Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 19/06/2009
Di Fabrizio (pubblicato @ 09:18:02 in casa, visitato 2488 volte)
L'espresso LOCAL di Luca Rojch
Ultimi ritocchi per il villaggio di 18 appartamenti con vista sul
depuratore
OLBIA. Nomadi stanziali, sulla carta un ossimoro, un alchimia impossibile, un
concetto non mescolabile. Ma la realtà è più forte della logica, così il Comune
ha quasi completato il nuovo villaggio per chi ha scelto una vita on the road.
Più o meno. Il luogo sulla carta non è dei più affascinanti. A Sa Corroncedda,
accanto al depuratore. Viene difficile chiamarle villette, ma hanno tutti i
comfort. Acqua potabile, luce, pavimenti, rete delle acque nere. Sono 18 mini
padiglioni quasi completati in queste settimane.
Anche questa opera è figlia del quasi G8 della Maddalena, verrà completata,
anche se con qualche ritardo, tra qualche settimana. Gli oltre 200 rom ora
vivono accanto al canile, in una strana commistione, nella zona di Colcò. Sul
loro accampamento deve passare la nuova strada che porterà all'aeroporto. Per
questo nel pacchetto dei lavori dell'aeroporto c'è finito il campo dei nomadi.
Il nuovo campo a Sa Corroncedda è costato oltre un milione e mezzo di euro.
«Soldi che arrivano dai finanziamenti legati all'aeroporto - spiega l'assessore
alle Politiche sociali, Tiziano Pinna -.
Abbiamo lavorato per sollevare di due metri il piazzale e costruire il campo. Le
casette sono dotate di tutti i comfort. Non è stato semplice mettere d'accordo
tutti. Spero di esserci riuscito. Per ora abbiamo pensato ai 200 nomadi che sono
residenti a Olbia. L'integrazione, anche se con qualche difficoltà, la portiamo
avanti. Cerchiamo altri fondi per riuscire a far arrivare tutti nel nuovo campo.
Molti di loro sono cittadini di Olbia, piaccia o no. Sono residenti. In futuro
cercheremo di spostare anche il canile là vicino. In questo caso abbiamo
maggiori difficoltà. Dobbiamo ancora trovare i fondi, anche se confidiamo in un
aiuto della Regione». Un altra difficoltà è legata alla bonifica dell'attuale
campo nomadi, a Colcò. «Il compito è stato affidato a un'impresa che ha già
cominciato a smaltire una parte dei detriti - continua Pinna -. Continuiamo a
cercare di favorire l'integrazione almeno dei più giovani». Il sindaco Gianni
Giovannelli sembra ottimista. «Lavoriamo per portare a termine in tempi rapidi
un'opera importante - spiega -. A parte l'opportunità data da questi lavori,
credo non si potesse più vedere un'area tanto degradata come quella che ospitava
il campo nomadi in città».
Ricevo da Maria Gabriella De Luca presidente
dell'Associazione "Terra di Confine" Onlus di Catanzaro
Vi voglio raccontare una storia, non è semplice da raccontare, forse più che
una storia voglio provare a far capire come è difficile, complicato e spesso
doloroso, occuparsi del popolo rom... quanti se, quanti ma, quante incertezze...
in questi giorni ho vissuto una vicenda che mi ha fatto star male, che ha messo
in discussione il mio impegno, che ha vanificato il mio lavoro, che mi è cascata
fra capo e collo senza che nemmeno me ne rendessi conto... perché io purtroppo
vivo in un mondo parallelo dove quello che conta è l’essere umano senza alcuna
distinzione, dove vuoi per gli altri quello che desideri per te e tratti i figli
degli altri come fossero i tuoi figli.
Bando ai preamboli... Quest’anno dopo 9 anni di progetti all’interno della
scuola ma soprattutto di grande impegno nel settore della scolarizzazione dei
bambini rom e nella lotta all’emarginazione, all’analfabetismo e alla
dispersione scolastica, mi ritrovo di colpo fuori da questo canale che
rappresentava per me e per l’associazione "Terra di Confine" l’unica
gratificazione economica, benché misera e non rispettosa del mia
professionalità. L’unica sicurezza che mi permetteva di affrontare il mio
impegno e portarlo avanti pur fra tante difficoltà, avendo un ruolo ben preciso
all’interno di una scuola che purtroppo non ha mai accettato me nella stessa
misura in cui non accetta i bambini rom.
Quest’anno il Vice-Presidente della Giunta Regionale il prof. Domenico Cersosimo
ha deciso di modificare la Legge Regionale 27/85, dando titolarità solo alle
scuole di presentare i progetti, tutto ciò ha permesso al 4° Circolo Didattico
di Catanzaro di considerare poco appetibili la mia collaborazione e la mia
professionalità nei confronti di una "minoranza" di bambini, come quella dei
bambini rom.
La mia posizione non è mai stata facile, mai improntata al dialogo e alla
collaborazione, fra chi ha ritenuto sufficiente aprire le porte della scuola e
far entrare anche i bambini rom nelle classi, facendo ricadere gli insuccessi e
la mancata integrazione sugli stessi, quasi come se fosse una tara ereditaria,
facendo pagare ai figli le colpe dei propri padri e dei propri avi; e chi invece
lotta da sedici anni a fianco di questo popolo e soprattutto dei più piccoli, in
un cammino che li vede protagonisti e attori del proprio cambiamento, nel pieno
rispetto di una umanità che va aldilà di qualsiasi senso di appartenenza.
