Di Fabrizio (pubblicato @ 09:43:08 in Europa, visitato 1720 volte)
Da
Roma_Francais (dove si prova ancora a discutere, anche se ancora i Rom non
sono coinvolti. Mi rimane il dubbio che alla fine siano le associazioni a
partecipare alla solita
mangiatoia)
par YOUENN MARTIN
VILLENEUVE D ASCQL'installazione provvisoria dei Rom a lato della
Rue Verte e del cammino dei Vieux-Arbres non è senza conseguenza sull'ambiente
della zona. Una riunione pubblica è stata organizzata venerdì sera.
È come un gruppo di auto-aiuto. Sono un po' più di una decina su delle sedie
disposte in cerchio e ciascuno si presenta a turno svuotando il sacco. Ed al
finale, quest'abitante riassume bene il sentimento maggioritario: "Non
arrivo a prendere una posizione." Gli abitanti dei cammini del cammino dei
Vieux-Arbres o del Verger sono divisi tra la compassione che ispirano loro le 25
famiglie rom installate in condizioni precarie sotto la loro finestra e il
sentimento egoista non di volerle più sopportare più a lungo. L'ambiente che si
deteriora, l'aggressività che si realizzerebbe da una parte e dall'altra.
"Bambini gettano pietre sulle donne mentre mendicano" testimonia un abitante.
Certamente, c'è anche quest'uomo che non è "venuto là a parlare delle
condizioni di vita dei Rom". "Le autorità si occupano di loro ma non ci si
occupano più di noi. Ciò che mi interessa, è il costo dei Rom sulla città." Ciò
significa che le spiegazioni di Gérard Minet, responsabile dipartimentale della
Lega dei Diritti dell'Uomo, sull'erranza dei Rom "perseguiti da milizie dell'ex
Iugoslavia" quindi cacciati dalla Romania dopo la caduta di Ceausescu, è il meno
delle sloro preoccupazioni. Finirà per partire, esausto.
Gli altri restano, sempre più perplessi. “I Rom andranno sempre ad
installarsi nelle zone popolari perché sanno che là che troveranno solidarietà"
riassume Gérard Minet. Ma la solidarietà ha i suoi limiti. In circuito ritornano
le stesse domande: chi è responsabile? Cosa fanno il sindaco, la comunità
urbana, lo Stato, l'Europa?
Nessuna soluzione miracolosa
Malik Ifri eletto municipale e comunitario, finisce per intervenire ed espone
nei dettagli la soluzione immaginata a livello metropolitano: i villaggi
dell'inserimento (vedi
QUI ndr). L'idea: da 500 a 1.000 m ², si installano tre o quattro case
mobili per fare vivere, in modo "transitorio" alcune famiglie accompagnate dalle
associazioni. Se gli 85 comuni della Lilla metropolitana accolgono ciascuna un
villaggio di'inserimento, si regola in parte il problema. "Con le case mobili,
si vede un ovvio cambiamento" testimonia Patrick Vigneau, dell'associazione
Aréas.
Salvo che tutti i sindaci non hanno così fretta di vedere questi Rom. Halluin,
Faches-Thumesnil e Lilla hanno già sistemato un terreno. Roubaix, Tourcoing e
Villeneuve d'Ascq fanno atto di candidatura. Sempre gli stessi.
Per quanto riguarda il cammino dei Vieux-Arbres, oltre a tutte queste
considerazioni, pare che ci sia urgenza. Secondo Nadine Lefebvre, consulente di
zona all'iniziativa della riunione, i caravan sono installati appena sopra uno
spazio cavo. “Come evitare un dramma presto? Crollerà." Tocca rivolgersi al
prefetto. Nadine Lefebvre gli aveva inviato un invito per venerdì sera.
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I Rom fronteggiano i più alti livelli di discriminazione fra i gruppi etnici
esaminati in Europa secondo la Ricerca su Minoranze UE e Discriminazioni (EU-MIDIS)
dell'anno scorso.
EU-MIDIS ha raccolto dati dalle minoranze etniche e dagli immigrati
selezionati che vivono nei 27 stati membri UE nello sforzo di chiarire le
discriminazioni.
Il rapporto, che ha esaminato circa 23.500 persone, si è focalizzato sulla
minoranza rom, come pure sugli immigrati del Nord Africa, Africa Subsahariana,
Turchia, ex Jugoslavia, Europa Centrale ed Orientale e Russia.
Secondo la ricerca (vedi
QUI ndr), i Rom hanno segnalato di essere più discriminati in Ungheria
(62%) e nella Repubblica Ceca (64%), e dall'altro lato della medaglia, meno
discriminati in Romania (25%) e Bulgaria (26%).
Lo studio si è focalizzato sui Rom in sette paesi UE: Repubblica Ceca,
Ungheria, Polonia, Grecia, Slovacchia, Bulgaria e Romania.
In dieci paesi, la maggioranza inoltre è stata votata per la
giustapposizione.
Le domande della ricerca riguardavano nove categorie: ricerca d'impiego, sul
lavoro, ricerca di casa in affitto o in acquisto, trattare col personale ele
istituzioni mediche, istituzioni di assistenza sociale, istituzioni
dell'istruzione, nei posti pubblici, accesso ai negozi, aprire un conto o
chiedere un prestito in banca.
Di media, i Rom hanno detto di essere stati discriminati in almeno una
categoria l'anno scorso.
I Rom rumeni hanno anche detto di essere maggiormente discriminati quando
trattano coi privati (14%) ed i servizi medici (11%).In Bulgaria, il 15% riporta
di essere discriminato nella ricerca di un impiego, e l'11% cercando di ottenere
servizi medici.
I livelli più bassi di discriminazione in Romania e Bulgaria
sono dovuti all'isolamento dei Rom dalla società maggioritaria. Il tasso di
disoccupazione Rom in Bulgaria è del 33%. Le testimonianze di discriminazione
sono presuntamente basse perché i Rom non sono a conoscenza dei loro diritti
legali.
Secondo il censimento rumeno del 2002, nel paese vivono
più di 500.000 Rom, la seconda minoranza etnica dopo gli Ungheresi.
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