Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Immagine tratta da
ale1980italy.wordpress.com
E' di ieri la
notizia
del tentato rapimento di un neonato dall'ospedale di Nocera Inferiore. Tentativo
per fortuna conclusasi col ritrovamento del bambino, e col solito giro di
controllo nei campi nomadi, col solito corollario dei media (immagine).
Perché si sa, anche se tutte le ricerche in tal senso hanno sempre smentito
questa voce, che gli zingari rapiscono i bambini, basta leggere i commenti alle
pagine dei giornali.
Oggi, un altro caso a
Prato, dove addirittura
un gruppetto di 3, forse 4 persone, riesce ad allontanarsi indisturbato.
Naturalmente per i testimoni erano dei Rom, anche se non si capisce in base a
cosa. Intanto i soliti controlli nei vari campi ed i primi riconoscimenti non
hanno portato a nessun risultato. Insomma, il tutto mi sembra un caso tipico di
isteria collettiva.
Nel frattempo. come scrivevo sopra, si è risolto positivamente il precedente
rapimento di Nocera Inferiore. La colpevole è stata colta in flagranza di reato,
non era rom e così si è aperta la gara a trovare tutte le ragioni e le
giustificazioni possibili che l'abbiano condotta a quel gesto. Un trattamento,
umano per carità, che mai verrà riservato a nessun rom.
Segnalazione di Flora Afroitaliani-e
Mercoledì 9 Giugno 2010 - ore 18.30-20.30
Planetarietà – Via P. Falconieri 84 (Monteverde)
il Gruppo 105 di Amnesty International e Monteverde Antirazzista
invitano alla tavola rotonda
NON SI SGOMBERANO I DIRITTI UMANI
I diritti abitativi: testimonianze e progetti in difesa di uno dei
principali diritti economico-sociali.
La pratica degli sgomberi forzati, una grave violazione dei diritti umani,
ha subito di recente un notevole incremento.
In particolare, ma non solo, coinvolge le comunità rom e sinti, che più di altre
sono emarginate e discriminate in tutto il continente. In Italia vivono per lo
più ai margini della società, in condizioni abitative precarie e degradanti, e
non per loro scelta, come vuole la diceria comune.
Il “Piano Nomadi” lanciato nel luglio scorso dal Comune e dal Prefetto di Roma
risponde a questa situazione disastrosa con sgomberi forzati di molti
insediamenti rom, senza garantire la consultazione completa delle comunità
interessate né alloggi alternativi per tutte le persone sgomberate.
Sono palesi violazioni dei diritti umani, a cui bisogna reagire: a tutte le
persone che vivono negli insediamenti abitativi precari si debbono assicurare
protezione e rispetto dei loro diritti, al pari di tutte le altre persone che
vivono nel nostro paese.
Per informare e sensibilizzare sul tema l’opinione pubblica, il Gruppo Italia
105 di Amnesty International e Monteverde Antirazzista organizzano
una tavola rotonda sul tema.
Partecipano:
Roberta Zaccagnini – Amnesty International
Guendalina Curi – Popica Onlus
Gianluca Staderini – Popica Onlus
Sofia Sebastianelli – Action
Aldo Pierangelini – Asl Rm E
Catia Mancini – Arci solidarietà
Alberto Barbieri – Medici per i diritti umani
Testimonianze dirette dal Campo autorizzato Cesare Lombroso, dalla Comunità
Metropoliz e dal Centro di Accoglienza Forlanini: Umiza Halivovich, Christian
Memet, Emran Tarakai
Moderatore: Giulio Coppi – Amnesty International gruppo Italia 105
Al termine dell’incontro: aperitivo con tutti i partecipanti.
Ingresso libero.
Per maggiori informazioni:
Gruppo 105 Amnesty International
gr105@amnesty.it -
www.amnestylazio.it
Alessandro Casagrande: 328 640613
Da
Roma_Daily_News (altre notizie su
Amoun Sleem)
GoJerusalem.com
Un centro comunitario preserva il patrimonio culturale dei circa 1.500 Dom
che da centinaia di anni vivono nella Città Vecchia di Gerusalemme.
Amoun Sleem ricorda quando mendicava con altri giovani per le strade della
Città Vecchia, un modo tradizionale con cui guadagnavano un po' di soldi per le
loro famiglie. Ma un giorno comprese che la sua vita, e quella della comunità,
doveva cambiare, e lanciò una campagna per migliorare la sorte di un gruppo che
molti gerusalemiti neanche sapevano esistesse nella città.
"Decisi che questo non era ciò che volevo," dice Sleem (in foto), il cui vero
nome, che significa speranza, è legato a quello che lei e gli altri suoi
collaboratori stanno tentando di dare ai
circa1.500 zingari che vivono a Gerusalemme da oltre 500 anni, come dice
lei. Con radici in India, Persia, Turchia e nei Balcani, questo gruppo è noto
come la comunità Dom della città, molti dei quali sono musulmani, a differenza
dei Rom europei che sono cristiani. Ci sono comunità dom sparse in tutto il
Medio Oriente.
Di quanti sono rimasti a Gerusalemme - molti scapparono durante o dopo la
Guerra dei Sei Giorni - quasi tutti vivono in un'enclave vicino alla
Porta dei Leoni, come la famiglia di Sleem, che ha mantenuto la stessa casa
per 200 anni. Mentre in precedenza gli zingari si spostavano da un posto
all'altro, oggi hanno adottato uno stile di vita più sedentario, e Sleem dice
che "avere una stabilità è meglio del vagare."
Molti componenti della comunità hanno lasciato il linguaggio nativo domari
per l'arabo. Ora Sleem ed i suoi collaboratori stanno lavorando per preservare e
migliorare la comunità, soprattutto attraverso le donne e i bambini, per
superare la povertà e l'analfabetismo, mantenendo vive le tradizioni.
Assieme alle donne, tradizionalmente escluse dalla forza lavoro, Sleem ha
fondato nel 1999 a Gerusalemme la
Domari Society, ed un Centro Comunitario nel 2005, nel quartiere di Shuafat.
Al centro, corsi di cucito ed altre attività, viene venduto
artigianato ed altri oggetti. Intanto, Sleem e la sua squadra di lavoro si
rivolgono alla loro comunità per migliorare la loro sorte. Programmi pomeridiani
forniscono assistenza, sono state ridotte le tasse scolastiche, e quando inizia
la scuola vengono distribuiti nuovi zaini e materiale scolastico. "Li incoraggia
ad andare a scuola," dice Sleem, "possono sentirsi come tutti gli altri
bambini."
Le donne apprendono mestiere attraverso corsi da parrucchiera, ad operare in
piccole attività come il catering o la produzione artigianale, ed aiutate a
condurre le loro famiglie, di solito estese. Sogna che "anche gli zingari aprano
un'attività propria,... magari un ristorante," offrendo piatti come il kishk,
uno yogurt che contiene bulgur (grano cotto e spezzato, ndr), ed il loro
tea tipico. "In questo momento mi sento come se la mia società stesse tornando
lentamente alle sue radici," dice.
Quando oggi vede giovani zingari a mendicare, Sleem ricorda se stessa a
quell'età. "Mi si spezza il cuore, ma fornisce anche una sfida per lavorare più
duramente... Dobbiamo continuare a provare, e nulla ci fermerà fino a
raggiungere i nostri obiettivi e le speranze," dice. "E 'una specie di sogno per
me, e non mi arrenderò fino sentirò di avercela fatta".
To arrange a visit to the Gypsy Community Center, call +972-(0)54-206- 6210.
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