So che prima di decidere le modifiche apportate alla legge sono stati ascoltati
i rappresentanti della scuola, io ritengo che era un dovere morale ascoltare
anche l’altra parte, le associazioni. Sono convinta e sicura che lo strapotere
dato alla scuola non porterà a cambiamenti positivi, soprattutto nei confronti
dei soggetti più deboli: rom, stranieri e diversabili. Una scuola che si ritiene
"onnipotente" deve avere al suo interno professionalità, competenze e
soprattutto una umanità vera e manifesta, di cui purtroppo le nostre scuole sono
carenti. Se il pensiero alla base dei cambiamenti era quello di evitare gli
sperperi inutili dovuti ai cosiddetti "finanziamenti a pioggia", il clientelismo
alla base di certe logiche di potere, ma soprattutto creare "rete" e "coesione"
fra le scuola, nutro seri dubbi che tutto ciò avverrà.
Fuori dalla scuola decido di impegnare tutte le energie all’interno
dell’accampamento nella Scuoletta Arcobaleno, anche perché amaramente mi rendo
conto che la scuola non accetta la mia mediazione, anzi a volte ho l’impressione
che sia addirittura controproducente, mi ritrovo come si suol dire "tra
l’incudine e il martello"... a settembre 2008, fra le tante cose, inizio un
percorso di scolarizzazione con una ragazza di 22 anni, mai andata a scuola. Con
lei decidiamo di affrontare questa sfida, provare ad arrivare alla licenza
media. Non è facile, anzi è durissima, ma lei è tenace, affronta le difficoltà,
si mette in gioco... quante difficoltà, tradurre in italiano per lei che ha
sempre parlato e pensato in dialetto è stata una vera impresa, memorizzare le
tabelline che incubo! Ma alla fine era riuscita ad imparare a leggere e
comprendere, a scrivere quasi correttamente sotto dettatura, a fare le quattro
operazioni. Sicuramente non è tanto, certamente non si può parlare di una
preparazione di 5° elementare, ma per lei... per noi... è tanto... è quasi un
miracolo. A questo punto bisogna affrontare l’ultimo ostacolo gli esami. Vado a
parlare con la dirigente del IV Circolo, spiego che la ragazza non frequenterà
la scuola pubblica, che continueremo a prepararla per prendere la licenza media,
che forse potrà servirle per frequentare un corso di formazione a bassa
scolarizzazione. Spiego inoltre che tutto questo potrà essere un punto di
partenza per i tanti ragazzi che in accampamento sono completamente analfabeti,
che questa esperienza potrà essere di stimolo per gli altri... spiego tutto e
penso di essere capita ed ascoltata... giovedì 11 e venerdì 12 la ragazza
sostiene gli esami di idoneità alla scuola media (così si chiamano adesso), la
accompagno e mi rendo conto che il clima non è dei migliori, conosco tutte le
insegnanti di commissione e capisco che sono molto mal disposte, continuo
comunque a sperare... e invece ieri mattina tutto è svanito di fronte ai
risultati affissi sul portone... la ragazza è stata bocciata!!! Perché?
Perché??? Me lo chiedo e non so darmi una risposta, e soprattutto non so darmi
pace. Tanto ci sarebbe ancora da dire, ad esempio sui livelli di
scolarizzazione, a dir poco inadeguati, dei bambini rom che frequentano quella
scuola e che comunque continuano ad essere promossi, ma il discorso sarebbe
troppo lungo... una sola certezza mi resta che anche questa volta riuscirò a
ricostruire dalle macerie...
Bruskoi Prala presenta a Torino (Imbarchino del Valentino) il 27 e 28 Giugno 2009
Stage di Danze della tradizione tzigana di Transilvania
Benki Iambor:
Danzatore rom di Szacsavas (Transilvania)
è nato in una famiglia di musicisti.
Ballerino ufficiale del gruppo del suo paese e del
gruppo Nadara. Attualmente collabora con
Bruskoi Prala animando stages di danza.
Il corso prevede un approccio graduale alle più
importanti danze rom di Transilvania che hanno
attinto nei secoli alla tradizione ungherese e
romena, rielaborandole. Verranno insegnate sia
le danze semi libere (csingeralas, manele..) che
le danze di coppia di origine ungherese o romena
(csardas, invertita..) Per i danzatori sarà
particolarmente interessante lo studio dei giochi
di percussione ritmica corpo, mentre le danzatrici
avranno sicuramente modo di appassionarsi al
manea o mahala, danza di origine turca le cui movenze riprendono quelle della
danza del ventre. Lo stage è indirizzato a danzatori di tutti i livelli (massimo
di 25 posti).
Orari:
Sabato 27 dalle 15 alle 18
Domenica 28 dalle 13,30 alle 16,39
E' IMPORTANTE ISCRIVERSI!
bruskoiprala@gmail.com
Marco: 3393878818
Fotografie del 19/06/2009
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