitazione qualche suo effetto ce lo aveva avuto. L'Assessora come si dice:
“ha alzato il tiro”. Su un intervista rilasciata dalla stessa, alla fine
dell'articolo dichiarava che Tor de Cenci è il campo rom con il più alto tasso
di criminalità di Roma con traffico di armi e spaccio di droga. Ora, o la
Belviso ci mostra qualche denuncia per traffico di armi, oppure ci dice da dove
e come ha ricevuto certe informazioni. Al campo è possibile che ci siano degli
spacciatori, ma la stragrande maggioranza degli abitanti del campo sono anni che
aspetta che arrivi qualcuno e li arresti. Sappiamo tutti che il problema del
traffico di droga non è solo del campo ma dell'intero quartiere di Tor de Cenci,
e se si analizzasse il Tevere, il tasso di sostanze stupefacenti sarebbe
sbalorditivo, e se poi si facesse una capatina a Montecitorio……….
L’incontro è stato aperto dall’Assessora cercando di convincere i rom della
“bontà” delle sue decisioni a fronte del “buon” esito del trasferimento di
Casilino, subito contestato dai rom presenti che hanno accolto un’anziana
montenegrina che non aveva trovato posti adeguati e dalle lamentele dei
“trasferiti” a Candoni che attendevano il lavoro promesso, e dei parenti
macedoni che stazionano al Cara in attesa della promessa destinazione alla
“Barbuta”, e il sovraffollamento indecente di Salone. Alla decisa e ferma
posizione di tutti i rom presenti Assessora e entourage, Di Maggio, Scozzafava,
Lattarulo, rappres. Prefetto, con in più Najo di casilino che verbalizzava (?) ,
hanno chiesto 2 giorni di riflessione prima di accettare la lettera dei rom
firmata da tutti gli abitanti del campo che chiede la rimessa in sicurezza del
campo di tor de cenci, conveniente anche economicamente, e il ripristino della
legalità allontanando le persone arrestate per spaccio, e non per andare a
Castel Romano.
Ritornati a casa i capifamiglia hanno riportato in assemblea gli esiti, avendo
la netta impressione che se si rimane uniti e compatti, resistendo anche a
velate offerte stile piatto di lenticchie, per pochi , d’ora in poi alla
trattative ci si và in 12, per sicurezza anticoncussione, e che pure un avvocato
poteva aiutare.
Ma la cosa più sconcertante sono le dichiarazioni dell' Assessora apparse oggi
sul
quotidiano Il Tempo. La Belviso sospetta che la protesta del 15 sia stata
aizzata e pilotata dalle cooperative che temono di perdere la sopravvivenza con
lo sgombero del campo. Con questa dichiarazione la Belviso è convinta che i Rom
siano persone talmente stupide da poter essere strumentalizzate e soprattutto
aizzate da associazioni e cooperative che non hanno nessun interesse se non
quello etico e umanitario. I rom, se uniti, hanno forti capacità di decisione,
soprattutto se la decisione riguarda la loro vita e quella dei loro figli. La
manifestazione del 15 ne è stata la prova. Inoltre, l'Assessora è convinta che i
rom siano doppiamente stupidi da poter accettare un trasferimento in cambio
promesse di lavoro (come è stato fatto a Casilino) e fondi stanziati in favore
di due o tre cooperative rom. Un trasferimento in un altra area dove vivono già
centinaia di rom, dove non c'è acqua potabile, e soprattutto circondata da prati
e boschi dove tutto si può fare tranne inclusione sociale.
Comunque a breve ci sarà un seminario transnazionale che si svolge sempre a Roma
il 25 e 26 febbraio "Structural Funds: Investing in Roma inclusion at the local
and regional level" promosso dalla Commissione Europea, che illustra il modo
migliore con cui possono essere utilizzati i Fondi Strutturali per promuovere
l'inclusione sociale: ci pensi bene!!!
A questi due eventi saremo felici di partecipare insieme ai rom di Tor de Cenci
o almeno a quelli che vorranno venire.
Davide e Paolo Operatori Arci solidarietà Onlus
Fotografie del 18/02/2010
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