Come ieri sera a Zelig Enrico Brignano ha sparato a zero sui rom.
Non è stato scherzoso, né gentile, né tantomeno riguardoso nei confronti dei rom
di tutta Italia.
Dobbiamo fare qualcosa!!
Se comincia a passare il messaggio, attraverso la satira, che "gli zingari ladri
vogliono prendere dall'Italia per portare altrove" dove andiamo a finire?
IL Caso in un locale vicino al campo nomadi della martora «Due euro per un caffè, se sei rom»
Per tutti gli altri solo 75 centesimi Conto con sovrapprezzo per una nomade in un bar a Tor Cervara: costa caro
così ve ne andate da un'altra parte
Lo scontrino del caffè: due euro (Brogi)
ROMA - Via di Tor Cervara, un bar. Siamo nella periferia est di Roma, tra
Tiburtina e Collatina, vicino al Raccordo anulare. Ma anche nei pressi
dell’ufficio immigrazione della questura di Roma e del quartier generale della
Guardia di Finanza. Vicino c’è infine un campo nomadi, quello della Martora. In
fila alla cassa, per un caffè. Costa 75 centesimi, annuncia la tabella in mostra
alle spalle della giovane cassiera italiana. Diamo un euro, in cambio di uno
scontrino e di 25 centesimi di resto.
CONTO DIVERSO - Poi tocca a una nomade. Chiede un caffè anche lei. «Due euro», è
la risposta. «Ma come?», protesta la donna. «Ieri costava un euro e cinquanta.
Oggi due?». Imperturbabile la cassiera ribatte: «Sono due euro». La direttiva
deve essere molto netta. Caffè a due euro. La nomade paga, lo scontrino indica
come voce dell’acquisto la categoria «varie». Accanto ci sono due agenti, stanno
acquistando cartelle del Superenalotto alla vicina cassa, sono indaffarati,
forse non sentono. Eppure la nomade ha protestato alzando un po’ la voce.
Il bar in via di Tor Cervara (Brogi)
IL SOVRAPPREZZO - Va avanti così da tempo. Finora era un euro e mezzo, oggi
(mercoledì 3 febbraio) è addirittura scattato un ulteriore sovrapprezzo. La
banconista addetta alla macchina del caffè è una giovane rumena, alla nomade
rumena come lei (ma rom) serve il caffè richiesto in un bicchierino di plastica.
Tutto avviene in silenzio ora. Non è la prima volta che succede. La nomade
lavora come operatrice di una cooperativa per la scolarizzazione dei bambini
rom. Se ne va via col suo bicchierino di plastica in mano e lo scontrino che
registra il prezzo del caffè probabilmente più caro d’Italia.
LA SPIEGAZIONE - Una volta fuori la nomade spiega: «Un giorno me l’hanno anche
detto chiaro e tondo, il caffè costa caro perché così ve ne andate da qualche
altra parte…». Sono appena passate le 15,12, dice lo scontrino, e in via di Tor
Cervara si è ripetuta una scena che i rom considerano abituale. Tra gli
operatori della cooperativa la vicenda infatti è più che nota, sono state fatte
anche segnalazioni a quanto riferiscono alle forze dell’ordine, i controlli si
sarebbero arenati di fronte al fatto che ogni esercente fa quello che vuole.
Questo il succo degli interventi effettuati. Però, ricordano gli operatori della
cooperativa in cui è ingaggiata anche la nomade, la tabella dei prezzi esposta
dovrebbe pur contare qualcosa…
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